LE PIETRE E I CITTADINI

CONCORSI SCOLASTICI NAZIONALI DI ITALIA NOSTRA
“IN cerca del mio paesaggio”
“Culture, professioni e mestieri per il futuro del patrimonio culturale”
PREMIAZIONE DELLE SCUOLE

LUNEDÌ 27 MAGGIO, ore 10.30
MIUR, Sala Aldo Moro, Viale Trastevere 76/A

Il 27 maggio, nella Sala Aldo Moro del MIUR a Roma, si terrà la cerimonia di premiazione delle scuole vincitrici dei due concorsi del progetto educativo di Italia Nostra “LE PIETRE E I CITTADINI” intitolati rispettivamente: “IN cerca del mio paesaggio”e “Culture, professioni e mestieri per il futuro del patrimonio culturale”. In totale sono state 120 le scuole di ogni ordine e grado che hanno partecipato ai concorsi, studiando i patrimoni materiali e immateriali dei propri territori, salvando memorie, restituendo visibilità a luoghi poco conosciuti, promuovendo azioni di tutela. Il concorso, infatti, rappresenta un’occasione importante per sviluppare un percorso educativo che, muovendosi dalla Conoscenza e dalla Consapevolezza, sollecita la Creatività e la Competenza dei giovani nell’educazione alla tutela, al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico del nostro paese.

La scuola che si è aggiudicata il primo premio di € 500 del Concorso “IN cerca del mio paesaggio” è la Scuola Secondaria di 1° Grado di Roseto degli Abruzzi (TE). La seconda classificata è la Scuola Primaria di Premariacco (UD) mentre la terza è la Scuola Secondaria di 1° Grado di Bellante (TE).

Seguirà la premiazione dell’Istituto Superiore vincitore del Concorso di Alternanza Scuola/Lavoro “Culture, professioni e mestieri per il futuro del patrimonio culturale” scelto tra i tre finalisti che nella mattinata sosterranno un breve colloquio con la Giuria. Molti i profili professionali emersi: dalla tutela, alla comunicazione, dai beni librari e archivistici ai progetti di restituzione di beni in degrado, all’impiego di tecnologie per la fruizione di spazi espositivi.

Si ringraziano i due Ministeri, MIUR e MiBAC, che sostengono i progetti di Educazione al Patrimonio di Italia Nostra e Digital Cultural Heritage, nostro partner.

Saranno presenti:
Paolo Sciascia, Dirigente Ufficio III, Direzione generale per lo studente, l’integrazione e partecipazione MIUR
Giovanna Cassese, Coordinatrice di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica MIUR
Francesco Scoppola, Direttore Generale Educazione e Ricerca MiBAC
Paolo Nurcis, Tenente Colonnello Aeronautica Militare
Fulvio Ananasso, Presidente Diculther
Mariarita Signorini, Presidente Italia Nostra
Maria Rosaria Iacono, Consigliere nazionale Italia Nostra e referente Settore EDU

Mariarita Signorini
Presidente Nazionale Italia Nostra

Maria Rosaria Iacono
Consigliere nazionale Italia Nostra e referente Settore EDU

Dati adesione Sciopero 10 maggio 2019

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Ufficio di Gabinetto

COMPARTO ISTRUZIONE E RICERCA

10 maggio 2019

Sciopero  generale nazionale (con esclusione dell’intero comparto scuola della regione Sardegna) indetto da USB PI, con l’adesione dell’Associazione ANIEF

Dati di adesione

Sul sito del Dipartimento Funzione Pubblica sono stati pubblicati i dati di adesione allo sciopero  che hanno riguardato tutte le istituzioni scolastiche/educative interessate (es. quelle all’estero, e/o di Trento, e/o di Bolzano, e/o comunali, etc..)  oltre le scuole statali.

(http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/dipartimento/17-05-2019/dati-di-adesione-allo-sciopero-generale-del-10-maggio-2019-di-tutti)

Per quanto concerne le sole istituzioni scolastiche statali, sulla base dei dati di adesione inseriti dalle istituzioni scolastiche mediante il programma di acquisizione presente sul portale SIDI, si evidenzia che:

  • le scuole che hanno comunicato i dati di adesione sono state 6.346   su un totale di 8.292 (76,53%);
  • 5.218 sono statigli aderenti allo sciopero, cioè lo 0,6%  delle  840.517 unità di personale tenute al servizio. Questo numero non comprende le 64.147 unità di personale assente per altri motivi (es: giorno libero, malattia, ferie, permesso, etc…).

Pensieri rapidi morale lenta

Pensieri rapidi morale lenta

di Adriana Rumbolo

Damasio molti anni fa ci metteva in guardia dalla grande divaricazione della forbice che si può creare fra cervello emotivo e quello cognitivo con gravissime  conseguenze.

Emozioni legate al senso morale sono elaborate lentamente dal cervello: è questo il risultato di una ricerca condotta da Antonio Damasio e collaboratori presso il Brain and Creativity Institute della University of Southern California.

Lo studio – che è uno dei primi che passa dall’esame di emozioni primarie come il dolore e la paura a quello di emozioni complesse come l’ammirazione e la compassione – ha significative ricadute sulla comprensione della percezione umana degli eventi e sul modo in cui ci si dovrebbe rapportare all’informazione in un mondo dominato dalla comunicazione digitale e televisiva.

Nel cervello infatti si irrobustiscono specie nell’adolescenza  le guaine che circondano i prolungamenti dei neuroni (le guaine mieliniche).

La quantità di mielina quasi raddoppia in alcune regioni cerebrali e aumenta il volume della sostanza bianca (che è di questo colore proprio perché ricoperta di mielina).

Questa impennata della mielinizzazione permette una maggior rapidità di propagazione del messaggio nervoso, che viaggia quindi come un treno ad alta velocità e arriva a destinazione in maniera più efficiente e precisa.

In questo caso pensieri elaborati da neuroni rivestiti di mielina possono avere una maggiore velocità di trasmissione. di quella delle emozioni aumentando la divaricazione della forbice.

Aumentano inoltre i collegamenti tra aree cerebrali diverse e tra i due emisferi cerebrali: infatti il corpo calloso, che è il crocevia tra l’emisfero cerebrale sinistro e quello destro, dopo l’infanzia aumenta progressivamente di spessore.

