Maturità, dal 19 febbraio le simulazioni delle (nuove) prove scritte

da Il Sole 24 Ore

Stanno per essere pubblicate le simulazioni nazionali della prima e della seconda prova scritta dell’esame di maturità. Lo ha annunciato ieri il Miur con una circolare contenente le indicazioni sulle date delle “prove generali” d’esame. Il 19 febbraio e il 26 marzo saranno pubblicate esempi per la simulazione della prima prova, il 28 febbraio e il 2 aprile quelle della seconda prova. Tali misure di “accompagnamento” all’esame, spiega Viale Trastevere, sono state predisposte dal ministro Bussetti per venire incontro a studenti, docenti e scuole che quest’anno si trovano ad affrontare un esame con diverse novità, come previsto dal decreto legislativo 62 del 2017 .

Dal Miur sostegno a ragazzi e prof
In vista dell’appuntamento di giugno, oltre agli incontri che si stanno svolgendo sui territori già dallo scorso novembre, il Miur elaborerà esempi sia per la prima, sia per la seconda prova, per tutti gli indirizzi di studio, tenendo conto delle discipline individuate per il secondo scritto con il decreto del ministro pubblicato lo scorso 18 gennaio. Dunque, precisa il ministero, esempi coerenti con quelle che saranno le prove di giugno.
Le tracce saranno pubblicate sul sito del Miur alle ore 8.30 delle 4 date indicate, nella sezione “Esami di Stato”. Quindi al mattino e tutte in contemporanea, come avviene durante le prove vere e proprie. Le scuole, nell’ambito della loro autonomia, potranno utilizzare i materiali proposti sia in modalità “simulazione”, nello stesso giorno della pubblicazione, sia assegnando i testi durante l’ordinaria attività didattica.
Le tracce, spiega Viale Trastevere, saranno elaborate rispettando le caratteristiche e la struttura definite dai quadri di riferimento pubblicati sul sito del Miur a novembre . Per gli istituti professionali, la traccia proposta farà riferimento esclusivamente alla prima parte in cui è strutturata la stessa: la seconda, come previsto dalla norma, sarà elaborata dalla commissione durante lo svolgimento dell’Esame.

Monitoraggio sulle simulazioni
Nei giorni successivi alla pubblicazione degli esempi di prove, poi, su un campione significativo di scuole sarà effettuata un’indagine per «raccogliere riscontri sulla coerenza delle tracce proposte rispetto ai quadri di riferimento, alle Indicazioni nazionali e alle Linee guida», scrive il ministero. L’indagine avrà l’obiettivo di verificare l’andamento delle simulazioni per poter disporre di elementi utili a garantire una ottimale preparazione delle tracce di esame. «Stiamo lavorando per un Esame che, pur in presenza di una serie di novità, rispetti la preparazione affrontata in questi anni dai ragazzi – ricorda Bussetti -. La pubblicazione degli esempi di scritto e le simulazioni serviranno agli studenti per confrontarsi con una prova che ricalcherà, per struttura e tipologia, l’esame di giugno. Mentre il Miur potrà acquisire elementi di valutazione che saranno utilizzati per organizzare al meglio la redazione delle tracce. La macchina amministrativa è fortemente impegnata da mesi e lo sarà anche nelle prossime settimane per accompagnare il più possibile la scuola nell’affrontare le novità previste».

Torna #ioleggoperchè, l’iniziativa Aie per sostenere le biblioteche scolastiche

da Il Sole 24 Ore

Anche quest’anno il Miur sostiene #ioleggoperchè, l’iniziativa dell’Aie, l’Associazione italiana editori, per il potenziamento delle biblioteche scolastiche e per riavvicinare i giovani alle lettura. Lo scorso anno sono stati oltre 350mila i libri donati a più di 9mila scuole.

