Oggetto: Applicazione ddl 920 a Istituzioni scolastiche.
Onorevoli Senatori, il 16 maggio scorso i dirigenti scolastici hanno manifestato a Roma in Piazza Vidoni, in prossimità del Palazzo della Funzione Pubblica e di quello del Senato, per portare all’attenzione della politica il loro dissenso sull’applicazione alle scuole del ddl recante “Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo”, presentato dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e in discussione il 5 giugno in aula per l’approvazione definitiva. Come chiediamo ormai da troppi anni, è necessario che una volta per tutte venga riconosciuta la specificità delle istituzioni scolastiche e non vengano destinate alle scuole misure pensate per la totalità della pubblica amministrazione che poi nelle scuole si rivelano difficilmente applicabili, oltre che inutili. Le scuole non sono un ufficio qualsiasi, il personale delle scuole non fa lo stesso lavoro degli altri dipendenti pubblici, i dirigenti scolastici non sono assimilabili a nessun altro dirigente pubblico. Nelle scuole è molto forte ed esteso il controllo sociale sull’attività degli operatori scolastici e le relazioni fra i soggetti sono talmente intense, numerose e continuative, da rendere immotivata l’esigenza di un controllo esterno all’amministrazione scolastica ed eccedente alle finalità dichiarate il ricorso a misure di controllo biometrico. Riteniamo perciò profondamente sbagliato che le istituzioni scolastiche siano inserite tra le amministrazioni pubbliche soggette ai controlli del Nucleo della Concretezza previsti dall’art. 1 del ddl e che i dirigenti scolastici e il personale ausiliario, tecnico ed amministrativo delle scuole siano sottoposti all’obbligo del controllo biometrico degli accessi, ai fini dell’accertamento della presenza in servizio. Consideriamo questa l’ennesima dimostrazione della disattenzione per il lavoro prezioso che le scuole svolgono e per i dirigenti scolastici che ogni giorno, tra mille difficoltà ed ostacoli, garantiscono il funzionamento delle scuole del Paese. Si tratta di sedi che hanno bisogno di urgenti interventi di messa in sicurezza, di adeguamento alla normativa antincendio, di tecnologie adeguate alle innovazioni didattiche, persino di banchi e sedie a norma per consentire ai milioni di cittadini italiani che ospitano ogni giorno di vivere sicuri. La risposta del Governo è una legge che sottrae milioni di euro al soddisfacimento di queste esigenze primarie per installare in ognuno dei 43.000 edifici scolastici il rilevatore di impronte digitali, con l’intento di combattere così l’assenteismo che si anniderebbe nelle scuole. Milioni di euro sottratti alla sicurezza per registrare la presenza dell’unico collaboratore scolastico in servizio nella maggior parte di quei piccoli plessi che rischiano di non poter essere neanche aperti, se quel collaboratore scolastico si assenta perché si ammala. Milioni di euro per controllare il lavoro di dirigenti scolastici costretti ad accettare, oltre a quella della propria scuola, anche la responsabilità di una delle quasi 2000 istituzioni scolastiche prive di dirigente, quelle sedi che raggiungono con i propri mezzi, senza alcun rimborso, percorrendo spesso centinaia di chilometri. Vi chiediamo perciò di apportare al testo del disegno di legge le modifiche necessarie ad escludere esplicitamente la scuola dall’applicazione dei controlli del Nucleo della Concretezza e dall’obbligo di rilevazione biometrica delle presenze.
Francesco Sinopoli Segretario generale FLC CGIL Roberta Fanfarillo Responsabile Nazionale dirigenti scolastici FLC CGIL
I dirigenti scolastici dell’”Assocazione Nazionale Dirigenti scolastici” lo scorso 31 maggio hanno inviato al Ministro dell’Istruzione una lettera dal titolo assai significativo: “Tristezza e rabbia: L’ANDiS chiede un incontro urgente per affrontare le questioni della dirigenza scolastica”. Ed in un comunicato si scrive: “Il Presidente Marotta chiede un incontro urgente ai Presidenti della VII Commissione Cultura di Camera e Senato, al Ministro della Funzione pubblica e al Ministro dell’Istruzione per affrontare, insieme alle Associazioni professionali dei Dirigenti Scolastici e alle OO.SS di Area le problematiche specifiche della dirigenza scolastica”. Mi sono sentito in dovere di condividere le preoccupazioni e le richieste dei miei amici dell’ANDiS, inviando loro la seguente lettera.
“”””Carissimi! Ho letto la
lettera che avete inviato a chi di dovere! Per quanto ne so – dai miei giri
nelle scuole – colgo che il lavoro del DS oggi è gravoso, estenuante, pieno di
responsabilità, ma purtroppo scarsamente riconosciuto e valorizzato sia dalla
pubblica opinione che – e ciò è ben più grave – dall’amministrazione scolastica
e dalla politica in genere! La solfa è quella di sempre. Il Miur e, purtroppo,
la stessa opinione pubblica, dicono a voi e a chi insegna: Ma che volete? Tre
mesi di ferie, pomeriggio a casa, sabato in genere libero… e chi più ne ha, più
ne metta! MAGARI FOSSE COSI’! Ricordo le grandi battaglie di tanti anni fa,
quando eravate o direttori didattici o presidi, perché, per gli impegni e le
responsabilità che vi sono da sempre affidate, vi fosse riconosciuta la
dirigenza! E’ stata una lotta che vi ha visti vincitori! Siete divenuti
dirigenti, ma… Pirro è sempre in agguato! Volete la dirigenza? Prendetevela!
Ma in cambio, pigliatevi pure queste incombenze! E non sto ad elencarle!
Insomma, nel corso degli anni, prima con il varo dell’autonomia delle
istituzioni scolastiche (nel contesto/scenario di una profonda modifica di
tutta la pubblica amministrazione, di cui alla legge 59/97), poi con le
“modifiche al Titolo V…” del 2001, poi con la Legge107 – e chissà
quante altre norme ho dimenticato – insomma… vi hanno appioppato una bella
fregatura! Come si suol dire! E chi lo avrebbe mai creduto!?
“”””Ricordo che in quegli anni
scrissi anche un libro per Anicia, proprio pensando ad una scuola rinnovata nei
suoi contenuti e nelle sue finalità, e che quindi avrebbe richiesto una nuova
dirigenza. Si intitolava “L’apprendimento organizzativo nella scuola
dell’autonomia. I nuovi orizzonti culturali di dirigenti scolastici e docenti”.
Delineavo una nuova figura di DS. Quante speranze! Quante illusioni! Oggi alla scuola si chiede tanto,
implicitamente più che esplicitamente! Perché l’istruzione, l’educazione e la
formazione per un giovane, finalizzate al suo personale successo formativo – lo
dicono la norma, ma anche il mondo reale – sono importanti, essenziali e
determinati in un Paese, in un’Europa, in un mondo in cui problemi sempre nuovi
si presentano giorno dopo giorno. E sono problemi che richiedono a chi lavora
una preparazione scolastica inferiore e superiore sempre più forte. Ma nel
nostro Paese purtroppo non è così! La scuola – l’ho scritto e l’ho detto
centinaia di volte – è sempre quella che ho frequentata io, negli anni trenta e
quaranta del secolo scorso. Classi d’età, cattedre, campanelle, ben scandite!
Eppure l’articolo 4 del dpr sull’autonomia prevede tante possibilità di
cambiamento! Ma cambiare richiede intelligenza, disponibilità, curiosità, sfida!
Macchimelofaffare!!! Questa è stata la risposta degli operatori scolastici!
Tranne rare eccezioni, ovviamente!
“”””Purtroppo il mondo cambia, le conoscenze si sviluppano sempre più velocemente. Oggi e sempre più domani necessitano competenze sempre nuove, competenze più mirate e fortemente più operative! E di cittadinanza! Che non è una parola vuota! E ce lo ricorda anche l’Europa, come si suol dire. Si veda al proposito l’ultima Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea, quella del 22 maggio 2018, riguardante, appunto, le “competenze chiave per l’apprendimento permanente. In cui si insiste sul lavoro cooperativo. In realtà, il lavoro individuale oggi è sempre più superato dal lavoro di squadra! Una formula assolutamente nuova! Che vede ed esige, appunto legami nuovi, interazioni nuove rispetto al passato, riassumibili in questa sequenza: uomo-uomo-tecnologia-macchina-processo-prodotto! Il mondo del lavoro sta subendo modifiche tremende! Ed in forza dell’utilizzazione sempre più diffusa e sempre più sofisticata delle TIC, certe figure professionali o scompaiono giorno dopo giorno o subiscono profonde modifiche, sempre giorno dopo giorno! E la nostra scuola che fa? Impegna i nostri operatori ad adempimenti che oserei dire bizzarri, dal Rav al Pdm e non so che! Ma le Indicazioni nazionali e le Linee guida incidono poco, se non nulla, nel “fare scuola” quotidiano. I registri oggi sono elettronici, ma la valutazione è quella di sempre, decimale! E alcune scuola si vedono costrette di cassare – extra legem – i primi tre voti per non creare ansia e sconcerto nei “poveri alunni”! Ma io i due e i tre me ne sono presi tanti! E ho faticato tanto per diventare insegnante, preside e ispettore! Altri tempi, come si suol dire! E, mentre si giocherella con i voti, la misurazione di una prova è una pratica aliena alla nostra scuola e alla stessa nostra amministrazione! La quale, nei suoi dpr e/o om sulla valutazione, di tutto scrive tranne che di misurazione. Per non dire poi della certificazione delle competenze! Un esercizio cartaceo! Le eccezioni ci sono sempre, certamente, ma quel che conta è il concreto saper fare reale diffuso e quotidiano. Comunque, non bisogna essere pessimisti! Per cui, evviva il cambiamento prossimo venturo!””””
