Dl crescita

Dl crescita: no ad una scuola discriminante e subalterna alle aziende

“Il credito d’imposta concesso alle imprese che decidono di donare risorse agli istituti professionali e assumere giovani diplomati negli stessi, previsto nel decreto crescita, aumenta le discriminazioni a scapito degli studenti che vivono nelle aree più povere del Paese. Si tratta, quindi, di un provvedimento inaccettabile che mette a rischio i principi dell’indipendenza e della libertà d’insegnamento, nonché dell’uguaglianza tra gli studenti. Principi costituzionali che dovrebbero caratterizzare la scuola più di qualsiasi altra istituzione”.  Lo dice  la FLC CGIL.
“La realizzazione, la riqualificazione e l’ammodernamento dei laboratori scolastici non possono e non debbono dipendere dalle donazioni delle aziende, ma devono dipendere integralmente dall’impegno di risorse pubbliche. È lo Stato che deve garantire le stesse condizioni a tutte le scuole, da Nord a Sud, a prescindere dal contesto economico in cui l’istituzione scolastica si trova. Così facendo, invece, ci troveremo ad avere scuole di serie a e di serie b”. 
“Inoltre, c’è il pericolo concreto che le istituzioni scolastiche beneficiarie smarriscano l’obiettivo primario dell’istruzione pubblica, ovvero quello di fornire valori di cittadinanza oltre che competenze e abilità generali, puntando sull’apprendimento delle competenze professionali funzionali alle aziende donatrici”.

Droga come vetro refrattario alla luce

Droga come vetro refrattario alla luce

di Vincenzo Andraous

Un ragazzino mi ha detto: io c’ero per intero in quel buco nero profondo, fino a esser diventato un pezzo di vetro trasparente, refrattario alla luce, tra le macerie sotto i miei piedi.

Sono parole dette da un ragazzo che fortunatamente ha avuto la forza di chiedere aiuto,  il coraggio maturo di alzare la mano per tentare di rialzarsi nella Comunità Casa del Giovane.

Da molti mesi rimbombano nelle orecchie autocelebrazioni e autoreferenzialità, pilotate da ideologie cadute in disuso, tarlate dalle storie personali di tanti uomini devastati ed a  volte “terminati” dalle sostanze.

Con questa idea della droga ricreativa, della droga buona e quella cattiva, si fa strada il messaggio che la droga sia un bene di consumo normale, a tal punto da pensare che assumere stupefacenti sia un passatempo accettabile, tutto all’interno di un’accezione diventata normalità.

Accapigliarsi tra  un incompreso uso e abuso ed una  ipotetica  riduzione del danno, serve solamente a tentare di spostare l’asse di un coordinamento sociale in fibrillazione, dimenticando che a mezzo ci stanno le persone,  i vissuti devastati e devastanti di uomini piegati, di adolescenti piagati, peggio scomparsi.

Pezzi di vita immatura ammucchiata addosso a giovanissimi inconsapevoli del cappio al collo, costruito da una diseducazione che è prettamente genitoriale, professorale, a tal punto da divenire cultura della fatica non eccessiva, della responsabilità che è sempre altrui, del male minore, sempre che ciò accada un passo, meglio due, più in là della nostra dimora illusoriamente intoccabile.

Non esistono altisonanti carichi scientifici, titoli, e ruoli ben definiti, che possono allontanare dalla consueta morte che attende alla curva dei rischi estremi, non esiste un Dio altro, altero e severo, che può elargire comandi salvifici, non ci possono essere davvero titubanze, su questo argomento, perché davvero non sopravvive alcuna speculazione filosofica.

Non è possibile entrare in una scuola e leggere negli sguardi dei ragazzi l’inquietudine della colpa, anestetizzata dallo scampato pericolo, perché stamattina il coma etilico è toccato a un altro.

Non è possibile incontrare quel giovane in una comunità, ridotto a un ammasso di niente, sotto vuoto spinto, e con la pazienza della speranza accoglierlo, accompagnarlo, in un percorso di ricostruzione e di riconciliazione, ciò attraverso l’esperienza dei fallimenti non certamente delle parole dette in fretta per non dire niente.

A una Giustizia giusta non appartiene la sanzione punitiva nei riguardi di una tossicodipendenza che annienta dignità e capacità di amare, aiutare non può significare  incarcerare né mutilare ulteriormente la personalità più fragile.

Chi scrive non è maestro di niente, neppure possiede grandi consigli da donare, o intuizioni geniali per arginare questo sgretolamento sociale, di certo però non riesco a pensare a una droga compatibile, o collettivamente tollerabile,  forse è necessario più semplicemente non tacere, non avere timori ad andare controtendenza, impattando senza indugio le icone della trasgressione, in forza delle tragedie che ci portiamo addosso, memoria indelebile per smetterla di sparare alle spalle dei più giovani.

