Tirocini Esame Abilitazione Medicina

Nel pomeriggio del 18 marzo è stata inviata alle Università la circolare che sblocca i tirocini trimestrali obbligatori per sostenere l’Esame di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo per l’anno 2019.

La data di inizio dei tirocini, per la prima sessione utile, è fissata al 10 aprile 2019. La domanda di ammissione deve essere presentata entro e non oltre il 29 marzo 2019.

Al tirocinio trimestrale organizzato dall’Ateneo potranno essere ammessi solo coloro i quali siano in possesso del titolo di studio conseguito presso il medesimo Ateneo.

Viene così consentito, per via amministrativa, di svolgere da subito i tirocini formativi necessari per poter poi partecipare all’Esame di abilitazione alla professione e di farlo in tempi utili per la successiva partecipazione dei futuri medici alle prove selettive per il concorso di accesso per le Specializzazioni mediche.

Sindrome di Down. Una giornata mondiale tra conquiste e denuncia

Redattore Sociale del 18.03.2019

Sindrome di Down. Una giornata mondiale tra conquiste e denuncia

Le campagne di sensibilizzazione lanciate da AIPD e CoorDown, le due più grandi organizzazioni che si occupano del tema, guardano al 21 marzo da prospettive diverse. Lanciati due spot per l’occasione. E i messaggi si completano a vicenda: “C’è ancora tanto da fare per avere pari diritti e opportunità”. 

ROMA. Un momento per ricordare le battaglie vinte, ma anche per tornare a denunciare la mancanza di pari opportunità per tutti. In occasione della Giornata mondiale sulla sindrome di Down, che ogni anno si celebra il 21 marzo, le due maggiori organizzazioni che si occupano di sindrome di Down hanno deciso di affrontare il tema da due prospettive diverse: l’Aipd, l’Associazione Italiana Persone Down che quest’anno compie 40 anni, ha deciso di fare un bilancio di questi quattro decenni per capire cosa è cambiato in tanti anni di impegno e sensibilizzazione; il CoorDown, Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down, invece ha scelto la strada della denuncia spiegando che soltanto quando tutti avranno le stesse opportunità si potrà festeggiare davvero. Due messaggi non incompatibili, che in realtà si completano a vicenda e che insieme riescono a spiegare in pochi fotogrammi dove siamo, come ci siamo arrivati e quali sono ancora le sfide per l’integrazione. 

I 40 anni dell’AIPD sono un buon motivo per tracciare un bilancio guardando al passato. “Dal 1979 a oggi, le persone con sindrome di Down sono lentamente e gradualmente uscite allo scoperto – spiega l’associazione -, fino a essere in alcuni casi pienamente inserite nel contesto scolastico, sociale e lavorativo”. Una storia di “emancipazione e conquista di autonomia e cittadinanza”, aggiunge una nota dell’AIPD. Lo spot, realizzato dallo studio creativo Frog ‘n roll scritto e diretto da Elena Fiorenzani e Dario Baldi, vede come protagonisti tanti bambini e adulti con sindrome di Down. Lungo una timeline che funge da filo rosso per tutta la durata del video, vengono snocciolati i traguardi, passando dagli anni 70 quando molti bambini con sindrome di Down vivevano in istituto, non avevano accesso alle scuole e al mondo del lavoro, fino ai percorsi di inclusione, autonomia e indipendenza dei nostri giorni. Tanti i traguardi raggiunti, ma per l’AIPD “la lotta non finisce”, perché c’è “ancora tanto da fare, perché pari diritti e pari opportunità siano pienamente riconosciuti alle persone con sindrome di Down, in ogni ambito della vita sociale, in Italia ma anche negli altri Paesi”. 

“Quando tutti noi, non solo qualcuno di noi, avremo più opportunità a scuola, nel lavoro, nella vita sociale, solo allora avremo davvero dei motivi per festeggiare”. È questo, invece, il messaggio lanciato dal CoorDown con la campagna “Reason To Celebrate”. Andare a scuola, fare sport, uscire con gli amici, trovare un lavoro, vivere in autonomia non è ancora una “routine” per tutte le persone con sindrome di Down. “Sono ancora troppi gli alunni che non hanno la possibilità di ricevere a scuola giusti supporti e sostegni inclusivi – spiega il CoorDown -, e al termine della scuola per molti ragazzi non ci sono opportunità. L’accesso al lavoro con inquadramenti e contratti adeguati resta una opportunità esigua, che sconta la mancanza di strumenti efficaci per il collocamento e la forte disparità territoriale dell’Italia, con enormi differenze tra Nord e Sud e tra grandi e piccoli centri del paese. Anche vivere una relazione sentimentale, costruire una vita indipendente e raggiungere l’autonomia abitativa rappresentano diritti fondamentali ancora troppo spesso negati”. La campagna è nata dalla collaborazione delle agenzie Fcb Mexico e Small New York, diretta dal regista ungherese Rudolf Péter Kiss e prodotta da Switzerland’s GOSH a Budapest, con la partecipazione di attori provenienti da quattro paesi diversi, Gran Bretagna, Albania, Svizzera e Italia. 