Oggi lunedì 3 giugno i sindacati FLCGIl, CISL, UIL, SNALS e Gilda sono stati convocati al Miur per la prosecuzione dei lavori in attuazione dell’intesa del 24 aprile.
L’incontro si terrà presso il Salone dei Ministri.
Gli aspiranti partecipano alla fase transitoria con la seguente modalità:
• Presentazione della domanda in una sola regione;
• Accesso selettivo per soli titoli (laurea) e servizi finalizzato alla copertura di tutti i posti disponibili all’interno della regione;
• I candidati che rientrano nel contingente accedono al PAS in quella regione e contestualmente lavorano su un posto disponibile fino al 31 agosto. Se la valutazione di merito finale del percorso abilitante è positiva, si procede all’immissione in ruolo con anno di prova;
• Coloro che non rientrano nel contingente svolgeranno il PAS nella regione/provincia nella quale sono inseriti nelle graduatorie di istituto.
Il PAS sarà organizzato dalle Università in collaborazione con le scuole.
Per essere efficace, la fase transitoria deve partire dal 1° settembre 2019 e le graduatorie devono pertanto essere pronte entro il 31 luglio 2019.
Ad attendere risposte sono non solo i docenti con tre annualità di servizio, ma anche vincitori e idonei concorsi 2016, abilitati concorso 2018, docenti di ruolo e facenti funzione DSGA.
Il decreto legislativo n. 62/2017, dall’anno scolastico 2017/18, ha novellato la valutazione nella scuola primaria e secondaria di primo grado, oltre ad aver riformato gli esami di Stato.
Validità anno scolastico secondaria I grado
Prima di procedere allo scrutinio finale, quindi deliberare l’ammissione o meno degli alunni alla classe successiva, si deve verificare per ciascun di essi la validità dell’anno scolastico.
Affinché l’anno scolastico sia valido è richiesta la frequenza di almeno tre quarti del monte ore annuale personalizzato, che tiene conto delle discipline e degli insegnamenti oggetto di valutazione periodica e finale da parte del consiglio di classe.
Nel computo delle assenze vanno esclusi i giorni giustificati secondo le deroghe al limite minimo di frequenza, deliberate dal collegio docenti.
Le deroghe vanno applicate a condizione che il consiglio di classe sia in possesso di elementi necessari per procedere alla valutazione finale.
E’ necessario che la scuola, secondo una certa periodicità definita dalle medesime scuole e comunque prima degli scrutini, comunichi alle famiglie informazioni puntuali sulle assenze effettuate.
Qualora venga accertata la non validità dell’anno scolastico, il consiglio di classe non procede alla valutazione degli apprendimenti disponendo la non ammissione alla classe successiva.
Ammissione alla classe successiva secondaria I grado
L’ammissione alla classe successiva è disposta, generalmente, anche in caso di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più discipline.
Pertanto, l’alunno viene ammesso alla classe successiva anche se in sede di scrutinio finale gli viene attribuita una valutazione con voto inferiore a 6/10 in una o più discipline da riportare sul documento di valutazione.
La scuola, a seguito della valutazione intermedia e finale, deve:
segnalare tempestivamente alle famiglie degli alunni gli eventuali livelli di apprendimento parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione;
attivare specifiche strategie e azioni che consentano il miglioramento dei livelli di apprendimento.
Non ammissione alla classe successiva secondaria I grado
Il consiglio di classe, in sede di scrutinio finale, tenuto conto dei criteri definiti dal collegio dei docenti, può non ammettere l’alunno alla classe successiva nel caso di parziale o mancata acquisizione dei livelli di apprendimento in una o più discipline (voto inferiore a 6/10).
La non ammissione va adeguatamente motivata e deliberata a maggioranza.
Il voto espresso dall’insegnante di religione cattolica o di attività alternative, per i soli alunni che si avvalgono di tali insegnamenti, diviene un giudizio motivato iscritto a verbale, se determinante per la decisione assunta dal consiglio di classe.
La non ammissione alla classe successiva, infine, è prevista per gli studenti sanzionati ai sensi dell’articolo 4, comma 9bis, del DPR 249/98 che prevede l’allontanamento dalla comunità scolastica con l’esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all’esame di Stato conclusivo del corso di studi, nei casi di recidiva, di atti di violenza grave, o comunque connotati da una particolare gravità tale da ingenerare un elevato allarme sociale, e ove non siano esperibili interventi per un reinserimento responsabile e tempestivo dello studente nella comunità durante l’anno scolastico.
Criteri di non ammissione
Premesso che i collegi dei docenti hanno già deliberato (all’inizio dell’anno scolastico) i criteri di non ammissione, riportiamo alcuni degli aspetti in base ai quali potrebbe essere definiti i predetti criteri:
distinzione tra insufficienze gravi e non gravi: gravi nel caso di livelli di apprendimento mancanti del tutto; non gravi nel caso di parziale acquisizione;
numero massimo di insufficienze gravi e non gravi insieme, ai fini della non ammissione;
numero massimo di insufficienze gravi, ai fini della non ammissione;
numero massimo di insufficienze non gravi, ai fini della non ammissione.
Fermo restando che un’indicazione dovrebbe essere espressa, è chiaro che il numero delle discipline con valutazioni insufficienti, determinanti l’ammissione o la non ammissione alla classe successiva, non può essere “standard” (e nemmeno fermarsi ai numeri).
Nell’ambito di una decisione di non ammissione, infatti, vanno anche considerate altre variabili, quali ad esempio:
la capacità di recupero dell’alunno;
in quali e quante discipline, in base a potenzialità e attitudini, lo studente possa recuperare;
quali discipline si pensa possano essere recuperate o meno nel corso dell’anno scolastico successivo;
l’efficacia o meno di un provvedimento di non ammissione;
il grado di maturità dell’alunno e la possibile reazione emotiva dello stesso.
Una volta definiti i criteri, dunque, sarebbe sempre opportuno correlarli a variabili legate al vissuto dello studente, affinché la decisione (di ammissione o non ammissione) possa essere la migliore possibile per lo stesso.
Le graduatorie ATA 24 mesi sono in corso di aggiornamento, dopo la pubblicazione della nota Miur, che ha dato avvio alle operazioni, e dei bandi degli UUSSRR con l’indicazione delle date di presentazione delle istanze.
ATA 24 mesi: inserimento/aggiornamento
Gli interessati hanno presentato, secondo le scadenze regionali, istanza di inserimento o aggiornamento, presentando i relativi modelli cartacei:
Modello B1 – domanda di inserimento
Modello B2– domanda di aggiornamento
Modello F – rinuncia supplenze
Modello H– per la priorità nella scelta della sede
ATA 24 mesi: scelta delle scuole per l’inserimento in I fascia delle GI
Gli aspiranti richiederanno l’inserimento nella I fascia delle graduatorie di istituto, scegliendo le scuole con il modello G, da inoltrare telematicamente tramite istanze online.
ATA 24 mesi: scelta scuole dal 3 al 24 giugno
Il Miur, ai fini dell’aggiornamento delle graduatorie ATA 24 mesi, ha diramato una nota, ove sono fornite indicazioni riguardo alle operazioni propedeutiche da compiere in vista della pubblicazione delle graduatorie provinciali.
Nella medesima nota il Miur comunica i termini entro cui gli aspiranti dovranno procedere alla scelta delle scuole.
La scelta delle scuole, compilando il modello G su Istanze Online, dovrà avvenire dal 3 al 24 giugno 2019. Al riguardo saranno comunque fornite ulteriori indicazioni
Affinché gli aspiranti possano compilare il modello suddetto, è necessario che gli Uffici Provinciali abbiano acquisito le nuove domande di inserimento presentate in modalità cartacea (entro il 31 maggio).
Il settimanale “L’Espresso” ha pubblicato un articolo con il quale vengono evidenziate alcune presunte irregolarità nelle operazioni del concorso a dirigente scolastico che è giunto alla sua prova orale.
Risultati anticipati
Tra le presunte irregolarità che vengono segnalate dall’Espresso c’è quella delle anticipazioni dei risultati delle prove. Sul forum di un noto sito, infatti, riporta il settimanale, un “uomo, campano, sindacalista e matematico” ha anticipato lo stato di avanzamento delle correzioni delle prove scritte. A quanto pare nel dettaglio, con tanto di percentuale di ammessi (“totale ammessi 3.488/38.89%, rimangono da correggere 500 prove”. Si leggeva in questi messaggi). Anticipazioni che venivano poi riprese e diffuse su FaceBook evocando fonti non precisate.
Voti conosciuti in anticipo
Come se non bastasse, in Umbria, riporta sempre l’Espresso, un giornale pubblica, prima del tempo, i voti migliori. Il Ministero non ha ancora fornito i dati ufficialmente.