Il progetto
L’iniziativa coinvolge le scuole di ogni ordine e grado e il programma degli eventi avrà il suo culmine nella settimana tra il 19 e il 27 ottobre, quando i cittadini saranno invitati ad acquistare un libro da donare a una scuola. A partire dal mese di marzo gli istituti scolastici potranno iscriversi al concorso #ioleggoperchè, che premierà le migliori iniziative per incentivare le donazioni di libri. Gli studenti saranno invitati a coinvolgere coetanei, insegnanti e genitori per far crescere sempre di più le biblioteche scolastiche. Anche attraverso i social, i ragazzi potranno reclutare “Messaggeri” nelle città per diffondere l’amore per i libri e coinvolgere un numero maggiore di potenziali donatori.
L’Aie, attraverso gli editori associati, contribuirà a donare libri alle scuole partecipanti che ne faranno richiesta, fino ad un tetto massimo di 100 mila copie.
Info e iscrizioni: www.ioleggoperche.it/

Se l’autonomia diventa un delitto

da la Repubblica

È un treno che porta alla definitiva disunità d’Italia. Il vecchio progetto leghista ha trovato altre strade per compiersi.

Piero Ignazi

Nella generale disattenzione si sta perpetrando un vero e proprio delitto nei confronti della nostra comunità nazionale: non dall’Oltralpe come farneticano alcuni scriteriati nostrani attratti come falene nella notte dal giallo-gilet , bensì dall’oltre Po, dal Veneto e dalla Lombardia, con la sorprendente complicità dell’Emilia Romagna. Si tratta delle richieste di maggiore autonomia, anche finanziaria, da parte di queste regioni. È stata già firmata, alla fine dell’anno scorso, una pre-intesa tra stato e regioni che sarà finalizzata a giorni in attesa poi di essere discussa e approvata dal parlamento.

L’ intesa è frutto di un percorso opaco, senza dibattito pubblico, che ha coinvolto solo gli interessati e non tutta la comunità nazionale. Le altre regioni, i cui interessi sono pesantemente colpiti dall’accordo, non erano presenti. Ma cosa c’è di tanto grave in questo accordo? In primo luogo, come per le concessioni autostradali, lo stato non ha contrattato nulla e cede in toto alle richieste delle regioni, soprattutto del Veneto che, tanto per fare un esempio, pretendeva nelle sue proposte iniziali, poi corrette, di trattenere e gestire, addirittura i 9/10 del gettito dell’Irpef, dell’Ires e dell’Iva. Come scrive Gianfranco Viesti nel suo libro Verso la secessione dei ricchi? (Laterza), le competenze dovranno essere definite in base ai cosiddetti “fabbisogni standard”, calcolati sul reddito prodotto da ciascuna regione. Per cui, dato che le tre regioni equivalgono al 40% del Pil nazionale, alle restanti 17 non rimane che spartirsi le briciole. Quello che è profondamente iniquo è soprattutto il calcolo dei costi e delle capacità di spesa per unità territoriale, non per cittadino. E quindi, il territorio che ha di più, riceve di più. La logica della redistribuzione e perequazione delle risorse viene totalmente disattesa. L’Italia diventa un vestito di Arlecchino con alcune pezze sfavillanti ed altre logore.

In secondo luogo, riprendendo la metafora autostradale, l’intesa non potrà essere modificata per dieci anni e ogni intervento dovrà avere l’assenso delle tre regioni coinvolte. Insomma, una volta assegnate le competenze non se parlerà più. Infine, oltre alla questione finanziaria vi è un aspetto culturale non di secondaria importanza: le competenze sulla scuola. Il Veneto che, come la Lombardia, ma contrariamente all’ Emilia-Romagna, ha chiesto autonomia su tutto, vuole determinare anche la programmazione dell’ “offerta formativa integrata” e dei contributi alle scuole paritarie: vale a dire, demolire il sistema educativo nazionale a favore di quello padano, magari sull’esempio della (in)gloriosa scuola dei “popoli padani” della moglie di Bossi. Inoltre vuole disciplinare i ruoli per il personale, evidentemente per poter selezionare insegnanti dalle immacolate camicie verdi. Di tutto ciò nessuno parla. Non Forza Italia, alleato della Lega. Non il Pd che ha mani legate e bocca cucita dall’improvvida adesione dell’Emilia Romagna che ha fornito una legittimità politica fortissima al progetto. Mentre i 5Stelle, nella loro ingenuità, lasciano mano libera a chi sottrarrà risorse allo sviluppo del Mezzogiorno. Il treno incorsa sta richiamando altri vagoni: tutte le regioni, ad esclusione di Abruzzo e Molise, si sono accodate.

