Un nuovo sito, percorsi tattili e logo per il Colosseo

Agenzia Dire del 19-12-2018

Un nuovo sito, percorsi tattili e logo per il Colosseo: cosi’ il parco diventa per tutti 

Forte di un nuovo record di visitatori, 7,4 milioni nel 2018, il Parco archeologico punta ad ampliare ancora di più il suo pubblico. 

ROMA. Il Parco per tutti. È questo il leitmotiv che guida la nuova campagna di comunicazione del Parco archeologico del Colosseo, tra sito web completamente rinnovato, presenza sui social, nuovo logo pronto per essere impresso sui futuri gadget e anche un percorso tattile pensato per gli ipovedenti, ma utile a tutti. Forte di un nuovo record di visitatori, 7,4 milioni nel 2018, il Parco archeologico punta ad ampliare ancora di più il suo pubblico, rivolgendosi non solo ai grandi flussi di turisti stranieri che accoglie ogni anno, ma puntando anche a fasce diverse, tra cui i giovani, i romani e i viaggiatori più attenti, quelli che oltre al monumento blockbuster cercano le bellezze più sofisticate.
“Il Colosseo resta una icona internazionale- ha detto il direttore del Parco, Alfonsina Russo– ma all’interno dei 77 ettari che compongono l’area centrale ci sono anche il Foro romano, il Palatino e la Domus aurea. L’accessibilità è per noi una priorità, il nostro obiettivo è attuare un modello inclusivo di offerta attento alle esigenze di tutti”. Altra “sfida” del 2019 è per Russo quella di “attrarre i romani e i residenti. Speriamo di mettere a punto la membership card agli inizi del prossimo anno- ha detto- una opportunità che sarà per tutti, ma che è pensata per far tornare i cittadini nel loro monumento simbolo”.

IL SITO PARCOCOLOSSEO.IT.
Si parte dal sito, www.parcocolosseo.it, online da oggi e bilingue, italiano e inglese, a cui in futuro verranno aggiunte anche le traduzioni in spagnolo e cinese. Pensato come una anticipazione della futura visita, il sito accoglie gli internauti con bellissime immagini in movimento dell’area archeologica centrale, mostrata a tutto schermo. Subito sotto, un mosaico fotografico composto dai siti presenti nel Parco, compresi i musei, tra cui quello dedicato al Colosseo che inaugurerà giovedì. Basta cliccare sui diversi riquadri per essere condotti all’interno di ogni singolo monumento e trovare informazioni sulle visite, gli orari, l’acquisto dei biglietti e i servizi, ma anche immagini che mostrano i dettagli artistici. Una sezione aggiuntiva, ‘Mirabilia’, racconta le meraviglie custodite dal Parco. Ecco allora il Criptoportico neroniano, la Casa di Livia, l’Aula Isiaca, la statua di Afrodite e Santa Maria Antiqua. Ogni ‘mirabilia’ ha la sua storia, corredata dalle immagini, che permette un vero e proprio approfondimento dedicato a chi vuole saperne di più. 
“Abbiamo scelto di parlare con le immagini”, hanno spiegato Stefano Borghini e Federica Rinaldi, archeologi del Parco che con Aurora Portesio di Electa hanno curato il nuovo sito che, proprio seguendo l’obiettivo della piena accessibilità, è mobile first, dunque perfetto per essere fruito anche dal cellulare. Ampio spazio, ovviamente, anche alla sezione Mostre ed eventi che raccoglie tutte le proposte del Parco, mentre per quanto riguarda i social, il Parco dallo scorso aprile ha attivato i suoi canali su Twitter, Instagram, Facebook e Youtube.

IL LOGO P.AR.CO. 
Il logos al posto dell’imago. Una piccola rivoluzione per il Parco che con lo studio Sonnoli sceglie di accantonare l’immagine del Colosseo e di puntare sulla parola che include l’Anfiteatro Flavio, ma anche tutti gli altri siti. Ecco allora ‘Parco’, che diventa anche l’acronimo di Parco archeologico del Colosseo e si ispira all’alfabeto latino usando il Garamond, “le cui matrici sono le più antiche giunte sino a noi di un carattere a stampa rinascimentale”, ha raccontato Leonardo Sonnoli. Non poteva mancare, però, un omaggio al simbolo Colosseo, la cui pianta ispira la legatura delle lettere ‘C’ e ‘O’. Anche il livello cromatico si ispira alle presenze naturali, architettoniche e artistiche del Parco. “Dai colori delle piante e degli alberi presenti nell’area alle sfumature del travertino fino alle tonalità decise degli affreschi- così ancora Sonnoli- abbiamo creato un grande codice cromatico che attraversa tutti i prodotti della comunicazione”. Tra questi, per gli amanti dei gadget lo Studio ha pensato anche a tazze, segnalibri, penne e altri oggetti tutti con il nuovo logo.

