Sclerosi multipla, dal 25 maggio al 2 giugno torna la settimana nazionale

Redattore Sociale del 10.05.2019

Sclerosi multipla, dal 25 maggio al 2 giugno torna la settimana nazionale

“Dare visibilità alla sclerosi multipla (Sm)” è il claim della settimana nazionale di quest’anno. Il consueto appuntamento di Aism con l’informazione sulla malattia si celebra dal 25 maggio al 2 giugno con una settimana ricca di appuntamenti. Le persone con Sm sono 3 milioni nel mondo, 700 mila in Europa e 122 mila solo in Italia. 

ROMA. La sclerosi multipla, grave malattia del sistema nervoso centrale, è la prima causa di disabilità nei giovani dopo gli incidenti stradali. Cronica, imprevedibile e spesso progressivamente invalidante, colpisce una persona ogni 3 ore, viene per lo più diagnosticata tra i 20 e i 40 anni in maggioranza nelle donne con un rapporto di 2 a 1 rispetto agli uomini. Le persone con Sm sono 3 milioni nel mondo, 700 mila in Europa e 122 mila solo in Italia. ‘Dare visibilità alla sclerosi multipla (Sm)’ è il claim della Settimana nazionale di quest’anno. Il messaggio si richiama a quello della campagna #MyInvisibleMS della Federazione Internazionale della Sm (Msif) lanciata in occasione della Giornata Mondiale dedicata alla sclerosi multipla, che il 30 maggio di quest’anno si celebra per l’undicesimo anno in 70 Paesi.

Il consueto appuntamento di Aism con l’informazione sulla malattia si celebra dal 25 maggio al 2 giugno prossimi sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica con una settimana ricca di appuntamenti. L’obiettivo è parlare di sclerosi multipla. È infatti fondamentale che di questa malattia ciascuno, anche se non direttamente coinvolto, riceva informazioni corrette, per comprenderne difficoltà e complessità, senza dar credito a “luoghi comuni”.

“‘Rendere visibile’ la sclerosi multipla vuol dire che la Sm non sia un ostacolo alla vita di tante persone, ma sia parte della vita stessa: per Aism rappresenta l’impegno a fare in modo che la Sm, condizione di vita di tanti giovani e di tante persone, sia una sfida che nessuno deve affrontare da solo, ma tutti insieme. È così che la Sm si può vincere davvero, ogni giorno” dichiara Angela Martino presidente Nazionale di Aism.

Sarà un’occasione per informare sugli ultimi sviluppi della ricerca scientifica di eccellenza, quella che mette al centro la persona con Sm e che permette di avere oggi una migliore qualità di vita. Ma anche l’advocacy e i diritti delle persone avranno un peso centrale: con la presentazione del Barometro della Sclerosi Multipla 2019, la fotografia della sclerosi multipla aggiornata ogni anno dall’osservatorio AISM, e gli avanzamenti dell’Agenda della Sm 2020.

Alla Settimana Nazionale della Sm è legato il 45512, numero solidale di Aism: per garantire il sostegno a progetti di ricerca legati alla forma progressiva di sclerosi multipla, la forma più grave, a oggi orfana di trattamenti efficaci. Gli importi della donazione saranno di 2 euro da cellulare personale Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, Iliad, CoopVoce, Tiscali; di 5 euro da chiamata da rete fissa TWT, Convergenze e PosteMobile; di 5 o 10 euro da chiamata da rete fissa TIM, Vodafone, Wind Tre, Fastweb, e Tiscali.

25-26 MAGGIO LE ERBE AROMATICHE DI AISM – La Settimana Nazionale della Sclerosi Multipla, parte con l’iniziativa di raccolta fondi e di informazione sulla ricerca promossa da Aism con la sua Fondazione Fism. In circa 500 piazze italiane, verranno fornite informazioni sulla ricerca scientifica finanziata dall’Associazione e sarà una occasione per raccogliere fondi che saranno interamente devoluti alla ricerca. A fronte di una donazione di 10 euro, si potrà portare a casa un tris di salvia, rosmarino e timo, un mix di colori, profumi e aromi con cui abbellire gli ambienti domestici o insaporire i piatti.

29 E 31 MAGGIO CONGRESSO SCIENTIFICO ANNUALE FISM – Make Ms visible è il titolo del congresso annuale che Aism con la sua Fondazione Fism terrà presso il Lifestyle di Roma. Presenti 200 ricercatori provenienti da tutta Italia e dal mondo che faranno il punto sulla ricerca sulla SM finanziata da Fism: una ricerca innovativa, responsabile e multistakeholder che segue quelle che sono le priorità della ricerca dettate dall’Agenda della SM 2020.

