ACCESSO APERTO E DIGITALIZZAZIONE

CULTURA, GALLO (M5S): ACCESSO APERTO E DIGITALIZZAZIONE, CHIAVI PER RILANCIARE INTERO SETTORE

Roma, 14 dicembre – “In legge di Bilancio abbiamo stanziato anche 4 milioni per i beni digitalizzati perché crediamo che la cultura debba essere sostenuta attraverso investimenti e supporto per gli strumenti informatici e digitali che possano renderla aperta e accessibile ai cittadini “, spiega Luigi Gallo, Presidente del MoVimento 5 Stelle della Commissione Cultura alla Camera a margine del convegno “Cultura 2030: arti digitali”, all’interno del festival ‘Fotonica’ presso il Macro di Roma.

“La ricerca Cultura 2030, diretta dal sociologo Domenico De Masi, ci fa riflettere attraverso gli studi di 11 esperti, sull’esigenza di adeguare ai tempi moderni le nostre politiche di sostegno al mondo culturale. La nostra proposta per l’accesso aperto alla ricerca scientifica va proprio in questa direzione: rendere consultabili le ricerche scientifiche e umanistiche finanziate da soldi pubblici”, prosegue Gallo.

“In un mondo in continua evoluzione, non possiamo più permetterci di ‘chiudere a chiave’ le scoperte della ricerca scientifica sottoponendole alle rigide logiche editoriali che ne limitano la divulgazione a pochi eletti. Come già avviene in altri Paesi europei, il sistema Open Access ha contribuito con successo alla creazione di banche dati, archivi digitali, reti unificate tra università ed enti. Mentre l’attuale situazione in Italia permette a pochi l’accesso a importanti ricerche”, conclude il Presidente della Commissione Cultura alla Camera.

University Research Lectureship in Education

Anche quest’anno la Commissione Fulbright mette a disposizione una borsa di studio nell’ambito delle Scienze della Formazione; il concorso Fulbright-NIAF-Georgetown, University Research Lectureship in Education, infatti, offre a insegnanti italiani della scuola elementare e media l’opportunità di attuare progetti di ricerca e insegnamento presso il Center for Child and Human Development della Georgetown University, http://gucchd.georgetown.edu/.

La borsa di studio è fino a $13.000 quale contributo alla copertura dei costi di soggiorno e/o ricerca negli Stati Uniti. L’entità della borsa varia a seconda della durata del periodo di ricerca: $9.000 per 4 mesi, $11.000 per 5 mesi, $13.000 per 6 mesi.

Il focus è su:
1.    Prevenzione, individuazione precoce e trattamento dei disturbi della prima e della seconda infanzia;
2.     Metodologie didattiche;
3.     Disabilità infantili;
4.     Metodo Montessori.

Lo studioso potrà incorporare nel suo percorso di ricerca un’analisi comparativa dei sistemi di formazione dei profili professionali coinvolti nei campi di studio sopraindicati, con particolare riferimento a Stati Uniti, Germania, Italia e Messico.

Il bando è consultabile al seguente link: http://www.fulbright.it/fulbright-niaf-georgetown/; si può inviare la propria candidatura sino al 1 febbraio 2019.

Come si partecipa?

È necessario aprire un account e compilare la domanda di partecipazione online, allegando una proposta di ricerca e tre lettere di raccomandazione.

Sono compresi tutti i benefit Fulbright:

  • contributo alle spese di viaggio;
  • esenzione dalla tassa consolare SEVIS per l’emissione del Vist;
  • assicurazione Sanitaria offerta dal Dipartimento di Stato.

La partenza è prevista nei mesi di agosto/settembre 2019 in poi, da concordare con l’Università Georgetown.

I candidati dovranno avere una conoscenza ottima della lingua inglese: è consigliabile, ma non obbligatorio, presentare un certificato di conoscenza della lingua inglese recente (Toefl,Ielts).

Per informazioni chiamare lo 06 4888 211 o scrivere a info@fulbright.it

La Commissione per gli Scambi Culturali fra l’Italia e gli Stati Uniti su mandato del Dipartimento di Stato statunitense e del Ministero degli Affari Esteri e della CooperazioneInternazionale gestisce dal 1948 il Programma Fulbright in Italia, programma di scambio culturale rivolto a cittadini italiani e statunitensi interessati a cogliere opportunità di studio, ricerca ed insegnamento in Italia e negli USA.