UN NUOVO PERCORSO TATTILE .
Dal Foro romano al Palatino e il suo museo, passando per l’immancabile Anfiteatro Flavio. Sono in tutto 11, ma destinati ad aumentare, i pannelli tattili in lingua italiana, inglese e braille posizionati all’interno del Parco per facilitare la visita ai ciechi e agli ipovedenti, ma destinati a diventare uno strumento utile per tutti. Il progetto inclusivo, già portato avanti dall’architetto Maria Grazia Filetici, propone anche la riproduzione in 3D dei monumenti per toccare con mano le opere che si visitano. Si parte dal pannello lungo la via Sacra che individua la complessità storica del contesto: dalla Roma delle origini fino al tardo antico, si prosegue alla fine della via Sacra con un altro dispositivo che identifica la piazza del Foro sulla quale si affacciano i centri di potere politico (Curia con il Lapis Niger), di potere commerciale e giuridico (le Basiliche) e la summa del trionfo imperiale (l’arco di Settimio Severo). 
Verso il Palatino, l’ultimo pannello illustra l’architettura della Casa delle Vestali. Da qui il percorso risale il Clivo Palatino e il racconto si snoda dal Tempio della Magna Mater, passando per i Palazzi imperiali (Domus Flavia e Domus Augustana), fino al Rinascimento degli Horti Farnesiani. All’interno del Museo Palatino, poi, quattro pannelli con riproduzioni tattili in 3D raccontano il passaggio dalla Roma di mattoni di età repubblicana alla città di marmo voluta da Augusto. Infine, il pannello con la modellazione del Colosseo trova collocazione al secondo ordine.

di Nicoletta Di Placido 

Conquistato pezzo di dignità

Agenzia ANSA del 19-12-2018

Pancalli: Conquistato pezzo di dignita’ 

ROMA. “Essere qui a ricevere questo tipo di onorificenza assieme al mondo olimpico, per noi del movimento Paralimpico significa esserci conquistati un pezzo di dignità.
Lo dice il presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, alla cerimonia di consegna dei Collari d’oro al merito sportivo in corso alla casa delle armi del Foro Italico. “Oggi questi atleti ricevono un premio per tanti ragazzi che in questo momento stanno in un letto di ospedale – ha aggiunto Pancalli -.
Siamo consapevoli che abbiamo una grande responsabilità pubblica per il Paese, perché dobbiamo dare giornalmente risposte. Oggi i nostri atleti ricevono questo collare anche a nome dei tanti che coltivano una speranza”.

Inclusione alunni sordi

Redattore Sociale del 19-12-2018

Inclusione alunni sordi, ENS difende il protocollo ministeriale per la formazione degli insegnanti 

L’Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi interviene in merito all’accordo tra Miur e Ministero per le Disabilità, inerente la formazione di docenti di sostegno per l’acquisizione delle competenze in LIS. Petrucci: “Con la FAND abbiamo chiesto ufficialmente che sia delineato, a livello nazionale, il profilo dell’Assistente alla Comunicazione”. 

ROMA. “Finalmente, nei dibattiti in corso tra dirigenti scolastici e insegnanti, inizia a comprendersi che l’inclusione deve necessariamente partire e coinvolgere anche gli insegnanti curriculari proprio per evitare la “ghettizzazione” degli studenti disabili, pertanto l’approccio della classe alla disabilità deve essere totalmente diverso da quello che ancora oggi, purtroppo, è seguito in molte scuole, battaglia questa da sempre condotta dalle associazioni dei disabili”. A dirlo è il presidente dell’Ente Nazionale per la protezione e assistenza dei Sordi (ENS), Giuseppe Petrucci, il quale in una nota ha voluto rassicurare tutte le parti coinvolte e chiarire la posizione dell’Ente in merito al protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Istruzione e il Ministero per le Disabilità, attraverso il quale si avvia il primo progetto di formazione rivolto a docenti di sostegno e curricolari per l’acquisizione delle competenze in Lingua dei Segni Italiana necessarie per un approccio fattivo con gli alunni sordi e realizzare una vera inclusione. “Ritengo opportuno ricordare a tutti – spiega Petrucci – che l’insegnante di sostegno non è un insegnante al singolo studente disabile bensì è un insegnante “a sostegno” di tutta la classe pertanto la sua preparazione specifica deve essere tale da poter supportare l’insegnante curricolare all’inclusione scolastica degli studenti disabili col resto della classe. Ma vi è di più. Nell’ambito dello sviluppo di questo pensiero il MIUR, non senza fatica e non senza dure lotte da parte delle associazioni ed in particolare dell’ENS, ha compreso che gli studenti con disabilità sensoriali hanno necessità diverse dagli studenti che hanno altre tipologie di disabilità. Le barriere alla comunicazione sono qualcosa di tangibile proprio nei contesti di gruppo come sono quelli scolastici dove lo studente sordo rischia di essere discriminato ancor prima che inizi la lezione in classe.”

Il presidente dell’ENS prosegue: “Un approccio inclusivo dello studente sordo, dunque, prevede che sin dal suo ingresso gli insegnanti di sostegno, laddove previsti per l’alunno sordo, abbiano anche la capacità di interagire con lui per stabilire una relazione empatica tra il docente e l’alunno affinché possa essere facilitato il rapporto di inclusione scolastica e ne possa beneficiare la didattica a favore dello studente. Questi che sono concetti unanimemente accettati non possono spaventare nessuno degli attori coinvolti nel processo didattico né degli operatori del mondo della sordità, interpreti e assistenti alla comunicazione. Nessuno ha mai pensato che un insegnante di sostegno o curricolare possa acquisire quelle competenze linguistiche che sono proprie degli assistenti alla comunicazione e degli interpreti e nessuno ha pensato che l’insegnante di sostegno possa sostituire, neanche in futuro, queste figure Il motivo è molto semplice: innanzitutto gli insegnanti di sostegno non sono automaticamente assegnati allo studente disabile e, quindi, neanche allo studente sordo”.