30 MAGGIO GIORNATA MONDIALE DELLA SM – La Giornata Mondiale della Sclerosi Multipla quest’anno lancia la campagna #MyInvisibileMS per sensibilizzare sull’invisibilità dei sintomi della SM, contrastare i luoghi comuni e aiutare le persone a fornire il giusto supporto.

Il World MS Day rappresenta l’occasione per la presentazione alle Istituzioni, ai ricercatori e all’opinione pubblica del Barometro della sclerosi multipla 2019. Il Barometro, alla sua quarta edizione, è la fotografia della realtà della SM. In chiusura della manifestazione una tavola rotonda dedicata a un confronto con gli stakeholders sui prossimi passi della programmazione sanitaria sulla sclerosi multipla. Durante la giornata verranno assegnati il Premio Rita Levi-Montalcini e il Premio per il Miglior Poster “Giovani Ricercatori”: il primo andrà a un giovane ricercatore che si è distinto da diversi anni per i suoi studi sulla sclerosi multipla mentre il secondo a un giovane che sta iniziando il proprio percorso di ricerca sulla SM. Numerosi convegni in diverse Regioni italiane, inoltre, presenteranno il Barometro della sclerosi multipla alle istituzioni e verranno presentate le novità della ricerca. (DIRE)

Prove d’accesso Lauree magistrali

Lauree magistrali, il 13 settembre la prova d’accesso per Scienze della Formazione primaria, il 25 ottobre Professioni sanitarie

(Venerdì, 10 maggio 2019) Sono stati pubblicati sul sito del MIUR i decreti relativi alle modalità di svolgimento e alle caratteristiche delle prove d’accesso per il corso di Laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria e ai corsi di Laurea magistrale delle Professioni sanitarie per l’Anno Accademico 2019/2020.

La prova di ammissione in Scienze della Formazione primaria si svolgerà presso ciascuna sede universitaria il 13 settembre 2019 alle ore 11.00. La prova prevede un tempo di 150 minuti e consiste nella soluzione di 80 quesiti che presentano quattro opzioni di risposta tra cui il candidato dovrà scegliere. Sono previsti: 40 quesiti su competenza linguistica e ragionamento logico; 20 quesiti su cultura letteraria, storico-sociale e geografica; 20 quesiti su cultura matematico-scientifica.

Da quest’anno, i laureati in Scienze dell’Educazione e della Formazione in possesso dei requisiti previsti dal D.M. n. 378 del 9 maggio 2018, sono ammessi, previo superamento della prova, nonché previa verifica dei requisiti da parte degli atenei sulla base dei contenuti dei programmi d’esame, al terzo anno del Corso di laurea magistrale quinquennale a ciclo unico in Scienze della Formazione primaria.

La prova di ammissione ai corsi di Laurea magistrale delle Professioni sanitarie si svolgerà presso ciascuna sede universitaria il 25 ottobre 2019 dalle ore 11.00. La prova prevede un tempo di due ore e consiste nella soluzione di 80 quesiti che presentano cinque opzioni di risposta, tra cui il candidato dovrà scegliere, su: teoria/pratica pertinente alle Professioni sanitarie ricomprese nella classe di laurea magistrale d’interesse; cultura generale e ragionamento logico; regolamentazione dell’esercizio delle Professioni sanitarie ricomprese nella classe di laurea magistrale d’interesse e legislazione sanitaria; cultura scientifico-matematica, statistica, informatica e inglese; scienze umane e sociali.

Sono previsti: 32 quesiti per l’argomento di teoria/pratica pertinente all’esercizio delle Professioni sanitarie ricomprese nella classe di laurea magistrale d’interesse; 18 quesiti per l’argomento di cultura generale e ragionamento logico; 10 quesiti per ciascuno dei restanti argomenti.


Aiuti per pagare i sostituti dei professionisti disabili

Il Sole 24 Ore del 10.05.2019

Aiuti per pagare i sostituti dei professionisti disabili 

Disabilità e accesso al credito per i professionisti: con due misure focalizzate al sostegno delle attività professionali le Regioni Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna hanno acceso due diversi strumenti avvalendosi di risorse interne e di provenienza Ue.

Gli aiuti alla disabilità.
Innovativo lo strumento attivato in Friuli e rivolto alle fragilità. Si tratta di un fondo regionale a valere sul bilancio interno che al momento può contare su circa 50mila euro. Ma – fanno sapere dalla Regione – agganciato a una clausola di salvaguardia per cui all’esaurirsi delle risorse potrà essere rifinanziato per altri 300mila euro. Il contributo potrà essere richiesto anche per gli oneri di spesa legati all’assunzione a termine di giovani professionisti che aiutino il professionista disabile o lo sostituiscano in caso di assenza per motivi di salute: in questo caso la Regione eroga fino a 2mila euro al mese per un massimo di 12 mesi anche frazionabili.