Dubbi sulla correzione delle prove
Secondo l’Espresso, ci sarebbero dubbi sulla correzione di alcune prove. Infatti, la “notte dell’8 maggio i candidati hanno ricevuto per posta elettronica le prove in formato Pdf. Il foglio con il nome e il voto finale di alcuni candidati porta una data antecedente alla correzione della prova”. A scoprirlo gli stessi candidati, che sono risaliti alla data di creazione del file.
Problemi al software
Ad essere sotto la lente di ingrandimento anche il software utilizzato per far svolgere l’esame. Sarebbero non pochi i casi segnalati di fogli cancellati a metà e compiti consegnati in bianco per mancato funzionamento dei comandi del software.
Cosa succederà?
Il concorso con le sue procedure e le presunte irregolarità sarà oggetto di esame da vari tribunali. I ricorsi in tutta Italia sono numerosi. Il rischio è che le procedure non vangano considerate valide e che si debba rimettere mano al concorso. I tempi, però, non sono brevi e non è da escludersi che intanto le procedure andranno a termine, sarà poi la politica a doversi prendere incarico della patata bollente.
Pubblichiamo la sentenza della Corte Costituzionale, chiamata ad esprimersi sui concorsi riservati ai docenti con abilitazione e banditi dalla Buona scuola.
Ciò che era stato messo in discussione è l’esclusività del concorso che, secondo il Consiglio di Stato, violerebbe il concetto di pubblico concorso. Ad essere, al momento presumibilmente, violati sarebbero gli articoli 3, 51 e 97, ultimo comma della Costituzione.
Il Consiglio di Stato aveva, inoltre, sollevato un’ulteriore questione di legittimità costituzionale delle stesse norme, nella parte in cui, anche ammessa la validità della riserva, non ricomprendono tra i titoli abilitativi anche i dottorati di ricerca.
Cosa ha detto la Corte Costituzionale?
Sui due quesiti, la questione dei dottorati è stata ritenuta infondata e l’altra inammissibile.
Da una lettura emerge che la questione della esclusione dei dottori di ricerca dal concorso è stata ritenuta infondata essendoci una diversità totale nel percorso di abilitazione e di dottorato di ricerca. Di conseguenza quanto hanno conseguito il dottorato non posso partecipare ai concorsi della scuola in virtù di questo titolo.
Quanto alla questione del carattere non aperto a tutti della procedura concorsuale, la Corte Costuzionale non ha ritenuto infondata la questione, ma l’ha ritenuta inammissibile per difetto di rilevanza. Ciò significa che il Consiglio di Stato ha errato nel porre il quesito sulle norme rilevanti le legittimità costituzionali.
In questo modo non si è ancora trovata una soluzione al quesito sulla costituzionalità dei concorsi riservati.
Il Ministro Bussetti era presente ieri nel territorio gallaratese, in visita alla scuola in cui ha iniziato la sua carriera di docente nel 1987.
La presenza sul territorio era giustificata dall’inaugurazione a Oggiona con Santo Stefano della fontanella al Rifugio “Carabelli” degli alpini.
Il ministro si è rivolto agli alunni presenti: “Questa fontana è un regalo che racchiude tanti simboli giusti e meritevoli: voletevi sempre bene. Educazione e formazione partono dalla scuola e da una risorsa fondamentale come l’acqua“.
Nel salutare i docenti – ci informa malpensa24.it – il Ministro Bussetti ha raccomandato moderazione nel dare i compiti per le vacanze in vista della fine dell’anno scolastico.
E’ stata inoltre pubblicata in questi giorni l’analisi del Pirls 2016 secondo la quale gli alunni più carichi di compiti sono quelli che rendono meno nell’andamento scolastico.
In realtà ogni docente sa qual è la giusta dose di “compiti”, di attività, di spunti da proporre ai propri alunni e agisce sicuramente per il raggiungimento di obiettivi e non per “il semplice gusto” di assegnare dei compiti.
Si è tenuto in settimana il tavolo d’informazione sindacale presso il MIUR sulle operazioni di attribuzione degli incarichi dirigenziali con decorrenza 1° settembre 2019 (conferme; mutamenti; mobilità).
Nessuna novità rispetto alle precedenti annualità: il Ministero ha illustrato alle OO.SS. l’ordine delle operazioni che saranno, come sempre, svolte in coerenza con l’art. 11 c. 5 del CCNL dell’Area V dell’11/07/2006.
Come si procederà
Questo il dettaglio dell’ordine delle operazioni:
a) conferma degli incarichi ricoperti alla scadenza del contratto individuale;
b) assegnazione di altro incarico per ristrutturazione, riorganizzazione o sottodimensionamento dell’ufficio dirigenziale;
c) conferimento di nuovo incarico alla scadenza del contratto e assegnazione degli incarichi ai dirigenti scolastici che rientrano, ai sensi delle disposizioni vigenti, dal collocamento fuori ruolo, comando o utilizzazione, ivi compresi gli incarichi sindacali e quelli all’estero;
d) mutamento di incarico in pendenza di contratto individuale;
e) mutamento di incarico in casi eccezionali;
f) mobilità interregionale.
Cosa devono fare i presidi
Ogni Dirigente Scolastico interessato alla mobilità per l’a.s. 2019/20 dovrà presentare domanda entro il 20 giugno 2019 all’Ufficio Scolastico Regionale di appartenenza.
Per quanto concerne la mobilità interregionale la scadenza è sempre quella del 20 giugno 2019: le relative domande vanno inviate esclusivamente tramite l’Ufficio Scolastico Regionale di appartenenza
La tempistica
Entro il 3 luglio 2019 gli Uffici Scolastici Regionali di appartenenza invieranno tutte le domande, corredate di assenso, agli Uffici Scolastici Regionali di destinazione che adotteranno i provvedimenti di loro competenza entro il 15 luglio 2019.
Idonei concorso Regione Campania – DDG 13 luglio 2011 e vincitori Concorso Dirigenti Scolastici in corso
Da evidenziare che gli idonei inclusi nella graduatoria della regione Campania (DDG 13 luglio 2011) potranno usufruire dei posti vacanti e disponibili, residuati all’esito delle operazioni di mobilità, che ogni Ufficio Scolastico Regionale comunicherà al MIUR entro il 18 luglio 2019.
Quote riservate e immissioni in ruolo
Su tali posti sarà calcolata la quota relativa al 20% dei posti da destinare eventualmente a tali idonei che hanno facoltà di farne richiesta. Per tale procedura sarà diramata una apposita nota ministeriale cosi come avvenuto negli ultimi tre anni in coerenza con quanto previsto dalla L. 107/2015.
Solo al termine di queste operazioni si procederà alle assunzioni e all’immissione in ruolo dei vincitori di concorso attualmente in corso di svolgimento (esami orali in corso in tutta Italia).
Ad un pugno di giorni dalla fine delle lezioni, cresce l’interesse della politica per i precari della scuola: nelle ultime settimane, infatti, c’è stato un accavallarsi di proposte per stabilizzare i tanti supplenti “cronici” e che svolgono questo lavora da diversi anni.
“Sui precari della scuola – ha fatto sapere il senatore, presidente della Commissione Cultura a Palazzo Madama – la Lega intende rispettare il punto 22 del contratto di Governo, il quale prevede una “fase transitoria” per garantire “il superamento delle criticità che in questi anni hanno condotto a un cronico precariato”.
L’intenzione della Lega è quella di collocare le nuove norme all’interno del decreto legge Crescita. Parallelamente, il partito del Carroccio intende puntare all’avvio di un “efficace sistema di formazione”.
Partendo da questi presupposti, fatti propri dal ministro dell’Istruzione, il senatore Pittoni spiega che si è instaurata una buona “collaborazione tra ministero dell’Istruzione e le cinque principali sigle sindacali, onde definire misure straordinarie per la stabilizzazione del precariato storico e il varo di percorsi abilitanti con selezione in uscita come nel 2013, aperti a tutti coloro che hanno acquisito adeguata esperienza, da inserire nel primo veicolo normativo utile”.
Mario Pittoni, infine, si rivolge all’alleato di Governo, con il quale le posizioni negli ultimi mesi sono sembrate sempre più allontanarsi: “Contiamo sulla conferma della sintonia d’azione con i colleghi del Movimento 5 Stelle, visti gli obiettivi comuni espressi nel contratto di Governo”, conclude il senatore.
Anche FdI sostiene il progetto leghista
La posizione della Lega, sempre più influente a livello di Miur e di Governo, sono state avallate pure dall’opposizione politica.
Al termine di un incontro del Mida, tenuto il 1° giugno in Campidoglio, a Roma, i deputati di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, e Federico Mollicone, capogruppo in commissione Cultura e Istruzione, hanno fatto sapere di essere disponibili “a collaborare con la Lega nel lavoro di commissione e in aula per la stabilizzazione dei docenti precari, categoria più ‘dimenticata’ d’Italia, in accordo con l’appello del presidente leghista della commissione Cultura al Senato Pittoni”.
Più che verso la Lega, il messaggio di FdI sembra quindi indirizzato al M5S, il quale ora dovrà valutare bene un eventuale diniego al progetto di abilitazione e stabilizzazione dei precari storici.
Salvini: la politica del no del M5S ha fallito
Gli attacchi al M5S sono continui. Anche il vicepremier leghista Matteo Salvini, mentre era a Campobasso per sostenere la candidata sindaco leghista Maria Domenica D’Alessandro al ballottaggio del 9 giugno, ha tenuto a dire che “la politica del no che anche qualche amico dei 5 Stelle ha portato avanti nelle ultime settimane, non solo non serve all’Italia ma è stata anche bocciata dagli italiani”.
