Premiazione Parlawiki

Concorso scolastico “Parlawiki – Costruisci il vocabolario della democrazia” – Cerimonia di premiazione a Montecitorio.

Il 16 maggio 2019 alla Camera dei deputati sono premiati i vincitori del concorso “Parlawiki – Costruisci il vocabolario della democrazia” che sono, per la
categoria scuola primaria, la classe 5 C dell’Istituto comprensivo “G. Tomasi di Lampedusa” di Santa Margherita di Belice (AG) con il video “A suon di… Costituzione” e, per le scuole medie di I grado, la classe III B dell’Istituto Comprensivo di Solesino e Stanghella di Solesino (PD) con il video “Sveglia! CostuzioRap da Stanghella”.
Tutti i video, vincitori e finalisti, possono essere visionati sul canale youtube di Camera Giovani: www.youtube.com/channel/UCzJkM7zkXa5s-kIt-8w2F5w/videos

Docente Palermo sospesa

Desideriamo esprimere tutta la nostra solidarietà alla Prof.ssa  Rosa Maria Dell’Aria che  ha semplicemente esercitato la sua funzione di docente secondo il dettato  costituzionale con  e per i suoi studenti  per lo sviluppo del senso critico e la conoscenza della storia.  Assistiamo ad un inquietante e crescente attacco al corpo docente la cui funzione invece andrebbe valorizzata, difesa e sostenuta come valore costituzionale  Nella scuola pubblica, luogo di confronto e dibattito in cui si formano le coscienze critiche, è assolutamente inaccettabile che ad una docente venga comminato  un  provvedimento di sospensione dalla funzione e dallo stipendio per non aver imposto ai suoi alunni un  pensiero unico. Chiediamo pertanto che tale provvedimento  venga immediatamente annullato

Incontro Miur-Sindacati su precariato

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
MIUR-ORGANIZZAZIONI SINDACALI

Scuola, nuovo incontro Miur-Sindacati su precariato

Consegnata proposta unitaria, ora rapido vaglio tecnico-politico

Prosegue al MIUR il confronto fra i vertici del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e le Organizzazioni Sindacali in merito al tema del reclutamento e del precariato nella scuola. Un tavolo tematico che fa seguito all’accordo raggiunto a Palazzo Chigi, lo scorso 24 aprile, alla presenza del Ministro Marco Bussetti e del premier Giuseppe Conte.

Il 6 maggio scorso si era svolto già un primo incontro al MIUR, con l’obiettivo di arrivare a una proposta organica che consenta di avviare una nuova stagione concorsuale per dare ai neolaureati la possibilità di insegnare, salvaguardando anche la specifica esperienza maturata da chi ha già lavorato nella scuola per almeno tre anni.

Oggi un significativo passo avanti: le Organizzazioni Sindacali hanno illustrato una loro proposta unitaria al Capo di Gabinetto del MIUR, Giuseppe Chiné. Il Capo di Gabinetto del MIUR si è impegnato a presentarla al Ministro Marco Bussetti per una rapida istruttoria tecnica e politica tesa a verificarne la pratica attuazione, anche rispetto agli indispensabili passaggi parlamentari. Istruttoria che coinvolgerà anche il Presidente del Consiglio dei Ministri, firmatario dell’intesa del 24 aprile. Le parti hanno concordato la necessità di convocare al più presto un nuovo incontro.


Vincitori concorso “Conoscere i Trattati”

Il Dipartimento per le Politiche Europee e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) hanno annunciato oggi, giovedì 16 maggio, gli istituti scolastici vincitori del concorso “Conoscere i Trattati: per un’Europa più forte e più equa” nel corso dell’evento “Esperienze che fanno scuola” al ForumPA2019.

Il concorso è stato lanciato nel dicembre 2018 per promuovere una riflessione e condivisione dell’idea di Europa e analizzare in maniera critica e propositiva il passato, il presente e il futuro dell’Unione.

Gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado hanno presentato, come gruppo-classe, un elaborato sotto forma di saggio o lavoro di ricerca.

