Lazio, centri socio-educativi per adulti con disabilita’ complesse

Redattore Sociale del 21-12-2018

Lazio, centri socio-educativi per adulti con disabilita’ complesse: “battaglia vinta” 

E’ durata un anno la battaglia, iniziata a dicembre 2017 da Elena Improta, “partendo dai diritti negati a mio figlio Mario”. Obiettivo: promuovere progetti sociali diurni a favore dei giovani adulti con disabilità complessa “rifiutati” dai centri diurni.

ROMA. “Ce l’abbiamo fatta, la norma che chiedevamo adesso c’è, il nostro emendamento è stato accolto, dopo un anno di battaglie”: esulta Elena Improta, che nel dicembre 2017 aveva dato inizio a questa battaglia, “a partire dai diritti negati a mio figlio Mario – spiega – per promuovere progetti sociali diurni a favore dei giovani adulti con disabilità complessa ‘rifiutati’ dai Centri Diurni ex art.26 “. Un’esperienza toccata a Mario e a tanti come lui. 

“Grazie all’iniziativa della mia amica Donatella Mazza – ricorda Improta – fu lanciata una petizione on line e raccogliemmo 50 mila firme. Poi, l’incontro con Loredana Fiorini e l’Associazione Hermes ha rafforzato una battaglia civica e politica che ci ha portate a giugno scorso, con l’appoggio della Regione Lazio e dell’IPAB Asilo Savoia ad aprire un Centro socio educativo ed occupazionale diurno”. 

Quella sperimentazione è durata un mese : oggi l’IPAB Asilo Savoia ha garantito a 10 famiglie del 2° municipio di Roma un co-finanziamento per tre anni, “al fine di garantire la continuità di questo importante, soprattutto innovativo progetto del ‘durante noi’ – spiega Improta – che salva i nostri ragazzi dalla segregazione domiciliare”. 

Ora, l’ultima novità: la trasformazione di questa sperimentazione in norma, tramite un emendamento al Piano regolatore sociale: “Grazie ad Oltre Lo Sguardo e alla Hermes – ci fa sapere Improta – abbiamo avuto conferma che è stato accolto un nostro emendamento al Piano Regolatore Sociale Regionale che promuove l’istituzione in ogni distretto di un Centro socio educativo ed occupazionale per persone giovani adulte con disabilità complesse che necessitano di alto carico assistenziale”.

In particolare, l’emendamento prevede l’attivazione “di servizi per i giovani adulti con disabilità complessa che necessitano di un livello assistenziale più alto che contrasti l’isolamento sociale. I Centri socio-educativi per persone con disabilità grave e/o complessa sono finalizzati all’integrazione nei contesti sociali di appartenenza, con particolare riguardo per coloro che hanno terminato il percorso scolastico, al mantenimento delle competenze acquisite e all’abilitazione di competenze di semi-autonomia. I Centri socio-educativi devono essere parte integrante della rete dei servizi al fine di favorire una presa in carico globale della persona con disabilità e favorire l’integrazione con i servizi sanitari, con le realtà formative, con i contesti occupazionali”.

Approvato l’emendamento, ora la palla passa a comuni e municipi, che dovranno inserire questo progetto nel piano sociale di zona: “ci auguriamo che presto la norma sia calata sui comuni e municipio, finanziata dai piani di zona e finalmente attuata”. 

Autismo, iniziata la fase di consultazione sulle nuove Linee Guida italiane

Osservatorio Malattie Rare.it del 21-12-2018

Autismo, iniziata la fase di consultazione sulle nuove Linee Guida italiane

Entra nel vivo la realizzazione delle nuove Linee Guida per i disturbi dello spettro autistico, recentemente promossa dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Questo importante lavoro, che porterà alla pubblicazione di due diverse serie di raccomandazioni, una rivolta a pazienti pediatrici/adolescenti e l’altra a pazienti in età adulta, si fonda sui risultati delle più avanzate ricerche in ambito medico-scientifico e sugli input derivanti dalle buone pratiche cliniche, attuate a livello nazionale e internazionale. Negli scorsi mesi, sono stati istituiti due panel indipendenti di specialisti: ognuno di essi è formato da 14 esperti con documentata esperienza (non meno di 5 anni) nel campo della diagnosi e della terapia, rispettivamente, dei bambini/adolescenti e degli adulti con disturbi dello spettro autistico, a cui sono stati affiancati 2 membri ‘laici’ (persone affette da questo tipo di disturbi o loro genitori).

Uno dei principali binari su cui si sta procedendo nella realizzazione delle Linee Guida è la formulazione di una procedura di diagnosi accurata e tempestiva, la cui comprensione e descrizione, da parte della stessa comunità medico-scientifica, è molto cambiata nel corso degli anni: “Nella visione classica dell’autismo, ossia quella applicata a livello diagnostico a partire dagli anni ’40, il disturbo c’era o non c’era, senza sfumature”, spiega Giovanni Migliarese, psichiatra presso l’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli di Milano. “Ora, invece, si è capito che questi disturbi sono più facilmente descrivibili come un continuum, in cui alcune caratteristiche autistiche (come l’alterata capacità comunicazionale e relazionale o la ripetitività e rigidità di pensiero) possono assumere gradi di intensità e pervasività molto differenti da paziente a paziente. Tipicamente, quindi, avremo situazioni dette “a basso funzionamento” (associate di solito a ritardo mentale e ad altre manifestazioni facilmente riconoscibili, anche in età precoce) e situazioni “ad alto funzionamento”, in cui, però, sarà comunque possibile osservare una significativa modificazione delle risposte agli stimoli ambientali per quanto riguarda le abilità socio-relazionali e il benessere individuale: in genere, questi bambini/ragazzi hanno interessi molto ristretti, capacità fuori dal comune in un determinato ambito, spiccata sensibilità affettiva e tendenza all’isolamento”.

