Innovazioni contrattuali, legislative ed amministrativo-contabili

“Innovazioni contrattuali, legislative ed amministrativo-contabili per dirigenti scolastici, direttori dei servizi generali e amministrativi, assistenti amministrativi e dirigenti sindacali Snals” è stato il tema di un seminario di formazione promosso dallo Snals Puglia, nell’Hotel Parco dei Principi, a Bari.

Il convegno è iniziato con l’intervento di Chiara de Bernardo, segretario regionale Snals Puglia, che si è occupata dei saluti, dell’introduzione al seminario e del coordinamento dei lavori. Sono seguiti gli interventi di Elvira Serafini, segretario generale nazionale Snals Confsal, sulla situazione politico-sindacale; di Anna Cammalleri, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Puglia, sul sistema scuola, il punto di vista della Puglia; di Francesca Busceti, dirigente del Miur, Ufficio IX, Dgruf, sul nuovo regolamento di contabilità; in video, è stato proiettato l’intervento di Salvatore Giuliano, sottosegretario di Stato al Miur, sulle innovazioni legislative della scuola. Nel pomeriggio, i lavori sono ricominciati con Giovanni de Rosa, responsabile nazionale Snals dirigenti scolastici, intervenuto sul nuovo contratto della dirigenza – area istruzione e ricerca; sono seguiti gli interventi dei partecipanti e il confronto con i relatori.  
L’appuntamento ha rappresentato per lo Snals Puglia un momento importante di confronto con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con le istituzioni e con i referenti e i vertici dello stesso sindacato, per approfondire le innovazioni sui temi del contratto e della gestione amministrativa della scuola e per fornire uno strumento di formazione ai partecipanti su tutte le novità legislative ed amministrativo-contabili. 

“Applicare una nuova norma comporta tante problematiche – ha dichiarato il segretario regionale Snals Puglia Chiara de Bernardo -. Per queste ragioni, abbiamo creato questa giornata di formazione, affinché la dirigenza, i direttori e tutto il personale della scuola possa comprendere meglio l’applicabilità della nuova norma, con la presenza e l’intervento dei relatori esperti; abbiamo discusso in particolare della nuova norma contrattuale sulla dirigenza, sulla sua applicabilità e sulle relative responsabilità. Come sindacato Snals, intanto, abbiamo ribadito anche in questa giornata che faremo sempre gli interessi del popolo della scuola e dei nostri iscritti, al loro fianco”. 

Prosegue intanto il confronto con il governo e riparte una nuova fase contrattuale. Elvira Serafini, segretario generale nazionale Snals, ha spiegato: “La situazione attuale lascia qualche preoccupazione seria, poiché la legge di bilancio non prevede grandi risorse per tutto il comparto (istruzione, ricerca, università e Afam). Ho detto in precedenti incontri al ministro Bongiorno e al presidente del Consiglio dei ministri Conte che la situazione è insoddisfacente; siamo pronti a rivendicare il nuovo contratto. Il 31 dicembre è stato dichiarato in scadenza il precedente contratto che lo Snals non aveva firmato. Oggi aspettiamo una nuova fase contrattuale, ma auspichiamo che ci siano risorse adeguate (non venti o trenta euro in più). Speriamo di poter ottenere qualcosa in più. Il governo ha promesso nuove risorse. Siamo pronti ad essere attenti a tutte le eventuali rivendicazioni che andremo a fare nei mesi prossimi e a sollecitare la nostra base a continuare a seguirci”.

Disabilità e lavoro

InVisibili del 01-02-2019

Disabilita’ e lavoro: cinque regole per rimediare a un fallimento

Solo il 18% dei disabili è occupato in un lavoro rispetto al 58,7% del resto della popolazione. Sta tutto in questi numeri il “fallimento” di una legge nata con grandi obiettivi, tra le più avanzate in Europa, che, però, non è stata in grado di attuare un cambiamento culturale tra gli imprenditori. La legge 68/99 è diventata praticamente lettera morta, poco efficace, spesso inapplicata forse perché non sono state comprese fino in fondo le sue potenzialità, forse perché è più semplice “pagare le multe” piuttosto che accettare la sfida di creare occupazione.

Le norme ci sono, manca la cultura, si diceva. Alcuni tentativi per avvicinare il mondo degli imprenditori a quello dei disabili sono stati fatti, da ultimo l’apprezzabile lavoro svolto con il un canale dedicato al mondo della disabilità sul social network principe per i professionisti Linkedin.

