Disabilità intellettiva, ai pediatri il ruolo di “sentinella”

Redattore Sociale del 01.06.2019

Disabilita’ intellettiva, ai pediatri il ruolo di “sentinella”

Sulla disabilità intellettiva “il compito del pediatra non è quello di porre una diagnosi precisa, ma di individuare i bambini a rischio di ritardo dello sviluppo per poi inviarli allo specialista, neuropsichiatra o neuropsichiatra infantile, perché poi si possa passare alla diagnosi vera e propria”. Il pediatra deve agire “step by step”, lasciandosi guidare “dai reperti e dalla letteratura, per capire quali sono gli esami che devono essere eseguiti per arrivare alla diagnosi”. A parlare alla Dire del nuovo approccio al bambino con disabilità intellettiva o ritardo globale dello sviluppo sono il professor Ennio Del Giudice, direttore uscente della Scuola di specializzazione di neuropsichiatria infantile dell’università degli studi di Napoli Federico II, e Giovanna Tezza, dirigente medico di primo livello all’Ospedale Franz Tappeiner di Merano, intervenuti alla sessione ‘Pediatria Futura’ nell’ambito del 75esimo Congresso Italiano di Pediatria in corso a Bologna.

“Il ritardo globale di sviluppo (bambini di età inferiore ai 5 anni, ndr) e la disabilità intellettiva (bambini sopra i 5 anni, ndr) sono nel loro complesso un problema relativamente frequente, perché possono colpire fino al 3% della popolazione pediatrica- spiega alla Dire Del Giudice- Il motivo della distinzione sta nel fatto che solo nel bambino più grande è possibile applicare i test neuropsicologici che consentono di definire con esattezza le varie difficoltà specifiche a livello cognitivo, che prima di quell’età sarebbero difficili da definire. In realtà, con l’introduzione del cosiddetto Dsm 5, il ‘Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali’, arrivato alla quinta edizione, è effettivamente cambiata una prospettiva per quello che riguarda il bambino con disabilità intellettiva”.

In che modo? “In precedenza, veniva usato il termine ‘ritardo mentale’, che poi dalla commissione che ha preparato il nuovo manuale diagnostico è stato ritenuto non molto gradevole, sia per il bambino che per la famiglia- chiarisce il professore- Quindi è stato deciso di cambiarlo in disabilità intellettiva, che tende a insistere sulla disabilità e non sul deficit”.

Facendo riferimento ai criteri classificativi dell’ICF (International Classification of function and disease), “in base al quale vengono indicate tutte le problematiche relative alla persona con disabilità, la disabilità intellettiva non è più definita, com’era per il ritardo mentale, sui valori di quoziente intellettivo, rappresentando quindi quasi un freddo strumento matematico”, ma “viene definita in base al deficit del cosiddetto funzionamento adattivo, cioè tutta quella serie di capacità e abilità che l’individuo mette in essere per lavorare, studiare e inserirsi pienamente nel contesto sociale in cui è nato”.

Funzione chiave per monitorare il bambino è affidata ai cosiddetti “bilanci di salute”, che il pediatra “deve effettuare con regolarita'”, per esaminare lo sviluppo. Compito dei genitori è, invece, “affidarsi al pediatra di famiglia che, in occasione di questi previsti bilancio di salute” può evidenziare gli eventuali “segni di deficit dello sviluppo o del comportamento, come può verificarsi per esempio nelle condizioni del cosiddetto spettro dell’autismo, che negli ultimi anni ha registrato un incremento notevole delle diagnosi rispetto agli anni passati”. Particolarmente utilizzato è il cosiddetto “Test di screening per lo sviluppo di Denver, che mette a disposizione del pediatra uno schema piuttosto agevole per sospettare” la disabilità intellettiva.

Sì all’uso degli strumenti a disposizione come “un’accurata anamnesi- sottolinea Tezza- che possa portare alla costruzione di un albero genealogico e, quindi, risalire alla storia del paziente e della sua famiglia, un esame obiettivo neurologico”. Non “a fare tutto a tutti. La cosa importante- conclude- è quella di non dimenticare mai di avviare subito questi bambini ai percorsi di abilitazione e riabilitazione, prima ancora di aver fatto la diagnosi, perché in ogni caso, se ci sono difetti che possono essere corretti, devono essere corretti immediatamente”.