“La disabilità e l’inclusione scolastica sono temi complessi che non possono essere trattati per compartimenti stagni, questo è un lusso, forse un pretesto, che può utilizzare chi intendere tutelare posizioni di vantaggio di qualcuno ma certo non è un argomento che può essere utilizzato da chi, come l’ENS, deve tutelare e tutela la vita delle persone sorde nella loro complessità e in tutte le sfaccettature. Queste argomentazioni le abbiamo ben rappresentate ai Ministri e, pur accogliendo positivamente l’iniziativa, ci siamo sempre riservati, come è ovvio, di vedere come si concretizzerà. Desidero anche fare un’ulteriore precisazione, perché purtroppo sui social si fa presto a creare caos e di questo caos non beneficia nessuno e a rimetterci sono solo le persone sorde. L’Ente Nazionale Sordi anche con la FAND ha chiesto ufficialmente che sia delineato, a livello nazionale, il profilo dell’Assistente alla Comunicazione al fine di avere un’omogenea preparazione di queste figure su tutto il territorio nazionale garantendo una professionalità di base comune a tutti gli studenti sordi che beneficiano del lavoro di queste figure, preservando al contempo coloro che svolgono questo lavoro da tempo, l’ENS non lascia nessuno indietro”.

“Devo constatare – conclude Petrucci – che il livore di qualche individuo contro questa iniziativa sarebbe stato meglio indirizzarlo a chi, con altrettanto deprecabile livore, nega pubblicamente e in ogni sede l’esistenza stessa della Lingua dei Segni e della sua natura linguistica. Infine non sfugge che alcuni studenti sordi preferiscono altri strumenti ed altre metodologie per vivere la sordità e per garantirsi l’inclusione sociale e scolastica: mi sento di rassicurare anche loro perché siamo da sempre per il diritto di Libertà di Scelta della comunicazione delle persone sorde e nell’ambito scolastico sono riservate altre risorse per l’attuazione anche di queste diverse possibilità comunicative”.

Bozza primo Codice Unico per la disabilita’

Disabili.com del 19-12-2018

Ok alla bozza di testo del primo Codice Unico per la disabilita’ 

Il Ministro Lorenzo Fontana ha annunciato l’ok da parte del Consiglio dei Ministri a una prima bozza di legge delega per il primo Codice Unico per le persone con disabilità.

ROMA. L’annunciato Codice unico per le persone con disabilità si farà. E’ stata infatti approvata ieri dal Consiglio dei Ministri, nel più ampio disegno di legge del decreto Semplificazioni, una bozza di testo che prevederà, secondo una nota emanata dal Ministro Lorenzo Fontana, “semplificazioni, riassetti normativi e codificazioni di settore”. 

Il Ministro aggiunge inoltre che sarà “un provvedimento che mira ad armonizzare, organizzare e riformare l’intera disciplina in materia, assicurando finalmente alle persone con disabilità tutele effettive e concrete che troppo spesso in questi anni sono mancate”.
“Questo Codice – conclude Fontana – non sarà solo un testo ricognitivo, ma sancirà un nuovo approccio al mondo della disabilità, che terrà conto di tutte le esigenze – affettive, relazionali, formative, materiali – delle persone con disabilità, per la prima volta considerate non solo come singoli ma anche in relazione al proprio contesto di vita, in primis la famiglia”.

Tiepida per ora la reazione delle associazioni del mondo disabilità: la FISH, per voce del suo presidente, Vincenzo Falabella, dichiara a ilfattoquotidiano: “Pur apprezzando le prospettive che rilancino i diritti umani dei disabili, ci permettiamo di ricordare che la relativa Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità è già stata ratificata nel 2009 dal nostro paese e rappresenta già il caposaldo e il riferimento per qualsiasi politica e produzione normativa che con quella devono essere congruenti. La stessa Convenzione prevede anche il coinvolgimento diretto delle organizzazioni dei disabili nelle decisioni e nelle politiche che le riguardano”.