E anche Invisibili ha deciso di insistere sul tema chiamando a collaborare Daniele Regolo, fondatore di Jobmetoo, società di consulenza e recruiting di persone con disabilità e appartenenti alle categorie protette, che stimolato sul tema ha proposto un piano di azione per il superamento della legge 68. Una provocazione? Anche, ma soprattutto tanta sostanza. Apriamo il dibattito.

5 PROPOSTE DI JOBMETOO:

1) Studiare un percorso verso la graduale abolizione dell’obbligo di assunzione delle persone con disabilità. È fin troppo evidente che dal mondo delle imprese tale imposizione viene recepita, e di conseguenza elaborata, con riluttanza, sfiducia, pessimismo. Le imprese più virtuose, quelle che sono disposte ad assumere al di là dell’obbligo, avvertono comunque un peso “morale” forte. Al contempo, il candidato che entra in azienda con questi presupposti non può aspettarsi un trattamento veramente alla pari degli altri dipendenti. Eliminare l’obbligo significa rimodulare l’incontro tra azienda e candidato su una base diversa e più moderna, soprattutto più equa. L’incontro deve avvenire esclusivamente sulle competenze e sulla reale compatibilità tra condizione del lavoratore e necessità dell’azienda. Il sistema dovrebbe diventare premiante: tanto più l’Azienda assume persone con disabilità, tanto maggiori saranno gli incentivi e le agevolazioni fiscali.

2) Rendere la normativa anti discriminazione molto stringente. Deve inoltre essere riscritta rovesciando la prospettiva attuale: nessun lavoratore è considerato da tutelare o proteggere – in riferimento alla sua autodeterminazione – ma nessun lavoratore può essere discriminato. Al contempo occorre istituire un fondo che consenta al lavoratore discriminato di poter tutelare la propria posizione. Il tutto nei limiti dell’”accomodamento ragionevole”, uno strumento estremamente avanzato che deve essere maggiormente diffuso ed esteso.

3) Obbligatorietà di un Disability manager a supporto delle Aziende private. Figura autonoma rispetto agli altri manager, il Disability manager rappresenta lo strumento per includere la disabilità nella cultura aziendale. Il vecchio processo, che vedeva “il disabile che entra in azienda accompagnato da esperti, psicologi, associazioni, tutor, interpreti…” deve evolvere in un nuovo processo: “il disabile viene accolto in azienda, nella quale entra con le proprie gambe e senza essere accompagnato (fin quando possibile)”. Il Disability manager è colui che opera per creare le condizioni affinché il lavoratore disabile possa agire nel pieno delle sue potenzialità, diventando una risorsa produttiva, e parimenti aiuta l’Azienda di cui fa parte a capire e gestire la disabilità in maniera naturale e senza traumi.

4) Creare un fondo ad hoc per gli “Accomodamenti ragionevoli” ovvero per l’acquisto e il finanziamento di strumenti, soluzioni, ausili e quanto sia necessario per consentire alla persona con disabilità di esprimere il suo potenziale e le sue abilità nel contesto aziendale. L’accomodamento ragionevole è stato Introdotto dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ripreso dalla Direttiva 2000/78/CE e ridefinito in Italia dal D. Lgs. 151/15, rappresenta l’anello mancante per mettere il lavoratore con disabilità nelle condizioni di agire in condizioni di pari opportunità.

5) Valorizzare la rete e i servizi territoriali. Il grande patrimonio rappresentato dalle Associazioni di disabili, che posseggono tra l’altro un know how di alto valore (spesso non adeguatamente noto), e dal mondo delle cooperative (canali ideali per gestire, dal punto di vista lavorativo, le disabilità più complesse attraverso servizi che forniscono alle aziende in outsourcing, come avviene oggi con ex Art. 14) riceve impulso dalla presenza del Disability manager che, dalla sua posizione privilegiata, conosce queste realtà e può supportarle valorizzandole al meglio, nel segno di un legame sempre più forte tra Azienda e territorio di riferimento.

Il curricolo digitale verticale

Il curricolo digitale verticale
L’USR per l’Umbria ancora una volta all’avanguardia