National Italian American Foundation (NIAF) è una fondazione statunitense con sede a Washington, D.C., che rappresenta gli oltre 20 milioni di cittadini italo-americani che vivono negli Stati Uniti. Le due più importanti finalità che la NIAF si prefigge sono quelle di far sì che gli italo-americani continuino a mantenere sempre vivo e presente il ricchissimo patrimonio dei propri valori e delle proprie tradizioni culturali, e quella di assicurarsi che l’intera comunità non dimentichi mai il grande contributo che gli italiani hanno apportato alla storia ed al progresso degli Stati Uniti.

Il Center for Child and Human Development dell’Università di Georgetown (GUCCHD), si impegna al fine di avere una società più forte promuovendo il benessere di TUTTI i bambini, gli adulti e le famiglie e creando comunità più inclusive. Tra gli obiettivi del centro: la creazione di soluzioni collettive avanzate, il collegamento tra il centro di ricerche e la comunità, la costruzione di partnership forti e diversificate e la condivisione della vasta esperienza con empatia e dedizione.

Firmato il CCNL Area Istruzione e Ricerca

Dopo due intense ed estenuanti giornate, alle ore 23.58 del 13 dicembre, le OO.SS. rappresentative hanno firmato il nuovo CCNL del triennio 2016-2018.

Un contratto storico! Dopo 18 anni dalla Dirigenza finalmente il primo passo per il raggiungimento della perequazione alle altre dirigenze di II fascia è stato raggiunto con il riconoscimento della parte fissa della retribuzione di posizione e di risultato. Un CCNL che DIRIGENTISCUOLA-Di.S.Conf. provvederà a disdire dopo la pubblicazione per ripartire subito con la contrattazione del CCNL per il 2019-2021 per completare la perequazione inerente la parte variabile della retribuzione di posizione e quella di risultato.

DIRIGENTISCUOLA ha firmato con la seguente dichiarazione a verbale sottoscritta insieme alla Codirp:

“Le scriventi Confederazione Codirp e O.S. DIRIGENTISCUOLA-Di.S.Conf. sottoscrivono il presente CCNL ritenendo complessivamente positivi i passi avanti in tema di perequazione di parte fissa della retribuzione di posizione, di restituzione, entro cinque anni, al ruolo di provenienza e di istituzione della delega di funzione. Non possono esprimere, invece, una valutazione soddisfacente in merito alla disciplina sanzionatoria, alla sospensione facoltativa, all’affidamento degli incarichi dirigenziali e alla mobilità interregionale e professionale”

La categoria sa chi deve ringraziare; sa chi ha lottato per questo primo ma significativo avvio alla perequazione; chi ha posto all’attenzione della politica il problema depositando oltre 650 ricorsi; chi per ben cinque giorni ha organizzato il primo sit-in della storia della dirigenza scolastica che ha costretto l’ex Ministra Fedeli ad assicurare la perequazione graduale in cambio della sospensione dello sciopero della fame e della sete.

Si tratta solo del primo traguardo; significativo ma insoddisfacente: bisogna puntare ora all’allineamento completo della retribuzione a quella degli altri dirigenti di pari fascia. Obiettivo che si potrà raggiungere con il prossimo CCNL se la categoria lo vorrà.

Il 19 p.v. il Comitato Paritetico terminerà il suo lavoro e l’ARAN potrà finalmente pubblicare la nuova rappresentatività che cambierà, altro evento storico, lo scenario e l’equilibrio delle forze presenti al tavolo: le OO.SS. storiche non avranno più la maggioranza detenuta da sempre e non potranno più decidere del destino della categoria.

Unitamente al CCNL DIRIGENTISCUOLA pubblicherà la bozza sottoscritta con le somme dettagliate che possono essere così riassunte:

Tabellare 2016 €. 16,00; 2017 €. 48,50; 2018 €. 125,00.

Posizione 2018 €. 10,00 – risultato 2018 €. 19,90

Totale €. 154,90

Va aggiunto la parte fissa della perequazione di posizione pari a circa 8.700,00 euro l’anno.