L’allegato. Le opportunità dalle Regioni.

La misura prevede contributi a fondo perduto per i professionisti ordinistici e non affetti da disabilità fisica, psichica e sensoriale. Il contributo regionale, fino a un massimo di 50mila euro, potrà essere utilizzato anche in più momenti, per fare fronte a tre filoni di spesa: quella connessa all’esercizio dell’attività professionale, i costi per l’acquisto di attrezzature e ausili e, novità assoluta, gli oneri di spesa per attivare rapporti di sostituzione o collaborazione con un altro professionista nel caso in cui il beneficiario non possa, per motivi di salute, prestare servizio. In quest’ultimo caso, per fruire del contributo, il professionista disabile deve essere in possesso dei benefici della legge 104/92.
Il ventaglio delle spese ammissibili è dunque molto ampio: sul fronte dell’attività professionale, per esempio, sono previsti gli arredi, il sito internet, i sistemi di sicurezza, l’abbonamento a riviste e banche dati specializzate, la locazione dei locali, software, opere di ristrutturazione. Il fondo si incarica di sostenere i professionisti disabili anche negli acquisti di presidi ad hoc: strumentazioni per il superamento delle barriere architettoniche, protesi, sistemi informatici personalizzati, ma anche gli spostamenti casa-lavoro (fino a un massimo di 3mila euro), a condizione però che non sia già corrisposta l’indennità di accompagnamento prevista dalla legge.

Accesso al credito.
Con il debutto della Regione Emilia Romagna tra le sezioni speciali del Fondo di garanzia per le Pmi che fa seguito a Lazio, Campania, Calabria e Veneto, per i professionisti che operano nella regione si apre una corsia preferenziale nella richiesta di liquidità alle banche. Il meccanismo è quello delle garanzie e controgaranzie che ora – grazie all’intervento finanziario regionale di 5,1 milioni di euro a valere sui fondi Por Fesr 2014-2020 – potrà contare su prestiti controgarantiti fino al 90 per cento dell’investimento. La misura faciliterà quindi l’accensione di mutui per i professionisti che non dispongono di garanzie sufficienti. I prestiti potranno coprire le spese di avvio dell’attività ma anche per quelle connesse al rafforzamento della propria posizione di mercato, inclusa l’apertura di nuove sedi, attività di marketing, acquisizione di nuovi brevetti. Trattandosi di garanzie, non ci sono domande da presentare: il professionista dovrà solo prendere contatto con gli istituti di credito per accendere il finanziamento. 

di Flavia Landolfi 

Più parchi gioco inclusivi e sport per tutti. Le raccomandazioni Agia per bambini e ragazzi con disabilità

da Il Sole 24 Ore

In Italia sono solo 234 i parchi gioco inclusivi, concentrati prevalentemente al Centro-Nord e spesso non accessibili ai ragazzi con disabilità intellettiva o con disturbi dello spettro autistico. Manca una legge che renda effettivo il diritto al gioco e allo sport per tutte le persone di minore età, quelle con disabilità comprese. Servirebbero inoltre risorse economiche adeguate per supportare progetti e servizi locali come ludoteche, ludobus, giochi nei quartieri e consentire la riappropriazione degli spazi pubblici urbani senza barriere. È quanto emerge dal documento di studio e proposta dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza presentato ieri a Roma da Filomena Albano nel corso del convegno “Il diritto al gioco e allo sport dei ragazzi con disabilità”.

Si tratta del risultato di un lavoro, avviato lo scorso maggio dalla Consulta delle associazioni e organizzazioni presieduta dall’Autorità garante, con il supporto tecnico dell’Istituto degli Innocenti. Sono stati realizzati quattro focus group e interviste a 238 persone, somministrato in collaborazione con Anci un questionario a 173 comuni e raccolto il parere della Consulta dei ragazzi dell’Agia.

Lanciato da Filomena Albano l’invito a prevedere attività inclusive a tutti coloro che il 28 maggio organizzeranno eventi in occasione della Giornata mondiale del gioco. Prima dell’inizio dei lavori la Garante Albano ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il presidente del Coni Giovanni Malagò per la diffusione della cultura dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in ambito sportivo.