Le classi vincitrici saranno premiate con una visita alle istituzioni europee organizzata dal Dipartimento per le Politiche Europee e dal MIUR in collaborazione con la Rappresentanza italiana della Commissione europea e con l’Ufficio di informazione del Parlamento europeo in Italia.

Inoltre, i loro elaborati saranno pubblicati su un e-book del Dipartimento Politiche Europee dedicato ai Trattati di Roma, che sarà messo a disposizione di insegnanti e studenti nell’ambito del progetto e della piattaforma didattica digitale “Europa=NOI”.

I vincitori del concorso:

Classi del primo anno
Liceo Classico e Linguistico – G. Zannella – Schio (Vicenza)
Classe 1° linguistico – sezione A
Titolo dell’elaborato: “Europa, terra dei diritti”

Classi del secondo anno
Liceo Classico, Musicale e delle Scienze Umane Chris Cappell College – Anzio (Roma)
Classe 2°– sezione CS scienze umane
Titolo dell’elaborato: “Un’Europa migliore per il nostro futuro”

Classi del terzo anno
IIS Borghese – Faranda – Patti (Messina)
Classe 3° – sezione CBS
Titolo dell’elaborato: “Unione e coesione per una rinascita dell’Europa”

Classi del quarto anno
ISISS G. Maironi da Ponte – Liceo Scienze applicate – Presezzo (Bergamo)
Classe 4° – sezione B
Titolo dell’elaborato: “Italiani ed Europei”

Classi del quinto anno
IISS Quinto Ennio – Liceo Scientifico – Gallipoli (Lecce)
Classe 5° – sezione C
Titolo dell’elaborato: “L’Europa siamo noi”

Una Menzione speciale è stata assegnata alla classe 4°D del Liceo Linguistico Giacomo Zannella di Schio (Vicenza) per l’originalità dell’elaborato. La Commissione esaminatrice non ha potuto ammettere alla competizione l’elaborato, poiché eccede il limite di lunghezza previsto dal bando.

Incontro al MIUR

Dirigenti delle scuole: incontro al MIUR su CCNL, FUN e rilevazioni biometriche

Si è svolto oggi al MIUR l’incontro richiesto dall’ANP su alcune tematiche relative alla dirigenza scolastica di particolare urgenza.

Le principali questioni che abbiamo posto all’attenzione dell’amministrazione riguardano la tempistica della procedura di validazione dell’ipotesi di CCNL, sottoscritta da oltre cinque mesi (il 13 dicembre 2018); la certificazione del FUN 2017/2018 da parte del MEF; il cosiddetto decreto concretezza che introduce la rilevazione della presenza attraverso controlli biometrici; la sicurezza degli edifici scolastici; la funzionalità delle segreterie delle scuole.

Il MIUR, rappresentato dal Capo del Gabinetto del Ministro, ha dichiarato che l’ipotesi di CCNL dell’area istruzione e ricerca ha ottenuto la validazione della Ragioneria Generale dello Stato: l’ipotesi ha quindi superato il vaglio del MEF ed è stata trasmessa al Dipartimento della Funzione Pubblica, che esprimerà il proprio parere in tempi che si prevedono rapidi. L’intero iter di controllo si dovrebbe concludere con la sottoscrizione definitiva del CCNL prima dell’inizio dell’estate.

Circa la certificazione del Fun 2017/2018, l’atto di costituzione del fondo adottato dal MIUR ha ricevuto un rilievo dal MEF in riferimento al limite soglia stabilito dal D.lgs. 75/2017: per il MIUR tale limite deve risultare comprensivo delle risorse derivanti dalla previsione della L. 107/2015 per l’anno 2016 e dalle risorse aggiuntive reperite dal MIUR e comunicate il 25 maggio 2017 in occasione della manifestazione di Roma organizzata dall’ANP. Il MIUR ha dichiarato di essere determinato a sostenere la costituzione del fondo così come trasmesso al MEF e ad evitare, comunque, che possa verificarsi qualsiasi forma di recupero sulle retribuzioni dei dirigenti.