Stop al pagamento delle tasse scolastiche per redditi Isee sotto ventimila euro

da Il Sole 24 Ore

di Laura Virli

Il ministero dell’Istruzione ha recentemente emanato il decreto ministeriale 370/2019, riguardante l’esonero totale dal pagamento delle tasse scolastiche, in ottemperanza dell’articolo 4 del Dlgs 63/2017.

Soglia d’esenzione a 20mila euro
Con tale decreto il Miur ha stabilito che gli studenti delle classi quarte delle scuole secondarie di secondo grado dell’anno scolastico 2018/2019 e 2019/2020, appartenenti a nuclei familiari il cui valore dell’Indicatore della situazione economica equivalente (lsee) è pari o inferiore a ventimila euro sono esonerati dal pagamento delle tasse scolastiche.
Le tasse scolastiche, espressione della potestà impositiva dello Stato, vanno pagate obbligatoriamente per il quarto e quinto anno degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, praticamente dopo il compimento del sedicesimo anno di età e l’assolvimento dell’obbligo scolastico.
La normativa vigente prevede quattro distinti tipi di tributo: di iscrizione, di frequenza, di esame e di rilascio di diploma.
Per la tassa di iscrizione si versano € 6,04, per la tassa di frequenza € 15,13, per la tassa per esami di idoneità, integrativi, di licenza, di maturità e di abilitazione € 12,092, per la tassa di rilascio dei diplomi € 15,13.
Essendo il decreto uscito con notevole ritardo, il Miur ha emanato la circolare n. 13053 del 14 giugno 2019 per rendere noto che saranno fornite successive indicazioni, nel caso di famiglie che hanno già versato le tasse, pur essendo esonerabili. Questo perché, al momento, sono in corso interlocuzioni con l’Agenzia delle entrate volte a definire la relativa procedura di rimborso di quanto non dovuto.

Requisiti richiesti
Per ottenere l’esonero per motivi economici è necessario che lo studente abbia ottenuto un voto di comportamento non inferiore a otto decimi, che non abbia ricevuto una sanzione disciplinare superiore a cinque giorni di sospensione, e che sia stato promosso (tranne i casi di comprovata infermità).
Il beneficio dell’esonero è riconosciuto su specifica domanda della famiglia, nella quale è individuato il valore Isee riportato in un’attestazione in corso di validità.

Altri casi di esonero
Restano esonerati dal pagamento delle tasse scolastiche, ai sensi della norma vigente, anche gli studenti che abbiano conseguito una votazione non inferiore alla media di otto decimi negli scrutini finali, e i figli di cittadini italiani residenti all’estero che svolgono i loro studi in Italia.
Per gli studenti stranieri che si iscrivono nelle istituzioni scolastiche statali l’esonero dal pagamento delle tasse scolastiche è concesso se è prevista anche nel paese d’origine.


Maturità, l’esame orale «è come un quiz televisivo»

da Il Sole 24 Ore

di Scuola24

Un esame come «un quiz televisivo, ma non così difficile». Dopo i 45 minuti più temuti dell’anno per gli studenti, e in attesa del verdetto dei prof, arriva il bilancio dei ragazzi sulla nuova prova orale della maturità 2019, cominciata ieri mattina: il colloquio con le buste. La
novità, la scelta di tre buste predisposte dalla commissione contenenti alcuni materiali per avviare l’interrogazione, si è rivelata per gli esaminandi meno ardua del previsto. E nel primo giorno, tra le aule dell’istituto Carlo Cattaneo di Milano, ha fatto capolino anche il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti. «Ho evitato volutamente un liceo – ha spiegato Bussetti – proprio perché volevo dare risalto anche a questa tipologia di scuola tecnico
professionale. Ho visto che tutto procedeva bene e che i ragazzi erano un po’ più tranquilli. Mi ha fatto piacere».

I maturandi sembrano essere riusciti a vincere lo spauracchio. Alla vigilia, per gli studenti, il fatto di «non sapere con quale argomento iniziasse l’orale rendeva difficile organizzare il ripasso». Secondo la websurvey di Skuola.net quasi nove ragazzi su dieci si erano infatti detti preoccupati. Poi le paure sono state superate. Neppure il tempo di rimpiangere la vecchia tesina degli anni precedenti, che i primi esaminandi – a fine colloquio – hanno commentato con serenità l’esito dell’esame. Ma quasi uno studente su due – sempre
secondo il sondaggio – ha spiegato di aver avuto qualche anticipazione. «Non è così difficile, i professori ci lasciano comunque parlare, è in stile colloquio. Non ci sono le solite singole domande. Certo, con le buste sembra di essere ad un quiz della tv», hanno commentato alcuni ragazzi all’uscita di un liceo romano. E altri: «Così siamo più autonomi, riusciamo ad orientarci da soli negli argomenti».