Concorso dirigenti scolastici, nuovo ricorso: «Troppe differenze nei voti»

da Corriere della sera

Non c’è pace per il concorso per i dirigenti scolastici – ne saranno assunti circa 2900 che stanno affrontando le prove orali – che è alle battute finali. Dopo il ricorso sul rinvio della prova scritta in Sardegna a causa dell’allarme meteo lo scorso inverno, spunta una nuova denuncia firmata da 271 aspiranti presidi. Contestano il fatto che nelle correzioni degli scritti ci sia una enorme differenza di punteggio assegnato a seconda della commissione che ha corretto i compiti: «Essendo i compiti corretti random, i risultati delle commissioni dovrebbero essere simili e discostarsi di poco dalla mediana – spiega una delle professoresse ricorsiste – invece, in particolare la commissione 30 ha dato voti molto bassi rispetto alle altre». Non solo, dal verbale di una commissione emerge che 5 dei 300 compiti sono stati ricorretti una volta che si sono conosciuti i nomi dei candidati (che in una prima fase sono rappresentati da codici) e i voti sono stati alzati e addirittura raddoppiati.

La denuncia

Queste sono alcune delle incongruenze che i professori ritengono di aver riscontrato sottoponendo i verbali delle commissioni ad un calcolo statistico approfondito e che hanno rilevato nella loro denuncia alla magistratura.

Intanto il concorso va avanti. Del resto una via d’uscita eventuale c’è già, che permetterebbe di evitare di far saltare tutto il concorso in caso di accoglimento delle istanze dei ricorsisti e al netto della procedura penale che eventualmente ne seguirebbe. E’ stato studiato, dopo il ricorso sul caso sardegna. Il bando infatti prevedeva una prova scritta contestuale in tutta Italia, che il maltempo in Sardegna ha impedito. L’idea dei tecnici del Miur è che invece di annullare il concorso, in caso di accoglimento del ricorso, si procederà ad una prova «sanatoria» che consentirà a tutti coloro che hanno «partecipato» agli scritti di poter essere messi in graduatoria, come se li avessero passati. Intanto, di presidi c’è bisogno nei prossimi tre anni ben oltre la quota di 2900.


Maturità 2019, colloquio con le buste. Indicazioni Miur

da Orizzontescuola

di redazione

Le ultime indicazioni del Miur per lo svolgimento del colloquio, terza e ultima prova del nuovo Esame di Stato 2018/19.

L’USR Liguria ha pubblicato i materiali dell’incontro svolto con gli aspiranti presidenti di commissione.

Vediamo cos’è previsto in merito al colloquio, principale elemento di novità e preoccupazione, ricordando dapprima i requisiti di ammissione all’esame.

Ammissione

Nel documento si ricordano i requisiti di ammissione introdotti dal D.lgs. 62/17 e prorogati dal decreto mille proroghe all’a.s. 2019/20:

  • partecipazione prove Invalsi (si sono svolte ma non hanno costituito requisito di ammissione all’esame a.s. 2018/19);
  • svolgimento Percorsi per le competenze traversali e per l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro; è stata svolta ma non ha costituito requisito di ammissione all’esame a.s. 2018/19).

Per il 2018/19, pertanto, i requisiti di ammissione all’esame dei candidati interni sono i seguenti:

  • frequenza di almeno tre quarti del monte ore personalizzato, fatte salve le deroghe previste dal collegio docenti;
  • votazione non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina. Nel caso di una votazione inferiore a sei decimi in una disciplina, il consiglio di classe può deliberare, con adeguata motivazione, l’ammissione all’esame;
  • voto di comportamento non inferiore a sei decimi.

Colloquio

– prende avvio dai materiali
– si svolge in un’unica soluzione temporale, alla presenza dell’intera commissione
– la commissione cura l’equilibrata articolazione e durata delle fasi del colloquio e il coinvolgimento delle diverse discipline, evitando però una rigida distinzione tra le stesse
– i commissari interni ed esterni, affinché il loro coinvolgimento sia più possibile ampio, conducono l’esame in tutte le discipline in cui hanno titolo, anche relativamente alla discussione delle prove scritte

Materiali

I materiali, come detto più volte, costituiscono lo spunto di avvio del colloquio, che si sviluppa in una più ampia trattazione di carattere pluridisciplinare che possa esplicitare al meglio il conseguimento del PECUP.