È un treno che porta alla definitiva disunità d’Italia. Il vecchio progetto leghista ha trovato altre strade per compiersi.

Piero Ignazi è professore di Politica comparata presso l’Università di Bologna.

Il suo ultimo libro è “I partiti in Italia dal 1945 al 2018” (il Mulino, 2018)

Dalla titolarità di ambito a quella di scuola. Quali adempimenti per il docente?

da Orizzontescuola

di Paolo Pizzo

Tutti i docenti saranno titolari di scuola perché la titolarità di ambito è abolita a partire dalla prossima mobilità. Sarà obbligatorio presentare domanda?

Cecilia scrive

Incarico triennale abolito

L’art. 6 comma 8 del CCNI sulla mobilità dispone che prima di eseguire la mobilità, i docenti con incarico triennale , ivi inclusi i docenti con incarico triennale in scadenza al 31 agosto 2019, acquisiscono la titolarità sulla scuola di incarico. I docenti titolari su ambito, privi di incarico su scuola, sono assegnati sulla provincia

Domanda volontaria

La domanda di mobilità per tutti i docenti con titolarità di scuola è volontaria. Ci sono solo particolari situazioni come i docenti in esubero sulla provincia o a livello nazionale che potranno essere movimentati d’ufficio se non presenteranno domanda.

Conclusioni

Il caso in cui si trova Cecilia è molto semplice: al 1/9/2019 si troverà titolare nella scuola in cui è ora in servizio (ovvero la scuola che le è stata assegnata con incarico triennale) perché la titolarità di ambito non esisterà più per nessuno. Tale situazione sarà preceduta diciamo “telematicamente” dal momento che già con l’apertura delle domande di mobilità il docente che intenderà chiedere trasferimento/passaggio troverà mutata la propria posizione giuridica con lo spostamento in automatico dalla titolarità di ambito a quella di scuola.

Chi però non è interessato al trasferimento non dovrà fare nulla, tanto meno produrre domanda di mobilità sempreché ovviamente al docente stia bene la scuola in cui assumerà tale titolarità (che, ripeto, è quella in cui è ora in servizio con incarico triennale).

Pertanto, Cecilia non è obbligata a produrre domanda di trasferimento e il suo posto non sarà disponibile per la mobilità in quanto risulterà occupato da un titolare. Se vorrà, potrà produrre domanda di trasferimento/passaggio ma solo volontariamente.

Passaggio di ruolo: il movimento è su sede definitiva, non provvisoria

da Orizzontescuola

di Giovanna Onnis

Il passaggio di ruolo viene disposto su una specifica scuola che sarà la sede di titolarità. Si tratta, quindi, di sede definitiva, non provvisoria

Una lettrice ci scrive:

“Sono docente di ruolo nella scuola dell’infanzia, vorrei fare il passaggio di ruolo alla primaria per il mio stesso istituto: nel caso lo ottenessi, dopo l’ anno di prova rimango nella stessa scuola o sono costretta a fare il trasferimento per ottenere la sede di titolarità?”

La mobilità per il prossimo anno scolastico sarà disposta solo su scuola specifica, non essendo più possibile esprimere preferenze per gli ambiti territoriali e, conseguentemente, non saranno più disposti gli incarichi triennali da parte dei Dirigenti scolastici

Tali disposizioni sono valide sia per la mobilità territoriale che per la mobilità professionale, i cui movimenti sono sempre disposti su sede definitiva

Passaggio di ruolo

Il passaggio di ruolo è esclusivamente volontario e potrà essere disposto solo in presenza di cattedra disponibile in una delle scuole richieste dal docente sia mediante preferenza analitica che mediante preferenza sintetica sul distretto o sul comune in cui la scuola è ubicata

La scuola assegnata in seguito al passaggio è, quindi, la sede definitiva nella quale il docente acquisisce la titolarità

Sede definitiva, non provvisoria

La sede assegnata in seguito alla mobilità, sia territoriale che professionale, è sempre stata la sede definitiva di titolarità. La mobilità, infatti, non è mai stata disposta su sede provvisoria, che, invece, ha interessato i docenti neo-immessi in ruolo fino all’anno scolastico 2015/16.