Firmato il contratto dirigenti

Firmato il contratto dirigenti. Turi: la specificità paga

Due risultati importanti: valorizzata nel profilo del dirigente la connessione con la comunità scolastica e, in funzione di questa valorizzazione, equiparata la parte fissa della retribuzione. Firmato nella notte, allo scoccare della mezzanotte, il contratto dei dirigenti scolastici per il triennio 2016-2018. Il contratto della dirigenza giunge dopo otto anni di ritardo (da luglio 2010) e riguarda una platea di 6 mila dirigenti, su una pianta organica di oltre 8 mila Gli aumenti retributivi partiranno dal 1 gennaio 2018 con un aumento medio di 155 €. Dal 1 gennaio 2019 partiranno le due tranche finanziate, con risorse già previste in Finanziaria, per l’armonizzazione con le altre dirigenze, per un importo complessivo lordo di circa 12 mila euro l’anno. La presenza nel contratto del «profilo del dirigente scolastico» permette di individuarne la specificità rispetto alla categoria dirigenziale. Oggi grazie a questa specificità, collegata alla scuola, si comincia a finanziare il settore istruzione – fa notare il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi. Nel testo contrattuale – sottolinea con soddisfazione Turi – viene sottolineato il valore della sua azione nel promuovere e garantire la qualità dei processi formativi e valorizzata la connessione della figura del dirigente con la comunità scolastica. Altro tema affrontato nel contratto – spiega Rosa Cirillo, responsabile del Dipartimento Dirigenti Uil Scuola – è quello legato alla sicurezza nei luoghi di lavoro, e dunque degli edifici scolastici, è l’aver messo in relazione la responsabilità in relazione alle funzioni organizzative e gestionali che svolge. Una novità viene dall’introduzione dell’Organismo Paritetico per l’innovazione – aggiunge Cirillo – che permette di coinvolgere le organizzazioni sindacali, titolari della contrattazione integrativa, con finalità collaborative e di proposta su progetti di organizzazione, innovazione e miglioramenti delle attività scolastiche, con particolare riferimento al lavoro agile ed allo stress del lavoro correlato. E’ stata anche inserita la possibilità di rientrare in servizio, a richiesta, nel ruolo di provenienza. La valutazione sarà oggetto di un successivo e specifico approfondimento in sede di confronto a livello nazionale.

Comparto Istruzione e Ricerca: firmata l’ipotesi di contratto dell’area dirigenziale

Roma, 14 dicembre 2018 -“Dopo più di 6 mesi di trattativa finalmente, il 13 dicembre, è stata sottoscritta l’ipotesi del primo contratto dei dirigenti della scuola, dell’università, della ricerca e dell’AFAM”. Si legge in una nota della FLC CGIL.

“Il contratto, che arriva dopo un blocco quasi decennale della contrattazione, acquisisce molti dei punti significativi della piattaforma unitaria FLC CGIL, CISL e UIL. Soddisfazione – continua la nota – per la riconduzione di significative materie al tavolo negoziale. Conferimento degli incarichi dirigenziali, valutazione, tutela della salute e sicurezza, formazione e aggiornamento sono tornate ad essere materie oggetto di negoziazione contrattuale, dopo che inopinatamente ci erano state sottratte dalla legge.”

“Fondamentali il rafforzamento del ruolo e della funzione del dirigente scolastico all’interno della comunità educante e l’acquisizione di importanti strumenti di regolazione delle relazioni sindacali. Sul piano economico c’è stato il recupero del potere d’acquisto in linea con l’Accordo del 30 novembre 2016, di circa 159 euro medi mensili lordi dal 1° gennaio 2018. Il testo sottoscritto realizza inoltre per i dirigenti scolastici l’equiparazione della retribuzione di posizione parte fissa a quella degli altri dirigenti dell’area, una rivendicazione da sempre presente nelle nostre piattaforme contrattuali.”

“Adesso la parola passa alle lavoratrici e ai lavoratori, alle colleghe e ai colleghi – conclude la nota – ai quali chiederemo il mandato per la sottoscrizione in via definitiva del contratto”.