Un altro punto cruciale delle Linee Guida è la necessità di un tempestivo indirizzamento terapeutico, un aspetto strettamente influenzato dalla difficoltà diagnostica che si incontra nei casi di autismo meno evidenti: “Già a 12-18 mesi – prosegue Migliarese – le modalità di interazioni del bambino con spettro autistico sono diverse da quelle dei cosiddetti neuro-tipici, ma gli autismi a basso funzionamento sono facilmente identificabili, mentre quelli ad alto funzionamento possono sfuggire, e anche per diversi anni. Solitamente, vengono poi a galla quando il contesto, e quindi le prove che i ragazzi devono affrontare a livello socio-relazionale o di auto-organizzazione, diventano di più difficile gestione (quindi verso la fine delle scuole medie o i primi anni delle superiori). Spesso, inoltre, la diagnosi può essere resa difficile da manifestazioni secondarie (come l’ansia) che è quindi fondamentale far risalire allo spettro autistico. Il punto, infatti, è che il lavoro terapeutico basato su un approccio clinico di tipo educativo, e su un lavoro sulla famiglia, dà risultati molto buoni anche sui pazienti più gravi, a patto però che l’intervento avvenga in maniera precoce e intensiva”.

Fulcro delle nuove Linee Guida saranno anche l’indicazione di terapie personalizzate (tarate sulle caratteristiche individuali della persona), la creazione di una rete di sostegno e assistenza, il miglioramento dell’interazione tra medici, pazienti e familiari e lo sforzo per garantire omogeneità tra le Regioni a livello di qualità delle cure. Al momento, infatti, nel nostro Paese esistono marcate differenze nella presa in carico delle diverse tipologie di pazienti: “In età adulta, i pazienti a basso funzionamento sono generalmente ‘dimenticati’ dal servizio psichiatrico, e sono a carico del sistema socio-assistenziale. Viceversa, quelli ad alto funzionamento sono di appannaggio esclusivo, o quasi, del servizio psichiatrico, dove però non c’è una cultura di questo tipo di disturbo: lo spettro autistico, infatti, è sempre stato visto come una malattia del neuro-sviluppo e quindi, in un certo senso, come una patologia pediatrica. Invece, anche se in realtà l’esordio è certamente pediatrico, poi le modalità di funzionamento vengono mantenute fino all’età adulta. Ciò che serve è una diffusione di competenze, per migliorare e personalizzare le cure per ogni paziente”.

Per fortuna, in merito all’autismo, in Italia esistono anche le buone pratiche. “Come Dipartimento di Salute Mentale – illustra Migliarese – abbiamo istituito un Centro per le co-morbilità psichiche nell’autismo ad alto funzionamento, che per ora sta avendo molto successo in termini di impostazione del trattamento e di risposte terapeutiche ottenute. È un centro di secondo livello, nel senso che il paziente continua ad essere seguito dal proprio centro di riferimento, o da uno specialista che ha scelto, ma ha la possibilità di sentire una seconda opinione e di avere accesso a un intervento terapeutico più specifico, e quindi, si spera, più efficace”.

Quando si affronta un argomento come i disturbi dello spettro autistico, importante, dalle sfaccettature complesse e articolate e in cui il dibattito, anche a livello di comunità scientifica e di approcci clinici, è ancora molto acceso, è fondamentale coinvolgere, nella realizzazione delle Linee Guida, il più ampio numero di soggetti interessati, in grado di fornire punti di vista diversi e spunti di riflessione complementari: proprio a questo serve la fase di consultazione pubblica che si è appena aperta, in cui i vari stakeholder (società scientifiche, associazioni, rappresentanti di pazienti, familiari e caregiver, imprese del settore sanitario, Istituzioni pubbliche nazionali e regionali, Università, istituti di ricerca pubblici e privati) sono invitati a fornire eventuali commenti e osservazioni sui quesiti clinici proposti dai panel di esperti. “La consultazione degli stakeholder – conclude Maria Luisa Scattoni, coordinatrice dell’Osservatorio Nazionale Autismo e del Comitato Tecnico-Scientifico che sta ‘governando’ il processo di elaborazione delle due Linee Guida – va ad integrare il lavoro dei membri dei panel, già deputati alla formulazione dei quesiti considerati prioritari per la pratica clinica, per garantire il più ampio coinvolgimento e la partecipazione di tutti gli interessati”.

Per approfondire l’argomento, leggi anche: 
“Autismo, troppi Paesi senza diagnosi e trattamenti”.

di Marcello Turconi 

I SIGNORI DEGLI APPALTI CONTRO L’INTERNALIZZAZIONE

Con la legge di Bilancio in approvazione proprio in queste ore in Parlamento, finalmente verrà posta la parola fine ai servizi esternalizzati per quel che riguarda le pulizie degli edifici scolastici. Infatti, migliaia di lavoratori e lavoratrici, da anni in servizio nell’appalto con condizioni e salari da fame, potranno partecipare a un concorso per diventare dipendenti statali. Da anni come Cobas denunciamo il sistema perverso degli appalti, che produce solo sperpero di denaro pubblico, lavoro sottopagato e servizi pessimi. E da anni i Cobas chiedono che il servizio di pulizie delle scuole venga internalizzato. 

Come c’era da aspettarsi, LegaCoop e Confindustria, ovvero coloro che hanno guadagnato decine di milioni di euro con gli appalti al ribasso, hanno pochi giorni fa lanciato anatemi contro questa misura, diffondendo una serie di falsità che è necessario smentire. 

A partire dal fatto che internalizzare le pulizie scolastiche aumenti i costi del servizio per lo Stato: nulla di più falso. Lor signori sembrano dimenticare le decine di milioni di euro spesi in cassa integrazione, ma sopratutto il costoso e fallimentare progetto “scuole belle”, che ha schiavizzato migliaia di lavoratori a tutto vantaggio delle imprese.