La scelta dei materiali ha l’obiettivo di favorire la trattazione dei nodi concettuali caratterizzanti le diverse discipline.

Questi i materiali da predisporre

  • testi (es. brani in poesia o in prosa, in lingua italiana o straniera)
  • documenti (es. spunti tratti da giornali o riviste, foto di beni artistici e monumenti, riproduzioni di opere d’arte; ma anche grafici, tabelle con dati significativi ……..)
  • esperienze e progetti (es.: spunti tratti dal documento del 15 maggio )
  • problemi (es.: situazioni problematiche legate alla specificità dell’indirizzo, semplici casi pratici e professionali)

La scelta dei sopra riportati materiali deve avvenire in base ai seguenti criteri:

– coerenza con gli obiettivi del PECUP
– coerenza con il percorso didattico effettivamente svolto (documento del 15 maggio)
– possibilità di trarre spunti per un colloquio pluridisciplinare
– ricerca di omogeneità tra le tipologie e il livello di difficoltà dei materiali

Conduzione del colloquio

Il colloquio inizia con la scelta, da parte del candidato, della busta con il materiale d’avvio. Tale novità, che mette l’allievo innanzi ad una situazione “non nota”, permette anche di verificarne l’autonomia e la capacità di  orientamento.

E’ opportuno stabilire, caso per caso, il commissario che darà avvio al colloquio e condurrà l’approccio alla prima parte; gli altri commissari si inseriscono progressivamente per approfondire aspetti disciplinari anche non direttamente collegati al materiale di partenza.

Dai materiali al percorso

Nel documento si forniscono anche indicazioni per passare dai materiali al percorso:

Il percorso, dunque, si costruisce in situazione (personalizzazione: lo stesso materiale può portare a diverse «strade»):

  1. al candidato si richiede di analizzare un materiale
  2. il materiale è attinente al percorso formativo
  3. il pieno coinvolgimento delle altre discipline può essere realizzato anche nelle altre parti del colloquio, che sono:
  • l’illustrazione dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (ex alternanza scuola-lavoro);
  • la verifica delle competenze di Cittadinanza e Costituzione.

I materiali

Ecco i materiali pubblicati dell’USR Liguria:

  1. ESAMI DI STATO NORMATIVA
  2. DOCUMENTO 15 MAGGIO 2019
  3. AMMISSIONE E CREDITI
  4. PROVE SCRITTE
  5. COLLOQUIO
  6. CASI PARTICOLARI – H – DSA
  7. ESAMI ESABAC


Immissioni in ruolo 2019, sulla tempistica progetto Bussetti fallito

da Orizzontescuola

di redazione

La tempistica indicata dal Miur ai sindacati circa la pubblicazione delle graduatorie ad esaurimento indica tempi non compatibili con il progetto del Ministro Bussetti di anticipare le immissioni  in ruolo a fine luglio.

Pubblicazione graduatorie ad esaurimento

La pubblicazione delle provvisorie dovrebbe infatti avvenire entro il 16 luglio, mentre le definitive entro il 12 agosto 2019.

Pubblicazione graduatorie concorso straordinario infanzia e primaria

Le graduatorie del concorso straordinario di cui al DDG n. 1456 del 7 novembre 2018 dovranno essere pubblicate entro il 30 luglio.

Il progetto del Ministro Bussetti

In una intervista al Giorno di fine novembre 2018 il Ministro dichiarava “Anticiperemo i tempi di immissione in ruolo degli insegnanti, quest’anno vorremmo chiudere le operazioni a fine luglio. Un mese prima. Per avere tutto pronto per settembre

Così evidentemente non sarà, dati i tempi così lunghi per l’elaborazione delle graduatorie ad esaurimento.

Ad andar bene, le operazioni potranno essere condotte – come ogni anno – dopo Ferragosto  e considerato che quest’anno il 15 è giovedì, probabilmente dal lunedì successivo, il 19.