Le informazioni viaggiano in maniera più efficiente ed efficace, con maggiore possibilità di stabilire dei ponti, dei collegamenti, tra dati di esperienza diversi e far nascere pensieri progressivamente più astratti e creativi.

“I pensieri rincorrono i pensieri scriveva una studentessa.”

I recenti  fatti di cronaca (vedi Manduria) sembrerebbero confermare questa ipotesi.

Adolescenti che apprendono con facilità e velocemente tutte le novità tecnologiche più complesse rischiano di perdere  il contatto con le emozioni legate al senso morale , guida primaria della relazione sociale.

Il Rapporto di autovalutazione sbarca all’infanzia: via alla sperimentazione

da Il Sole 24 Ore

Il Rav sbarca all’infanzia: i questionari scendono da 4 a 2 (scuola e docenti), sono peranto eliminati i questionari per genitori e quello per Ds/Coordinatore. Dal 20 maggio sono iniziate le somministrazioni dei questionari Rav Infanzia.

La nota
A comunicarlo è l’Invalsi con una nota indirizzata a presidi e referenti dell’infanzia. La registrazione al Portale Miur è un’operazione propedeutica e obbligatoria ai fini delle attività legate alla sperimentazione.

I questionari saranno compilati esclusivamente online entro il 7 giugno 2019. Dopo tale data non si potranno accettare altri questionari per consentire così di elaborare gli indicatori da restituire alla scuola prima della compilazione del Rav Infanzia. «Dato l’elevato numero di scuole partecipanti, non possiamo accettare questionari cartacei» è scritto nella nota.

I tempi
La prossima settimana arriverà un videotutorial che guida le scuole nella compilazione dei questionari e un testo con le risposte alle domande più frequenti su questa operazione (Faq). Dopo la compilazione dei questionari, già a metà settembre, le scuole potranno pianificare le loro riunioni interne per iniziare le riflessioni autovalutative sulla base del Rav Infanzia cartaceo. A ottobre 2019 si aprirà la piattaforma per la compilazione del Rav Infanzia online e a fine ottobre 2019 chiederemo alle scuole di compilare il questionario di fine sperimentazione.

Più partecipazione decisionale e inclusione per i diversamente abili: ok del Cdm a un decreto ad hoc

da Il Sole 24 Ore

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Istruzione, università e ricerca Marco Bussetti, ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che, a norma dell’articolo 1, comma 184, della legge 13 luglio 2015, numero 107, introduce disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 13 aprile 2017, numero 66, recante “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”.
Il testo mira, in particolare, ad assicurare una maggiore partecipazione dei portatori di interessi nelle decisioni concernenti le misure educative a favore degli alunni con disabilità e a garantire un significativo supporto alle istituzioni scolastiche nella realizzazione di adeguati processi di inclusione, anche attraverso la previsione di opportune misure di accompagnamento delle istituzioni scolastiche in relazione alle modalità di inclusione degli alunni con disabilità.

I ministri della Famiglia e disabilità, Lorenzo Fontana, e dell’Istruzione, Marco Bussetti, entrambi della Lega, definiscono «una rivoluzione culturale nel campo dell’inclusione» il testo approvato. I due ministri spiegano che «mamme e papà saranno maggiormente coinvolti nelle scelte che riguardano i figli con disabilità e che lo stesso minore possa contribuire a definire piani e progetti più adeguati per lui».

Il 28 maggio gli studenti celebreranno i 200 anni de “L’infinito” a Recanati e nelle piazze di tutta Italia

da Il Sole 24 Ore

Un flash mob che attraverserà il Paese e unirà piazze e istituti scolastici nella lettura collettiva e simultanea de “L’Infinito”, uno dei componimenti più noti di Giacomo Leopardi. Un evento nazionale con il ministro Marco Bussetti e oltre 2.000 giovani nella Piazzuola del Sabato del villaggio, su cui affaccia la casa del poeta, e lungo tutto il centro storico di Recanati, sua città natale, durante il quale verranno premiate le scuole vincitrici del concorso dedicato al bicentenario della celebre lirica. Tutto questo è “#200infinito”, la giornata organizzata dal Miur, nata da un’idea di Olimpia Leopardi, realizzata con Casa Leopardi, in collaborazione con la Rai e con il Comune di Recanati, per celebrare i duecento anni di alcuni tra i versi più conosciuti e amati della letteratura italiana. Protagonisti dell’iniziativa, che si terrà il prossimo 28 maggio, saranno gli studenti. Ma tutti, famiglie e cittadini, potranno prendere parte a questa “festa della poesia”.

«Leopardi – spiega Bussetti – è stato un genio. Nelle sue opere ha espresso e indagato le domande e le questioni centrali per ogni uomo. I suoi testi sono universali, superano secoli e confini geografici. Continuano a parlarci ancora oggi, a duecento anni di distanza. Noi abbiamo il dovere di testimoniare la modernità e l’importanza del suo pensiero e della sua produzione. Ed è per questo che vogliamo celebrare questo illustre poeta con una lettura collettiva: i versi de ‘L’Infinito’ usciranno dai libri di scuola per rivivere nella voce dei nostri studenti e di tutti coloro che vorranno partecipare nelle diverse piazze di Italia al flash mob che abbiamo organizzato il 28 maggio. Invito tutti a unirsi. Io stesso sarò a Recanati per dimostrare che la poesia è una delle forme più potenti con cui l’uomo sta al mondo».

L’evento a Recanati
La Piazzuola del Sabato del villaggio a Recanati (Mc) sarà il cuore di “#200infinito”. Sarà lì e lungo la via principale del centro storico che oltre 2.000 studenti, alle 11.30 del 28 maggio, reciteranno i versi de “L’Infinito”. Con loro anche Bussetti e Olimpia Leopardi. L’evento sarà trasmesso in diretta sui profili Facebook del Ministero, @MiurSocial, e di Casa Leopardi, @casaleopardirecanati. Durante l’incontro, inoltre, saranno premiati gli istituti vincitori del concorso nazionale “Il mio Infinito”, rivolto a tutte le scuole di ogni ordine e grado, con l’obiettivo di stimolare la riflessione, la creatività e l’espressività degli studenti attraverso un percorso che li porterà a cimentarsi con la propria visione di “Infinito”.