Inoltre sembrano dimenticare le condanne subite dai giganti del settore (Manutencoop e CNS in primis) per aver pilotato la gara d’appalto, spartendosi i vari lotti e creando un vero e proprio cartello. 

Sembrano dimenticare il parere dell’Anac, l’Autorità anti-corruzione, che chiedeva l’annullamento degli affidamenti perché frutto di aggiudicazioni illegali. Sembrano dimenticare infine, le enormi problematiche che si sono succedute in vari lotti, con stipendi non pagati e condizioni di lavoro indegne di un paese civile. La rabbia dei signori dei servizi deriva esclusivamente dalla perdita degli enormi profitti che hanno fatto sulla pelle dei lavoratori gravando sui conti dello Stato: non vengano a raccontarci che hanno a cuore la qualità del servizio.

Da parte nostra continueremo a vigilare su quello che accadrà nei prossimi giorni e continueremo a dare il nostro contributo, affinché tutti i lavoratori e le lavoratrici che da anni lavorano nelle scuole, vengano finalmente stabilizzati.

per i Cobas L.P.
Roberto Aprile

MOBILITÀ, RAGGIUNTO L’ACCORDO

La Gilda ha approvato l’accordo di massima convenuto stamattina a viale Trastevere tra i rappresentanti dell’Amministrazione scolastica e delle Organizzazioni sindacali firmatarie del contratto di lavoro. L’intesa è stata raggiunta per permettere al Ministero dell’istruzione di rispettare la tempistica delle operazioni propedeutiche all’ordinato avvio del prossimo anno scolastico. Al fine di adeguare le disposizioni contenute del testo negoziale alle innovazioni che saranno introdotte con la nuova legge di bilancio, la firma dell’ipotesi di contratto avverrà nei prossimi giorni. La Gilda ha rifiutato di firmare il contratto sulla mobilità per 4 anni di seguito, perché conteneva le disposizioni di attuazione del sistema degli ambiti e della chiamata diretta previsti dalla legge 107/2015. Quest’anno, invece, ha dato l’ok all’accordo perchè il governo ha deciso di cancellare gli ambiti e la chiamata diretta ripristinando il diritto alla titolarità della sede per tutti i docenti.Ecco le novità più importanti contenute nella bozza di ipotesi di contratto.15 preferenze su scuole, comuni, distrette e provinceI docenti che presenteranno la domanda di trasferimento o di passaggio (di cattedra o di ruolo) potranno esprimere 15 preferenze analitiche e/o sintetiche indicando le scuole e/o i comuni e/o i distretti e/o le province. E coloro che otterranno il trasferimento o il passaggio acquisiranno la titolarità sulla sede di destinazione. Il nuovo contratto prevede la disapplicazione degli ambiti e la chiamata diretta al fine di conformarsi preventivamente alle disposizioni in tal senso previste dal disegno di legge di bilancio attualmente all’esame del Senato.Continuità e punteggi anche per le assegnazioni ai plessiAccogliendo una proposta avanzata dalla Gilda, nell’ipotesi di contratto sulla mobilità è stata inserita una clausola che vieta ai dirigenti scolastici di trasferire “a piacere” i docenti da un comune all’altro. Le nuove disposizioni prevedono, infatti, che i presidi, per assegnare i docenti ai plessi e alle sezioni staccate ubicate in altri comuni, debbano, necessariamente, garantire agli alunni la continuità didattica e il principio del maggiore punteggio dei docenti scorrendo la graduatoria di istituto. Il vincolo poggia sulla necessità di evitare che gli alunni cambino insegnante frequentemente e, al tempo stesso, garantisce il rispetto del principio del merito prevedendo che, in caso di riduzione del numero delle classi, il docente da trasferire ad altro comune debba essere individuato nell’insegnante con meno titoli.Licei musicaliIl nuovo accordo prevede anche una disciplina transitoria che garantisce la continuità didattica nelle discipline di indirizzo dei licei musicali. Alla mobilità professionale (passaggi di cattedra è di ruolo) verso queste particolari tipologie di scuole sarà destinato il 50% delle disponibilità. Il restante 50% andrà alle immissioni in ruolo. Le domande saranno presentate in formato cartaceo. Gli uffici compileranno una graduatoria con gli aventi titolo, graduati secondo il servizio specifico prestato nei licei musicali. Fermo restando il diritto di graduatoria, se tra gli aventi titolo risulteranno docenti nei confronti dei quali potrà essere disposta la conferma nel liceo di attuale servizio, gli aventi diritto saranno confermati con priorità. Dopo di che saranno effettuati i trasferimenti. Sulle sedi residue saranno effettuati gli ulteriori passaggi degli aventi titolo (che non avranno ottenuto la conferma) presenti in graduatoria fino alla concorrenza del 50% dei posti accantonati per la mobilità professionale. Se rimarranno altri posti, saranno assegnati in sede di mobilità interprovinciale.Blocco triennale solo se il trasferimento è su scuola o distretto subcomunaleIl blocco triennale sulla sede di destinazione in caso di accoglimento della domanda di trasferimento o passaggio opererà solo nel caso in cui il docente dovesse ottenere un’istituzione scolastica per effetto della soddisfazione di una preferenza puntuale su scuola o, nelle città metropolitane, di una preferenza relativa a distretto sub-comunale.AliquotePer quanto riguarda le aliquote è stato pattuito quanto segue.Fermo restando il 50% di disponibilità riservato alle immissioni in ruolo, il restante 50% sarà così ripartito, anno per anno, nel prossimo triennio:2019-20: 40 % ai trasferimenti interprovinciali e 10% ai passaggi2020-21: 30% ai trasferimenti interprovinciali e 20% ai passaggi;2021/22: 25% ai trasferimenti interprovinciali e 25% ai passaggi;Durata del contrattoIl contratto avrà validità triennale, ma le parti hanno convenuto che le trattative potranno essere riaperte qualora dovessero intervenire innovazione legislative che dovessero rendere necessarie eventuali modifiche delle disposizioni contenute nell’accordo. 