LETTERA DI NATALE

LETTERA DI NATALE A CONTE: LA DIGNITÀ PROFESSIONALE NON È UN REGALO 

Recuperare lo scatto di anzianità del 2013, scippato ai docenti “in virtù di sacrifici evidentemente non richiesti ad altri”; maggiori risorse da destinare agli incrementi stipendiali nel prossimo rinnovo contrattuale; abrogazione della famigerata legge 107/2015 ed estromissione di genitori e alunni dal comitato di valutazione. Sono questi i “doni” che la Gilda degli Insegnanti chiede nella “letterina di Natale” indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
“L’anno volge al termine – si legge nella missiva inviata al capo del Governo – ed è tempo di buoni propositi. Appare stridente in questo contesto leggere, nelle bozze della legge di Bilancio, la totale assenza di risorse per il rinnovo del contratto degli insegnanti”. Il sindacato guidato da Rino Di Meglio, dunque, lancia un appello affinché i risparmi realizzati grazie “alle lodevoli iniziative di taglio agli sprechi, alle prebende della classe politica e alle ‘pensioni d’oro’ vengano redistribuiti in modo più equo.“È stato infatti calcolato che, in virtù delle riforme fiscali operate dal 1983 al 2007, – spiega la Gilda – i circa 10.000 italiani, il cui reddito nel 2016 è stato maggiore di 600.000 euro, hanno ricevuto ‘regali fiscali’ medi di 100.000 euro ciascuno, per un totale di un miliardo di euro. Con quei soldi, si sarebbe potuto restituire ai docenti lo scatto di anzianità del 2013”.
“Anche le promesse di abrogazione della legge 107 si stanno realizzando con incomprensibile lentezza. Perfino quelle a costo zero, come l’abolizione della miserabile mancia elargita dal dirigente ai docenti” – incalza la Gilda riferendosi al bonus merito. 
Al Governo la Gilda chiede infine di restituire dignità professionale agli insegnanti, “accompagnando fuori quei poveri smarriti studenti e genitori chiamati da una legge irragionevole e assurda a far parte di quello che dovrebbe essere un organo collegiale ad altissima responsabilità: il comitato di valutazione dei docenti”.

Eurydice: La carriera degli insegnanti in Europa

L’Unità Eurydice Italia pubblica la traduzione italiana del rapporto Eurydice La carriera degli insegnanti in Europa: accesso, progressione e sostegno. La pubblicazione è accolta nel nuovo numero della collana “I Quaderni di Eurydice Italia” ed è dedicata alla professionalità docente in Europa.

L’insegnamento oggi comprende lo sviluppo permanente della carriera, l’adattarsi a nuove sfide, la collaborazione con i colleghi, l’utilizzo di nuove tecnologie e l’essere innovativi. Per fare ciò è necessario riconoscere che l’ambiente di insegnamento e apprendimento cambia costantemente e gli insegnanti hanno bisogno delle riforme politiche e del sostegno necessari per essere in grado di rispondere efficacemente alle nuove richieste.

Il quaderno prende in esame, in particolare, le principali sfide dei paesi europei nella domanda e offerta di docenti e i modi con cui i sistemi educativi le affrontano attraverso politiche di pianificazione preventiva. La ricerca presenta anche i requisiti per diventare insegnante, le condizioni di reclutamento e di lavoro, nonché lo sviluppo e il sostegno professionale.

Per quanto riguarda l’offerta e la domanda di insegnanti, in Italia il principale problema è legato all’invecchiamento dei docenti. Gli ultimi dati Eurostat mostrano che il 57% degli insegnanti delle scuole primarie e secondarie in Italia ha più di 50 anni, a fronte di una media europea del 36%. Gli insegnanti dell’UE di oltre 60 anni si attestano al 9% mentre in Italia si osserva ancora una volta la percentuale più alta, ossia il 18%.

Nello studio vengono esplorate anche le opportunità di sviluppo di carriera degli insegnanti, sia in termini di progressione gerarchica che di diversificazione dei compiti. Un aspetto che tuttavia in Italia non è contemplato, in quanto nel nostro paese non esiste, al momento, nessuna prospettiva di sviluppo di carriera nell’ambito della professione docente.

Il rapporto analizza, infine, anche l’ambito della valutazione in servizio dei docenti. Questo aspetto è ampiamente diffuso in Europa, il più delle volte con la finalità di fornire un feedback ai docenti sulle loro performance. Nonostante la valutazione degli insegnanti abbia generalmente nei sistemi europei più di una finalità, in Italia questo processo, introdotto con la legge 107/2015 (la cosiddetta “Buona scuola”), ha, nelle intenzioni del legislatore, il solo scopo di identificare i docenti che hanno diritto a ricevere un bonus per la valorizzazione del merito.

Il Quaderno Eurydice è disponibile nella versione online scaricabile dal sito di EurydiceItalia e in copia cartacea. Info: eurydice.indire.it

Reddito in ripresa ma un giovane su quattro non studia né lavora

da Il Sole 24 Ore

di D.Col.

L’anno scorso, con un Pil in crescita dell’1,6% in volumi il reddito disponibile degli italiani è tornato sui livelli del 2010-2011, valori misurati in termini di parità di potere di acquisto dell’1,7% inferiori alla media Ue28 e del 7,8% sotto la media dell’Euro area. Lo rivela il 6° Rapporto Bes-Benessere equo e sostenibile presentato ieri dall’Istat.

La debole ripresa è stata accompagnata da un miglioramento del tasso di occupazione (62,3% nella classe 20-64enni; 72,2% la media europea) che non è bastata a frenare la curva della povertà assoluta, una condizione che è arrivata a toccare il 6,9% delle famiglie (da 6,3% nel 2016) e l’8,4% degli individui (da 7,9%).

Il quadro d’insieme che esce dal Bes 2018 fotografa un miglioramento delle condizioni individuali e collettive misurate «oltre il Pil» e individuate nei 12 indicatori di verifica d’impatto delle politiche. Ma restano le numerosi gli indici di disagio. Uno su tutti riguarda i ragazzi 15-29enni che non studiano e non lavorano, i cosiddetti Neet: erano quasi uno su quattro nel 2017, il 24,1%, stabili rispetto all’anno precedente. Sono invece aumentate le uscite precoci dal sistema scolastico, ed è la prima volta dopo 10 anni di ininterrotta diminuzione. L’anno scorso i 18-24enni con licenza media non inseriti in un percorso di istruzione o formazione erano il 14% (13,8% nel 2016).

