Educare alla cittadinanza? Un dovere civile!

Educare alla cittadinanza? Un dovere civile!

di Maurizio Tiriticco

Penso che il fascismo, o comunque il suo substrato ideologico o, se si vuole, in quanto un’ideologia sempre pronta a lanciare false promesse messianiche, risiede purtroppo nel dna del popolo italiano. Che, di fatto, è un popolo giovane. L’Unità Nazionale è stata raggiunta e celebrata solo nel 1861, purtroppo in seguito ad annessioni forzate e plebisciti falsificati. Un fenomeno tipico tutto nostro, rispetto ad altri Paesi d’Europa, che hanno avuto più lontane – anche se non so quanto nobili – origini, confermate poi da istituzioni monarchiche, molte delle quali, comunque, di tutto rispetto. A fronte di queste, la nostra Casa Savoia, a mezza strada tra la Francia e la penisola italica, era, di fatto, una… Casetta!
Insomma un risorgimento con la erre minuscola! Con tanti contadini del Sud massacrati dai soldati di Bixio e compagni! Comunque da noi, quando qualche dittatore in pectore sventola una bandiera che sembra unificante a dati valori – in genere mai troppo nobili – gli animi dei più si eccitano subito! Ed oggi il grande eccitatore è il nostro Salvini. Chi legge forse non sa come, negli anni venti, alcuni intellettuali fascisti provarono anche a costruire la “mistica fascista”, che divenne anche materia di ricerca e di studio in certe facoltà universitarie. Per non dire poi di tutte quelle nefande iniziative per la “difesa della razza”! Tarcisio Interlandi e Giorgio Almirante furono i direttori dell’omonima mostruosa rivista. Insomma, mutatis mutandis, se è lecito comparare cose grosse con cose piccole, Gianfranco Miglio è stato il padre teorico della Liga Veneta, come Giovanni Gentile il padre del Manifesto degli intellettuali fascisti, pubblicato in quel 21 aprile 1925, Natale di Roma! Anzi, di quella Nuova Roma Imperiale, che avrebbe dovuto esportare la sua civiltà, romana e fascista, al mondo intero, quindi ben oltre i confini euro-afro-asiatici che aveva raggiunto con Traiano. Insomma, com’è noto, è con tutta questa paccottiglia fascista che abbiamo sfidato il mondo e, purtroppo, mandato a picco il Paese!
Menomale che c’è stata quella Resistenza che non è nata negli anni dell’occupazione nazista, ma che veniva da molto lontano! Ricordiamolo! Gramsci, Gobetti, Don Minzoni, Carlo e Nello Rosselli, gli autori del Manifesto di Ventotene e tanti tanti altri! Sono quegli antifascisti che, di fatto, ci hanno permesso di riscattarci agli occhi del mondo e di riallacciare rapporti costruttivi anche con i Paesi che avevamo sfidato! La Francia, la Perfida Albione, come chiamavamo l’Inghilterra, l’Unione Sovietica, dove costringemmo a morire di fame, di freddo e di stenti i soldati del Csir (Corpo di spedizione italiano in Russia) e dell’Armir (Armata italiana in Russia)! E sfidammo perfino gli Stati Uniti d’America! Un insieme di follie assurde! E tutte recitate da quello storico balcone di Piazza Venezia, nella quale una folla plaudente ascoltava gli storici discorsi del Duce! Che poi a scuola dovevamo imparare a memoria! E che ancora ricordo!
Però, mi chiedo: queste tremende lezioni ci hanno insegnato qualcosa? Non so! Purtroppo temo anche che non siano affatto bastate! E penso anche che nelle nostre scuole questi tremendi avvenimenti non sono affrontati come si dovrebbe! Si parla tanto oggi di attivare nelle nostre scuole l’Educazione alla Cittadinanza! Ma non si parla della necessità di fare studiare – e a fondo – la nostra terribile storia degli anni venti, trenta e quaranta. E proprio oggi questo studio è estremamente necessario! Siamo un Paese di cittadini veramente liberi e pensanti? Non so! Comunque, non si può tollerare che tanti tanti nostri concittadini sembrano avere l’unico scopo di farsi un selfie con l’adorato Matteo!
Nulla contro l’illustre nostro Ministro degli Interni? Non so, ma… So di tanti nostri ministri – solo della prima repubblica? – che non facevano incetta di consensi facili, à la carte! Si dovevano misurare con i congressi di partito, dovevano essere eletti, “fare i conti” con gli elettori e con le segreterie di partito, quando si dovessero assumere decisioni! Ed anche con i Consigli dei Ministri! Insomma, non esistevano ducetti da strapazzo a distribuire sorrisi e pacche sulle spalle! Erano le strette di mano che segnavano quei contatti comunicativi tra persona e persona. Immagino quanto debba soffrire il nostro amato Presidente della Repubblica, costretto alle tante immancabili strette di mano e a quei sorrisi che, comunque, comunicano sempre fiducia e serenità. Mutuando da un vecchio adagio di Forza Italia, possiamo dire: menomale che Sergio c’è!

