Educazione motoria alla scuola primaria

Scuola, Bussetti: “Approvazione disegno di legge delega alla Camera primo passo per un’operazione storica: dare dignità allo sport sin dal primo ciclo”

(Martedì, 18 dicembre 2018) “Due ore settimanali di educazione motoria alla scuola primaria. Oggi, con l’approvazione in prima lettura alla Camera del disegno di legge delega, abbiamo segnato un primo, importante passo verso l’introduzione dello sport già nel primo ciclo di istruzione. Un’operazione storica, che ci consentirà di dare vera dignità alla pratica sportiva e di diffondere l’educazione ai corretti stili di vita a partire dai bambini più piccoli”.

Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, commenta l’approvazione in prima lettura alla Camera del testo unificato delle proposte di legge in materia di insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria.

Il Ministro sottolinea come “il Governo sia stato a fianco di tutte le forze parlamentari promotrici, reperendo le risorse finanziarie occorrenti, per favorire il percorso parlamentare. Si tratta di un risultato non scontato – aggiunge il Ministro – trattandosi di una materia più volte affrontata ma mai portata a compimento. Basti pensare che nel testo approvato oggi alla Camera confluiscono cinque diversi testi di legge presentati nel corso degli anni. Tengo a ringraziare le forze di maggioranza, che hanno voluto trovare una sintesi, e quelle di opposizione che non hanno fatto mancare il loro appoggio a un’iniziativa fondata su un intento comune a tutti: il benessere e la crescita sana dei cittadini più giovani”.

“Ora – conclude Bussetti – la parola passa al Senato, dove mi auguro che i lavori proseguiranno con lo stesso spirito di collaborazione e dove l’impegno sarà volto a migliorare ulteriormente il provvedimento e a potenziare gli interventi già previsti”.

Cultura della salute e del benessere

Promuovere la cultura della salute e del benessere nell’ambiente scolastico. Prevenire forme di disagio e di malessere psico-fisico. Avviare azioni di formazione di docenti, genitori e studenti per affrontare in maniera adeguata temi come i corretti stili di vita e la prevenzione di comportamenti a rischio per la salute. Preparare gli insegnati alla somministrazione di farmaci agli alunni con patologie specifiche. Sono questi gli obiettivi dei due Protocolli d’intesa che il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha firmato il 18 dicembre al MIUR con Fulvio Giardina, Presidente del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi, e Alberto Villani, Presidente della Società Italiana di Pediatria.
“Abbiamo siglato due importanti collaborazioni per l’educazione e la crescita sana dei ragazzi – ha dichiarato il Ministro Marco Bussetti – che vedono coinvolti istituti scolastici, famiglie, territori, esperti. Stiamo costruendo una vera e propria rete di sostegno. Dobbiamo essere soddisfatti: la scuola non è solo il luogo in cui si apprendono conoscenze e si sviluppano competenze. È anche spazio di cittadinanza attiva. In cui si formano giovani consapevoli. I corretti stili di vita, la prevenzione dei rischi e di forme di malessere sono aspetti da curare tanto quanto lo studio dell’Italiano, della Storia e della Matematica. Grazie a chi mette la propria professionalità a servizio dei nostri bambini e ragazzi”.
“Un doveroso ringraziamento al Ministro Bussetti. Si tratta – ha continuato il Presidente Fulvio Giardina – del primo importantissimo passo per poter garantire ai docenti, agli studenti e alle loro famiglie, a tutto il personale della scuola, quel necessario servizio di psicologia scolastica, già attivo in tutti i Paesi europei”.
“La Società Italiana di Pediatria – ha affermato il Presidente Alberto Villani – è particolarmente riconoscente al Ministro Bussetti per aver realizzato una collaborazione tra mondo della scuola e pediatria che consentirà di rispondere nella maniera più puntuale e qualificata alle esigenze di salute psico-fisica dell’età evolutiva”.
Inoltre, è stato presentato “Benessere a scuola”, un progetto pilota che sarà realizzato in attuazione dei due Protocolli e riguarderà in una prima fase tre Regioni: Liguria, Abruzzo, Calabria. Coinvolgerà 60 scuole (20 per ciascuna delle tre Regioni) primarie e secondarie di I e II grado, circa 31.000 studenti e 3.900 docenti.
Il progetto si rivolgerà a docenti, famiglie e studenti. Obiettivi: incrementare l’attenzione dei ragazzi alla cura del proprio corpo, delle proprie abitudini di vita e della propria affettività, migliorare la vivibilità e il clima sociale all’interno delle scuole, costruire collaborazioni costanti e durature con le famiglie, prevenire casi di disagio e di abbandono scolastico, fornire indicazioni socio-sanitarie ai docenti e formarli sulla somministrazione di alcuni farmaci che i giovani potrebbero dover assumere in caso di patologie specifiche, dare assistenza medica e primo soccorso per migliorare la sicurezza a scuola.

Bando Telethon-UILDM

Vita.it del 18-12-2018

Distrofie muscolari e miopatie muscolari al centro del nuovo bando Telethon-UILDM

Le candidature sono aperte fino al 29 marzo. Obiettivo? Migliorare la qualità della vita delle persone con distrofie e miopatie muscolari.