E se gli Uffici Scolastici – come ogni anno – lotteranno contro il tempo – per assicurare l’assunzione in servizio dal 1° settembre, non altrettanto potrà dirsi per i supplenti.

Forse sarebbe il caso di rivedere i tempi di lavorazione delle graduatorie, per dare una timeline più in linea con le esigenze dell’avvio dell’anno scolastico.

Tutela e promozione minoranze linguistiche, presentazione progetti entro il 5 luglio

da Orizzontescuola

di redazione

Il Miur ha pubblicato la nota n. 11559 del 29 maggio 2019, avente per oggetto “Piano di interventi e di finanziamenti per la realizzazione di progetti nazionali e locali nel campo dello studio delle lingue e delle tradizioni culturali appartenenti ad una minoranza linguistica (Legge 15 dicembre 1999, n. 482 art. 5) – Esercizio finanziario 2019.”

Tutela minoranze linguistiche

Il Miur, ricordiamolo, ha attivato nel corso degli ultimi anni una serie di iniziative volte alla tutela e alla promozione delle minoranze linguistiche, favorendo la progettualità degli interventi didattici e formativi delle scuole.

Obiettivo del Ministero è dar vita ad una progettualità che non collochi le attività a tutela delle minoranze suddette  ai soli spazi extracurricolari, ma che sappia favorire la diffusione di un uso vivo della lingua nell’ottica di una reale contestualizzazione dell’ apprendimento.

Destinatari

Possono presentare domanda di partecipazione le scuole statali o dipendenti dalle regioni e province autonome del primo ciclo, situate in “ambiti territoriali e subcomunali delimitati in cui si applicano le disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche storiche” (art. 3 della plegge 482/1999).

I percorsi progettuali in rete riguarderanno il biennio 2019/2021.

Requisiti

Questi i requisiti di ammissione:

a) Cooperazione in rete. Poiché si intende incentivare la cultura della cooperazione tra scuole, la rete dovrà essere costituita da un minimo di tre istituzioni scolastiche e dovrà avere un’apprezzabile rappresentatività sul territorio. Eccezionalmente, le scuole impossibilitate a formare reti in quanto site in comunità circoscritte ad un ambito territoriale ristretto (un solo paese/istituzione scolastica) potranno presentare progetti singoli. Si suggerisce, comunque, la costituzioni di reti anche tra scuole appartenenti a minoranze linguistiche diverse. La scuola capofila, referente del progetto, dovrà inviare alla scrivente Direzione l’accordo di rete, sottoscritto dai Dirigenti Scolastici di tutte le scuole partecipanti e un documento che illustri sinteticamente il profilo dei diversi partner, l’articolazione interna delle attività condivise e la suddivisione degli oneri. I finanziamenti saranno assegnati alla scuola capofila che assumerà la gestione contabile -finanziaria del progetto e attribuirà i finanziamenti pro-quota alle altre scuole facenti parte della rete. Si precisa che le scuole concorrenti al finanziamento potranno far parte di una sola rete di scuole, pena l’esclusione dei progetti presentati dalle reti alle quali hanno aderito.

b) Continuità. Ogni proposta progettuale dovrà presentare un’articolazione biennale e dovrà essere realizzata nell’arco dei due anni scolastici 2019/2020 – 2020/2021. Le istituzioni scolastiche finanziate dovranno compilare una scheda di monitoraggio in itinere sullo stato dell’arte delle attività svolte, al termine del primo anno di attività e provvedere alla rendicontazione finale con una scheda di monitoraggio conclusiva, alla fine del biennio.

c) Osservanza dei termini e delle modalità. Saranno ammessi al finanziamento soltanto i progetti ad articolazione biennale presentati dalla scuola capofila entro il termine stabilito, corredati da un accordo di rete formale con almeno altre due diverse istituzioni scolastiche. Non saranno ammesse al finanziamento le scuole/reti che hanno beneficiato dell’erogazione dei finanziamenti per il biennio 2018 -2020.

Domande

I progetti, corredati dalla documentazione di seguito riportata, dovranno essere inviati ai seguenti indirizzi:

  • dgosv@postacert.istruzione.it
  • daniela.marrocchi l@istruzione.it

L’invio va effettuata entro e non oltre il 15 luglio 2019.