“Specialisti al lavoro”

Redattore Sociale del 02.08.2019

“Specialisti al lavoro”: giovani autistici consulenti per le aziende

Da quando è sbarcata a Milano, lo scorso anno, Specialisterne ha assunto 25 giovani. Ma nel mondo l’omonima fondazione, nata in Danimarca 15 anni fa, ha trovato un impiego a mille persone con autismo ad alto funzionamento. E ora spera di arrivare a un milione
“Specialisti” giovani autistici assunti da aziende

MILANO. Metodici, concentrati. Attenti ai dettagli e capaci di spaccare un capello in quattro meglio di un samurai. Non si spaventano di fronte a mansioni ripetitive o a pagine piene di numeri. Sono i consulenti assunti a Milano da Specialisterne, società che si occupa di inserimento lavorativo di persone con disturbi dello spettro autistico, fornendo alle imprese servizi nel campo dell’informatica e della gestione dati. Li ha incontrati, per SuperAbile Inail, Dario Paladini.

“Cambiamo la prospettiva con cui di solito vengono viste le persone con autismo”, spiega Stella Arcà, responsabile marketing di Specialisterne. “E partiamo dalle loro capacità, da quello che sanno fare meglio”. Molte persone con autismo ad alto funzionamento o sindrome di Asperger hanno grandi doti organizzative, una memoria formidabile e possono sviluppare competenze approfondite nell’informatica, ma spesso sono escluse dal mondo del lavoro perché hanno invece difficoltà a gestire i rapporti sociali. Con Specialisterne seguono un corso di formazione di quattro mesi, durante i quali con l’aiuto di psicologi ed esperti possono riuscire a sviluppare competenze tecniche ma anche relazionali. Nel 2018 sono state svolte oltre 13mila ore di formazione. I corsisti sono stati in tutto 35 e di questi 25 sono stati assunti a tempo indeterminato come consulenti da Specialisterne e dislocati nelle aziende clienti. “Ovviamente non vengono lasciati soli. Fondamentale è la figura del tutor, che aiuta sia la persona autistica a inserirsi nell’ambiente di lavoro sia l’azienda cliente a valorizzare la diversità”, sottolinea Arcà. “I nostri consulenti sono impiegati in diversi campi, dall’inserimento dati all’archiviazione o al software testing”.

Da alcuni mesi Rebecca Pezone, 21 anni e un diploma di liceo scientifico, è una delle consulenti di Specialisterne dislocata nella sede italiana della multinazionale Flex. “Sono stata inserita in un team che si occupa di testare apparecchiature medicali”, racconta. “Ora stiamo lavorando a un progetto che durerà circa due anni su un particolare dispositivo medico. Lo testiamo in ogni sua parte e registriamo tutti i dati ed eventuali anomalie”. Un lavoro che richiede molta attenzione, soprattutto ai dettagli. “Ora sto decisamente meglio. Mi sento realizzata”, aggiunge. “Finito il liceo ho provato a cercare lavoro nella zona in cui abito, sul lago di Garda. Ma si trova qualcosa solo nel turismo. Ho provato a fare la cameriera, ma non fa per me. Bisogna sempre essere sorridenti, ma io non ci riesco se sono triste o arrabbiata”.