Gli studenti promuovono l’alternanza: per il 77% è un’esperienza utile

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

Da un lato c’è il governo che ha imposto un cambio di nome all’alternanza, una forte riduzione delle ore (in parte compensata in Parlamento) e un taglio di più di 50 milioni di euro. Dall’altro ci sono gli studenti che invece hanno promosso l’esperienza di studio-lavoro: per il 77,2% del campione intervistato dall’annuale indagini di Almadiploma è risultata un’esperienza “utile” per la formazione.

L’indagine Almadiploma
Certo, l’indagine sui Diplomati 2018, che stamane ha presentato, peraltro al Miur, Almadiploma, riguarda un campione limitato di ragazzi (interviste a oltre 46mila diplomati a luglio scorso di 292 istituti sparsi in tutt’Italia); ma i risultati che emergono dalla rilevazione sono molto interessanti, e vanno in una direzione opposta a quella che l’attuale governo sta prendendo in legge di Bilancio, che fa scendere le ore di formazione “on the job” negli ultimi tre anni di scuola superiore ad almeno 90 nei licei, almeno 150 (in odore di salire a 180) nei tecnici, almeno 210 nei professionali (oggi è il doppio, almeno 400 ore nei tecnici e professionali, almeno 200 nei licei).

Le opinioni dei ragazzi
Sono cinque gli aspetti dell’indagine che meritano una menzione (e che dovrebbero far riflettere, in primis il decisore politico). Primo. La vera alternanza è essenzialmente stage, vale a dire esperienza diretta nei luoghi di lavoro (81,5%). La quasi totalità dei diplomati professionali e tecnici dichiara di averne svolto uno nel triennio conclusivo (97,5% e 94,7% rispettivamente), mentre tra i liceali la quota raggiunge il 69,6%. Secondo. La coerenza tra l’indirizzo di studio e il settore nel quale l’attività di stage si è realizzata. Anche qui, contraddicendo la “vulgata” di questi giorni, i liceali svolgono l’attività prevalentemente nei settori servizi culturali, ricreativi e sportivi (22,8%) e istruzione (17,4%); i tecnici in misura maggiore nei settori informatico, ricerca e servizi alla imprese (21,9%) e attività manifatturiere e costruzioni (20,2%); i professionali nei settori alberghi e ristoranti (24,6%) e attività manifatturiere e costruzioni (15,3%). Terzo. La durata dell’alternanza che, in media, ha superato le 150 ore (nei licei, per esempio, l’attuale norma in Parlamento fa scendere le ore minime a 90). Quattro. L’alternanza è stata organizzata efficacemente (82,6%; percentuale che sale all’89,0% tra i professionali); e, come detto, è risultata utile, più in generale, per la formazione (77,2%; percentuale che sale al 91,6% tra i professionali). Quinto. Il link scuola-impresa è fondamentale. Le attività di tutoraggio aziendale (77,6%) e scolastico (64,4%) sono infatti risultate soddisfacenti, percentuali che salgono rispettivamente all’86,1% e al 79,5% tra i professionali.

Se, come vero, per deliberare occorre prima conoscere, ebbene, che almeno si sentano tutte le opinioni, in particolare dei diretti interessati, e non solo quelle di alcuni (docenti) “irriducibili” nel voler mantenere “quel muro” tra scuole e mondo del lavoro.

Bussetti: in arrivo 50 milioni per palestre e strutture sportive

da Il Sole 24 Ore

In arrivo “risorse fresche” per la costruzione di nuove palestre e strutture scolastiche sportive e per la messa in sicurezza di quelle esistenti. Sono 50, infatti, i milioni messi a disposizione dall’avviso pubblico diffuso ieri dal Miur nell’ambito della programmazione triennale nazionale per l’edilizia 2018-2020.