Il leader leghista non ha mancato l’occasione per ricordare che la scuola risulta tra le azioni prioritarie che il suo partito di Governo intende risanare.
I giochi sono fatti
Su dove andrà a parare l’azione del Carroccio i giochi sono fatti: l’intenzione è quella di replicare i corsi abilitanti del 2013, destinati a chi ha svolto almeno tre anni di supplenze.
La proposta è stata già accolta dai sindacati rappresentativi e trasformata in un’ulteriore bozza propositiva: nel testo, divulgato qualche giorno fa, si legge che si vuole permettere a tutti i docenti che hanno i requisiti delle 3 annualità (circa 55.000) di abilitarsi, consentendo a coloro che si trovano in posizione utile rispetto ai 24.250 posti di trasformare il proprio contratto, attraverso la fase transitoria, da tempo determinato a tempo indeterminato.
I candidati potranno scegliere liberamente e con consapevolezza per quale regione concorrere ai fini della stabilizzazione.
La procedura è finalizzata alla copertura dei posti e coloro che non rientrano nel contingente che accede alla stabilizzazione si abilitano con i PAS e potranno inserirsi nelle graduatorie d’istituto di seconda fascia.
La fase transitoria non è finalizzata a determinare graduatorie permanenti o ad esaurimento, essendo una procedura speciale e una tantum.
La corsia preferenziale per gli Ata facenti funzione
Parallelamente, potrebbero essere anche avviati dei concorsi riservati agli abilitati, i quali continuerebbero ad avere la possibilità di vedersi riservata una quota nel concorso ordinario.
A proposito di quote riservate, ne è stata prevista anche una per gli assistenti amministrativi facenti funzione Ata, anche questa derivante dalla proposta scaturita dal senatore leghista Mario Pittoni e avallata anche da altri sindacati, come l’Anief.
Si prevede, in sintesi, l’indizione di un percorso riservato (e/o mobilità professionale) e l’eliminazione della prova pre-selettiva per i facenti funzione che partecipano al concorso ordinario.
Inoltre, per la valorizzazione professionale del restante personale Ata – mobilità professionale e posizioni economiche – è stato richiesto un tavolo specifico.
Le vicende dell’ultimo periodo mostrano con chiarezza che la professione del dirigente scolastico è assolutamente insostenibile alle condizioni date. In primo luogo lo dimostra con tutta chiarezza la vicenda più tragica di tutte: la morte del Dirigente Scolastico Vittore Pecchini, suicidatosi poco prima dello sciopero d’Istituto indetto contro di lui. Questa morte non può che essere considerata una morte sul lavoro. Come tale, proprio per rispetto a chi è morto, richiede una riflessione volta a individuare le condizioni generali che la hanno generata in modo da evitare che queste si ripresentino in futuro. In questa riflessione quello che sorprende è che le condizioni che hanno concorso a determinare il gesto suicida di Pecchini non sono per niente atipiche, ma anzi rappresentano situazioni ben note a ogni dirigente scolastico.
In primo luogo, vi è la violenza della comunità dei genitori, addirittura organizzatasi in un gruppo Facebook dichiaratamente costituito contro Pecchini. Ovviamente questo gruppo è stato chiuso un minuto dopo la morte con la più piena manifestazione di ipocrisia e codardia. Si rimproverava al dirigente scolastico un conflitto di interessi tra la scuola di titolarità e la scuola di reggenza. Come se un servitore dello stato intento a gestire 2800 alunni potesse farlo allo scopo di favorire una scuola di servizio rispetto all’altra. Con quale guadagno personale, poi?
In secondo luogo, vi è la violenza di quei sindacatiche hanno capeggiato la protesta contro Pecchini alla ricerca del più facile dei consensi, sottoscrivendo in forma unitaria il volantino che indiceva lo sciopero di Istituto contro di lui. Tutti i sindacati riuniti contro una sola persona! Le gravi colpe di Pecchini sarebbero state quelle di non aver redatto l’atto di indirizzo al PTOF, di non aver pubblicato tutte le delibere del Consiglio di Istituto in Amministrazione trasparente, di non aver prodotto un piano degli acquisti, di aver operato con un piano dei servizi provvisorio fino a maggio e così via. Colpe veramente imperdonabili per un dirigente scolastico con 2800 alunni!
In terzo luogo, vi è il silenzio colpevole dell’USR di riferimento. Nessuna azione intrapresa a tutela di Pecchini, lasciato solo a fronteggiare l’attacco violento dei genitori e dei sindacati. E chissà che non sia stato trattato come un inetto, un incapace privo delle opportune competenze relazionali, previste peraltro anche nella valutazione dei dirigenti scolastici. In sostanza: la comunità nella quale lavori manifesta una violenza idiota nei tuoi confronti. Anche se tu hai alle spalle una carriera ultradecennale fatta di stima universale, come nel caso di Pecchini, è comunque colpa tua: non hai saputo ascoltare, comunicare, condividere, etc. E non risulta che nei giorni seguenti sul sito dell’USR Veneto siano comparse parole di vicinanza al collega e alla sua famiglia, ma solo e soltanto la disponibilità delle sue scuole per la reggenza.
In quarto luogo, vi sono le responsabilità del MIUR, indifferente alla rilevazione dello stress da lavoro correlato dei dirigenti scolastici, in ritardo nel concorso per l’immissione di nuovi dirigenti scolastici, promotore di dimensionamenti che hanno prodotto istituti con una popolazione di studenti insostenibile.
Genitori, sindacati, Usr, Miur. Dall’altra parte il solo Pecchini. Non è una situazione nuova: il dirigente scolastico è per contratto l’utile idiota su cui riversare ogni responsabilità, il capro espiatorio che deve pagare per tutti. Anzi, se allarghiamo lo sguardo alle altre vicende di questi giorni, per esempio la condanna in Cassazione di Franca Principe, è facile rendersi conto che dalla parte dei controinteressati rispetto al dirigente scolastico vi sono anche gli enti locali, proprietari degli immobili e unici responsabili della loro manutenzione. Vi sono i giudici, civili, del lavoro, penali, che in virtù della normativa sulle responsabilità del datore di lavoro, assurda in generale e tanto più rispetto al dirigente scolastico che è un datore di lavoro fittizio, hanno facile gioco nell’assegnare sanzioni, risarcimenti e anche detenzione in carcere. Chiedere a questo proposito a Livio Bearzi, incarcerato dopo il terremoto dell’Aquila. A volte poi i provvedimenti contro il dirigente scolastico assumono un sapore particolarmente beffardo. Si pensi a questo proposito a quanto appena accaduto al dirigente scolastico Carlo Braga. In fase di assunzione la collaboratrice scolastica non dichiara la condanna per furto, il dirigente scolastico fa gli opportuni controlli e applicando la legge la licenzia e la depenna dalle graduatorie. Il giudice del lavoro reintegra la collaboratrice scolastica con il pagamento delle mensilità perse. Perché?
Quanto va sottolineato, però, è che questo stato di cose non rappresenta un problema esclusivo dei dirigenti scolastici. È piuttosto un cattivo funzionamento che, nel riguardare il vertice gestionale-amministrativo della scuola, la coinvolge in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue componenti. È il sintomo di un sistema scuola che non funziona più. Sarebbe possibile indicare molti altri sintomi di questo pessimo funzionamento. Nessuno purtroppo riguarda le iniziative che l’attuale governo pensa di mettere in campo, dalle telecamere nella scuola dell’infanzia al controllo biometrico della presenza del dirigente scolastico. E forse è questo il problema più grave: la distanza siderale dei governi che negli anni si sono succeduti rispetto al mondo della scuola, alle sue reali esigenze.
Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali Direzione Generale per i contratti, gli acquisti e per i sistemi informativi e la statistica Gestione patrimonio informativo e statistica
Ai Dirigenti/ Coordinatori scolastici delle istituzioni scolastiche statali e paritarie e, p.c. Al Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali Al Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione Al Direttore Generale per gli ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione Agli Uffici Scolastici per Ambito Territoriale e Direzioni Generali Regionali Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana di Bolzano All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine di Bolzano
Nota 3 giugno 2019, AOODGCASIS 1445 Esami di Stato secondo ciclo a.s. 2018/2019 – Attività a supporto della procedura e adempimenti sulla comunicazione dei dati
Come previsto dalla Nota 30 maggio 2019, AOODGOSV 11606 la diffusione dei risultati delle nomine delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione avviene: – dal 31 maggio 2019 per le scuole secondarie di secondo grado, gli Uffici scolatici regionali e gli Uffici scolastici provinciali; – dal 3 giugno 2019 in ambiente Web.