Le buone esperienze inclusive, secondo l’Autorità garante, andrebbero messe in rete. «Un esempio da prendere come modello anche per altre discipline sportive è il baskin, che consente di far praticare lo sport insieme a ragazzi a sviluppo tipico e a ragazzi con disabilità» propone Filomena Albano, la quale richiama l’attenzione pure sulle disabilità intellettive. A scuole, società e associazioni sportive e terzo settore l’Autorità ha chiesto di attivare team dedicati.

Spesso i ragazzi con disabilità restano invisibili agli occhi del mondo. Mancano i dati: per questo, nelle sue raccomandazioni, l’Autorità garante ha chiesto sistemi di monitoraggio a più livelli territoriali e la mappatura dei luoghi di spazi e servizi per il gioco e lo sport. «È necessario un cambiamento culturale. Servono formazione e sensibilizzazione rivolte alle famiglie, agli insegnanti, agli operatori e ai professionisti che lavorano con bambini e ragazzi – dice Filomena Albano. Ma non solo. Per favorire una vera inclusione occorre partire dai piccoli, che vanno educati all’accoglienza e al riconoscimento della diversità, stimolati all’apertura e alla solidarietà. Bisogna insegnare loro a guardare il mondo da angolature diverse, a creare relazioni autentiche basate sul rispetto dell’altro».

“Dai racconti dei ragazzi con disabilità che abbiamo ascoltato – prosegue la Garante – emerge un vissuto di solitudine, sperimentato sin da piccoli nel giocare da soli e, quindi, il desiderio di stare insieme ad altri sia quando si gioca che quando si fa un’attività sportiva. A differenza degli adulti, i ragazzi descrivono il gioco e lo sport come divertimento e piacere ed esprimono il desiderio di giocare con i loro coetanei”.

Il documento, illustrato da Lucia Chiappetta Cajola e Antonella Costantino – componenti del gruppo di lavoro della Consulta – è scaricabile dal sito dell’Autorità garante (Stampa e comunicazione > Pubblicazioni).

Consulta: Salvi 50 mila docenti dei concorsi straordinari

da la Repubblica

Più di 50 mila insegnanti possono tirare un sospiro di sollievo: oggi la Corte costituzionale ha dichiarato rispettivamente infondata e inammissibile le due questioni sollevate dal Consiglio di Stato sulla legittimità del reclutamento speciale dei docenti della scuola secondaria previsto, per i titolari di abilitazione, dal decreto attuativo della riforma della “Buona scuola”.

Abilitazione all’insegnamento e dottorato di ricerca costituiscono il risultato di percorsi diretti a sviluppare esperienze e professionalità diverse, in ambiti differenziati e non assimilabili: questa diversità giustifica, secondo la Corte costituzionale, il differente e più vantaggioso trattamento riservato, in via transitoria, ai titolari di abilitazione all’insegnamento, nell’ambito del reclutamento dei docenti della scuola secondaria, previsto dal decreto attuativo della “Buona scuola” (d.lgs. n. 59 del 2017).

Pertanto, la Corte ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale relativa all’esclusione dei dottori di ricerca dal concorso. Infine, la questione relativa al carattere riservato e non aperto a tutti della procedura concorsuale è stata ritenuta inammissibile per difetto di rilevanza.

Le decisioni della Consulta riguardano complessivamente 50 mila docenti: in particolare, le domande di partecipazione al concorso straordinario erano state circa 80 mila ma poi le prove sono state sostenute e superate da 50 mila persone. Ora per quanti hanno partecipato al concorso straordinario nulla cambierà. Almeno fino a che il Consiglio di Stato non dovesse decidere di riformulare il quesito alla Corte Costituzionale per avere un pronunciamento che al momento non è avvenuto.

Comandi e distacchi, ripartizione contingente per i compiti connessi all’autonomia scolastica. Decreto

da Orizzontescuola

di redazione

Nelle settimane scorse, abbiamo pubblicato la circolare Miur su comandi e distacchi del personale docente e dirigente scolastico.

Comandi e distacchi docenti e dirigenti scolastici, ecco la circolare Miur. Ripartizione contingente per Regione

Distacchi e comandi: per cosa?

Docenti e dirigenti possono essere assegnati per i compiti di seguito indicati:

  • assegnazione dirigenti scolastici e docenti per i compiti connessi all’autonomia scolastica
  • assegnazione presso enti di prevenzione del disagio psicosociale e presso associazioni professionali dei dirigenti scolastici e del personale docente
  • per progetti nazionali
  • assegnazione dirigenti scolastici e docenti a supporto del sistema della formazione italiana nel mondo

Autonomia

Per i compiti connessi all’autonomia scolastica è stato previsto un contingente pari a 150 unità, di cui 74 destinate all’amministrazione centrale.