Edilizia scolastica, l’Anp denuncia: lo scorso anno 44 crolli, più di uno a settimana

da Il Sole 24 Ore

di Cl. T.

Il cedimento del controsoffitto della scuola Media “Marconi” di Albate (Como), verificatosi il 17 dicembre, ha fatto tornare sulle pagine della cronaca i pericoli ed i rischi “edilizi” per gli studenti e per tutte le persone che frequentano gli edifici scolastici. Durante il crollo, erano in classe 15 ragazzi. La docente è stata sfiorata dai detriti ed è stata portata al pronto soccorso, in stato di shock, per accertamenti medici.

Il comunicato Anp
La dirigente scolastica, è scritto in un comunicato dell’Anp, ha immediatamente sospeso le lezioni ed interdetto il piano in cui è collocata l’aula, in attesa dei sopralluoghi del comune responsabile, per legge, della manutenzione strutturale. «Come Anp, continuiamo a ripetere che il problema della sicurezza nelle scuole è di estrema importanza. Riguarda quasi otto milioni di studenti, per lo più minori, e circa un milione di lavoratori», ribadisce Antonello Giannelli, Presidente dell’Anp -. Non possiamo restare in attesa di una tragedia annunciata. Ieri la collega è stata “solo” sfiorata dai calcinacci, ma il rischio è continuo».

I numeri
Lo scorso anno scolastico in Italia si sono verificati 44 crolli, più di uno a settimana; solo una scuola su quattro ha una manutenzione adeguata e solo il 3% degli edifici scolastici è in ottimo stato. «Risolvere tale situazione, e tutelare l’incolumità dei milioni di persone che frequentano quotidianamente le scuole, è per i dirigenti scolastici prioritario e deve esserlo anche per l’Esecutivo», conclude Giannelli: «Abbiamo richiesto in tutte le sedi il controllo sistematico delle controsoffittature, misura economica ed idonea a prevenire la quasi totalità degli incidenti, ma si continua a leggere di ricoveri al pronto soccorso e di scuole evacuate».

Ok della Camera alla delega per introdurre educazione motoria a scuola

da Il Sole 24 Ore

Sì pressoché unanime dell’aula della Camera alla delega al governo per introdurre l’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria, come già avviene per scuola secondaria di primo e di secondo grado.

I voti a favore sono stati 493, nessun contrario, gli astenuti sono stati due. Il testo va al Senato. Vengono, in particolare, previste due ore di lezione alla settimana, che andranno impartite da docenti laureati in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive ed adattative o in Scienze e tecniche dello sport o in possesso di titoli di studio
equiparati.

Istruzione, lavoro e ricchezza? Si ereditano dalla famiglia

da Italiaoggi

Bankitalia: la scuola non è più ascensore sociale

Emanuela Micucci

Istruzione, reddito da lavoro e ricchezza continuano a ereditarsi da genitori ai figli, con una tendenza tornata in aumento negli ultimi anni e che portano il nostro l’Italia fra i Paesi con meno mobilità fra generazioni. A sottolineare che l’ascensore sociale si è rotto è uno studio della Banca d’Italia sulla persistenza tra generazioni in Italia (www.banacaditalia.it/pubblicazioni). Le condizioni di partenza restano così decisive e largamente preponderanti per lo status, soprattutto se si considerano poi anche tutti gli altri fattori ambientali, come quartieri di provenienza, scuole frequentate, amicizie familiari. «La mobilità intergenerazionale costituisce un elemento cruciale in termini di uguaglianza», osserva lo studio. Ed evita forme di «tensioni nella popolazione svantaggiata». «Uno dei canali di trasmissioni delle condizioni di benessere dai genitori ai figli è l’istruzione», osserva l’istituto di palazzo Koch.

Sul banco degli imputati anche alcuni elementi che caratterizzano la struttura del sistema scolastico italiano che «contribuiscono al mantenimento delle diseguaglianze nei punti di partenza»: il giudizio all’uscita dalla scuola dell’obbligo è crescente con il livello di scolarità dei genitori, gli studenti si autoselezionano nei diversi indirizzi delle scuola superiore o nell’abbandono scolastico sulla base dei risultati precedentemente conseguiti e della professione e del titolo di studio dei propri genitori. In particolare, lo studio rivela che «la trasmissione intergenerazionale dei livelli di istruzione mostra un andamento calante per le generazioni nate fino alla metà degli anni Settanta, e un andamento crescente nelle generazioni successive».

I coefficienti di correlazione tra gli anni di studio dei padri e dei figli passano da valori prossimi a 0,55 per i nati prima degli anni Trenta a valori di circa 0,45 per i nati a partire dalla meta degli anni Cinquanta e fino agli anni Settanta. Per le generazioni successive si osserva un’inversione di tendenza. Il rendimento dell’istruzione ha un andamento oscillante negli anni, intorno al 6%. Gli anni di studio, invece, «sono sempre meno rilevanti nello spiegare la variabilità dei redditi da lavoro». Un risultato che si riscontra in particolare per gli anni dal 2000 al 2016. L’analisi ha, quindi, evidenziato un ruolo calante del fattore istruzione.