Secondo la prova, sono state previste tante buste quanti sono i candidati più due unità, in modo tale da assicurare anche all’ultimo candidato la possibilità di scegliere tra tre buste.
In queste ultime non ci sono domande o quiz, ma piuttosto dei materiali di spunto: un testo, un documento, un progetto, un problema, un disegno, una fotografia. Tutti comunque legati al percorso di studi che è stato effettuato durante il percorso scolastico. Da qui è partito il colloquio per l’esame orale che permette alla commissione di fare le sue verifiche sul programma svolto, ma anche sui progetti legati alla cittadinanza e alla Costituzione.

Ovviamente, anche le prove scritte sono oggetto del colloquio. La commissione alla fine dell’esame orale, che dura in media 45 minuti, assegna un punteggio, con un massimo di 20 punti per la valutazione del colloquio.

Mobilità docenti, accolte più della metà delle domande di trasferimento. Bussetti: grande lavoro con un mese di anticipo

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Quasi 70 mila richieste di trasferimenti soddisfatte su poco meno di 130 mila domande. Sono questi i macro-numeri che il ministero dell’Istruzione ha voluto rendere pubblici, nel giorno della pubblicazione dei movimenti provinciali ed interprovinciali.

Le domande presentate

Le domande di mobilità presentate quest’anno sono state 129.802: ben 107.788 per la mobilità territoriale, le rimanenti per quella professionale. Oltre 115mila gli insegnanti coinvolti (si potevano presentare più domande), di cui oltre 94mila donne.

La maggior parte spostamenti su Comune o Provincia

Alla fine della procedura è stato soddisfatto oltre il 55% delle domande di mobilità, contro il 45,28% di un anno fa.

In particolare, sono state accolte 58.948 domande di mobilità territoriale, il 54,7% del totale di quelle presentate.

Quasi 9.000 sono stati gli spostamenti fuori regione garantiti agli insegnanti, contro i 7.493 del 2018.

Bussetti: compiuto un grande sforzo

I risultati della mobilità dei docenti pubblicati il 25 giugno, ha detto il ministro dell’Istruzione, “dimostrano che è stato fatto un grande lavoro. La macchina amministrativa ha lavorato bene e molto rapidamente, consentendo agli insegnanti di conoscere con oltre un mese di anticipo i risultati delle domande presentate”.

“Ringrazio il personale degli uffici periferici del Miur per il grande impegno profuso. Sono riusciti a lavorare velocemente tutte le pratiche. Da uomo di scuola e da ex dirigente territoriale, so bene quale sforzo è stato compiuto, abbiamo il dovere di riconoscerlo”.

I risultati in una sola giornata

“Voglio sottolineare – ha proseguito il ministro – che quest’anno, proprio grazie al grande lavoro fatto dagli Uffici territoriali, compresi coloro che hanno lavorato sulle pratiche pensionistiche, fra cui quelle di ‘Quota 100’, siamo riusciti a pubblicare i risultati della mobilità in una sola giornata anziché in più giorni, come accadeva fino allo scorso anno”.

“Credo – ha concluso Bussetti – che si sia trattato di un segnale di attenzione importante nei confronti dei nostri docenti e della scuola. Ora proseguiremo rapidamente con le altre operazioni relative all’avvio del nuovo anno scolastico. Stiamo giocando d’anticipo per garantire una partenza ordinata ai nostri ragazzi e insegnanti”.

Regionalizzazione scuola, blitz Lega: il 26 giugno il testo in CdM, il M5S potrebbe spaccarsi, sindacati in piazza divisi

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Sulla regionalizzazione della scuola siamo alla prova del nove: mentre la Lega tenta di far approvare l’impianto normativo, inserendo il testo in Consiglio dei ministri, i sindacati affilano le armi e scendono in piazza perché ritengono, in sostanza, che l’autonomia differenziata spezzetterebbe l’unita scolastica nazionale e il diritto allo studio. Anche se non protesteranno uniti e questo, in qualche modo, potrebbe indebolirli.

La manifestazione del 25 giugno davanti Montecitorio

Martedì 25 giugno davanti a Montecitorio, dalle ore 14.00, si svolgerà la manifestazione “No alla regionalizzazione scolastica, difendere la Scuola di Stato“.