Questa la documentazione da presentare:

  • nota di trasmissione del dirigente scolastico della scuola capofila firmata digitalmente;
  • progetto in originale, redatto in lingua italiana e in lingua minoritaria;
  •  scheda-formulario, allegata alla presente nota, debitamente compilata in tutte le sue sezioni;
  • scheda sintetica (in formato excel) formata da tre sezioni: anagrafica, coordinate bancarie, progetto allegata alla presente nota, da compilare in tutte le sue parti (una scheda per ogni progetto presentato);
  • accordo di rete formale con non meno di altre due Istituzioni Scolastiche statali (o dipendenti dalle regioni e province autonome) o paritarie;
  •  dichiarazione dell’Istituzione scolastica capofila con la quale si attesta, per ciascuna scuola aderente alla rete, l’ambito territoriale e subcomunale in cui si applicano le disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche storiche (all’art. 3 comma l della precitata Legge n. 482/99). In caso di dubbio ci si riserva di chiedere, ad integrazione della domanda, relativa copia della Delibera del Consiglio Provinciale.

nota All.1 Scheda Formulario 2019-21 All.2 Scheda sintetica 2019-21

Riforma sostegno, Progetto individuale: chi lo redige e cosa contiene

da Orizzontescuola

di redazione

Il decreto legislativo 66/2017, recante norme per l’inclusione degli alunni con disabilità, detta indicazioni per la redazione del Progetto individuale, previsto dall’articolo 14, comma 2, della legge n. 328/2000.

Vediamo cos’è e da chi è redatto il Progetto, anche alla luce delle modifiche che saranno apportate al suddetto D.lgs. 66/2017 dal decreto di revisione approvato dal Governo lo scorso 20 maggio.

Progetto Individuale: da chi è redatto

Il Progetto individuale:

  • è redatto dal competente Ente locale d’intesa con la competente Azienda sanitaria locale sulla base del Profilo di funzionamento;
  • va redatto su richiesta e con la collaborazione dei genitori o di chi ne esercita la responsabilità;
  • le prestazioni, i servizi e le misure, in esso previste, sono definite anche con la partecipazione di un rappresentante dell’istituzione scolastica interessata.

Progetto individuale: cosa contiene

Il Progetto individuale, ai sensi del succitato art. 14 della legge n. 328/2000 e alla luce delle prossime modifiche, comprende:

  • il Profilo di Funzionamento;
  • le prestazioni di cura e di riabilitazione a carico del Servizio sanitario nazionale;
  • il Piano educativo individualizzato a cura delle scuole;
  • i servizi alla persona cui provvede il Comune in forma diretta o accreditata, con particolare riferimento al recupero e all’integrazione sociale;
  • le misure economiche necessarie per il superamento di condizioni di povertà, emarginazione ed esclusione sociale;
  • le potenzialità e gli eventuali sostegni per il nucleo familiare.

Maturità 2019, Bussetti: le novità non sono nostre, ma del Governo Renzi. Grazie a noi simulazioni nazionali

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Sul nuovo Esame di Stato della scuola secondaria di secondo grado l’attuale Governo non vuole sentirsi accusato: a ribadirlo è stato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, a margine di un’iniziativa contro il fumo di sigaretta organizzata all’ospedale Fatebenefratelli di Milano, a cui hanno partecipato anche alcune scuole della città meneghina. Il cambio dell’esame di maturità, che cambierà appunto nel giugno 2019, ha detto il responsabile del Miur, “è avvenuto a gennaio del 2017, quindi noi non eravamo ancora al Governo: abbiamo” solo “raccolto i cambiamenti e li abbiamo adattati”.

Le novità in arrivo

Il riferimento, quindi, è all’abolizione della terza prova, il cosiddetto “quizzone”; al cambiamento della seconda prova, diventata mista; all’introduzione delle tre buste, predisposte dalla commissione, contenenti gli argomenti (attinenti al percorso didattico indicato nel documento del 15 maggio) da affrontare all’orale. In particolare, quei contenuti serviranno anche come “spunto” da cui partirà il colloquio dello studente con i commissari d’esame.