Accordo raggiunto sul CCNI mobilità 2019/2022

Chiamata diretta e titolarità di ambito sono state cancellate, e con loro una brutta pagina della legge 107/15: questo è il senso dell’accordo raggiunto sul CCNI mobilità 2019/2022. 

Sono state ripristinate le modalità di trasferimento precedenti dopo la confusione generata dal sistema della ‘Buona scuola’. È stata data una risposta concreta alle migliaia di docenti che, vittime dell’algoritmo, sono stati catapultati dopo l’assunzione a migliaia di chilometri da casa.
Il nuovo contratto rende trasparenti, certe e condivise, le regole e le procedure della mobilità, coniugando la continuità didattica con la dignità del lavoro. 
Il contratto è uno strumento flessibile e al contempo rigoroso che, attraverso una programmazione triennale e alcune fasi transitorie, prova a ricostruire il percorso di normalità stravolto nell’ultimo triennio.
Le difficoltà politiche poste dall’Amministrazione sono state superate grazie a un’opposizione ferma della nostra delegazione che, di fronte alle proposte inaccettabili della controparte, ha puntualmente presentato controproposte più rispettose delle professionalità del mondo della scuola.
Ancora una volta l’unità sindacale ha dato i suoi frutti: l’elaborazione di soluzioni unitarie ha permesso di costruire un fronte comune che certamente ha determinato il positivo andamento della trattativa. Possiamo affermare che, almeno per quello che riguarda la mobilità, la 107 è stata superata, per contratto prima ancora che per legge.
La FLC continuerà a dare battaglia agli altri aspetti negativi della legge, che ancora oggi determinano diverse ingiustizie nel mondo della scuola, l’obbligatorietà del monte ore nell’alternanza scuola-lavoro, lo stravolgimento del ruolo degli organi collegiali, la valutazione dei dirigenti scolastici, per citarne alcuni, ma sempre chiedendo il consenso dei lavoratori e delle lavoratrici che già a gennaio saranno chiamati ad esprimersi su questa ipotesi di CCNI.

Scuola: arriva il docente-infermiere

da la Repubblica

Il ministro Bussetti annuncia due protocolli “per promuovere benessere e corretti stili di vita tra gli studenti”. “Preparare gli insegnanti alla somministrazione di farmaci ad alunni con patologie specifiche”. L’incontro con l’Ordine degli psicologi e il presidente della Società di pediatria

Salvo Intravaia

ROMA – In arrivo, nelle scuole italiane, il docente-infermiere. E’ lo stesso ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ad annunciare la novità, a margine dell’incontro di questa mattina con i presidenti del Consiglio nazionale Ordine psicologi e con il presidente della Società italiana di pediatria “per promuovere benessere e corretti stili di vita tra gli studenti”.

“Promuovere la cultura della salute e del benessere – spiegano da viale Trastevere – nell’ambiente scolastico. Prevenire forme di disagio e di malessere psico-fisico. Avviare azioni di formazione di docenti, genitori e studenti per affrontare in maniera adeguata temi come i corretti stili di vita e la prevenzione di comportamenti a rischio per la salute”. Sono questi gli obiettivi che intendono perseguire i due protocolli. Ma non solo. E’ anche prevista un’azione di formazione del personale docente in servizio per “preparare gli insegnanti alla somministrazione di farmaci agli alunni con patologie specifiche”.

La somministrazione di farmaci agli alunni da parte dei docenti, anche se richiesta da diversi capi d’istituto ai propri docenti, non è contemplata tra le attività dovute previste dal contratto di lavoro. E nessun docente oggi di assume una responsabilità del genere, considerato che per somministrare compresse ad altro occorre essere medici o paramedici. E un eventuale reazione potrebbe trasformarsi in tragedia. Ma sono sempre di più le famiglie della scuola italiana che si presentano a scuola chiedendo alle maestre e ai professori di somministrare farmaci (antibiotici o semplici antistaminici) ai propri figli.

“Abbiamo siglato – dichiara Bussetti – due importanti collaborazioni per l’educazione e la crescita sana dei ragazzi che vedono coinvolti istituti scolastici, famiglie, territori, esperti. Stiamo costruendo una vera e propria rete di sostegno. Dobbiamo essere – continua – soddisfatti: la scuola non è solo il luogo in cui si apprendono conoscenze e si sviluppano competenze. È anche spazio di cittadinanza attiva in cui si formano giovani consapevoli e corretti stili di vita”. Fulvio Giardina a capo dell’Ordine degli Psicologi, ringrazia il ministro dell’Istruzione per questo “primo importantissimo passo per poter garantire ai docenti, agli studenti e alle loro famiglie, a tutto il personale della scuola, quel necessario servizio di psicologia scolastica, già attivo in tutti i paesi europei”.

Soddisfazione anche da parte della Società italiana di pediatria per, bocca del suo presidente Alberto Villani, è particolarmente “riconoscente al ministro Bussetti per aver realizzato una collaborazione tra mondo della scuola e pediatria che consentirà di rispondere nella maniera più puntuale e qualificata alle esigenze di salute psico-fisica dell’età evolutiva”. Durante l’incontro, è stato presentato “Benessere a scuola”, un progetto pilota che sarà realizzato in attuazione dei due protocolli che in una prima fase, riguarderà tre regioni: Liguria, Abruzzo, Calabria. E coinvolgerà 60 scuole primarie e secondarie di I e II grado, circa 31mila studenti e 3.900 docenti.