Campionati italiani della Geografia

E’ normale in un Paese in cui centinaia di migliaia di ragazzi meritoriamente scendono in piazza per reclamare politiche più stringenti e concrete contro i cambiamenti climatici, che la materia naturalmente deputata a questi temi sia martirizzata per non dire annullata .

Stiamo parlando ovviamente della Geografia . Una delle ragioni per cui si organizzano i Campionati è proprio questa: attirare l’attenzione dell’opinione pubblica, del Parlamento e del Ministero dell’Istruzione su di essa, disciplina strategica come sapere di base che , nonostante la sua straordinaria attualità (vedi clima e molto altro) ed inconfutabile utilità, è ai margini della scuola italiana.

Quasi 370 studenti, organizzati in squadre da 4, provenienti da tutta Italia , in tre giornate, parteciperanno alla più importante gara di Geografia d’Europa.

Sabato 23 marzo Italiani si svolgeranno i Campionati Italiani della Geografia per la secondaria di primo grado, seguiti il sabato successivo da quelli della secondaria di secondo grado. Un antipasto ci sarà venerdì 22 marzo coi Campionati Interregionali, alla loro quinta edizione.

L’ambiente è il solito, l’I.I.S. “D.Zaccagna” di Carrara , e gli organizzatori pure , SOS Geografia e A.I.I.G. (Associazione Italiana Insegnanti di Geografia) , con il formidabile contributo dell’Associazione “Zaccagna, ieri e oggi” . Le squadre provenienti da molte province italiane (Brescia, Catanzaro ,Genova, Imperia, L’Aquila, La Spezia, Livorno ,Lucca, Messina, Modena, Padova, Pisa, , Pistoia, Salerno, Siena, Reggio Calabria, Trento e naturalmente Massa e Carrara)si confronteranno costruendo puzzles geografici , individuando località su foto , ricercando coordinate geografiche, lavorando su carte mute e giochi geografici informatici, costruendo itinerari al computer e rispondendo a quesiti, su migrazioni, diritti umani ed Unione Europea .

Alle tre squadre vincitrici sarà offerto un soggiorno nei Parchi Nazionali dell’Appennino Tosco-Emiliano e delle Cinque Terre e a tutti i partecipanti materiale didattico e geografico proveniente dai diversi sponsor.

I Campionati si svolgono con il patrocinio della Regione Toscana , dei Parchi Nazionali dell’Appennino Tosco-Emiliano e delle Cinque Terre , della Provincia di Massa e Carrara, del Comune di Carrara e con il sostegno dell’ Associazione “Zaccagna, ieri e oggi”, di Unicoop Tirreno, Ravensburger, De Agostini Scuola , Librerie Geografiche, Studi d’Arte Cave Michelangelo, Vimar , Teknospedizioni, B&B Il Monastero, Tirrena Spa, Biscottificio Piemonte, Legambiente, Fondazione Cà Michele , Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara e delle Ambasciate e degli Uffici del Turismo di Grecia, Nuova Caledonia (Francia), Nuova Zelanda,Giordania,Argentina,Svizzera,Slovacchia,Brasile,Namibia,Messico,Australia,Norvegia, Irlanda, Spagna, Estonia, Thailandia, Giappone, Lettonia e dell’Unione Europea.


Lavoro. Quanto costa non inserire soggetti con disturbi dello spettro autistico?

Redattore Sociale del 18.03.2019

Lavoro. Quanto costa non inserire soggetti con disturbi dello spettro autistico?

“Il non utilizzo nel processo produttivo di soggetti con caratteristiche funzionali a volte anche superiori ai normodotati comporta una spesa”. Ad aprile verrà presentato uno studio. Lo fa sapere Gianni Carbone, professore di Economia Aziendale dell’Università La Sapienza di Roma. 

ROMA. “Il sei aprile presenteremo uno studio sulle diverse opportunità di redistribuzione del reddito di welfare e sulle opportunità nell’ambito del mondo del lavoro che possono essere previste da un punto di vista normativo per i soggetti con disturbi dello spettro autistico”. Lo fa sapere Gianni Carbone, professore di Economia Aziendale dell’Università La Sapienza di Roma, che sarà tra i relatori del convegno ‘Plasmare la complessità, autismo tra mente e corpo’, organizzato a Roma dall’Università degli studi La Sapienza, l’Istituto di Ortofonologia (IdO) e l’Osservatorio italiano studio e monitoraggio autismo (Oisma). Il convegno si svolgerà a Roma nell’Aula Gerin de La Sapienza in viale Regina Elena 336 dalle 8.30 alle 16.30.

“Il non utilizzo nel processo produttivo di soggetti con caratteristiche funzionali a volte anche superiori ai normodotati comporta una spesa. Questa possibilità- continua Carbone- che non viene mai presa in considerazione, è stata spesso studiata come un’opportunità che favorirebbe la produttività anche dei soggetti normodotati. Una convivenza produttiva tra soggetti con autismo e soggetti normodotati potrebbe generare dei processi produttivi innovativi”.