Tale contingente è stato suddiviso, con apposito decreto n. 642 del 09/05/2019,  nella maniera seguente:

  • Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione n. 44
  • Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane,
    finanziarie e strumentali n. 30

Decreto

ARAN: a scuola più di 1 mln di dipendenti, 900mila gli insegnanti, 93mila i supplenti

da Orizzontescuola

di redazione

L’ARAN ha pubblicato il numero di personale impiegato nei vari settori della Pubblica Amministrazione, relativo all’anno 2017.

Il personale della scuola – Dirigenti, docenti, ATA e IRC – ammonta a 1.124.471 unità.

Dirigenti scolastici

I dirigenti scolastici sono 6.714.

Docenti

Per quanto riguarda i docenti:

  • insegnanti di sostegno a tempo indeterminato 89.701
  • docenti di religione 11.903
  • insegnanti a tempo determinato con contratto annuale 27.193
  • insegnanti a tempo determinato con contratto annuale e non annuale 57.236
  • insegnanti di sostegno a tempo determinato con contratto annuale 8.837
  • insegnanti di sostegno con contratto fino al termine attività didattica 57.864

In totale gli insegnanti sono 908.588.

ATA

Personata ATA: 

  • Personale A.T.A. a tempo indeterminato 183.524
  • Personale A.T.A. tempo determinato con contratto annuale e non annuale 3.712
  • Personale A.T.A. a tempo determinato con contratto fino al termine attività didattica 21.933

In totale il personale A.T.A. ammonta a 209.169 unità. 

Docenti a tempo determinato

Dalle cifre sopra riportate:

  • insegnanti a tempo determinato con contratto annuale 27.193
  • insegnanti a tempo determinato con contratto annuale e non annuale 57.236
  • insegnanti di sostegno a tempo determinato con contratto annuale 8.837
  • insegnanti di sostegno con contratto fino al termine attività didattica 57.864,

Il totale dei supplenti annuali (31/08) e sino al termine delle attività didattiche (30/06) ammonta a 93894 unità.

Tutti i dati

Anno prova neoassunti, ultime attività da svolgere e materiali neoassunti

da Orizzontescuola

di redazione

L’anno di formazione e prova per i docenti neoimmessi in ruolo e con passaggio di ruolo volge ormai al termine, con gli interessati impegnati nella realizzazione degli ultimi adempimenti relativi al portfolio professionale, sulla base del quale si svolgerà il colloquio finale.

Qui tutte le info sul colloquio e la valutazione finale.

Anno prova: quali attività

Il percorso formativo, che svolgono i docenti in anno di formazione e prova o con passaggio di ruolo, è articolato in:

  1.  incontri propedeutici e di restituzione finale;
  2. laboratori formativi e/o visite in scuole innovative;
  3. “peer to peer”;
  4. formazione on-line.

Le attività hanno una durata complessiva di 50 ore. Di seguito le singole attività e le ore destinate a ciascuna di esse:

  • bilancio iniziale delle competenze – 3 ore;
  • incontro propedeutico – 3 ore;
  • laboratori formativi e/o visite in scuole innovative – 12 ore;
  • attività di peer to peer – 12 ore;
  • formazione on-line – 14 ore;
  • bilancio finale delle competenze – 3 ore;
  •  incontro di restituzione finale – 3 ore.

Alcune delle succitate attività sono state svolte (o lo saranno) in presenza (redazione del Patto formativo; partecipazione ai laboratori o alle visite; fase di osservazione peer to peer), mentre altre online (il Portfolio professionale che comprende la compilazione del Curriculum formativo e dei Bilanci, la documentazione dei laboratori/visite e dell’attività didattica, la compilazione dei Bisogni formativi).

Materiali Indire

Pubblichiamo tutti i materiali messi a disposizione dall’Indire, evidenziando che ormai alcuni sono stati utilizzati o comunque non servono più in quanto riferiti ad attività già svolte.

I materiali

Aggiornamento GaE, Miur spiega la nota 31 del modello domanda. FAQ n. 6

da Orizzontescuola

di redazione

Aggiornamento Graduatorie ad esaurimento: il Miur ha aggiunto la FAQ n. 6, in cui spiega il significato della nota 31 del modello di domanda.

La FAQ  Miur è la n. 6

Domanda: La nota 31 del modello di domanda recita: “31. Indicare la graduatoria solo se si riferisce al servizio non specifico che si valuta al 50%…..”mentre l’istanza obbliga alla dichiarazione del codice della graduatoria su cui il servizio è stato prestato, anche quando il servizio da dichiarare è specifico. In tale ultimo caso, rischio che il servizio venga valutato al 50% se popolo il campo “graduatoria” nella dichiarazione dei servizi?.

