Il vento contro

Redattore Sociale del 20-12-2018

“Il vento contro” di Cassioli: ho imparato a fidarmi ciecamente

Daniele Cassioli, ragazzo di 32 anni non vedente e campione del mondo di sci nautico paralimpico ha raccontato la sua storia nel libro “‘Il vento contro – Quando guardi oltre tutto è possibile”.

ROMA. Fidarsi ciecamente. Sembra una battuta ma è lo stile di vita di Daniele Cassioli, un ragazzo di 32 anni non vedente e campione del mondo di sci nautico paralimpico, che ha raccontato la sua storia nel libro dal titolo ‘Il vento contro – Quando guardi oltre tutto è possibile’. Una ventata di ottimismo, letteralmente, in cui lo sport assume ancora una volta il ruolo di protagonista. “Lo sport è esperienza e l’esperienza è la base del crescere”, ha spiegato Cassioli durante la presentazione del volume (edito da De Agostini) ospitata nella Sala degli Arazzi di Palazzo Chigi a Roma, alla presenza tra gli altri del sottosegretario con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, del sottosegretario alla Famiglia e alla disabilità, Vincenzo Zoccano, del presidente del Comitato italiano paralimpico, Luca Pancalli, il capo dell’Ufficio per lo Sport della presidenza del Consiglio dei ministri, Michele Sciscioli.

“Oggi per me è una fantastica esperienza: sapere che questo posto così importante è aperto per noi è una grande vittoria- ha aggiunto il 22 volte campione del mondo- e questo libro insieme ai miei successi nello sport sono un po’ per tutti. Spesso il mondo dei disabili è conosciuto per le cose che non si possono fare: oggi invece, aprendo le porte di questa sala, ci avete fatto fare una cosa che gli altri non possono fare e ne sono contentissimo”.

L’appuntamento è nato durante il Festival della Cultura paralimpica che si è svolto lo scorso novembre a Roma. “Siamo consapevoli e convinti che una delle nostre missioni sia cambiare il Paese e Daniele è un autentico testimone di quella che Mattarella ha definito una ‘avanguardia sociale’- ha aggiunto Pancalli- Il vento contro è quello che aiuta un aereo ad alzarsi e quando un atleta come Daniele non solo riesce a compiere gesti sportivi, ma trasmette anche un messaggio di grande forza di volontà e coraggio, gli si debba riconoscenza”.

Il numero uno del Cip ha rivelato di aver trovato nel libro “diversi elementi: la famiglia, lo sport come strumento per prendere consapevolezza di cosa è possibile fare, e l’ausilio umano inteso come guida e assistenza. Alle famiglie dico di non avere paura ma di lasciar provare i loro figli senza il timore di cadere perché ci si rialza”. Un tema che il sottosegretario Zoccano conosce bene, da disabile. “Il vento contro c’è anche a Palazzo Chigi- ha spiegato- io sono il primo esponente del Governo con disabilità visiva e a questo il Palazzo non era abituato. può essere un trauma ma se non lo affrontiamo, non ci sarà mai un cambiamento. Oggi la politica è chiamata a dare risposte concrete a problemi concreti e, come dice il libro, anche il vento contro se preso nel modo giusto può essere funzionale alla vita”.

All’evento hanno partecipato anche i ragazzi del Centro Regionale Sant’Alessio di Roma. Anche per loro è stata realizzata una versione in braille del libro, che Cassioli ha regalato ai due sottosegretari prima di un giro ‘sensorialè nelle stanze e nei corridoi di Palazzo Chigi. “Qui incontro tanta gente che di solito è arrabbiata, anche nel mondo dello sport- ha raccontato Giorgetti- Invece Daniele ha un elemento di positività nel suo sorriso che ho ritrovato proprio come parte del mondo dello sport. Nella mia vita ho avuto un infortunio che mi ha fatto vedere i miei limiti: non potevo muovermi e mi sono dovuto affidare agli altri. La nostra società ha bisogno di ritrovare la fiducia e lo sport è uno dei veicoli che aiutano ma la socializzazione non riguarda solo chi ha disabilità, ma tutti. Io vedo tanta solitudine e invece lo sport fa stare con gli altri con valori che adesso ci stanno diventando estranei”. (DIRE)

DOCENTI CON 36 MESI DI SERVIZIO

PRECARI, GILDA: PROCEDURA AD HOC PER I DOCENTI CON 36 MESI DI SERVIZIO
Le modifiche al percorso FIT proposte dal Miur e introdotte nella legge di Bilancio rischiano di rivelarsi un flop. Per evitare di replicare il fallimento del piano straordinario di assunzioni previsto dalla legge 107/2015, la Gilda degli Insegnanti ritiene che si debba intervenire con una procedura riservata a coloro che hanno almeno tre anni di servizio negli ultimi otto anni e con una proposta innovativa e strutturale in grado di ridurre a livelli fisiologici la percentuale di docenti precari. 
Per chi ha almeno tre anni di servizio negli ultimi otto, la Gilda suggerisce di eliminare la richiesta dei 24 CFU aggiuntivi per tutte le classi di concorso e di istituire un concorso riservato seguito da un anno di formazione sul campo da svolgere in una scuola già dal prossimo anno scolastico con la supervisione di un tutor.
Per una riforma strutturale del reclutamento, inoltre, il sindacato guidato da Rino Di Meglio propone che alle università sia affidato il compito di organizzare ed effettuare regolarmente corsi di specializzazione per l’inclusione aperti anche a chi non possiede un’abilitazione, così da agevolare il conseguimento del titolo di sostegno. Secondo la Gilda, è poi necessario bandire concorsi con cadenza regolare. 
“Le proposte che abbiamo formulato – spiega il coordinatore nazionale, Rino Di Meglio – si fondano su un’attenta analisi di dati di fatto incontrovertibili, primo fra tutti la presenza nella scuola statale di oltre 100mila docenti precari che lavorano regolarmente e l’età media dei docenti di ruolo italiani tra le più elevate nei Paesi occidentali. Bisogna inoltre considerare che nel prossimo quinquennio il numero di pensionamenti previsto si aggira, con stime prudenti, tra i 150 e i 200mila. A ciò va aggiunto che la maggior parte delle cattedre vacanti si trova in regioni del Centro-Nord e che il numero di posti destinati ad alunni bisognosi di sostegno è predominante ed in continua crescita”.
“Utilizzare la legge di Bilancio per apportare delle modifiche al percorso Fit è una procedura inusuale: un argomento così delicato, infatti, avrebbe bisogno di più tempo e spazio per essere discusso e condiviso con le principali associazioni che si occupano del mondo della scuola”.