L’utilizzo lavorativo “varia in base alla gravità del disturbo- precisa il professore universitario- coloro che presentano problemi relazionali possono essere utilizzati in ambito informatico. In ogni caso, le aziende che inseriscono nei processi produttivi soggetti con autismo avrebbero l’opportunità di destare un effetto marketing immediato”. Le persone coinvolte in un disturbo dello spettro autistico “riescono molto bene nell’ambito della manualità. Da un punto di vista produttivo/creativo, altri ambiti lavorativi sono quelli della pasticceria, dell’applicazione tecnologica dei legnami e dell’arte. L’attività artistica- conclude Carbone- permette di dimostrare manualmente quello che non riescono poi a dare da un punto di vista sociale”. (DIRE)

Stati Generali per il Sostegno

LA CULTURA DELL’INCLUSIONE NON È NEGOZIABILE

INDEROGABILE LA FORMAZIONE DI TUTTO IL PERSONALE DOCENTE

Stati Generali per il Sostegno

Napoli: 28-29 marzo 2019

Proseguono gli “Stati Generali per il Sostegno”, iniziativa promossa dal CIIS e avviata a Cagliari lo scorso novembre, con l’intento di offrire indicazioni pratiche per migliorare il processo inclusivo degli alunni e delle alunne con disabilità, dando “voce” al mondo della scuola.

Nella scuola, la cultura dell’inclusione richiede una mirata competenza professionale, possibile solo attraverso la formazione obbligatoria di tutto il personale docente e dirigente sulle tematiche dell’inclusione scolastica.  

«Con gli Stati Generali per il Sostegno intendiamo dar voce al mondo della scuola, per offrire un concreto contributo al miglioramento del processo inclusivo che, in questi ultimi anni, se da un lato soffre a causa delle costanti e ripetute riduzioni di risorse, dall’altro mostra la necessità di una maggiore e diffusa formazione degli operatori e di un rinnovato confronto propositivo a livello culturale»: a dirlo è Giuseppe Argiolas, componente del Direttivo Nazionale del CIIS (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno), nel presentare gli Stati Generali per il Sostegno, inaugurati a Cagliari lo scorso novembre e adesso proposti a Napoli, il 28 e 29 marzo p.v.

Gli Stati Generali per il Sostegno a Napoli

Approda a Napoli la seconda edizione degli Stati Generali per il Sostegno, ospitati presso l’IS “Archimede” (Via E. Salgari, 8), diretto dalla D.S. dottoressa Mariarosaria Stanziano. Anche nel territorio campano verranno coinvolti i docenti, i dirigenti e i genitori o quanti interessati con l’obiettivo di porre al centro dell’azione formativa non soltanto le problematiche attuali dell’inclusione e dell’integrazione, ma anche le potenzialità e le possibilità per un rinnovo costruttivo.

Gli Stati Generali per il Sostegno costituiscono l’occasione per approfondire e analizzare il processo inclusivo nella scuola italiana al fine di proporre indicazioni operative, volte a migliorare il processo nel suo insieme. La voce è data agli operatori della scuola, perché un vero cambiamento può avvenire agendo soprattutto dall’interno. E indubbiamente tanto i docenti quanto i dirigenti scolastici e le altre figure, che lavorano nella scuola, possono offrire suggerimenti utili, pragmaticamente attuabili e significativi nella loro espressione valoriale.

Nonostante i molti e repentini cambiamenti introdotti da continue norme, talora fra loro in contraddizione, che spesso hanno generano dubbi e incertezze, la scuola dell’inclusione soffre ancora di numerose criticità. Si è trattato per lo più di indicazioni calate dall’alto, decise in sedi asettiche, distanti dalla quotidianità delle aule, dalla vivacità delle classi, dai reali bisogni formativi. Gli Stati Generali per il Sostegno di Napoli impegnano i partecipanti in due giornate di lavoro: giovedì 28 e venerdì 29 marzo.

“Partecipazione e impegno” (giovedì 28 marzo 2019)

Aprono la prima giornata due tavole rotonde finalizzate ad approfondire gli aspetti organizzativi e pedagogico-didattici della scuola di oggi e di domani, alla luce delle nuove normative e delle ricerche pedagogiche inclusive; ai tavoli si alternano esperti di chiara fama, fra cui l’avv. Nocera, della Fish, la prof.ssa Striano, direttrice del Centro di Ateneo SINAPSI dell’Università degli Studi di Napoli, il dr. Antonio Nocchetti, presidente dell’Associazione “Tuttiascuola”, la prof.ssa Stornaiuolo, D.S. dell’IC Scialoja-Cortese di Napoli, la prof.ssa Barbirato, D.S. dell’IC Maffucci di Milano, insieme ai componenti del Direttivo Nazionale del CIIS; seguono una serie di testimonianze di genitori, rappresentanti di Associazioni di famiglie e di insegnanti; chiude la sessione del mattino un intervento che descrive le opportunità derivanti dalle nuove tecnologie.