All’evento, promosso da un Comitato spontaneo nazionale, ci saranno ache diversi sindacati: Cobas, Unicobas, Anief, AND (Associazione nazionale docenti), ADIDA (Associazione docenti invisibili da abilitare) e Gilda degli insegnanti.

Alla protesta saranno presenti pure diverse associazioni e comitati, tra cui l’Accademia nazionale Docenti, Donne a scuola, Professione Insegnante, Civesscuola, Per la Scuola della Repubblica, Illuminitalia ed il Comitato Nazionale contro Mobbing-bossing scolastico (2007) O.n.l.u.s. e molte altre.

Davanti al Parlamento, il 25 giugno ci sarà anche lo scrittore Pino Aprile, esperto sulla questione meridionale, da noi intervistato qualche mese fa.

E a sostenere la protesta sembra che possano esserci anche alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle.

Una eventualità che se dovesse verificarsi, andrebbe a determinare una spaccatura all’interno del M5S. Le premesse ci sono tutte.

Come si comporterà il M5S?

Se qualche giorno fa il leader politico dei grillini, Luigi Di Maio, ha ribadito il suo no a stipendi e concorsi differenziati, con effetti diretti su comparti come Scuola e Sanità, successivamente la ministra per il Sud, Barbara Lezzi, rispondendo a una domanda, nel corso dell’audizione sull’Autonomia in Commissione Federalismo fiscale, è sembrata più timorosa delle spese legate ai finanziamenti locali che dagli effetti dell’autonomia differenziata: la Lezzi ha detto che “la Stefani (la ministra leghista per gli affari regionali e le autonomie n.d.r.) ha fatto un ottimo lavoro e che “se il ministro Stefani vorrà presentarlo anche nel Consiglio dei ministri di oggi sono prontissima a recepirlo”.

La possibilità che ciò avvenga, che il testo arrivi all’esame del Governo, dopo lo stop di metà febbraio, si è fatta sempre più concreta. Il testo dovrebbe essere inserito nel confronto di metà settimana, mercoledì 26 giugno tra i vari ministri e il premier Giuseppe Conte, con la Lega che stavolta potrebbe arrivare più forte all’appuntamento decisivo (indispensabile per l’approdo del testo alle Camere), a seguito del successo riscontrato in occasione delle rinnovo dei parlamentari italiani a Bruxelles.

Va poi sottolineata una mezza apertura da parte del leader politico del M5S, Luigi Di Maio, che alcuni giorni fa ha fatto intendere che se ne potrebbe parlare laddove si preveda, in parallelo, “un grande piano per il Sud”.

Flash Mob il 26 giugno

Proprio per mercoledì 26 giugno, le sigle sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Gilda Unams, Snals Confsal, hanno organizzato un Flash Mob per ribadire il no all’autonomia differenziata.

“È di questi giorni – si legge in una nota sindacale unitaria – l’accelerazione da parte del Governo sul tema e proprio in questi giorni e proprio mercoledì 26 discuterà il tema . Questo progetto rischia di frammentare il nostro sistema d’istruzione, creando cittadini e lavoratori di serie A e di serie B. Non possiamo tollerare tutto questo e da mesi ci mobilitiamo in tutto il paese contro questo disegno”.

“Per questo come organizzazioni sindacali saremo in piazza per ribadire il nostro no al progetto di riforma”, concludono i sindacati.

Il nuovo sito del Miur: tra le novità una chat per interagire con il pubblico

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Una veste grafica rinnovata, contenuti riorganizzati per permettere una navigazione più efficace, uno spazio per le buone pratiche del sistema di istruzione e il mondo Miur.

È on line da oggi il nuovo sito istituzionale del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in una versione più aggiornata e dinamica, pensata per offrire un servizio migliore agli utenti e valorizzare le iniziative di scuole, università ed enti di ricerca.

Tra le principali novità, l’introduzione di una chatbot nella sezione relativa all’Ufficio relazioni con il pubblico: gli utenti avranno a disposizione un’assistente virtuale in grado di offrire loro le informazioni di cui hanno bisogno. Inoltre, l’accesso ai servizi on line del portale sarà finalmente consentito anche tramite SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale che garantisce sicurezza e protezione dei dati a tutti i cittadini e alle imprese che ne fanno uso.

Il sito diventa sempre più mobile-friendly, per assicurare la piena fruibilità dei contenuti anche da smartphone e dispositivi mobili. Vengono introdotti un nuovo motore di ricerca e una sezione denominata “Le storie”, grazie alla quale gli utenti potranno conoscere le eccellenze del sistema di istruzione e formazione italiano.