Decisamente crescente è invece il contributo dei fattori familiari diversi dall’istruzione. Come per l’istruzione e il reddito, «si riscontra una tendenza all’aumento della ereditarietà delle condizioni economiche in termini di ricchezza». Esaminando quanta parte della variabilità degli anni di istruzione di una persona è spiegata dalle sue condizioni di partenza, ovvero famiglia di origine e alcuni fattori (come il luogo di nascita e il sesso) che non sono sotto il suo diretto controllo, si riscontra un trend decrescente fino al 2006 (da 0,26 a circa 0,20), dal 2008 in poi nuovamente crescente, attestandosi nel 2016 su livelli analoghi a quelli del 1993.

Segreterie, oneri da rivedere

da ItaliaOggi

Il ddl deleghe prevede che non si debbano più occupare di ricostruzioni e cessazioni di servizio

Nicola Mondelli – Alessandra Ricciardi

Il decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 – Testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado – potrebbe avere i mesi contati, al massimo ventiquattro. Il disegno di legge recante deleghe per la semplificazione, i riassetti normativi e le codificazioni di settore, approvato dal consiglio dei ministri del 14 dicembre (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi di martedì scorso) e che nelle prossime settimane sarà esaminato dal Parlamento, delega infatti il Governo ad adottare decreti legislativi anche in materia di istruzione, università, alta formazione artistica musicale e coreutica e di ricerca. Tra le deleghe previste, il trasferimento ad altro soggetto degli oneri ad oggi ricadenti sulle segreterie scolastiche per le ricostruzioni e cessazioni di carriera.

Nella stesura dei relativi decreti delegati, il Governo dovrà attenersi ad alcuni principi e criteri direttivi quale, ad esempio, quello di prevedere l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di rendere facilmente conoscibili e accessibili le informazioni, i dati da fornire e la relativa modulistica, anche adeguando, aggiornando e semplificando il linguaggio

In materia di istruzione si prevede «la fusione o la soppressione di enti, agenzie, organismi comunque denominati, ivi compresi quelli preposti alla valutazione di scuola e università». Se i rumors ministeriali parlano di possibile accorpamento di Invalsi e Anvur, o di un loro trasferimento presso una direzione del ministero, il ministro dell’istruzione, Marco Bussetti, è intervenuto per chiarire che la valutazione del sistema scolastico o universitario «è importante al fine di migliorarne l’impatto sull’apprendimento dei ragazzi». Un’affermazione che se da un lato nega la volontà di soluzioni draconiane, dall’altro mette all’indice il ruolo in stile anglosassone degli enti nel sistema di valutazione nazionale, con l’ingresso dei test nella pagella degli studenti. Un’apposita commissione di 60 esperti è già stata insediata per definire la nuova mission.

Il ministero dell’istruzione dovrà rimettere mano anche agli organi collegiali, evitando duplicazioni di funzioni e chiarendo il ruolo e le responsabilità dei dirigenti. E ricollocare funzioni e compiti amministrativi «in tema di cessazioni dal servizio, progressioni e ricostruzioni di carriera, trattamento di fine rapporto del personale della scuola, nonché di ulteriori compiti e funzioni non strettamente connessi alla gestione della singola istituzione scolastica». Non sarà semplice sbrogliare l’intricata matassa frutto di decisioni spesso incoerenti o assunte per motivi di ipotetici risparmi o di natura meramente politica.

Le norme in tema attualmente in vigore non soddisfano né i docenti e Ata né il personale addetto alle segreterie delle scuole sui quali continuano invece a pesare compiti e funzioni che, sulla falsariga di quelli svolti a suo tempo dall’Inpdap, dovrebbero invece essere affidati completamente all’Istituto nazionale di previdenza sociale anche se in stretta collaborazione con le segreterie delle scuole riorganizzate e ridefinite negli organici e nelle precise competenze.

Educazione motoria alla primaria per due ore a settimana con maestro specializzato, coro di sì alla Camera

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Un plebiscito: è quello ottenuto nell’Aula della Camera dai proponenti del testo unificato di cinque proposte di legge che introduce l’educazione motoria nella scuola primaria. Il 18 dicembre sulla ddl con delega al governo c’è stato, infatti, il voto unanime della Camera, con 493 sì, nessun contrario e appena due astenuti. Il testo dovrà ora essere confermato in Senato.

Maestri con status equiparato

A differenza di quanto indicato inizialmente, le attività di motoria non si dovrebbero svolgere in orario extracurricolare.

Gli insegnanti, abilitati e laureati in Scienze e tecniche delle attività motorie oppure in Scienze e tecniche dello sport, dovrebbero avere affidate due ore obbligatorie di insegnamento e avere riconosciuto uno status professionale equivalente agli altri maestri (quindi dovrebbero anche svolgere 22 ore d’insegnamento settimanale più due di programmazione).

I primi 5 anni di sperimentazione

Per vedere in pianta stabile il progetto attivato, all’interno delle 130 mila classi italiane di scuola primaria, passeranno cinque anni; nel frattempo si svolgerà una fase transitoria.