Nel pomeriggio, dopo la testimonianza di studenti di una classe della scuola secondaria di secondo grado, e fra questi anche alunni con autismo, vengono presentati il nuovo decreto sul sostegno e le novità normative, che saranno operative dal primo settembre prossimo; di seguito l’attività ai Tavoli di lavoro, ai quali partecipano, divisi in gruppo, tutti  gli iscritti. È in questa fase che, attraverso lo scambio di opinioni e di esperienze, vengono elaborate le proposte per una nuova stagione a favore dell’inclusione scolastica. I Tavoli di lavoro consentono il confronto su molti temi: dalle strategie e metodologie didattiche alla formazione del personale docente, analizzando anche l’ipotesi di separazione delle carriere; dall’organizzazione del sistema scuola alle nuove prospettive di cambiamento introdotte dai decreti legislativi, applicativi della legge “buona scuola”. In particolare vengono analizzati i nuovi percorsi di formazione dei docenti di sostegno e le possibili criticità nelle fasi di applicazione.

“Corresponsabilità e formazione” (venerdì 29 marzo)

I lavori proseguono venerdì mattina, 29 marzo. Dopo la presentazione del nuovo decreto sulla valutazione e sull’esame di Stato, i componenti dei Tavoli di lavoro si riuniscono per pervenire a proposte da presentare al termine dei lavori.

Sul tavolo del confronto vi sono, fra le varie tematiche, la mancanza “cronica” di docenti specializzati per le attività di sostegno, l’inderogabile rinnovo dei percorsi formativi dei futuri docenti, ancora “strutturati con percorsi aggiuntivi”, nonostante l’alunno con disabilità sia “alunno di tutti i docenti della classe”, la permanente distorsione del pensiero dominante intento a ricercare modalità didattiche rivolte più alla disabilità, intesa come patologia, che alla persona, la confusione fra le figure professionali deputate all’assistenza, ma “sostituibili” nell’immaginario collettivo alla figura del docente, e molte altre questioni che, in assenza di efficaci e chiare soluzioni, soffocano quel positivo processo che ha visto il suo avvio negli anni Settanta del secolo scorso. Appare chiaro che non si attua una scuola di qualità e fattivamente inclusiva senza un’azione sinergia e corresponsabile, in particolare dei docenti, ma anche delle altre figure della scuola.

Stati Generali per il Sostegno: la voce della scuola rappresentata al MIUR

Il CIIS, che promuove l’iniziativa, è fermamente convinto che la qualità della scuola si attui nella sua capacità di essere inclusiva. La corresponsabilità di tutti i docenti nelle classi in cui operano, la formazione diffusa, che assicuri una professionalità competente, funzionale a un’azione didattica rivolta a tutti gli alunni della classe e la consapevolezza che ciascuno concorre all’esito positivo del progetto inclusivo sono fra i presupposti di un reale cambiamento, indirizzato a sensibilizzare e potenziare la cultura dell’inclusione scolastica.

È ai princìpi, attinti dalla Carta Costituzionale e alle motivazioni di carattere pedagogico, che gli Stati Generali per il Sostegno intendono fare riferimento, portando ai rappresentanti della politica e alla società civile, attraverso competenze e professionalità, idee e proposte nuove, che possano contribuire a realizzare concretamente quel percorso che da oltre quarant’anni è emblema di civiltà e di progresso culturale.

A conclusione di questo percorso itinerante, il CIIS presenterà al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca la sintesi delle indicazioni emerse dai Tavoli di Lavoro, organizzati in occasione degli incontri.

Notizie dell’evento: http://www.sostegno.org/node/629

Programma: http://www.sostegno.org/sites/default/files/CIIS_StatiGeneraliSostegno_Napoli%2028-29%20marzo.pdf

DIRETTIVO NAZIONALE DEL CIIS

COORDINAMENTO ITALIANO INSEGNANTI DI SOSTEGNO

Nota bene

Per partecipare è necessario iscriversi: https://docs.google.com/forms/d/1DSh-mvx0-eRug5sbfZ63I_ImX67HaDn9mpyr6y2HUhM/viewform?edit_requested=true&fbclid=IwAR3tpbf0dNRZP1LVumfwgOU1bqKjmReWmhqAMDdu75yDyYroCNehkMKZyxM

Viene rilasciato l’Attestato di partecipazione

Aule a misura di apprendimento: il manuale Indire per l’architettura scolastica

da Il Sole 24 Ore

Creare un ambiente accogliente, nel quale progettare percorsi didattici che “escono fuori” dall’aula, senza ulteriori interventi strutturali, ma sfruttando le risorse disponibili per migliorare la qualità dei processi di apprendimento. È l’architettura scolastica “ideale” disegnata dal volume “Fare didattica in spazi flessibili. Progettare, organizzare e utilizzare gli ambienti di apprendimento a scuola”, frutto del lavoro di un gruppo di ricercatori Indire sulle architetture in classe.