Rebecca ha seguito, come tutti gli altri consulenti, il corso di formazione di Specialisterne. “Abbiamo imparato molto sia a livello tecnico che socio-lavorativo. Prima soffrivo tantissimo di ansia. Quando dovevo mettermi in gioco o dovevo rispettare delle scadenze andavo in ansia. Era un grosso problema per me. Grazie al corso ho imparato a gestirla e mi sento più sicura”. Gestire lo stress e i rapporti con gli altri è fondamentale per lavorare. “Mi sento più serena. Il lavoro mi permette di conoscere tante persone. Il fatto di venire ogni giorno a Milano, in una grande città, è per me stimolante”. Con questo lavoro Rebecca può dare un sostegno al bilancio familiare. E ha grandi progetti: “Vorrei iscrivermi all’università, alla facoltà di Fisica. Lavorerò e studierò. Devo prendere il ritmo giusto. La fisica è la mia grande passione. L’ho sempre studiata e non mi limitavo a quello che si faceva a scuola, ma leggevo libri per conto mio”.

Quella milanese è una delle 21 sedi di Specialisterne aperte nel mondo dall’omonima fondazione creata nel 2004 in Danimarca da Thorkil Sonne, informatico e padre di un bambino al quale è stato diagnosticato l’autismo all’età di tre anni. L’idea della fondazione è nata dopo un viaggio di Thorkil con il figlio, che allora aveva sette anni, in giro per l’Europa. Tornati a casa, Thorkil si accorse che il bambino era in grado di disegnare con precisione le cartine geografiche che avevano usato nel tour, usando solo la sua memoria. In quelle 15 cartine c’erano circa 500 caratteri alfanumerici, tutti fedelmente riportati nei disegni. È un episodio che ricorda, per certi versi, la trama del pluripremiato film Rain Man, in cui Dustin Hoffman interpreta il ruolo di un uomo con autismo che, portato dal fratello in un casinò, sbanca il tavolo da gioco grazie alla sua capacità di memorizzare e calcolare.

Il figlio di Thorkil però non era un personaggio di un film, ma un bambino in carne e ossa. Un bambino che, tra l’altro, sapeva a memoria gli orari dei treni in arrivo a Copenaghen e in altre occasioni aveva lasciato di stucco familiari e parenti per la sua capacità di ricordare date e numeri. Il suo papà, di fronte a quelle cartine geografiche, capì che le doti di memoria e precisione del figlio e di tanti giovani con autismo potevano essere valorizzate, coinvolgendoli nel campo dell’informatica. Fondò allora Specialisterne (che significa semplicemente “Specialisti”) con l’obiettivo di formare giovani autistici e inserirli nel mondo del lavoro. Ha ipotecato la casa per avere i fondi necessari ad avviare il progetto. E dopo le prime assunzioni, ha capito che il metodo poteva funzionare. È riuscito a coinvolgere sia piccole aziende che multinazionali, come Microsoft, Sap, Everis, Deloitte, Avnet e Agbar (in particolare per lo sviluppo dell’app iBeach, localizzando, raccogliendo e uniformando informazioni su 18mila spiagge).

Grazie a queste collaborazioni con le multinazionali, il metodo di Thorkil è stato esportato in altri Paesi. Tanto che ora la fondazione ha l’obiettivo di creare nel mondo un milione di posti di lavoro per persone con autismo. Difficile dire se raggiungerà questo obiettivo: per ora ne ha creati circa mille. Certo è che ogni giovane autistico formato e avviato al lavoro rappresenta una ricchezza per se stesso, per l’impresa in cui è impiegato, per la società e pure per le casse statali. La fondazione ha calcolato che per ogni corona danese investita per ciascun “specialista” si generano 2,20 corone in imposte e contributi nelle casse dello Stato danese. Non male. Una vera e propria smentita per chi pensa che la disabilità sia un costo.