Bussetti: rimettiamo lo sport al centro
«Si tratta di un primo investimento concreto – ha detto il ministro Marco Bussetti – per rilanciare lo sport a scuola. È importante porre l’accento sull’aspetto educativo che lo sport ha nel formare i giovani sul piano sia individuale che collettivo. Attraverso l’attività sportiva i ragazzi imparano la disciplina, il rispetto delle regole e dell’autorità, il senso di responsabilità, la capacità di fare squadra, il controllo del proprio corpo. Tutti elementi utili alla loro formazione». «Costruire nuove palestre e mettere in sicurezza quelle esistenti – ha proseguito il ministro – significa anche consentire alle scuole di offrire ai ragazzi spazi fruibili al di fuori dall’orario scolastico, un modo per contrastare la dispersione scolastica e, al contempo, favorire la diffusione della pratica sportiva tra i giovani». L’elevato tasso di dispersione scolastica e l’assenza di strutture sportive saranno, non a caso, due dei criteri attraverso i quali saranno selezionati i progetti da finanziare.

Sinergia con l’Istituto di credito sportivo
Questo primo investimento e l’avvio dei progetti finanziati consentiranno anche di far partire un’importante sinergia con l’Istituto di credito sportivo, al quale gli enti locali interessati potranno ricorrere per ottenere ulteriori finanziamenti e anticipazioni a tasso zero per le progettazioni di palestre e strutture scolastiche sportive.

Presidi, aumenta lo stipendio. Firmato nuovo Contratto

da Orizzontescuola

di redazione

Firmato nella notte del 13 dicembre il nuovo Contratto dei Dirigenti Scolastici. Le  modifiche e gli aumenti stipendiali.

Aumenti stipendio

Lo stipendio dei Presidi è stato equiparato a quello degli Dirigenti della Pubblica Amministrazione per quanto riguarda la retribuzione parte fissa.

Da gennaio 2018, inoltre, vanno aggiunti 159 di media euro mensili, che saranno percepiti come arretrati.

Per l’equiparazione della retribuzione di posizione parte fissa dei Presidi a quelle dei colleghi Dirigenti del comparto, le risorse messe a disposizione dalla scorsa legge di bilancio sono le seguenti:

37 milioni nel 2018;
41 milioni nel 2019;
96 milioni a decorrere dal 2020.
Alle risorse suddette si aggiungono 35 milioni del Fondo Unico Nazionale.

Altre novità

Ci sono anche altre novità, nel nuovo contratto dei Presidi:

  •  la possibilità di ottenere il rientro al ruolo di provenienza entro i primi 5 anni di ruolo.
  • la possibilità di delegare funzioni e potere di firma in caso di assenza

Il tabella di sintesi dei benefici

La FLCGIL ha elaborato una tabella con tutti i benefici contrattuali raggiunti con la firma del contratto.

La tabella riguarda l’accordo del 30 novembre 2016, di circa 159 euro medi mensili lordi dal 1° gennaio 2018.

Pensioni scuola 2019, Miur: 15.000 docenti e 4.500 ATA

da Orizzontescuola

di redazione

Il Miur ha  fornito ai sindacati i dati relativi alle domande di pensionamento presentate dal personale scuola attraverso Istanze online.

Numero domande presentate

Docenti: 15.190

Ata: 4.448

Personale educativo 34

IRC 131

A questi numeri andranno aggiunti quelli derivanti delle pensioni attribuite d’ufficio.

Si tratta di numeri ancora generali. Saranno adesso gli Uffici Scolastici, esaminate le domande,  a pubblicare il dettaglio delle pensioni per ordine di scuola e classe di concorso.

Quota 100 forse rinviata al 2020

Sono sempre più deboli le speranze per quota 100 a settembre 2019 per il personale della scuola.

A questo punto – scrive la UIL –  anche se la procedura prevista per la quota 100 sarà approvata nella manovra di Bilancio, in mancanza di un provvedimento retroattivo specifico, il personale della scuola resterà  fuori, per quest’anno, da questa possibilità previdenziale.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Sarebbe una beffa cosmica, perché mentre in Europa si continua ad andare via dalla scuola a 63 anni, senza penalizzazione, noi continuiamo a trattare i nostri insegnanti come dei ‘paria’. Come se non svolgessero una professione a rischio burnout e come se la categoria fosse tra le più giovani al mondo, anziché la più vecchia.

Se questo provvedimento venisse approvato – spiega Di Meglio della Gilda degli Insegnanti– gli insegnanti sarebbero ulteriormente penalizzati rispetto agli altri dipendenti pubblici perché per questi ultimi la prima finestra utile per andare in pensione sarebbe in ottobre 2019 (con un ritardo di 6 mesi rispetto ai lavoratori privati), mentre per i docenti la prima finestra utile sarebbe a settembre 2020, quindi con 18 mesi di ritardo rispetto ai privati.

