Dati adesione Sciopero 26 gennaio 2019

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Ufficio di Gabinetto

COMPARTO ISTRUZIONE E RICERCA

26 gennaio 2019

Sciopero  nazionale del personale docente e ATA indetto da CONFASI

Dati di adesione

Sul sito del Dipartimento Funzione Pubblica sono stati pubblicati i dati di adesione allo sciopero  che hanno riguardato tutte le istituzioni scolastiche/educative interessate (es. quelle all’estero, e/o di Trento, e/o di Bolzano, e/o comunali, etc..)  oltre le scuole statali.

(http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/dipartimento/05-02-2019/dati-di-adesione-allo-sciopero-del-26-gennaio-2019-di-tutto-il)

Per quanto concerne le sole istituzioni scolastiche statali, sulla base dei dati di adesione inseriti dalle istituzioni scolastiche mediante il programma di acquisizione presente sul portale SIDI, si evidenzia che:

  • le scuole che hanno comunicato i dati di adesione sono state 4.790 su un totale di 8.292 (57,77%);
  • 2.224 sono statigli aderenti allo sciopero, cioè lo 0,55%  delle  401.464 unità di personale tenute al servizio. Questo numero non comprende le 52.635 unità di personale assente per altri motivi (es: giorno libero, malattia, ferie, permesso, etc…).

RIMBORSO PER SPESE LEGALI

DOCENTI A GIUDIZIO E ASSOLTI, DI MEGLIO: “BENE RIMBORSO PER SPESE LEGALI”

“L’insegnante che tenta di fare il proprio dovere viene spesso considerato un ‘disturbatore’: se redarguisce o valuta negativamente, rischia richiami e punizioni, denunce in tribunale. Quando un docente è sottoposto a un procedimento penale, è giusto che l’Avvocatura dello Stato se ne faccia carico, così come accade per i dirigenti scolastici, e che in caso di assoluzione con sentenza definitiva ottenga dall’Amministrazione scolastica il rimborso delle spese legali sostenute per provvedere alla propria difesa. Finalmente un barlume di luce per i docenti”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta il provvedimento con cui  il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Parma ha prosciolto da ogni accusa un’insegnante che si era limitata ad annotare sul registro fatti di rilievo disciplinare riguardati un’alunna diciassettenne e che, per questo, era stata sottoposta a un procedimento penale durato più di un anno.

Il diritto al risarcimento delle spese legali è stabilito dall’articolo 18 del decreto legge 67/1997 secondo cui il rimborso deve essere versato dopo la valutazione da parte dell’Avvocatura dello Stato della congruità della somma richiesta. 

27 Febbraio 2019 Sciopero intera giornata

Regionalizzazione per Scuola & Università? No grazie!
Mercoledì 27 Febbraio 2019 Sciopero intera giornata per scuole ed università con manifestazione nazionale a Roma

