IL SOLITO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE!

IL SOLITO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE!

Continuano le docce fredde per noi, DIPLOMATI MAGISTRALE, sotto questo caldo rovente.
Ancora una volta il Miur, nella persona del Ministro Bussetti, ha ignorato e posticipato un problema che si protrae da troppo tempo.
In questi anni di lotta per rivendicare un nostro diritto, si è innescata una guerra tra poveri perché davanti ai giudici non abbiamo ottenuto giustizia nella stessa misura. Circa 3000 colleghi hanno ottenuto l’inserimento in GAE e il conseguente ruolo senza riserva, circa 6000 si portano dal 2015 la tanto odiata “T” sulle spalle, nonostante il ruolo ottenuto e l’anno di prova superato e circa 50000 sono inseriti nelle GAE sempre con riserva.
Le nostre pretese non nascono da un capriccio, ma da un giudizio favorevole alla nostra causa sancito nel 2014 dai Giudici di Palazzo Spada, gli stessi che, a distanza di tre anni e smentendosi, hanno vanificato i nostri sogni, che pian piano, stavano concretizzandosi.
E se per loro tutto ciò non ha importanza, per NOI è stata una grande bastonata e abbiamo visto molti colleghi perdere il proprio posto di lavoro, quindi la trasformazione di un contratto a tempo indeterminato a tempo determinato, in virtù del Decreto Dignità, se tale si può chiamare.
Non ancora contenti, è stato indetto un concorso straordinario che non ha rispettato e valorizzato il merito e che ha escluso molti docenti. Ma per il “nostro” Ministro il problema era stato risolto.
A breve verranno pubblicate le graduatorie di merito regionali (alcune regioni le hanno già rese note) che includeranno docenti in ruolo con riserva con anno di prova superato, docenti inseriti nelle GAE con riserva (da poco aggiornate e non ancora divulgate da molte province) e docenti attualmente inseriti nella II fascia delle graduatorie di Istituto.
E fino a qua potrebbe sembrare tutto nella norma. Ma la questione ha dell’assurdo nel momento in cui gli insegnanti in ruolo con riserva (alcuni, come noi, dal 2015 e 2016), destinatari di proposta di assunzione dalle graduatorie regionali, non potranno scegliere il posto da loro occupato lo scorso anno scolastico perché risulta occupato (da se stessi). Non solo.
Questi stessi docenti, se non riescono ad ottenere il ruolo dalle nuove graduatorie, rischiano di essere licenziati in corso d’anno e non ci sarà nessun paracadute pronto a soccorrerli.
Ma ci rendiamo conto dell’ulteriore disordine che si è venuto a creare?
Ora, per tamponare e pensiamo anche per tenerci buoni, la Regione Lombardia è arrivata ad un accordo il quale prevede che per l’anno scolastico 2019/2020, il personale docente già titolare di un contratto a tempo indeterminato e destinatario di proposta di assunzione, entro due giorni dalla firma del nuovo contratto, potrà chiedere di essere utilizzato, per continuità didattica, sulla scuola e sul medesimo posto occupato nell’a.s. 2018/2019.
Vi sembra una soluzione?
Alla luce di quanto sopra, chiediamo:
• Estendere a tutte le Regioni l’accordo raggiunto dalla Regione Lombardia.
• Un Decreto d’urgenza che preveda lo scioglimento della riserva (abbiamo sostenuto la prova prevista dal concorso, requisito utile per l’assunzione in ruolo) per tutti coloro che sono in ruolo, al fine di garantire maggiori assunzioni e accorciare il reclutamento dalle graduatorie di merito regionali.
• Garantire al personale docente che verrà individuato per la stipula di un contratto a tempo indeterminato, un luogo di lavoro vicino casa, per evitare il pasticcio del Governo Renzi (molti docenti ancora stanno subendo gli effetti di quelle assunzioni).
• Aprire una finestra per l’aggiornamento delle graduatorie di istituto per tutti i docenti che sono già stati licenziati o che, a seguito di sentenza di merito sfavorevole, perderanno il posto di lavoro.
• Per ultimo e non per importanza, rispetto per il NOSTRO lavoro che per anni ha permesso il buon funzionamento della scuola italiana. RISPETTO PER TUTTI NOI, che prima di essere degli insegnanti, siamo delle persone.