Sulla possibile introduzione di controllo biometrico della presenza, abbiamo ribadito la nostra posizione di ferma contrarietà, sottolineando che la misura prevista è assolutamente sproporzionata rispetto all’entità del fenomeno che si dichiara di voler eliminare nonché incongruente rispetto alle caratteristiche del profilo dirigenziale. Il MIUR ha garantito che ogni eventuale attuazione della previsione normativa, per la quale è necessario un ulteriore decreto, sarà oggetto di condivisione con le organizzazioni sindacali.

L’ANP ha annunciato la propria indisponibilità a partecipare alla redazione di un decreto finalizzato ad attuare una previsione contro la quale, qualora fosse trasformata in legge, non esiteremo a ricorrere in tutte le sedi.

Il MIUR ha condiviso, infine, quanto richiesto dall’ANP in merito all’urgenza di dotare le scuole di segreterie efficienti sia in relazione all’entità degli organici, sia in riferimento alla loro preparazione professionale, e di avviare un controllo sistematico dei solai degli edifici scolastici: come da noi richiesto, si è detto disponibile a sollecitare ulteriormente gli enti locali a provvedere agli interventi di loro competenza.

Riforma Bonus Cultura

– Associazione Culturale Fellini –

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“Riforma Bonus Cultura”

40 milioni di euro in grande Cultura per Musei e Teatri.

Ai giovani che ne usufruiranno meritoriamene

110 milioni in “borse di studio” (liberamente spendibili)

Appurato che dei 240 milioni di euro (fra l’altro decisamente eccessivi) stanziati per    i diciottenni senza alcun indirizzo specifico, gran parte se n’è inesorabilmente andata per soddisfare esigenze effimere di puro svago ed evasione (l’offensivo 0,5% speso per i musei la dice lunga) nonché in comportamenti sconsiderati di traffici e ricicli   (in cui i libri l’hanno fatta da padrone) e che pertanto tutto si è fatto all’infuori che Cultura degna di tale nome, per ridare immagine e dignità alla pur sempre lodevole tipologia del provvedimento, abbiamo illustrato in Commissione VII Senato una radicale proposta di riforma che sta suscitando entusiastici elogi dal mondo della cultura e della scuota (fin dall’inizio oltremodo scettico) articolata come segue:

1) un nuovo decreto che cambia il Bonus Cultura in Premium Cultura con il      doppio intento di avvicinare i giovani alla grande Cultura e (appassionandosi man mano spontaneamente) a formarli quale “pubblico di domani” stimolandoli anche con allettanti gratificazioni alla stregua di vere e proprie “borse di studio”

2) adeguamento stanziamento da 240 a 150 milioni di euro prospettando finalità altisonanti che susciterebbero di certo ineluttabili apprezzamenti da ogni dove (rimangono i 500 euro ma differenziati)

3) apertura anche a 19 e 20enni (la 18app diverrà App Giovani) e potranno usufruirne i primi 300 mila aventi diritto che si registreranno entro tre mesi

4) impiego esclusivo in criteri di altissima qualità artistico culturale (di cui sia verificabile l’avvenuta fruizione) in base ad un definito programma che impegnerà altresì musei e teatri ad adottare speciali abbonamenti da 40 euro (15 per i musei) con formula ingressi 2 x 1 (fino a 26 anni raddoppiando il numero di giovani) consistente in trenta fra visite e rappresentazioni così ripartite:

– 10 per musei e beni culturali

– 8 per teatro classico e di prosa

– 7 per musica classica

– 5 per opera lirica e danza classica

per chi porterà a termine l’intero ciclo, Premium di 300 euro liberamente spendibile con Postepay digitale (ad ogni appuntamento mancato 100 euro in meno di Premium)

5) assegnazione, da un’apposita commissione di esperti Mibac, di duemila Card Cultura da 10.000 euro (spendibili come il Premium) a coloro che avranno dimostrato di aver accuratamente effettuato scelte di massimo rilievo artistico culturale utilizzando gli ingressi 2 x 1

6) in caso di richieste in surplus, i non ammessi (ventenni inclusi) avranno diritto di prelazione (dopo i diciottenni) per l’anno successivo.

