Festa del lavoro, disabilità esclusa

Redattore Sociale del 30.04.2019

Festa del lavoro, disabilita’ esclusa: meno del 20% ha un impiego

Denuncia della Fish: la presenza di limitazioni funzionali continua ad esercitare un forte impatto sull’esclusione dal mondo lavorativo. Circa il 70% delle persone con disabilità è inattiva. E la situazione è più grave per le donne. Falabella: “Si emanino presto Linee guida per il collocamento mirato”. 

ROMA. La Festa del Lavoro non è per tutti: secondo l’Istat, meno del 20% delle persone con disabilità tra i 15 e i 64 anni risulta occupata. Lo ricorda la Fish, alla vigilia del Primo maggio, evidenziando anche che la quota degli inattivi appare più che doppia tra le persone con disabilità rispetto a quella osservata nell’intera popolazione (quasi il 70% contro circa il 31%). La situazione si aggrava se alla condizione di disabilità si aggiunge anche la differenza di genere: le donne con disabilità risultano più discriminate nel mondo del lavoro sia rispetto agli uomini con disabilità, sia nei confronti delle altre donne senza disabilità. 

Quanto alle condizioni di lavoro, l’Ottava Relazione al Parlamento sull’applicazione della legge 68/99 rileva che “i rischi a cui sono esposte le persone con disabilità riguardano l’assunzione con i contratti di lavoro precario e l’attribuzione di basse qualifiche”. E’ evidente, per la Feish, che ci sia una “urgente necessità di modificare le politiche, i servizi, gli incentivi, i controlli per una reale inclusione lavorativa”. A partire dall’emanazione delle Linee guida per il collocamento micrato, come ricorda il presidente della Fish Vincenzo Falabella, “previste dal decreto legislativo 151/2015, uno strumento di indirizzo essenziale. Ma manca anche un’altra importante attuazione di quello stesso decreto – aggiunge: la costituzione della Banca dati sul collocamento, strumento fondamentale per il controllo e per le politiche attive. Entrambi gli atti spettano al Ministero del Lavoro cui FISH si rivolge ancora una volta per sollecitarne l’adozione. Si ricerca e richiede inclusione anche per uscire dal ghetto dell’assistenzialismo – conclude – Si invoca una cultura nuova fondata sui diritti umani e sulle pari opportunità, una visione che produca effetti reali e ricadute concrete sulle condizioni di vita di migliaia di persone con disabilità”.

Controlli biometrici e valutazione dei dirigenti

Controlli biometrici e valutazione dei dirigenti: inaccettabili le dichiarazioni della ministra Bongiorno

In un intervento nella trasmissione Agorà del 23 aprile scorso chiarite le vere finalità del Piano per la concretezza che il Parlamento si appresta ad approvare.

L’approvazione definitiva alla Camera del ddl concretezza, contenente tra le altre le misure per la rilevazione biometrica delle presenze dei dirigenti scolastici, ha sollevato le forti proteste della categoria, soprattutto per la palese contraddizione presente in un emendamento che se da una parte ha riconosciuto l’inutilità e la difficoltà ad applicare obbligo alle scuole, vista la particolarità del lavoro che in quei luoghi si svolge, dall’altra non ha previsto l’esclusione di tutto il personale scolastico dall’obbligo di rilevazione.

La norma è particolarmente invisa ai dirigenti scolastici che, come abbiamo già denunciato, sono stati assimilati ai “furbetti del cartellino”, pur non essendo tenuti a timbrarlo perché non hanno un orario di servizio definito contrattualmente.

Nonostante le rassicurazioni sul fatto che si trattasse di una misura legata a ragioni di sicurezza, nell’intervista alla trasmissione Agorà, la ministra Bongiorno ha esplicitato le vere finalità del suo provvedimento che, è evidente, non riguarda solo il controllo degli accessi su cui oggi si concentrano le proteste, ma prevede un disegno più ampio che intende istituire un controllo, attraverso la valutazione, sull’operato delle scuole e dei dirigenti scolastici.

“Gli stipendi dei dipendenti pubblici sono pagati dalla collettività” ha dichiarato la Bongiorno, “Io sono ministro della Pubblica Amministrazione e ho il dovere di garantire che se diamo dei soldi ai dipendenti pubblici ovviamente questi soldi vadano a buon fine.

E ancora: “I dirigenti, non so se lei lo sa, non hanno orario di lavoro. E va bene, nessuno glielo sta introducendo. Io scrivo in questa norma, vorrei soltanto che voi adeguaste la vostra prestazione alle esigenze dell’ufficio. Non vi dico che dovete andare di più in ufficio o di meno. Voglio, per un’esigenza di trasparenza, verificare, visto che state su più strutture, come destinate il vostro tempo. / …../ Io non ce l’ho né con i dipendenti, né con i dirigenti. So soltanto che la Pubblica Amministrazione non va bene e nella valutazione dei dirigenti vedo sempre delle eccellenze e dei 100. C’è qualcosa che non funziona /.…../ Per me, intanto se cominciamo a vedere dove destinano il loro tempo cominciamo a capire perché alcune cose non funzionano. Potrebbe essere importante per dare loro dei suggerimenti. Non sto mettendo un orario di lavoro. Voglio solo verificare come destinano il tempo. Mi piacerebbe anche che una valutazione anziché essere fatta così “fai da te”, fosse fatta da soggetti esterni. Non è punitivo”.

Si tratta evidentemente di molto di più del controllo delle presenze per motivi di sicurezza!

Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di aggressione nei confronti dell’autonomia delle scuole e dei dirigenti scolastici che è palesemente sotto attacco su più fronti, non solo su quello dell’autonomia differenziata.

Dopo il tentativo della legge 107 di curvare in senso autoritario il profilo del dirigente scolastico, facendone un’autorità salariale a sua volta soggetta alla valutazione dell’amministrazione, l’attuale governo ci riprova con il ddl concretezza e introduce il controllo quotidiano sui dirigenti scolastici e la valutazione affidata ad esperti esterni scelti dai decisori politici, partendo dalla convinzione – che nell’intervista alla Bongiorno viene fuori ossessivamente – che i dirigenti non facciano il loro dovere fino in fondo, ingannando la collettività che eroga i loro stipendi.