Le lezioni saranno svolte da 12 mila nuovi docenti, da selezionare ed assumere con un concorso ad hoc.

Infine, è ovvio che le scuole dovranno dotarsi necessariamente di una palestra: ad oggi, tuttavia, la maggior parte degli istituti di scuola primaria non ne è dotata ed in molti casi la palestra di cui sono dotati non sono a norma oppure necessitano di interventi di manutenzione.

Bussetti: passo importante

Parole di gioia sono state espresse dal ministro dell’Istruzione: “Due ore settimanali di educazione motoria alla scuola primaria. Oggi, con l’approvazione in prima lettura alla Camera del disegno di legge delega, abbiamo segnato un primo, importante passo verso l’introduzione dello sport già nel primo ciclo di istruzione. Un’operazione storica, che ci consentirà di dare vera dignità alla pratica sportiva e di diffondere l’educazione ai corretti stili di vita a partire dai bambini più piccoli”.

Bussetti ha aggiunto come “il Governo sia stato a fianco di tutte le forze parlamentari promotrici, reperendo le risorse finanziarie occorrenti, per favorire il percorso parlamentare. Si tratta di un risultato non scontato trattandosi di una materia più volte affrontata ma mai portata a compimento. Basti pensare che nel testo approvato oggi alla Camera confluiscono cinque diversi testi di legge presentati nel corso degli anni. Tengo a ringraziare le forze di maggioranza, che hanno voluto trovare una sintesi, e quelle di opposizione che non hanno fatto mancare il loro appoggio”.

“Ora la parola passa al Senato, dove mi auguro che i lavori proseguiranno con lo stesso spirito di collaborazione e dove l’impegno sarà volto a migliorare ulteriormente il provvedimento e a potenziare gli interventi già previsti”, ha concluso Bussetti

Concorso infanzia e primaria, ecco le aggregazioni territoriali per la prova orale

da La Tecnica della Scuola

Di Fabrizio De Angelis

E’ stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale del 18 dicembre 2018, 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami», le sedi e le aggregazioni territoriali relative al concorso straordinario infanzia e primaria, con l’individuazione dell’USR responsabile della procedura.

Il bando prevedeva infatti che nel caso in cui in una Regione vi sia un numero esiguo di candidati, si provvederà ad aggregare la procedura in una altra Regione.

Ecco le regioni interessate alle aggregazioni territoriali

Infanzia posto comune: Molise, Basilicata

Infanzia posto di sostegno: Emilia Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Piemonte, Veneto, Abruzzo, Sardegna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria

Scuola primaria posto comune: Molise

Scuola primaria posto sostegno: Molise, Sardegna, Umbria, Friuli-Venezia Giulia,Liguria, Piemonte, Basilicata

L’avviso in Gazzetta Ufficiale: CLICCA QUI

Le domande

Come riportato in precedenza da questa testata, il 12 dicembre si sono chiusi i termini per presentare domanda di partecipazione al concorso straordinario infanzia e primaria.

Complessivamente, sono state presentate 42.708 istanze, con candidati maggiori che si trovano in Lombardia, Lazio e Piemonte, rispettivamente con 8.955, 3.815 e 3.747 iscrizioni.

Quando si svolgeranno le prove del concorso

Sul bando del concorso, all’articolo 7, viene riportato che il diario di svolgimento della prova orale con l’indicazione della sede di destinazione dei candidati distribuiti è comunicato dagli USR responsabili della procedura concorsuale almeno 20 giorni prima della data di svolgimento della prova a mezzo di posta elettronica all’indirizzo indicato nella domanda di partecipazione. Questa comunicazione ha valore di notifica a tutti gli effetti.

Bisogna inoltre ricordare che all’atto del primo insediamento di ciascuna commissione di valutazione, la stessa provvederà all’estrazione della lettera alfabetica dalla quale si partirà per l’espletamento della prova orale. La predetta estrazione avverrà in seduta pubblica.

Le tracce delle prove orali sono predisposte da ciascuna commissione in base al programma e i contenuti dell’Allegato A del Decreto Ministeriale e secondo i criteri generali di cui all’articolo 6.

Ogni candidato estrae la traccia su cui svolgere la prova 24 ore prima dell’orario programmato per la propria prova. Le tracce estratte saranno escluse dai successivi sorteggi.

I candidati devono presentarsi nelle rispettive sedi di esame muniti di documento di riconoscimento valido e della ricevuta di versamento del contributo.

Perde il diritto a sostenere la prova il concorrente che non si presenta nel giorno, luogo e ora stabiliti.

La prova del concorso non potrà avere luogo nei giorni festivi né nei giorni di festività religiose ebraiche, nonché nei giorni di festività religiose valdesi.

La prova orale

Il concorso straordinario, ricordiamo, non è selettivo ed è composto da una prova orale a cui si andrà ad aggiungere la valutazione dei titoli posseduti.

Per quanto riguarda la prova orale, questa avrà una durata massima complessiva di 30 minuti e consiste nella progettazione di un’attività didattica, comprensiva dell’illustrazione delle scelte contenutistiche, didattiche, metodologiche compiute e di esempi di utilizzo pratico delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC).