Il volume
La pubblicazione, spiega l’Indire, fornisce spunti di riflessione sul rapporto fra pedagogia e architettura, su come lo spazio fisico possa concretamente contribuire alla qualità della vita scolastica e degli apprendimenti, e su quali debbano essere i margini di intervento e gli strumenti che possono aiutare a realizzare un luogo efficace per docenti e studenti.
«Con il gruppo di ricercatori dell’Indire – racconta il curatore del volume Leonardo Tosi, ricercatore dell’istituto del Miur – ci siamo posti una serie di domande sul tema degli spazi fisici di apprendimento e sulle caratteristiche che dovrebbero avere per rispondere alle esigenze di una società oggi profondamente cambiata».
Il volume offre un set di strumenti per trasformare l’aula in uno spazio di apprendimento allargato e flessibile, visto che sono ormai molte le evidenze in ambito scientifico che sottolineano come l’ambiente interagisca sulla qualità dei processi di apprendimento. Ma raccoglie anche dieci “Learning Stories” raccontate da altrettanti insegnanti che hanno voluto considerare l’ambiente fisico come un elemento strategico per la qualità della vita scolastica e degli apprendimenti. Il punto di partenza della riflessione è, come spiega il ricercatore Indire Samuele Borri nel suo contributo, il «Manifesto 1+4 Spazi educativi per la scuola del Terzo Millennio», presentato dall’Indire nel 2016.
Il volume è acquistabile on line su www.scuolastore.it/it/book/fare-didattica-spazi-flessibili

TFA sostegno: quale permesso chiedere per test del 15 e 16 aprile

da Orizzontescuola

di redazione

Il 15 e 16 aprile prossimi si svolgeranno i test preselettivi per l’accesso al corso specializzazione sostegno per l’a.a. 2018/19. I docenti in servizio dovranno richiedere permesso o ferie per poter partecipare.

Le prove si svolgeranno il

  • 15 aprile (di mattina per la Scuola dell’infanzia e di pomeriggio per la Scuola primaria)
  • il 16 aprile (di mattina per la Scuola Secondaria di I grado e di pomeriggio per la Scuola secondaria di II grado).”

Sedi e orari si trovano nei bandi o saranno indicate con successive indicazioni dalle Università.

Chi supera il test di accesso

E’ ammesso alla prova scritta un numero di candidati pari al doppio dei posti disponibili nella singola sede per gli accessi. Sono altresì ammessi alla prova scritta coloro che, all’esito della prova preselettiva, abbiano conseguito il medesimo punteggio dell’ultimo degli  ammessi.

Alla prova scritta, dunque, sono ammessi il doppio dei candidati rispetto al numero dei posti disponibili in ciascun Ateneo. Esempio: posti disponibili 50; vengono ammessi alla prova scritta i primi 100 candidati.

Sono inoltre ammessi coloro i quali conseguono lo stesso punteggio dell’ultimo degli ammessi.  Rifacendoci all’esempio sopra riportati, vengono ammessi tutti coloro che conseguano il medesimo punteggio del centesimo candidato ammesso.

In definitiva, non è previsto un punteggio minimo per superare il test, per cui la soglia è rappresentata dal numero di posti disponibili in ciascuna università.

Le date per la prova scritta 

I permessi da poter richiedere

Il personale docente e ATA di ruolo e non di ruolo ha diritto alla fruizione di 8 giorni di permesso per la partecipazione a concorsi o ad esami, ai sensi dell’articolo 15, comma 1, e 19, comma 7, del CCNL 2007, confermato dal nuovo Contratto 2016/18.

Permessi concorsi o esami docenti di ruolo

  • il personale docente e ATA ha diritto a 8 giorni di permesso, durante l’anno scolastico, per partecipare come candidato a concorsi o ad esami.
  • negli otto giorni sono compresi anche i giorni di viaggio per raggiungere la sede dell’esame o del concorso;
  • tali giorni di permesso, per il personale a tempo indeterminato, sono interamente retribuiti, sono valutati ai fini dell’anzianità di servizio e non riducono le ferie;
  • possono essere fruiti soltanto per le prove d’esame ma non per la preparazione alle stesse;
  • possono essere fruiti per qualsiasi tipologia di concorso o esame, fermo restando che il dipendente produca idonea documentazione per giustificarne la richiesta e la conseguente fruizione (per idonea documentazione si intende l’attestazione di partecipazione all’esame o al concorso, comprovante il giorno o i giorni di svolgimento degli stessi);
  • possono essere fruiti anche se l’esame o la prova di concorso si svolgano al di fuori dell’orario di lavoro;
  • possono essere fruiti dal personale in part time, in proporzione alle giornate di lavoro settimanale previste

Permessi concorsi o esami docenti non di ruolo

Anche i docenti assunti a tempo indeterminato possono fruire di 8 giorni di permesso ad anno scolastico per la partecipazione a concorsi o esami.

La differenza tra personale di ruolo e non di ruolo  riguarda gli aspetti economici e giuridici:

  • per il personale a tempo determinato gli otto giorni non sono retribuiti e non sono valutati ai fini dell’anzianità di servizio.

Per il resto vale quanto detto per il personate a tempo indeterminato.

L’attività fisica migliora la concentrazione a scuola e “stimola” l’intelligenza

da La Tecnica della Scuola

Di Dino Galuppi

Diversi studi, anche recenti, ci dicono che fare educazione fisica aiuta i bambini e i ragazzi non solo a combattere l’obesità, ma anche a migliorare la concentrazione a scuola. Con inevitabili influenze positive sul rendimento scolastico.