Nota 6 maggio 2019, AOODPIT 788 Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione 2018/2019 – Precisazioni sulle modalità di svolgimento del colloquio
Nota 19 aprile 2019, AOODGCASIS 1099 Nomina dei Referenti di sede delle istituzioni scolastiche e modalità di funzionamento del Plico Telematico per l’invio delle tracce delle prove scritte degli esami di stato a.s. 2018-2019
Nota 26 marzo 2019, AOODGOSV 5222 Formazione delle commissioni dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione per l’a.s. 2018/2019
Ordinanza Ministeriale 11 marzo 2019, AOOUFGAB 205 Istruzioni e modalità organizzative e operative per lo svolgimento dell’esame di Stato conclusivo dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado nelle scuole statali e paritarie – anno scolastico 2008/2009
#Maturità2019, online le commissioni d’Esame Motore di ricerca sul sito del MIUR
Sono disponibili da oggi sul sito www.miur.gov.it le commissioni dell’Esame di Stato del secondo ciclo di istruzione. Un’altra tappa di avvicinamento alla prove di giugno. La prima prova scritta, italiano, è in calendario mercoledì 19 giugno 2019, a partire dalle ore 08.30. La seconda prova, diversa per ciascun indirizzo di studi, si terrà, invece, giovedì 20 giugno 2019.
Quest’anno saranno 13.161 le
commissioni d’Esame per 26.188 classi coinvolte. Ad oggi (gli scrutini
si concluderanno nei prossimi giorni) sono 520.263 i candidati iscritti
alla Maturità, di cui 502.607 interni e 17.656 esterni.
“L’Esame di Stato è una tappa
importante per i nostri ragazzi – dichiara il Ministro dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti -,
rappresenta infatti l’occasione in cui possono esprimere se stessi e ciò
che hanno imparato durante il percorso di studi. In questi mesi
abbiamo accompagnato le scuole e i maturandi verso questo traguardo che
quest’anno presenta alcune novità previste dal decreto 62 approvato
nel 2017. Proseguiremo ancora in questa direzione nei prossimi giorni.
Non faremo mancare il nostro appoggio. A chi deve affrontare le prove
del secondo, ma anche del primo ciclo, auguro un buono studio e faccio
un grande in bocca al lupo”.
Nei giorni scorsi, in vista della pubblicazione delle commissioni, il Ministero ha reso disponibili sul proprio sito, nella pagina dedicata alle ‘Pubblicazioni’ (http://www.miur.gov.it/web/guest/pubblicazioni), i dati relativi agli Esiti degli Esami di Stato di scuola secondaria di I e II grado dell’anno scolastico 2017/2018 e agli Esiti degli scrutini del II ciclo di istruzione del 2017/2018.
Esame di Stato del II ciclo, pubblicata l’ordinanza
Disponibile l’ordinanza ministeriale relativa all’Esame di Stato conclusivo del II ciclo di Istruzione. Il documento guiderà presidenti, commissari e docenti nelle tappe di avvicinamento alle prove di giugno e nello svolgimento delle stesse. L’ordinanza, anche a fronte delle novità che entrano in vigore per effetto del decreto legislativo 62 del 2017, quest’anno viene pubblicata con largo anticipo rispetto al passato, per volere del Ministro Marco Bussetti.
“Continua – spiega, infatti, il Ministro – il percorso di accompagnamento delle scuole verso le prove di giugno. Con l’ordinanza offriamo un quadro chiaro delle norme e delle diverse tappe dell’Esame. Nelle prossime settimane andremo avanti con le simulazioni della prima e della seconda prova che abbiamo voluto per consentire a insegnanti e studenti di ‘testare’ i nuovi scritti previsti dal decreto 62 del 2017. Proseguiremo anche gli incontri sui territori con docenti e ragazzi”.
L’ordinanza, i contenuti Entro il prossimo 15 maggio ogni consiglio di classe elaborerà un documento che espliciterà “i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso formativo” seguito dagli studenti e anche “i criteri, gli strumenti di valutazione adottati e gli obiettivi raggiunti”. Il documento illustrerà, poi, le attività, i percorsi e i progetti eventualmente svolti nell’ambito di “Cittadinanza e Costituzione” ai fini della prova orale. I commissari condurranno il colloquio tenendo infatti conto di quanto previsto dal documento elaborato dai docenti della classe.
La prima riunione plenaria delle commissioni si terrà il prossimo 17 giugno alle 8.30. La prima prova, italiano, è calendarizzata per il 19 giugno, alle 8.30. il giorno dopo, giovedì 20 giugno, sempre alle 8.30, ci sarà la seconda prova, diversa per ciascun indirizzo di studi. L’ordinanza individua anche le date per le eventuali prove suppletive.
Una specifica sezione del documento è destinata, quest’anno, alla prova orale: le commissioni dovranno dedicare un’apposita sessione di lavoro alla sua preparazione. L’ordinanza esplicita i vari passaggi del colloquio che prenderà il via da materiali predisposti dalla commissione (testi, documenti, esperienze, progetti, problemi) e che servirà a verificare l’acquisizione dei contenuti e dei metodi caratteristici delle singole discipline e la capacità del candidato di utilizzare le proprie conoscenze e di metterle in relazione per argomentare in maniera critica e personale. I materiali, precisa l’ordinanza, costituiranno solo uno spunto di avvio del colloquio che si svilupperà poi in una più ampia e distesa trattazione di carattere pluridisciplinare, per fare emergere al meglio il percorso fatto da ciascuno studente. Nella predisposizione di questi materiali di partenza la commissione terrà conto del percorso didattico effettivamente svolto, in coerenza con il documento prodotto a maggio da ciascun consiglio di classe.
Per garantire a tutti i candidati trasparenza e pari opportunità, la commissione predisporrà, per ogni classe, un numero di buste con i materiali di avvio del colloquio pari al numero dei candidati aumentato almeno di due unità, in modo da assicurare anche all’ultimo candidato di esercitare la facoltà di scelta fra tre buste. Il giorno del colloquio, infatti, il presidente di commissione preleverà in modo casuale tre buste alla presenza di ciascun candidato e le sottoporrà a quest’ultimo che ne sceglierà una. I materiali delle buste già scelte dai candidati non potranno essere riproposti in successivi colloqui.
Nelle prossime settimane, come annunciato dal Ministro Bussetti, proseguiranno le simulazioni delle prove scritte. Il 26 marzo il MIUR pubblicherà una nuova simulazione della prova di italiano, il 2 aprile è in calendario la pubblicazione di ulteriori esempi della seconda prova.
La Nota 8 febbraio 2019, AOODGOSV 2472 fornisce le indicazioni per la pubblicazione di esempi della prima e della seconda prova dell’Esame finale del II ciclo di istruzione che potranno essere utilizzati dalle scuole per simulare gli scritti di giugno. Viste le novità che quest’anno caratterizzeranno l’Esame, con l’entrata in vigore del decreto legislativo 62 del 2017, il Ministro Marco Bussetti ha infatti voluto predisporre specifiche misure di accompagnamento per le scuole, i docenti, gli studenti.
In particolare, oltre agli incontri che si stanno svolgendo sui
territori già dallo scorso novembre, il MIUR, in questi mesi che
precedono l’Esame, elaborerà esempi sia per la prima, sia per la
seconda prova, per tutti gli indirizzi di studio, tenendo conto delle
discipline individuate per il secondo scritto con l’apposito decreto
del Ministro pubblicato lo scorso 18 gennaio. Dunque esempi coerenti
con quelle che saranno le prove di giugno.
Nello specifico sono quattro le giornate di pubblicazione di esempi di prove già programmate. Questo il calendario:
SIMULAZIONE PRIMA PROVA SCRITTA: 19 febbraio e 26 marzo SIMULAZIONE SECONDA PROVA SCRITTA: 28 febbraio e 2 aprile
Le tracce saranno pubblicate sul sito del MIUR alle ore 8.30 dei
giorni previsti, nella sezione “Esami di Stato”. Quindi al mattino e
tutte in contemporanea, come avviene durante le prove vere e proprie.
Le scuole, nell’ambito della loro autonomia, potranno utilizzare i
materiali proposti sia in modalità “simulazione”, nello stesso giorno
della pubblicazione, sia assegnando i testi durante l’ordinaria
attività didattica.
Le tracce saranno elaborate rispettando le caratteristiche e la struttura definite dai quadri di riferimento. Per gli istituti professionali, la traccia proposta farà riferimento esclusivamente alla prima parte in cui è strutturata la stessa: la seconda, come previsto dalla norma, sarà elaborata dalla commissione durante lo svolgimento dell’Esame. Nei giorni successivi alla pubblicazione degli esempi di prove, sarà poi effettuata, su un campione significativo di scuole, un’indagine che servirà a raccogliere riscontri sulla coerenza delle tracce proposte rispetto ai quadri di riferimento, alle Indicazioni nazionali e alle Linee guida. L’indagine avrà l’obiettivo di verificare l’andamento delle simulazioni per poter disporre di elementi utili a garantire una ottimale preparazione delle tracce di Esame.
“Stiamo lavorando per un Esame che, pur in presenza di una serie di
novità che entrano in vigore per effetto del decreto 62 del 2017,
rispetti la preparazione affrontata in questi anni dai ragazzi –
ricorda il Ministro Bussetti -. La pubblicazione degli esempi di
scritto e le simulazioni serviranno agli studenti per confrontarsi con
una prova che ricalcherà, per struttura e tipologia, l’Esame di giugno.
Mentre il MIUR potrà acquisire elementi di valutazione che saranno
utilizzati per organizzare al meglio la redazione delle tracce. La
macchina amministrativa è fortemente impegnata da mesi e lo sarà anche
nelle prossime settimane per accompagnare il più possibile la scuola
nell’affrontare le novità previste”.