Tre giovani su quattro vorrebbero l’educazione finanziaria in classe

da Il Sole 24 Ore 

I giovani hanno scarsa conoscenza dei più elementari concetti economici e chiedono una corretta educazione finanziaria, sin dall’età scolastica: quasi 3 su 4 sarebbero ben lieti di saperne di a scuola. A mostrarlo è una ricerca condotta da Skuola.net per Poste Italiane – su 10mila studenti di medie e superiori – nel corso del mese dell’educazione finanziaria 2018, appena conclusosi.

Pessimo, ad esempio, è il rapporto che gli adolescenti hanno con gli strumenti di pagamento più diffusi. Quasi tutti confondono il funzionamento delle carte di credito con quello delle carte di debito e viceversa: per più di 7 ragazzi su 10, infatti, quando si effettua un pagamento con la carta di credito, i soldi vengono prelevati subito dal conto corrente, mentre con la carta di debito il prelievo delle somme viene effettuato dopo un po’ di tempo. Ma è esattamente il contrario e che solo il 28% dà la risposta corretta.

Inevitabile, partendo da queste premesse, che anche le carte prepagate siano un territorio sconosciuto ai più. Sono forse lo strumento di pagamento più usato dai giovani, specialmente se fanno molti acquisti online. In pochi, però, ne conoscono la natura: appena 1 su 4 sa che sono una tipologia a parte di carte. La maggior parte (56%) sostiene che siano carte di credito, il 19% carte di debito.

Una diffusa ignoranza finanziaria che, in gran parte, potrebbe essere il frutto della loro scarsa abitudine al risparmio. Solamente il 23% dei ragazzi intervistati ha un conto
bancario o postale dove mette i suoi soldi: il 40% lo alimenta con parte della paghetta o con i regali dei genitori e dei parenti; nel 32% dei casi ci pensano direttamente i genitori,
mettendoci qualcosa ogni tanto; ma ci sono anche i casi (28%) in cui sia figli che genitori contribuiscono a far crescere il saldo.

Discorso simile per quel che riguarda le formule vere e proprie di “salvadanaio”, come i libretti di risparmio postale: solo il 26% sa di cosa si tratti ma appena il 12% ne ha uno. Tra
questi ultimi, l’81% ce l’ha intestato direttamente a lui mentre il 19% lo ha in comune con i genitori: nel primo caso i soldi accumulati sono il frutto soprattutto dei risparmi dei ragazzi
(45%), nel secondo a versarli sono più di frequente gli adulti (40%).

In molte famiglie, poi, non manca la collaborazione: sia che siano libretti esclusivi o cointestati, in 1 caso su 4 a contribuire sono tutti i componenti. Per quanto riguarda gli altri, il 31% si limita all’uso di una carta prepagata mentre il 46% preferisce maneggiare solo
denaro contante. Iil 7% è convinto che quando si chiede un prestito o un finanziamento in banca si debba restituire solo la somma ricevuta; la stragrande maggioranza (71%) crede che basti aggiungere al capitale solo gli interessi; appena il 15% sa che, nel computo finale, bisogna considerare anche le spese.

E, nonostante sembri una cosa ovvia, in tanti sbagliano a definire il costo del denaro: per il 22% si tratta delle commissioni da pagare quando si prelevano soldi. Le uniche cose su cui gli studenti vanno quasi a colpo sicuro sono quelle di cui si parla frequentemente. Se, ad esempio, gli si chiede cosa sia il Bitcoin il 68% sa che è una moneta virtuale, utilizzata soprattutto su Internet (ma il 16% sostiene che sia la moneta in cui viene convertito l’Euro quando si pagaonline).

Ancora meglio se gli si chiede cosa sia la Banca d’Italia: oltre l’80% dei ragazzi risponde correttamente che si tratta della banca centrale italiana, quella che controlla le altre banche (ma c’è comunque un 19% che pensa sia un normale istituto bancario, del tutto uguale agli altri).

Solamente il 16% dei ragazzi dice che alcune ore della didattica sono dedicate all’educazione finanziaria; il 26% ha svolto qualche rara lezione; ma il 58% non ha mai affrontato l’argomento in classe. La voglia di approfondire questi temi, però, è molto più diffusa e coinvolge tre quarti degli studenti: per il 47% l’educazione finanziaria dovrebbe rientrare nella normale didattica e un altro 28% vorrebbe che la scuola istituisse dei corsi (facoltativi) in materia.

Scuola elementare, primo sì della Camera al ritorno dei prof di ginnastica

da Corriere della sera

Primo sì dell’aula della Camera al disegno di legge delega per la reintroduzione degli insegnanti di ginnastica alle elementari con due ore obbligatorie di educazione motoria. Un provvedimento che ha avuto in questa prima parte del suo percorso parlamentare l’appoggio trasversale. Tanto che così lo sport, e c’era da aspettarselo, ha battuto tutti sul tempo: anche la tanto citata educazione civica che la Lega e il M5S dicono di voler introdurre. Approvato la settimana scorsa in commissione ha ricevuto l’ok anche dell’aula a velocità da record.