Le principali iniziativa in tutta Italia
Tutta l’Italia si unirà a distanza al flash mob. Gli studenti di tutte le scuole italiane e i cittadini potranno recitare in contemporanea i versi del celebre componimento ritrovandosi nei luoghi più significativi delle proprie città o all’interno degli istituti scolastici: piazze, strade, chiostri, biblioteche comunali.
Cuore dell’iniziativa a Roma, per esempio, sarà piazza di Spagna, dove gli studenti dell’istituto comprensivo “E. Q. Visconti” coinvolgeranno i presenti in una “staffetta” di strofe per la recitazione partecipata della poesia. A Milano, i ragazzi dell’Ic Maffucci si incontreranno in piazza Gae Aulenti, mentre gli alunni della scuola secondaria di I grado “J.F. Kennedy” di Montefiorino (Mo) parteciperanno alla lettura collettiva nel centro cittadino, richiamando l’attenzione e l’interesse dei passanti e si sposteranno, poi, nei locali della biblioteca comunale con le loro famiglie e con i cittadini per un “Salotto letterario con aperitivo” dedicato a “L’Infinito”.
Ma l’opera sarà anche un’occasione di riflessione per gli studenti adulti del corso serale dell’istituto tecnico statale “Aterno-Manthonè” di Pescara, si trasformerà in danza grazie all’interpretazione degli alunni dell’istituto “De Nittis-Pascali” di Bari, viaggerà sulle frequenze di Radio K2 grazie ai commenti curati dagli studenti della Scuola in ospedale di Piancavallo (Vb). E a Gubbio (Pg), dalle finestre della Biblioteca sperelliana, le famiglie e i nonni del “Centro sociale anziani” accompagneranno la recita dei versi leopardiani da parte dei ragazzi della direzione didattica 2° circolo “Aldo Moro”.

“L’Infinito” sui social
Dalle piazze reali a quelle virtuali. Gli studenti, all’interno delle proprie scuole o nelle piazze delle città, potranno prendere parte all’evento anche documentando la propria lettura collettiva dell’intera poesia con un video e condividendolo sui social, sul canale Youtube o sul sito della scuola, utilizzando l’hashtag #200infinito e la menzione alle pagine ufficiali @miursocial e @casaleopardirecanati. Inoltre, sia i ragazzi che tutti i cittadini potranno partecipare al social contest su Instagram dedicato all’iniziativa. Agli utenti verrà chiesto di condividere le loro stories al momento dell’appuntamento, seguendo i seguenti passi: dovranno recitare in video il verso preferito de “L’Infinito”, inserire l’hashtag #200infinito e la menzione alle pagine ufficiali @miursocial e @casaleopardirecanati, pubblicare le stories sul proprio profilo Instagram. Durante la giornata, una selezione dei video verrà condivisa sul canale Instagram del Miur.

Precari al concorso riservato

da ItaliaOggi

Carlo Forte

Consentire ai neolaureati di accedere all’insegnamento tramite concorso contemperando le legittime aspettative dei precari con almeno tre anni di servizio di partecipare a sessioni concorsuali riservate. È questo l’obiettivo fissato dal governo e dai sindacati firmatari del contratto di lavoro, Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda-Unams, come meta da raggiungere al termine dei negoziati in corso a viale Trastevere, in attuazione dell’accordo governo-sindacati stipulato il 24 aprile. Il 16 maggio scorso le parti hanno raggiunto un’intesa di massima su una base di trattativa, che dovrebbe consentire ai precari storici, 55mila aspiranti prof di ruolo con 36 mesi di servizio alle spalle, di accedere ad entrambe le selezioni: concorso ordinario e concorso riservato. In queste ore le sigle sindacali attendono una risposta definitiva da parte dei vertici ministeriali, che avevano preso tempo per le verifiche politiche e finanziarie della proposta stessa.

Allo stato attuale, la legge prevede una quota di riserva del 10% per i precari triennalisti che partecipino ai concorsi ordinari. In più, il decreto Quota 100 prevede che le graduatorie di merito dei concorsi ordinari debbano essere predisposte attribuendo ai titoli posseduti un punteggio fino al 40 per cento di quello complessivo. «Tra i titoli valutabili», si legge nel provvedimento, « è particolarmente valorizzato il servizio svolto presso le istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione, al quale è attribuito un punteggio fino al 50% del punteggio attribuibile ai titoli». Il riconoscimento del punteggio di servizio, peraltro, è l’effetto dell’introduzione, nel decreto, del testo del cosiddetto emendamento Pittoni.

Il legislatore, dunque, ha già effettuato un primo avvicinamento nei confronti dei precari, dopo la cancellazione del concorso riservato introdotta dal precedente governo. Resta il fatto, però, che la normativa europea sanziona la reiterazione dei contratti a temine oltre i 36 mesi. E la Corte costituzionale ha spiegato che tale normativa si applica alle reiterazioni oltre i 36 mesi effettuate sui posti e le cattedre vacati e disponibili. La questione, dunque, resta aperta. E per evitare di rinfocolare il contenzioso seriale, è necessario trovare al più presto una soluzione politica. Soluzione che non può che essere quella della stabilizzazione previo superamento di un concorso o comunque forma selettiva da graduare. Perché nel nostro ordinamento vige il cosiddetto principio del merito, secondo il quale, agli impieghi pubblici si accedere per concorso. Anche se l’articolo 97 della Costituzione prevede, in alternativa, la possibilità delle sanatorie ope legis. È prassi, però, che l’accesso agli impieghi pubblici, per legge e senza concorso, possa applicarsi solo alle qualifiche inferiori.

Nel caso dell’accesso ai ruoli del personale docente, dunque, la sanatoria ope legis non risulterebbe applicabile. Resta il fatto, però, che anche garantendo una quota di riserva, in uno al riconoscimento del servizio, prevedere il collo di bottiglia dei concorsi ordinari per tutti, creerebbe di fatto delle disparità di trattamento tra i giovani neoalureati e i precari storici. Questi ultimi, infatti, risulterebbero inevitabilmente meno competitivi sul piano della preparazione libresca, avendo abbandonato gli studi da diversi lustri. Ma risulterebbero sicuramente più preparati sul piano pratico, avendo accumulato esperienza di insegnamento nel corso degli anni.