È online il bando Telethon-UILDM 2019. Il focus di questa edizione, per volontà di UILDM, sarà sui progetti di ricerca clinica sulle distrofie muscolari e le miopatie muscolari, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone con queste patologie. Il bando è rivolto ai ricercatori che lavorano in strutture di ricerca italiane pubbliche o private non profit e chiuderà il 29 marzo 2019. I progetti candidati dovranno avere una durata fra 1 e 3 anni. I form per la compilazione delle progettualità sono disponibili sul nuovo portale della ricerca TETRA – Telethon Projects Managements system.

Gli interessati potranno usufruire di un servizio di consulenza metodologica per la stesura del protocollo clinico, compilando l’apposito modulo “Pre-Submission inquiry – proposta di studio” che sarà disponibile sul sito contestualmente ai form da compilare per il progetto scientifico. Coloro che intendono usufruire della consulenza dovranno inviare il modulo “Pre-Submission inquiry – proposta di studio” entro e non oltre il 21 gennaio 2019 e riceveranno una risposta scritta entro il 28 febbraio 2019.
Dal 1° al 31 dicembre 2018 è invece attivo il numero solidale 45510, per sostenere la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare durante la campagna di Fondazione Telethon.

Bankitalia: istruzione e status si ereditano (ancora) dai genitori

da Il Sole 24 Ore

L’ascensore sociale in Italia sembra davvero funzionare poco. Uno studio dei ricercatori della Banca d’Italia rivela che istruzione, reddito da lavoro e ricchezza continuano a ereditarsi da genitori ai figli, con una tendenza tornata in aumento negli ultimi anni e che portano il nostro paese fra quelli con meno mobilità fra generazioni. Le “condizioni di partenza” restano così decisive per lo status, specie se si considerano anche tutti gli altri fattori ambientali come quartieri di provenienza, scuole frequentate, amicizie familiari. E l’istruzione pubblica riesce solo in parte a compensare questa situazione.

I risultati dello studio
Nello studio, svolto dai ricercatori Luigi Cannari e Giovanni D’Alessio del dipartimento di Economia e Statistica di Bankitalia (ma la pubblicazione, si precisa, non riflette necessariamente l’opinione dell’istituto centrale) non si danno “ricette”, ma si sottolinea come «la mobilità intergenerazionale costituisca un elemento cruciale in termini di uguaglianza». «Una società che registri possibilità di successo economico significativamente superiori in funzione delle fortune dei propri avi – si legge nello studio -tende a generare scontento ed è fonte di possibili tensioni nella parte di popolazione svantaggiata. Tale circostanza costituisce poi un’alterazione dei principi di uguaglianza su cui si fondano le democrazie occidentali» e la nostra stessa Costituzione.
Basandosi anche sui dati delle indagini della Banca sui bilanci delle famiglie italiane tra il 1993 e il 2016, si nota come «uno dei canali di trasmissioni delle condizioni di benessere dai genitori ai figli è l’istruzione» e «le stime mostrano una elevata persistenza intergenerazionale nei livelli di istruzione».

La scuola
In questa situazione, la scuola dell’obbligo è in grado di compensare solo in parte le diseguaglianze di partenza. La scelta alle superiori, spiega lo studio, è infatti condizionata e dipendente dalla scolarità dei genitori e «gli studenti si autoselezionano nelle diverse tipologie di istruzione secondaria (o nell’abbandono scolastico) sulla base dei risultati precedentemente conseguiti e della professione e del titolo di studio dei propri genitori. Tale meccanismo determina una segmentazione della popolazione di studenti (ad esempio tra licei e scuole professionali) fortemente correlata con le classi sociali di provenienza».
Sui redditi da lavoro «le stime dell’elasticità dei redditi da lavoro – si legge ancora nella ricerca – collocano l’Italia tra i paesi a bassa mobilità intergenerazionale, confermando i risultati di precedenti studi». Anche per la ricchezza si riscontrano valori che collocano l’Italia tra i paesi avanzati con livelli relativamente elevati di persistenza intergenerazionale; come per l’istruzione e il reddito, si riscontra una tendenza all’aumento della ereditarietà delle condizioni economiche in termini di ricchezza.

#Io leggo perchè, selezionate le 10 scuole vincitrici del 2018

da Il Sole 24 Ore

È giunto il momento delle premiazioni nel calendario di #ioleggoperché, l’iniziativa sociale promossa dall’Associazione italiana editori (Aie) a favore delle biblioteche scolastiche: scelte tra le 752 candidate le 10 scuole vincitrici del contest #ioleggoperché 2018, che premia le iniziative più originali e creative nel divulgare l’amore per la lettura e incentivare le donazioni in libreria durante la nove giorni di campagna dello scorso ottobre. Campagna che anche quest’anno ha visto una vera e propria mobilitazione di massa nelle librerie e nelle piazze di tutta Italia, con oltre un migliaio di iniziative spontanee e lo straordinario risultato di quasi 200.000 libri donati dal pubblico, a cui si aggiungeranno entro la fine dell’anno scolastico ulteriori 100.000 libri messi a disposizione dagli editori.