Il 15 Febbraio il Presidente Conte riceverà il mandato del Governo per avviare un breve iter di
consultazioni per stabilire l’intesa con i governatori delle Regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna,
che hanno chiesto l’autonomia differenziata. Poi le norme prevedono che le Camere vengano chiamate ad un
pronunciamento secco: sì o no, licenziando il disegno di legge senza possibili emendamenti. Il cosiddetto
‘federalismo scolastico’ (vecchio cavallo di battaglia della Lega già da quando Bossi parlava di ‘scuola
nazionale padana’), grazie al tradimento dei 5 Stelle verso il loro elettorato (prevalentemente del Sud, il
quale scopre solo ora questa ‘novità’ che mai ha fatto parte del programma del Movimento), è entrato nel
‘contratto di governo’ Salvini-Di Maio. Il Pd fa da ‘pesce in barile’: basta pensare che la preintesa sulla
regionalizzazione di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna era già stata concordata con Gentiloni.
Questa vergogna è stata resa possibile dal nuovo assetto costituzionale scaturito dalla famigerata
riforma del titolo V della Costituzione operata nel 2001 dal Governo Amato, di ‘centrosinistra’. Al tempo,
con soli 6 seggi di maggioranza, venne votato che, qualora le regioni lo chiedessero, restasse allo Stato solo
l’indicazione degli indirizzi generali sull’istruzione e dei “livelli essenziali delle prestazioni”, cedendo alle
Regioni la cosiddetta “legislazione concorrente”, gestibile anche in forma esclusiva. Quella contro-riforma
inaugurò ciò che poi diventerà prassi: attaccare i diritti fondamentali (come quello ad un eguale livello di
istruzione) a colpi di maggioranza semplice. Fu pubblicata per la prima volta sulla Gazzetta Ufficiale n. 59
del 12 marzo 2001, vigente il governo Amato. Essendo però stata approvata da entrambi i rami del
parlamento a maggioranza assoluta, ma inferiore ai due terzi dei membri (alla Camera nel Febbraio 2001 ed
in Senato nel marzo dello stesso anno), la modifica costituzionale fu successivamente sottoposta a
referendum confermativo il 7 ottobre 2001, vigente il secondo governo Berlusconi, venendo approvata con il
64,20% dei voti validi. La legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 “Modifiche al titolo V della parte
seconda della Costituzione” veniva quindi promulgata dal presidente della Repubblica e successivamente
pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 248 del 24 ottobre 2001, per entrare in vigore nel Novembre del 2001.
Occorre subito una risposta ferma ed inequivocabile, specifica della Scuola e delle Università, senza
dilazioni e compromessi. Non possiamo rischiare che il Governo faccia approvare il provvedimento senza
aver dato al mondo dell’istruzione la chance per far sentire il netto rifiuto del provvedimento. Non abbiamo
nessuna intenzione di ‘annacquare’ lo scontro cadendo nell’attendismo di quanti cercano di soppiantare la
lotta con schermaglie legali sull’assenza della definizione dei ‘Lep’ o su altre barzellette ‘causidiche’ che
coprono un’acquiescenza di fondo, quella ad esempio anche del Pd e della regione Emilia Romagna. Non
saranno certo queste obiezioni a fermare Salvini ed il Governo penta legato. La boutade sui ‘Livelli
essenziali delle prestazioni’ è figlia di quell’obbrobrio che furono prima la cosiddetta ‘autonomia scolastica’
e poi la riforma del Titolo V. Bastava ciò che già affermava la Costituzione, basata in particolare su: —
libertà di insegnamento (art. 33, comma 1 Cost.); — presenza di scuole statali per tutti i tipi, ordini e gradi di
istruzione (art. 33, comma 2 Cost.); — libero accesso all’istruzione scolastica, senza alcuna discriminazione
(art. 34, comma 1 Cost.); — obbligatorietà e gratuità dell’istruzione dell’obbligo (art. 34, comma 2 Cost.); —
riconoscimento del diritto allo studio anche a coloro che sono privi di mezzi, purché capaci e meritevoli
mediante borse di studio, assegni ed altre provvidenze da attribuirsi per concorso (art. 34, comma 3 Cost.).
Esattamente ciò che viene compromesso con la cessione alle regioni in via esclusiva della gestione di
Scuola ed Università, subordinate così alla differente ricchezza delle aree geografiche. Vale a dire ciò che
chiede il Veneto: regionalizzazione del personale, contratti (anche con aumento d’orario, come nel Trentino
Alto Adige) e titolarità regionali (che renderanno impossibile ai docenti del Sud di ritornare alle regioni
d’origine). Per non parlare della sostenibilità delle strutture. Stando alle stime consolidate sulla spesa
corrente, sono solo 6 le regioni che con l’operazione ci guadagnerebbero: Lombardia (+5,611mld di surplus);
Lazio (+3,672); Emilia Romagna (+3,293); Veneto (+2,078); Piemonte (+1,162); Toscana (+805mln) e la
Provincia Autonoma di Bolzano (+693mln). Tutte le altre ci perderebbero. Ecco di quanto si ridurrebbe il
loro budget annuale: Marche (-105mln); Liguria (-347); Friuli Venezia Giulia (-410); Umbria (-1,213mld);
Valle d’Aosta (-1,472); Campania (-2,086); Provincia Autonoma di Trento (-2,287); Abruzzo (-2,364);
Puglia (-2,501); Sicilia (-3,576); Basilicata (-3,948); Molise (-3,996); Sardegna (-4,368); Calabria (-5,528).
Stante l’attuale situazione di sfacelo dell’istruzione pubblica italiana (a cominciare dallo stato delle strutture,
per il 90% non a norma), quali scuole potrebbero più garantire queste regioni?
Dulcis in fundo, con la regionalizzazione le scuole paritarie diventano intoccabili, come già succede in
Sicilia (regione autonoma) dove, dal 2018, nonostante circa 40 istituti siano indagati dalla Finanza (e non
solo) il Ministero non può togliere loro il titolo a fornire diplomi riconosciuti dallo stato perché l’Assemblea
Regionale Siciliana (interpellata da mesi) non fornisce il placet.
Di più, la Scuola farà da apripista. Incardinando per la prima volta la regionalizzazione del personale
(cosa mai successa prima in nessun altro settore), questo Governo aprirà la strada alle gabbie salariali per
tutti i settori ‘concorrenti’, a cominciare dalla Sanità, riducendo parallelamente la spesa pubblica per tutti i
servizi e le istituzioni del Meridione.
Giù la maschera. Lo sciopero sarà l’occasione per chiamare tutti i parlamentari che s’occupano di
scuola (e non solo) sotto il ‘palazzo’ per verificarne, senza infingimenti, le effettive posizioni.
No a differenziazioni di qualità fra le regioni! No alle gabbie salariali! No all’esame di stato
invalsizzato! No all’alternanza scuola-ignoranza! I partiti del Governo pentalegato avevano promesso di
abrogare la mala-scuola renziana. Invece hanno conservato la chiamata per competenze e lo strapotere dei
dirigenti sull’utilizzo degli insegnanti, il ‘bonus’ discrezionale, un organico ‘potenziato’ senza futuro né
limiti alle supplenze, ed intendono peggiorare di molto la già gravissima situazione creando un’istruzione
pubblica di serie ‘a’ e serie ‘b’ a seconda della ricchezza regionale, con contratti separati per docenti ed ata
secondo le aree geografiche. Hanno anche voltato le spalle ai precari, cancellando 42.000 assunzioni col
previsto assorbimento dell’organico ‘potenziato’. E del contratto scaduto a fine dicembre 2018 neppure si
parla.
Stefano d’Errico
(Segretario Nazionale Unicobas Scuola & Università)