Concorso bloccato dal Tar «A settembre assumeremo i nuovi presidi nelle scuole»

da Corriere della sera

Gianna Fregonara

«Anche a me, quando ho vinto il concorso per dirigente scolastico, hanno annullato la procedura per violazione del principio di anonimato. Hanno ricorretto i temi. Sono risultato nuovamente vincitore. Dunque io comprendo come si sentano oggi i 2.900 candidati che hanno superato tutte le prove e sono pronti a entrare di ruolo. Sono dispiaciuto, abbiamo fatto un concorso che è storico: 38 mila candidati in tutta Italia, 38 commissioni e sottocommissioni, 342 commissari: la scuola italiana ha bisogno di questi nuovi dirigenti».

Ministro Bussetti, il Tar è stato chiaro: tutto da rifare, dunque a settembre non avremo i nuovi presidi.

«Al contrario, farò di tutto per assumerli, penso a quanto hanno lavorato e studiato per il concorso. Abbiamo presentato l’appello al Consiglio di Stato e chiesto anche la sospensiva di questa sentenza in via di urgenza. Se la nostra richiesta sarà accolta, procederemo ad approvare la graduatoria e ad assumere dal primo settembre i nuovi presidi nelle scuole».

E se poi il Consiglio di Stato dovesse confermare nel merito la decisione del Tar? I nuovi presidi torneranno a casa? O farete la solita sanatoria?

«Le sentenze si rispettano. Intanto confido che a settembre si possa iniziare l’anno con i nuovi dirigenti».

Sì, ma la procedura non era corretta: ci sono tre commissari che sono incompatibili, come è stato possibile?

«I commissari autocertificano che non hanno incompatibilità, poi gli uffici ministeriali controllano a campione. A nostro avviso i tre casi rilevati dal Tar non possono invalidare la procedura. Agli uffici Miur risulta che le due commissarie, che secondo il Tar avrebbero fatto formazione nell’anno precedente, in realtà non hanno svolto alcuna attività incompatibile secondo la disciplina vigente».

E il sindaco di Alvignano, in provincia di Caserta, che non avrebbe potuto essere commissario ma lo è?

«Abbiamo controllato: dalle prime verifiche non risultano candidati residenti nel comune di Alvignano tra i partecipanti al concorso. Dunque verrebbe meno ogni possibilità anche teorica di aver inficiato i risultati».

Però il sindaco ha dichiarato una falsità.

Abbiamo presentato l’appello al Consiglio di Stato e chiesto la sospensiva urgente della sentenza

«Se l’autocertificazione risultasse falsa vi sarebbe materia per il giudice penale. Ma ciò non può certo inficiare il buon esito di un concorso. C’è un evidente interesse pubblico a che il concorso si concluda. Io sono fiducioso».

Perché non avete spiegato questi dettagli già davanti al Tar?

«L’Avvocatura dello Stato l’ha fatto. Lo farà con ancora maggior dettaglio davanti al Consiglio di Stato».

Oltre ai presidi mancano anche gli insegnanti nelle scuole, lei ha promesso nuovi concorsi, straordinari e ordinari, entro l’estate. Ma ancora non ci sono i bandi.

«Quello che è successo con i presidi consiglia di fare tutti i passaggi burocratici per bene. Entro luglio, intendo proporre un decreto legge per dare attuazione all’accordo con i sindacati per il concorso straordinario per la scuola secondaria, riservato ai precari con più di tre anni di anzianità».

Per settembre lei ha annunciato 58 mila assunzioni: l’anno scorso volevate 56 mila insegnanti ma poi ne avete assunti solo la metà.

«Purtroppo mancano i docenti, è un problema che viene da lontano. Abbiamo aggiornato le graduatorie ad esaurimento dove erano chiuse. Per il primo settembre 2019 speriamo di avere i nuovi insegnanti di ruolo».

Nel Decreto legge di correzione della Finanziaria che ci chiede l’Europa ci saranno tagli alla scuola?

«Piccoli risparmi sul funzionamento del ministero. Nessun taglio alla scuola, né all’Università o alla Ricerca».

C’è un interesse pubblico a che il con-corso si concluda La scuola ha bisogno di questi dirigenti

I sindacati premono per cambiare l’intesa sull’autonomia differenziata che riguarda anche gli insegnanti, li ascolterà?

«Il testo che riguarda la scuola è definito a livello tecnico ormai da mesi. Lo stiamo limando in questi giorni con il confronto politico tra le forze di maggioranza».