Posti comuni

La prova orale per i posti comuni, distinta per i posti relativi alla scuola dell’infanzia e primaria, ha per oggetto il programma generale e specifico di cui all’allegato A del decreto ministeriale e valuta la padronanza delle discipline in relazione alle competenze metodologiche e di progettazione didattica e curricolare, anche mediante l’utilizzo delle
tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

La prova orale per la scuola dell’infanzia valuta anche l’abilità di comprensione scritta (lettura) e produzione orale (parlato) in una delle quattro lingue comunitarie tra francese, inglese, spagnolo e tedesco almeno al livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue.

Al fine del conseguimento dell’idoneità all’insegnamento della lingua inglese, la prova orale per la scuola primaria valuta l’abilità di comprensione scritta (lettura) e produzione orale (parlato) in lingua inglese almeno al livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue e la relativa competenza didattica.

La griglia nazionale di valutazione di cui all’art. 9, comma 2 del decreto ministeriale definisce i criteri di valutazione delle suddette abilità linguistiche e della competenza
didattica.

Posti di sostegno

Per quanto riguarda i posti di sostegno, la prova orale verte sul programma generale e specifico di cui all’allegato A del decreto ministeriale, valuta la competenza del candidato nelle attività di sostegno agli allievi con disabilità volte alla definizione di ambienti di apprendimento, alla progettazione didattica e curricolare per garantire l’inclusione e il raggiungimento di obiettivi adeguati alle possibili potenzialità e alle differenti tipologie di disabilità, anche mediante l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

La prova orale per il sostegno presso la scuola dell’infanzia valuta anche l’abilità di comprensione scritta (lettura) e produzione orale (parlato) in una delle quattro lingue
comunitarie tra francese, inglese, spagnolo e tedesco almeno al livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue.

Per quanto riguarda invece la scuola primaria, la prova orale per il sostegno valuta l’abilità di comprensione scritta (lettura) e produzione orale (parlato) in lingua inglese almeno al livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue e la relativa competenza didattica speciale.

La griglia nazionale di valutazione di cui all’art. 9, comma 2 del decreto ministeriale definisce i criteri di valutazione delle suddette abilità linguistiche e della competenza didattica.

Valutazione della prova orale e dei titoli

Per quanto riguarda la valutazione della prova orale e per la valutazione dei titoli, la commissione ha a disposizione un punteggio massimo pari, rispettivamente, a 30 e a 70 punti.

A dettare i criteri della valutazione della prova orale alla commissione sarà la griglia di valutazione, ovvero l‘allegato B del decreto ministeriale.

Invece, ai sensi della tabella all’allegato C del decreto ministeriale, la commissione assegna ai titoli culturali e professionali un punteggio massimo di 70 punti.

I docenti immessi in ruolo saranno sottoposti, per la conferma dell’assunzione, al periodo di formazione e di prova.

Il regolamento e gli allegati A, B e C

Scarica il regolamento del concorso straordinario infanzia e primaria in PDF

Clicca qui per scaricare l’allegato A

Clicca qui per scaricare l’allegato B

Clicca qui per scaricare l’allegato C


IL BANDO
 (clicca qui)

La Tecnica della Scuola propone due corsi on line in modalità e-learning utili per la preparazione al concorso straordinario infanzia e primaria.

Commissioni concorso straordinario infanzia e primaria, candidature entro il 21 dicembre

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

In merito al concorso straordinario per il reclutamento a tempo indeterminato di docenti per la scuola dell’infanzia e primaria ricordiamo che saranno aperte fino al 21 dicembre 2018 le funzioni on-line per la presentazione delle candidature come presidente, componente e membro aggregato del concorso.

Gli aspiranti appartenenti ai ruoli di dirigenti scolastici, dirigenti tecnici e docenti del comparto scuola, anche collocati a riposo, utilizzeranno la procedura informatica POLIS.

Invece, gli aspiranti appartenenti ai ruoli dei professori universitari, anche in quiescenza, utilizzeranno la procedura informatica del consorzio interuniversitario CINECA.

Il Miur precisa che l’istanza potrà essere presentata, unicamente, per la regione di servizio o, per gli aspiranti collocati a riposo, per la regione di residenza.

I requisiti per far parte delle commissioni di valutazione sono indicati negli articoli 11 e seguenti del D.M. 17 ottobre 2018.

All’istanza di partecipazione, nella quale è necessario dichiarare il possesso dei requisiti previsti e la mancanza di condizioni ostative all’incarico, gli aspirantidovranno allegare il curriculum vitae.

Concorso dirigenti scolastici, pubblicati i quesiti della prova scritta del 13 dicembre

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Il 13 dicembre scorso si è svolta la prova scritta suppletiva del concorso per dirigenti scolastici sospesa per i 212 candidati della regione Sardegna che non hanno potuto svolgere la prova il 18 ottobre scorso a causa delle avverse condizioni meteorologiche.

La stessa data è stata utilizzata anche per svolgere nel Lazio una prova scritta suppletiva per i candidati di regioni diverse dalla Sardegna muniti di ordinanze o decreti cautelari con cui è stata disposta la loro ammissione con riserva alla procedura concorsuale.

In merito alla suddetta prova, il Miur ha pubblicato i quesiti che sono stati sottoposti ai candidati.