Che questa fosse la considerazione che il Governo ha della dirigenza scolastica lo avevamo già intuito dalle esternazioni di qualche politico della maggioranza. Ora, con le misure del ddl concretezza, assistiamo all’ultimo di una lunga serie dei provvedimenti contro la dirigenza scolastica, la più strategica delle dirigenze pubbliche, perché legata alla garanzia costituzionale del diritto allo studio, ma la più esposta a responsabilità sulla sicurezza degli edifici, sulla trasparenza degli atti, sui controlli dell’obbligo vaccinale, sull’obbligo di reggenza delle altre scuole, la più vessata da oneri amministrativi estranei al servizio di istruzione ma scaricati continuamente sulle scuole, la meno pagata di tutte le altre.

La FLC, con la proclamazione unitaria dello stato di agitazione della categoria, intende ribadire e rafforzare la propria determinazione a difendere l’autonomia della dirigenza scolastica che è un tutt’uno con la difesa dell’autonomia delle scuole.

Confermiamo perciò la mobilitazione dei dirigenti scolastici e chiediamo loro di continuare a sostenere le iniziative messe in campo, rinnovando l’invito a far sentire la loro voce sui social con l’hashtag #iocisono, e a inviare via twitter una foto della loro impronta digitale ai Presidenti della Commissione 7° e 11° del Senato, @mariopittoni e @CatalfoNunzia e a @bussetti_marco, per sottolineare lo stato d’animo della categoria a chi si appresta a votare in via definitiva il ddl.

Vogliamo dare un segnale del grande disagio della dirigenza scolastica e lo manifesteremo davanti al Senato, nel giorno in cui si discuterà del ddl concretezza.

Nella notte tra il 23 e 24 aprile, a Palazzo Chigi, è stata sottoscritta un’Intesa con tutte le OO.SS. rappresentative del mondo della scuola nella quale il Governo si impegna a trovare una soluzione alle maggiori criticità evidenziate nella piattaforma dello sciopero proclamato per il 17 maggio. Nel testo dell’Accordo è presente anche il riconoscimento del ruolo e della funzione dei dirigenti scolastici ma ci aspettiamo che a questa dichiarazione facciano presto seguito atti concreti da parte del Ministro a tutela del CCNL sottoscritto in ipotesi da quasi 5 mesi, delle condizioni di lavoro dei dirigenti scolastici sempre più insopportabili e delle loro retribuzioni bloccate dalla mancata certificazione del FUN 2017/2018.

Rispetto ai contenuti del ddl concretezza  la FLC CGIL ha presentato un emendamento finalizzato all’esclusione di tutto il personale del comparto Istruzione e Ricerca dall’obbligo di controllo biometrico della presenza in servizio.

Codice delle disabilità

Redattore Sociale del 30.04.2019

Codice delle disabilita’. “Riforma positiva, ma senza risorse e’ propaganda”

Franco Pesaresi (Asp Jesi) esamina e commenta il disegno di legge delega al governo su semplificazione e codificazione in materia di disabilità. E solleva dubbi sull’opportunità che “tutte queste materie, finora in gran parte regolate dal Parlamento, possano essere definite solamente dal Governo”. 

ROMA. E’ positivo e importante che il governo pensi a “un ampio disegno riformatore attorno al tema della disabilità”, ma a patto che ci sia un adeguato stanziamento finanziario, perché “ senza finanziamenti non c’è riforma. C’è solo annuncio e propaganda”, Così Franco Pesaresi (Asp di Jesi), esperto di welfare e in particolare di sanità e assistenza, valuta sul suo blog il disegno di legge delega al governo su “semplificazione e codificazione in materia di disabilità”, approvato poco più di un mese fa dal Consiglio dei ministri. Il testo, che dovrà ora essere esaminato, eventualmente modificato e approvato dal Parlamento, è di fatto il primo passo concreto verso la realizzazione di quel Codice unico delle disabilità annunciato l’estate scorsa dal premier Conte. 

La delega riguarda un ampio ventaglio di tematiche, investendo di fatto ogni ambito della vita delle persone con disabilità e delle politiche in loro favore. Nel dettaglio, si fa riferimento a nove settori d’intervento: definizione della condizione di disabilità; accertamento e certificazione; disciplina dei benefici (individuazione dei livelli essenziali delle prestazioni in favore delle persone con disabilità; riordino dei criteri e dei requisiti per l’accesso, l’erogazione e la determinazione dei benefici e degli interventi e dei servizi rivolti alla persona con disabilità; riordino dei diversi fondi destinati alla disabilità; sistemi di monitoraggio, verifica e controllo e istituzione di un’Autorità Garante Nazionale dei diritti delle persone con disabilità; promozione della vita indipendente e contrasto dell’esclusione sociale e valorizzazione del ruolo di assistenza svolto dai familiari, con adeguate misure di sostegno; abilitazione e riabilitazione; istruzione e formazione; diritto al lavoro (riordino della disciplina dei congedi parentali per i soggetti che assistono familiari con disabilità; agevolazioni in favore dei datori di lavoro che attivano politiche ed azioni volte a migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti con disabilità o che assistano familiari con disabilità; individuazione di profili professionali riservati a persone con disabilità; revisione della normativa in materia di collocamento mirato); accessibilità e diritto alla mobilità. 

Tre sono le considerazioni, sintetiche ma essenziali, di Pesaresi rispetto a quanto contenuto nella delega. In primo luogo, riconosce l’importanza di “un ampio disegno riformatore attorno al tema della disabilità. Il Disegno di legge e i suoi decreti attuativi – afferma – hanno la possibilità di riformare profondamente l’organizzazione dei servizi dedicati alla disabilità”. 