In primis quindi Caravaggio, Mozart, Rossini, Pirandello, Tchaikovsky e così via, niente più irregolarità d’ogni genere e se proprio non si può fare a meno di Sfera Ebbasta, Avengers e Dragon Ball ci sono sempre i 300 euro del Premium (che bisogna però guadagnarsi).

Il Premium Cultura a questo punto acquista un eccezionale significato considerato che per la prima volta viene istituito per i giovani un elevatissimo e comprovato percorso educativo (sostenendo nel contempo Cultura d’autore e consumi) alla conoscenza dell’eccellenza artistico culturale del nostro paese che li porterà nel tempo a una maturazione impensabile da raggiungere altrimenti e ad affrontare la   vita con maggior responsabilità e consapevolezza nonché a far fronte ad un’autentica emergenza (creando il “pubblico di domani”) che già da tempo sta facendo discutere con apprensione:

Scompare il pubblico di domani della musica classica

Occorre sempre più fare i conti col botteghino

Al progressivo invecchiamento del pubblico di oggi corrisponde un irrilevante presenza di giovani che ormai privi di ogni sorta di orientamento formativo in merito sono totalmente in balia di un decadimento musicale come mai riscontrato in precedenza. L’aspetto più grave è che fra una ventina d’anni mancherà il ricambio generazionale di abbonati e frequentatori abituali che garantiscono gli incassi necessari a una fondamentale sopravvivenza seppur fra mille difficoltà. Per cui          se non si prendono urgentemente decisi accorgimenti si andrà inevitabilmente incontro a drammatiche conseguenze quali il default e la chiusura di questi teatri             nonché la graduale dispersione del nostro grande patrimonio artistico ritrovandoci paradossalmente con moltitudini di giovani musicisti sfornati in continuazione dai conservatori … ma senza pubblico.     

Il fenomeno coinvolge ovviamente in egual misura teatro, lirica e danza classica        e il Premium Cultura potrebbe davvero fare moltissimo diventando da cosiddetta “mancetta” a prezioso strumento a salvaguardia della nostra Cultura sviluppando annualmente un trend senza precedenti con ben 18 milioni di presenze a       prestigiose attività culturali di straordinaria qualità artistica a cui questa fascia d’età particolarmente critica mai avrebbe partecipato.

Ps – Tanto meno è stato d’esempio il Bonus Docenti che nella sezione teatro/concerti ha addirittura sbancato i botteghini con Mary Poppins e Claudio Baglioni (mentre     i loro studenti dovrebbero far la fila per le Baccanti di Euripide e la 9^ di Mahler)    il che è tutto dire …

Precari: “SU FASE TRANSITORIA MIUR RISPETTI CONTRATTO DI GOVERNO”

PRECARI, DI MEGLIO: “SU FASE TRANSITORIA MIUR RISPETTI CONTRATTO DI GOVERNO”
“Auspichiamo che l’incontro di oggi sia risolutivo e che si vincano le resistenze del Miur a indire rapidamente una fase transitoria abilitante destinata a tutti i docenti che hanno maturato tre annualità di servizio. Nel contratto di Governo, e precisamente nel punto 22, la fase transitoria era già prevista e quindi a via Trastevere non resta che mantenere gli impegni assunti”. È quanto dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, alla vigilia dell’incontro sui precari al ministero dell’Istruzione.
Per i docenti che hanno maturato 36 mesi di servizio, la richiesta avanzata al Miur è di prevedere accesso libero ai PAS che dia la possibilità a tutti di ottenere l’abilitazione e con una selezione in uscita tramite concorso con commissione esterna al termine dell’anno di inserimento. 
Per quanto riguarda il sostegno, la proposta consiste nell’aumentare la percentuale di posti prevedendo che chi ha prestato servizio per tre anni senza titolo possa accedere di diritto, in aggiunta ai posti già previsti, ai prossimi TFA di sostegno.“Questa soluzione, oltre a valorizzare gli insegnanti che hanno maturato un’esperienza significativa sul campo, – spiega Di Meglio – potrebbe sopperire anche alle lacune provocate dalla distribuzione dei 14mila posti finora banditi dal Miur per la specializzazione che non corrisponde alle esigenze territoriali e lascia scoperte molte regioni soprattutto del Nord”.
“Al Governo chiediamo, inoltre, di accelerare le operazioni concorsuali attualmente in corso per consentire l’immissione in ruolo dei precari di II fascia a partire dal prossimo settembre. Soltanto dopo questo passaggio – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – sarà possibile procedere alla stabilizzazione dei precari di III fascia”. 