I docenti neo immessi in ruolo fino al 2015/16 avevano una sede provvisoria e dovevano, quindi, inoltrare domanda di trasferimento l’anno successivo per ottenere una sede definitiva.

Dall’anno scolastico 2016/17, invece, l’immissione in ruolo è stata su sede definitiva e, quindi, i docenti coinvolti non erano più obbligati a presentare domanda di trasferimento l’anno successivo per l’assegnazione della sede definitiva

Passaggio di ruolo e vincolo temporale nella scuola

Il docente che ottiene passaggio di ruolo, sarà titolare nella scuola assegnata e non sarà obbligato a chiedere trasferimento l’anno successivo per ottenere la sede definitiva.

Se la scuola assegnata è stata richiesta dal docente con preferenza analitica, questo determina per lui un vincolo di permanenza triennale nella scuola e non potrà partecipare alla mobilità per un triennio, in sintonia con quanto disposto nell’art.2 comma 2 del CCNI sulla mobilità 2019/20

Specializzazione sostegno, ci sarà la selezione e sarà a pagamento. Quanto costa

da Orizzontescuola

di redazione

Il Ministero ha diramato il decreto di attivazione del nuovo corso di specializzazione che dovrebbe essere attivato nell’anno accademico 2018/19 per circa 14mila posti.

I requisiti di accesso

Prove organizzate dalle singole Università

Le prove di accesso sono organizzate dagli Atenei, tenendo conto delle specifiche esigenze dei candidati con disabilità o con disturbi specifici di apprendimento, a norma della legge 5 febbraio 1992, n. 104 e successive modificazioni e della legge 8 ottobre 2010, n. 170.

Le prove di accesso consistono in: preselettiva, prova scritta e prova orale.

Il numero di posti a disposizione per ciascuno degli Atenei che organizza il corso sarà indicato con apposito decreto del Miur.

Costi a carico dei corsisti

E’ bene precisare che il costo dell’intero corso è a carico dei corsisti.

Il costo finale dipende dalle Università (che possono mettere in atto anche agevolazioni in base al reddito), ma se ci si regola in base all’ultimo corso analogo, il costo oscilla tra i 2.500  e i 3.700 euro.

Di solito le Università permettono il pagamento in due rate, dato che il corso dura circa 8 mesi.

Il costo sarà indicato già nel bando del singolo Ateneo, in modo che il corsista conosca l’intero iter.

da Orizzontescuola

di Nino Sabella

Il decreto n. 92 dell’8 febbraio 2019 reca disposizioni relative alle procedure di specializzazione sul sostegno nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria.

Ricordiamo quali sono i requisiti d’accesso e cosa prevede il decreto per i docenti già specializzati su sostegno in un grado di istruzione diverso da quello per il quale intendono partecipare.

Requisiti

Possono accedere ai percorsi di specializzazione per la scuola dell’infanzia e primaria coloro i quali sono in possesso di uno dei seguenti requisiti:

  • abilitazione all’insegnamento conseguita presso i corsi di laurea in scienze della formazione primaria o analogo titolo conseguito all’estero e riconosciuto in Italia;
  • diploma magistrale, diploma sperimentale a indirizzo psicopedagogico, con valore di abilitazione e diploma sperimentale a indirizzo linguistico, conseguiti, entro l’anno scolastico 2001/2002, presso gli istituti magistrali o analogo titolo di abilitazione conseguito all’estero e riconosciuto in Italia.