“Il progetto – spiegano dal Miur – si rivolgerà a docenti, famiglie e studenti”.  Gli obiettivi che intende raggiungere sono i seguenti: “Incrementare l’attenzione dei ragazzi alla cura del proprio corpo, delle proprie abitudini di vita e della propria affettività, migliorare la vivibilità e il clima sociale all’interno delle scuole, costruire collaborazioni costanti e durature con le famiglie, prevenire casi di disagio e di abbandono scolastico, fornire indicazioni socio-sanitarie ai docenti e formarli sulla somministrazione di alcuni farmaci che i giovani potrebbero dover assumere in caso di patologie specifiche, dare assistenza medica e primo soccorso per migliorare la sicurezza a scuola”.

Iscrizioni ai percorsi di istruzione per adulti di primo e secondo livello: prevista modalità cartacea

da Orizzontescuola

di Giovanna Onnis

L’ iscrizione ai percorsi di istruzione per adulti, sia di primo livello che di secondo livello, compresi quelli attivati presso gli istituti di prevenzione e pena, devono essere effettuate, secondo le indicazioni fornite nel paragrafo 12 della CM n.18902/2018, in modalità cartacea.

Le istruzioni dettagliate saranno fornire dal MIUR con una nota successiva.

Percorsi di istruzione per adulti: quale organizzazione?

L’organizzazione dei percorsi di istruzione per adulti è disciplinata dal DPR n.263/2012, dove, nell’art.4, si stabilisce la seguente distinzione:

  • Percorsi di istruzione di primo livello
  • Percorsi di istruzione di secondo livello
  • Percorsi di alfabetizzazione della lingua italiana

Percorsi di istruzione di primo livello

Si tratta di percorsi di istruzione realizzati dai Centri Provinciali per L’istruzione degli Adulti (CPIA), finalizzati al conseguimento del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione e della certificazione attestante l’acquisizione delle competenze di base connesse all’obbligo di istruzione come prevede il DM n.139/2007

Ai percorsi di istruzione di primo livello possono iscriversi gli adulti, anche stranieri, che non hanno assolto l’obbligo di istruzione o che non sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione.

Ai percorsi di istruzione di primo livello possono iscriversi anche coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno di età e che non sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione, ferma restando la possibilità, a seguito di accordi specifici tra Regioni e Uffici Scolastici Regionali, di iscrivere in via residuale, nei limiti dell’organico assegnato e in presenza di particolari e motivate esigenze, coloro che hanno compiuto il quindicesimo anno di età

Percorsi di istruzione di secondo livello

Si tratta di percorsi di istruzione realizzati dalle istituzioni scolastiche presso le quali funzionano i percorsi di istruzione tecnica, professionale e artistica, rimanendo in esse incardinati come chiarisce l’art.4 comma 6 del DPR n.263/2012.

Questi percorsi di istruzione sono, quindi, finalizzati al conseguimento del diploma di istruzione tecnica, professionale e artistica.

Possono frequentare i percorsi di istruzione di secondo livello gli adulti, anche stranieri, che sono in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione nonché coloro che hanno compiuto il sedicesimo anno di età e che, già in possesso del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione, dimostrano di non poter frequentare il corso diurno

Percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana

Si tratta di percorsi realizzati dai CPIA, destinati agli adulti stranieri in possesso dei requisiti indicati nell’art.3 del succitato DPR n.263 del 2012, finalizzati al conseguimento di un titolo attestante il raggiungimento di un livello di conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello A2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue elaborato dal Consiglio d’Europa.

I percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana possono essere frequentati, inoltre, anche dagli adulti stranieri in età lavorativa che, anche se in possesso di titoli di studio conseguiti nei Paesi di origine, possono usufruire, nell’ ambito dell’ ampliamento dell’ offerta formativa dei CPIA, delle attività di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana, così come previsto nell’art.9 comma 2-bis del Decreto legislativo n.286/1998

Programma Annuale 2019: nuovi schemi di bilancio, piano dei conti e di destinazione

da Orizzontescuola

di redazione

Il Miur ha inviato alle scuole la nota n. 25674 del 20/12/2018, avente per oggetto “nuovo piano dei conti e nuovi schemi di bilancio delle istituzioni scolastiche”.

Nuovo Regolamento contabile

La nota segue quella del 22 novembre 2018, con la quale sono state fornite indicazioni in merito alla proroga dei termini per la predisposizione e approvazione del Programma Annuale 2019, dopo la pubblicazione del nuovo “Regolamento recante istruzioni generali sulla gestione amministrativo-contabile delle istituzioni scolastiche”.

Revisione schemi di bilancio

Al fine di dotare le scuole di processi e strumenti per gestire le spese in maniera semplificata e più efficiente, lavorare in modo standardizzato e omogeneo su tutto il territorio nazionale e migliorare i servizi, il Miur, d’intesa con il Ministero dell’Economia, ha provveduto alla revisione degli schemi di bilancio delle istituzioni scolastiche, con l’obiettivo di:

  • risolvere le attuali criticità di rilevazione e rappresentazione dei fatti contabili delle scuole;
  • garantire la rappresentazione dei dati in linea con le caratteristiche del contesto scolastico e assicurare la disponibilità di tutte le informazioni necessarie all’Amministrazione per orientare le politiche di sviluppo del sistema scolastico, monitorare l’andamento complessivo della spesa e supportare l’attività gestionale delle istituzioni scolastiche;
  • porre le basi per la futura armonizzazione dei sistemi contabili delle Istituzioni Scolastiche ai sensi dell’art. 12 del decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 91 e all’art. 1, comma 143, della legge 13 luglio 2015, n.107.

I nuovi schemi, scrive il Miur,  sono stati strutturati in modo da garantire una rappresentazione dei fatti contabili completa ed esaustiva, in linea con i fabbisogni specifici e le peculiarità delle scuole.