Un altro importante obiettivo è stato raggiunto, per la diffusione e il confronto tra dirigenti scolastici, animatori digitali e docenti di ogni ordine e grado, dall’Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria, con la pubblicazione dei materiali sul curricolo digitale verticale e il seminario tenutosi nei giorni scorsi a Perugia.
Plauso alla dirigente regionale Antonella Iunti e ai docenti dello staff regionale, coinvolti nel processo di innovazione in cui è impegnata, da tempo, la scuola italiana che richiede il potenziamento – non più rinviabile – delle competenze chiave, funzionali all’esercizio di una piena cittadinanza e all’apprendimento permanente, in una logica di continuità verticale.
L’USR per l’Umbria ha progettato e realizzato un percorso di accompagnamento per le scuole, anche grazie alla consolidata collaborazione e al supporto scientifico della prof.ssa Floriana Falcinelli, dell’Università degli Studi di Perugia, che ha condiviso, con gli animatori digitali, lo “sfondo concettuale”, con lo scopo precipuo e inderogabile di una “cultura del digitale”.
Rilevante è stato anche il collegamento con la Regione dell’Umbria che, con DigiPass, sta promuovendo, in sinergia con queste attualissime tematiche, un’operazione di sistema con l’utilizzo, tra l’altro, di una community degli animatori digitali dell’Umbria e l’utile archivio di buone pratiche.
Riprendendo le competenze chiave per l’apprendimento permanente, raccomandate dal Consiglio d’Europa nel maggio scorso, si è cercato di promuovere il confronto sulle competenze alfabetiche, matematiche e digitali con la capacità di risoluzione dei problemi, il pensiero critico, la capacità di cooperare, la creatività. Competenze definite come una combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti esaminati lungo l’intero iter, di natura formativa e sperimentale nello stesso tempo, che rappresenta un’azione assolutamente puntuale e lungimirante, finalizzata a fornire supporto agli animatori digitali, alle scuole, ai docenti tutti, in vista dell’applicazione delle Linee Guida per la certificazione delle competenze e del loro raccordo con i recenti documenti europei riguardo alle competenze digitali.
Nel complesso sono stati prodotti un documento contenente i traguardi di competenza al termine della scuola primaria e della secondaria di primo grado, con una proposta di allineamento fra i livelli contenuti nei modelli di certificazione nazionali e quelli del Framework europeo DigComp (Digital Competence Framework for Citizens), un modello di progettazione per i compiti di realtà, con la relativa griglia di osservazione e oltre sessanta esempi di compito, che coprono quasi totalmente i ventuno traguardi di competenza appartenenti alle cinque aree del DigComp.
Pubblicato un Kit, liberamente scaricabile dal sito dell’USR, in una nuova pagina tematica dedicata, che contiene, tra l’altro, un modello base, le rubriche di valutazione e l’autobiografia cognitiva dello studente, insieme ad un innovativo ebook che documenta il lavoro svolto finora.
L’USR per Umbria ha voluto svolgere il proprio ruolo di supporto puntando ad offrire riferimenti e strumenti immediatamente spendibili nel primo ciclo e, in futuro, anche nel secondo, con lo sviluppo del percorso del curricolo digitale. Indispensabile appare ora l’allargamento al secondo ciclo, proprio per dare continuità verticale al curricolo e per potenziare adeguatamente la competenza digitale dei futuri cittadini.
Il seminario umbro è stato anche occasione di riflessione sul raccordo con il primo ciclo e integrazione nel curricolo del primo biennio, per portare gli studenti ad un livello almeno intermedio di competenza digitale entro il termine dell’obbligo scolastico, sul consolidamento e potenziamento nel successivo triennio, con particolare attenzione per il rapporto fra la competenza digitale e i “Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento” e sull’allineamento con l’impostazione del nuovo esame di Stato presentato dal MIUR nei giorni scorsi.

Prof.ssa Marta Bartoli, incaricata presso USR per l’Umbria


Concorso DSGA, commissioni esaminatrici: le scadenze per presentare domanda

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

La Commissione esaminatrice del concorso per DSGA è nominata con decreto del dirigente preposto all’Ufficio scolastico regionale per la regione di competenza. È composta da un presidente e due componenti e può comprendere anche soggetti collocati in quiescenza da non più di tre anni, dalla data di pubblicazione del Bando. In sede di prova orale, alla commissione è aggregato un componente esperto in lingua inglese e da un ulteriore componente esperto in informatica.

Il presidente è scelto tra i consiglieri di Stato, o tra i magistrati o avvocati dello Stato di corrispondente qualifica, o tra i dirigenti generali od equiparati.

I componenti invece sono designati uno fra i dirigenti scolastici, i dirigenti amministrativi e tecnici dei ruoli del MIUR con un’anzianità, nei ruoli dirigenziali, di almeno cinque anni; uno tra i DSGA con una anzianità nel ruolo di almeno cinque anni.

I componenti aggregati esperti di lingua inglese sono designati tra i docenti di ruolo nella classe A-24 o A-25, purché in possesso di almeno cinque anni di servizio specifico. I componenti aggregati esperti di informatica sono designati tra i docenti di ruolo abilitati nell’insegnamento della classe di concorso A-41, purché in possesso di almeno cinque anni di servizio specifico.