Possono accedere ai percorsi di specializzazione per la scuola secondaria di prima e secondo grado coloro i quali sono in possesso di uno dei seguenti requisiti:

  • abilitazione
  • laurea + 24 CFU in discipline antropo – psico – pedagogiche ed in metodologie e tecnologie didattiche
  • (in prima applicazione) laurea e almeno 3 annualità anche non successive di servizio, su posto comune o di sostegno, svolto nel corso degli otto anni scolastici precedenti, entro il termine di presentazione delle istanze di partecipazione, presso le scuole del sistema educativo di istruzione e formazione; le tre annualità si valutano ai sensi dell’articolo 11, comma 14, della legge n. 124/1999.

Gli insegnanti tecnico pratici accedono, sino al 2024/25, secondo i requisiti previsti dalla normativa vigente in materia di classi di concorso, cui accedono con il diploma.

Docenti già specializzati: percorsi specializzazione abbreviati

Il decreto prevede percorsi di specializzazione abbreviati per i docenti già specializzati su sostegno in un grado di istruzione diverso da quello per il quale intendono partecipare. E’ questo, ad esempio, il caso di docenti specializzati su sostegno nella scuola dell’infanzia che intendono partecipare per specializzarsi nella scuola primaria.

Per beneficiare del percorso abbreviato è evidente che i docenti in questione devono superare le prove d’accesso ai percorsi e collocarsi utilmente in graduatoria (quindi rientrano nel numero dei posti previsti).

Anche i docenti ammessi in soprannumero seguono il percorso abbreviato (sempre che siano già specializzati). Ricordiamo che sono ammessi in soprannumero coloro i quali, in occasione dei precedenti cicli di specializzazione:

a. abbiano sospeso il percorso ovvero, pur in posizione utile, non si siano iscritti al percorso;
b. siano risultati vincitori di più procedure e abbiano esercitato le relative opzioni;
c. siano risultati inseriti nelle rispettive graduatorie di merito, ma non in posizione utile.

Percorsi specializzazione abbreviati: caratteristiche

I percorsi abbreviati sono predisposti dalle Università, le quali valutano le competenze già acquisite dai docenti e predispongono i relativi percorsi.

I percorsi devono prevedere, ai sensi del  D.M. sostegno (Decreto Miur del 30 settembre 2011), l’acquisizione di 9 crediti di laboratorio e 12 di tirocinio, come diversificati per grado di istruzione.

Il decreto

Tempo pieno e 2mila docenti primaria, Bussetti: scuole fanno richiesta in base a numero iscritti

da Orizzontescuola

di redazione

Il Ministro Bussetti, intervistato da “Il Mattino”, ha fornito le prime indicazioni in merito ai criteri sulla base dei quali saranno distribuiti, tra le varie regioni, i 2000 posti per il tempo pieno alla scuola primaria.

Legge bilancio: 2000 posti alla primaria per il tempo pieno

La misura è stata introdotta con la legge di bilancio 2019, che prevede 2000 posti in più nella scuola primaria per incrementare il tempo pieno.

Al fine suddetto, sarà emanato un apposito decreto del Miur, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge (di bilancio), sentita la Conferenza Unificata.

Bussetti:  scuole avanzano richieste in base alle iscrizioni

Bussetti afferma che in Sicilia l’offerta formativa è stata già incrementata in tutte le province per contrastare la dispersione.

Nelle altre regioni, prosegue il titolare del Miur, le scuole ora possono fare richiesta dei docenti extra in base al numero di iscrizioni. 

Riscatto Laurea agevolato: non a tutti conviene

da Orizzontescuola

di Consulente Fiscale

Anche se si da per scontato che la novità introdotta dal decreto 4/2019 sia sempre conveniente non per tutti i lavoratori lo è. Vediamo in quali casi conviene in riscatto tradizionale.

Dal 29 gennaio 2019, grazie al DL 4/2019, è stata introdotta la possibilità per chi ancora non ha compiuto 45 anni di riscattare la laurea ad un prezzo agevolato.

Riscatto laurea agevolato per quali periodi?

Il riscatto della laurea agevolato di riferisce a periodi di studio che si collocano successivamente alla data del 31 dicembre 1995 e che ricadono, quindi, interamente nel sistema contributivo.