Maturità, il voto di ammissione è espresso da tutti i docenti del consiglio di classe

da Il Sole 24 Ore

di Cl. T.

«Il voto di ammissione all’esame di Stato è riferito al percorso scolastico triennale dell’alunno, con ciò intendendo che tale voto non corrisponde a sommatorie o medie di voti, ma ad una valutazione globale dello studente, in termini di impegno, modalità di apprendimento, competenze acquisite». In altre parole, «tutti i docenti del consiglio di classe partecipano alla deliberazione del voto di ammissione, ivi compresi i docenti preposti all’insegnamento della religione cattolica e delle attività alternative a tale insegnamento per gli alunni che se ne avvalgono.

La precisazione del Miur
Lo precisa il Miur, nella risposta fornita dal vice ministro Lorenzo Fioramonti in risposta a un’interrogazione dell’ex sottosegretaria, parlamentare azzurra, Valentina Aprea. Il ministero ricorda che anche le previgenti norme in merito all’attribuzione del voto di ammissione alla maturità facevano riferimento al percorso scolastico triennale e non a medie aritmetiche dei voti assegnati alle singole discipline. Infatti, già l’articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 122 del 2009, prevedeva che il “giudizio di idoneità” – corrispondente al voto di ammissione all’esame Stato di cui alla vigente normativa -introdotto dall’articolo 11, comma 4-bis, del decreto legislativo 59/2004, veniva espresso dal consiglio di classe in decimi, considerando il percorso scolastico triennale compiuto dall’allievo nella scuola secondaria di primo grado.

Tanto premesso, la circostanza che la valutazione espressa dal docente di religione cattolica si riferisca ad un giudizio e non ad un voto in decimi, non inficia la partecipazione alla deliberazione in merito all’attribuzione del voto di ammissione all’esame di Stato dal momento che, si ribadisce, tale voto di ammissione all’esame non è, e non era, frutto di una media aritmetica.

Concorso per docenti di religione, con riserva di posti
Rispondendo poi a un’interrogazione dell’ex sottosegretario, Gabriele Toccafondi, il vice ministro Fioramonti ha evidenziato come l’immissione in ruolo dei docenti di religione non possa, a legislazione vigente, che avvenire attraverso un nuovo concorso ordinario, che, attraverso una quota riservata, possa piuttosto valorizzare l’idoneità conseguita e, in aggiunta, riconoscere il servizio prestato. Il Miur sta vagliando la possibilità di giungere ad una soluzione che necessita, comunque, la condivisione con tutte le amministrazioni coinvolte, in primo luogo il Mef, in ordine ai profili finanziari e il ministero per la Pa,circa le modalità di espletamento della procedura concorsuale, nonché l’ascolto degli altri soggetti istituzionali interessati, tra Cei e sindacati.