Concorso presidi, il Miur fa appello contro l’annullamento

da Corriere della sera

Valentina Santarpia

Il Miur ha proposto appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar con cui è stato annullato il concorso per dirigenti scolastici. Secondo i giudici amministrativi , che hanno accolto uno dei ricorsi presentati sulle irregolarità del concorso, alcuni membri della commissione principale che ha stabilito i criteri di valutazione per il concorso erano incompatibili con l’incarico svolto. Di conseguenza, sarebbe stato inficiato l’operato e la legittimità di tutte le altre commissioni. Con l’appello del ministero dell’Istruzione è stata anche chiesta la sospensione con urgenza dell’efficacia esecutiva delle sentenze. Se la richiesta venisse accolta dal giudice monocratico, in attesa della decisione della Camera di Consiglio attesa per fine luglio, si potrebbe terminare lo svolgimento degli orali previsto per l’11 luglio. «La sospensiva – spiega la responsabile del Dipartimento dei dirigenti scolastici Uil Scuola, Rosa Cirillo – consentirà di continuare le prove orali, di stilare e approvare la graduatoria dei vincitori di concorso. In questo modo, a settembre, cercando di ricomporre l’intricato puzzle giuridico normativo che si va delineando nei prossimi mesi, si potrà procedere con le nomine in ruolo, con riserva, in attesa della decisione del Consiglio di Stato, che potrebbe dar seguito alla sentenza del Tar e invalidare il concorso, ovvero riformare la sentenza di primo grado». Per salvare quanto fatto finora, si potrebbe pensare ad un preciso dispositivo legislativo, magari permettendo ai vincitori di poter fare un corso-concorso di formazione, con esame finale, per accedere alla dirigenza, suggerisce il leader della Uil Scuola, Pino Turi.

Le posizioni in campo

L’annullamento del concorso ha gettato concorrenti e sindacati nel panico: chi ha superato le prove infatti, vede crollare l’obiettivo dopo aver studiato per mesi e mesi; i sindacati sono preoccupati perché se la sentenza del Tar venisse confermata nelle scuole potrebbero mancare quasi 3000 dirigenti su 8300 istituzioni scolastiche. Al concorso hanno partecipato 15 mila persone, 9600 hanno superato le prove preselettive, 3800 gli scritti, gli orali erano in via di conclusione. I posti sono 2900 circa. Ma non è del tutto vero che se queste assunzioni non ci saranno, le scuole rimarranno senza presidi, come paventa il presidente dell’associazione nazionale presidi del Lazio. In Italia, esiste infatti il sistema delle reggenze – fortemente criticato – che permette di colmare la carenza di personale, attraverso nomine temporanee. «L’annullamento del concorso è una salvezza per i tanti dirigenti scolastici ingiustamente esclusi», sostiene il Codacons. Intanto l’opposizione lancia le accuse: «Non sarebbe stato meglio conservare il corso-concorso predisposto dal Pd, anziché bandire un concorso che ora lascia nell’ansia migliaia di docenti?», chiede Camilla Sgambato, responsabile Scuola del PD. «Nei mesi scorsi, avevamo sollecitato il Miur a trovare delle contromisure nell’eventualità che alcuni dei ricorsi fossero accolti, ma il ministro non ha voluto ascoltare», ha aggiunto la collega del Pd Simona Malpezzi. Il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro parla di «operato pasticcione del governo».

Il verbale nel mirino

Ma non è detto che la vicenda non possa avere un esito diverso e inaspettato. Secondo Tuttoscuola, che ha esaminato il verbale della riunione plenaria – del 25 gennaio scorso – della commissione e delle sotto-commissioni sotto accusa, la decisione del Tar di annullare la prova scritta del concorso dei dirigenti scolastici potrebbe essere infondata: dalle firme apposte non risulta nessuno dei tre commissari ritenuti in situazione di incompatibilità. Il Tar ha annullato la prova scritta del concorso perché la seduta della plenaria del 25 gennaio 2019 non sarebbe stata valida in quanto «la presenza anche di un solo componente versante in situazione di incompatibilità mina in radice il principio del collegio perfetto con conseguente invalidità delle attività svolte». «Eppure – sostiene la testata specializzata nel settore scolastico – leggendo il verbale della plenaria dello scorso 25 gennaio non compaiono le firme dei commissari «incompatibili», bensì quelle dei presidenti di commissione o loro delegati».


Vaccini, entro 10 luglio presentazione documentazione. Adempimenti e Sanzioni

da Orizzontescuola

di redazione

Entro il 10 luglio, le famiglie devono presentare alle scuole la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie per la frequenza scolastica o la formale richiesta di vaccinazione all’ASL competente.

La presentazione della documentazione succitata, però, non riguarda tutte le famiglie ma soltanto quelle i cui figli, sono risultati non in regola in seguito al controllo dell’ASL.