Risposta: No, la verifica se è al 50% o al 100% è operata dal sistema automaticamente in funzione dell’anno in cui il servizio è stato svolto. Infatti, poichè a decorrere dall’a.s. 2017/2018 è intervenuto il cambio dei codici delle classi di concorso e quindi lo stesso codice potrebbe essere specifico (e quindi valutato al 100%) o aspecifico (e quindi valutato al 50%) in funzione dell’anno scolastico in cui il servizio è stato prestato, è corretto dichiarare sempre la graduatoria su cui è stato svolto il servizio. Quindi, fino all’a.s. 2016/17 devono essere indicati i codici previsti dal D.M. 39/98 e dal D.M. n. 201/99, mentre dal 2017/18 devono essere indicati i codici del D.P.R. 19/2016.

Le FAQ dal n. 1 al n. 5

Impronte digitali per presidi e non per docenti, Giannelli (Anp): 100 milioni di euro tolti alle scuole

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Sull’introduzione delle impronte digitali e dei dati biometrici nelle scuole, continua il braccio di ferro tra il Governo e i dirigenti scolastici: dopo il via libera della Commissione Lavoro del Senato al provvedimento e la prospettiva di imminente approdo in Aula del decreto Concretezza per il via libera definitivo, abbiamo intervistato Antonello Giannelli, presidente nazionale Anp, il più grande sindacato dei dirigenti scolastici in Italia.

Giannelli, le vostre proteste non hanno avuto effetto: anche le Commissioni di Palazzo Madama hanno espresso parere favorevole all’obbligo delle impronte digitali di tutti i dirigenti dello Stato. Ma perché vi opponete alla trasparenza?

Le cose non stanno così: la trasparenza fa bene a tutti, ma si deve trattare di vera trasparenza. Mentre con questa norma ci si limita a soddisfare la mera curiosità.

Avete idea di quanto possa costare all’erario questa disposizione?

Almeno 100 milioni di euro: soldi, tra l’altro, che con altissima probabilità verranno presi dai fondi dei singoli istituti, andando in questo modo a sottrarre risorse già oggi poco floride, che servono invece per assicurare alle scuole materiali di prima necessità, come la carta igienica, la cancelleria, i toner e le attrezzature.

Voi chiedete che il provvedimento venga cancellato solo per i presidi o per tutti i dirigenti pubblici?

La cancellazione deve valere per tutti coloro che rientrano nella dirigenza: è una norma che non ha alcun senso, in quanto si tratta di misura sproporzionata rispetto agli scopi.

Perché? Non pensa che sia importante registrare la presenza di un dipendente sul luogo di lavoro?

Si vuole introdurre una regola con un carattere che fa colore, non ha alcun fondamento giuridico e non è utile. I dirigenti scolastici non hanno poi l’orario di lavoro: devono, piuttosto, essere valutati per i risultati e non per le volte che sono presenti in ufficio.

Però, ci sarà pure un modo per renderli più efficienti?

Sicuramente: per migliorare le cose si devono responsabilizzare, non certo svilirne la funzione, trattandoli come assenteisti generalizzati.

Cosa dice la normativa su questo tema?

Se ci rifacciamo al regolamento europeo sulla privacy, l’installazione dei dati di tipo biometrico è consentita solo per particolari e accertate ragioni. Le quali, non possono essere di certo quelle di scovare l’uno per mille di ‘furbetti’.

Quindi si è andati oltre?

Certamente. Quella di assumere dei dati una volta si chiamava schedatura, ora si chiama rilevazione dei dati biometrici. Ma il concetto è lo stesso.

Eppure ci sono dei contesti di lavoro dove i dispositivi si adottano. E non ci sono proteste.

Per chi lavora in luoghi che trattano dati di massima sicurezza ha un senso. Mentre nella scuola serve a confermare solo l’ovvio, però portando ad una demotivazione generalizzata la categoria.

In che senso?

Con quale spirito si recheranno al lavoro i dirigenti schedati come ‘furbetti’? Fermo restando che siamo i primi a dire che ovviamente i lavoratori disonesti vanno individuati e licenziati, può essere questa la strada per arrivarci?

Cosa proponete?

Se si vuole fare davvero la lotta ai furbetti, si deve dia allora la possibilità al dirigente di licenziarli. Fornendo loro gli strumenti utili.

Così da controllati passereste a fare i controllori?