Presidi: gli Enti locali verifichino la tenuta dei solai nelle scuole

da Il Sole 24 Ore

«L’incolumità degli alunni e di tutto il personale è la nostra priorità assoluta. I genitori ci affidano i loro figli e noi dobbiamo poter garantire la loro sicurezza e la loro serenità», lo afferma il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli dopo che, nei giorni scorsi, una
parte del tetto di una scuola elementare del centro di Pisa è crollata, fortunatamente senza conseguenze per nessuno. L’Anp, Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, ha già più volte denunciato ai ministri Bussetti e Salvini il grave problema della sicurezza nelle scuole.

Secondo i monitoraggi pubblicati da Cittadinanzattiva si verifica almeno un «evento di crollo», sia pur di gravità variabile, ogni settimana. «Possiamo discutere di tutto ma non del diritto all’incolumità personale che, soprattutto nelle scuole, è imprescindibile», prosegue
Giannelli. Anp chiede che gli Enti locali verifichino immediatamente la tenuta di solai e contro soffitti degli edifici scolastici e che lo Stato assicuri ad essi le risorse economiche necessarie per metterli in sicurezza.

Cyberbullismo, arriva il «wikibook» per la prevenzione firmato dagli studenti

da Il Sole 24 Ore

di Alessia Tripodi

Un “wikibook” sul cyberbullismo che affronta il tema dei rischi on line dal punto di vista linguistico, psico-sociale, normativo e tecnologico. Per informare i ragazzi e fornire loro strumenti efficienti di prevenzione e sensibilizzazione contro la violenza in Rete. È il progetto realizzato da docenti e studenti di una classe del liceo “E. Gianturco” di Potenza sotto la guida della Prof.ssa Grazia Curci, animatrice digitale dell’istituto, e del Prof. Luigi Catalani, coordinatore regionale di Wikimedia Italia per la Basilicata.

Il manuale
L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito del progetto Vivarium , che punta a sostenere scuole e docenti nell’uso della tecnologia di Wikipedia, la libera enciclopedia in Rete, per l’organizzazione della didattica. Oltre a un glossario e all’illustrazione di tre casi significativi di cyberbullismo, il manuale contiene anche i risultati di una indagine conoscitiva sul bullismo on line condotta su 302 alunni del liceo di Potenza di età compresa tra i 14 e i 16 anni. Secondo i dati, la quasi totalità dei ragazzi possiede uno smartphone e il 40% dichiara di essre stato stato vittima di insulti attraverso Internet, social network o altri mezzi elettronici. Un capitolo del wikibook, infine, è dedicato alle azioni di prevenzione e sensibilizzazione contro i cyberbulli, con indicazioni sui possibili contributi che possono arrivare dalla scuola, dalle famiglie e dal territorio.

Integrazione graduatorie istituto 2017/20, tempistica domande docenti e adempimenti scuole

da Orizzontescuola

di redazione

Il Miur, con il decreto n. 73/2019, ha disciplinato l’integrazione delle graduatorie di istituto 2017/20, tramite la III finestra semestrale.

Graduatorie di istituto: inserimento elenchi aggiuntivi II fascia e di sostegno

Il decreto prevede:

  • l’inserimento in II fascia delle graduatorie di istituto dei docenti che hanno conseguito il titolo di abilitazione oltre il previsto termine di aggiornamento triennale delle graduatorie (dopo il 24/06/2017) ed entro il 1 febbraio 2019, i quali verranno collocati in un elenco aggiuntivo alle graduatorie di II fascia;
  • l’inserimento negli elenchi aggiuntivi di sostegno dei docenti che conseguono il titolo di specializzazione per il sostegno agli alunni con disabilità oltre il previsto termine di aggiornamento triennale delle graduatorie (dopo il 24/06/2017) ed entro il 1 febbraio 2019, i quali verranno collocati in coda agli elenchi di sostegno della fascia di appartenenza;
  • il consueto riconoscimento della precedenza nell’attribuzione delle supplenze di III fascia di  istituto, per i docenti che vi siano inseriti e che conseguono il titolo di abilitazione nelle more dell’inserimento nelle finestre semestrali di

Graduatorie di istituto: tempistica

Il Miur ha inviato un messaggio alle istituzioni scolastiche indicando la tempistica che docenti e scuole devono rispettare:

  • presentazione modelli A3 cartacei presso la scuola capofila: fino al 16/02/2019
  • acquisizione modelli A3 cartacei presso la scuola capofila: fino al 22/02/2019
  • istanza polis per dichiarare il titolo di specializzazione: dalle ore 9.00 del 04/02/2019 alle ore 14.00 del 22/02/2019
  • istanza polis per dichiarare il titolo di abilitazione per la priorità in terza fascia: dalle ore 9.00 del 04/02/2019
  • istanza polis per la scelta delle sedi a.s. 2018/19 (modello B) per gli aspiranti che hanno presentato il modello A3 di conseguimento abilitazione in III finestra semestrale: dalle ore 9.00 del 25/02/2019 alle ore 14.00 del 15/03/2019
  • visualizzazione sul SIDI delle istanze pervenute alle scuole (sostegno e priorità in terza fascia): dal momento dell’inoltro
  • presa in carico modello B: entro il 18/03/2019, e comunque a valle della chiusura dell’istanza
  • conferma automatica del modello B presentato nelle precedenti finestre semestrali: 18/03/2019, a valle della presa in carico del mod. B
  • produzione graduatorie d’istituto: a partire a partire dal 19/03/2019.

Concorso dirigenti scolastici: abbreviazione è legge, 2900 i vincitori assunti

da Orizzontescuola

di redazione

Approvato alla Camera il decreto legge semplificazione, che diverrà legge non appena sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Tra le misure previste nel decreto quella relativa al concorso per diventare dirigente scolastico.

Concorso dirigente: articolazione

Il concorso, senza le modifiche introdotte dal decreto semplificazione, si sarebbe dovuto articolare in:

  • prova preselettiva
  • prova scritta
  • prova orale
  • corso di formazione (due mesi)
  • tirocinio (quattro mesi)
  • prova scritta di carattere teorico-pratico
  • colloquio finale

Al termine della prova orale, gli aspiranti presidi avrebbero dovuto seguire il corso di formazione e tirocinio e le relative prove.

Concorso dirigente: modifiche

L’articolo 10 del decreto semplificazione, diventato ormai legge, così prevede:

I candidati ammessi al corso conclusivo del corso-concorso bandito nel 2017 per il reclutamento dei dirigenti scolastici, sono dichiarati vincitori e assunti, secondo l’ordine della graduatoria di ammissione al corso, nel limite dei posti annualmente vacanti e disponibili, fatto salvo il regime autorizzatorio in materia di assunzioni di cui all’articolo 39, comma 3, della legge 27 dicembre 1997, n. 449. Il periodo di formazione e prova e’ disciplinato con i decreti di cui all’articolo 29 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Il presente comma si applica anche al corso-concorso bandito per la copertura dei posti nelle scuole di lingua slovena o bilingue.

I candidati ammessi al corso conclusivo di formazione e tirocinio, dunque, saranno direttamente dichiarati vincitori e assunti, secondo l’ordine di graduatoria di ammissione al corso.

Concorso dirigente: aumenta numero vincitori

Sottolineiamo che il DM n. 138/2017 disponeva che al corso di formazione fosse ammesso il 20% di candidati in più rispetto ai posti disponibili. Tali candidati diventeranno anch’essi vincitori.

Pertanto, i vincitori non saranno soltanto 2416 ma 2900.

In seguito alla modifica, inoltre, i partecipanti al concorso dovrebbero essere assunti il 1° settembre 2019.

Regionalizzazione scuola: sciopero Unicobas per bloccare il progetto del Governo

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

La questione della regionalizzazione della scuola rischia di diventare una vera e propria “buccia di banane” per il Governo Lega-M5S: dopo la netta presa di posizione di Flc-Cgil, Cisl-Scuola e Uil-Scuola arriva adesso anche la proclamazione da parte dell’Unicobas di uno sciopero di scuola e università per l’intera giornata del 27 febbraio.