«Non è stato semplice scegliere le 10 scuole a cui destinare i 10 buoni da 1.500 euro per l’acquisto di libri, messi in palio grazie al supporto di Siae, vista la straordinaria dose di passione, fantasia e spirito di collaborazione profusa dai bambini, ragazzi, insegnanti, famiglie, librai e volontari coinvolti nel contest – ha sottolineato il presidente dell’Associazione italiana editori (Aie), Ricardo Franco Levi -. Le dieci iniziative selezionate si sono distinte tra le tante altre meritevoli, ognuna per la propria particolarità: la capacità di associare all’amore per i libri l’amore per il proprio territorio, la creazione di situazioni fortemente radicate al contesto sociale, l’impegno organizzativo. Spiccano anche la capacità di coinvolgere la comunità e di fare “rete” per raggiungere un obiettivo comune, l’abilità nel diventare “massa critica”, attivandosi in nome della propria voglia di leggere e di farlo in una scuola migliore».

Di seguito le 10 scuole assegnatarie del premio: nel link, è possibile visualizzare foto e video realizzati dalle scuole protagoniste sui vari social utilizzati (da Youtube a Facebook).

· #IOLEGGOPERCHÉ… AMO VIAGGIARE. E OGNI LIBRO È UN VIAGGIO!
SCUOLA dell’infanzia Ic L. Porzio Positano e Praiano, Positano (SA)
LIBRERIA: Mondadori Bookstore, Piano di Sorrento (Sa).
A Positano manca una libreria, ma le maestre non si sono perse d’animo, ne hanno portata una in piazza per un giorno, invitando amici e parenti a donare libri per le biblioteche scolastiche e a viaggiare con i bimbi sulle ali della fantasia, attraverso le storie di Ulisse, Pinocchio e Alice.
Link: https://bit.ly/2ryhAj2

· UNA NOTTE IN LIBRERIA
SCUOLA dell’infanzia paritaria “Anto Zilli”, Fontanafredda (Pn)
LIBRERIA: Gattorosso, Fontanafredda (Pn)
La fiaba della buonanotte è la prima tra le forme di narrazione che i bambini si sentono raccontare. Ogni bambino di questa scuola ha portato in libreria un sacco a pelo, il pigiama e la fiaba della buona notte preferita, per poi addormentarsi tra i libri e gli scaffali di un “campeggio” davvero speciale.
Link: http://bit.ly/notteinlibreria

· CHI LEGGE UN LIBRO TROVA UN TESORO
SCUOLA dell’infanzia ‘A’ “Don Milani”, Mazara del Vallo (Tp)
LIBRERIA: Lettera22, Mazara del Vallo (Tp)
La città di Mazara è stata invasa dai bambini festanti con ben tre iniziative: un gioco dell’oca allestito nella piazza principale, un flash-mob che ha coinvolto i passanti e una caccia al tesoro con indizi nascosti nei bar e negozi del centro storico della città.
Link: http://bit.ly/chileggetrovauntesoro

· PAROLE IN CANTIERE
SCUOLA: primaria “Medaglie d’oro”, Salerno
LIBRERIA: Saremo liberi. Libroteca di Salerno
Un corteo di lettere e parole giganti ha guidato il pubblico fino al parco, per partecipare a veri e propri eventi narrativi, che attraverso laboratori creativi hanno raccontato le storie lette da autori e personaggi delle favole.
Link: http://bit.ly/paroleincantiere

· L’ALBERO DEI LIBRI
SCUOLA: primaria “Federico Di Donato”, Roma
LIBRERIA: The little reader, Roma
Ogni bambino ha portato nel cortile della scuola il suo libro preferito, ne ha letto un assaggio ai compagni e ha scritto su un bigliettino una frase o un’emozione provata durante la lettura. Tutti i biglietti sono stati appesi agli Alberi dei libri nel cortile e portati in giro per la città e nelle librerie, dove i bambini hanno ascoltato le storie che i librai hanno scelto per loro.
Link: http://bit.ly/alberodeilibri

· PERSONAGGI IN CERCA DI UN LETTORE, MOSTRA DI QUADRI VIVENTI
SCUOLA primaria Mattei – Aggr. Sms Calvino, Milano
LIBRERIA: LaFeltrinelli libri e musica di Corso Buenos Aires, Milano
Ogni bambino ha scelto il proprio personaggio preferito e lo ha impersonato in un quadro vivente. Cipì, Il Piccolo Principe, La Sirenetta, Martina, Lavinia, Alice e il Bianconiglio e tanti altri personaggi hanno sfilato in corso Buenos Aires a Milano fino alla libreria gemellata, dove hanno raccontato la loro storia e il motivo per cui vale la pena comprare e leggere quel libro.
Link : http://bit.ly/quadriviventi

· LA VENDEMMIA DEL LIBRO
SCUOLA primaria e secondaria di primo grado “A. da Morrona” Ic Sandro Pertini, Terricciola (Pi)
LIBRERIE: cartolibreria Scripta manent e cartolibreria Elsa, Terricciola (Pi)
Bambini e ragazzi hanno scoperto e vissuto il piacere della vendemmia e la condivisione del frutto del proprio lavoro. Ma questa volta al posto dell’uva, nelle viti sono maturate pagine e copertine di libri! La tradizione della trasformazione da uva in vino ha portato così alla scoperta della trasformazione da fogli a libri.
Link: http://bit.ly/vendemmiadellibro

· CHI TROVA UN LIBRO… TROVA UN TESORO / READATHON – MARATONA DI LETTURA #IOLEGGOPERCHÉ
SCUOLA: secondarie di primo grado Margherita e Papanice, Crotone (Kr)
LIBRERIA: Cerrelli, Crotone
Una maratona di lettura, partita dalla libreria e proseguita nei negozi del centro cittadino e poi una caccia al tesoro, una passeggiata culturale alla scoperta dei tesori del centro storico. Da cento a mille libri in tre anni nella biblioteca scolastica!
LINK: http://bit.ly/chitrovaunlibro