È un punto vitale, sembra una sciocchezza, ma in realtà i dirigenti scolastici sono equiparati ai datori di lavoro. Sono loro che devono sapere se i lavoratori della scuola sono presenti, prima di tutto, per affrontare eventuali emergenze. Ecco perché all’arrivo nell’istituto tutti firma la presenza. Invece, ora avviene il contrario: si rileva la presenza automatica. Ma non quella dei docenti. È assurdo.

E il dirigente in questo modo chi lo controlla?

Contano i risultati, non le presenze. Invece allo Stato interessa più che si arrivi sul luogo di lavoro, piuttosto che quel che si fa.

La ministra per la PA, Giulia Bongiorno, dice che i presidi fanno parte della categoria di dirigenti pubblici contrattualizzati e quindi non c’è da scandalizzarsi. Cosa dice?

È vero, siamo dipendenti come gli altri, ma alla base c’è un rapporto di fiducia con l’amministrazione. È questa la ragione per cui i dirigenti possono essere licenziati più facilmente. Nella scuola diventa ancora più grave, perchè distrugge il senso di gerarchia e autorevolezza che deve esserci in qualsiasi posto di lavoro. Con il preside a controllare che tutto proceda per il meglio.

Sembra che l’approvazione della norma sia sempre più probabile: cosa pensate di fare?

Valuteremo tutti i profili giuridici del caso. Riteniamo, a priori, che ci siano tutti i profili di incostituzionalità. E ci sono dei precedenti a nostro favore.

Quali precedenti?

C’è quello del 1996, sul decreto di potenziamento della trasparenza sullo stato patrimoniale dei dirigenti, che non è il reddito ma la dichiarazione di possedimento di tutti i bene, già in vigore per i politici: la Corte Costituzionale si è di recente espressa, con la sentenza n. 20 del 2019, dichiarando l’incostituzionalità della norma su questo genere di trasparenza.

Impronte digitali, via libera dalla commissione Lavoro del Senato, ma i presidi attaccano

da La Tecnica della Scuola

Di Andrea Carlino

Il decreto “Concretezza” è stato approvato dalla Commissione Lavoro del Senato, ma rimangono le polemiche. Un punto su cui ci sarà battaglia a Palazzo Madama è l’estensione ai presidi dei controlli agli ingressi.

Impronte digitali o verifica dell’iride, al posto del cartellino, per accertare gli ingressi a lavoro.

Per la scuola ci sono regole ad hoc

Nel testo per ora c’è solo il principio, la realizzazione del meccanismo è demandata a un successivo decreto. Per la scuola vigeranno regole ad hoc. Nessun controllo per i docenti, già sottoposti al registro elettronico, mentre per i presidi una qualche forma di vigilanza dovrà essere trovata.

Inoltre, insieme alla verifica cosiddetta “biometrica”, in contemporanea e non in alternativa, il ddl prevede il ricorso alla video-sorveglianza.

L’intenzione del governo, adesso, è di portare il testo, senza cambiamenti, in aula.

I presidi, però, sono sul piede di guerra. Il Cida, in una lettera indirizzata al presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, definisce gravemente inopportuna, nonché perniciosa per la pubblica amministrazione nel suo complesso la norma che introduce il controllo

Le parole di Marco Bussetti e Giulia Bongiorno

Si tratta solamente di una questione di trasparenza”, ha detto Marco Bussetti alla ‘Tecnica della Scuola’, nel corso di un’intervista concessa in occasione del 70esimo anniversario della nostra testata giornalistica, in programma il prossimo 10 maggio.

Quella che si sta approvando, ha concluso Bussetti, “è solamente un’indicazione, che in questo momento è presente, ma che ha solo lo scopo di attestare che il dirigente si trova in quel momento sul luogo di servizio”.

La responsabile della Funzione Pubblica, Giulia Bongiorno, sostiene, a differenza di quanto paventato dai presidi, che “i controlli biometrici non sono una misura punitiva; sono stati gli stessi dipendenti pubblici, quelli che svolgono il proprio lavoro con scrupolo e attenzione, a chiedermene l’introduzione”.

Poi, la precisazione sui dirigenti scolastici: “fanno parte della categoria di dirigenti pubblici contrattualizzati”, taglia corto Bongiorno.

Concorso scuola Infanzia e Primaria: quasi certa la prova preselettiva

da Tuttoscuola

Il Regolamento per il concorso ordinario di scuola primaria e di scuola dell’infanzia anticipa molti elementi del bando che verrà pubblicato prossimamente, consentendo ai potenziali candidati di predisporsi per tempo e anche di avviare la preparazione. Il primo scoglio da superare sarà quello della prova di preselezione che filtrerà un numero prefissato di candidati da ammettere alla prova scritta.