“Il progetto del Governo – Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas – è una vera e propria vergogna e occorre subito una risposta ferma ed inequivocabile, specifica della Scuola e delle Università, senza dilazioni e compromessi. Non possiamo rischiare che il Governo faccia approvare il provvedimento senza aver dato al mondo dell’istruzione la chance per far sentire il netto rifiuto del provvedimento. Non abbiamo nessuna intenzione di ‘annacquare’ lo scontro cadendo nell’attendismo di quanti cercano di soppiantare la lotta con schermaglie legali di vario genere come quella sull’assenza della definizione dei LEP”

Tagli dei trasferimenti per quasi tutte le regioni

Il nodo più delicato di tutta la questione riguarda il fatto che l’operazione- se andasse in porto – comporterebbe una revisione importante delle somme trasferite dallo Stato alle singole regioni.
“Sono solo 6 le regioni che con l’operazione ci guadagnerebbero – sostiene d’Errico – Lombardia (+5,611mld di surplus), Lazio (+3,672), Emilia Romagna (+3,293), Veneto (+2,078), Piemonte (+1,162) e Toscana (+805mln)”
Tutte le altre ci perderebbero: chi poco, come Marche (-105mln), Liguria (-347) e Friuli Venezia Giulia (-410), e chi molto (la Calabria si vedrebbe i finanziamenti ridotti di 5,528 miliardi, la Sardegna di 4,368 e il Molise di 3,996).

Promesse disattese

“Inoltre – denuncia l’Unicobas – con la regionalizzazione del personale (cosa mai successa prima in nessun altro settore), questo Governo aprirà la strada alle gabbie salariali per tutti i settori ‘concorrenti’, a cominciare dalla Sanità, riducendo parallelamente la spesa pubblica per tutti i servizi e le istituzioni del Meridione”.
“Erano ben altre le promesse elettorali dei partiti che ora sono al Governo: abrogazione della mala-scuola renziana e impegno sul tema del precariato”
ricorda d’Errico che aggiunge: “Invece hanno conservato la chiamata per competenze e lo strapotere dei dirigenti sull’utilizzo degli insegnanti, il ‘bonus’ discrezionale, un organico ‘potenziato’ senza futuro né limiti alle supplenze.  E adesso vogliono addirittura creare un’istruzione pubblica di serie A e una di serie B a seconda della ricchezza regionale”.

“A questo punto la risposta del mondo della scuola, che aspetta sempre un contratto dignitoso, non può che essere uno sciopero compatto dalle Alpi alla Sicilia per bloccare un progetto inaccettabile che cancellerebbe in un colpo solo la scuola per tutti voluta dai padri costituenti”.

Religione cattolica, concorso ordinario con una quota riservata?

da La Tecnica della Scuola

Di Fabrizio De Angelis

Per quanto riguarda il reclutamento degli insegnanti di religione, sappiamo che a novembre era stato presentato un provvedimento fortemente voluto dal presidente della VII commissione del senato, Mario Pittoni, per il nuovo concorso. In base a tale provvedimento, ci sarebbe stato il via libera per i precari che hanno alle spalle almeno 36 mesi di servizio. Quindi, una procedura riservata per stabilizzare tantissimi docenti. Tuttavia, tale emendamento facente parte del decreto semplificazioni, è stato ritirato e questo ha riaperto nuovi prospettive sulla vicenda.

Fioramonti: concorso ordinario con quota riservata

Sul tema, infatti, è intervenuto il Vice Ministro Lorenzo Fioramonti, rispondendo ad una interrogazione posta dall’ex sottosegretario al Miur Toccafondi: “L’immissione in ruolo dei docenti di religione non può, a legislazione vigente, che avvenire attraverso un nuovo concorso ordinario, che, attraverso una quota riservata, possa piuttosto valorizzare l‘idoneità conseguita e, in aggiunta, riconoscere il servizio prestato”.

Il vice di Marco Bussetti ha aggiunto, riporta l’Ansa, che gli “uffici del Ministero stanno vagliando la possibilità di arrivare ad una soluzione che necessita, comunque, la condivisione con tutte le amministrazioni coinvolte, in primo luogo il Ministero dell’economia e delle finanze relativamente ai profili finanziari e il Ministero per la pubblica amministrazione sulle modalità di espletamento della procedura concorsuale, nonché l’ascolto degli altri soggetti istituzionali interessati, tra cui la CEI e le organizzazioni sindacali”.

A chi sarà destinata la quota riservata?

Certamente si tratta di una dichiarazione di Fioramonti che non presenta molti particolari.  A questo punto però iniziano le ipotesi in merito alla quota riservata menzionata. Nella precedente proposta, in cui si auspicava il concorso riservato,  le assunzioni sarebbero state divise per il 50% ai vincitori di concorsi ordinari, ed il 50% restante dalla graduatoria del concorso riservato.

