LE SCUOLE DI BARI A DIFESA DELLA
LIBERTA’ DI INSEGNAMENTO (NONOSTANTE IL MINISTRO)
In questi ultimi
giorni, a seguito dell’odioso provvedimento disciplinare comminato alla
prof.ssa palermitana Dell’Aria a causa di un lavoro realizzato dai suoi
studenti, molte scuole statali di Bari e provincia hanno alzato la testa e
protestato.
Al di là del singolo
caso (pare risolto con la promessa della dichiarazione di illegittimità del
provvedimento), questi giorni sono stati l’occasione per riaffermare principi
che, evidentemente, non sono più scontati.
Sono anni che si
attribuiscono alla scuola colpe “ideologiche”. I docenti sono accusati da
politici, giornalisti e pensatori di turno di “inculcare idee” e “fare
politica”. Al netto di situazioni limite (vedi il docente veneziano neofascista
che augura alla senatrice Segre di finire in un termovalorizzatore), che troppo
spesso non ricevono le risposte sanzionatorie adeguate, le accuse più
indignate vengono rivolte a quelle scuole nelle quali si affermano con forza
valori quali l’accoglienza, l’inclusione, la lotta ad ogni tipo di
discriminazione.
Si dimentica
colpevolmente, però, una questione basilare: la scuola è ben al di là
della politica spicciola e, finché esiste una scuola pubblica, statale e
nazionale, essa risponde alla Costituzione, non certo all’ennesimo
Governo di passaggio.
Tra l’altro, non era
stato proprio questo Governo a ribadire la necessità di insegnare educazione
civica in classe?
La docente palermitana
ha dichiarato, al suo rientro a scuola, che continuerà a insegnare a pensare.
Intanto, però, il problema resta e lo svilimento della funzione docente e del
ruolo educativo della scuola continua ad essere perseguito con ottusa tenacia. E’
per questo che siamo orgogliosi delle moltissime scuole in cui si è discusso
del tema, facendo emergere dibattiti, documenti, delibere, iniziative.
Fra le varie
iniziative, il Liceo Socrate di Bari ha organizzato, domenica 2 giugno,
un’assemblea aperta su Costituzione e Scuola e ha deliberato un
documento in cui conferma
“la propria adesione al modello di
civiltà e convivenza sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana”,
e cita a supporto, opportunamente, lo Statuto degli Studenti ( “La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di
espressione, di pensiero, di coscienza e di religione, sul rispetto reciproco
di tutte le persone che la compongono, quale che sia la loro età e condizione,
nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e culturale”). Anche
l’IISS Rosa Luxemburg di Acquaviva,
in un accorato documento sottoscritto dal personale e dal Dirigente Scolastico,
afferma che “la scuola della Costituzione si caratterizza per il pluralismo
culturale e la libertà di insegnamento; è la scuola di tutti e per tutti.
L’insegnamento
è libero nel senso che nella scuola statale non può essere consentita alcuna
indebita forma di condizionamento, specialmente ideologico, non deve essere
consentita una dottrina ufficiale e/o statale e che l’insegnante ha il dovere,
il diritto e l’onore di liberare il pensiero”.
Anche
i docenti del Liceo Scacchi di Bari,
si legge nel loro documento, “consentono
ai propri studenti di esprimere le proprie opinioni e incentivano il libero
pensiero anche quando questi non sono condivisi e anche quando non sono
allineati al pensiero dominante”.
Fa
eco l’Istituto Savio Montalcini di
Capurso: “Noi crediamo che
l’insegnamento abbia come finalità principale quella di creare coscienze
critiche e libere che sappiano comprendere il passato, il presente, la loro
stessa vita con riflessioni operate mediante l’esercizio della ragione. Nessun
ostacolo, nessuna censura possono e devono reprimere l’azione e il libero
pensiero degli studenti e dei docenti”.
Molti
docenti ci hanno comunicato anche iniziative singole (lettura degli articoli 21
e 33 della costituzione in classe, riunioni interne, riflessione con gli
studenti) e vari striscioni sono stati esposti all’esterno (nelle immagini, il Marco Polo di Bari e il Circolo Didattico Rodari di Casamassima),
per ribadire diritti e doveri, per rivendicare libertà di insegnamento.
La FLC CGIL di Bari non può esimersi dal dare il suo contributo. Dopo
i sit-in unitari e le richieste di ritiro delle sanzioni, vogliamo rafforzare
la nostra azione sul territorio con uno degli strumenti che più appartiene alla
nostra categoria: la formazione.
Pertanto, promuoveremo in modo più capillare l’organizzazione di incontri,
corsi e assemblee, nel corso dei prossimi mesi, in cui vogliamo far emergere in
modo chiaro e fondato il principio della
libertà di insegnamento, il valore della scuola della Costituzione, pubblica
statale, l’importanza di una scuola unitaria su tutto il territorio nazionale.
Intanto, speriamo che questo grave incidente democratico sia definitivamente
lasciato alle spalle.
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