Indicazioni Miur

Le indicazioni, riguardanti le vaccinazioni per l’a.s. 2019/20, sono state fornite dal Miur nella circolare n. 18902 del 7/11/2018, dove leggiamo che i dirigenti scolastici devono dare attuazione a quanto previsto dall’articolo 3 bis del decreto legge 7 giugno 2017, n. 73, convertito con modificazioni in legge 31 luglio 2017, n. 119.

Il succitato articolo 3 bis disciplina la cosiddetta procedura semplificata, introdotta dalla legge a partire dall’a.s. 2019/20.

Sintesi adempimenti vaccinali

Sintetizziamo schematicamente gli adempimenti di scuole e famiglie ai fini della regolarizzazione in materia di vaccinazioni (alcuni adempimenti naturalmente sono stati svolti):

  • i dirigenti scolastici (e i responsabili dei servizi educativi, dei centri di formazione professionale e delle scuole private non paritarie) devono trasmettere alle aziende sanitarie locali, entro il 10 marzo, l’elenco degli iscritti di età compresa tra zero e sedici anni, inclusi i minori stranieri non accompagnati, per l’anno scolastico successivo;
  • le ALS, entro il 10 giugno, restituiscono i summenzionati elenchi con l’indicazione dei soggetti che non risultino in regola con gli obblighi vaccinali, che non rientrino nelle situazioni di esonero, omissione o differimento delle vaccinazioni e che non abbiano presentato formale richiesta di vaccinazione.
  • nei dieci giorni successivi all’acquisizione degli elenchi con le indicazioni succitate, i dirigenti scolastici invitano i genitori, i tutori o i soggetti affidatari a depositare, entro il 10 luglio, la documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni ovvero l’esonero, l’omissione o il differimento delle stesse, o la presentazione della formale richiesta di vaccinazione all’ASL competente.
  • dopo il suddetto invito, i dirigenti scolastici trasmettono all’ASL, entro il 20 luglio, la documentazione presentata dai genitori o la comunicazione dell’eventuale mancato deposito per gli adempimenti di competenza e, ricorrendone i presupposti, per l’applicazione delle sanzioni.  Per la scuola dell’infanzia e i servizi educativi per l’infanzia la mancata presentazione della documentazione summenzionata comporta la decadenza dall’iscrizione. Non determina, invece, la decadenza dall’iscrizione né impedisce la partecipazione  agli esami, per gli altri gradi di istruzione.

Sanzioni

Come detto sopra, il mancato adempito dell’obbligo vaccinale, per i bambini sino a 6 anni, comporta la decadenza dall’iscrizione, ossia non possono accedere agli asili nido e alle scuole dell’infanzia.

Per le famiglie degli alunni da 6 a 16 anni, invece, è prevista una sanzione pecuniaria da 100 a 500 euro.

Pensioni, pronto decreto per anticipo buonuscita. Come funzionerà

da Orizzontescuola

di redazione

Il decreto legge n. 4/2019, il cosiddetto decreto quota 100, prevede che il personale del pubblico impiego andato in pensione da aprile 2019 può presentare richiesta di anticipo del TFS/TFR (Trattamento fine servizio o fine rapporto) spettante. Per la scuola, la data a partire dalla quale i pensionati possono richiedere il suddetto anticipo è il 1° settembre 2019.

Al momento, come riferito nei giorni scorsi, il succitato anticipo non si può richiedere, in quanto manca il decreto che ne definirà le modalità attuative, decreto che andava emanato entro sessanta giorni dalla data di conversione in legge del decreto quota 100.

Iter decreto

Il decreto, come leggiamo su Askanews, è pronto. Queste le parole della Ministra Bongiorno: “E’ pronto per essere inviato al Garante per la protezione dei dati personali e all’Autorità garante della concorrenza e del mercato il decreto del presidente del Consiglio dei ministri, elaborato a seguito del tavolo tecnico di confronto con i rappresentati degli uffici del Ministero dell’Economia e delle finanze, del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, del Ministro per la Pubblica amministrazione e dell’Inps, che disciplina il procedimento di anticipazione del Tfs/Tfr per i dipendenti pubblici, così come previsto dal decreto legge ‘quota 100′”

Dopo il succitato passaggio, il decreto sarà inviato, per il previsto parere, al Consiglio di Stato.

Anticipo

Grazie alla misura prevista nel decreto n. 4/2019, i pubblici dipendenti, già andati in pensione senza aver ancora riscosso la liquidazione del Tfs/Tfr o che vi andranno nei prossimi mesi, potranno chiedere e ottenere un anticipo (fino a 45 mila euro) del loro trattamento di fine rapporto.

