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Accademia dei Lincei
Archivi giornalieri: venerdì 18 Gennaio 2019
Non basta la versione
Non basta la versione. Qualche riflessione sulla seconda prova scritta dell’esame di Stato nel Liceo Classico
di Piervincenzo Di Terlizzi
Con la proclamazione, nella diretta Facebook del Ministro Bussetti, delle materie oggetto della seconda prova scritta, si presenta una nuova occasione mediatica per accorgersi che l’esame di Stato del secondo ciclo –per tantissimi, ancora, di “maturità” è cambiato in alcune parti fondamentali, e per dare evidenza ad alcuni di questi cambiamenti. Si parlerà ancora della prova d’italiano e dei mutamenti per la seconda prova scritta allo scientifico e al classico. Di quest’ultima vorrei dire due cose.
Nel mio percorso di formazione, mi è capitato due volte che mi siano state richieste prestazioni più articolate della versione, e si è trattato delle occasioni più importanti, per varie ragioni. La prima volta è stata – ero all’ultimo anno del Liceo – al Certamen Classicum Florentinum, quando, oltre che la traduzione dal greco al latino, svolsi anche un libero commento al testo; la seconda volta, al concorso ordinario, dove pure mi fu chiesta la versione dal greco al latino con commento, e, per latino, una traduzione con commento. Che, insomma, la versione da sola non bastasse, era cosa nota alla scuola italiana anche in tempi persino remotamente passati.
Nella parte iniziale del mio percorso da docente, nell’ambito dell’insieme di sperimentazioni “Brocca” per i Licei classici (argomento che meriterebbe riflessioni a sé stanti), anche la seconda prova scritta dell’esame, molto cautamente peraltro, prevedeva una sezione (aggiuntiva) di commento, oltre che la versione. Più in generale, la necessità di arrivare ad una modificazione delle richieste della seconda prova scritta è stato, semplicemente, da anni elemento condiviso tra docenti, di pari passo con il bisogno di ridefinire, anche in termini di allineamento scientifico, il curricolo delle competenze linguistiche in greco e latino.
A giugno ci sarà, dunque, la nuova prova, che potremmo definire “traduzione con contestualizzazione”, per la quale alcuni primi esempi sono stati forniti dal Ministero a dicembre: sezioni d’inquadramento iniziale e finale, un alleggerimento della quantità di testo da tradurre, confronto con un testo dell’altra lingua (per la prova mista “latino-greco”, come sarà quest’anno), quesiti di comprensione, analisi e interpretazione personale. Gli esempi forniti dal MIUR ricalcano tipologie di prove ben presenti nella pratica didattica dei Licei e nella consapevolezza dei docenti.
In termini generali, si può dire che le varie sezioni di cui si compone la “nuova” prova permettono di disporre di più indicatori di competenze valutabili e, soprattutto, valorizzabili, linguistiche e non solo, rispetto alla traduzione. La traduzione stessa, in fase di riflessione e commento, diventa oggetto di un pensiero ulteriore da parte dello studente. In buona sostanza, già queste semplici considerazioni possono compensare le varie screziature dei timori di novità, spesso più emotive che sostanziali.
Esame di stato è una roulette russa. Va abolito!
La nuova maturità si fa sempre più vicina e terrorizza sempre più studenti. In particolare oggi, giorno in cui si è ufficializzato il già annunciato incubo della “doppia materia” in seconda prova. Matematica e fisica allo scientifico, greco e latino al classico.
“Questa impostazione maldestra e raffazzonata dell’esame di stato è l’ennesima conferma: sperimentano sulla pelle degli studenti.” Dichiara Giammarco Manfreda, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi. “Ogni anno si annuncia un cambiamento diverso di questo esame che non ha alcun senso di esistere: serve solo per coronare 5 anni di dannosa valutazione numerica e a dare una scusa alle università per ridurre le possibilità di accesso.”
“La doppia materia in seconda prova confonde gli studenti e ne limita la preparazione. L’orale, se possibile, è ancora più ridicolo. Eliminata la tesina, unico momento di libera espressione e allenamento alla ricerca, il candidato dovrà pescare una tra tre buste con degli “spunti” da cui iniziare il colloquio. Questa maturità sembra più una roulette russa che una prova dotata di un qualche senso. Va abolita una volta per tutte, insieme ai voti numerici. Oggi per questo manifestiamo davanti agli Uffici Scolastici Regionali!” Conclude Manfreda.