I giornali e la crisi della cultura

I giornali e la crisi della cultura

di Antonio Stanca

   Soprattutto in ambito umanistico, letteratura, arte, storia, filosofia, da tempo si sta assistendo, in Italia, alla tendenza a recuperare il passato, a volte anche il più remoto. Questa sta diventando la maniera seguita dalle pagine culturali di molti giornali o riviste di livello nazionale: trattare di opere scritte o figurate che risalgono al passato, ad autori scomparsi da secoli. In genere si dice di autori e di opere importanti, molto note, delle quali si è scoperto un particolare finora sconosciuto, si è saputa una notizia nuova, è sorto il sospetto che qualcosa non sia stato ancora detto.

   Altre volte si vuole tornare ad un autore, ad un’opera antica, una raccolta di poesie, un romanzo, un quadro, un testo filosofico, un documento, un avvenimento, un personaggio storico, per il solo motivo di ricordare la sua importanza, recuperare il suo valore, rinnovare l’interesse.

   Con un linguaggio nuovo, quello dei nostri giorni, si scrive di cose vecchie. Di queste, però, non tutti sono al corrente poiché non sono entrate a far parte della cultura di massa. Ancora oggi c’è da noi tanta gente che non conosce neanche i più importanti autori od opere o eventi della storia nazionale. Tuttavia i veri motivi del fenomeno stanno nel fatto che in Italia e in altri paesi dell’Occidente europeo in ambito umanistico non ci sono autori dei quali si ritenga opportuno scrivere sui giornali. Scrittori, poeti, pittori, storici, pensatori si sono omologati alla temperie diffusa dai nuovi mezzi di comunicazione di massa. Fanno, cioè, informazione non arte né pensiero, commentano non creano. Da quando, fine Novecento, è finito il tempo delle correnti letterarie e di pensiero, da quando gli autori sono rimasti soli, senza riferimenti, le loro opere sono scadute. Non ci sono dei motivi, dei linguaggi che le distinguano, spesso dicono di situazioni che si assomigliano con una lingua che si ripete. Non mancano, quindi, gli autori, le opere mancano le qualità, i valori di queste. Non ci si sa orientare tra esse, non le si sa valutare anche perché sono di autori che spesso non hanno precedenti specifici e si improvvisano come tali.

   Sembra di assistere ad un ciclo che si è esaurito, ad una storia che è finita: sarà questo il motivo che ha fatto volgere indietro lo sguardo di chi sui giornali scrive di cultura. Si è preferito dire del passato perché più sicuri ci si muove, più chiari si riesce. E poi c’è l’interesse che questa cultura può suscitare presso la suddetta fascia di popolazione che finora è rimasta all’oscuro.

   Anche in televisione sta succedendo questo, molti programmi sono orientati al recupero del passato, intendono far conoscere, istruire. Che i giornali abbiano accettato di svolgere questo compito è un modo per rimediare alla crisi culturale che da tempo ha investito l’Italia ma è pure il segno di un grave problema. Un organo come il giornale sta rinunciando alla sua funzione, al suo compito che è sempre stato quello di seguire il nuovo, di annunciarlo, di essere la sua voce e questo mentre i suoi lettori vanno diminuendo perché attirati da altri mezzi di informazione: in crisi si è ovunque e quello del passato sta sembrando, come altre volte nella storia, un rimedio per tutto.