Inoltre, sulla votazione finale, sempre in centesimi, peserà non poco il percorso formativo degli ultimi tre anni, peraltro in modo progressivo: i crediti fruibili saranno ben 40 (12 al terzo superiore, 13 al quarto e 15 al quinto), le due prove scritte potranno assegnare sino a 20 punti ciascuna, come anche l’orale.

Tutte novità, ha ricordato Marco Bussetti, introdotte dall’Esecutivo a guida del Partito Democratico, con Matteo Renzi presidente del Consiglio, a partire dall’approvazione della Legge 107 del 2015.

Le rassicurazioni del ministro dell’Istruzione

Agli studenti che fra poco più di due settimane sosterranno l’esame di maturità “dico di affrontare” la prova “con molta tranquillità e con la giusta tensione, perchè è un esame per loro importante. Noi stiamo verificando gli ultimi dettagli ma siamo pronti“, ha comunque assicurato il ministro dell’Istruzione.

Poi ha tenuto a prendersi i meriti per aver proposto tre simulazioni per la prima volta nazionali, con contenuti molti vicini a quelli che “usciranno” a giugno: “Abbiamo fatto qualcosa che non è mai stato fatto in Italia, cioè le simulazioni d’esame, abbiamo messo nelle condizioni gli studenti di verificare come sarà questo impatto anche emotivo sull’esame. Il nostro lavoro è stato fatto e non all’ultimo momento”, ha concluso Bussetti.

Le ultimissime

Nel frattempo, il ministero dell’Istruzione ha fatto sapere che tramite la piattaforma Sidi sono stati comunicati i nomi dei commissari esterni, disponibili giù nelle segreterie scolastiche degli istituti coinvolti. La pubblicazione, sul sito dedicato del Miur, avverrà lunedì 3 giugno.

Inoltre, il Miur ha già predisposto tutto il materiale per avviare la maturità 2019, già attiva è la piattaforma Commissioneweb, pronto, ma non ancora in linea, il motore di ricerca per trovare tutte le commissioni dell’esame di Stato 2018/2019.

La ricerca si potrà fare per Istituto, per nome del Presidente e per nome del Commissario esterno.

Concorso infanzia e primaria, probabile la prova preselettiva. Cosa c’è da sapere

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

C’è attesa per il bando del concorso scuola 2019 per infanzia e primaria, che dovrebbe essere pubblicato a breve. Il concorso dovrebbe mettere a bando 17mila posti, come riportato in precedenza. Nello specifico si tratta di 16.959 posti di personale docente della scuola dell’infanzia e primaria, di cui 10.624 per l’anno scolastico 2020/2021 e 6.335 per l’anno scolastico 2021/2022.

Concorso scuola 2019 infanzia e primaria: ci sarà la preselettiva?

Al concorso è previsto dal decreto ministeriale la possibilità di avere una prova preselettiva: “Lo svolgimento di un test di preselezione qualora il numero dei candidati sia superiore a quattro volte il numero dei posti messi a concorso”, recita il decreto.

Considerando l’alto numero di partecipanti attesi al concorso, appare molto probabile lo svolgimento della preselettiva, anche se ovviamente si devono conoscere i numeri reali dei partecipanti alla procedura.

Concorso scuola 2019 infanzia e primaria: la prova preselettiva

Nel caso di prova preselettiva, ricordiamo che questa sarà computer-based, unica per tutto il territorio nazionale, volta all’accertamento delle capacità logiche, di comprensione del testo nonché di conoscenza della normativa scolastica.

Saranno inoltre ammessi coloro che, all’esito della prova preselettiva, abbiano conseguito il medesimo punteggio dell’ultimo degli ammessi, oltre ai soggetti dicui all’art. 20, comma 2-bis, della legge 5 febbraio 1992, n. 104.

Il mancato collocamento in posizione utile alla prova preselettiva comporta l’esclusione dal prosieguo della procedura concorsuale.

Il punteggio della prova preselettiva non concorre alla formazione del voto finale nella graduatoria di merito.