Decreto Ministeriale 18 gennaio 2019, AOOUFGAB 37 Discipline oggetto della seconda prova scritta, eventuale disciplina oggetto di una terza prova scritta per specifici indirizzi di studio e modalità organizzative relative allo svolgimento del colloquio, ripartizione del punteggio delle tre prove scritte, ove previste per specifici indirizzi di studio
Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 62 Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della legge 13 luglio 2015, n. 107 – Capo III – Esame di Stato nel secondo ciclo di istruzione
Nota 4 ottobre 2018, AOODPIT 3050 Esame di Stato conclusivo dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado a.s. 2018/2019 – prime indicazioni operative
sufficienza in ciascuna disciplina (Consiglio di classe può deliberare l’ammissione anche con una insufficienza in una disciplina o gruppo di discipline valutate con un unico voto, motivando la propria scelta)
gennaio 2019: materie della seconda prova e indicazioni prova orale
febbraio 2019: ordinanza relativa agli esami di Stato
17 giugno 2019: riunione preliminare commissione
Valutazione:
voto finale in centesimi (40 credito + 60 prove) La Commissione d’esame può motivatamente integrare il punteggio, fino ad un massimo di 5 punti, ove il candidato abbia ottenuto un credito scolastico di almeno 30 punti e un risultato complessivo nelle prove di esame di almeno 50 punti.
Credito scolastico:
40 punti (invece dei 25 attuali) apposita comunicazione alle quinte classi, entro gli scrutini intermedi, sul credito già maturato per il terzo e quarto anno
Prove scritte (Griglie nazionali di valutazione):
Prima prova scritta, italiano (19 giugno 2019):
20 punti;
durata 6 ore
scelta tra 7 tracce riferite a 3 tipologie di prove (invece delle quattro attuali): – tipologia A (due tracce) – analisi del testo (2 autori), – tipologia B (tre tracce) – analisi e produzione di un testo argomentativo, – tipologia C (due tracce) – riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità.
Seconda prova scritta (20 giugno 2019):
20 punti
una o più discipline caratterizzanti i percorsi di studio.
Prova orale:
20 punti
la commissione proporrà ai candidati di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti e problemi per verificare l’acquisizione dei contenuti delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale, anche utilizzando la lingua straniera. Nel corso del colloquio, il candidato esporrà, con una breve relazione o un elaborato multimediale, le esperienze di Alternanza Scuola-Lavoro svolte. Il colloquio accerterà anche le conoscenze e le competenze maturate nell’ambito delle attività di Cittadinanza e Costituzione. La commissione dovrà comunque tenere conto di quanto indicheranno i docenti nel documento di classe che sarà consegnato ai commissari con il percorso effettivamente svolto.
Maturità, Bussetti annuncia su Facebook le materie della seconda prova “Organizzeremo giornate nazionali per la simulazione degli scritti”
Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha annunciato oggi, con un video diffuso su Facebook, la pubblicazione delle materie della seconda prova della Maturità 2019, in calendario per il prossimo 20 giugno.
La prova quest’anno riguarderà più discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi, fatta eccezione per quegli indirizzi in cui la disciplina caratterizzante è una sola. Una novità possibile in base al decreto legislativo 62 del 2017 che ha riformato l’Esame. In particolare, ci saranno Latino e Greco per il Liceo classico, Matematica e Fisica allo Scientifico, Scienze umane e Diritto ed Economia politica per il Liceo delle Scienze umane – opzione economico sociale, Discipline turistiche e aziendali e Inglese per l’Istituto tecnico per il turismo, Informatica e Sistemi e reti per l’Istituto tecnico indirizzo informatica, Scienze degli alimenti e Laboratorio di servizi enogastronomici per l’Istituto professionale per i servizi di enogastronomia. Questi alcuni esempi. L’elenco completo delle discipline oggetto della prova è disponibile da oggi sul sito del Ministero.
“Comunichiamo le materie con largo anticipo – sottolinea il Ministro nel video di annuncio pubblicato su Facebook, rivolgendosi agli studenti -. Come sapete da quest’anno ci sono delle novità. Per questo da ottobre abbiamo cominciato a fornire tutte le informazioni utili per le prove a voi e ai vostri docenti. Per sostenervi nella vostra preparazione organizzeremo delle simulazioni della prima e della seconda prova. Si svolgeranno nei mesi di febbraio, marzo e aprile”, ha annunciato Bussetti.
Le simulazioni nazionali si terranno secondo il seguente calendario:
Prima prova scritta: 19 febbraio e 26 marzo.
Seconda prova scritta: 28 febbraio e 2 aprile.
È la prima volta che il MIUR organizza simulazioni di questo tipo. La volontà è quella di sostenere il più possibile ragazzi e docenti nella preparazione del nuovo Esame. Con un’apposita circolare saranno fornite alle scuole tutte le indicazioni operative. Intanto il Ministero ha già pubblicato, nel mese di dicembre, alcuni esempi di traccia, sia per la prima che per le seconde prove. Per illustrare a studenti e docenti le nuove regole sono stati effettuati anche specifici incontri sul territorio. Lo stesso Ministro Bussetti si è confrontato con oltre 300 studenti a Milano. Nuovi momenti di incontro saranno organizzati con i ragazzi a febbraio e marzo.
Il decreto con le materie pubblicato oggi illustra anche le modalità di svolgimento del colloquio orale che sarà, come sempre, pluridisciplinare. La commissione partirà proponendo agli studenti di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti, problemi che saranno lo spunto per sviluppare il colloquio. I materiali di partenza saranno predisposti dalle stesse commissioni, nei giorni che precedono l’orale, tenendo conto del percorso didattico effettivamente svolto dagli studenti descritto nel documento che i Consigli di classe consegneranno come ogni anno in vista degli Esami. Il giorno della prova, per garantire la massima trasparenza e pari opportunità ai candidati, saranno gli stessi studenti a sorteggiare i materiali sulla base dei quali sarà condotto il colloquio. Durante l’orale i candidati esporranno anche le esperienze di alternanza scuola-lavoro svolte. Una parte del colloquio riguarderà, poi, le attività fatte nell’ambito di “Cittadinanza e costituzione”, sempre tenendo conto delle indicazioni fornite dal Consiglio di classe sui percorsi effettivamente svolti.
Sia la prima che la seconda prova scritta, da quest’anno, saranno corrette secondo griglie nazionali di valutazione che sono state diffuse nel mese di novembre. Nel decreto con le materie pubblicato oggi sono individuate anche le discipline affidate a commissari esterni.
Maturità, dalla versione ai quesiti di matematica: ecco come saranno costruite le seconde prove.
Per la prima volta previste griglie di valutazione nazionali per una correzione più equa e omogenea degli scritti.
Bussetti: “Da domani misure di accompagnamento per le scuole. Lavoreremo per prove davvero in linea con il percorso di studi”
Dalla composizione della traccia del Liceo classico, al numero di quesiti che saranno proposti allo Scientifico. Passando per le tipologie di elaborato che potranno essere oggetto d’Esame per l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing degli Istituti tecnici. Sul sito del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sono disponibili da oggi tutti i quadri di riferimento per la predisposizione e lo svolgimento degli scritti della nuova Maturità, che debutterà a giugno con le regole previste dal decreto legislativo 62 del 2017.
Due scritti invece di tre, con l’eliminazione della terza prova, elaborata dalle commissioni, e una conseguente maggiore attenzione alle prime due prove, predisposte a livello nazionale: questa una delle principali novità del nuovo Esame.
I quadri pubblicati oggi descrivono caratteristiche e obiettivi in base ai quali saranno costruiti sia il primo scritto, italiano, che la seconda prova, diversa per ciascun indirizzo di studi. E sono il frutto del lavoro di esperti delle varie discipline che hanno contribuito alla loro stesura. Per docenti e studenti sarà dunque possibile cominciare a esercitarsi con specifiche simulazioni. Anche il Ministero, a partire dal mese di dicembre, metterà a disposizione tracce-tipo per accompagnare ragazzi e insegnanti verso il nuovo Esame. Per la prima volta vengono poi rese disponibili anche apposite griglie nazionali di valutazione, che consentiranno alle commissioni di garantire una maggiore equità e più omogeneità nella correzione degli scritti. Anche queste sono disponibili on line da oggi. “Prosegue il lavoro di accompagnamento verso il nuovo Esame – dichiara il Ministro Marco Bussetti -. Il MIUR, anche alla luce delle nuove regole, lavorerà affinché le tracce siano davvero corrispondenti con quanto fatto dai ragazzi durante il percorso di studi, fornendo apposite indicazioni agli esperti che dovranno produrre i testi. Nei prossimi giorni partirà un Piano di informazione e formazione che accompagnerà le scuole. Da domani ci saranno conferenze di servizio sull’intero territorio nazionale che proseguiranno nelle prossime settimane”. A gennaio saranno pubblicate le materie per la seconda prova, a febbraio la complessiva ordinanza sugli Esami, che normalmente viene emessa a maggio.