I prof di ginnastica

Il disegno di legge prevede che per le cinque classi delle elementari non siano più le maestre o i maestri a insegnare educazione motoria, come previsto negli ultimi dieci anni dalla riforma Gelmini, ma diplomati Isef o insegnanti che abbiano le certificazioni necessarie per poter insegnare sport.

Il disastro delle palestre

L’idea, molto cara al ministro Bussetti che ha proprio iniziato la sua carriera come insegnante di ginnastica, è più ambiziosa del semplice disegno di legge: si vorrebbe addirittura che questi insegnanti fossero impegnati nei pomeriggi per fare lezioni di sport a scuola, impegnando così gli studenti e le palestre. Ecco, peccato che i dati sullo stato delle palestre delle scuole siano molto poco incoraggianti. Secondo i dati di Cittadinanzattiva, che tutti gli anni monitora le scuole, un istituto su tre no n ha la palestra, quasi il 40 per cento ha palestre definite «fatiscenti» e una su quattro ha le finestre rotte. Sono anni che si stanziano fondi o si cercano progetti per migliorare le palestre ma finora non hanno dato i risultati sperati.

12 mila assunzioni

La nuova legge, una volta approvata anche dal Senato, permetterà dunque di poter procedere al bando per i posti da maestro di ginnastica: Bussetti ne vorrebbe 12 mila, già a a partire dall’anno scolastico 2020 – i tempi sono troppo stretti per il prossimo anno scolastico – che potrebbero essere reclutati tra chi in graduatoria ha i requisiti per insegnare educazione fisica e poi con un reclutamento esterno, appunto via concorso.

Concorso presidi, tutti assunti i 2.900 candidati che passeranno l’orale

da Corriere della sera

Addio al corso semestrale di formazione universitaria e tirocinio scolastico che doveva servire a selezionare i migliori 2.425 candidati. Risorse dirottate sul fondo «La Buona Scuola»

«I candidati ammessi al corso conclusivo del corso-concorso bandito nel 2017 per il reclutamento dei dirigenti scolastici, sono dichiarati vincitori e assunti, secondo l’ordine della graduatoria di ammissione al corso, nel limite dei posti annualmente vacanti e disponibili». In queste poche righe dell’articolo 10 del decreto semplificazione si nasconde, secondo l’interpretazione che ne dà il sindacato dei precari Anief, il liberi tutti del concorso presidi bandito nel 2017 dal governo Gentiloni e non ancora concluso. Originariamente il bando per 2.425 prevedeva un percorso in due fasi: il concorso vero e proprio articolato in prova preselettiva, scritto e orale al termine del quale sarebbe stata pubblicata una graduatoria di merito che dava accesso alla fase due, quella di un corso semestrale di formazione e tirocinio (2 mesi in università e 4 nelle scuole). Al corso, di natura selettiva, sarebbero stati ammessi 2.900 aspiranti presidi, il venti per cento in più dei posti a disposizione. Solo i primi 2.425, scelti in base ai risultati ottenuti in un’ulteriore prova scritta e orale, sarebbero poi stati assunti. Con il Decreto Semplificazione invece sembra di capire che i vincitori del concorso verranno assunti subito, senza dover prima sostenere il semestre i formazione e tirocinio previsto dal bando. E che i vincitori saranno pari a 2.900, tanti quanti gli ammessi al corso, anche se a settembre dell’anno prossimo (questo almeno è l’auspicio del governo al netto di eventuali ricorsi alla giustizia amministrativa) verranno assunti in 2.425 come da decreto autorizzatorio.
Il giallo del corso

Che il governo giallo-verde volesse accorciare l’iter del concorso per assicurare in tempi brevi alle scuole i presidi di cui c’è mancanza cronica (l’anno scolastico in corso si è aperto con circa 2.000 scuole date in «reggenza», cioè affidate a presidi in comproprietà con altri istituti), lo aveva annunciato quest’estate lo stesso ministro Marco Bussetti in un’intervista al Corriere. «Acceleriamo il percorso – aveva detto Bussetti -: i dirigenti potranno prendere servizio dopo la prova orale, se lo passeranno, senza dover fare i quattro mesi di corso: siamo pronti a fare una legge da subito». Non è chiaro però a questo punto cosa ne sarà del corso di formazione e tirocinio originariamente previsto dal bando, dal momento che non è più necessario per essere assunti. Quel che è certo è che nel Decreto Semplificazione è scritto che «le risorse stanziate negli anni 2018 e 2019 per il semi-esonero del personale frequentante il corso di formazione previsto dall’articolo 29 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, non piu’ necessarie a tale scopo, confluiscono nel Fondo La Buona Scuola per il miglioramento e la valorizzazione dell’istruzione scolastica, di cui all’articolo 1, comma 202, della legge 13 luglio 2015, n. 107, nella misura di 8,26 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019 per essere destinati alle assunzioni di personale». Dopo aver tagliato il percorso triennale di formazione e tirocinio (Fit) previsto dalla legge sulla Buona Scuola per diventare prof (d’ ora in poi per salire in cattedra basterà la laurea, senza neanche uno straccio di abilitazione) il governo ha deciso di tagliare anche sulla formazione dei presidi. Per portarli in cattedra prima, certo. Con il rischio però di un impoverimento complessivo del sistema, a partire da quelle risorse umane che sono almeno tanto indispensabili quanto quelle strutturali.