L’anticipo sarà possibile grazie ad un accordo tra l’Abi e i Ministri del lavoro e delle politiche sociali, dell’Economia e delle finanze e per la Pubblica amministrazione.

Procedura

La Bongiorno sintetizza il percorso da seguire al fine di ottenere l’anticipo del TFS/TFR:

  • l’interessato deve prima ricevere dall’ente erogatore del Tfs/Tfr (l’elenco degli enti erogatori sarà pubblicato e reso disponibile sul sito del Dipartimento della Funzione Pubblica entro 10 giorni dall’entrata in vigore del regolamento) la certificazione relativa al diritto all’anticipo;
  • ricevuta la certificazione, l’interessato si potrà rivolgere ad uno degli istituti di credito che hanno aderito all’accordo quadro Abi;
  • l’istituto di credito, ricevuta la conferma dall’ente erogatore circa il diritto del richiedente, liquiderà l’anticipo entro quindici giorni.

Tra la data di presentazione della domanda per la certificazione del diritto all’anticipo del Tfs/Tfr all’ente erogatore e la data di accredito dello stesso non possono trascorrere più di 75 giorni. A tale tempistica, si aggiungono i tempi di presentazione della domanda di anticipo all’istituto di credito scelto e quelli per l’istruttoria interna da parte della banca.

Restituzione somme

L’anticipo costituisce un prestito che viene restituito, tramite cessione di credito, dall’ente erogatore del Tfs/Tfr mediante il versamento all’istituto bancario della quota anticipata.

Riduzione Irpef

Oltre all’anticipo suddetto, il decreto quota 100 prevede la riduzione dell’Irpef da applicare alle somme ricevute  a titolo di Tfs/Tfr fino a 50.000,00 euro.

Testo regionalizzazione scuola pronto, ultimi ritocchi in questi giorni

da Orizzontescuola

di redazione

L’intesa del 24 aprile raggiunta tra Governo, Miur e sindacati – in base alla quale questi ultimi hanno revocato lo sciopero del 17 maggio – riguardava anche la regionalizzazione.

In essa si  prevede l’impegno per la salvaguardia dell’unità del sistema nazionale d’istruzione, stato giuridico di tutto il personale regolamentato dal CCNL, ecc . Resterà quindi nazionale la modalità di reclutamento del personale docente e ATA

“Siamo fermamente convinti che la scuola vada lasciata fuori da ogni ipotesi di autonomia differenziata, operazione a nostro avviso in contrasto per molti aspetti col dettato costituzionale ed estremamente pericolosa – hanno dichiarato qualche giorno fa  Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi, Giuseppe Turi, Elvira Serafini e Rino Di Meglio – perché destinata ad accentuare squilibri e disuguaglianze già oggi presenti, situazioni che andrebbero affrontate e risolte proprio con un deciso investimento in istruzione e formazione. Il carattere unitario e nazionale del sistema scolastico è per questo una risorsa preziosa di cui il Paese non può essere privato”.

In una intervista al Corriere il Ministro afferma che in questi giorni è in atto il confronto politico con le forze di maggioranza.

“I sindacati premono per cambiare l’intesa sull’autonomia differenziata che riguarda anche gli insegnanti, li ascolterà?” la domanda posta al Ministro

Il testo che riguarda la scuola è definito a livello tecnico ormai da mesi. Lo stiamo limando in questi giorni con il confronto politico tra le forze di maggioranza” la risposta del Ministro.

Attendiamo dunque di leggere il testo.

Immissioni in ruolo, Bussetti punta alle GaE per coprire i posti vacanti

da Orizzontescuola

di redazione

Immissioni in ruolo anno scolastico 2019/20: il Ministro Bussetti ha inviato al Mef la richiesta per l’assunzione di 58.627 docenti.

I posti richiesti sono così suddivisi:

  • 44075 posti comuni
  • 14.552 posti di sostegno

Graduatorie vuote: mancano i docenti

Non si è ancora spenta l’eco di quanto accaduto lo scorso anno, quando a fronte di 56mila assunzioni autorizzate, a conti fatti i posti coperti sono stati solo la metà.

In sostanza i posti erano stati autorizzati in province con graduatorie vuote. A pesare soprattutto la mancata pubblicazione delle graduatorie del concorso docenti abilitati 2018.