La seconda considerazione esprime però una condizione fondamentale affinché questa riforma sia effettiva: l’investimento finanziario: “La bozza di Ddl – osserva Pesaresi – si chiude con l’affermazione che dall’attuazione delle deleghe non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. All’attuazione dei decreti legislativi dovranno provvedere le amministrazioni competenti attraverso una diversa allocazione delle ordinarie risorse umane, finanziarie e strumentali, attualmente in dotazione alle medesime amministrazioni”. E’ proprio questo, per Pesaresi, il possibile nodo critico di questa delega, poiché “non vi è alcun dubbio che qualunque riforma ha bisogno di risorse per la sua implementazione . Tanto più una riforma come questa, che si prospetta molto ampia e che in alcune sue parti prefigura già un aumento quali-quantitativo dei servizi. Se il disegno di legge verrà presentato ed approvato, i successivi decreti legislativi dovranno prevedere un adeguato finanziamento. Senza finanziamenti non c’è riforma. C’è solo annuncio e propaganda”. 

La terza e ultima considerazione riguarda l’opportunità stessa di una delega al governo tanto ampia e generica. “Si cerca in tutti i modi di far passare l’intervento come un riordino che mira a raccogliere le norme vigenti in una specie di testo unico della disabilità (il Codice appunto) ma in realtà la delega permette grandi innovazioni in tutti i settori della vita e dei diritti dei disabili – osserva Pesaresi – Questo è positivo, ma c’è da chiedersi se è giusto che tutte queste materie, finora in gran parte regolate dal Parlamento, possano essere definite solamente dal Governo con il solo passaggio nelle commissioni parlamentari competenti per raccogliere il parere da esprimere obbligatoriamente entro 45 giorni. In alternativa c’è da chiedersi se, invece, non sia più giusto definire con maggiore puntualità i contenuti delle deleghe, oppure se non sia meglio demandare i contenuti più tecnici alla delega legislativa di competenza del Governo, affidando invece al Parlamento i contenuti più importanti e politici del progetto di riforma”, conclude. 

Educazione&Scuola Newsletter n. 1100


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Aprile 2019 – XXIV Anno

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Notizie

Conto consuntivo

Il conto consuntivo deve essere approvato dal Consiglio di Istituto entro il 30 aprile

Concorso Dirigenti Scolastici

Pubblicati i calendari della prova orale del concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici

Mobilità 2019-2020

Sino al 26 aprile la presentazione delle domande di mobilità del personale ATA

Aggiornamento GAE

Domande dal 26 aprile al 16 maggio 2019

Olimpiadi Italiane di Astronomia

Matera, 15 – 17 aprile 2019

Specializzazioni Sostegno

Le prove di accesso si svolgeranno il 15 e 16 aprile 2019

Nuovo Esame di Stato

Sino al 12 aprile la compilazione della domada per le Commissioni d’Esame

Giornata Nazionale del Mare

11 aprile 2019

XX Settimana Nazionale dell’Astronomia

10 – 17 aprile 2019

National Geographic Festival delle Scienze

Roma, 8-14 aprile 2019

Olimpiadi di Italiano

Torino, 4-6 aprile 2019

Giornata Internazionale per la Consapevolezza sull’autismo

2 aprile 2019

Valutazione dei Dirigenti scolastici

La nota esplicativa n. 4 fornisce indicazioni sul procedimento di valutazione dei Dirigenti Scolastici per l’a.s. 2018/2019

Norme

Nota 29 aprile 2019, prot. n. 9453

A.F. 2019 – Piattaforma di monitoraggio e rendicontazione – In linea la nuova versione

Nota 29 aprile 2019, AOODGCASIS 1124

Avvio dei corsi di formazione “Approfondimenti in tema di Sicurezza e Privacy – Le novità in tema di sicurezza e trattamento dei dati personali alla luce del GDPR e del Codice della privacy (così come …

Decreto Ministeriale 24 aprile 2019, AOOUFGAB 374

Aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento e della prima fascia delle graduatorie di circolo e di istituto del personale docente ed educativo con validità per gli anni scolastici 2019/2020, 2020/2021 …

Intesa (24.4.19)

Governo – Organizzazioni sindacali Comparto Istruzione e Ricerca

Avviso 19 aprile 2019, AOODGPER 18824

Prova scritta del concorso per l’accesso ai ruoli della dirigenza scolastica – D.D.G. n. 1259 del 23.11.2017 – riscontro plurime istanze di accesso presentate dai candidati

Decreto-Legge 18 aprile 2019, n. 32

Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici

Accordo CSR 17 aprile 2019, n. 65

Criteri formazione ispettore centri controllo privati autorizzati alla revisione dei veicoli a motore e dei loro rimorchi

Nota 16 aprile 2019, AOODGRUF 8542

Indicazioni relative all’iscrizione presso l’Anagrafe unica delle Stazioni Appaltanti (AUSA) da parte delle Istituzioni Scolastiche ed Educative, ai sensi dell’art. 33-ter del D.L. 179/2012, convertito …

Decreto Direttore Generale 15 aprile 2019, AOODPFSR 787

Vincitori Bando Leonardo da Vinci 2019

Nota 12 aprile 2019, AOODPIT 635

Convegno internazionale “Musica nella scuola dell’infanzia. Verso un sistema integrato 0-6” – 2 maggio 2019 – Conservatorio di Santa Cecilia – Roma, 3 maggio 2019 – ITIS “G. Galilei” – …

Nota 12 aprile 2019, AOODGOSV 6320

Proroga termini partecipazione concorso “AA. Fantascienza cercasi”

Decreto Ministero Interno 12 aprile 2019

Modifiche al decreto 3 agosto 2015, recante l’approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi, ai sensi dell’articolo 15 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139

Legge 12 aprile 2019, n. 31

Disposizioni in materia di azione di classe

Nota 12 aprile 2019, AOODPIT 649

Promuovere Cittadinanza, costruire Comunità. Verso la via italiana al Service Learning. Lucca, 6 – 8 maggio 2019