In attesa dei prossimi sviluppi, alla luce di quanto dichiarato dal vice Ministro, la quota riservata potrebbe essere destinata ai docenti di religione in graduatoria dall’ultimo concorso del 2004, che da allora sono rimasti precari, allo scopo di risolvere la questione degli idonei del concorso 2004, i quali avrebbero potuto trovare stabilizzazione già nel 2013, ma che per un mero errore tecnico restarono fuori dai giochi.

Certamente bisogna aspettare anche cosa intendono proporre i sindacati. Su tutti lo Snadir, che pur avendo appoggiato l’emendamento Pittoni, aveva posto alcune riserve.

Ad ogni modo, il sindacato farà valere probabilmente la necessità di “garantire la stabilizzazione completa di coloro che insegnano religione cattolica da oltre un triennio e di risolvere definitivamente anche la questione degli idonei del primo concorso che per anni hanno atteso di essere stabilizzati. Questi interventi sono indispensabili e necessari, non solo perché sono stati già applicati recentemente ad altro personale scolastico, ma soprattutto se si pensa che il 96% del docenti di religione precari è composto da personale laico, cui deve essere assicurata al più presto la possibilità di un futuro lavorativo stabile e garantito per sé e per la sua famiglia”.

Proprio in un recente comunicato, il sindacato aveva chiarito, tramite il Segretario nazionale dello Snadir Orazio Ruscica, che “la risposta normativa dev’essere strutturale in quanto deve mirare a cancellare definitivamente la vergognosa condizione lavorativa nella quale sono tenuti da decenni gli insegnanti di religione”.

“Una procedura concorsuale per soli titoli e servizi oppure con la sola prova orale non selettiva con successiva graduatoria ad esaurimento, revisione dell’inadeguata quota di organico del 70%: sono questi i punti sui quali lo Snadir ha insistito in tutte le sedi”, dichiarava Ruscica. Adesso però il concorso riservato sembra essere lontano.

Pensioni quota 100, per la scuola oltre 2 mila domande in 48 ore

da La Tecnica della Scuola

Di Fabrizio De Angelis

Sono oltre 26 mila le domande di accesso a quota 100, fatte registrare a pochi giorni di avvio del servizio. Lo aveva dichiarato tramite un tweet il Ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno. Ma adesso abbiamo anche i primi dati sulle domande del comparto scuola fornite dal sottosegretario Giuliano: nelle prime 48 ore sul sito dell’INPS sono già arrivate 2.147 domande di richiesta di collocamento a riposo nel comparto scuola. Lo fanno sapere le senatrici e i senatori del M5S in Commissione Cultura.

Previsti circa 35 mila pensionamenti per il 2019

I senatori parlano anche di previsioni: “si stimano circa 35.000 potenziali pensionamenti entro il 2019 tra coloro che hanno maturato i requisiti per Quota 100″, proseguono. “Se aggiungiamo a questi numeri i 27.000 pensionamenti già maturati con i vecchi requisiti, otteniamo un massimo di 62.000 richieste complessive”.

“È chiaro che questa circostanza significherà nuovi posti di lavoro per tanti docenti e l’occasione di stabilizzare tanti precari. Sarà inoltre per molti insegnanti un’opportunità per rientrare finalmente nei propri territori”, concludono i pentastellati.

L’anno prossimo però si rischia il vero boom supplenze

La riforma delle pensioni potrebbe avere ripercussioni anche sul prossimo anno scolastico, specie sulle supplenze. Almeno in base a quanto affermato dai sindacati, in particolare la Flc Cgil: “L’attuale sistema di reclutamento, più volte rimaneggiato negli ultimi anni – ha detto il segretario Sinopoli – ha prodotto forti disfunzioni e manifestato scarsa efficacia, tanto che a settembre 2018 l’anno scolastico è partito con 32.217 cattedre non assegnate ai ruoli, e con altri 56.564 posti liberi da assegnare a supplenza tra deroghe sul sostegno e organico di fatto”.

“A settembre – continua Sinopoli – se ne aggiungeranno oltre 40.000 che si libereranno per effetto di ‘Quota100’, consegnando l’avvio del prossimo anno scolastico ad un’ulteriore situazione di caos e di mancanza di insegnanti che avrà ripercussioni sulla continuità didattica. Senza contare l’aggravio di lavoro per le segreterie scolastiche”.