L’intercessione della solidarietà

L’intercessione della solidarietà

di Vincenzo Andraous

In quel palazzone ci vivono tanti uomini e tante donne, ci  abitano bimbi e anziani, stanno lì da tanto tempo, è vero, occupando illegalmente lo stabile, ma tenendolo pulito, vivendoci dentro con la dignità delle persone povere, ma ricche di valori umani. Non si tratta di un agglomerato sub-urbano dove si spaccia droga, si svendono corpi e materiali sottratti indebitamente, bensì di uno stabile gremito di povera gente, di persone provenienti da ogni parte del mondo, esseri umani tolti dalla strada e da una sopravvivenza forzata. Qualcuno ha deciso di fare qualcosa, di rompere gli indugi, soprattutto di scardinare una certa indifferenza sociale. Qualcuno ha compreso la gravità della situazione, non tanto e non solo per le famiglie allo sbando, ma per i tanti bambini, adolescenti, minori, costretti al buio, al freddo, a non lavarsi. L’Ente ha deciso di staccare la corrente elettrica, da una settimana là dentro, regnava l’oscurità,  non pagando le bollette, automatica è la risposta di sospensione di erogazione dell’energia elettrica. Nulla da eccepire, nulla da obiettare, nulla da usare come leva per distorcere la verità. Tutto fila dritto in questa narrazione, ma forse a ben guardare non proprio tutto, perché quando ci sono di mezzo i bambini, gli innocenti, quelli che eravamo noi, i tanti pezzetti di noi sparsi all’intorno, ebbene, c’è poco da voltarsi dall’altra parte, ancor meno da rifugiarsi nelle leggi e nelle prescrizioni, per far si che la coscienza rimanga al calduccio più accogliente. I bimbi non  hanno colpe, non sanno neppure cosa significhi inadempienza,  inassolvenza, precarietà e impossibilità a fare fronte al pagamento di una bolletta. Qualcuno finalmente ha deciso di intercedere, per dirla alla Cardinal Martini, di fare un passo non solo avanti, ma addirittura in mezzo, là, dove la tempesta infuria. Un uomo di Chiesa, uno di quelli alti, non per altezza fisica, ma per autorevolezza, ha deciso di infrangere la regole, dunque ha tolto  i sigilli, ha riattaccato la corrente. Ha riconsegnato a quella umanità innocente una parvenza di giustizia, sì, giustizia dell’ingiustizia. Ora si profanerà con giudizi che non conoscono appieno la storia ciò che è stato, si imbratterà con parole a metà la realtà,  si tenterà di zittire la propria responsabilità con l’ausilio dell’ideologia. Il Cardinale ha commesso volontariamente un reato, affronterà il duro e minaccioso destino che lo attende, ma il messaggio non è sdoganare chiunque farà altrettanto, bensì prendere posizione, mettersi a mezzo, di traverso letteralmente, quando il virtuale annienta il reale, le frasi fatte e coniate a più riprese su come la paura sia soltanto un surrogato da seppellire nella sfrontatezza della sfida. Come ha detto qualcuno: le paure indicano che possiamo perderci, che c’è un labirinto, che ci sono mostri; molte volte però i mostri sono dentro di noi e siamo noi a renderli tali. Quando sono i bambini a soffrire, c’è poco da disegnare slogan a pochi denari, piuttosto c’è da mettere in campo la solidarietà costruttiva, quella edificata attraverso il sudore della fatica, le emozioni del cuore, indipendentemente dai rumori della pancia.

Aggiornamento Gae, c’è tempo fino al 20 maggio

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

Il Miur viene incontro alle richieste sindacali, e di qualche Usr, e decide, a 24 ore, dalla chiusura delle operazione di far slittare di altri quattro giorni il termine per completare l’aggiornamento delle Gae, le graduatorie a esaurimento dove sono inseriti i docenti precari abilitati all’insegnamento.

La nota
Con una circolare ad hoc il ministero rinvia la fine delle operazioni alle ore 14 del 20 maggio. Un allungamento dei tempi, viene spiegato dal ministero, al fine di consentire «la completa e corretta conclusione delle operazioni di compilazione ed inoltro on line delle domande».