Nota 10 aprile 2019, AOODGRUF 8125

Nota 10 aprile 2019, AOOUFGAB 11071

Consultazioni elettorali di domenica 26 maggio 2019

Nota 10 aprile 2019, AOOUFGAB 11233

Personale scolastico. Art. 26, comma 8,1. 448/1998 – art. 1, comma 65,1. 107/2015 – art. 13 d. 19s. 64/2017

Nota 9 aprile 2019, AOODGOSV 6016

VI Assemblea Nazionale dei “Centri regionali di ricerca, sperimentazione e sviluppo” – Ischia (Napoli) – 13, 14 e 15 maggio 2019

Decreto Dipartimentale 5 aprile 2019, AOODPIT 476

Criteri e parametri per l’assegnazione diretta alle Istituzioni scolastiche nonché per la determinazione delle misure nazionali relative alla missione Istruzione scolastica, a valere sul Fondo per il …

Alternanza scuola-lavoro – 2a edizione: Approvazione e pubblicazione graduatorie definitive

Prot. 11290 del 05 aprile 2019

Nota 4 aprile 2019, AOODGOSV 5772

Indicazioni in merito allo svolgimento degli Esami di Stato nelle scuole del primo ciclo di istruzione e alla certificazione delle competenze. Anno scolastico 2018/2019

Nota 3 aprile 2019, AOODPIT 562

Alunni con bisogni educativi speciali. Chiarimenti

Avviso 3 aprile 2019

Iscrizioni 5 per mille anno 2019

Nota esplicativa 2 aprile 2019, n. 4

Il procedimento di valutazione dei Dirigenti scolastici per l’a.s. 2018/19

Avviso 2 aprile 2019, AOODGOSV 5636

Percorsi denominati Programului de studi psichopedagogice Nivel I e Nivel II – Chiarimenti

Nota 1 aprile 2019, AOODGSIP 1364

11 Aprile – Giornata Nazionale del Mare

Decreto Direttoriale 1 aprile 2019, AOODGRUF 540


Rubriche

in Bacheca della Didattica

Scuola: la confusione regna sovrana

di Enrico Maranzana

Ancora la valutazione…

di Francesco G. Nuzzaci

Quale “tempo” nella scuola primaria

di Rosaria Cetro

in Concorsi

Esposto al Tribunale di Roma, Procura della Repubblica

Corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso …

in Esami

Esiti Esami di stato Scuola secondaria II grado – A.S. 2017/2018

MIUR – Ufficio Statistica e Studi

FAQ Esame di Stato

MIUR

Valutare la prima prova scritta dell’esame di stato

di Carlo De Nitti

Simulazioni Prove Scritte Esame di Stato 2018/2019

Il 19 e 28 febbraio, il 26 marzo ed il 2 aprile si svolgono le simulazioni delle prove dell’Esame di …
in Europ@Fondi Strutturali di Fabio Navanteri

in Handicap&Società di Rolando Alberto Borzetti

FAQ Handicap e Scuola – 63
a cura dell’avv. Salvatore Nocera e di Evelina Chiocca

in InformagiovaniLa Rete di Vincenzo Andraous

Le guerre ipocritamente dimenticate

di Vincenzo Andraous

in LRE di Paolo Manzelli

Arte e Scienza nell’anno dedicato a Leonardo Da Vinci

di Paolo Manzelli

Disegnare il futuro della mente

di Paolo Manzelli

in Recensioni

C. Durastanti, La straniera

di Mario Coviello

R. Lewis, Il più grande uomo scimmia del Pleistocene

di Antonio Stanca

S. Viscardi, Abbastanza

di Antonio Stanca

D. Winslow, Palm Desert

di Antonio Stanca

in Stranieri

“Voglio rimanere in Italia”

di Mario Coviello

in Tiriticcheide di Maurizio Tiriticco

25 aprile 1945

di Maurizio Tiriticco

Una bella storia antifascista

Ines Berlinguer e Sandro Gerbi

La buona scuola nasce dal pensiero critico

Conversazione di Carlo Crosato con Massimo Baldacci

Insegnare come… e perché

di Maurizio Tiriticco

Linguaggi e matematica: due assi veramente distinti?

di Maurizio Tiriticco

Poco da commentare!

di Maurizio Tiriticco

Uso dei Reattivi nell’Apprendimento

di Maurizio Tiriticco

Rassegne

Stampa

Sindacato

Gazzetta Ufficiale

Decreto Ministeriale 30 aprile 2019

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

Finanziamento interventi di adeguamento alla normativa antisismica degli edifici scolastici, a valere sulle risorse di cui al Fondo ex protezione civile, annualità 2018-2021. (19A05117)
(GU Serie Generale n.187 del 10-08-2019)

EDUCAZIONE CIVICA

EDUCAZIONE CIVICA, GILDA: LA MONTAGNA HA PARTORITO IL TOPOLINO

“La montagna ha partorito il topolino: la proposta di legge unificata sull’introduzione dell’insegnamento dell’Educazione civica a scuola è raffazzonata, per non dire indecorosa sia per l’impostazione che per l’organizzazione. Decisamente un testo legislativo da respingere al mittente”. È una bocciatura netta quella espressa dalla Gilda degli Insegnanti sul testo unificato elaborato dal Comitato ristretto della Commissione VII della Camera e approdato oggi in Aula a Montecitorio.

“Non c’è alcuna novità rispetto alle ‘mille educazioni’ che nel passato, e ancora nel presente, la politica scolastica e la società hanno scaricato sugli insegnanti laddove gli adulti non hanno più tempo per educare i giovani” attacca il sindacato che punta l’indice contro i tanti elementi di contraddittorietà destinati ad aumentare la confusione nelle scuole. “È necessario, invece, prevedere un investimento significativo, destinare ore aggiuntive ai programmi in ordinamento e formare docenti preparati in questa disciplina”.