Infine, per consentire un accesso semplificato agli argomenti e ai servizi di maggior interesse e facilitarne la consultazione, sarà disponibile sul sito una finestra dinamica che conterrà, in evidenza, i temi più ricercati con tutti gli aggiornamenti in tempo reale su atti, normativa e notizie pubblicati.

RAV e rendicontazione sociale delle scuole: cosa c’è da sapere

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

E’ tempo di Rapporto di Autovalutazione (RAV), che è un documento che è stato introdotto dal DPR 80 del 28/03/2013.

Con questa norma si intende regolamentare il Sistema Nazionale di Valutazione che, al fine di migliorare la qualità dell’offerta formativa e degli apprendimenti, ha il compito di valutare l’efficienza e l’efficacia del sistema educativo di istruzione e formazione.

Le istituzioni scolastiche (statali e paritarie) sono state chiamate dal 2015 a sviluppare un’attività di analisi e di valutazione interna partendo da dati ed informazioni secondo il percorso delineato dal Rapporto di autovalutazione (RAV), elaborato on line attraverso una piattaforma operativa unitaria.

Il RAV è quindi strutturato in quattro grandi aree:

Area Descrittiva: viene descritto il contesto territoriale in cui la scuola è inserita e le risorse in esso presenti;
Area Valutativa: con riguardo sia agli esiti riportati dagli studenti che alle pratiche educativo-didattiche ed organizzativo-gestionali;
Area Riflessiva: con oggetto il processo stesso di autovalutazione;
Area Proattiva: orientata alla definizione delle priorità per migliorare gli esiti

La nota del Miur

Dal 30 maggio al 31 dicembre 2019 viene resa disponibile la piattaforma per la predisposizione della Rendicontazione sociale 2019, che costituisce la fase conclusiva del ciclo di valutazione delle istituzioni scolastiche, per la prima volta chiamate a dare conto dei risultati raggiunti con riferimento alle priorità e ai traguardi individuati al termine del processo di autovalutazione.

Ciascuna scuola dichiara quanto realizzato, evidenziando i risultati raggiunti grazie all’autonomia che ne ha caratterizzato le azioni, e orienta le scelte future, in modo da fissare le priorità strategiche del triennio successivo.

L’attività di rendicontazione dovrà essere conclusa con la pubblicazione nel portale “Scuola in Chiaro”.

Le scuole che hanno utilizzato la piattaforma per l’elaborazione del PTOF all’interno del portale SIDI troveranno precaricate nel RAV le coppie “Priorità” e “Traguardi”, conservando la possibilità di  modificarle ulteriormente. Il RAV, una volta, verrà pubblicato direttamente nell’apposita sezione del portale “Scuola  in Chiaro”.

Entro dicembre, comunque, tutti i RAV verranno ripubblicati automaticamente sul portale “Scuola in Chiaro”, salvo che la scuola non vi abbia già provveduto autonomamente.

Per le scuole paritarie, esclusivamente per quanto riguarda l’elaborazione del Rapporto di autovalutazione, seguirà una specifica nota con l’indicazione della tempistica e della modalità di compilazione.

Terza prova scritta Esame II Ciclo

Si svolge il 25 giugno la terza prova scritta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di Istruzione:

  • nei licei ed istituti tecnici presso i quali è presente il progetto sperimentale ESABAC ed ESABAC TECHNO,
  • nei licei con sezioni ad opzione internazionale cinese, spagnola, e tedesca.


I testi delle prove dal 1985 al 2018 sono disponibili nella rubrica Esami.


Diario d’Esame A.S. 2018-2019
Una guida, passo per passo, al lavoro delle Commissioni
a cura di Dario Cillo diario

Competenze di base – 2a edizione: autorizzazioni all’avvio dei progetti

Fondi Strutturali Europei – Programma Operativo Nazionale “Per la scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020. ” Asse I – Istruzione – Fondo Sociale Europeo (FSE) – Obiettivo Specifico 10.2 e, in quanto coerente Programma Operativo Complementare “Per la Scuola. Competenze e ambienti per l’apprendimento» 2014-2020– ” Asse I – Istruzione Fondo di Rotazione. Avviso pubblico prot. 4396 del 9 marzo 2018 per la realizzazione di progetti di potenziamento delle competenze di base in chiave innovativa, a supporto dell’offerta formativa. Obiettivo specifico 10.2 Miglioramento delle competenze chiave degli allievi Sotto Azione 10.2.1 A Azioni specifiche per la scuola dell’infanzia; Sotto Azione 10.2.2A Competenze di base.

Autorizzazione progetti.

Autorizzazioni del 25 giugno 2019