Prova preselettiva concorso infanzia e primaria: quesiti di logica e comprensione del testo

Come accennato, la prova preselettiva comprenderà quesiti di logica e comprensione del testo. Quindi sul test preselettivo, saranno richieste le competenze linguistiche in Italiano e le altre caratteristiche specifiche di ciascuna tipologia, ad esempio:

– ragionamento verbale e critico-verbale,
– proporzioni incomplete,
– campi ed equivalenze semantiche,
– successioni numeriche o figurali,
– insiemi, sillogismi,
– ragionamenti numerico-deduttivi,
– inferenze logiche a partire da premesse date, analogie figurali, ecc.

Prova preselettiva concorso infanzia e primaria: legislazione e normativa scolastica

Il decreto, all’allegato A1, prevede che i candidati posseggano conoscenze di legislazione e normativa scolastica. Nello specifico:

a) Costituzione della Repubblica italiana;
b) Legge n. 107/2015;
c) autonomia scolastica, con riferimento, in particolare, al decreto del Presidente della Repubblica n. 275/1999, Norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche;
d) ordinamenti didattici del primo ciclo di istruzione e del segmento da zero a sei anni: decreto del Presidente della Repubblica n. 89/2009, Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione; decreto ministeriale n. 254/2012, Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione; decreto legislativo n. 62/2017, Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato; decreto legislativo n. 65/2017, Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni; decreto ministeriale n. 742/2017, Certificazione delle competenze al termine della scuola primaria e del primo ciclo di istruzione;
e) governance delle istituzioni scolastiche (Testo Unico, Titolo I capo I);
f) stato giuridico del docente, contratto di lavoro, disciplina del periodo di formazione e di prova (CCNL vigente; decreto ministeriale n. 850/2015 relativo all’anno di formazione e di prova per docenti neo-assunti);
g) compiti e finalità di Invalsi e Indire;
h) il sistema nazionale di valutazione (decreto del Presidente della Repubblica n. 80/2013);
i) normativa generale per l’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali (disabili, con disturbi specifici di apprendimento e con BES non certificati): Legge n. 104/1992 (articoli di interesse); Legge n. 170/2010, Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico; decreto legislativo n. 66/2017, Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità;
l) Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri (nota MIUR prot. n. 4233 del 19 febbraio 2014);
m) Linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati (nota MIUR prot. n. 7443 del 18 dicembre 2014);
n) Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo (nota MIUR prot. n. 2519 del 15 aprile 2015);

8. conoscenza dei seguenti documenti europei in materia educativa:
a) Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio 18 dicembre 2006 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente;
b) Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea, relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente del 22 maggio 2018.

IL DECRETO

TABELLA DEI TITOLI VALUTABILI

REQUISITI DEI COMPONENTI DELLE COMMISSIONI

FORMAZIONE DELLE COMMISSIONI

Concorso DS: presunte irregolarità nella correzione degli scritti, candidati presentano ricorso

da Tuttoscuola

Punteggi delle prove scritte troppo differenti a seconda della commissione che le ha corrette, oltre 270 aspiranti dirigenti scolastici presentano il ricorso. Non sembra trovare pare il concorso DS giunto ormai agli sgoccioli (sono in corso le prove orali).

Secondo quanto riporta al corriere.it una candidata al concorso DS ricorsista, “Essendo i compiti corretti random, i risultati delle commissioni dovrebbero essere simili e discostarsi di poco dalla mediana invece, in particolare la commissione 30 ha dato voti molto bassi rispetto alle altre». Inoltre, dal verbale di una commissione emergerebbe che 5 dei 300 compiti siano stati ricorretti una volta che si sono conosciuti i nomi dei candidati (che in una prima fase sono rappresentati da codici) e i voti siano stati alzati e addirittura raddoppiati. E queste sono solo alcune delle incongruenze che i professori ritengono di aver riscontrato sottoponendo i verbali delle commissioni ad un calcolo statistico approfondito e che hanno rilevato nella loro denuncia alla magistratura.