Tra le principali criticità, c’è l’assoluta mancanza di chiarezza riguardo le discipline che andrebbero sacrificate in termini di ore da dedicare all’Educazione civica: “L’indicazione di riservare 33 ore annue alla nuova materia, ricavate all’interno del monte ore obbligatorio in ordinamento vigente, non specifica a quali altre discipline devono essere tolte queste ore. Manca, inoltre, anche ogni riferimento sull’organo che dovrebbe individuare e deliberare queste decurtazioni: il Collegio dei docenti? Il Dirigente scolastico? Il Consiglio d’istituto?” incalza la Gilda. 

Rispetto, poi, ai tempi di entrata a regime del nuovo assetto orario comprendente Educazione civica, il sindacato sottolinea come non potrà essere rispettato il termine del prossimo 1 settembre perché le scuole dovranno prima adeguare il PTOF nel quale, secondo la legge 107/2015, deve essere inserita la nuova distribuzione delle ore tra le materie. 

Sul fronte dell’organico, inoltre, la Gilda rimarca che la proposta di legge non specifica a chi sarà affidato l’insegnamento dell’Educazione civica nella scuola dell’infanzia, nella primaria e nella secondaria di primo grado, cioè dove non ci sono docenti di discipline giuridiche ed economiche. 

“Infine, non possiamo non rilevare come la proposta di legge intervenga in una materia che non può essere prerogativa del CCNL, cioè l’aumento dell’orario di lavoro dei docenti. Infatti – spiega la Gilda – la proposta di legge istituisce la figura del Coordinatore dell’Educazione civica (uno per ogni classe) la cui attività professionale non dovrà essere retribuita ma, al massimo, ricompensata con un emolumento forfettario”.  

PROMEHS – Promoting Mental Health at Schools

Università di Milano-Bicocca 

Una policy europea per promuovere la salute mentale di studenti e docenti a scuola

PROMEHS è il progetto che coinvolge seimila studenti europei e i loro docenti per prevenire i problemi di comportamento e del disagio scolastico, come bullismo, depressione e ansia. Oggi e domani, presso l’Università di Milano-Bicocca, verranno definite le strategie di attuazione del progetto.

Milano, 29 aprile 2019 – Proteggere la salute mentale dei più piccoli attraverso la definizione di una policy europea. È l’obiettivo del progetto PROMEHS – Promoting Mental Health at Schools che coinvolge 6000 studenti e i loro docenti appartenenti a sei Paesi europei.

Italia (capofila del progetto), Croazia, Grecia, Lettonia, Portogallo e Romania lavoreranno per predisporre manuali e linee guida per studenti, docenti, dirigenti scolastici, genitori e policy-makers per la promozione della salute mentale a scuola degli studenti dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di II° grado. Il progetto europeo è coordinato da Ilaria Grazzani, docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione di Milano-Bicocca presso DISUF e responsabile del Laboratorio di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione.     

Le attività del curriculum saranno finalizzate allo sviluppo delle competenze sociali ed emotive, e alla prevenzione dei problemi di comportamento e del disagio scolastico, come il bullismo, la depressione, l’ansia, l’abuso di sostanze e i comportamenti autolesivi. I partecipanti verranno divisi in un gruppo sperimentale (che parteciperà all’implementazione del PROMEHS) e in un gruppo di controllo (che usufruirà dei materiali del progetto solo al termine della sperimentazione). L’efficacia del curriculum sarà misurata confrontando il cambiamento osservato negli studenti e nei docenti dei due gruppi partecipanti.

Oggi e domani si svolgerà, presso il Dipartimento di Scienze Umane per la formazione ‘R. Massa’ di Milano-Bicocca, il kick-off meeting di PROMEHS durante il quale il gruppo di ricerca dell’Ateneo ospiterà i partner per definire le strategie di attuazione del progetto.

La promozione della salute mentale e del benessere psicologico è uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Alcuni recenti report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del Ministero della Sanità hanno evidenziato come il disagio psicologico e i disturbi mentali di bambini e adolescenti siano in continuo aumento, sottolineando la necessità di attuare programmi d’intervento a partire anche dal contesto scolastico. 

«A conclusione del progetto – dice Ilaria Grazzani –  ci aspettiamo un miglioramento significativo della salute mentale e del benessere degli studenti e dei docenti del gruppo sperimentale, e una diminuzione del disagio psicologico, misurati attraverso indicatori quantitativi e qualitativi. Inoltre, sarebbe auspicabile, al termine del progetto, poter incidere sulle politiche educative a livello locale, nazionale e internazionale al fine di garantire la sostenibilità a lungo termine del programma (curriculum) di intervento».

Il progetto
PROMEHS – Promoting Mental Health at Schools – è un progetto europeo Erasmus+ Azione Chiave 3 “Sostegno alle riforme delle politiche” della durata di 3 anni (Febbraio 2019-Febbraio 2022). PROMEHS ha ottenuto un cofinanziamento da parte dalla Commissione Europea di 2.012.927 euro all’interno dei progetti per la sperimentazione dei programmi innovativi e la riforma delle politiche educative del quadro strategico per la cooperazione europea, nei settori dell’istruzione e della formazione (ET 2020) e della strategia europea per la gioventù.
PROMEHS rappresenta un’importante occasione di dialogo e collaborazione tra Università, Ministeri e associazioni scientifiche al fine di progettare e testare l’efficacia di un programma innovativo che promuova il benessere a scuola.

Il team
Il progetto è coordinato da Ilaria Grazzani, docente di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione di Milano-Bicocca presso DISUF e responsabile del Laboratorio di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione. Fanno attualmente parte del team Alessia Agliati (assegnista di ricerca), Valeria Cavioni, (assegnista di ricerca), Elisabetta Conte (assegnista di ricerca) e Veronica Ornaghi (ricercatrice).
Il partenariato è composto da Ministeri dell’Istruzione, Uffici Scolastici Regionali, Università e Associazioni scientifiche tra cui il MIUR, l’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, la Regione Lombardia, l’Associazione Italiana di Psicologia, lo European Network for Social and Emotional Competence e la European Association for Developmental Psychology.