· VIAGGIO IN METRO CON ELISA
SCUOLA: secondaria di primo grado Sms Borghesiana-Pantano, Roma
LIBRERIA: Mondadori bookstore, via Casilina 82b, Roma
I ragazzi dell’Ic “Elisa Scala”, i docenti e i volontari della biblioteca di Elisa hanno viaggiato sulla metropolitana di Roma leggendo storie nelle stazioni e sui vagoni dei treni, sensibilizzando i viaggiatori al tema della lettura, come proposta alternativa all’uso dello smartphone.
LINK: http://bit.ly/viaggioinmetro

· E TU, DI CHE LIBRO SEI? (HOW I MET MY BOOK)
SCUOLA: secondaria di secondo grado G. Castelnuovo, Firenze
LIBRERIA: Alfani, Firenze
Qual è il modo migliore per appassionare i ragazzi alla lettura? Capire quali sono i loro argomenti preferiti. E ognuno avrà il suo: così gli studenti hanno compilato un elenco di argomenti che piacciono loro per davvero e l’hanno consegnato alla libreria per trovare libri adatti e avvincenti.
Link: http://bit.ly/howImetmybook

A marzo 2019 arriverà alle scuole, sempre tramite le librerie aderenti, anche il contributo degli editori italiani, che hanno donato 100.000 volumi. Saranno così oltre 600.000 i nuovi libri – tra donazioni dei cittadini e degli editori – andati ad arricchire il patrimonio librario delle biblioteche scolastiche italiane nell’arco dei tre anni di storia di #ioleggoperché.

Il monte libri messo a disposizione dagli editori sarà ripartito tra le Scuole di ciascun ordine (infanzia, primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado) in modo che ciascuna scuola iscritta del medesimo grado, che ne abbia fatto richiesta tramite il portale entro il termine previsto, riceva identico numero di copie (non dunque necessariamente lo stesso numero di volumi ricevuti in donazione dal pubblico).

Novità di quest’anno, insieme agli editori, hanno deciso di donare alle scuole copie di alcune loro pubblicazioni altri grandi Enti, tra cui lo Stato maggiore della Difesa, il World food programme e l’Unesco.
L’iniziativa, promossa e coordinata da Aie, è realizzata in collaborazione con il Miur, l’Associazione librai italiani (Ali), il sindacato italiano Librai e cartolibrai (Sil), l’Associazione italiana biblioteche (Aib) e il Centro per il Libro e la lettura, con il patrocinio della Presidenza del consiglio dei ministri e del ministero per i Beni e le attività culturali (Mibac), il supporto di Siae – Società italiana degli autori ed editori e il sostegno della Lega Serie A e Lega B, in sinergia e concomitanza con Libriamoci, Giornate di lettura nelle scuole, l’iniziativa promossa dal Centro per il Libro e la lettura del Mibac e da Miur per incentivare la lettura ad alta voce nelle scuole.

Per saperne di più: www.ioleggoperche.it

Le scelte sbagliate alle superiori boom di rimandati il primo anno

da Il Messaggero

Scatta l’allarme orientamento. 4 studenti su 10 in difficoltà dopo le medie

Niente promozione per 4 ragazzi su 10 del primo anno delle superiori: è proprio quello infatti l’anno terribile, in cui si pagano le scelte sbagliate fatte in terza media nel momento dell’iscrizione. Scatta l’allarme orientamento: anche nella scuola infatti servirebbe avere a disposizione una bussola perché l’orientamento, spesso, non funziona. Basta dare un’occhiata ai dati relativi agli scrutini di giugno scorso per capire che il primo anno è il più difficile in cui la promozione è sempre più complicata da raggiungere visto che ha interessato solo il 65% degli studenti. Tutti gli altri hanno dovuto ripetere l’anno o recuperare uno o più debiti formativi. A giugno scorso infatti, alla conclusione dell’anno scolastico 2017-2018, stato bocciato l’11,2% dei ragazzi che ha frequentato il primo anno delle scuole superiori contro una media, sui 4 anni escluso il quinto in cui c’è la maturità, pari al 7,1%.

LA SCREMATURA

E da evidenziare che la quota dei bocciati va scemando mano a mano che si sale di anno: significa che la scrematura avviene lungo il percorso e va a penalizzare i più piccoli, arrivati a scuola evidentemente senza sapere cosa avrebbero trovato. Nel quarto anno infatti i bocciati sono appena il 4%. Il dato sui bocciati è in linea con quanto accaduto nel 2017. E’ invece peggiorata la situazione dei rimandati, di coloro che a giugno hanno avuto dei debiti formativi e li hanno dovuti recuperare poi entro settembre, per scongiurare la bocciatura che in alcuni casi è stata poi inevitabile. L’esame di riparazione è stato necessario per il 22,9% dei ragazzi del primo anno, quindi quasi uno su 4 ha avuto un debito. Mentre nel 2017 la percentuale era del 21,9%. Cresce quindi in maniera evidente l’esercito dei rimandati, in difficoltà con una o più materie del primo anno. Anche in questo caso si registra un picco al primo anno e poi un calo fino al quarto anno, quando la percentuale di rimandati scende fino al 20,3%. Come mai il primo anno è così difficile? Il passaggio dalla terza media al liceo non è indolore. Alle superiori le materie cambiano da indirizzo ad indirizzo e se la scelta fatta non è quella giusta, le conseguenze sono inevitabili. Tutte a danno del ragazzino che si ritrova a fare i conti con insufficienze e difficoltà magari mai avute. Proprio in questi giorni sono in corso incontri dedicati all’orientamento e open day in tante scuole superiori perché a gennaio, al ritorno dalla pausa natalizia, partiranno le iscrizioni per l’anno scolastico 2019-2020 ed è necessario avere le idee chiare sulla scelta da compiere.