Una recente ricerca scientifica supervisionata anche dal Governo statunitense ha dimostrato, ad esempio, che i bambini che fanno periodiche attività ricreative interrompendo il lavoro in classe , hanno più capacità a concentrarsi di altri coetanei ed hanno migliori “performance” nei compiti in classe.

La ricerca

È molto importante, quindi, che svolgano le loro pause in attività fisiche e non rimanendo incollati davanti al proprio smartphone.

I risultati della ricerca spiegano che ragazzi se sono ben allenati e danno buone prestazioni, specie negli sport all’aria aperta, hanno sia un peso corporeo adeguato all’età ma rispondono meglio ai test standard per le funzioni della memoria e dell’apprendimento.

Nello studio sono stati coinvolti circa 2.000 ragazzini delle scuole primarie di Los Angeles ai quali si chiedeva di percorre una corsa di 1 chilometro e mezzo, e successivamente di rispondere ad alcuni test d’intelligenza standardizzati secondo l’età ed il livello socioculturale. Si è visto che i ragazzini che avevano impiegato meno tempo per la corsa, poiché erano più allenati al movimento, erano anche quelli in grado di dare i migliori risultati ai test d’intelligenza e cultura.

In sostanza, corretta nutrizione, attività fisica benessere e rendimento scolastico vanno di pari passo. E ribaltando il senso, in caso di voti bassi non serve vietare lo sport e tenere i figli accasciati sui libri ma è molto meglio portarli a giocare nel tempo giusto all’aperto!

Non è chiaro quale sia il nesso tra attività fisica e mentale; al momento, però, esistono diverse teorie a tal proposito. Una di queste afferma che un maggior sangue al cervello, vuol dire avere un tessuto cerebrale ben nutrito e soprattutto cellule nervose di ricambio grazie ad una sostanza liberata in quantità maggiore se si fa molto movimento, sostanza in grado di favorire il nutrimento e la funzione dei neuroni.

Le influenze positive sul cervello

Secondo gli scienziati, la BDNF (brain derived neurotrophic factor) non è altro che una proteina che si produce proprio nella zona attivata dall’attività fisica e che sarebbe in grado, appunto, di far crescere le cellule nervose.

Altri scienziati si sono concentrati sull’età evolutiva, esaminando un piccolo gruppo di bambini e adolescenti sani, dai 4 ai 21 anni, che hanno sottoposto a risonanza magnetica ogni biennio per 10 anni.

In questo modo, hanno potuto osservare con precisione l’evoluzione della corteccia cerebrale dall’infanzia alla maturità, dimostrando come la maturazione del cervello si associ a un arricchimento dei circuiti neuronali che sono stati più utilizzati in età evolutiva e all’eliminazione di quelli che non lo sono stati.

In sostanza l’attività fisica sarebbe in grado di “stimolare l’intelligenza” attivando nuovi circuiti neuronali su cui successivamente si svilupperanno capacità intellettuali diverse e superiori.

I benefici anche sui neuroni

Con lo sport praticato regolarmente, più sangue arriva al cervello, più neuroni nuovi rimarranno attivi e a disposizione delle funzioni intellettive più elevate che richiedono concentrazione e ragionamento.

Ed ecco, quindi, che la connessione tra attività fisica e funzioni cognitive (intelligenza, memoria e conoscenza) si fa più chiara.

Anche il cibo è fondamentale per lo sviluppo cognitivo Una dieta equilibrata è indispensabile per il buon funzionamento del cervello. Molto importante la funzione del ferro che consente l’ossigenazione dei tessuti dell’organismo e del calcio e magnesio importanti per il ragionamento e il movimento

Per gli studenti, consigliano gli esperti americani, è importante effettuare delle pause in classe per fare delle attività fisiche per migliorare il comportamento in classe degli studenti. Partecipazione a giochi di squadra e campionati sportivi organizzati dalla scuola sono utili, invece per migliorare i voti e l’attaccamento scolastico.

Meglio tutto il rendimento degli alunni

Infine aumento delle ore di attività fisiche in classe perché si migliora in rendimento complessivo dei ragazzi.

In Italia sembra utopia però i fondi messi a disposizione dal Governo per la manutenzione delle palestre può essere un primo passo verso questo importante cambio culturale.

Perché a parte le strutture che sono importanti, basterebbe organizzare le ricreazioni con piccoli esercizi fisici e passeggiate all’aperto: con il supporto degli insegnanti di educazione fisica.

Un progetto che l’attuale Governo sta portando avanti, con alcuni disegni di legge che intendono introdurre il docente specializzato di attività motoria in tutte le classi della scuola primaria.