Come noto, le operazioni erano cominciate a fine aprile e dovevano terminare oggi. Le domande sono per la permanenza, l’aggiornamento, il reinserimento, il trasferimento, la conferma o lo scioglimento della riserva per le Gae; e valgono per il triennio scolastico 2019-2022. Dalle Gae si pesca per le assunzioni (il canale rappresenta il 50% – il restante 50% sono i concorsi) e per assegnare le supplenze.

La nota del Miur precisa però che la proroga al 20 maggio 2019 deve intendersi riferita esclusivamente alla scadenza della presentazione della domanda e non anche alla data di maturazione dei titoli e dei requisiti posseduti, che rimane fissata al 16 maggio 2019, così come previsto dall’art. 9 comma 4 del D.M. 374 del 24 aprile 2019.

Bussetti: indennità più alta per i docenti in ospedale

da Il Sole 24 Ore

«È mia intenzione pensare con i sindacati a qualche misura in più nel rinnovo del contratto per i docenti che si occupano da vicino dei ragazzi in ospedale. Oggi i docenti che lavorano in ospedale hanno una indennità minima, vorrei creare una classe di insegnanti attenta a questi problemi specifici». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, presentando ieriil nuovo Portale Nazionale della scuola in ospedale , già operativo. La Rete delle scuole in ospedale è composta da 18 scuole Polo e coinvolge 740 docenti e più di 200 sezioni ospedaliere. Eell’anno scolastico 2017-2018 ha permesso a oltre 70mila studenti i ricoverati in ospedale di seguire regolarmente le lezioni.

Lezioni in ospedale
Il Portale per la scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare, ha spiegato il ministro, è dedicato alle famiglie degli alunni ricoverati in ospedale o a domicilio per consentire di ottenere tutte le informazioni sul Servizio scolastico e permette alle istituzioni scolastiche e ai doce ti di realizzare le migliori strategie anche attraverso il collegamento con le classi a cui appartengono gli alunni e una formazione sempre aggiornata.

I numeri
Nell’anno scolastico 2017-2018 hanno usufruito del servizio di scuola in ospedale 68.900 studenti, prevalentemente della scuola dell’infanzia e primaria (più del 70%) e quasi 6mila della scuola secondaria di secondo grado. Le regioni maggiormente coinvolte sono la Campania, il Lazio, la Liguria e la Sicilia. La referente della Rete delle scuola in ospedale, Tiziana Catenazzo, ha spiegato che «il nuovo portale è semplice e funzionale», «l’educazione in ospedale la concepiamo con un’unica cosa con la terapia; siamo parte dell’equipe terapeutica».

Impronte digitali, oggi i presidi in piazza

da Il Sole 24 Ore

Dopo aver scritto un pò a tutti, Miur e da ultimo capo dello Stato, oggi i dirigenti scolastici manifesteranno a Roma in piazza Vidoni, per portare all’attenzione della politica la situazione della dirigenza scolastica e per protestare contro il Ddl Concretezza promosso
dal ministro della Funzione Pubblica, Giulia Bongiorno, e in procinto di essere approvato in via definitiva.

Le parole della Flc Cgil
«Consideriamo questa l’ennesima dimostrazione di disattenzione e disprezzo per la nostra categoria che ogni giorno, tra mille difficoltà e ostacoli, garantisce il funzionamento delle scuole del Paese – dichiara Roberta Fanfarillo, responsabile dei dirigenti scolastici per la Flc Cgil -. Le scuole hanno bisogno di urgenti interventi di messa in sicurezza, adeguamenti alla normativa antincendio, tecnologie adatte alle innovazioni didattiche, persino di banchi e sedie a norma per consentire ai milioni di cittadini italiani che ospitano ogni giorno di vivere sicuri come nelle loro case. Esigenze alle quali il ministro Bongiorno risponde con una legge che destina milioni di euro all’installazione di rilevatori di impronte digitali, con l’intento di combattere così l’assenteismo che si anniderebbe nelle scuole».