La prima prova Il prossimo 19 giugno, data della prima prova, i maturandi dovranno innanzitutto dimostrare di “padroneggiare il patrimonio lessicale ed espressivo della lingua italiana secondo le esigenze comunicative nei vari contesti” e, per la parte letteraria, di aver raggiunto un’adeguata competenza sull’”evoluzione della civiltà artistica e letteraria italiana dall’Unità ad oggi”. I testi prodotti saranno valutati in base alla loro coerenza, alla ricchezza e alla padronanza lessicali, all’ampiezza e precisione delle conoscenze e dei riferimenti culturali, alla capacità di esprimere giudizi critici e valutazioni personali. La prova avrà una durata di sei ore. I maturandi dovranno produrre un elaborato scegliendo tra sette tracce riferite a tre tipologie di prove (tipologia A, due tracce – analisi del testo; tipologia B, tre tracce – analisi e produzione di un testo argomentativo; tipologia C, due tracce – riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità) in ambito artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico.
La seconda prova La seconda prova scritta del 20 giugno potrà riguardare una o più discipline caratterizzanti gli indirizzi di studio, come previsto dalla nuova normativa. La scelta delle discipline su cui i maturandi dovranno mettersi alla prova avverrà a gennaio. Intanto i quadri pubblicati oggi consentono di avere uno schema chiaro di come sarà composto lo scritto, indirizzo per indirizzo, materia per materia.
Per il Liceo classico, ad esempio, la prova sarà articolata in due parti. Ci sarà una versione, un testo in prosa corredato da informazioni sintetiche sull’opera, preceduta e seguita da parti tradotte per consentire la contestualizzazione della parte estrapolata. Seguiranno tre quesiti relativi alla comprensione e interpretazione del brano e alla sua collocazione storico-culturale. Il Ministero, secondo quanto previsto dalla nuova normativa, potrà optare anche per una prova mista, con entrambe le discipline caratterizzanti, Latino e Greco. Un altro esempio, per lo Scientifico la struttura della prova prevede la soluzione di un problema a scelta del candidato tra due proposte e la risposta a quattro quesiti tra otto proposte. Anche in questo caso la prova potrà riguardare ambedue le discipline caratterizzanti: Matematica e Fisica.
Per i Tecnici la struttura della prova prevede una prima parte, che tutti i candidati sono tenuti a svolgere, seguita da una seconda parte, con una serie di quesiti tra i quali il candidato sceglierà sulla base del numero indicato in calce al testo. Anche qui potranno essere coinvolte più discipline. Ad esempio per l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing l’elaborato consisterà in una delle seguenti tipologie: analisi di testi e documenti economici attinenti al percorso di studio; analisi di casi aziendali; simulazioni aziendali.
Per i Professionali la seconda prova si comporrà di una parte definita a livello nazionale e di una seconda parte predisposta dalla Commissione, per tenere conto della specificità dell’offerta formativa dell’Istituzione scolastica.
L’orale Le indicazioni complete sul colloquio saranno fornite nel decreto con le discipline scelte per la seconda prova, che sarà emanato a gennaio e sarà coerente con quanto indicato dal decreto 62 del 2017. La commissione proporrà ai candidati di analizzare testi, documenti, esperienze, progetti e problemi per verificare l’acquisizione dei contenuti delle singole discipline, la capacità di utilizzare le conoscenze acquisite e di collegarle per argomentare in maniera critica e personale, anche utilizzando la lingua straniera. Nel corso del colloquio, il candidato esporrà, con una breve relazione o un elaborato multimediale, le esperienze di Alternanza Scuola-Lavoro svolte. Il colloquio accerterà anche le conoscenze e le competenze maturate nell’ambito delle attività di Cittadinanza e Costituzione. La commissione dovrà comunque tenere conto di quanto indicheranno i docenti nel documento di classe che sarà consegnato ai commissari con il percorso effettivamente svolto.
Nota 4 ottobre 2018, AOODPIT 3050Esame di Stato conclusivo dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado a.s. 2018/2019 – prime indicazioni operative
Scuola, la nuova #Maturità nella circolare rivolta a scuole e studenti
Due prove scritte invece di tre, più l’orale. Più attenzione al percorso svolto dai ragazzi nell’ultimo triennio, con un punteggio maggiore assegnato al credito scolastico. Griglie di valutazione nazionali per la correzione delle prove scritte.
Sono alcune delle novità dell’Esame di Stato conclusivo della scuola secondaria di II grado, che entrano in vigore da quest’anno scolastico, illustrate nella circolare che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha inviato il 4 ottobre alle scuole, per dare un quadro chiaro a docenti e studenti.
Con la circolare sono stati inviati alle scuole anche altri due importanti allegati operativi: Il Documento di lavoro elaborato da una commissione di esperti guidata dal linguista Luca Serianni per la preparazione delle tracce della prima prova scritta, italiano, e le Indicazioni per l’elaborazione delle griglie di correzione delle due prove scritte.
Le indicazioni per la prima prova, in particolare, sono pensate per chi dovrà costruire le tracce nazionali, ma anche per il lavoro che dovranno svolgere in classe i docenti alla luce di alcune novità che vengono introdotte da quest’anno.
“Accompagneremo le scuole e i ragazzi verso il nuovo Esame – sottolinea il Ministro Marco Bussetti, che ha lanciato la circolare con un video sul suo profilo Facebook -. Quella di oggi è una circolare con le prime indicazioni operative. Ci saranno poi momenti di formazione per gli insegnanti e le commissioni e, attraverso i canali di comunicazione del Ministero, sito e social, ci rivolgeremo anche a studenti e famiglie. Quando un Esame cambia, bisogna stare al fianco della scuola e di chi quella prova deve superarla per fornire tutti i chiarimenti che servono. Lo faremo con altre indicazioni, video esplicativi, interventi di esperti. Vogliamo che ogni novità sia accompagnata da azioni specifiche di supporto. E ai ragazzi dico: se avete domande fatevi avanti, anche sui social, risponderemo ai vostri dubbi”.
I requisiti di accesso all’Esame: Quest’anno non saranno requisito di accesso né la partecipazione, durante l’ultimo anno di corso, alla prova nazionale INVALSI, né lo svolgimento delle ore di Alternanza Scuola-Lavoro, come previsto dal decreto cosiddetto Milleproroghe, recentemente approvato in Parlamento. Per poter essere ammessi alle prove bisognerà aver frequentato almeno i tre quarti del monte ore previsto, avere il 6 in ciascuna disciplina, avere la sufficienza nel comportamento. Il Consiglio di classe potrà deliberare l’ammissione anche con una insufficienza in una disciplina o gruppo di discipline valutate con un unico voto, ma dovrà motivare la propria scelta.
Il credito scolastico: Il voto finale continuerà ad essere espresso in centesimi. Ma da quest’anno si darà più peso al percorso di studi: il credito maturato nell’ultimo triennio varrà fino a 40 punti su 100, invece degli attuali 25. Per chi fa l’Esame quest’anno ci sarà un’apposita comunicazione, entro gli scrutini intermedi, sul credito già maturato per il terzo e quarto anno, che sarà convertito in base alle nuove tabelle.
Le prove d’Esame e il punteggio finale: Le prove scritte passano da tre a due. La prima prova scritta, italiano, in programma il prossimo 19 giugno, servirà ad accertare la padronanza della lingua, le capacità espressive e critiche delle studentesse e degli studenti. I maturandi dovranno produrre un elaborato scegliendo tra 7 tracce riferite a 3 tipologie di prove in ambito artistico, letterario, filosofico, scientifico, storico, sociale, economico e tecnologico.
Le tre tipologie di prova (invece delle quattro attuali) saranno: tipologia A (due tracce) – analisi del testo, tipologia B (tre tracce) – analisi e produzione di un testo argomentativo, tipologia C (due tracce) – riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità. Per l’analisi del testo la novità principale riguarda il numero di tracce proposte: gli autori saranno due, anziché uno come accadeva fino ad ora. Questo per coprire ambiti cronologici, generi e forme testuali diversi. Potranno essere proposti testi letterari dall’Unità d’Italia a oggi.
L’analisi e produzione di un testo argomentativo (tipologia B) proporrà ai maturandi un singolo testo compiuto o un estratto da un testo più ampio, chiedendone l’interpretazione seguita da una riflessione dello studente. La tipologia C, il ‘vero e proprio’ tema, proporrà problematiche vicine all’orizzonte delle esperienze di studentesse e studenti e potrà essere accompagnata da un breve testo di appoggio che fornisca ulteriori spunti di riflessione.
La seconda prova scritta del 20 giugno riguarderà una o più discipline caratterizzanti i percorsi di studio. Con la circolare inviata oggi si forniscono alle scuole le prime indicazioni sulla seconda prova, con una novità: saranno previste, secondo la nuova normativa vigente, griglie nazionali di valutazione che saranno fornite alle commissioni per una correzione più omogenea ed equa. Le griglie ci saranno anche per la correzione della prova di italiano.
Il punteggio finale sarà in centesimi. Si parte dal credito scolastico (fino a 40 punti). Alla commissione spettano poi fino a 60 punti: massimo 20 per ciascuna delle due prove scritte e 20 per il colloquio. Il punteggio minimo per superare l’esame resta fissato in 60 punti. La Commissione d’esame può motivatamente integrare il punteggio, fino ad un massimo di 5 punti, ove il candidato abbia ottenuto un credito scolastico di almeno 30 punti e un risultato complessivo nelle prove di esame di almeno 50 punti.
A gennaio saranno comunicate agli studenti le materie della seconda prova. A febbraio, con largo anticipo rispetto al passato, sarà pubblicata l’ordinanza relativa agli esami di Stato.