LE SCADENZE

Le famiglie potranno scegliere la scuola superiore dal 7 al 31 gennaio attraverso il sito del ministero dell’istruzione a cui è necessario registrarsi. Per individuare la scuola più adatta al ragazzo è importante innanzitutto scegliere l’indirizzo, ascoltando le preferenze dello studente e i consigli dei docenti delle medie, che conoscono i ragazzi dal punto di vista scolastico avendone valutato le attitudini e le competenze raggiunte negli anni. Poi, una volta individuato l’indirizzo, si passa alla conoscenza della scuola in cui iscriversi. Per entrare nelle scuole si può partecipare agli open day oppure accedere virtualmente alle informazioni della scuola attraverso il portale del ministero, «Scuola in chiaro», che mette a disposizione informazioni dettagliate sugli istituti italiani, dal numero di alunni iscritti alla presenza di palestre. Quest’anno il Miur ha lanciato anche l’app gratuita di Scuola in chiaro, per consultare le informazioni anche attraverso tablet o telefonino, con un QR code disponibile sul sito delle singole scuole. E così sarà possibile snocciolare tutti i dati relativi ai risultati scolastici degli alunni, ai risultati a distanza, alle caratteristiche del personale docente e alle strutture scolastiche.
Lorena Loiacono

Dirigenti scolastici, è reato la mancata azione disciplinare nei confronti dei dipendenti

da Orizzontescuola

di redazione

inviato da UIL scuola Ragusa – La mancata attivazione della sanzione disciplinare da parte del dirigente per fatti illeciti compiuti dai dipendenti può configurarsi come reato.

Il riferimento normativo è rintracciabile nel D.Lgs. n.150 del 2009, noto come ‘decreto Brunetta’ che ha modificato ed integrato il D.Lgs. n.165 del 2001 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche) prevedendo nuovi illeciti disciplinari sanzionabili anche per i dirigenti titolari preposti alle strutture della Pubblica Amministrazione.

In particolare l’art.55-sexies del decreto 165, introdotto dall’art.69 del D.lgs. n.150 del 2009 ha definito la “Responsabilità disciplinare per condotte pregiudizievoli per l’amministrazione e limitazione della responsabilità per l’esercizio dell’azione disciplinare” soffermandosi su uno dei principi basilari della responsabilità e del procedimento: l’obbligatorietà dell’azione disciplinare.

In via generale, l’art.55 del decreto 165, modificato dal D. Lgs. n.75 del 2017 (attuativo della Legge Madia) ha rimarcato che la violazione dolosa o colposa delle disposizioni contenute negli artt. dal 55 fino al 55-octies (che elencano nuove forme di illeciti) costituisce illecito disciplinare in capo ai dipendenti preposti alla loro applicazione. La responsabilità disciplinare del dirigente in caso di omissione dell’azione disciplinare si profila in presenza di dolo o colpa grave.

Il comma 4 dell’articolo 55-sexies, modificato dal D. Lgs. n.75 del 2017 stabilisce che “il mancato esercizio o la decadenza dall’azione disciplinare, dovuti all’omissione o al ritardo, senza giustificato motivo, degli atti del procedimento disciplinare, inclusa la segnalazione di cui all’articolo 55-bis, comma 4, ovvero a valutazioni manifestamente irragionevoli di insussistenza dell’illecito in relazione a condotte aventi oggettiva e palese rilevanza disciplinare, comporta, per i soggetti responsabili, l’applicazione della sospensione dal servizio fino a un massimo di tre mesi, salva la maggiore sanzione del licenziamento prevista nei casi di cui all’articolo 55-quater, comma 1, lettera f-ter), e comma 3-quinquies. Tale condotta, per il personale con qualifica dirigenziale o titolare di funzioni o incarichi dirigenziali, è valutata anche ai fini della responsabilità di cui all’articolo 21 del presente decreto. Ogni amministrazione individua preventivamente il titolare dell’azione disciplinare per le infrazioni di cui al presente comma commesse da soggetti responsabili dell’ufficio di cui all’articolo 55-bis, comma 4”.