Anagrafe nazionale studenti, apertura funzioni dati alunni disabili 2018/19

da Orizzontescuola

di redazione

Il DM n. 162/2016 ha previsto una partizione separata, nell’Anagrafe Nazionale degli Studenti, per la gestione dei dati relativi ai disabili frequentanti le scuole statali: SIDI – Area Alunni, – voce di menu “Gestione Alunni” – sezione “Gestione alunni con disabilità”.

Anagrafe nazionale studenti-partizione disabili: informazioni da trattare

Le informazioni da trattare, tramite le nuove funzioni, sono relative alle certificazioni di disabilità, alle diagnosi funzionali, al profilo dinamico funzionale e al Piano Educativo Individualizzato, necessari per l’assegnazione del personale docente di sostegno.

Anagrafe nazionale studenti: apertura funzioni a.s. 2018/19

Il Miur ha inviato un Avviso e una nota alle scuole per comunicare l’apertura delle funzioni:

Sono disponibili, nell’Anagrafe Nazionali degli Studenti, le funzionalità per l’inserimento dei dati relativi agli studenti con disabilità.

Tempistica

I dati vanno obbligatoriamente inseriti , entro la data di apertura delle funzioni di Organico.

nota

Pensioni quota 100, la liquidazione arriva comunque a 67 anni: il sì di Bruxelles costa caro

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Alla fine i risparmi sulla manovra di bilancio hanno salvato l’Italia dalla procedura d’infrazione che Bruxelles minacciava da tempo. Ma a quale prezzo? È questo il punto.

Conte e Tria tranquillizzano

Secondo il premier Giuseppe Conte non vi sarebbero differenze sostanziali. “Ho dimostrato che si può essere allo stesso tempo responsabili e coraggiosi: abbiamo evitato la procedura d’infrazione, senza rinunciare a reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni. La manovra dà ai cittadini, non toglie. Ma allo stesso tempo mantiene i conti in ordine”, ha detto il presidente del Consiglio al Tg1.

Per poi aggiungere: le due misure “partono a fine marzo: su questo sono stato inflessibile, anche se abbiamo operato dei risparmi”.

Gli fa eco il ministro dell’Economia Giovanni Tria, che durante la registrazione di Porta a Porta, ha rassicurato gli interessati alle misure della manovra su reddito di cittadinanza e pensioni, quindi quota 100, “partiranno il primo di aprile”.

Gli effetti dei ritocchi al ribasso

Molti hanno pensato che anche i pensionamenti avranno effetto da aprile. In realtà, le cose dovrebbero andare un po’ diversamente.

Prima di tutto perché i ritocchi a ribasso della manovra, l’ultimo di un miliardo, hanno riguardato anche il reddito di cittadinanza e quota 100. Con una conseguente spinta su disincentivi, paletti e spostamenti in avanti delle date di avvio del progetto quota 100.

La beffa per docenti, Ata e presidi: via nel 2020

Perché è vero che tra il 2019 e il 2021 chi ha almeno 62 anni di età e 38 di contributi potrà andare in pensione con una finestra trimestrale se lavoratore privato e semestrale se pubblico.

Ma è altrettanto vero che se per i privati la prima finestra si materializzerà il 1° aprile 2019, per i lavoratori pubblici i requisiti vanno ottenuti entro il 31 marzo e la prima uscita si realizzerà solo il 1° ottobre (quindi di sei mesi nel caso si raggiungano i requisiti nel primo trimestre ma di 9 mesi se li si hanno già a fine 2018): una disposizione che taglia fuori docenti, Ata e presidi dalla possibilità di lasciare il prossimo 1° settembre, obbligando chi ha i requisiti di quota 100 ad andare in pensione non prima di settembre 2020.

La new entry: il pagamento ultra-ritardato della liquidazione

C’è poi il divieto di cumulo con l’attività lavorativa fino all’età di vecchiaia, quindi a 67 anni, a meno che non si faccia lavoro autonomo occasionale con compensi inferiori a 5.000 euro annui.

Ma tra i disincentivi a lasciare dell’ultima ora c’è una vera new entry: il pagamento ultra-ritardato della liquidazione. Sempre e solo per i dipendenti dello Stato, il trattamento di fine servizio, infatti, sarà erogato solo all’età di uscita per la vecchiaia con i requisiti normali: quindi a 67 anni di età o i in corrispondenza dei requisiti di anzianità contributiva, quindi attorno a 42-43 anni di contributi versati.

Proroga Ape social ed opzione donna

Tra le altre disposizioni in arrivo, c’è anche il blocco dell’aumento dell’aspettativa per le pensioni anticipate (a 42 anni e 10 mesi, 41 e 10 per le donne), anche se si introduce la finestra trimestrale. Confermata la proroga dell’Ape sociale per un anno (ma nella scuola vale solo per le educatrici dei nidi e i maestri della scuola dell’infanzia) e si mantiene, sempre per un anno, l’opzione donna (con taglio secco dell’assegno pensionistico di circa il 30% per via del conteggio totalmente contributivo).

Sarà previsto, infine, un meccanismo di salvaguardia qualora le uscite dovessero essere più del previsto: la stima è di 315.000 pensionamenti supplementari nel 2019.

PTOF 2019/2022, navigabile on line sul Portale Scuola in chiaro

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

A partire da oggi, 19 dicembre 2018, è disponibile, nella sezione dedicata al Piano Triennale dell’offerta Formativa presente sul Portale Scuola in chiaro, la funzione per navigare on line il PTOF relativo al triennio scolastico 2019/20-2021/22 realizzato e pubblicato dalle scuole tramite la piattaforma predisposta in ambiente SIDI.

Nella stessa sezione sarà anche possibile scaricare il documento, comprensivo di eventuali allegati.