Schemi di bilancio, nuovo piano dei conti e delle destinazioni

Di seguito quanto trasmesso alle scuole:

  • nuovo piano dei conti (allegato 1), che contiene l’elenco di tutti i conti, sezione entrate e sezione spese, che dovranno essere utilizzati dalle istituzioni scolastiche per effettuare le registrazioni contabili; ogni conto è collegato attraverso una codifica univoca alla corrispondente voce del piano dei conti integrato di cui al DPR 132/2013;
  • nuovi schemi di bilancio (allegato 2), che le scuole dovranno utilizzare per la rappresentazione dei fatti contabili nelle diverse fasi gestionali, dalla programmazione alla rendicontazione;
  • nuovo piano delle destinazioni (allegato 3), che  contiene l’elenco delle destinazioni di spesa, intese come finalità di utilizzo delle risorse disponibili.

nota

Allegato 1

Allegato 2

Allegato 3

PTOF 2019/22, consultabile online su Scuola in Chiaro. Può essere predisposto sino al 31 gennaio

da Orizzontescuola

di redazione

Il Miur ha inviato una nota alle scuole avente per oggetto il Piano Triennale dell’Offerta Formativa 2019/22.

PTOF 2019/22 navigabile su “Scuola in Chiaro”

L’amministrazione comunica alle istituzioni scolastiche che, dal 20 dicembre 2018, è disponibile, nella sezione dedicata al PTOF presente sul Portale “Scuola in Chiaro”, la funzione per navigare on line il Piano Trinnale dell’offerta formativa, già pubblicato e predisposto usando la piattaforma del MIUR in ambiente SIDI.

Nella succitata sezione è possibile anche scaricare i Piano in PDF.

PTOF 2019/22 elaborato tradizionalmente

Le scuole, che non hanno predisposto il PTOF nella piattaforma online del Miur, caricano il Piano tramite la solita  procedura all’interno del SIDI, avendo cura di selezionare il triennio 2019-2022 dall’apposito menù a tendina.

Il PTOF sarà visibile e scaricabile dalla sezione “Didattica” di “Scuola in Chiaro”.

Redazione PTOF sino al 31/01/19

Il Miur comunica, inoltre, che il PTOF potrà essere pubblicato redatto  e pubblicato sulla piattaforma in ambiente SIDI fino al 31 gennaio 2019, termine ultimo per le iscrizioni a.s. 2019/20.

Funzioni piattaforma PTOF

Le funzioni della Piattaforma PTOF  saranno sempre disponibili, in modo che le scuole, se interessate, possano acquisire dimestichezza con la struttura.

Pensioni, quota 100 si sgonfia: 2,7 miliardi di finanziamenti tagliati e più disincentivi

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Scongiurare la procedura d’infrazione della Commissione europea ha convinto il Governo a produrre un’ulteriore sforbiciata ai finanziamenti relativi all’anticipo pensionistico quota 100: secondo le agenzie di stampa, il 20 dicembre sarebbero stati tagliati dalla legge di Bilancio di fine 2019 altri 700 milioni “sull’altare della trattativa con l’Ue”.

Una richiesta che non sorprende, anzi in linea con quanto da noi anticipato e che già aveva prodotto lo slittamento della liquidazione al compimento dei 67 anni, quindi anche cinque anni dopo avere lasciato il servizio.

Le limitazioni sopraggiunte

Negli ultimi giorni, i finanziamenti a disposizione di quota 100 sono quelli ad avere pagato il prezzo più alto per assecondare le richieste di Bruxelles: per il 2019 si è passati dai 6,7 miliardi iniziali a meno di 4 miliardi.

Cosa significa tutto questo? Prima di tutto che la tanto annunciata contro-riforma Fornero sarà triennale e non strutturale.

Poi c’è il problema dello slittamento dell’entrata a regime di quota 100: il primo partito di governo, il M5S con in testa il premier Giuseppe Conte, assicura che il provvedimento entrerà in vigore in primavera inoltrata: il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha parlato di 1° aprile.

Potrà andare in pensione, tra il 2019 e il 2021, chi ha almeno 62 anni e 38 di contributi (c’è ancora da capire entro quale date, probabilmente il 31 dicembre prossimo) con una finestra trimestrale se il lavoratore è privato (la prima scatta ad aprile) e semestrale se pubblico.

Solo che in quest’ultimo caso l’uscita si concretizzerà ad ottobre: una data che per la scuola è improponibile, e se non vi saranno deroghe (poco probabili al momento), i docenti, gli Ata e i dirigenti scolastici interessati a quota 100 saranno costretti a lasciare il servizio solo nel mese di settembre 2020.

Poi, rimane confermato il divieto di cumulo con l’attività lavorativa fino ai 67 anni.

L’assegno ridotto anche del 30%

Oltre all’avvio slittato molto in avanti e alla liquidazione, c’è poi la spada di Damocle riguardante la riduzione dell’assegno: al Governo continuano a dire che non si tratta di penalizzazioni, ma di fatto la pensione si potrebbe diventare decisamente light, con riduzioni sul lordo fino al 30% rispetto all’uscita a 67 anni o a 42 e tre mesi di contributi per le donne ed un anno ulteriore per gli uomini.

Per ha creduto in un ritorno alle regole pre-Fornero, si tratta di un “particolare” non da poco: per intenderci, un docente che a 67 anni avrebbe percepito un assegno di quiescenza di circa 1.800 euro nette, si ritroverebbe a 1.300 euro.

Il Governo: non c’è nessun problema

Certo, dal Governo si continua a minimizzare: per il leghista Massimo Garavaglia “non c’è nessun problema né per quota 100 né per le altre misure esistenti”, vale a dire Ape social (aperto nella scuola solo a educatrici dei nidi e maestre della scuola dell’infanzia), che si dovrebbe finanziare con alcuni fondi ‘avanzati’, e Opzione donna (che potrebbe però essere innalzata di un anno ma mantenendo il conteggio totale contributivo), il cui costo non sembra essere proibitivo.