Governo e sindacati dunque, stanno lavorando al raggiungimento di un punto di mediazione che consenta di contemperare i reciproci interessi. La soluzione ipotizzata al tavolo negoziale, sulla quale si basa la proposta dei sindacati, è quella di prevedere un concorso ordinario al quale affiancare un concorso riservato ai precari triennalisti. I precari triennalisti avrebbero titolo ad accedere sia al concorso ordinario che al concorso riservato. Mentre gli aspiranti docenti laureati senza servizio avrebbero diritto a partecipare solo al concorso ordinario.

Peraltro, senza avere accesso alla quota di riserva e non potendo far valere alcun punteggio di servizio. Il superamento di una delle due selezioni darebbe titolo al conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento. La proposta ricalcherebbe in qualche modo lo statu quo ante, con l’intento di contemperare gli interessi in gioco e prevenire il contenzioso. Che negli ultimi anni ha visto l’amministrazione andare incontro a migliaia di soccombenze in giudizio. In ciò creando gravi situazioni di incertezza nel reclutamento.

La differenza rispetto al passato sarebbe quella di non prevedere la possibilità, per i neoabilitati, di entrare in graduatorie provinciali finalizzate oltre che alle supplenze anche alle immissioni in ruolo. Le graduatorie a esaurimento, infatti rimarrebbero comunque chiuse a chiave. E il conseguimento dell’abilitazione, fermo il diritto a permanere nella graduatoria di merito del relativo concorso, darebbe titolo all’inserimento nella seconda fascia delle graduatorie di istituto. Graduatorie che, per loro natura, consentono solo l’accesso alle supplenze attribuite dai dirigenti scolastici. L’amministrazione ha acquisito la proposta dei sindacati e si è riservata di valutarla in sede politica.

Europee, alla scuola le briciole

da ItaliaOggi

Angela Iuliano

Investimenti. È la parola comune su scuola e istruzione dei programmi per le elezioni europee di domenica. Ma molti partiti italiani che li invocano senza spiegare come finanziarli.

Il Movimento cinque stelle, ad esempio, parla genericamente di «investimenti per l’istruzione» «fuori dai vincoli di bilancio dell’Unione europea». Anzi, l’istruzione è il primo comparto che vuole togliere da questi vincoli. Ma quali tipo di investimenti intenda fare resta un’incognita.

La Lega nel suo manifesto programmatico elenca una serie di linee comuni ai partiti nazionalistici euroscettici di destra. Nelle dichiarazioni di Matteo Salvini, decisamente più ripiegate sulla politica nazionale, si ritrovano sugli slogan «prima gli italiani», e poi i giovani della generazione Erasmus rientro dei cervelli in fuga, reintroduzione dell’educazione civica a scuola (già approvata dalla Camera). Dall’altra parte, l’istruzione è una delle competenze che rientrano nella sovranità degli Stati membri. Tuttavia in base al principio di sussidiarietà sancito dai trattati europei, i Paesi dell’Unione europea possono migliorare i propri sistemi di istruzione e formazione lavorando insieme e imparando gli uni dagli altri, anche scambiando buone pratiche strategiche.

All’istruzione il Pd dedica il primo punto del programma: «Una nuova Europa con al centro le persone». La proposta è una garanzia europea per i bambini attraverso 6 miliardi di euro nel bilancio europeo per i ragazzi svantaggiati dell’Ue con l’obiettivo di eliminare la povertà infantile, garantendo a tutti i bambini a rischio povertà l’acceso gratuito all’istruzione. Ma anche riformare e ampliare Garanzia Giovani per favorire l’ingresso dei giovani alla formazione e al lavoro. Quindi uno spazio europeo dell’educazione e della ricerca, rendendo più europei i percorsi di studio e formazione, mobilitando le risorse necessarie europee e nazionali.

Non compare nel programma di Forza Italia la parola scuola. Mentre il solo riferimento alla ricerca come generica necessità di investimento in tecnologie, ricerca ed innovazione e di risorse appropriate per il digitale si ha nella sezione «dalla parte dei giovani e delle imprese». Tuttavia, senza precisare come raggiungere questi obiettivi. Scuola e ricerca assenti anche dal manifesto dei Popolari per l’Italia.

Secondo Fratelli d’Italia lo stop all’austerità comporterebbe anche investimenti in edilizia scolastica. Nel programma di Fdi anche l’incremento delle risorse per il diritto allo studio, asili nido aperti fino a tardi anche l’estate, efficientamento del percorso formativo per rendere competitivi i giovani italiani rispetto ai coetanei europei, concreto sistema di orientamento universitario e lavorativo. Ma anche contrasto all’ideologia del gender e più rispetto e tutela dei docenti, lotta al precariato, più risorse per la loro formazione e aggiornamento.

Università e impresa hanno ampio spazio nel programma di +Europa, che propone, tra l’altro, una loro maggiore integrazione economica grazie a un investimento maggiore in brevetti e ricerca, la creazione di hub della conoscenza per il Mezzogiorno d’Italia attraendo studenti universitari stranieri. Si punta anche a migliorare il sistema europeo di lifelong learning e a un sistema educativo più adatto alle esigenze della contemporaneità. Inoltre si vuole introdurre una mobilità formativa per i docenti ed aumentare il bilancio del programma Horizon per il 2021-27.

La Sinistra alla Maastricht dei trattati economici contrappone «la Maastricht dei saperi e della cultura» con obbligo scolastico a 18 anni, potenziamento della scuola pubblica, insegnamento laico e libero, Erasmus per più persone, università gratuita e senza numero chiuso.

#PalermoChiamaItalia: salpa domani la Nave della Legalità

da Orizzontescuola

di redazione

Comunicato MIUR – Al via, domani, il viaggio della Nave della Legalità che aprirà le celebrazioni del XXVII anniversario delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio, nell’ambito della manifestazione #PalermoChiamaItalia.

La Nave salperà dalla banchina 8 del Porto di Civitavecchia alle ore 18 con a bordo circa 1.500 studenti diretti verso Palermo dove, nella mattinata del 23 maggio, si svolgeranno le principali iniziative in memoria dei giudici Giovanni FalconeFrancesca Morvillo, Paolo Borsellino e degli agenti delle loro scorte Agostino CatalanoWalter Eddie CosinaRocco Dicillo,Vincenzo Li MuliEmanuela LoiAntonio MontinaroVito SchifaniClaudio Traina.