In proposito ricordiamo che, considerata la finalità della piattaforma PTOF di essere uno strumento di supporto per l’autonoma progettualità delle scuole e considerato il carattere ordinatorio della data indicata per la predisposizione del Piano triennale (entro l’avvio delle iscrizioni), la piattaforma resterà sempre aperta, in modo che ciascuna istituzione possa predisporre il PTOF nei tempi che ritiene più funzionali alla propria organizzazione.

Come si pubblica il PTOF su Scuola in chiaro?

Una volta completata l’attività di predisposizione del PTOF, tramite la voce “Gestisci” presente nel menù laterale della pagina Home le scuole accedono alla funzione “Genera PTOF”, attraverso cui producono la versione in pdf del piano che può essere portato in Consiglio di Istituto o Circolo per l’approvazione. Dopo avere inserito gli estremi della delibera di approvazione, si attiva la funzione “Approva e pubblica” che, una volta cliccata, pubblica automaticamente il documento su Scuolainchiaro.

Il docente è un pubblico ufficiale. Ecco la normativa

da La Tecnica della Scuola

Docenti in balia di alunni e genitori violenti. No, nessuna estremizzazione del fenomeno. Insegnanti aggrediti, picchiati, vilipesi, sviliti e umiliati. Il bullismo contro i professori può costituire reato di stalking, percosse, lesioni, violenza privata, minaccia e diffamazione.

Spesso anche i genitori non usano mezzi termini: un voto negativo o una punizione inflitta ai loro figli viene interpretata come un’offesa. Non pensano che quasi sempre sono la normale conseguenza di una preparazione inadeguata o un mezzo di correzione di comportamenti sbagliati.

Pubblico ufficiale

Il professore, nel momento in cui esercita la sua funzione, e cioè quando si trova a scuola, è un pubblico ufficiale a tutti gli effetti.

L’ingiuria, oggi depenalizzata, costituisce ancora reato se rivolta ad un pubblico ufficiale: trattasi di oltraggio a pubblico ufficiale, delitto che può essere commesso dall’alunno che insulti apertamente il docente o che lo denigri in presenza di altre persone.

Cosa prevede il Codice Penale

L’art. 357 del Codice Penale dispone che “agli effetti della legge penale, sono pubblici ufficiali, coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa“.

Agli stessi effetti, come disposto dal secondo comma dell’art. 357 novellato dalla l. n. 86/90 e successivamente modificato dalla l. n. 181/92, “è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi“.

Dalla lettura della norma, pertanto, si evince che la qualifica di pubblico ufficiale va attribuita a tutti quei soggetti che “concorrono a formare la volontà di una pubblica amministrazione; coloro che sono muniti di poteri: decisionali; di certificazione; di attestazione di coazione” (Cass. Pen. n. 148796/81); “di collaborazione anche saltuaria” (Cass. Pen. n. 166013/84).

L’articolo 358 c.p., a propria volta, dispone che “sono incaricati di pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio. Per pubblico servizio deve intendersi un’attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di quest’ultima e con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni d’ordine e della prestazione di opera meramente materiale”.

Secondo la dottrina prevalente per incaricato di pubblico servizio dovrebbe intendersi un soggetto che pur svolgendo un’attività pertinente allo Stato o ad un altro Ente pubblico non è dotato dei poteri tipici del pubblico ufficiale e, d’altra parte, non svolge funzioni meramente materiali.

Tipologie di pubblici ufficiali

La qualità di pubblico ufficiale è stata riconosciuta nel tempo a diversi soggetti.

A titolo esemplificativo sono considerati pacificamente pubblici ufficiali: i consulenti tecnici, i periti d’ufficio, gli ufficiali giudiziari e i curatori fallimentari, quali ausiliari del giudice (Cass. Pen. 16.6.1983; 11.5.1969); i portalettere e i fattorini postali (Cass. n. 5.10.1982); gli ispettori e gli ufficiali sanitari; i notai; il sindaco quale ufficiale del governo; i consiglieri comunali (Cass. n. 18.11.1974); gli appartenenti alle forze di polizia e armate; i vigili del fuoco e urbani; i magistrati nell’esercizio delle loro funzioni (ecc.).

Anche gli insegnanti delle scuole pubbliche lo sono, così come ha ribadito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 15367/2014, che ha ribadito la qualità di pubblico ufficiale per l’insegnante di scuola media nell’esercizio delle sue funzioni non circoscritto alla tenuta delle lezioni, ma esteso “alle connesse attività preparatorie, contestuali e successive, ivi compresi gli incontri dei genitori degli allievi” riconoscendo tutti gli elementi del reato di oltraggio a pubblico ufficiale a carico di un genitore.

La professione docente nel nuovo Quaderno Eurydice

da Tuttoscuola

L’Unità Eurydice dell’Italia ha pubblicato la traduzione italiana del rapporto Eurydice La carriera degli insegnanti in Europa: accesso, progressione e sostegno ospitandola nella collana “I Quaderni di Eurydice Italia”. La versione originale, in  inglese, è stata realizzata nel gennaio 2018 (Teaching Careers in Europe: Access, Progression and Support). Da notare che si parla di ‘careers’, al plurale, mentre nella versione italiana si usa il singolare, forse perché da noi di carriera ce n’è una sola, quella legata all’anzianità. I dati si riferiscono all’anno scolastico 2016-2017.

Il quaderno prende in esame, in particolare, le principali caratteristiche dei paesi europei nella domanda e offerta di docenti e i modi con cui i sistemi educativi le affrontano attraverso politiche di pianificazione preventiva. La ricerca presenta anche i requisiti per diventare insegnante, le condizioni di reclutamento e di lavoro, nonché lo sviluppo e il sostegno professionale.