A mettere in evidenza il problema, per l’anno scolastico 2019/20, è il sindacato Anief, che propone di attingere per i ruoli anche dalle graduatorie di istituto.  Supplenze, boom da settembre. Anief: in ruolo anche da graduatorie di istituto

Aggiornamento graduatorie ad esaurimento

Una problematica che certamente è ben presente al Ministro Bussetti, che in una intervista al Corriere così risponde:

Purtroppo mancano gli insegnanti, è un problema che viene da lontano. Abbiamo aggiornato le graduatorie ad esaurimento dove erano chiuse. Per il primo settembre 2019 speriamo di avere i nuovi insegnanti di ruolo

Dunque – fermo restando che le assunzioni andranno suddivise al 50% tra GaE e graduatorie dei concorsi – da queste parole intuiamo che il Ministro spera che l’aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento e la possibilità di cambiare provincia abbiano portato delle novità nell’incontro tra domanda e offerta.

Ci sono infatti numerose province per la scuola secondaria in cui le GaE sono esaurite a fronte di altre province in cui finora non è stato possibile assumere.

Non c’è ancora un monitoraggio delle scelte operate dai docenti, gli Uffici Scolastici stanno pubblicando le graduatorie provvisorie proprio in questi giorni.

Per quanto riguarda i concorsi, anche qui sono numerosi i problemi. Per infanzia e primaria, affinché si possa assumere dal concorso straordinario indetto con DDG n. 1456 del 7 novembre 2018, è necessario che le graduatorie siano pubblicate entro il 30 luglio.

In ogni caso il Ministro conta di avere i docenti in classe per l’inizio delle attività scolastiche.

La situazione dovrebbe essere completamente diversa il prossimo anno, al completamento dei nuovi concorsi ordinari/straordinari.

Stipendio luglio: aumenta indennità, si rimborsa Irpef, scuole pagano incarichi 2018

da Orizzontescuola

di redazione

Stipendio luglio per dipendenti con contratto a tempo indeterminato o contratto al 31 agosto: l’importo è già visibile su NoiPA, nell’area riservata.

La data di esigibilità dello stipendio è martedìl 23 luglio. Come sempre, l’accredito potrà avvenire nel corso della giornata, dipende dalla modalità dei singoli istituti bancari.

Il cedolino sarà visualizzabile come sempre qualche giorno prima nell’area riservata di NoiPA.

La novità è l’aumento dell’indennità di vacanza contrattuale, che sarà erogata fino all’approvazione del nuovo contratto e di nuovi aumenti stipendiali.

Da aprile l’indennità viene erogata sulla base della fascia stipendiale alla quale si appartiene.

N.B. La somma di luglio non si aggiunge a quella di aprile, ma la sostituisce.

Tabella aumenti

Rimborso Irpef

Luglio è solitamente anche il mese in cui viene rimborsata l’Irpef qualora il 730 sia a credito. Data la possibilità di presentare la dichiarazione fino al 23 luglio, naturalmente il rimborso o meno dipenderà dalla singola situazione.

Emissione competenze accessorie

E’ il pagamento degli incarichi svolti nell’a.s. 2018/19 (ad es. coordinatore e segretario nei consigli di classe) e retribuiti con il fondo di istituto.

Gli incarichi vanno retribuiti entro il 31 agosto di ciascun anno scolastico per cui possibilmente alcune scuole liquideranno ad agosto o anche nei mesi successivi.

N.B. Ciascuna di queste tre situazioni è molto soggettiva, per cui non ci stupiremmo se qualche docente non trovasse in busta paga a luglio variazioni sensibili. A volte infatti le addizionali comunali/regionali sono più alte rispetto a eventuali incrementi.

Progetto FormazionEuropa: formazione all’internazionalità e interculturalità

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

La Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna annuncia il progetto FormazionEuropa, in partnership con l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e Fondazione Intercultura, a sostegno della formazione all’internazionalità e all’interculturalità rivolta sia a dirigenti scolastici e docenti, sia a giovani studenti meritevoli del territorio metropolitano di Bologna. Il progetto rappresenta un’importante opportunità formativa per il futuro degli studenti con eccellenza e bisognosi di sostegno economico, finalizzataa trascorrere un anno o un periodo più breve di studio all’estero, durante lo svolgimento delle scuole superiori. Preparare i giovani a vivere in un contesto multiculturale e globalizzato, è una delle sfide più incalzanti per le nuove generazioni, onde evitare di terminare gli studi con una scarsa conoscenza del mondo, delle lingue e l’incapacità di considerare la diversità come opportunità di arricchimento e crescita.