40mila i precari interessati ai “percorsi abilitanti selettivi”

da Orizzontescuola

di redazione

Queste le stime non ufficiali dei precari che potrebbero essere interessati ai percorsi abilitanti selettivi stabiliti nell’intesa del 23 aprile tra Governo e sindacati.

Incontro il 6 maggio

Il primo incontro del tavolo tecnico, chiamato Stabilizzazione precari, è fissato per il prossimo 6 maggio.

In quella sede si discuteranno le modalità dei percorsi.

In questo momento è dato sapere solo che i percorsi, affidati alle Università, saranno a pagamento e che costituiranno una modalità complementare al concorso.

Nell’intesa si fa riferimento a docenti con 36 mesi di servizio anche se verosimilmente questi saranno individuati nelle 3 annualità previste dal Decreto L.v. n. 59/2017.

I percorsi saranno finalizzati all’immissione in ruolo che potrà dunque arrivare nell’a.s. 2020/21 per numerosi docenti.

Non è stato ancora comunicato il numero dei posti vacanti.  Resterà anche da decidere la suddivisione dei posti tra concorso e percorsi abilitanti.

Ancora numerose dunque le problematiche da risolvere, a partire dal concetto di “selettivi”.

Graduatorie ad esaurimento, numeri di telefono assistenza Miur compilazione domanda

da Orizzontescuola

di redazione

La compilazione delle domande per l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento, iniziata il 26 aprile, potrà essere completata entro il 16 maggio ore 14.

Assistenza Miur per la compilazione delle domande

Per problematiche inerenti la registrazione a POLIS:

Telefono
080 926 7603
(dal lunedì al venerdì dalle ore 8:00 alle ore 18:30, esclusi festivi)

Per problematiche amministrative inerenti la compilazione dell’istanza:

Telefono
06 5849 4500
(dal lunedì al mercoledì 10.00/13.00 e 15.00/17.00, giovedì e venerdì 10.00/13.00)

Email urp@istruzione.it

Per problematiche tecniche inerenti la compilazione dell’istanza:

contattare l’ufficio provinciale di riferimento e chiedere l’apertura di un tagliando

Graduatorie ad esaurimento: modalità presentazione domanda

La domanda va presentata telematicamente tramite il portale Istanze Online.

Al fine suddetto, sono due le fasi da seguire (una per chi è già registrato):

a) registrazione del personale interessato (solo per chi non lo ha mai fatto); tale operazione, che prevede anche una fase di riconoscimento fisico presso una scuola, può essere già effettuata, secondo le procedure indicate nell’apposita sezione dedicata, “Istanze on line – presentazione delle Istanze via web – registrazione”, presente sull’home page del sito internet di questo Ministero; Qui la nostra Guida

b) inserimento della domanda. Tale operazione, come detto sopra, viene effettuata dal 26 aprile 2019 al 16 maggio 2019 (entro le ore 14,00) nella sezione dedicata, “Istanze on line – presentazione delle Istanze via web – inserimento”.

Graduatorie ad esaurimento: a chi va inoltrata la domanda

La domanda va inoltrata a destinatari diversi, a seconda dell’operazione richiesta (permanenza/aggiornamento, trasferimento…).

La domanda di permanenza, di aggiornamento, di conferma dell’inclusione con riserva e di scioglimento della riserva dovrà essere inoltrata all’Ufficio Scolastico Provinciale (USP) che ha gestito la relativa domanda per il triennio 2014-17, poi prorogato dalla legge n. 21/2016.

La domanda di reinserimento dovrà essere presentata all’USP dalle cui graduatorie ad esaurimento il candidato era stato cancellato, eccetto il caso in cui l’aspirante chieda contestualmente il trasferimento in altra provincia.

La domanda di trasferimento, anche della posizione con riserva (conferma o scioglimento) e in caso di reinserimento, va indirizzata all’USP della provincia prescelta.

La pagina Miur con le indicazioni per l’aggiornamento delle Graduatorie ad esaurimento

Piano vaccinale, prevista formazione per i docenti. Studenti fuori da erasmus e società sportive

da Orizzontescuola

di redazione

I nati dal 1975 in poi rischiano molto se non seguono il piano vaccinale contro morbillo e alcune altre malattie infettive.

Potrebbero rimanere fuori dalle associazioni sportive, dai corpi delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco, e anche dai programmi Erasmus.

Ne avevamo già parlato in Non vaccinati esclusi da concorsi, Erasmus e società sportive. Parte piano nazionale

Ad accendere il faro sui vaccini è Il Sole 24 Ore che ha riportato alcuni dati forniti dall’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità, secondo il quale l’Italia risulta ancora nell’elenco dei paesi endemici.

Per questo motivo si vorrebbe arrivare a una copertura vaccinale al 100% come previsto dal piano nazionale  per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita 2019-2023.

La vaccinazione obbligatoria per i bambini nati dal 2001 in poi ha mostrato  risultati evidenti, ma ha lasciato scoperta un’ampia fascia di popolazione adulta in cui il virus riesce ancora a circolare, mettendo a rischio fasce di popolazione sensibile che va dagli immunodepressi e operatori sanitari, ai casi più temporanei delle donne in gravidanza e puerpere.

Nel 2107, secondo quanto scritto dal quotidiano finanziario, si sono verificati 5.393 casi con quattro morti; nel 2018 i casi si sono dimezzati scendendo a quota 2.526.

L’età media in cui si contrae il virus è attorno ai 27 anni ed è proprio la fascia di età su cui si intende intervenire. Le persone a cui dovrebbe essere somministrato il vaccino sono poco più di due milioni e mezzo.

La legge Lorenzin ha esteso la copertura vaccinale dall’87,2% del 2016 al dato attuale del 90%, recuperando un +4,42% per la prima dose di vaccino Mpr (morbillo, parotite e rosolia) e un +3,57% per la seconda dose.