I periodi che possono essere riscattati sono quelli non coperti da altra contribuzione ed il riscatto è possibile solo epr chi ha ottenuto il titolo di studio e si riferisce solo alla durata legale del corso di studi (escluso quindi il periodo fuori corso).

Riscatto laurea agevolato: il costo

Il costo del riscatto laurea per gli under 45, come abbiamo detto, avrà un costo agevolato poichè sarà possibile riscattare un anno di studio versando un contributo pari al livello minimo imponibile annuo previsto per le gestioni dei lavoratori artigiani e commercianti (15.858 al 2019) moltiplicato per l’aliquota di computo del 33%.

Il costo, quindi, sarà di poco superiore ai 5200 euro per ogni anno di studi riscattato (5241,30 per ogni anno). Il riscatto laurea, quindi, ad un costo fisso uguale per tutti.

Riscatto laurea a chi conviene?

Ma non bisogna dare per scontato che il riscatto laurea con il prezzo agevolato convenga davvero a tutti.

Il metodo tradizionale per riscattare la laurea, infatti, prevede l’onere annuo sia calcolato sulla base della retribuzione delle ultime 52 settimane di lavoro moltiplicata per l’aliquota di computo della propria gestione.

A chi conviene, quindi, il riscatto agevolato? A chi nelle ultime 52 settimane ha percepito una retribuzione superiore a 15.858 euro annui (poichè con retribuzioni superiori spetterebbe il pagamento di un onere superiore per ogni anno si studi).

Per chi ha retribuzioni inferiori a tale importo, quindi, non c’è convenienza nel riscatto laurea agevolato, ma tale tipo di riscatto non porta benefici neanche a chi lo effettua in gestioni che hanno aliquote di computo inferiori al 33% (ad esempio i commercianti hanno un’aliquota al 24%. In questi casi, quindi, conviene maggiormente il riscatto laurea tradizionale che, tra l’altro, vede la valorizzazione dei contributi sia per la misura che per il diritto della pensione e non solo per il diritto come il riscatto agevolato.

Pensionamenti: con le nuove regole a settembre ci saranno più cattedre scoperte

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

Le nuove regole sul pensionamento sembrano piacere al personale della scuola: secondo le prime proiezioni le domande potrebbero essere diverse decine di migliaia.

A settembre migliaia di cattedre scoperte

C’è chi parla di 40-50mila dipendenti del Miur che potrebbero lasciare la scuola partire dal prossimo settembre.
Per il momento si tratta di ipotesi e proiezioni ma se alla fine il conto dovesse essere davvero quello, fra qualche mese il Governo gialloverde si troverebbe di fronte ad un ulteriore problema da affrontare: si riuscirà a coprire tutti posti che si renderanno liberi?
Non è facile rispondere alla domanda perché bisognerà tenere conto di diversi fattori.
Intanto si tratterà di capire quale sarà la distribuzione territoriale delle domande di pensionamento: se fossero concentrate prevalentemente al sud, il rientro dei docenti meridionali che lavorano al nord potrebbe risultarne facilitato.
Peraltro è anche vero che se molti docenti riusciranno a rientrare nelle proprie regioni, al nord si creerebbero ulteriori vuoti difficili da colmare.
Ci sono concorsi in atto, ma non è detto che questo basti a coprire i posti vacanti.
L’ipotesi più plausibile, a questo punto, è che, soprattutto al nord, per garantire il servizio scolastico si dovrà ricorrere fin dal primo giorno alle graduatorie di istituto se non addirittura a docenti che hanno sottoscritto la cosiddetta “messa a disposizione”.

Diminuirà la spesa del Miur?

Va anche detto che, complessivamente, l’operazione potrebbe raggiungere lo scopo di far diminuire la spesa per i docenti (gli stipendi dei nuovi arrivati saranno infatti sensibilmente inferiori di coloro che lasceranno il lavoro).
Fra meno di un mese si avranno dati più precisi sull’effettiva portata delle nuove regole sul pensionamento e a quel punto si potranno fare previsioni più precise.
Un fatto, per intanto, è pressoché sicuro: a settembre ben difficilmente tutte le cattedre saranno coperte fin da subito da docenti titolari e, come sempre, gli studenti dovranno aspettare qualche settimana per iniziare le lezioni in modo regolare.