In questo senso la riforma Brunetta ha tentato di porre rimedio a quei comportamenti dirigenziali indolenti ed ignavi, anche dolosi, nei confronti di condotte palesemente illegittime e che configurano un’assoluta inadempienza, le quali possono dar luogo quindi ad illeciti di natura amministrativa, determinando anche aggravi per le casse dello Stato. Peraltro il principio dell’obbligatorietà dell’azione disciplinare è parte integrante del Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici di cui al D.P.R. n.62 del 2013 nella parte i cui sancisce all’art.13 comma 8 che il “dirigente intraprende con tempestività le iniziative necessarie ove venga a conoscenza di un illecito, attiva e conclude, se competente, il procedimento disciplinare, ovvero segnala tempestivamente l’illecito all’autorità disciplinare, prestando ove richiesta la propria collaborazione e provvede ad inoltrare tempestiva denuncia all’autorità giudiziaria penale o segnalazione alla corte dei conti per le rispettive competenze. Nel caso in cui riceva segnalazione di un illecito da parte di un dipendente, adotta ogni cautela di legge affinché sia tutelato il segnalante e non sia indebitamente rilevata la sua identità nel procedimento disciplinare, ai sensi dell’articolo 54-bis del decreto legislativo n. 165 del 2001”.

L’esercizio dell’azione disciplinare nei confronti di comportamenti illeciti di cui il dirigente responsabile della struttura venga a conoscenza nello svolgimento delle sue funzioni è quindi obbligatorio e risponde ai principi di buon andamento dell’azione amministrativa; il mancato esercizio qualora si fosse a conoscenza di fatti illeciti potrebbe infatti profilare in capo ai dirigenti comportamenti commissivi, anche reati per truffa aggravata se non debitamente giustificati.

l riguardo, fra le condotte dirigenziali antidoverose ed in contrasto con i principi della Pubblica Amministrazione si cita la Sentenza n.35344 del 2011 della Corte di Cassazione che ha condannato un dirigente per non aver attivato sanzioni nei confronti di alcuni dipendenti che non rispettavano l’orario di lavoro con l’aggravante di favorirli nella commissione del reato: “il dirigente di un ufficio pubblico che non soltanto non impedisce che alcuni dipendenti pongano in essere reiterate violazioni nell’osservanza dell’orario di lavoro, aggirando in modo fraudolento il sistema computerizzato di controllo delle presenze, ma favorisca intenzionalmente tale comportamento creando segni esteriori di un atteggiamento di personale favore nei confronti dei correi, in modo tale da creare intorno ad essi un’aurea di intangibilità, disincentivare gli altri dipendenti dal presentare esposti o segnalazioni al riguardo e così affievolire, in ultima analisi, il c.d. “controllo sociale”. Pertanto tale condotta ha, in sé, valenza agevolatrice nella commissione del reato, anche solo per il sostegno morale e l’incoraggiamento che i dipendenti infedeli ricevono da una simile situazione di favore, senza che occorra quindi accertare, sul piano del rapporto di causalità, se il dirigente dell’ufficio avesse il potere di impedire la consumazione del reato o se avesse a tal fine contemporaneamente assunto iniziative di portata generale (quale l’introduzione del controllo computerizzato delle presenze), iniziative comunque rivelatesi inefficaci”.

Stipendio docenti, Bussetti: stiamo lavorando per aumenti

da Orizzontescuola

di redazione

Il Ministro Bussetti è intervenuto sullo stipendio dei docenti e su quanto previsto in merito in legge di bilancio.

Stipendio: elemento perequativo

Il Ministro, come leggiamo sul Messaggero, ha evidenziato che sono stati stanziati i fondi in legge di bilancio, per mantenere l’elemento perequativo, ossia quelle risorse finanziate sino al 2018 per consentire l’aumento del 3,48%dello stipendio del personale docente.

Stipendio: nuovi aumenti

Bussetti ha dichiarato, inoltre, che sono in programma degli incontri con i sindacati per l’aumento degli stipendi dei docenti.

I test invalsi non spariranno. Bussetti: mai detto di abolirli, ma va cambiato il sistema di valutazione

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Sbaglia grosso chi ha creduto ad un ripensamento del ministero dell’Istruzione sui nuovi sistemi di valutazione standardizzati su cui l’amministrazione ha investito negli ultimi: a farlo intendere è stato il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, durante un suo intervento a Zapping, andato in onda su Rai Radio1 lunedì 17 febbraio.

L’obiettivo è rendere il sistema di valutazione più efficiente

“Non ho mai detto di voler abolire i test Invalsi”, ha detto in modo perentorio il responsabile del Miur.

Bussetti ha continuato il discorso sottolineando che la sua volontà è quella di rendere “il sistema di valutazione” dei nostri studenti più efficiente” di oggi, in modo da “migliorare la qualità e renderla più efficace la valutazione perché si passi da una diagnosi a una cura”.

“Oggi la valutazione, così come è non va bene”

“Invalsi o Anvur, è un discorso generale sulla valutazione per me la valutazione serve per darmi una misura di dove sono per migliorare”, ha detto ancora Bussetti, ricordando che “lo scopo di rivedere il sistema di valutazione è migliorarlo in funzione del successo formativo degli studenti”.

Così “la valutazione a cui io penso serve per migliorare il servizio anche per l’uso che ne farà”. Test soppressi o no?, chiede il conduttore del programma, e il ministro risponde: “E’ tutto da ragionare e definire ma il tema è della valutazione, così come è non va bene i risultati devono comunque essere stabilizzati per una comparazione”;

Il dubbio era sorto dopo che alcune settimane fa il ministro ha prima annunciato che “l’Invalsi, per quest’anno, resta fuori dall’Esame”.

Che fine faranno Invalsi, Indire e Anvur?

Qualche giorno fa, poi, è trapelata la notizia che Invalsi, Indire e Anvur potrebbero avere vita breve.