Il logo di Specialisterne è il seme del dente di leone (in Italia spesso viene chiamato soffione, piscialetto o cicoria selvatica a seconda della zona e degli usi dialettali): “Per la maggior parte delle persone il dente di leone è soltanto un’erbaccia noiosa da estirpare dalle nostre aiuole e dai prati”, scrive in decine di lingue diverse la fondazione su ogni sito nazionale di Specialisterne. “Ma quello che molte persone non sanno è che, se coltivato, il dente di leone è una delle piante più utili e preziose in natura, famoso per le sue proprietà mediche e curative”. I difetti o le stranezze delle persone autistiche possono rivelarsi un’opportunità e una forza.

Dario, Thomas, Stefano e gli altri loro giovani colleghi consulenti di Milano sono stati quindi assunti per le loro capacità. “Solo la metà ha una certificazione di disabilità, ma per nessuno abbiamo fatto un inserimento obbligatorio in base alle legge 68”, precisa Stella Arcà. “Ogni persona ha le sue caratteristiche e i suoi talenti. E per ciascuna ci poniamo obiettivi specifici, misurabili, raggiungibili in un tempo determinato e realistici”. Per le imprese i lavoratori con disturbi dello spettro autistico possono essere, insomma, una preziosa risorsa.

Lo dimostra la storia di Thomas Taioli, uno dei primi assunti, che fa il consulente all’interno della multinazionale Everis. Sul suo profilo Facebook, Thomas ha espresso tutta la sua soddisfazione. “A sette mesi dalla mia entrata in azienda sono stato scelto per fare formazione a un collega neuro-tipico (ossia senza disturbi, ndr). Ne sono onorato. Insegnare chiede percezione dell’altro ed è una capacità che può essere sviluppata in soggetti Asperger con impegno e costanza”. (dp)

Integrazione scolastica in favore degli alunni con disabilità sensoriale nel Lazio 2019

da Superabile
2 agosto 2019

Linee di indirizzo per la realizzazione dell’integrazione scolastica in favore degli alunni con disabilità sensoriale anno scolastico 2019/20 nella Regione Lazio.

La Regione Lazio finanzia il processo di integrazione degli alunni con disabilità sensoriale in una cornice di coordinamento e organizzazione funzionale di tutte le risorse coinvolte nel processo di integrazione scolastica, in azioni dell’assistente alla comunicazione e tiflodidatta mirate al miglioramento della qualità di vita dello studente, al perseguimento di pari opportunità e al miglioramento delle relazioni tra scuola e alunno.
La Legge 28 dicembre 2015 n. 208 (art. 1, comma 947), ha attribuito alle Regioni, a decorrere dal primo di gennaio 2016, le funzioni relative all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione personale degli alunni con disabilità fisiche o sensoriali e relative ai servizi di supporto organizzativo del servizio di istruzione per gli alunni con disabilità certificata o in situazione di svantaggio.
L’assistente per la disabilità sensoriale, dunque, integra la propria attività con quelle di altre figure (docenti curriculari, insegnanti di sostegno, personale ATA, assistenti all’autonomia ecc.) senza sovrapporre compiti e funzioni, ma valorizzando i diversi ambiti di competenza.
Gli interventi si concretizzano, quindi, in azioni entro il contesto classe e nell’intero ambiente scolastico rivolte al coinvolgimento di tutti gli alunni al processo di integrazione-inclusione, con un modello di partecipazione attiva.