Queste sembrano essere le linee generali: per i dettagli del testo bisognerà attendere gennaio e non entro la fine dell’anno come inizialmente ipotizzato e annunciato: solo allora, infatti, il Consiglio dei ministri dovrebbe recepire il decreto su quota 100, assieme al reddito di cittadinanza, che nel frattempo ha subito il taglio di 1,9 miliardi, scendendo a 7,1 miliardi di investimento complessivo.

Salvini: i tecnici dicono che è tutto ok, è Boeri che disinforma gli Italiani

Intanto, il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini continua a difendere il provvedimento: “Ho perso? Allora spero di perdere così tutte le volte”, ha detto a ‘Radio Anch’io’. “Ci sono più di 20 miliardi nel triennio per smontare la legge Fornero. Da zero a venti miliardi – ha aggiunto – E grazie a questa manovra 500 mila italiani potranno scegliere di andare in pensione prima. Se i tecnici dicono che i soldi per l’anno prossimo sono sufficienti io di loro mi fido. Sono estremamente felice di questo primo passo”.

Nella stessa giornata, sempre Matteo Salvini si è schierato ancora contro il presidente dell’Inps: “da mesi Boeri rema contro il governo e disinforma gli Italiani, difendendo una legge sciagurata come la Fornero. Perché per coerenza non si dimette e si candida alle primarie del Pd? Noi andiamo avanti sulla via del diritto al lavoro e alla pensione, problemi – ha concluso il ministro – che evidentemente Boeri non ha”.

Legge bilancio: arrivano (forse) il potenziamento per l’infanzia e un mini-fondo per le paritarie

Di Reginaldo Palermo

da La Tecnica della Scuola

Fra gli emendamenti alla legge di bilancio con qualche possibilità di essere approvati e di trasformarsi in disposizioni che potrebbero entrare in vigore con il nuovo anno va segnalato quello relativo all’organico di potenziamento della scuola dell’infanzia.
La proposta arriva dal senatore della Lega Mario Pittoni, presidente della Commissione Cultura del Senato.
“L’organico del personale docente della scuola dell’infanzia – recita l’emendamento – è incrementato di 1.200 unità, da destinare alla graduale generalizzazione del tempo normale nonché al potenziamento dell’offerta formativa”. 
Di conseguenza le risorse finanziarie destinate agli organici del personale docente vengono aumentate in proporzione.
Per la verità questo emendamento, e così tanti altri, è per ora una semplice proposta e non è affatto sicuro che venga accolto dal Governo.
Potrebbe fare la stessa fine che è toccata all’emendamento finalizzato all’aumento dei fondi alle scuole paritarie che proprio nel pomeriggio di giovedì 20 dicembre è stata ritenuto non ammissibile.
In proposito, però, il senatore Mario Pittoni fa sapere che resta tuttora in piedi un emendamento riguardante sempre l’aumento dei fondi per le paritarie (ma si tratta in questo caso delle sole scuole dell’infanzia e di una cifra molto più modesta).
Ed è ancora Pittoni a rendere noto che se l’emendamento sul potenziamento per l’infanzia dovesse essere respinto, resta sua intenzione lavorare per inserire la norma in uno dei primi provvedimenti urgenti da adottare dopo l’approvazione della legge di bilancio.
Ad ogni modo fra poche ore sarà finalmente possibile conoscere con maggiore precisione quali modifiche al testo originario del disegno di legge sul bilancio 2019 verranno recepite dal Governo.

Educazione fisica scuola primaria, 12 mila assunzioni nei prossimi anni

da La Tecnica della Scuola

Di Fabrizio De Angelis

Il 18 dicembre sulla ddl con delega al governo c’è stato il via libera all’educazione motoria nella scuola primaria. Il testo dovrà ora essere confermato in Senato.

Prima di tutto, bisogna sottolineare come le attività di educazione fisica alla scuola primaria non si svolgeranno in orario extracurricolare, come paventato in precedenza.

Inoltre, presso ogni istituto di istruzione primaria sarà costituito un gruppo di educazione motoria e sportiva formato dagli insegnanti di educazione motoria, con funzioni di programmazione, coordinamento, monitoraggio e verifica dell’attività.

L’idea alla base dell’istituzione dell’insegnante specifico di educazione fisica alle elementari, è quella di inserire nelle scuole laureati in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive ed adattative o in Scienze e tecniche dello sport o in possesso di titoli di studio equiparati.

I primi 5 anni di sperimentazione

Per vedere in pianta stabile il progetto attivato, all’interno delle 130 mila classi italiane di scuola primaria, passeranno cinque anni, secondo le stime. Nel frattempo si svolgerà una fase transitoria.

Le lezioni saranno svolte da 12 mila nuovi docenti, da selezionare ed assumere con un concorso ad hoc.

Infine, è ovvio che le scuole dovranno dotarsi necessariamente di una palestra: ad oggi, tuttavia, la maggior parte degli istituti di scuola primaria non ne è dotata ed in molti casi la palestra di cui sono dotati non sono a norma oppure necessitano di interventi di manutenzione.

Alunni disabili

Nelle classi in cui siano presenti alunni disabili è comunque prevista la figura dell’insegnante di sostegno, che svolge funzioni di supporto all’insegnante di educazione motoria.

Stesso trattamento degli altri maestri

Lo stato giuridico ed economico dell’insegnante di educazione motoria sarà lo stesso di quello degli altri colleghi della primaria e l’orario di servizio dell’insegnante di educazione motoria sarà pari a ventidue ore settimanali, con un minimo di due ore di insegnamento in ciascuna classe.

Monitoraggio degli USR

Gli uffici scolastici regionali effettueranno un monitoraggio costante dello stato di attuazione della presente legge e trasmettono annualmente, entro il 30 settembre, i relativi dati al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, agli enti locali, alle organizzazioni sindacali, nonché agli enti di promozione sportiva e alle associazioni sportive presenti sul territorio.