A salutare la partenza della Nave sarà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che interverrà al Porto di Civitavecchia insieme al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti,  al Capo della Polizia Franco Gabrielli, al Procuratore Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero de Raho, all’Amministratore Delegato Rai Fabrizio Salini.

 Saranno presenti alla partenza anche il Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), David Ermini; il Direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), Gennaro Vecchione; l’Assessore per lo Sviluppo Economico, Commercio e Artigianato, Start-Up, “Lazio Creativo” e Innovazione della Regione Lazio, Gian Paolo Manzella; il Vice Sindaco della Città Metropolitana di Roma Capitale, Maria Teresa Zotta.

Gli studenti compiranno poi il viaggio in nave insieme al Ministro Marco Bussetti, al Ministro della GiustiziaAlfonso Bonafede, al Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero de Raho, al Capo della Direzione Investigativa Antimafia Giuseppe Governale, alla Garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano, alla Presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Nei momenti di confronto e di incontro sulla Nave, i ragazzi avranno anche modo di ascoltare le testimonianze di Pietro Grasso e di Nando Dalla Chiesa.

Ai 1.500 studenti che viaggeranno sulla Nave della Legalità, il 23 maggio si uniranno le voci e le iniziative di oltre 70.000 ragazzi che in tutta Italia parteciperanno alle iniziative contro le mafie nell’ambito di #PalermoChiamaItalia, la manifestazione  promossa dal 2002 dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e dalla Fondazione Falcone che si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati. Una iniziativa che rientra in un percorso promosso annualmente dal MIUR per incoraggiare nelle scuole attività didattiche mirate alla cultura del rispetto e della legalità e per una cittadinanza attiva e responsabile.

#PalermoChiamaItalia è realizzata anche grazie alla fattiva e quotidiana collaborazione fornita da Polizia di Stato,Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza. L’evento in questi anni è andato arricchendosi di importanti contributi grazie agli accordi firmati con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM)l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM).

Le principali attività legate alla commemorazione saranno il 23 maggio a Palermo, nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci. Le celebrazioni istituzionali si terranno nell’Aula Bunker dell’Ucciardone, luogo simbolo del Maxiprocesso a Cosa Nostra, e saranno trasmesse in diretta televisiva su Rai Uno dalle ore 10.00.

Tra le autorità, saranno presenti in Aula Bunker, il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Vice Presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Matteo Salvini, il Ministrodell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti, il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho, il Presidente dell’Associazione Nazionale MagistratiPasquale Grasso e il Presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra.  È previsto un collegamento da Vienna con il segretario di Unodc (Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine) Yuri Fedotov. Presenti anche Ekaterina TrendafilovaPresident of the Kosovo Specialist ChambersSamuel Gonzalez Ruiz, ex Procuratore messicano; il Commissario UE alla Sicurezza Sir Julian KingLouis Freeh, Direttore dell’FBI dal 1993 al 2001; William F. Sweeney JRAssistant Director in Charge FBIRobert JohnsonAssistant Director Criminal Investigative Division FBI; il Vicepresidente di Eurojust Filippo SpieziaAntonio Balsamo, Consulente Giuridico della Rappresentanza permanente italiana all’Onu a Vienna, ed Eduardo Vetere, Segretario Generale dellaInternational Association of Anti-Corruption Authorities.

Sono previste, poi, attività nelle piazze e nelle scuole della città. Nel pomeriggio partiranno i due tradizionali corteidi #PalermoChiamaItalia, che vedranno protagonisti innanzitutto gli studenti e i docenti, ma che saranno aperti a tutta la città: il primo si muoverà alle ore 15.30 da via D’Amelio, il secondo alle ore 16 dall’Aula Bunker. Entrambi si ricongiungeranno sotto l’Albero Falcone, in via Notarbartolo, per il Silenzio, alle 17.58, l’ora della strage di Capaci.

Il “no” alle mafie verrà rilanciato il 23 maggio in molte città italiane, in una sorta di “staffetta” a distanza tra gli studenti, con iniziative sui temi della legalità (concerti, dibattiti, proiezioni, performance teatrali, gare, ecc.). A coordinare le attività nelle città coinvolte saranno gli Uffici Scolastici Regionali.

“Quella che vedremo il 23 maggio a Palermo e in centinaia di istituti in tutta Italia sarà una ‘scuola viva’. Animata dall’insegnamento di importanti servitori del nostro Stato che hanno dato la vita per liberare il loro Paese dalla mafia, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E da valori di giustizia e di rispetto che devono trovare concretezza nella nostra quotidianità”, spiega il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti. “A 27 anni di distanza, continuiamo a ricordare questi martiri del nostro Stato perché la loro testimonianza e il loro sacrificio non vadano perduti. Perché le nuove generazioni sappiano che l’Italia del 2019 è debitrice nei confronti di quegli uomini. E che ancora tanto rimane da fare: le nostre società hanno anticorpi per reagire al fenomeno mafioso, alla violenza, alla sopraffazione. Ma non ne sono immuni. Ed è per questo che dobbiamo investire sull’educazione dei nostri giovani: diffondere la cultura del rispetto e della legalità è fondamentale se vogliamo costruire una comunità giusta e in pace”.

 “Nessuno di noi”, sottolinea Maria Falcone, Presidente della Fondazione Falcone, “quel 23 maggio di 27 anni fa avrebbe immaginato che un giorno tragico, un giorno di dolore e lutto, sarebbe stato l’avvio di una trasformazione profonda del nostro Paese, l’inizio di un percorso che migliaia di studenti, migliaia di persone hanno da allora intrapreso portando avanti le idee di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e di tutti gli uomini e le donne dello Stato che sono morti per mano della mafia. Vedere ogni anno Palermo “invasa” dai ragazzi che partecipano alle manifestazioni organizzate per l’anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio è una gioia immensa e al tempo stesso la dimostrazione che il lavoro quotidiano nelle scuole e nelle Università che la Fondazione Falcone e il Miur svolgono ha un valore inestimabile e rappresenta lo strumento più efficace per creare una coscienza antimafiosa nelle nuove generazioni. Solo una rivoluzione culturale profonda consente di vincere la battaglia contro la criminalità organizzata”.