Maturità 2019, arrivano le simulazioni rivelatrici: i dubbi di docenti e studenti saranno spazzati via

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Prove tecniche di avvicinamento all’Esame di Stato. Sono quelle che il ministero dell’Istruzione sta realizzando, anche attraverso le indicazioni contenute nella Circolare contenente gli esempi della prima e della seconda prova della maturità che potranno essere utilizzati dalle scuole per simulare gli scritti di giugno: le tracce saranno pubblicate sul sito del MIUR alle ore 8.30 dei giorni previsti, nella sezione “Esami di Stato”. Il ministro dell’Istruzione, a questo proposito, ha spiegato il senso dell’iniziativa dell’amministrazione centrale.

Il commento del ministro dell’Istruzione

Come già scritto dalla Tecnica della Scuola, “la pubblicazione degli esempi di scritto e le simulazioni – ha detto Marco Bussetti lunedì 11 febbraio – serviranno agli studenti per confrontarsi con una prova che ricalcherà, per struttura e tipologia, l’Esame di giugno”.

“Mentre il Miur potrà acquisire elementi di valutazione che saranno utilizzati per organizzare al meglio la redazione delle tracce. La macchina amministrativa è fortemente impegnata da mesi e lo sarà anche nelle prossime settimane per accompagnare il più possibile la scuola nell’affrontare le novità previste“.

Il titolare del ministero dell’Istruzione ha spiegato che a Viale Trastevere “stiamo lavorando per un esame che, pur in presenza di una serie di novità che entrano in vigore per effetto del decreto 62 del 2017, rispetti la preparazione affrontata in questi anni dai ragazzi”.

Saranno ben quattro le giornate di pubblicazione di esempi di prove già programmate:

SIMULAZIONE PRIMA PROVA SCRITTA: 19 febbraio e 26 marzo

SIMULAZIONE SECONDA PROVA SCRITTA: 28 febbraio e 2 aprile

Le spiegazioni del Miur

Il Miur ha anche fatto sapere che per gli istituti professionali, la traccia proposta farà riferimento esclusivamente alla prima parte in cui è strutturata la stessa: la seconda, come previsto dalla norma, sarà elaborata dalla commissione durante lo svolgimento dell’Esame.

Inoltre, l’amministrazione ha spiegato che nei giorni successivi alla pubblicazione degli esempi di prove, sarà effettuata, su un campione significativo di scuole, un’indagine che servirà a raccogliere riscontri sulla coerenza delle tracce proposte rispetto ai quadri di riferimento, alle Indicazioni nazionali e alle Linee guida.

L’indagine avrà l’obiettivo di verificare l’andamento delle simulazioni per poter disporre di elementi utili a garantire una ottimale preparazione delle tracce di Esame.

Ancora diversi dubbi da chiarire

È chiaro, quindi, che le simulazioni avranno un doppio scopo: prima di tutto, quello di far comprendere a docenti e studenti la composizione delle nuove tracce e le modalità con cui si svolgerà l’Esame di Stato rinnovato.

In secondo luogo, serviranno al ministero dell’Istruzione per affinare le prove ufficiali, anche queste di carattere nazionale, che verranno somministrate nel prossimo mese di giugno.

Il tempo a disposizione non è molto e i dubbi dei docenti delle classi quinte sono ancora diversi: ad esempio, sulla tempistica per realizzare gli elaborati, sulla scelta di quali discipline inglobare nella seconda prova, sulla corretta formazione delle commissioni, anche di quelle che operano in parallelo. E altro ancora.

Tocca ora ai dirigenti del palazzo bianco di Viale Trastevere fare chiarezza. Anche per non rinfocolare le polemiche, mosse da chi continua a sostenere che non si cambiano le regole di un esame importante, quale è la maturità, nel corso dell’anno scolastico. E che bisognava rimandare tutto al 2020.