Sempre nel 2017 si sono verificati 334 malattie fra medici, infermieri, pazienti ricoverati per altre patologie e visitatori. Da qui la spinta a estendere il piano vaccinale alle fasce di età escluse dalla legge Lorenzin, ma attive nella veicolazione del virus.

Al nuovo piano sono chiamati a collaborare le strutture regionali, ma anche ministeri, protezione civile, conferenza dei rettori, Ufficio per lo sport e Federazione per lo sport.

Il piano prevede la riattivazione di una campagna di comunicazione e formazione di medici, pediatri e insegnanti. Le segnalazioni di casi da parte dei sanitari chiamati dovranno avvenire entro 12 ore dall’insorgere del sospetto sul soggetto a rischio, mentre le scuole dovranno tenere aggiornato l’elenco dei bambini non in regola con l’obbligo vaccinale, così da individuare – e vaccinare subito – gli eventuali casi di morbillo.

L’Italia è al secondo posto nell’area europea dell’Oms per casi segnalati quasi tutti concentrati in Lombardia, il Piemonte, la Sicilia, la Toscana, il Veneto e l’Abruzzo e anche nel Lazio, nonostante quest’ultima sia stata l’unica ad aver raggiunto la copertura del 95%.

Secondo i dati riferiti sempre dal Sole 24 Ore, nel 2018 la maggiore incidenza è stata registrata in Sicilia e in Calabria e dei ben otto morti di morbillo, 7 erano adulti. Ce n’è abbastanza per chiamare a raccolta le Regioni, che per altro registrano un’ampia forbice tra coperture – dal 71,86% di Bolzano al 95,34% del Lazio per il morbillo, mentre cinque sono ancora sotto il 90% – e nell’avvio e gestione delle anagrafi informatizzate.

Regionalizzazione, Salvini vuole chiudere in CdM ma Di Maio frena: l’Autonomia non porta scuole di serie A e B

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

A meno di un mese dalle elezioni europee s’infiamma il confronto elettorale tra i due partiti di Governo. Anche sulla gestione della scuola pubblica.

Salvini auspica un CdM che a breve approvi le autonomie regionali

Domenica 28 aprile, il vicepremier leghista Matteo Salvini, parlando agli elettori del Nord, si è augurato che “a brevissimo” in Consiglio dei ministri trovino attuazione le intese per le autonomie regionali, per poi approvare velocemente la “pratica” in Parlamento, confermando quindi la pretesa di rendere il testo sulla regionalizzazione inemendabile.

Il concetto sull’autonomia differenziata, messa in stand by il 14 febbraio scorso, è stato rafforzato nel corso di un’intervista alla Stampa: “”I Cinque Stelle – ha detto Salvini – si devono mettere d’accordo tra di loro. Il ministro dice una cosa e il suo vice sostiene l’opposto. Il percorso sulle Province, che ora non sono né carne né pesce, è stato deciso insieme. Il problema è che cambiano idea troppo spesso. Non solo in questo caso, ma anche sulla flat tax, sull’immigrazione o sulle autonomie. Non si può dire contemporaneamente sì, no e forse. Se poi Di Maio ha un modo per sistemare scuole e strade senza enti intermedi sono pronto ad ascoltarlo. Però mi secca lavorare settimane per scoprire che hanno una nuova opinione”.

Al quotidiano, il leader leghista ha anche detto che “le seccature cominciano a essere troppe”. Però Salvini assicura anche di non voler tornare al voto: “Ho giurato il primo giugno. Ho fatto delle promesse agli italiani e intendo mantenerle. Certo, per andare avanti bisogna essere d’accordo in due”.

Di Maio dice no: non è che se vivi in Sicilia o in Calabria puoi essere danneggiato.

L’altro vicepremier, Luigi Di Maio, invece parlando all’elettorato del Sud conferma la posizione disallineata rispetto all’alleato di Governo: sulla scuola, in particolare, conferma che “il Movimento 5 Stelle sarà garante della coesione nazionale, perché non ci siano scuole di serie A e di serie B”.

“L’Autonomia si fa – ha poi continuato il leader politico del M5S, preoccupato per le sorti delle strutture del Sud -, ma secondo certi criteri e senza spaccare il Paese in due. Non è che se vivi in Sicilia o in Calabria puoi essere danneggiato. Detto questo, l’Autonomia è nel contratto e la porteremo a casa. Senza fare però le cose in fretta”.

Dal pentastellato, quindi, non c’è alcun riferimento all’intesa di Palazzo Chigi tra Governo e sindacati sulla scuola realizzata nella notte tra il 23 e 24 aprile, anche sulla regionalizzazione, che manterrebbe comunque il personale sotto l’egida dello Stato.

“Le scuole pubbliche sono tutte uguali, come gli ospedali”

E ancora: “Per quanto mi riguarda le scuole pubbliche devono essere tutte uguali, così come gli ospedali. Non è che se vivi in Sicilia o in Calabria puoi essere danneggiato. Sulla salute e l’istruzione non si scherza, devono essere garantiti a tutti gli stessi diritti. Sempre. Specie se parliamo dei nostri bambini, nipoti o dei nostri nonni. E per questo controlleremo la legge riga per riga. Vista la delicatezza del tema, servono calma e testa per non fare pasticci. E soprattutto servono meno slogan”, scrive Di Maio sulla regionalizzazione.

“Quello che non si rifarà, invece, sono le Province, ve lo assicuro. Bisogna andare avanti, non indietro”. Sempre a proposito delle province, Di Maio mette le mani avanti: “Nessuno provi ad aumentare ancora il numero delle poltrone perché noi non ci stiamo e non ci staremo”.

I timori del premier Conte

La tensione tra i due partiti di Governo, quindi, sembra non si placa. Anzi. E probabilmente non si tratta di prese di posizioni, di giochi delle parti, dettate dall’esigenza di mandare messaggi al proprio elettorato in vista delle elezioni europee.