 Il tema dell’edizione di quest’anno di #PalermoChiamaItalia è dedicato alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale, firmata a Palermo nel 2000. La Convenzione, chiamata anche “Convenzione di Palermo”, è entrata in vigore il 29 settembre 2003 ed è stata ratificata da 189 Stati. Alla Convenzione è intitolato anche il concorso nazionale per questo anno scolastico dal titolo: “Follow the money. Da Giovanni Falcone alla Convenzione Onu di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale”. I migliori elaborati degli studenti saranno premiati durante la cerimonia in Aula Bunker.

Il MIUR e la Fondazione Falcone uniranno le piazze di #PalermoChiamaItalia e tutte le scuole che vorranno partecipare facendo sentire la loro voce per dire “no” alle mafie utilizzando anche i canali social. Sui profili twitter@MiurSocial e @23maggioItalia ci saranno le dirette degli eventi raccontati attraverso gli hashtag #23maggio,#PalermoChiamaItalia e #navedellalegalità. Gli eventi potranno essere seguiti sulle pagine Facebook eInstagram del MIUR e di #PalermoChiamaItalia.  Per ulteriori informazioni e dettagli sul programma è possibile consultare le pagine www.miur.gov.it e www.fondazionefalcone.it. Sui due siti saranno progressivamente caricati materiali, foto, schede.

Concorso riservato docenti di religione 36 mesi servizio, titolarità su scuola e classe di concorso. Le novità

da Orizzontescuola

di redazione

Lo SNADIR comunica che l’’On. Flora Frate (M5S) ha fatto pervenire la bozza del Progetto di legge n.1606 (a firma dell’On. Frate e dell’On. Angiola), presentato il 18 febbraio 2019 alla Camera dei Deputati, riguardante la “delega” al Governo per la definizione di procedure volte alla stabilizzazione dei docenti precari di religione cattolica.

Il contenuto del Progetto di legge

Il progetto di legge propone l’indizione di un concorso riservato con la sola prova orale non selettiva per i docenti di religione cattolica con 36 mesi di servizio.
La graduatoria del predetto concorso, che diventerà ad esaurimento, attribuirà un punteggio fino a un massimo di 100 punti, così suddivisi: 50 punti per il servizio prestato nell’insegnamento della religione cattolica, 20 punti ai titoli di studio, 30 punti riservati alla prova orale non selettiva, da svolgersi esclusivamente sui contenuti previsti dalla legge 186/2003.
L’organico dei posti è aumento in un triennio fino al 90% del totale dei posti complessivamente costituiti.
Lo scorrimento della graduatoria sarà effettuato sul 100% dei posti nel triennio 2019/2021; negli anni scolastici successivi, alla graduatoria ad esaurimento sarà attribuita una percentuale del 50%.
I successivi concorsi ordinari saranno banditi con cadenza biennale a partire dal 2021/2022.
Il testo prevede anche che il MIUR istituisca  – entro 60 giorni dall’approvazione della legge ­– la classe di concorso per l’insegnamento della religione cattolica.
Infine, il progetto di legge stabilisce che, in analogia con i docenti di altre discipline, la titolarità sia attribuita sull’istituzione scolastica.
A giudizio dello Snadir la proposta di legge Frate-Angiola (M5S) è in linea con gli interventi già predisposti negli ultimi anni per sanare il precariato degli altri docenti e rappresenta quindi una giusta e indispensabile risposta anche per i precari di religione. Inoltre  – conclude il sindacato –  assegnando la titolarità sulla scuola e istituendo la classe di concorso tale proposta dà una risposta concreta anche al personale di religione già in ruolo.

Riforma sostegno, ritorna il GLHO per decidere numero ore

da Orizzontescuola

di redazione

Il decreto Inclusione – afferma il Sottosegretario Giuliano (M5S)  – è una rivoluzione copernicana per la disabilità a scuola.

Il consiglio dei ministri ha approvato la revisione del decreto legislativo 66/2017 sull’inclusione scolastica, un decreto che avevamo “congelato” appena arrivati al governo perché irrigidiva le procedure e riduceva la partecipazione dei soggetti che vivono e lavorano accanto agli studenti con disabilità. Lo avevamo promesso nel programma di Governo del Movimento 5 Stelle, insieme a una generale revisione dei decreti delegati della cd “Buona scuola” e lo abbiamo fatto, mettendo a punto un correttivo in sinergia con l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica e con la collaborazione delle maggiori associazioni e degli enti interessati all’inclusione scolastica e grazie all’impegno di tutti gli uffici del Miur.
Rendiamo così migliore l’inclusione scolastica, vale a dire la vita quotidiana di circa 200mila studenti con disabilità, con una vera e propria rivoluzione copernicana.

Affermiamo il principio, riconosciuto dalle Nazioni Unite, per cui la disabilità è data non solo e non tanto dalle condizioni di salute della persona ma da quanto il contesto sia in grado di garantire la massima autonomia e uguaglianza. Se il contesto è senza barriere e più ricco di opportunità, cambia il modo in cui la persona vivrà la propria condizione di disabilità. Estendiamo insomma l’attenzione dal soggetto a tutto ciò che gli sta intorno, affinché sia adeguato alle sue concrete ed effettive esigenze.

Una delle nostre priorità è stata quella di intervenire sui Gruppi per l’Inclusione Territoriale: il testo originario prevedeva che fossero questi ad autorizzare le ore di sostegno richieste da ogni scuola, sulla base della documentazione e lontano dall’istituto e dalla classe in cui l’alunno trascorre buona parte della sua vita scolastica.

Noi abbiamo voluto fare un’operazione diversa: abbiamo creato dei gruppi di docenti esperti nell’inclusione, a disposizione delle scuole per supportarle in tutti i passaggi e per svolgere attività di formazione e miglioramento dei processi di inclusione.

Dunque le ore di sostegno le decide chi sta accanto allo studente e addirittura si decidono insieme a lui quando maggiorenne. A definirle, infatti, è come in passato quello che si chiamava GLHO, che ha il compito di redigere il Piano educativo individualizzato dell’alunno.