Classi pollaio addio dal 2020, i soldi ci sono? L’on. Gallo (M5S) ricorda al Governo che vanno trovati ora

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Basta 30 alunni per classi, più tempo da dedicare alla lettura, educazione civica per tutti gli alunni, più studenti esonerati all’Università, dove non deve più vigere il numero chiuso: sono i progetti che il M5S vuole assolutamente portare in porto nel 2020. Solo che per farlo occorre che sin d’ora si stanzino i finanziamenti adeguati. A ricordarlo è il grillino Luigi Gallo, presidente della commissione Cultura alla Camera.

Gallo (M5S): Le misure devono trovare finanziamento nel Def 2020

Con un post su Facebook, l’on. Luigi Gallo spiega che “la cancellazione delle classi pollaio, l’ampliamento della no tax area universitaria per aumentare il numero degli studenti esonerati dal pagamento delle tasse universitarie, il superamento del numero chiuso alle facoltà universitarie, i finanziamenti al mondo della lettura e l’inserimento di educazione civica e costituzione nella scuola sono le misure che devono trovare finanziamento nel Documento di Economia e Finanze che il governo varerà ad aprile per la manovra economica del 2020”.

“Un segnale necessario”

Secondo il presidente della VII commissione, quello che deve giungere dall’Esecutivo gialloverde e dalle commissioni parlamentari di competenza è “un segnale necessario per un Paese che vuole investire in Istruzione e Cultura e dimostrare di fare sul serio”.

L’impressione è che il rappresentante del Movimento 5 Stelle, che in questo momento rappresenta uno dei punti di riferimento più importanti sul fronte dell’Istruzione pubblica, abbia voluto mandare più un messaggio ai suoi alleati che all’opinione pubblica: quel “devono trovare finanziamento” nel Def per la manovra 2020, scritto dall’on. Luigi Gallo, appare indirizzato prioritariamente al suo Governo.

La spesa è notevole

Del resto, solo per soffermarsi sul primo provvedimento, le classi pollaio, ricordiamo che la spesa è notevole: in particolare, la proposta di legge che prevede prime classi con non oltre 20 iscritti se presenti studenti con disabilità e non più di 22 nelle successive, con una riduzione sensibile anche laddove non siano iscritti alunni con sostegno, prevede un investimento copioso.

Inizialmente, il ddl, se approvato in tempi adeguati, avrebbe dovuto avere i primi effetti già dal prossimo anno scolastico, attraverso un impegno economico pari a 400 milioni di euro. Con gli anni successivi che dovrebbero prevedere finanziamenti molto più alti, nell’ordine dei miliardi, e a crescere. 

Tutto rimandato di un anno

Tuttavia, nelle scorse settimane per “evitare un impatto sul bilancio in corso”, la deputata del M5S Vittoria Casa, relatrice del provvedimento, ha annunciato che i fondi necessari “saranno spostati sull’anno finanziario 2020”.

Nei giorni successiva La Tecnica della Scuola ha ricordato che le forze di opposizione politica hanno espressi seri dubbi sui finanziamenti del progetto di legge. Quei dubbi che ora l’on. Luigi Gallo chiede di spazzare via.

Alternanza scuola-lavoro, mancano le linee-guida: protesta della Flc-Cgil

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

Che si parli di “Alternanza scuola lavoro” o di “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” (è la nuova denominazione prevista alla legge di bilancio 2019) cambia poco: ai sindacati la cosa non convince.

Mancano ancora le linee guida

La Flc-Cgil, in particolare, lamenta il fatto che non c’è ancora traccia delle linee guida previste dalla legge di bilancio 2019 e che avrebbero dovuto essere emanate entro 60 giorni.
“In realtà – sottolinea il sindacato di Francesco Sinopoli – a parte la pesante riduzione delle risorse (da 100 a 42 milioni annui) che sta creando molti problemi alle scuole, di fatto tutto prosegue in base alle norme della Legge 107/15, compresa la parte del colloquio del ‘nuovo’ esame di Stato, dedicata all’alternanza”.
Flc-Cgil parla di “situazione, da un lato, paradossale e gattopardesca e, dall’altro, irrispettosa del lavoro che quotidianamente si svolge nelle istituzioni scolastiche”.

Il sindacato di Sinopoli che anche che “non si riproducano gli errori del passato in merito alla definizione dei documenti tecnici, come le linee guida, che non possono essere il prodotto di oscuri gruppi di lavoro; essi, invece, devono vedere una forte partecipazione delle istituzioni scolastiche e un confronto continuo con le organizzazioni sindacali e gli studenti”.

Secondo la Flc è necessario “pensare ai giovani non come soggetti passivi da istruire (al lavoro manuale o a quello intellettuale) ma come risorsa da valorizzare”  mentre “l’ideologia del capitale umano che sta dietro la legge 107/15 non mette al centro gli apprendimenti, ma piega all’interesse di brevissimo periodo del sistema produttivo così com’è, con tutte le sue storture e i suoi limiti la scuola”. 

Ma la Flc-Cgil ha anche una propria piattaforma di richieste, evidenziate nel comunicato stampa di un paio di giorni addietro:

  • intervenire sulla legge 107/15 soprattutto riguardo le finalità dell’alternanza (anche se ridenominata), che non possono certamente riguardare il tema dell’occupabilità
  • eliminare definitivamente, e non solo rinviare di un anno, l’obbligo di frequenza del monte ore per l’accesso all’esame di stato;
  • eliminare la precisa quantificazione delle ore;
  • affermare con nettezza che i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento devono restare nella piena prerogativa gestionale delle autonomie scolastiche che devono definirne tempi, durata, modalità di svolgimento, in cooperazione con i soggetti esterni.