Il progetto è contenuto nel ddl sulla semplificazione amministrativa con una delega al Governo per l’emanazione di norme finalizzate alla “razionalizzazione, eventualmente anche attraverso fusioni e soppressioni, di enti, agenzie, organismi comunque denominati, ivi compresi quelli preposti alla valutazione di scuola e università, ovvero attraverso trasformazione degli stessi in ufficio dello Stato o di altra amministrazione pubblica, salvo la necessità di preservarne l’autonomia, ovvero ancora liquidazione di quelli non più funzionali all’assolvimento dei compiti e delle funzioni cui sono preposti”.

La puntualizzazione odierna di Bussetti rimette però tutto in discussione. L’obiettivo, al momento, tenendo conto delle notizie sinora a disposizione, è che si vada a voler costruire un nuovo organismo, in grado di gestire al meglio il futuro sistema di valutazione nazionale.

Borse di studio INPS per master di I e II livello: domande dal 19 dicembre

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

L’INPS ha pubblicato un bando di concorso per destinare 1.186 borse di studio per la frequenza di master di I e II livello per dipendenti pubblici iscritti al fondo della gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.

Per poter essere ammesso al concorso, il candidato deve essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • essere dipendente della pubblica amministrazione in servizio e iscritto alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali;
  • aver presentato, presso l’Ateneo prescelto, domanda di iscrizione al Master Executive per cui si intende richiedere la borsa di studio;
  • non aver già ottenuto dall’Istituto, negli anni accademici 2014/15, 2015/16, 2016/17 e 2017/18, borse di studio per Master executive e/o corsi di aggiornamento professionale, convenzionati e finanziati dall’Istituto medesimo.

Le domande potranno essere presentate online sul sito INPS a partire dalle ore 12 del 19 dicembre 2018.

Le scadenze sono quelli previste da ciascun Bando relativo al Master di interesse, pubblicato a cura dei singoli Atenei proponenti.

Legge di bilancio: nei prossimi 3 anni diminuiranno gli organici

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

In queste ore in cui ci si avvia verso la chiusura del testo definitivo della legge di bilancio si discute molto dei posti di tempo pieno che verranno attivati nelle regioni del sud e dell’eventuale potenziamento per la scuola dell’infanzia: si tratta di interventi importanti ma che rappresentano una briciola rispetto all’enorme massa di risorse che serve a far funzionare l’intero sistema di istruzione.

I dati della Tabella 7

E così, mentre si discute sul pur nobile risparmio di 100 milioni di euro per la riduzione delle ore di alternanza scuola lavoro (risparmio nobile per chi condivide la misura, ovviamente), sfugge che nei prossimi tre anni il risparmio più consistente riguarderà le spese di personale.
Basta leggere attentamente la tabella 7, quella che contiene l’elenco analitico di tutte le spese a carico del Miur, per rendersene conto.

Le spese di personale per il funzionamento delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione sono infatti preventivate in 19.088 milioni per il 2019, 18.719 milioni per il 2020 e in 18.147 milioni per il 2021, con una minore spesa complessiva di circa un miliardo di euro:  in pratica il 5% in meno.
Per i docenti di sostegno della scuola del primo ciclo si prevede una spesa di 3.277 milioni nel 2019, 2.891 nel 2020 e 2.307 nel 2022: anche in questo caso si parla di un miliardo in meno che però rispetto alla cifra di partenza corrisponde più o meno al 30%.
E infine parliamo della scuola del secondo ciclo.
Si passa da 10.967 milioni del 2019, a 10.713 milioni del 2020 e a 10.260 nel 2021:  700 milioni di euro in meno pari ad un calo del 7%.

Meno spese di personale = meno organico

Ma, nel concreto, cosa sta ad indicare questa diminuzione delle spese di personale?
Ovviamente è da escludere che si tratti di una diminuzione degli stipendi individuali e quindi la spiegazione è una sola: il Governo ritiene che, nei prossimi anni, gli organici dovranno diminuire.
E il calo, stando ai numeri della tabella, riguarderà non soltanto l’organico di posti comuni ma soprattutto quello del sostegno, anche se per il momento non è ancora del tutto chiaro in che modo si potrà ottenere questo risultato.

Invalsi e Anvur diventeranno ‘uffici dello Stato’?

da Tuttoscuola

Un disegno di legge allo studio del governo, “recante deleghe per le semplificazioni, i riassetti normativi e le codificazioni di settore”, da non confondere con il decreto legge semplificazione pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 dicembre, contiene una disposizione (art. 5, comma 3, punto a) relativa agli enti di valutazione riguardanti la Scuola e l’Università, che prevede quanto segue:

razionalizzazione, eventualmente anche attraverso fusioni o soppressioni, di enti, agenzie, organismi comunque denominati, ivi compresi quelli preposti alla valutazione di scuola e università, ovvero attraverso la trasformazione degli stessi in ufficio dello Stato o di altra amministrazione pubblica, salvo la necessità di preservarne l’autonomia, ovvero ancora liquidazione di quelli non più funzionali all’assolvimento dei compiti e delle funzioni cui sono preposti, ferma restando la salvaguardia del personale in carico ai suddetti soggetti, qualora incardinato nel rispetto della disciplina normativa delle assunzioni”.