La Fondazione Carisbo ha destinato al progetto un contributo complessivo di 200.000 euro, che include la formazione didattica programmata con due seminari per Dirigenti scolastici e docenti della Città metropolitana di Bologna, oltre a una previsione di circa 40 borse di studio (numero che varierà in funzione della tipologia di borse totali e parziali) per programmi scolastici (da un bimestre a un intero anno scolastico all’estero) o programmi  linguistici (soggiorni di 4 settimane durante l’estate), in tutto il mondo.

Il progetto prenderà avvio dalla fine di agosto 2019 con il coinvolgimento delle scuole dell’area metropolitana, grazie al supportodell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna, e la diffusione di apposite call per la partecipazione ai progetti nei vari paesi ospitanti suddivisi anche per periodi di permanenza, da un bimestre fino all’intero anno scolastico. Saranno infine previsti specifici programmi linguistici e culturali estivi.

Intercultura, individuata come partner dalla Fondazione Carisbo, si occuperà di tutte le attività necessarie per l’organizzazione dei seminari formativi e del programma di borse di studio, in particolare curando l’individuazione dei candidati, la preparazione dei giovani vincitori delle borse di studio prima della partenza e l’assistenza durante il soggiorno all’estero, in conformità al Piano 2020 dell’UE che rileva la necessità di incrementare la mobilità giovanile per sviluppare crescita intelligente, sostenibile, solidale e occupazionalel’azione progettuale si propone di:

  • costruire il dialogo interculturale attraverso programmi di scambio scolastico in 65 Paesi diversi, nella convinzione che l’incontro tra giovani e famiglie di tutto il mondo generi una cultura di Pace;
  • investire sui giovani e sulla loro acquisizione di competenze internazionali, destinando risorse al futuro del nostro e di altri Paesi.

Europa, Stati Uniti, Centro-Sud America, Paesi Mediterranei, Asia. I Paesi che partecipano agli scambi scolastici internazionali promossi dalla rete di Intercultura sono in continuo aumento. 13.000 studenti l’anno e altrettante famiglie di tutto il mondo decidono di aprire la loro casa a un giovane di un altro Paese, accogliendolo come un figlio e inserendolo nella comunità locale.

Per giovani di età compresa tra i 15 e i 18 anni è un’esperienza unica, una fonte di crescita personale che lascia un impareggiabile vantaggio competitivo nell’affrontare le sfide umane e professionali di domani. Per le famiglie, un’opportunità per andare oltre pregiudizi e stereotipi sulle culture diverse, per comprendere meglio la propria identità, per insegnare ai propri figli l’importanza e la bellezza di condividere.

Registro elettronico, è obbligatorio aggiornarlo in tempo reale

da La Tecnica della Scuola

Di Fabrizio De Angelis

Arriva un quesito da parte di un lettore, docente neoassunto che ha terminato l’anno di prova, che chiede: “I docenti hanno l’obbligo di compilare il registro elettronico? E non dovrebbe essere in tempo reale la compilazione? Io riesco a farlo solo con il mio tablet e la mia connessione, perchè la scuola non fornisce strumenti e la linea internet è scadente.”

Compilazione registro elettronico: deve avvenire in tempo reale

La risposta alla domanda è semplice: Il registro elettronico deve essere compilato in tempo reale. Punto. Se il Collegio dei docenti ha deliberato il registro elettronico come unico sistema di rilevazione delle presenze e assenze degli studenti, di annotazioni del diario di classe, in cui si segnalano ritardi e uscite anticipate degli alunni, argomenti delle lezioni, compiti assegnati per casa, letture delle circolari, note disciplinari, valutazioni delle prove scritte e di quelle orali, esiste, da parte di tutti i docenti, l’obbligo di compilazione in tempo reale e in tutte le sue parti sia del registro di classe e sia del registro personale dell’insegnante.

L’ultima parte del quesito, tuttavia, nasconde il solito problema che riguarda il registro elettronico scuola: per il corretto utilizzo, gli insegnanti sono costretti ad utilizzare i propri dispositivi e le proprie connessioni, dato che le scuole in moti casi non sono preparate.

Compilazione registro elettronico scuola: senza strumentazione non c’è obbligo

Sul tema registro elettronico, è importante ricordare la recente sentenza del Tribunale di Bari, che ha accolto il ricorso di una docente di Barletta sanzionata dal proprio dirigente per non aver compilato il registro elettronico.
L’insegnante, nello specifico, non aveva compilato il registro elettronico perchè le sue aule erano sprovviste di adeguata strumentazione. Il giudice ha anche rilevato che la scuola non può “pretendere” che i docenti compilino il registro ricorrendo a PC o tablet personali.