Maturità, Bussetti risponde su Instagram ai quesiti posti dagli studenti. Sul sito del MIUR le prime FAQ, saranno aggiornate periodicamente
(Venerdì, 15 febbraio 2019) Perché è stata cambiata la Maturità? Le prove Invalsi influiranno sul voto finale dell’Esame? Se uno studente non può partecipare alle simulazioni cosa succede? Sono alcune delle domande a cui il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha risposto oggi, sul suo profilo Instagram, rivolgendosi direttamente agli studenti.
Si tratta di alcuni dei quesiti più ricorrenti sulle novità che quest’anno caratterizzeranno l’Esame di Stato a seguito dell’attuazione del decreto legislativo 62 del 2017. Le domande sono state raccolte dal MIUR negli incontri tenuti sui territori e anche attraverso i social.
In contemporanea alla pubblicazione dei video sul profilo del Ministro è stata anche attivata, sul sito del Ministero, una sezione dedicata alle FAQ sulla Maturità che sarà aggiornata periodicamente con risposte rivolte a tutto il mondo della scuola, a partire dai ragazzi.
Prosegue dunque il percorso di accompagnamento voluto dal Ministro Bussetti per sostenere la preparazione degli studenti in vista dell’Esame. Dallo scorso autunno sono stati organizzati incontri sul territorio per gli insegnanti. Martedì prossimo, 19 febbraio, è prevista la prima delle quattro simulazioni per gli studenti, esempi coerenti con quelle che saranno le prove di giugno.
FAQ Esame di Stato della Scuola secondaria di secondo grado, anno scolastico 2018-19
In questa pagina sono raccolte le risposte alle domande più
frequenti poste dal mondo della scuola, dagli studenti, dai docenti,
dai dirigenti scolastici e dalle famiglie. L’elenco sarà aggiornato
periodicamente per fornire altre risposte utili a chiarire ogni aspetto
sull’Esame di Stato.
L’ESAME
Come mai è cambiato l’Esame?
Le nuove regole non nascono all’improvviso, ma sono contenute
nel decreto legislativo 62 del 2017 che viene applicato da quest’anno
per l’Esame di Stato del secondo ciclo. Per questo il Ministero ha
avviato da novembre una attività di accompagnamento delle scuole verso
il nuovo Esame con lo scopo di garantire supporto a docenti, dirigenti e
studenti. È parte integrante di queste attività anche la pubblicazione
di esempi di prove sul sito del MIUR che avverrà tra febbraio e
aprile.
Come cambia l’attribuzione dei crediti per il triennio e come verranno ripartiti i punteggi tra le prove?
Il credito massimo attribuibile a ciascuno studente per il
percorso di studi è pari a 40 punti, distribuito tra terza classe
(massimo 12 punti), quarta classe (massimo 13) e quinta classe (massimo
15). Gli studenti che affronteranno quest’anno l’Esame di Stato hanno
già ottenuto la conversione dei “vecchi” crediti, ottenuti in terza e
in quarta, con la nuova tabella, in modo da poter arrivare al calcolo
complessivo in quarantesimi. In precedenza i punti per il percorso
scolastico erano al massimo 25. Alle prove sono assegnati 20 punti
ciascuna.
Le prove INVALSI influiscono sul voto finale dell’Esame?
No, le prove predisposte dall’INVALSI non influiscono sul
voto finale dell’Esame. Servono però per valutare l’efficacia e
l’efficienza del sistema scolastico, misurando, attraverso quesiti
mirati, le competenze degli studenti in Italiano, Matematica e Inglese.
LE PROVE SCRITTE
Sei ore saranno sufficienti per la seconda prova?
Le ore assegnate saranno sufficienti: i livelli di difficoltà
delle tracce saranno commisurati al tempo che sarà reso disponibile.
Occorre poi ricordare che per alcuni indirizzi dell’Istruzione tecnica e
professionale e per i Licei artistici, musicali e coreutici, la durata
sarà superiore alle sei ore, in ragione degli obiettivi specifici di
tali indirizzi.
Per la seconda prova del Liceo classico si dovranno portare tutti e due i dizionari?
I dizionari vanno portati entrambi: uno servirà per la
traduzione, l’altro per l’analisi e il commento del secondo testo.
Seconda prova del Liceo scientifico: che peso avranno Matematica e Fisica?
Avranno un peso proporzionale al numero delle ore di lezione. La prova sarà molto equilibrata.I
problemi e i quesiti che saranno proposti avranno una strettissima
correlazione con i nuclei fondanti e con gli obiettivi specifici del
Liceo scientifico. Le possibilità di scelta che saranno date rispetto
ai problemi e ai quesiti consentiranno al candidato di poter
valorizzare adeguatamente la sua preparazione.
Seconda prova del Liceo linguistico: quali lingue saranno oggetto della prova scritta e con che livello di difficoltà?
Le lingue oggetto della prova saranno la prima e la terza
lingua caratterizzanti il percorso di studi. Il livello di difficoltà
delle prove sarà commisurato ai Quadri di riferimento europeo (QCER).
In particolare, per la prima lingua si prevede l’accertamento del
livello B2 del QCER. Mentre per la terza lingua è previsto
l’accertamento del livello B1.
L’ORALE
Chi preparerà le buste per la prova orale?
Sarà la Commissione stessa a predisporle, in un’apposita
sessione di lavoro. Nelle buste vi saranno materiali utili per poter
avviare il colloquio. La scelta dei materiali (testi, documenti,
progetti, problemi) sarà effettuata tenendo conto della specificità
dell’indirizzo e del percorso effettivamente svolto nella classe
secondo le indicazioni fornite dal Consiglio di Classe nel documento
che sarà predisposto entro il 15 maggio, proprio in vista dell’Esame di
Stato.
Fornirete esempi di come si svolgerà l’orale?
Il Ministero predisporrà esempi significativi delle tipologie
di materiali simili a quelli che potrebbero essere proposti all’orale
dalle singole commissioni che dovranno tenere conto dello specifico
percorso della classe.
Come funziona il meccanismo delle buste?
Ogni commissione preparerà un numero di buste pari al numero
dei candidati, più due. Ad esempio per una classe di 20 studenti, le
buste saranno 22. Ciascuno studente potrà dunque sempre scegliere tra
un terna di buste. Dal primo all’ultimo candidato. Saranno così
garantite trasparenza e pari opportunità a tutti.
Cosa troveranno gli studenti nelle buste?
Ci saranno materiali che forniranno uno spunto per l’avvio
del colloquio. Un testo poetico o in prosa, un quadro, una fotografia,
un’immagine tratta da libri, un articolo di giornale, una tabella con
dei dati da commentare, un grafico, uno spunto progettuale, una
situazione problematica da affrontare: sono tutti esempi che di ciò che
le commissioni potranno scegliere per introdurre un percorso integrato
e trasversale che permetta di affrontare lo specifico contenuto delle
discipline.
In che modo l’Alternanza Scuola-Lavoro rientra nell’orale?
Il candidato all’orale potrà illustrare l’esperienza svolta
nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento tramite una
relazione e/o un elaborato multimediale.
Che cosa potrà essere chiesto per Cittadinanza e Costituzione?
L’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione è basato sullo
svolgimento di attività (percorsi, progetti, etc.) finalizzate a
sviluppare le competenze di cittadinanza in diversi ambiti, come, a
puro titolo di esempio, educazione alla legalità, alla cittadinanza
attiva, etc. Tutti i Consigli di Classe, nell’ambito del documento del
15 maggio che raccoglie quanto svolto dalla classe, evidenzieranno e
descriveranno tali percorsi, che saranno poi oggetto di una sezione
specifica del colloquio.
GLI ESEMPI DELLE PROVE
Le tracce delle ‘simulazioni’ saranno inviate in simultanea a tutte le scuole?
Gli esempi di prova saranno pubblicati in un’apposita sezione
del sito del MIUR dedicata agli Esami di Stato a partire dalle ore
8.30 dei giorni indicati in calendario. Saranno perciò utilizzabili
dalle scuole a partire da tale ora.
Se non sono a scuola il giorno in cui il Ministero
pubblica gli esempi di prova per le ‘simulazioni’ o se la mia classe è
in visita d’istruzione, che succede?
Le scuole potranno usare gli esempi di prova in qualsiasi
momento, anche nei giorni successivi. In ogni caso il MIUR ha
organizzato più ‘simulazioni’: due per italiano, due per la seconda
prova. I materiali potranno poi essere utilizzati da ciascuno studente
come base utile per potersi rendere conto della struttura e della
tipologia delle prove d’Esame.
Ci saranno ‘simulazioni’ per tutti i corsi di studio?
Il Ministero pubblicherà esempi di prova per la quasi
totalità degli indirizzi di studio. Per quelli con una diffusione molto
limitata sul territorio nazionale o per percorsi sperimentali ci sarà
un’interlocuzione diretta con le scuole.
Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione Direzione generale per il personale scolastico
Ai DIRETTORI GENERALI degli Uffici Scolastici Regionali Ai DIRIGENTI TITOLARI degli Uffici Scolastici Regionali per la BASILICATA – il FRIULI V. GIULIA il MOLISE e l’UMBRIA LORO SEDI
OGGETTO: Operazioni di attribuzione degli incarichi dirigenziali: conferme, mutamenti, mobilità interregionale con decorrenza 01/09/2019 – C.C.N.L. sottoscritto in data 15/07/2010 per il personale dell’Area V della dirigenza scolastica.
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