Per quanto riguarda l’offerta e la domanda di insegnanti, in Italia il principale problema è legato all’invecchiamento dei docenti. Gli ultimi dati Eurostat mostrano che il 57% degli insegnanti delle scuole primarie e secondarie in Italia ha più di 50 anni, a fronte di una media europea del 36%. Gli insegnanti dell’UE di oltre 60 anni si attestano al 9% mentre in Italia si osserva ancora una volta la percentuale più alta, ossia il 18%.

Nello studio vengono esplorate anche le opportunità di sviluppo di carriera degli insegnanti, sia in termini di progressione gerarchica che di diversificazione dei compiti. Una tematica che comunque non riguarda l’Italia.

Il rapporto analizza anche il tema della valutazione in servizio dei docenti. Questo aspetto è ampiamente diffuso in Europa, il più delle volte con la finalità di fornire un feedback ai docenti sulle loro performance. Nonostante la valutazione degli insegnanti abbia generalmente nei sistemi europei più di una finalità, in Italia questo processo è stato introdotto con la legge 107/2015 (“Buona scuola”) con il solo obiettivo di identificare i docenti che hanno diritto a ricevere un bonus per la valorizzazione del merito.

Il Quaderno Eurydice è disponibile nella versione online scaricabile dal sito di EurydiceItalia e su richiesta anche in copia cartacea. Info: eurydice.indire.it

Nota 20 dicembre 2018, prot. n. 25674

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la programmazione  e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per le risorse umane e finanziarie – Ufficio  IX

Alle istituzioni scolastiche ed educative statali
LORO E-MAIL
e, p.c.
Agli Uffici Scolastici Regionali
LORO E-MAIL
Ai Revisori dei conti per il tramite dell’Istituzione scolastica

Oggetto: Nuovo piano dei conti e nuovi schemi di bilancio delle istituzioni scolastiche

Il 16 novembre 2018, come è noto, è stato pubblicato in Gazzetta il D.I. 129/2018, nuovo “Regolamento recante istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell’articolo 1, comma 143, della legge 13 luglio 2015, n. 107”, che sostituisce integralmente il precedente D.I. 44/2001.

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (di seguito MIUR), con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento, ha dato avvio in concreto ad un percorso di graduale evoluzione del sistema amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche, finalizzato a dotare le scuole di processi e strumenti per gestire le spese in maniera semplificata e più efficiente, lavorare in modo standardizzato e omogeneo su tutto il territorio nazionale, migliorare i servizi verso alunni e famiglie.

In linea con tale percorso di evoluzione, ai sensi dell’art. 41 comma 1 del nuovo Regolamento, si è provveduto, d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla revisione degli schemi di bilancio delle istituzioni scolastiche, con l’obiettivo di:

  • Risolvere le attuali criticità di rilevazione e rappresentazione dei fatti contabili delle scuole;
  • Garantire la rappresentazione dei dati in linea con le caratteristiche del contesto scolastico e assicurare la disponibilità di tutte le informazioni necessarie all’Amministrazione per orientare le politiche di sviluppo del sistema scolastico, monitorare l’andamento complessivo della spesa e supportare l’attività gestionale delle istituzioni scolastiche;
  • Porre le basi per la futura armonizzazione dei sistemi contabili delle Istituzioni Scolastiche ai sensi dell’art. 12 del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 91 e all’art. 1, comma 143, della legge 13 luglio 2015, n.107.

I nuovi schemi sono stati strutturati in modo da garantire una rappresentazione dei fatti contabili completa ed esaustiva, in linea con i fabbisogni specifici delle Istituzioni scolastiche e coerente con le peculiarità organizzative delle diverse tipologie di scuole.

Tutto ciò premesso, facendo seguito alla nota del 22 novembre 2018, prot. n. 23410, con la quale si fornivano indicazioni in merito alla proroga dei termini per la predisposizione e approvazione del Programma Annuale 2019, si inviano alle istituzioni scolastiche il nuovo piano dei conti (cfr.Allegato 1), i nuovi schemi di bilancio (cfr. Allegato 2) ed il nuovo piano delle destinazioni (cfr.Allegato 3) che saranno resi disponibili sul sistema informativo “SIDI – Bilancio” già dal mese di Gennaio p.v..

Nello specifico,

  • l’Allegato 1 contiene l’elenco di tutti i conti, sezione entrate e sezione spese, che dovranno essere utilizzati dalle istituzioni scolastiche per effettuare le registrazioni contabili; ogni conto è collegato attraverso una codifica univoca alla corrispondente voce del piano dei conti integrato di cui al DPR 132/2013;
  • l’Allegato 2 contiene gli schemi di bilancio che le scuole dovranno utilizzare per la rappresentazione dei fatti contabili nelle diverse fasi gestionali, dalla programmazione alla rendicontazione;
  • l’Allegato 3 contiene l’elenco delle destinazioni di spesa, intese come finalità di utilizzo delle risorse disponibili.

Si segnala inoltre che con successiva comunicazione sarà fornita una guida operativa per supportare le scuole nell’utilizzo degli schemi di cui sopra.

In caso di quesiti è possibile richiedere assistenza scrivendo all’Help Desk Amministrativo Contabile (HDAC), accedendo al seguente link: https://miurjb14.pubblica.istruzione.it/hdac/indexcontest

Il Direttore Generale
Jacopo Greco

Atto di Indirizzo MIUR 2019

Atto di Indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche del Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca per l’anno 2019


Sono undici le priorità politiche del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per l’anno 2019, contenute nell’Atto di indirizzo firmato dal Ministro Marco Bussetti.