A rendersi conto che la situazione potrebbe uscire fuori controllo – soprattutto dopo l’ipotesi di reato sull’operato del sottosegretario Armando Siri – è stato anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: riferendosi ai suoi vicepremier, da Pechino ha detto a chiare lettere che se si continuano i litigi da campagna elettorale, si rischia di “mettere in discussione il percorso di cinque anni di governo del cambiamento”.

Bentornata educazione civica!

da La Tecnica della Scuola

Di Giuseppe Adernò

Il 29 aprile alla Camera dei Deputati sarà discusso e votato il testo unificato di legge del 17 aprile che reintroduce con voto l’Educazione Civica.

Il nuovo testo di legge, frutto di accordi e di sintesi di circa 15 proposte di legge d’iniziativa parlamentare e di una proposta di legge d’iniziativa popolare che ha coinvolto tanti cittadini che hanno firmato il documento proposto dall’ANCI, superando le 100 mila firme, scandisce in 12 articoli, l’importanza dell’Educazione Civica, per la formazione di “cittadini responsabili e attivi” per la crescita sociale e culturale della Nazione, ma non ci sarà un’ora in più di scuola, si svolgerà per 33 ore nell’arco dell’anno, quale” insegnamento trasversale”, per sviluppare “le conoscenze e la comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civici e ambientali della società”.

Secondo il comma 4 dell’art.2 l’insegnamento dell’Educazione Civica è affidato ai docenti di classe, utilizzando le risorse dell’organico dell’autonomia e “ai docenti abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche, ove disponibili nell’ambito dell’organico dell’autonomia”.

La designazione di un docente coordinatore, anche se come azione di volontariato, (senza compensi aggiuntivi) dovrebbe essere garante della trasversalità della disciplina, e questa “trasversalità” si presta ancora una volta a possibili varianti nell’applicazione, come ha sottolineato il prof. Luciano Corradini in un articolo su “Avvenire” del 27 aprile.

“E perché allora non chiamare trasversale anche l’italiano, che è utilizzato e insegnato, oltre che dal docente di lettere, anche dai docenti di tutte le discipline? Perché elevare a categoria pedagogica e curricolare, con impreviste conseguenze, relative alle cattedre e agli orari, questo aggettivo coniato nel dibattito didattichese, allo scopo di spalmare su tutti i docenti l’ampia tematica etico-socio-giuridico-civico-politica, per dimostrare che questa non avrebbe anche dignità disciplinare e che quindi la scuola potrebbe in merito risparmiare tempo, soldi e fatica? “

L’art. 3 della proposta di legge rimanda alle successive Linee guida per l’insegnamento dell’Educazione civica, che pone a fondamento la conoscenza della Costituzione italiana “per sviluppare competenze ispirate ai valori della responsabilità, della legalità, della partecipazione e della solidarietà” (art.4) e all’educazione alla cittadinanza digitale ed al corretto uso dei nuovi strumenti tecnologici.

Nuove prospettive di formazione sono previste per il personale docente e dal 2020 saranno assegnati quattro milioni per la formazione dei docenti coordinatori .

Saggia la considerazione del prof. Corradini che afferma: “Nel dibattito parlamentare, si dovrebbe riuscire ad evitare due rischi: quello di rendere la legge troppo povera di una “cultura educativa”, che aiuti i giovani a distinguere e a connettere a livello alto e motivante, valori, diritti, doveri, principi, con la vita, con la storia e con la cultura in senso ampio; e quello di caricarla di tutte le “educazioni” relative a problemi e contenuti “emergenti”, che non possono occupare tutte le previste 33 ore l’anno”.

La specificità dell’Educazione civica richiede una competenza professionale e didattica accertata e qualificata come quella dei docenti di discipline giuridiche ed economiche, come sostiene l’APIDGE, mentre le tematiche relative alle altre Educazioni, sostiene Corradini “vanno affrontate responsabilmente e selettivamente nella vita della scuola dell’autonomia, sulla base di una visione che tenga presenti tutti i valori e le norme presenti nell’intera partitura del testo costituzionale e dei documenti internazionali relativi all’educazione alla cittadinanza e alla Global Education”.

In un difficile momento cruciale di emergenze socio-politiche e alla vigilia delle Elezioni Europee, si auspica che prevalga il buon senso e si pongano le basi per la costruzione della coscienza civica dei cittadini che ha ispirato l’UCIIM al convegno sul tema “Il problema dell’Educazione dei giovani alle virtù civiche e alla democrazia”, celebrato nel 1957 al Castello Ursino di Catania e l’allora Ministro dell’Istruzione Aldo Moro, il quale nel 1958 con il DPR n.585 ha introdotto l’Educazione Civica nella scuola italiana.

La società ha necessità di avere dei giovani informati e formati sulla Costituzione Italiana, sui Regolamenti Europei, sui diritti e i doveri del cittadino per una partecipazione attiva e responsabile alla vita sociale. La scuola ha questo compito e non può declinarlo o lasciarlo alla libera scelta del volontariato o della disponibilità di alcuni docenti.

L’utilizzo ottimale delle risorse impone alla scuola italiana l’ottimizzazione dei seimila docenti di discipline giuridiche ed economiche rimasti spesso impropriamente utilizzati per supplenze o per il sostegno (anche senza titolo). La loro specifica competenza deve essere valorizzata e potenziata in un progetto che coinvolge trasversalmente l’intera azione educativa.

Nella proposta di legge che all’art.12 rileva che da ciò “non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica” s’intendono valorizzare le “buone pratiche di educazione civica” realizzate nelle scuole e in quest’Albo dovrà certamente figurare l’azione educativa realizzata attraverso il progetto didattico del Consiglio Comunale dei Ragazzi, che da 25 anni presenta un modello di lezione applicata di Educazione civica che consente ai ragazzi di “imparare facendo” la cultura della democrazia, della partecipazione attiva della ricerca del bene comune nella scuola, considerata come una “piccola città”.
Tutto ciò è testimoniato dagli oltre 500 Consigli dei Ragazzi presenti in tutte le regioni d’Italia.