Questo Piano, messo a punto da chi conosce sia le peculiarità dello studente sia le caratteristiche del contesto in cui apprende e vive la sua socialità, dovrà definire non solo le ore di sostegno, ma anche tutte le misure utili a rendere quanto più efficace possibile la partecipazione degli alunni con disabilità alle attività della classe e della scuola.

Il decreto che abbiamo messo a punto nei mesi passati ascoltando tutte le realtà coinvolte, e che ieri è stato approvato dal consiglio di ministri, ha indubbiamente dei beneficiari diretti, che sono gli alunni certificati ai sensi della legge 104 del 1992, ma cambiare la prospettiva dell’inclusione vuol dire intervenire sull’intero sistema scolastico rendendolo migliore per tutti.

Siamo dunque orgogliosi di dire che da oggi cambia lo sguardo con cui guardiamo alla disabilità a scuola e nel Paese e dunque la cultura dell’inclusione fa un importante balzo in avanti.”

Via libera a modifiche su sostegno da Consiglio dei Ministri. Cosa cambia

Decreto sostegno e inclusione: ecco le modifiche proposte dal Ministero

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

E’ stato approvato nella giornata del 20 maggio dal Consiglio dei Ministri il decreto che modifica il decreto legislativo n. 66 del 2017 in materia di sostegno e inclusione.
Il provvedimento corregge e modifica le disposizioni più contestate del decreto emanato in applicazione della legge 107/2015

Gruppo territoriale, Gruppo di lavoro per l’inclusione e gruppo operativo

In particolare si interviene sulle competenze del Gruppo territoriale per l’inclusione e del Gruppo di lavoro operativo a livello di scuola.
Il decreto 66, nella sua versione originaria, prevedeva che le risorse per il sostegno venissero definite dai Gruppi territoriali; le modifiche proposte ora prevedono invece che la richiesta dei posti di sostegno venga trasmessa all’ufficio regionale dal dirigente scolastico, sulla base delle osservazioni e dei pareri del Gruppo di lavoro per l’inclusione e sentito il territoriale per l’inclusione che potrebbe anche esprimere un parere contrario sulla proposta della scuola.
Al termine della procedura l’ufficio scolastico regionale assegna le risorse nell’ambito di quelle dell’organico dell’autonomia.

Una modifica importante riguarda anche le modalità di funzionamento del Gruppo di lavoro operativo, “composto – dice la bozza del decreto – dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori della bambina o del bambino, dell’alunna o dell’alunno, della studentessa o dello studente con disabilità, o di chi esercita la responsabilità genitoriale, delle figure professionali specifiche, interne ed esterne all’istituzione scolastica che interagiscono con la classe e con la bambina o il bambino, l’alunna o l’alunno, la studentessa o lo studente con disabilità nonché con il supporto dell’unità di valutazione multidisciplinare e con un rappresentante designato dall’Ente Locale”.
Con una precisazione importante: “Ai componenti del Gruppo di Lavoro Operativo non spetta alcun compenso, indennità, gettone di presenza, rimborso spese e qualsivoglia altro emolumento. Dall’attivazione dei Gruppi di lavoro operativo non devono derivare, anche in via indiretta, maggiori oneri di personale”.
Precisazione che, secondo alcuni, vorrebbe dire ai componenti del Gruppo non potrebbero essere riconosciuti neppure compensi derivanti dal fondo di istituto.

Conferma dei docenti assunti a tempo determinato

Una modesta modifica viene invece inserita nell’articolo 14 del decreto 66, quello che prevede la possibilità per le famiglie di chiedere la conferma del docente di sostegno con incarico a tempo determinato: la norma resta ma si precisa che questo può essere opportunità è riservata ai docenti con titolo di specializzazione.
La bozza conferma invece che docenti titolari su posto comune, purché in possesso del titolo, possono svolgere una parte del proprio orario per attività di sostegno.
Adesso la bozza di decreto dovrà passare dalle Commissioni parlamentari (non dall’aula) per il parere e poi sarà approvato in via definitiva dal Governo.
Se non ci saranno intoppi potrà entrare in vigore a partire dal 1° settembre prossimo.

Ragazzi e uso delle tecnologie, troppi allarmi lanciati. Ma è giusto?

da La Tecnica della Scuola

Di Gianni Zen

Sono sempre più le ricerche che lanciano allarmi sui nostri ragazzi per il cattivo uso delle tecnologie.

Un tema sul quale sono, è giusto dirlo, in atto sforzi notevoli, soprattutto delle scuole migliori, di investimento nella formazione per educare i nostri giovani ad un uso critico ed intelligente dei nuovi strumenti e delle loro applicazioni.

Ma forse non bastano questi sforzi. Stanno arrivando, ad esempio, segnalazioni di aumento esponenziale di accessi al pronto soccorso per situazioni di disagio mentale e di conseguente accesso ai reparti di neuropsichiatria.

Evidente, di fronte a queste situazioni, il nostro disorientamento, quasi a dire che si fa fatica a fare da argine.

Come stanno, dunque, rispetto agli eccessi che vediamo ogni giorno, i nostri ragazzi?

I dati ci dicono, ad esempio, del quasi raddoppio nelle nostre regioni di bambini e adolescenti in carico ai reparti neuropsichiatrici, dal 4 al 7% sul totale.

“Sono in aumento soprattutto i casi complessi – così si è espresso Stefano Benzoni del policlinico di Milano in un recente convegno tenutosi nel capoluogo lombardo– cioè le situazioni multiproblematiche con più diagnosi contemporaneamente e con problemi psicosociali.”

Benzoni ha poi tenuto a precisare che il 40% dei casi associa questa patologia ad altre, come il disturbo d’ansia e il deficit di attenzione.

Se poi mettiamo in conto il contesto sociale e famigliare, con situazioni che ben conosciamo, abbiamo il quadro completo.

Colpa anzitutto della crisi di tante famiglie, e del venir meno delle tradizionali reti educative?

Comprendiamo quindi, da questi richiami, la grande responsabilità oggi del mondo della scuola, rispetto solo a pochi anni fa. Con tutte le pressioni di cui facciamo ogni giorno esperienza.

E’ la generazione, dunque, dei cosiddetti nativi digitali quella che più sta soffrendo, soprattutto se manca un retroterra educativo adeguato. Sapendo, poi, che questi ragazzi si trovano inseriti in un contesto generale di atomizzazione e di compressione sociale.