Edilizia scolastica. Inclusione scolastica e contrasto alla dispersione scolastica. Ampliamento dei percorsi formativi ITS e ridefinizione dell’alternanza scuola-lavoro. Revisione e miglioramento del sistema di reclutamento e formazione del personale della scuola di ogni ordine e grado. Attività sportive scolastiche. Politiche per garantire e accrescere il diritto allo studio. Valorizzazione della formazione superiore e della ricerca, con particolare riferimento al capitale umano. Internazionalizzazione della formazione superiore e della ricerca. Valorizzazione del sistema di valutazione nazionale: studenti, scuole, docenti, dirigenti scolastici. Prevenzione della corruzione e trasparenza. Attuazione delle politiche di coesione e dei programmi comunitari nel settore istruzione. Questi gli ambiti di intervento per i quali sono state definite precise linee di azione.

“Si tratta di temi su cui stiamo lavorando sin dal mio insediamento con pragmatismo e responsabilità e rispetto ai quali vogliamo imprimere un’ulteriore accelerazione – dichiara Bussetti -. Sono questioni centrali nei settori di competenza di questo Ministero. È nostra intenzione impegnarci per trovare soluzioni attese da anni o per migliorare il sistema, soprattutto dove presenta criticità e punti di debolezza. Su scuola, università, Alta formazione artistica musicale e coreutica, ricerca, stiamo predisponendo un piano strategico di interventi che porterà risultati positivi in termini di qualità ed efficacia. E che metterà finalmente ordine in questi mondi, anche rispetto alla legislazione di riferimento, attraverso una revisione o la definizione dei relativi dei Testi Unici”.

LE SCHEDE

EDILIZIA SCOLASTICA
Mettere in sicurezza gli istituti scolastici con un piano pluriennale di investimenti. Potenziare e supportare la capacità di progettazione degli enti locali. Adottare ulteriori misure per la semplificazione delle procedure e per la verifica della sicurezza degli edifici scolastici. Programmare e attuare un piano triennale di interventi di messa in sicurezza degli istituti, delle palestre e delle strutture scolastiche sportive. Saranno questi gli obiettivi per il 2019 del MIUR nell’ambito dell’edilizia scolastica. Oltre a una prosecuzione dell’azione di semplificazione burocratica e di trasparenza avviata già nei mesi scorsi.

INCLUSIONE SCOLASTICA E CONTRASTO ALLA DISPERSIONE SCOLASTICA
Il MIUR punterà a rendere più ampia la partecipazione della famiglia e delle associazioni di riferimento nella costruzione dei percorsi di inclusione degli alunni con disabilità. Inoltre, si lavorerà per assicurare una maggiore continuità didattica, anche quando il docente di sostegno non è di ruolo, e in collaborazione con il Ministero della Salute verranno definite le linee guida per la certificazione delle disabilità, con l’obiettivo di rispondere meglio alle esigenze degli studenti. Incremento e arricchimento dell’offerta formativa, più tempo scuola saranno le chiavi per il contrasto della dispersione scolastica. Per garantire il successo formativo di ciascuno studente si presterà maggiore attenzione alle esigenze della fascia 0-3, con l’obiettivo di favorire il precoce ingresso nel sistema di istruzione.

AMPLIAMENTO DEI PERCORSI FORMATIVI ITS E RIDEFINIZIONE DELL’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
Ci saranno misure anche per potenziare l’apprendimento orientato al lavoro, fondamentale per sviluppare competenze utili nel futuro post-scolastico. Verrà promossa maggiormente la conoscenza dei percorsi formativi degli Istituti tecnici superiori. Sarà favorito l’aumento del numero di iscritti ai percorsi esistenti e rafforzata la sinergia con le Regioni nella programmazione dell’offerta formativa. Verranno introdotte metodologie che indirizzino la formazione degli studenti verso la creazione di competenze che abilitano alle tecnologie di Industria 4.0. Andrà avanti la ridefinizione dei percorsi di Alternanza Scuola-Lavoro, per garantire esperienze di qualità a tutti gli studenti.

REVISIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI RECLUTAMENTO E FORMAZIONE DEL PERSONALE DELLA SCUOLA DI OGNI ORDINE E GRADO
Docenti più giovani e sempre aggiornati. Così come un personale scolastico formato in maniera permanente per far fronte ai cambiamenti in atto. A questo mira l’azione del Ministero per il 2019. Si lavorerà a un nuovo sistema di reclutamento, che superi i meccanismi che in questi anni hanno portato a un precariato diffuso e anche il modello del corso-concorso. I vincitori saranno assunti alla fine delle prove e parteciperanno a un corso di formazione in servizio. Inoltre, si punterà ad ampliare l’offerta formativa per gli studenti, assicurando il reclutamento di docenti con titoli idonei all’insegnamento della lingua inglese, della musica e dell’educazione motoria nella scuola primaria anche utilizzando, nell’ambito delle risorse di organico disponibili, docenti abilitati all’insegnamento per la scuola primaria in possesso di competenze certificate. Prevista anche la redazione di un Testo Unico che sistematizzi in maniera organica le molte norme che riguardano la scuola e consenta un’opera di semplificazione legislativa complessiva. Si procederà al reclutamento dei Direttori dei Servizi Generali ed Amministrativi (DSGA) e alla valorizzazione del ruolo del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), anche attraverso lo studio di misure per la stabilizzazione dei collaboratori scolastici.

ATTIVITÀ SPORTIVE SCOLASTICHE
Più sport a scuola, a partire dalla primaria. Per ottenere questo risultato, indispensabile per educare i giovani a corretti stili di vita, si lavorerà alla revisione della disciplina relativa all’organizzazione delle attività sportive scolastiche. Proseguirà, inoltre, l’impegno per i cosiddetti studenti-atleti, per far sì che possano contemperare l’esigenza di svolgere attività sportiva con il completamento del percorso scolastico secondario.