Simulazioni prima prova maturità 2019: le date. Pubblicata circolare Miur con indicazioni. Gli esempi

da Tuttoscuola

Lo scorso 18 gennaio sono state pubblicate materie e commissari della maturità 2019. Altre novità hanno fatto il loro debutto: la doppia materia oggetto della seconda prova, l‘arrivo di giornate nazionali per le simulazioni di prima e seconda prova e la realizzazione, il giorno del colloquio orale maturità 2019, di un sorteggio dei materiali sulla base dei quali sarà condotto l’orale. Pubblicata la circolare del Miur.

La maturità 2019 verrà sicuramente ricordata per le sue prime volte: la prima volta senza il quizzone, la prima volta dei nuovi punti di credito, dell’alternanza scuola lavoro al colloquio, della possibile doppia materia in seconda prova, dei quadri di riferimento, delle griglie di valutazione e ora anche degli esempi di tracce di prova di italiano. Fino a quest’anno, infatti, le simulazioni ufficiali pubblicate sul sito del Miur hanno riguardato sempre solo la seconda prova di maturità. Ora sono disponibili sul sito del Ministero dell’Istruzione i primi esempi di tracce per la prova di italiano della nuova Maturità che debutterà il 19 giugno 2019.

Ricordiamo che le date delle simulazioni nazionali di prima prova 2019 sono due: il 19 febbraio 2019 e il 26 marzo 2019.

Le tracce delle simulazioni prima prova maturità 2019 e delle simulazioni seconda prova maturità 2019 saranno pubblicate sul sito del MIUR alle ore 8.30 dei giorni previsti, nella sezione “Esami di Stato”. Quindi al mattino e tutte in contemporanea, come avviene durante le prove vere e proprie. Le scuole, nell’ambito della loro autonomia, potranno utilizzare i materiali proposti sia in modalità “simulazione”, nello stesso giorno della pubblicazione, sia assegnando i testi durante l’ordinaria attività didattica.

Le tracce saranno elaborate rispettando le caratteristiche e la struttura definite dai quadri di riferimento pubblicati sul sito del MIUR a novembre scorso. Per gli istituti professionali, la traccia proposta farà riferimento esclusivamente alla prima parte in cui è strutturata la stessa: la seconda, come previsto dalla norma, sarà elaborata dalla commissione durante lo svolgimento dell’Esame. Nei giorni successivi alla pubblicazione degli esempi di prove, sarà poi effettuata, su un campione significativo di scuole, un’indagine che servirà a raccogliere riscontri sulla coerenza delle tracce proposte rispetto ai quadri di riferimento, alle Indicazioni nazionali e alle Linee guida. L’indagine avrà l’obiettivo di verificare l’andamento delle simulazioni per poter disporre di elementi utili a garantire una ottimale preparazione delle tracce di Esame.

“Stiamo lavorando per un Esame che, pur in presenza di una serie di novità che entrano in vigore per effetto del decreto 62 del 2017, rispetti la preparazione affrontata in questi anni dai ragazzi – ricorda il Ministro Bussetti -. La pubblicazione degli esempi di scritto e le simulazioni serviranno agli studenti per confrontarsi con una prova che ricalcherà, per struttura e tipologia, l’Esame di giugno. Mentre il MIUR potrà acquisire elementi di valutazione che saranno utilizzati per organizzare al meglio la redazione delle tracce. La macchina amministrativa è fortemente impegnata da mesi e lo sarà anche nelle prossime settimane per accompagnare il più possibile la scuola nell’affrontare le novità previste”.

Con il decreto legislativo numero 62 del 2017 sono state stabilite nuove modalità per lo svolgimento degli Esami di Stato della secondaria di II grado. Ne parliamo nel webinar gratuito di Tuttoscuola fissato per domani, 12 febbraio (scopri come partecipare qui).

Di seguito è possibile scaricare gli esempi prima prova maturità 2019

Esempio prima prova maturità 2019, tipologia A
Esempio 1 prima prova maturità 2019, tipologia B
Esempio 2 prima prova maturità 2019, tipologia B
Esempio prima prova maturità 2019, tipologia C