“I nostri ragazzi vivono in famiglie sempre più ‘accelerate’ – osserva il neuropsichiatra – dove si passa tantissimo tempo a fare tantissime cose con un senso di inconcludenza e con la sensazione di essere soverchiati con un isolamento crescente”.

Non solo. Le tecnologie stanno, in più, scavando dei grandi solchi tra le generazioni. Non solo per le competenze tecnologiche oggi richieste, ma anche per le situazioni di protezione sociale che privilegiano i padri ed i nonni rispetto ai figli e nipoti.

Che manchi la mediazione educativa sociale ed in molti casi quella delle famiglie? Che la scuola da sola non possa coprire in tutto questo solco?

Tanti sono i temi che richiedono questa mediazione: affettività e sessualità, educazione all’uguaglianza, conflitto e negoziazione, disturbi del comportamento alimentare, Hikikomori e ritiro sociale, disimpegno e attivismo, bullismo e cyberbullismo, dipendenze da alcool e da droghe, condotte autolesive, Internet e social.

Ma non dobbiamo partire da una idea negativa su queste tecnologie. Solo che le dobbiamo mediare rispetto alle altre variabili della vita.

Sono, cioè, negative se da strumenti diventano fini, possono essere buone opportunità se rimangono, appunto, degli strumenti da utilizzare per il miglioramento della nostra vita quotidiana. Come tutti gli strumenti.

Assegni familiari, nuove tabelle valide da luglio 2019. La circolare Inps

da La Tecnica della Scuola

Di Andrea Carlino

L’Inps, con la circolare n.66 del 17 maggio, comunica le nuove tabelle di rivalutazione dei redditi ai fini della corresponsione degli assegni familiari.

L’Assegno per il Nucleo Familiare (ANF) è una prestazione economica erogata dall’Inps ai nuclei familiari di alcune categorie di lavoratori, dei titolari delle pensioni e delle prestazioni economiche previdenziali da lavoro dipendente e dei lavoratori assistiti dall’assicurazione contro la tubercolosi.

Chi intende chiedere e ottenere i nuovi assegni al nucleo familiare dovrà controllare a quale livello reddituale rivalutato appartiene, per comprendere se e quanto percepirà di Anf. Questo perché i livelli di reddito familiare utili a calcolare gli assegni si aggiornano annualmente.

Il calcolo effettuato, secondo quanto previsto dalle tabelle pubblicate dall’Inps, tenendo in considerazione il reddito familiare e la composizione del nucleo di riferimento (numero di componenti, presenza di soggetti inabili).

I limiti di reddito per il calcolo degli assegni familiari sono oggetto di rivalutazione dal 1° luglio e fino al 30 giugno dell’anno successivo e le nuove tabelle ANF INPS saranno valide per il periodo compreso tra il secondo semestre 2019 ed il primo semestre 2020.

Le nuove tabelle pubblicate con la circolare n. 66 saranno quindi valide dal 1° luglio 2019.

Fino ad allora, il calcolo verrà effettuato con quelle attualmente in vigore.

La variazione percentuale tra il 2017 ed il 2018 è stata pari al +1,1%, e ciò ha comportato la modifica delle tabelle ANF e dei limiti di reddito da considerare ai fini del calcolo degli assegni al nucleo familiare.

Clicca sull’immagine per scaricare tutti i dati aggiornati

Chi può presentare la domanda

Possono presentare domanda con il nuovo modello di domanda assegno familiare i dipendenti in attività, disoccupati, lavoratori in cassa integrazione, in mobilità, assenti per malattia o maternità, in aspettativa per cariche pubbliche elettive e sindacali, in congedo matrimoniale, pensionati da lavoro dipendente, soci di cooperative, lavoratori assunti a tempo parziale.

Come presentare la domanda

La domanda per gli assegni familiari si fa tramite il modulo e va compilato a cura del lavoratore, che può riempire il modello personalmente o con l’aiuto di un patronato.

Si inseriscono i dati anagrafici del richiedente, la situazione familiare (celibe/nubile, coniugati, vedovi, separati, divorziati), i dati relativi al datore di lavoro o alla titolarità della pensione, la richiesta di attribuzione, o di rideterminazione, dell’importo, la composizione familiare, il reddito complessivo e la tipologia di reddito di ogni componente del nucleo familiare.

Alla dichiarazione bisognerà allegare il reddito complessivo percepito nel 2017 ricavabile dalla dichiarazione dei redditi, la Certificazione unica e una copia del documento di riconoscimento.

I nuclei familiari, così come segnala l’Inps sul proprio sito da cui abbiamo tratto le informazioni per la realizzazione dell’articolo (oltre che dal sito NoiPa), devono essere composti da più persone e il reddito complessivo.

Nel caso di compimento della maggiore età di un figlio, sarà cura dell’Ufficio responsabile del trattamento economico inserire nel sistema il compimento del 18° anno dei familiari per cui si usufruisce dell’assegno familiare. Dal mese successivo verrà indicata la nuova configurazione del nucleo familiare.

Per maggiori info clicca qui.

La documentazione normativa, le circolari e le tabelle di calcolo relative all’importo dell’assegno per il nucleo familiare a carico, sono disponibili alla pagina “Documenti disponibili“.
dati da specificare, nel modello di domanda, sono relativi:
  • dati anagrafici del richiedente
  • alla composizione del nucleo familiare
  • alla determinazione del reddito familiare annuo
  • alla dichiarazione di responsabilità del coniuge non dichiarante e del richiedente.
La domanda per la richiesta dell’ANF può essere presentata:
  • alle Ragionerie territoriali dello Stato (RTS), nel caso di personale appartenente agli uffici  periferici dello Stato sia di persona che tramite posta ordinaria od elettronica oppure al proprio Ufficio di servizio per il successivo inoltro alla RTS.
  • all’Ufficio della propria Amministrazione od Ente che gestisce il trattamento economico dei dipendenti, nel caso di personale delle amministrazioni centrali statali o di altri Enti.
  • esclusivamente per i supplenti previ e saltuari, la domanda va inoltrata alla scuola titolare del rapporto di lavoro. Se l’amministrato ha contratti su più scuole il modello va consegnato a ciascun istituto con il quale si ha un contratto.