Anagrafe Studenti a.s. 2018/2019: aperta la partizione dedicata agli studenti con disabilità

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Con nota 2522 del 19 dicembre 2018 il Miur ha comunicato che le istituzioni scolastiche dovranno obbligatoriamente inserire nella partizione dell’Anagrafe Nazionale Studenti dedicata agli studenti con disabilità, entro la data di apertura delle funzioni di Organico, tutte le informazioni indispensabili per l’espletamento delle procedure necessarie alla definizione dell’organico di sostegno e all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità.

Le scuole devono pertanto inserire le informazioni relative alle seguenti sezioni:

  • Dati certificazione medica;
  • Presenza agli atti della scuola di P.D.F. (Profilo Dinamico Funzionale) e di P.E.I. (Piano Educativo Individualizzato);
  • Misure di sostegno: personale e ore settimanali di sostegno.

Per le scuole è facoltativo il caricamento delle copie scansionate delle certificazioni (Verbale di accertamento, Diagnosi Funzionale, Profilo Dinamico Funzionale e PEI), comunque prive degli elementi identificativi degli alunni con disabilità.

La richiesta dell’organico di sostegno per l’a.s. 2019/2020 da parte del Dirigente scolastico e la relativa assegnazione da parte dell’USR avverrà, come di norma, mediante l’utilizzo dell’apposita funzione SIDI, ove saranno visibili anche dati di sintesi provenienti dalla partizione di Anagrafe e dalle procedure di Iscrizioni on-line.

Progettazione e gestione PON, iscrizioni al corso di formazione entro il 22 dicembre

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

C’è tempo fino al 22 dicembre 2018 per iscriversi al corso di formazione online gratuito dal titolo “Progettazione e gestione degli interventi finanziati con il PON Per la Scuola 2014-2020.

Il corso, voluto dal MIUR – Direzione Generale per interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l’istruzione e per l’innovazione digitale e svolta in collaborazione con l’Indire, si rivolge ai dirigenti scolastici, ai docenti, ai Dsga e al personale tecnico-amministrativo di tutte le scuole pubbliche italiane.

L’obiettivo è spiegare come utilizzare il sistema GPU 2014-2020 al fine di gestire e documentare correttamente i progetti finanziati con i fondi del PON Per la Scuola.

Il percorso di formazione on-line partirà i primi mesi del 2019 e si strutturerà in 5 moduli di 3 ore ciascuno, per una durata complessiva di 15 ore.

Per ottenere la certificazione finale i partecipanti dovranno concludere almeno 3 moduli (9 ore) così articolati:

  • 2 moduli obbligatori, ciascuno dei quali prevede 1 ora e mezzo di studio in autonomia e 1 ora e mezzo di webinar in modalità sincrona. Le attività di formazione saranno arricchite da materiali di approfondimento, video e risorse digitali.
  • 1 modulo opzionale, per un totale di 3 ore di studio in autonomia.

Sarà compito del Dirigente scolastico iscrivere online il personale interessato della propria scuola entro la suddetta scadenza.

Vacanze di Natale, Bussetti manda gli auguri e invita a dare pochi compiti agli studenti

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

E’ arrivata la circolare preannunciata la scorsa settimana dal Ministro Bussetti. Un circolare con cui il numero uno di viale Trastevere manda gli auguri a tutti, dal personale agli alunni, ma che contiene la “raccomandazione” sui compiti per le vacanze che ha fatto storcere il naso a molti: “invito il corpo docente a riflettere, anche collegialmente, sul carico di compiti che saranno assegnati durante le vacanze. Ritengo importante che i nostri ragazzi abbiano il tempo per ritemprarsi e svagarsi, stare con i propri cari, curare le proprie passioni, divertirsi, leggere, ascoltare musica, andare a vedere una mostra, praticare uno sport”.

La Tecnica della Scuola ha raccolto sul tema l‘opinione dei propri lettori tramite una rilevazione istantanea su Facebook.

Ecco il testo integrale della circolare Marco Bussetti

Il Natale è simbolo di vita e amore. Nelle celebrazioni natalizie si festeggia l’uomo e la bellezza delle relazioni umane. È una tradizione fondamentale per il nostro Paese, che va custodita e sulla quale è opportuno riflettere attentamente.

 

Desidero rivolgere a tutti voi un augurio di pace e serenità. Spero di cuore che queste feste siano un’occasione di condivisione e gioia, e che portino con sé il piacere del tempo trascorso con le vostre famiglie e le persone alle quali volete bene.

Pertanto, nel rispetto dei principi costituzionali della libertà di insegnamento e dell’autonomia scolastica, invito il corpo docente a riflettere, anche collegialmente, sul carico di compiti che saranno assegnati durante le vacanze. Ritengo importante che i nostri ragazzi abbiano il tempo per ritemprarsi e svagarsi, stare con i propri cari, curare le proprie passioni, divertirsi, leggere, ascoltare musica, andare a vedere una mostra, praticare uno sport.

Auguri a tutti coloro che dedicano le loro energie al servizio della scuola, con l’auspicio che, dopo il meritato e salutare riposo, il nuovo anno 2019 sia colmo di soddisfazioni: per i ragazzi grazie all’impegno nello studio e per gli educatori nel quotidiano lavoro formativo svolto per i giovani con spirito di servizio e dedizione.

Invito tutti ad avere cura delle relazioni che ci costituiscono come uomini e delle persone con cui condividiamo la nostra vita, in famiglia, nelle amicizie, nel lavoro. La pace è un’armonia che nasce dalla mediazione e dall’impegno costante di tutti noi.

Costruiamo ponti con gli altri, rivolgiamo un sorriso a chi ci circonda, uniamoci di fronte ai problemi e alle difficoltà. Dedichiamo un po’ del nostro tempo per il prossimo. Bastano piccoli gesti per infondere fiducia e speranza negli altri. In una parola: amore.