Esami di Stato: come funziona la maturità negli altri Paesi europei?

da Tuttoscuola

Questo, per l’Europa, è stato un anno particolare. Tra la Brexit che rischia di mettere in discussione lo spirito comunitario, e il dilagare dell’emergenza terrorismo si è parlato spesso e volentieri delle vicende interne alle nazioni del ‘vecchio continente’. Ma il 2019 è stato soprattutto l’anno delle elezioni europee. Inevitabili i paragoni fra sistemi di voto e forme di governo. Così, rimanendo in tema di confronti, perché non farne uno anche sugli esami di Stato? Come si conclude il ciclo delle scuole secondarie nei Paesi europei? Quello italiano lo conosciamo bene (anche se nel 2019 cambieranno le regole del gioco pure qui). E gli altri? Non sempre, spiega Skuola.net, la risposta è così semplice.

Esame di Stato: come funziona di Inghilterra?

In Inghilterra il futuro si decide in anticipo. Gli studenti d’oltremanica sono in qualche modo ”obbligati” ad avere le idee chiare prima di sostenere gli esami di scuola superiore. Perché questo, inevitabilmente, influirà sulla loro carriera universitaria e lavorativa. In Inghilterra, infatti, quello che noi conosciamo come esame di maturità non è altro che un diploma di abilitazione , chiamato ”A-Level”, che possono conseguire solo i ragazzi con i voti più alti. L’esame di Stato non è organizzato dalle scuole ma da istituti o enti specializzati e si concentra solamente su 3 materie, scelte dal maturando tra quelle più indicate per iscriversi alla facoltà universitaria preferita (che dovrà rimanere quella, senza possibilità di ripensamenti dell’ultimo minuto). L’esame è suddiviso in due parti: l’AS, che si tiene il penultimo anno di scuola dell’obbligo sul 50% dei rispettivi programmi, e l’A2, che si svolge al termine del percorso di studi superiori.

Esame di Stato: e in Francia?

In Francia solo i più bravi vanno avanti. Quello con gli esami di Stato per gli studenti francesi è un appuntamento molto importante e duro da sostenere. Per i ragazzi transalpini, infatti, il conseguimento del diploma di scuola superiore, chiamato BAC, abbreviazione di Baccalauréat, permette d’iscriversi all’università ma non basta per accedere alle Grande Ecoles, le prestigiose scuole di alta formazione per le professioni più specialistiche. Per queste, infatti, serve un anno di studi supplementare e il superamento di un esame di ammissione. Ma questo particolare non fa del BAC un esame facile, casomai è il contrario: gli studenti vengono infatti valutati una prima volta durante il penultimo anno di scuola e, alla fine del percorso di studi, sarà una commissione esterna, in genere molto esigente visto che la percentuale di bocciature supera sempre il 20%, a dare il via libera per l’iscrizione all’università.

Esame di Stato: il diploma per la carriera

In Germania il diploma indirizza la carriera. L’istruzione di livello superiore si divide tra quella ”generale” (simile alla nostra) e quella ”a vocazione professionale”, che avvicina al mondo del lavoro. Per ottenere l’Abitur, l’equivalente del nostro diploma di maturità, necessario solo per il primo percorso, non serve un esame formale come da noi: il titolo di studi superiori tedesco viene infatti rilasciato da commissioni interne sulla base del percorso dello studente negli ultimi due anni di scuola. Con un esito positivo praticamente per tutti. Attenzione, però, perché il voto farà una grande differenza: se è molto buono, lo studente potrà decidere di iscriversi a qualsiasi università. Se invece il risultato è scarso ci si dovrà accontentare dell’ateneo scelto dall’Ufficio Centrale per il Collocamento degli studenti negli Istituti Universitari, l’ente creato apposta per organizzare la formazione professionale dei giovani tedeschi.

L’esame di Stato in Olanda

E in Olanda l’esame di Stato è in realtà un test di ammissione. Qui il sistema d’istruzione superiore si divide in 3 livelli: il primo step, chiamato Mavo, si consegue a 16 anni e permette di accedere ad un numero ristretto di opportunità lavorative; il gradino successivo, chiamato Havo, termina a 17 anni dando una formazione superiore nei mestieri scelti; l’ultimo passo, il Vwo, è il cosiddetto livello pre-universitario, si consegue a 18 anni ed è l’unico che consente l’iscrizione all’università. Solo al termine del Vwo i ragazzi dovranno sostenere un esame finale, che servirà a formare le graduatorie per l’accesso alle facoltà a numero chiuso.