Bussetti: scioperare è un diritto
«Scioperare è un diritto quindi i dirigenti scolastici manifestino pure il proprio disappunto», risponde così il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ai presidi oggi in piazza. Il ministro tuttavia precisa: «La norma però prevede che noi dovremo regolare questo aspetto con un decreto ministeriale – ha aggiunto Bussetti -. Quindi non si sa ancora di cosa si parla nel dettaglio. Noi affronteremo il discorso anche con i rappresentanti della categoria. Il provvedimento in ogni caso non misura l’orario di lavoro: i dirigenti non hanno un orario di lavoro».

Oggi tavolo di lavoro sul reclutamento dei precari con 36 mesi

da Orizzontescuola

di redazione

Oggi 16 maggio 2019, alle ore 12.00, è  convocato il secondo incontro  tra MIUR e sindacati scuola sul reclutamento del personale scolastico, secondo quanto previsto dall’Intesa del 24 aprile 2018.

All’ordine del giorno ci sono le modalità di reclutamento e di abilitazione  dei docenti con 36 mesi di servizio.

Si discuterà anche la valorizzazione degli Ata, compresi gli assistenti amministrativi facenti funzioni di Dsga.

Nel primo incontro il MIUR ha confermato la volontà di eliminare la prova preselettiva per il personale docente con 3 annualità di servizio prevedendo anche una percentuale più ampia di posti riservati per il prossimo concorso ordinario (48.500 posti).

Prevista anche una fase transitoria che preveda un percorso abilitante speciale riservato allo stesso personale, finalizzato all’immissione in ruolo.

CCNL dirigenti scolastici, Udir: da 5 mesi si attende sottoscrizione definitiva. Pronti ad impugnarlo

da Orizzontescuola

di redazione

Comunicato UDIR – Udir rilancia la richiesta di un gruppo di senatori, della VII Commissione, fatta al ministro Marco Bussetti e alla ministra Giulia Bongiorno, di sapere quale sia l’effettivo stato dell’iter di rinnovo del contratto collettivo nazionale. Marcello Pacifico (Udir): Sono trascorsi 5 mesi. Siamo pronti a impugnarlo.

Ricordiamo che a metà dicembre scorso tra l’Aran e le organizzazioni sindacali rappresentative dell’area dirigenziale istruzione, AFAM, università e ricerca è stata sottoscritta l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per il triennio 2016-2018; il precedente contratto collettivo è scaduto, il 31 dicembre 2009. Alla luce di tutto ciò, un gruppo di senatori della VII Commissione ha chiesto, al ministro dell’Istruzione e a quello della PA, quale sia l’effettivo stato dell’iter di rinnovo del contratto collettivo nazionale; quali siano state le ragioni per le quali, dopo oltre 4 mesi dalla sottoscrizione dell’ipotesi di rinnovo del contratto, ancora non si sia potuto procedere alla stipula definitiva e quali dovessero, malauguratamente, ancora permanere; quali passi abbiano finora compiuto i Ministri in indirizzo sia di informativa che di sollecito, tesi a rimuovere i ritardi sicuramente inusuali fin qui maturati; se non ritengano opportuno dare un’indicazione relativa a una data certa per la stipula definitiva del contratto, accompagnata dall’impegno a garantirne il rispetto.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Udir, afferma come “5 mesi rappresentino un lasso di tempo abbastanza ampio che deve necessariamente scaturire in una data in cui procedere con la stipula definitiva del contratto. Un’ulteriore attesa non farebbe che bloccare un iter già di suo in ritardo, visto che il precedente contratto collettivo, relativo al quadriennio 2006-2009, stipulato il 15 luglio 2010, è scaduto il 31 dicembre 2009 e sono trascorsi 9 anni dall’ultimo rinnovo. Ad ogni modo, impegneremo questo contratto, perché non tiene conto dei rilievi normativi introdotti dal decreto legge semplificazioni sullo sblocco del salario accessorio per il triennio contrattuale nella voce specifica della Ria da caricare nel FUN e della completa perequazione della retribuzione di posizione di parte fissa a partire dal 2016”, ha concluso il presidente Pacifico.