STIPENDI DOCENTI E SCATTO 2013
STIPENDI DOCENTI E SCATTO 2013, GILDA LANCIA PETIZIONE A PALAZZO CHIGI
“Scongelare” lo scatto di anzianità del 2013 e incrementare gli stipendi dei docenti utilizzando anche le risorse destinate dalla famigerata legge 107/2015 al finanziamento del bonus merito. La Gilda degli Insegnanti inizia il nuovo anno rilanciando i temi economici più sentiti dalla categoria e lo fa promuovendo una petizione indirizzata al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Le firme verranno raccolte in tutte le scuole d’Italia e anche online attraverso la piattaforma https://www.change.org/p/giuseppe-conte-stipendi-pi%C3%B9-alti-per-gli-insegnanti
“Negli ultimi anni – spiega il sindacato – i docenti hanno subito una sostanziale diminuzione di prestigio, anche a causa della significativa riduzione del potere di acquisto degli stipendi. Buste paga sempre più leggere hanno portato gli insegnanti italiani a diventare fanalino di cosa nell’impietoso confronto con tutti gli altri dipendenti pubblici e con gli insegnanti degli altri Paesi europei”. Secondo i dati Ocse ed Eurydice, gli stipendi dei docenti in Germania sono praticamente il doppio rispetto a quelli italiani, per tutti i gradi di scuole e per tutte le anzianità, e molto al di sopra della media europea; anche in Spagna le retribuzioni, soprattutto quelle iniziali, si collocano al di sopra della media europea. La Francia ricalca l’andamento europeo, ma con le retribuzioni intermedie più basse, mentre l’Italia si mantiene allineata al livello europeo fino all’anzianità di servizio di 15 anni ma segna un netto calo a fine carriera.
“Per cambiare questa situazione indecorosa – afferma Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – occorre investire maggiori risorse nel rinnovo del contratto, a partire dai fondi del bonus merito che, secondo Di Meglio, “non è un sistema che consente di premiare un bravo insegnante: è un incremento del fondo di istituto con soldi messi a disposizione del dirigente per premiare chi fa progetti – dice senza mezzi termine il coordinatore della Gilda -. Noi abbiamo proposto che le somme stanziate con la legge 107 per il bonus merito vengano utilizzate per dare un minimo di incremento di stipendio agli insegnanti. Se ci sono soldi, che non vengano sprecati”.
Riguardo, poi, allo scippo dello scatto di anzianità 2013, la Gilda sottolinea che il blocco ha effetti su tutti perché ha spostato in avanti di un anno la progressione, con danni consistenti e irreversibili su stipendio e previdenza stimabili mediamente in 7000 euro nell’arco della carriera lavorativa.
Reddito di cittadinanza: la bufala della disabilità
“Uno degli impegni più severi nelle prossime ore sarà quello di spiegare alla nostra gente come – al di là degli annunci e dei giochi con i numeri e le parole – la disabilità sia stata ignorata nel decreto sul reddito di cittadinanza.” Così commenta Vincenzo Falabella, Presidente FISH, il testo del decreto legge approvato ieri sera in Consiglio dei Ministri e su cui FISH aveva chiesto con decisione emendamenti volti a migliorarne i contenuti che non sono stati accolti nemmeno in minima parte.
“Alle moltissime persone che già ci contattano in queste ore andrà innanzitutto spiegato che l’annunciato aumento delle pensioni diinvalidità non trova alcuna concretezza nella misura approvata dal Governo.”
Ma non è tutto: per come è articolato il testo, i nuclei in cui sono presenti persone con disabilità, titolate di pensione di invalidità civile, verranno inequivocabilmente trattati meno favorevolmente delle famiglie in cui non sia presente una persona non autosufficiente o con disabilità. E questo a identica situazione di povertà assoluta.
“Perché? Il gioco è molto semplice: – prosegue Falabella – vengono considerate alla stregua di un reddito le stesse pensioni di invalidità, criterio che avevamo chiesto fosse espunto dal decreto. Inoltre nessun coefficiente aggiuntivo considera la presenza di una persona disabile nel nucleo.” L’apparente contrasto sul “nodo disabili” fra le due forze di maggioranza non ha prodotto alcuna modificazione sostanziale alla bozza del decreto.
Il Ministro Di Maio però ha dichiarato che il reddito di cittadinanza riguarda anche circa 250mila nuclei in cui sia presente una persona con disabilità. “Si gioca con i numeri: in Italia, e ce lo dice ISTAT, esistono 1.700.000 nuclei in condizione di povertà assoluta. Questi rappresentano, per dichiarazione dello stesso Governo, la platea dei beneficiari del reddito e della pensione di cittadinanza. All’interno di quei nuclei poveri assoluti vi sono anche persone con quella disabilità che è una delle prime cause di impoverimento. Quando il Governo, in tutte le sue componenti, è stato messo alle strette dalle nostre serrate critiche, il Ministero del Lavoro ha effettuato un sommario controllo sulla banca dati ISEE scoprendo che vi è un numero consistente di famiglie sotto la soglia di 9.360 euro con una persona con disabilità al loro interno. Appurato tardivamente ciò, invece di elaborare risposte congruenti, ha usato il dato a fini propagandistici lasciando inalterati quei criteri che trattano meno favorevolmente proprio quei nuclei.”
I risultati sono quindi evidenti: nessun propagandato aumento delle pensioni di invalidità e l’importo del reddito di cittadinanza sarà, in tutti i casi, più basso quando in famiglia c’è un disabile, un titolare di pensione sociale, un giovane che percepisce una borsa lavoro.
“Di fronte a queste evidenze – conclude il presidente Falabella – non ci resta che chiamare a raccolta le nostre associazioni e tutte le organizzazioni dell’impegno civile e chiedere con forza al Parlamento di censurare e modificare quel testo visto che il Governo ha pedissequamente ignorato ogni ragionevole richiesta di emendamento!”