Le funzioni di segretario sono svolte da personale appartenente al personale amministrativo della terza area.

Qualora i candidati che abbiano sostenuto le prove scritte superino le 1.000 unità, le commissioni esaminatrici possono essere suddivise in sottocommissioni con l’integrazione di un numero di componenti, unico restando il presidente, pari a quello delle commissioni originarie e di un segretario aggiunto. A ciascuna delle sottocommissioni non può essere assegnato un numero di candidati inferiore a 500.

In proposito, gli USR stanno pubblicando i bandi e i modelli per presentare domanda per le commissioni del Concorso Dsga.

Ecco le scadenze previste:

Erasmus plus, prorogata al 12 febbraio la scadenza della mobilità

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

La Commissione europea ha comunicato che, per via del persistere di problemi tecnici nei moduli di candidatura webform, la scadenza del 5 febbraio è prorogata di una settimana: la nuova scadenza è il 12 febbraio, ore 12.00.

Il nuovo termine riguarda le seguenti azioni:

ISTRUZIONE SCOLASTICA

– KA101 Mobilità del personale della scuola

UNIVERSITÀ ISTRUZIONE SUPERIORE
– KA103 Mobilità di studenti e staff tra paesi del programma
– KA107 Mobilità di studenti e staff da e verso paesi partner
– KA108 Accreditamento Consorzi per mobilità HE

 

EDUCAZIONE DEGLI ADULTI
– KA104 Mobilità dello staff impegnato nell’educazione degli Adulti

FORMAZIONE PROFESSIONALE VET
– KA102 Mobilità Staff e Learners
– KA116 Mobilità Staff e Learners con Carta della Mobilità

GIOVANI
– KA105 Mobilità dei Giovani e degli Animatori giovanili
– KA205 Partenariati strategici nel settore della Gioventù
– KA347 Progetti di dialogo giovanile