POLITICHE PER GARANTIRE E ACCRESCERE IL DIRITTO ALLO STUDIO
Obiettivo: consentire a un numero sempre maggiore di studenti di accedere alla formazione universitaria e all’Alta formazione artistica musicale e coreutica, ampliando la platea di studenti beneficiari della cosiddetta “No – Tax area”. Inoltre, verranno definite modalità di semplificazione delle procedure amministrative per l’erogazione delle borse di studio. Come anche un piano di revisione del sistema di accesso ai corsi a numero programmato, attraverso l’adozione di un modello che assicuri procedure idonee a orientare gli studenti verso le loro effettive attitudini.

VALORIZZAZIONE DELLA FORMAZIONE SUPERIORE E DELLA RICERCA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL CAPITALE UMANO
Realizzare un maggiore coinvolgimento del sistema universitario e del mondo della ricerca nello sviluppo culturale, scientifico, tecnologico e industriale nazionale. È questa la priorità del MIUR per questi settori. Per questo si punterà a favorire l’autonomia delle università virtuose, aumentando le possibilità di reclutamento per quelle in regola con i parametri di efficienza finanziaria. A migliorare il sistema di reclutamento in termini meritocratici, di trasparenza e corrispondente alle reali esigenze scientifico-didattiche degli atenei. A garantire l’effettivo accesso alla docenza. A incrementare le risorse destinate alle università e agli enti di ricerca. A sostenere la crescita professionale dei ricercatori, non solo in termini di assunzioni ma anche di progressioni di carriera. A proseguire le azioni di incentivazione dei dottorati industriali ed innovativi già in essere, anche utilizzando fondi di coesione dell’Unione Europea. Inoltre, obiettivo del Ministero sarà la creazione delle condizioni affinché i giovani talenti possano rientrare in Italia e continuare a sviluppare l’attività scientifica nel nostro Paese. Le risorse potranno derivare dalla collaborazione diffusa tra enti e mondo delle imprese, anche incentivando l’utilizzo dello strumento del partenariato pubblico-privato e dei finanziamenti europei. Infine, verrà portato a termine il processo di riforma del sistema di reclutamento nel settore dell’alta formazione artistica e musicale (AFAM). Verrà avviato un processo di riflessione complessiva dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), con particolare riguardo alla valutazione dei risultati del sistema universitario e della ricerca.

INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA FORMAZIONE SUPERIORE E DELLA RICERCA
Migliorare l’attrattività scientifico accademica del Paese e la strutturazione di rapporti bilaterali. Sarà questo uno degli impegni per il 2019 per quanto riguarda l’internazionalizzazione dell’Università e della Ricerca. A questo scopo verranno predisposte azioni per ottenere il maggior numero di finanziamenti dal prossimo programma quadro in materia di ricerca e innovazione denominato Horizon Europe 2021 – 2027. Si punterà, inoltre, a migliorare la performance italiana nell’ambito del programma ERASMUS e la partecipazione dei ricercatori e dei docenti italiani alla progettualità internazionale.

VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE NAZIONALE: STUDENTI, SCUOLE, DOCENTI, DIRIGENTI SCOLASTICI
Analizzare nel dettaglio gli esiti della valutazione del sistema educativo di istruzione, con attenzione particolare alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti, alla valutazione delle istituzioni scolastiche e alla valutazione della dirigenza scolastica. Per definire, poi, nuove priorità strategiche da perseguire nel triennio 2019/2022 e proporre eventuali regolazioni del Sistema Nazionale di Valutazione. Questi gli obiettivi fissati per il 2019 nell’ambito della valutazione scolastica.

PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E TRASPARENZA
Verranno predisposte azioni per garantire una maggiore conformità alla normativa in materia di anticorruzione e trasparenza, in linea con il Piano Nazionale Anticorruzione.

ATTUAZIONE DELLE POLITICHE DI COESIONE E DEI PROGRAMMI COMUNITARI NEL SETTORE ISTRUZIONE
Tra gli obiettivi per il nuovo anno, una maggiore attuazione delle politiche di Coesione, una migliore programmazione dei fondi strutturali Europei e del fondo di sviluppo e coesione nel settore istruzione per il 2014-2020, un rafforzamento dei rapporti con le Agenzie Nazionali designate alle funzioni di supporto gestionale dei Programmi Comunitari in materia scolastica mediante la realizzazione delle azioni previste dal PON “Per la Scuola” 2014-2020 per la riqualificazione dell’edilizia scolastica e il potenziamento delle dotazioni tecnologiche delle scuole. Attenzione particolare, poi, alla formazione del personale docente e del personale tecnico e amministrativo.

Nota 20 dicembre 2018, AOODGOSV 21315

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema Nazionale di istruzione

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente agli Studi della Valle d’Aosta
AOSTA
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia Autonoma di TRENTO
All’Intendente Scolastico per le scuole delle località ladine di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di BOLZANO
Al Sovrintendente Scolastico della Provincia di BOLZANO
Ai Dirigenti Scolastici degli Istituti di Istruzione Secondaria di secondo grado, statali e paritari
LORO SEDI
e.p.c.
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
SEDE
Al Capo Ufficio Stampa
SEDE
All’Ufficio di Gabinetto
SEDE

OGGETTO: Olimpiadi di lingue e civiltà classiche – VIII edizione A.S. 2018-2019 – Finale Nazionale Reggio Calabria, 6-9 maggio 2019

Nota 20 dicembre 2018, AOODGSIP 5585

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Uff. II
“Welfare dello Studente, partecipazione scolastica, dispersione e orientamento”

Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado
Loro Sedi

Oggetto: TuttoMondo Contest – La Pace oltre la guerra