Su questo argomento però la partita potrebbe non essere chiusa, attendiamo le disposizioni ufficiali.

Immissioni in ruolo sul turnover

I posti lasciati liberi dai pensionamenti potranno essere utilizzati al 100% sia per docenti che ATA. Lo prevede una disposizione inserita nel decreto legge sulle semplificazioni, già esaminato dal Governo.

Mobilità sostegno, limite 50% su trasferimenti: Miur fa passo indietro

da Orizzontescuola

di redazione

Mobilità, sembra essere rientrato l’allarme per l’ipotesi avanzata dal Miur di limitare i trasferimenti provinciali da sostegno a posto comune del 50%.

Questa al momento l’unica novità nell’ambito della contrattazione tra Miur e sindacati per il  nuovo contratto mobilità, che avrà durata triennale.

Il risultato è stato ottenuto grazie alla determinazione dei sindacati che non hanno accettato la proposta del Miur di inserire nel contratto una norma che non è supportata a livello legislativo.

Rimangono invece aperte ancora tutte le altre problematiche, dalle percentuali  tra mobilità e assunzioni, ai trasferimenti dei docenti dei Licei Musicali, alle regole per chi ottiene trasferimento con l’indicazione sintetica.

I presidi hanno un nuovo contratto, ora sono più vicini alla dirigenza pubblica

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Equiparazione ai dirigenti pubblici dello stesso comparto, almeno per quanto riguarda la retribuzione della parte fissa; incremento da fondi contrattuali, pari a 135 euro mensili, a decorrere da gennaio 2018; riconoscimento della possibilità di ottenere il rientro al ruolo di provenienza entro i primi 5 anni di ruolo; possibilità di delegare funzioni e potere di firma in caso di assenza. Sono alcuni degli aspetti più significativi del nuovo contratto per dirigenti scolastici che, nella notte tra il 13 e il 14 dicembre, i sindacati hanno sottoscritto con la parte pubblica.

Cisl Scuola soddisfatta

La prima organizzazione a commentare l’avvenuto accordo è stata la Cisl Scuola: “Si tratta di un obiettivo di grande significato politico, da tempo perseguito e finalmente raggiunto con un contratto che anche per questo assume una rilevanza straordinaria”, ha detto Maddalena Gissi, segretaria generale del sindacato confederale.

Gissi: c’è voluto più tempo del previsto

Quella appena conclusa, ha continuato Gissi, “è una trattativa che si è rivelata delicata e complessa, ma che alla fine vede premiato il nostro impegno. È un risultato che la CISL Scuola ha inseguito con determinazione, per chiudere il cerchio di un rinnovo contrattuale lungamente atteso e completare così il buon lavoro fatto col rinnovo del CCNL di comparto”.

“C’è voluto più tempo del previsto, su questo hanno influito indubbiamente il passaggio di legislatura e la lunga attesa per la formazione del nuovo Governo, ma era importantissimo definire un’intesa prima che si chiudesse il 2018, e non solo per un fatto simbolico”.

È anche “fondamentale aver restituito alle relazioni sindacali – ha detto ancora la sindacalista – temi come la valutazione e le misure riguardanti la prevenzione dello Stress Lavoro-Correlato (un tema che nella stessa giornata era emerso al termine di uno studio commissionato da Anp), così come è molto importante l’istituzione di un comitato paritetico per verificare le ricadute in termini di innovazione”.

Inoltre, “tutti gli obblighi vengono più puntualmente ricondotti agli ambiti delle funzioni organizzative e gestionali proprie della dirigenza scolastica”.

La leadership educativa ai presidi

“Il contratto della dirigenza si colloca in modo coerente nel contesto definito dal Ccnl di comparto, condividendone modelli, valori e obiettivi – ha continuato – Assegna al dirigente scolastico un ruolo chiave nella comunità scolastica, riconoscendone e valorizzandone la leadership educativa”.