La scuola di Piera

La scuola di Piera

di Maurizio Tiriticco

Piera Guglielmi dirige da anni una scuola media del centro di Roma, che tutti conoscono come il “Viscontino”, perché non si confonda con il “Visconti”, antico e prestigioso liceo classico del centro della città. E la dirige con rara professionalità e spirito costantemente innovatore. Recentemente ha consigliato i suoi insegnanti di non assegnare ai loro alunni voti inferiori al quattro per non rischiare di indurre in loro atteggiamenti e comportamenti che potrebbero non aiutarli nella via di un necessario miglioramento. Ovviamente, il “consiglio” implica operazioni più articolate che non conosco. Ma a Piera, di cui conosco da anni il valore e la professionalità, ho scritto quanto segue:
Cara Piera! Sai come me che la cosa migliore sarebbe una scuola senza voti! In cui si studia e si lavora, purché si abbiano insegnanti capaci di rendere la disciplina di competenza appetibile, interessante, e piacevole anche! In realtà, come sai, conoscere sempre nuove “cose” non solo è necessario, ma è anche piacevole. Come farebbero i nostri bambini a cliccare messaggini se non conoscessero l’alfabeto e come si costruiscono le parole? O ad acquistare la merendina, se non conoscessero i numeri? In realtà, un alunno che ha sempre odiato la storia, poi da grande ha un enorme piacere di andare in Grecia e visitare i luoghi in cui i nostri progenitori hanno fondato la demo/crazia, parola greca. E chi ha odiato la geo/grafia, apprende velocemente e da solo a trovare mappe sul cellulare domani che va in visita a Firenze o a Venezia o a Londra! Londra! Come fai a non biascicare un po’ di inglese, quello che a scuola un insegnante a volte poco capace –e in tempi assurdi, due ore alla settimana, o una di più – ti ha fatto più odiare che piacere? E se vai negli Usa, come fai a cambiare euro in dollari, se non sai contare?
Sono sempre stato convinto che il voto che premia o punisce è un deterrente! Il fattore numero uno per fare odiare la scuola! Però, da ispettore ti dico che il Miur potrebbe sempre contestare la tua scelta. Perché, in realtà, la valutazione decimale, da uno a dieci, è legge! E le ordinanze annuali te lo ripetono puntualmente! Pertanto, carissima, ti potrei redarguire: come ti permetti di ritagliare i primi quattro o cinque voti? E poi, sai meglio di me che è competenza del collegio adottare all’inizio di ogni anno scolastico i criteri che si intendono adottare per la valutazione, ma… mai un collegio potrebbe decidere di abolire alcuni di questi voti. E un ispettore potrebbe sempre censurare tale scelta! Mah!!! Un “ma” grosso così! Un conto è la norma, altro conto è la scuola reale.
E allora, mi permetto di darti qualche suggerimento in ordine a qualche riflessione. Che ti propongo. In primo luogo, è possibile che un/a bambino/a o un/a ragazzo/a, appena apre bocca in una situazione che si chiama aula scolastica, debba essere “giudicato”? Ciò non avviene nella vita quotidiana. Infatti, si possono dire anche sciocchezze, si può essere d’accordo o in disaccordo, ma si discute, si argomenta. Non si formulano giudizi definitivi. E allora mi chiedo: la vita reale non può essere trasferita anche nell’aula scolastica? Ma in effetti, non solo si può, ma si deve! E non lo dico io! Lo dicono, anzi lo scrivono – e ciò è più significativo – sia le Indicazioni nazionali che le Linee guida, documenti che riguardano tutte le scuole di ogni ordine e grado e che non sono più i Programmi ministeriali di un tempo! Un programma è prescrittivo! Invece, una linea che guidi od una indicazione che indichi non sono programmi da concludere, per la loro stessa natura! Se è vero che una parola ha un senso!
E allora, il problema – a mio modesto vedere – è un altro! E’ il voto stesso, con la sua stessa natura! Pertanto, l’indicazione che darei agli insegnanti, se fossi un dirigente scolastico, non sarebbe quella di non assegnare mai meno di cinque o di quattro, ma di non assegnare mai un voto, basso od alto che sia, ogni qualvolta un alunno apre bocca o scrive o fa qualcosa. Un podista o un saltatore o un sollevatore di pesi od altro che sia, ha a che fare con un allenatore che lo corregge e lo incoraggia; a volta si arrabbia, a volta si esalta! Ma non si esprime in numeri! In altri termini, io penso che un voto, alto o basso che sia, “inchiodi” l’alunno, invece di “sollecitarlo”. Per non dire poi che, una volta assegnato, scritto e registrato – ed oggi il registro è anche elettronico! Ancora più impegnativo! – il voto deve fare i conti con la media! Dato per scontato che, per la scuola, le elaborazioni che seguono alla media non esistono! E che, invece, ti voglio elencare, a puro titolo di informazione: mediana, moda, gamma, sigma, punti Z, punti T. Pertanto, se fossi un preside pignolo e un po’ cattivello, inviterei i miei insegnanti a procedere a tutte le elaborazioni cha vanno oltre la media. In effetti, non c’è nulla di più ingiusto della semplice media! Queste due sequenze di voti riportati nel tempo da un alunno, 4, 5 e 6 e 6, 5 e 4 danno la medesima media, ma, in relazione alla prima sequenza, l’alunno migliora, in relazione alla seconda, peggiora! Come la mettiamo? Mi sovviene quella saggia osservazione di Don Milani, secondo cui “non c’è nulla che sia ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”.
E per finire, cara Piera, adoperiamoci tutti perché la scuola impari ad insegnare cose da fare e da comprendere e non assegni voti ogni qualvolta un alunno apre bocca o fa qualcosa! Anche perché scuole di questo tipo in altri Paesi della nostra Unione Europea ci sono. Basta un click sul web per cercarle! Ed imparare a costruire una scuola diversa!
Buon lavoro, carissima! Un abbraccio forte!

Nota 1 febbraio 2019, AOODPIT 157

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
All’Ufficio speciale di lingua slovena
AI Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano
AI Dirigente del Dipartimento Istruzione della Provincia di Trento
AI Sovrintendente agli studi della Regione Autonoma della Valle d’Aosta
Ai Dirigenti scolastici delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie di ogni ordine e grado per il tramite dei rispettivi UU.SS.RR.
e, p.c. Al Capo di Gabinetto
SEDE

Oggetto: Concorso nazionale: “Facciamo 17 goal. Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” – III edizione A.S. 2018-2019

Nota 1 febbraio 2019, AOODGPER 4644

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione

Agli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Dipartimento Istruzione della Provincia Autonoma di
TRENTO
Alla Sovrintendenza Scolastica della Provincia Autonoma di
BOLZANO
All’Intendenza Scolastica per la Scuola in Lingua Tedesca
BOLZANO
All’Intendenza Scolastica per le Scuole delle Località Ladine
BOLZANO
Alla Regione Autonoma della Valle d’Aosta Ass. Istruzione e Cultura
Direzione Personale Scolastico
AOSTA

Oggetto: Cessazioni dal servizio del personale scolastico dal 1° settembre 2019 a seguito delle disposizioni in materia di accesso al trattamento di pensione anticipata introdotte dal decreto-legge 28 gennaio 2019, n.4. Indicazioni operative.