Se la sentenza chiarisce ulteriormente il concetto, ancora purtroppo, non vi è una precisa disposizione del garante della Privacy sul tema. Solo un aspetto sembra certo: in caso di attrezzature informatiche carenti i docenti non sono certamente tenuti a sopperire con strumenti personali.

Registro elettronico docenti: strumentazione e wi-fi devono essere garantiti dalla scuola

Come riportato in precedenza, se si dovesse adottare il registro elettronico, è compito del Dirigente scolastico dell’istituto garantire la presenza di un PC portatile o un tablet in ogni aula per consentire ai docenti un facile accesso al registro elettronico. Anche la linea Wi-Fi deve essere garantita in ogni aula per facilitare il collegamento dei docenti, in ogni momento della giornata scolastica, al registro elettronico.

Pertanto, in caso di mancanza di connessione o comunque reale impossibilità di compilazione in tempo reale del registro elettronico, è consigliabile comunicare ufficialmente al Dirigente scolastico tali difficoltà e la conseguente motivazione dell’impossibilità a una immediata compilazione del registro elettronico.

La normativa è poco chiara. Ma il registro elettronico scuola non è obbligatorio

Bisogna ricordare che il primo atto normativo che parla di uso del registro elettronico è riferito all’articolo 7 comma 31 del DL 95/2012 che recita così: “A decorrere dall’anno scolastico 2012-2013 le istituzioni scolastiche e i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico”.

La norma, come riportato altre volte da questa testata, non è imperativa, nel senso che l’adozione del registro elettronico non è obbligatoria.

A questo bisogna anche aggiungere che il comma 27 della stessa legge parlava anche di un piano di “dematerializzazione” che il Miur avrebbe dovuto adottare entro 60 giorni dalla entrata in vigore del decreto legge, piano che però non è mai stato completato.

Sarebbe poi toccato anche allo stesso Garante della Privacy chiarire in merito al corretto impiego del registro elettronico, che avrebbe dovuto prevedere un provvedimento ad hoc del Garante (anche questo provvedimento non c’è mai stato).

Concorso DS, Bussetti: ‘Farò di tutto per assumere i nuovi presidi’

da Tuttoscuola

Anche a me, quando ho vinto il concorso per dirigenti scolastici, hanno annullato la procedura per violazione del principio di anonimato. Hanno ricorretto i temi e sono nuovamente risultato vincitore“. Così il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, rivela a Gianna Fregonara, del Corriere della Sera, di capire come si sentano i partecipanti al concorso DS. “Farò di tutto per assumerli”. E per quanto riguarda i bandi del concorso docenti annunciati per l’estate? Il Ministro dichiara di voler fare le cose per bene: “Entro luglio un decreto legge per dare attuazione all’accordo con i sindacati per il concorso straordinario per la Scuola secondaria“.

Bussetti parla al Corriere della Sera mostrando la sua empatia nei confronti di tutti i vincitori del concorso DS a cui la sentenza del TAR dello scorso 2 luglio ha annullato la prova scritta: “Penso a quanto hanno lavorato e studiato per il concorso. Abbiamo presentato l’appello al Consiglio di Stato e chiesto anche la sospensiva di questa sentenza in via di urgenza. Se la nostra richiesta sarà accolta, procederemo ad approvare la graduatoria e ad assumere dal primo settembre i nuovi presidi nelle scuole. Confido che a settembre si possa iniziare l’anno con i nuovi dirigenti“.

Quando la giornalista parla dei commissari ritenuti incompatibili Bussetti risponde: “I commissari autocertificano che non hanno incompatibilità, poi gli uffici ministeriali controllano a campione. A nostro avviso i tre casi rilevati dal Tar non possono invalidare la procedura. Agli uffici Miur risulta che le due commissarie che secondo il Tar avrebbero fatto formazione nell’anno precedente in realtà non hanno svolto alcuna attività incompatibile secondo la disciplina vigente“.

Dal concorso DS il Corriere passa poi a parlare di altri concorsi molto attesi, quello ordinario e straordinario i cui bandi dovrebbero arrivare entro l’estate ma di cui oggi non si vede ombra: “Quello che è successo con i presidi consiglia di fare tutti i passaggi burocratici per bene. Entro luglio, intendo proporre un decreto legge per dare attuazione all’accordo con i sindacati per il concorso straordinario per la Scuola secondaria, riservato ai precari con più di tre anni di anzianità“.