Nota 18 marzo 2018, AOODGOSV 4680

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
per il successivo inoltro
A tutte le Istituzioni di istruzione secondaria di secondo grado del territorio

OGGETTO: Manifestazione “Maker Faire Rome – The European Edition 2019” – Callfor School 2019 – Invito alle scuole per la presentazione di progetti innovativi

Sistema di misurazione e valutazione della performance

Miur, sistema di misurazione e valutazione della performance, il Ministro Bussetti ha firmato il decreto. “Introdotti criteri più oggettivi per migliorare la qualità dei servizi offerti dal Miur ai cittadini e far crescere le competenze del personale”

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha firmato il decreto di adozione del nuovo “Sistema di misurazione e valutazione della performance” del Miur, che entra in vigore già a partire da quest’anno. Obiettivi: migliorare la qualità dei servizi offerti dal Ministero ai cittadini e far crescere le competenze professionali del personale attraverso la valorizzazione del merito.

Le nuove disposizioni aggiornano il sistema di valutazione del Miur alla luce delle recenti modifiche normative che sono intervenute sul decreto legislativo 150 del 2009 in materia di riforma della Pubblica Amministrazione. E sono il risultato del lavoro di un tavolo tecnico predisposto ad hoc e coordinato dall’OIV, l’Organismo Indipendente di Valutazione della performance finalmente riattivato dal Ministro Bussetti dopo che per due anni era rimasto fermo a seguito della sua scadenza. Le novità relative al Sistema di misurazione e valutazione della performance sono state anche oggetto di apposito confronto con le organizzazioni sindacali.

“Il nuovo Sistema – dichiara il Ministro Bussetti – sarà uno strumento fondato sulla profonda connessione tra programmazione, obiettivi, risorse, attività e risultati del Miur. Vogliamo che il nostro Ministero funzioni sempre meglio, che sia sempre più efficiente e offra servizi di qualità ai cittadini, a partire dai suoi numerosissimi dipendenti”.

“Con questo testo riduciamo fortemente gli spazi di discrezionalità – continua Bussetti – e introduciamo criteri e parametri di misurazione e valutazione più oggettivi. Il nuovo Sistema ci consentirà di avere maggiore trasparenza all’esterno e allo stesso tempo di gestire meglio il lavoro all’interno dei nostri uffici: ci permetterà di monitorare la nostra azione, di correggere il tiro in caso di bisogno e di valorizzare il lavoro del personale del Ministero”.

In particolare, una delle novità introdotte è l’eliminazione del meccanismo dell’autovalutazione, modalità in uso fino a oggi per la misurazione e la valutazione della performance della macchina organizzativa e amministrativa del Miur. Adesso viene definito un processo di valutazione precisamente scandito nelle fasi e nei tempi, sulla base di criteri più oggettivi, e declinato in maniera diversa in base alle figure coinvolte, dirigenziali e non.

Vengono, inoltre, affidati con chiarezza ruoli specifici ai principali attori che sono parte del ciclo della performance. Il tutto per far sì che questa venga misurata e valutata senza ambiguità, sulla base del grado di raggiungimento di obiettivi specifici (corrispondenti alle priorità politiche ministeriali, riportate nell’Atto di indirizzo), nella loro declinazione annuale, relativi all’intera Amministrazione (centrale, territoriale e funzionale). Riconoscendo, anche, il contributo dato da ciascun dipendente in relazione al diretto grado di responsabilità.

Per la prima volta, poi, vengono incluse nella valutazione della performance organizzativa del Miur le attività degli enti vigilati o partecipati del Ministero che concorrono, con il proprio contributo, all’azione dell’Amministrazione centrale.

Attenzione anche al parere dei cittadini e degli utenti esterni: vengono promosse azioni di partecipazione (questionari, iniziative dedicate) per rilevare il grado di soddisfazione per i servizi erogati dagli uffici centrali e territoriali del Miur. E, per quanto riguarda la valutazione dei singoli dipendenti, in caso di disaccordo sul giudizio finale, sono previste procedure di conciliazione.

Nota 18 marzo 2019, AOODGSINFS 9498

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
DIPARTIMENTO PER LA FORMAZIONE SUPERIORE E PER LA RICERCA
Direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della formazione superiore
Ufficio 6°
Offerta formativa universitaria, dottorati di ricerca, esami di Stato e professioni

Ai Rettori delle Università sedi di Medicina
E p.c.
Al Capo di Gabinetto del M.I.U.R.
Al Capo Dipartimento per la Formazione Superiore e per la Ricerca
Al C.I.N.E.C.A.

OGGETTO: Esame di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo per l’anno 2019 – Tirocini trimestrali obbligatori di cui all’articolo 2 del decreto ministeriale 19 ottobre 2001, n. 445