Ripercussioni anche sulla mobilità

Con quota 100 aumenteranno i posti disponibili per la mobilità, come scritto in precedenza: infatti, le tipologie di posti disponibili per la mobilità previste sono:

  1. Posti disponibili per effetto di un aumento dell’organico dell’autonomia.
  2. Posti resi disponibili, a qualsiasi titolo, a partire dal 1° settembre 2019 e comunicati al SIDI prima della sua chiusura.
  3. Posti attualmente occupati da docenti a tempo indeterminato non a titolo definitivo.

Pertanto, con quota 100 ci saranno un numero maggiore di domande di pensionamento, quindi si renderanno disponibili più posti per la mobilità 2019/2020.

Bisogna anche sottolineare che anche i posti che si renderanno liberi per effetto della mobilità in uscita sono posti che andranno a soddisfare le domande di trasferimento o di mobilità professionale (passaggio di ruolo o di cattedra).

Nota 8 febbraio 2019, AOODGOSV 2472

Ai Direttori generali e ai Dirigenti preposti agli Uffici scolastici regionali
LORO SEDI
Ai Dirigenti scolastici delle scuole secondarie di secondo grado Statali e paritarie
LORO SEDI
Alla Provincia di Trento Servizio Istruzione
TRENTO
Alla Sovrintendenza agli Studi per la Regione Autonoma della Valle D’Aosta
AOSTA
All’Intendenza scolastica per la lingua italiana di
BOLZANO
All’Intendenza scolastica per la lingua ladina di
BOLZANO
All’Intendenza scolastica per la lingua tedesca di
BOLZANO
e, p.C. Al Capo di Gabinetto
SEDE
Al Capo Dipartimento
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All’Ufficio Stampa
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OGGETTO: Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione – Pubblicazione esempi di prove.

Stati Generali AFAM

Quale futuro per l’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) italiana? Come rilanciare il sistema, rispondendo alle esigenze di studenti, docenti, personale amministrativo di queste istituzioni? In che modo valorizzare un settore chiave per lo sviluppo culturale ed economico del Paese? Saranno solo alcune delle questioni che verranno affrontate durante gli Stati generali dell’Alta Formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) che si terranno domani, venerdì 8, e sabato 9 febbraio a Roma, alla Camera dei deputati e al Teatro Argentina, alla presenza del Vice Ministro Lorenzo Fioramonti e del Sottosegretario Salvatore Giuliano.

“Gli Stati generali dell’AFAM saranno un momento di confronto aperto per valorizzare e rilanciare il sistema. Questo Governo ha a cuore questo comparto della conoscenza ed è convinto possa essere volano di sviluppo culturale ed economico del Paese. Con il Ministro Bussetti abbiamo annunciato questo appuntamento a fine novembre scorso. Da allora abbiamo avviato un periodo di consultazione con tutti gli addetti ai lavori per ascoltare esigenze e indicazioni. Questi due giorni saranno proprio l’occasione per la consegna pubblica delle richieste degli attori istituzionali. Prendiamo l’impegno di integrare questi contributi con quelli che arriveranno anche dagli altri stakeholder attraverso una piattaforma online che renderà costante il rapporto con tutti i portatori di interesse. Lavoreremo, inoltre, con l’Amministrazione per valutare la fattibilità delle proposte e dare loro attuazione. Per passare, quindi, così dopo tanti anni di parole e promesse ai fatti”, dichiara Fioramonti.

Nel pomeriggio di domani, venerdì 8, a partire dalle 14.20, nella Nuova Aula del Palazzo dei Gruppi Parlamentari della Camera dei deputati, verranno presentati alla VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione) della Camera e alla 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali) del Senato i risultati di un sondaggio portato avanti nei mesi scorsi da un Gruppo di lavoro del MIUR per conoscere i bisogni e le priorità dell’AFAM. A dare il via all’incontro il Vice Ministro Lorenzo Fioramonti e il Sottosegretario Salvatore Giuliano.

Sabato 9 febbraio, invece, la giornata sarà dedicata al confronto pubblico. Il Vice Ministro Fioramonti discuterà delle prospettive di crescita e di riforma del settore con il Sottosegretario di Stato per i Beni e le Attività Culturali Gianluca Vacca, con gli attori istituzionali coinvolti, rappresentanti e professionisti del mondo produttivo, dell’industria dell’arte, dello spettacolo, dell’editoria. L’appuntamento è alle 10.30 al Teatro Argentina.

Decreto Ministeriale 8 febbraio 2019, AOOUFGAB 92

Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Disposizioni concernenti le procedure di specializzazione sul sostegno di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 10 settembre 2010, n. 249 e successive modificazioni.