“Abbiamo fatto – ha concluso Gissi – un passo molto importante e significativo in direzione di quell’adeguata valorizzazione della dirigenza scolastica da tempo al centro delle nostre rivendicazioni e di tante iniziative; il nuovo contratto ne riconosce opportunamente le specificità ma recuperando finalmente una condizione di più giusto equilibrio rispetto all’area della dirigenza pubblica”.

I dirigenti scolastici si sentono stressati per colpa del Miur, indagine Anp: lavoriamo senza strumenti

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Se i docenti soffrono di stress e di burnout, i presidi non sono da meno. Anzi: avvertono di essere sottoposti a richieste lavorative elevate e di non avere strumenti adeguati per fronteggiarle. Addirittura nove su dieci dicono che il proprio lavoro è distribuito in modo irregolare, provocando accumuli e ritardi.

“Così si compromette l’organizzazione scolastica”

A sostenerlo è l’Anp, l’Associazione nazionale presidi ed alte professionalità, che ha commissionato, con la partecipazione dell’università Lumsa un’indagine sullo stato di benessere di 1.616 dirigenti scolastici, proprio per analizzare i dati sullo stress lavoro correlato dei dirigenti scolastici.

Il problema numero uno dei presidi è costituito dai cattivi rapporti con l’amministrazione scolastica, scarsamente prevedibile, chiara e completa.

Ne consegue che le informazioni che il dirigente riceve dagli uffici scolastici compromettono l’organizzazione della vita scolastica.

Nello specifico, oltre l’80% dichiara di ricevere con poco o pochissimo anticipo informazioni sui cambiamenti che riguardano la gestione della scuola.

Tre presidi su quattro, il 72%, dichiara di non ricevere tutte le informazioni necessarie per il lavoro.

Ci sono anche lati positivi

Certo, ci sono anche aspetti che funzionano bene. L’80% dei presidi, ad esempio, avverte che il proprio lavoro, nonostante le difficoltà e i rischi, sia importante e pieno di significato per la propria vita personale e professionale.

Inoltre, il 79% dei dirigenti scolastici dichiara di sentirsi motivato e coinvolto nella propria attività quotidiana.

Giannelli: deve intervenire la politica

“I risultati che presentiamo oggi – ha sintetizzato Antonello Giannelli, presidente nazionale Anp – ci restituiscono l’immagine di una categoria fortemente motivata, con una forte identità professionale, che tuttavia denuncia la difficoltà di organizzare e gestire l’attività per l’imprevedibilità delle richieste e la scarsa chiarezza del dialogo con l’amministrazione e per gli elevati ritmi lavorativi”.

“Ci auguriamo – conclude Giannelli – che queste evidenze possano finalmente sollecitare un serio impegno del decisore politico ad intervenire, valorizzando una figura decisiva per il miglioramento della qualità del sistema educativo e della formazione dei nostri giovani”.

Diplomati magistrale, la sentenza di merito sarà a febbraio

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Bisognerà attendere febbraio per conoscere il verdetto dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, che dovrà decidere le sorti dell’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento dei diplomati magistrale che hanno ottenuto il titolo entro il 2001/2002.

L’Adunanza Plenaria di ieri, 12 dicembre, ha dibattuto sul tema in via cautelare, pertanto ha fissato la data dell’Adunanza Plenaria che andrà a decidere sul merito. Tale data sarà il 20 febbraio 2019.

ORDINANZA CAUTELARE 1

ORDINANZA CAUTELARE 2 

Perché una nuova Adunanza

Il Collegio dei giudici, infatti, pronunciandosi in sede giurisdizionale, ha affermato in precedenza che, nonostante la nota pronuncia n.11/2017 emessa dall’Adunanza Plenaria, la questione dell’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento dei soggetti muniti di diploma magistrale, debba essere rimeditata.

Chi è interessato alla sentenza?

E’ bene tuttavia ricordare che tale sentenza avrà effetto si su migliaia di diplomati magistrale, ma non riguarda l’intera platea. Infatti, ad attendere il verdetto del Consiglio di Stato sarebbero i docenti che hanno i procedimenti ancora pendenti, ovvero non sarebbero inclusi i docenti con sentenze passato in giudicato. Inoltre, non sarebbero interessati neanche i soggetti le cui sentenze del Tar abbiano superato i sei mesi di tempo per l’impugnazione.