A dir la verità il Regolamento non dà per certa la preselezione, in quanto essa dipenderà dal numero di candidati che per le singole regioni avranno presentato domanda di partecipazione. Infatti prevede che lo svolgimento di un test di preselezione sarà disposto soltanto se a livello regionale e per ciascuna distinta procedura, il numero dei candidati sia superiore a quattro volte il numero dei posti messi a concorso.

Un esempio per capire. Supponiamo che in Molise siano messi a concorso 100 posti di scuola dell’infanzia; se i candidati saranno più di 400, dovrà esserci la prova preselettiva, altrimenti no.

Considerato che i posti comuni a concorso non saranno molti, mentre i candidati saranno decine di migliaia, la preselezione sarà pressoché certa, mentre per i posti di sostegno, a causa del probabile numero contenuto di candidati in possesso della richiesta specializzazione, quasi certamente non ci sarà la preselezione e i candidati accederanno direttamente alla prova scritta.

La prova preselettiva per posti comuni di infanzia e di primaria – da svolgere in modalità computer-based – sarà unica per tutto il territorio nazionale, e sarà finalizzato all’accertamento delle capacità logiche, di comprensione del testo nonché di conoscenza della normativa scolastica. Sarà comunque il bando a definire le modalità di somministrazione e di svolgimento, il calendario, il numero di quesiti, la durata della prova e l’eventuale pubblicazione dei quesiti prima della medesima.

Indipendentemente dal punteggio conseguito supererà la preselezione e sarà ammesso alla successiva prova scritta un numero di candidati pari a tre volte il numero dei posti messi a concorso nella singola regione per ciascuna procedura (infanzia o primaria). Nel caso del precedente esempio dei posti di scuola dell’infanzia del Molise – ipotesi di 100 posti a concorso – sarebbero ammessi allo scritto soltanto 300 candidati.

Italiano e Matematica: studenti insufficienti (soprattutto al Sud). Dati Istat

da Tuttoscuola

L’Istat ha reso noti i dati degli obiettivi di sviluppo sostenibili (SDGs Sustainable Development Goals), definiti nell’Agenda 2030, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, e finalizzati all’eliminazione della povertà, alla protezione del pianeta e al raggiungimento di una prosperità diffusa. L’obiettivo n. 4 (uno dei 17 definiti dall’Agenda 3030) riguarda la qualità dell’istruzione per tutti: fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti. E proprio su questo obiettivo si è soffermato in particolare l’Istat che si è avvalsa dei dati dell’Invalsi registrati nel 2018 in occasione delle rilevazioni sugli apprendimenti. Il quadro complessivo che ne esce non è molto confortante, soprattutto per diverse regioni meridionali, e con riferimento sia alle competenze linguistiche che a quelle matematiche.

Mediamente gli alunni del terzo anno di scuola secondaria di I grado non raggiungono la sufficienza nelle competenze alfabetiche il 34,4%, in matematica del 40,1%.

In Campania non raggiunge la sufficienza alfabetica il 50,2% dei ragazzi, seguiti da quelli della Calabria (50%) e della Sicilia (47,5%).

Anche per le competenze matematiche degli studenti di III classe delle scuole medie quelle regioni meridionali mantengono i livelli più alti di insufficienza: Campania e Calabria con il 60,3% e Sicilia con il 56,6%.

Rispetto ai maschi, una percentuale più elevata di ragazze si colloca al di sotto della sufficienza nelle competenze matematiche (41,7%, contro il 38,5% dei maschi), mentre per le competenze linguistiche situazione si inverte: il 38,3% dei ragazzi non raggiunge la sufficienza nelle competenze alfabetiche, contro il 30,4% delle ragazze.

Lo studio dell’Istat non si sofferma sulle possibili cause degli elevati livelli di non sufficienza, ma sarebbe interessante verificare se l’origine di questi preoccupanti livelli di scarsa competenza si attivi nel corso del triennio della secondaria di I grado oppure cominci ben prima, durante gli anni di scuola primaria. Se i guai dovessero iniziare nel quinquennio della scuola primaria, bisognerebbe pensare ad un robusto piano di formazione.

Nota 10 maggio 2019, AOODGCASIS 1235

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica

Ai Dirigenti dei CPIA unità amministrativa e unità didattica
E, p.c.
Al Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Agli Uffici Scolastici per Ambito Territoriale e Direzioni Generali Regionali
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine di Bolzano
Ai Referenti Regionali e Provinciali dell’Anagrafe degli studenti

OGGETTO: CPIA – Patto Formativo Individuale.