Scuola, ecco i furbetti dell’anticipo negli istituti paritari
Salvo Intravaia
Le iscrizioni sono in corso, e tra le scelte cui le famiglie sono chiamate una delle più importanti riguarda l’opzione del cosiddetto “anticipo”, introdotto dalla Gelmini nella omonima riforma del 2008: la possibilità di iscrivere i bambini particolarmente dotati in prima elementare a 5 anni e mezzo. La norma attuale, per l’esattezza, consente di iscrivere alla primaria i bambini che compiono i sei anni entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento. Sono i genitori a stabilire se fare esordire anticipatamente i figli nella scuola dell’obbligo. Anche se le maestre della scuola dell’infanzia consigliano mamme e papà sul punto, e spesso si pronunciano negativamente.
Ma per i fanatici dell’anticipo, che – magari per pochi giorni – non rientrano nell’opzione, una scappatoia c’è. Basta rivolgersi a qualche scuola paritaria compiacente che accetta di iscrivere ugualmente in prima anche i bambini che festeggiano il sesto compleanno dopo il 30 aprile. Del resto, pensano i genitori, perché penalizzare un bambino che compie sei anni magari il primo o il due maggio? Ma a proposito delle iscrizioni all’anno scolastico 2019/2020, che si chiuderanno il prossimo 31 gennaio, il Miur ribadisce attraverso il proprio sito che “non è consentita, anche in presenza di disponibilità di posti, l’iscrizione alla prima classe della primaria di bambini che compiono i sei anni successivamente al 30 aprile 2020”.
La possibilità di aggirare l’ostacolo, per le scuole paritarie (solo alcune), è determinata dal fatto che l’iscrizione alla classe prima avviene obbligatoriamente online per le sole scuole statali. “Mentre – continua il ministero dell’Istruzione – per le scuole paritarie resta sempre facoltativa l’adesione al sistema delle Iscrizioni online”. E quasi sempre queste scuole preferiscono il più tradizionale modulo cartaceo da compilare e consegnare personalmente.
Ecco quindi la scappatoia: anche perché, una volta che i bambini sono stati iscritti in prima sotto età e promossi per diversi anni, nessuno si sogna più di obiettare nulla nei gradi successivi d’istruzione. Nel 2016/2017 erano ben 1.635 i bambini che frequentavano la seconda elementare e che festeggiavano il compleanno dopo il 30 aprile 2017. Ed erano quasi quasi 1.900 nell’anno precedente, il 2015/2016.
Pensioni quota 100, solo per i lavoratori della scuola varrà tutto il 2019? Si attende la Circolare Inps
Quota 100, sì del Consiglio dei ministri: 30 mila euro cash di Tfr, in pre-pensione un milione di lavoratori
Concorso Dsga, scadenza domande il 27 o il 28 gennaio?
Nota 18 gennaio 2019, AOODGOSV 1182
Agli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Italiana di
BOLZANO
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Tedesca di
BOLZANO
all’Intendenza Scolastica per la Lingua Ladina di
BOLZANO
alla Provincia di Trento Servizio Istruzione
TRENTO
alla Sovrintendenza agli Studi per la Regione Autonoma della Valle D’Aosta
AOSTA
ai Dirigenti scolastici dei Licei artistici
LORO SEDI
Oggetto: Progetto nazionale “Seminari sulle Indicazioni Nazionali per i Licei Artistici”
Nota 18 gennaio 2019, AOODGSIP 213
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione
Ai Dirigenti Scolastici delle scuole di ogni ordine e grado
LORO SEDI
e, p.c.
Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Trento
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola località Ladine
Bolzano
Al Sovrintendente degli Studi per la Regione Valle d’Aosta
Aosta
Oggetto: Protocollo d’intesa tra il MIUR e la PCM – Dipartimento per le politiche antidroga – siglato in data 7 agosto 2017 e successivo accordo di collaborazione ex art. 15 della legge n. 241 del 1990 sottoscritto in data 18 dicembre 2017. Avvio del piano di formazione per i docenti.
Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 15
Nota 18 gennaio 2018, AOODGRIC 930
Alle Università
Agli Enti Pubblici di Ricerca
Alle Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado
OGGETTO: Lancio della XXVIII Settimana della Cultura Scientifica e Tecnologica.
Decreto Ministeriale 18 gennaio 2019, AOOUFGAB 37
Discipline oggetto della seconda prova scritta, eventuale disciplina oggetto di una terza prova scritta per specifici indirizzi di studio e modalità organizzative relative allo svolgimento del colloquio, ripartizione del punteggio delle tre prove scritte, ove previste per specifici indirizzi di studio
Nota 18 gennaio 2019, AOODGOSV 1149
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione – Ufficiop VI
Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
AI Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
SEDE
AI Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Trento
AI Sovrintendente Scolastico per la Provincia Autonoma di Bolzano
AI Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
LORO SED
Oggetto: Istruzione degli adulti e apprendimento permanente – Avvio III annualità del Progetto “EduFinCPIA” – Trasmissione linee Guida III Edizione a.s. 2018/2019