Le agenzie di valutazione cui si riferisce questo testo, pur senza nominarle, sono l’Invalsi e l’Anvur, che potrebbero dunque anche essere soppresse, o unificate, oppure trasformate in “ufficio dello Stato”, nel qual caso sarebbe peraltro difficile “preservarne l’autonomia”.

Si concluderebbe così, con una sorta di rientro delle funzioni valutative nell’alveo delle competenze ministeriali, la parabola quasi trentennale della valutazione di sistema, la cui autonomia è stata fin dall’inizio (parliamo della prima metà degli anni novanta) oggetto di forti riserve da parte dell’apparato ministeriale, che avrebbe preferito utilizzare il corpo degli ispettori (alcuni dei quali furono mandati all’estero per acquisire informazioni sui sistemi valutativi realizzati) anziché dare fiducia al Cede (Centro Europeo dell’Educazione), giudicato troppo indipendente dal Ministero.

Con la trasformazione del Cede in Invalsi (Berlinguer ministro, Vertecchi presidente) si tentò la conciliazione dell’autonomia tecnico-scientifica dell’Istituto con gli indirizzi politici del Ministro, che aveva nel frattempo molto ridimensionato il potere delle Direzioni generali, in particolare di quella del personale, che aveva tra le sue funzioni la vigilanza sugli enti nazionali di servizio come l’Invalsi.

Negli anni successivi (Moratti ministro, Giacomo Elias presidente) l’Invalsi sperimentò faticosamente, con una certa autonomia dal Miur, alcuni strumenti di base per la valutazione di sistema che furono implementati negli anni successivi, quando per impulso dei ministri dell’economia la guida dell’Istituto fu affidata a due dirigenti di provenienza Bankitalia, Piero Cipollone e Paolo Sestito (2007-2013), che si mossero avendo come riferimento principale il quadro internazionale della ricerca valutativa di ispirazione Ocse, in sostanziale indipendenza dal Ministero.

All’inizio del 2014, ministro Carrozza, l’avvento alla presidenza dell’Invalsi di Annamaria Ajello segnò un maggiore coordinamento delle funzioni svolte dall’Istituto con quelle di competenza della Direzione generale per gli Ordinamenti scolastici e la Valutazione. Ma l’autonomia dell’Istituto non è stata mai messa in discussione fino all’avvento dell’attuale governo e ministro, che in materia di scuola e università sembrano invece orientati a rafforzare il ruolo dell’Amministrazione centrale. Fino a prevedere l’incorporazione dell’Ente nell’apparato ministeriale.

La questione peraltro non è contemplata nel contratto di governo, e a spingere per ridimensionare gli enti di valutazione sembra essere più il M5S (che nel programma elettorale aveva previsto la “revisione del sistema nazionale di valutazione “) della Lega, stando almeno a quanto dichiarato dal deputato pentastellato Luigi Gallo, presidente della commissione Cultura della Camera: “L’Invalsi è invasivo“, e “sulla valutazione stanno tornando indietro anche negli Stati Uniti“.

Addio (vera) autonomia? (con tutto quello che ne consegue).

A breve la legge delega per l’educazione motoria nella scuola primaria

da Tuttoscuola

Nei prossimi giorni, probabilmente prima di Natale, la Camera dei deputati dovrebbe approvare in prima lettura la proposta di leggeDelega al Governo in materia di insegnamento curricolare dell’educazione motoria nella scuola primaria”.

La proposta, presentata inizialmente (c. 523) da parlamentari di Forza Italia come nucleo di base (primo firmatario Marco Marin, ex schermidore olimpionico), ha aggregato diverse altre proposte, diventando un testo unitario condiviso da diversi gruppi parlamentari e destinato ad una veloce approvazione.

Trattandosi di una legge delega, fissa alcuni criteri di massima a cui il Governo dovrà attenersi nella predisposizione di un apposito decreto legislativo che dovrà essere predisposto entro un anno dall’entrata in vigore della legge e varato entro i successivi due mesi.

Proprio in questi giorni al Congresso della Società italiana di cardiologia (Sic) è stato reso noto che l’inattività fisica è uno dei fattori di rischio coronarico più rilevanti: si stima, infatti, che proprio ad essa siano imputabili il 5% delle malattie cardiache, il 7% del diabete di tipo 2, il 9% dei tumori al seno e il 10% dei tumori del colon, mentre il movimento è il caposaldo del benessere cardiovascolare.

Questi gli elementi più significativi della legge-delega: la natura dell’attività, la durata oraria di svolgimento, lo stato giuridico degli insegnanti specialisti e il budget iniziale annuo a disposizione.

Si tratta di un insegnamento curricolare, cioè da inserire a tutti gli effetti nelle attività obbligatorie della scuola primaria, fermo restando, a quanto si deduce dalla lettura del testo, l’attuale orario previsto nelle classi.

Per ogni classe l’insegnamento di educazione motoria sarà di ‘almeno due ore settimanali’, affidato ad un docente specialista di cui la legge  fissa i requisiti.

Attualmente questo insegnamento non prevede una quantificazione oraria e viene svolto da un insegnante generalista. Lo stato giuridico di questi specialisti sarà lo stesso (per orario di servizio e retribuzione) degli altri docenti della scuola primaria.

La legge prevede la dotazione iniziale di 10 milioni di euro annui a decorrere dal 2019, ottenuta dalla corrispondente riduzione di capitoli di spesa del Miur. Praticamente parte a costo quasi zero, poi si vedrà.