I bambini e i ragazzi con disabilità sensoriale sono destinatari delle prestazioni che, per attendere al percorso scolastico e formativo, frequentano sul territorio della Regione Lazio i servizi scolastici ed educativi pubblici o paritari quali: asilo nido, scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo grado, scuola secondaria di secondo grado e percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP).
L’intervento di assistenza alla disabilità sensoriale è svolto da una figura professionale si prefigge i seguenti obiettivi:
facilitare la comunicazione, l’apprendimento, l’integrazione e la relazione tra lo studente la famiglia, la scuola, la classe ed i servizi territoriali specialistici;
rendere accessibili e trasferibili allo studente i contenuti didattici attraverso l’uso di metodologie e di strumenti specifici finalizzati a compensare il deficit sensoriale, a realizzare l’inclusione scolastica e a migliorare la socializzazione con i compagni di classe/scuola.
L’accesso ai servizi e alle prestazioni avviene su domanda dell’Istituzione Scolastica/Formativa (per gli asili nido e le scuole infanzia comunali, le domande andranno presentate dai Municipi/Comuni di riferimento) presso cui è iscritto il destinatario del servizio in accordo con la famiglia.
L’Istituzione richiedente sarà responsabile, nella predisposizione del progetto di inclusione, della preventiva verifica in capo agli alunni, del possesso dei requisiti di accesso. Le domande dovranno essere inviate solo se la documentazione è completa in tutte le sue parti e rispondente puntualmente a quanto previsto nelle linee guida:
iscrizione ad un istituto educativo/scolastico/formativo (pubblico o paritario) presente sul territorio Regionale del Lazio;
per i non vedenti o ipovedenti, la certificazione di “alunno disabile”, Certificazione Integrazione Scolastica (CIS) nella quale sia esplicitamente indicata la
necessità di assistenza per la comunicazione-tiflodidatta;
per i sordi o ipoacusici, la certificazione di sordità superiore a 60 decibel in ciascun orecchio in possesso di certificazione di “alunno disabile” e di Diagnosi Funzionale e/o Certificazione Integrazione Scolastica (CIS) nella quale sia esplicitamente indicata la necessità di assistenza per la comunicazione.

Le istanze dovranno pervenire esclusivamente nei periodi di riferimento di ciascuna finestra temporale e precisamente:
1 finestra, dal 15 maggio 2019 al 13 giugno 2019 ore 12,00;
2 finestra, dal 10 settembre 2019 al 30 settembre 2019 ore 12,00;
3 finestra, solo per casi di comprovata gravità e per eccezionali motivazioni da evidenziare in sede di domanda, dal 20 novembre 2019 al 5 dicembre 2019 ore 12,00
.

#AutoriVistaMare

Vita e opere di 15 autori, nazionali e internazionali, condite da curiosità e aneddoti, ‘a portata’ di stories. Dal 5 agosto parte #AutoriVistaMare, l’iniziativa del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca pensata per valorizzare e promuovere la lettura, attraverso uno dei canali social preferiti dai più giovani.

“La pausa estiva è fondamentale per recuperare energie e ripartire con slancio all’inizio del nuovo anno scolastico. Ed è anche una bellissima occasione per dedicarsi alla lettura – sottolinea il Ministro Marco Bussetti -. L’iniziativa che lanciamo sui canali social del Ministero vuole essere un invito ad approfittare di queste settimane per leggere e riscoprire i grandi autori”.

Ogni giorno, da lunedì al sabato, alle ore 12.00, il Ministero pubblicherà una storia dedicata a un autore e a una sua celebre opera. Si tratterà di personaggi che hanno fatto la storia della letteratura contemporanea. Sul profilo Instagram del Miur Social, i ragazzi potranno, dunque, conoscere meglio gli autori del XX e XXI secolo, seguendo brevi racconti sulla loro vita e le loro opere tramite le stories prodotte dal MIUR con le quali gli utenti potranno interagire e sondare le proprie conoscenze partecipando a piccoli quiz.

L’insegnamento dell’educazione civica a scuola è legge

L’insegnamento dell’educazione civica a scuola è legge

erticalità e trasversalità sono i tratti caratterizzanti dell’insegnamento dell’educazione civica che, ai sensi della legge approvata in Senato, sarà obbligatorio a partire dal prossimo 1° settembre nelle scuole di ogni ordine e grado, almeno a partire dalla scuola primaria. Alla “nuova materia” saranno dedicate

  • un minimo di 33 ore annue da ritagliare all’interno del monte ore previsto per ciascun corso di studi
  • un docente coordinatore senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica
  • uno specifico voto in pagella.

In attesa di un riscontro oggettivo e di una valutazione più puntuale che potrà essere fatta solo dopo la pubblicazione del testo di legge, ribadiamo le considerazioni già espresse durante l’l’iter legislativo.
La scuola è per eccellenza il soggetto deputato alla formazione di una cittadinanza consapevole e democratica, luogo di crescita delle nuove generazioni e di promozione dei valori costituzionali. In questo senso la FLC CGIL condivide e sostiene la necessità di dare centralità e organicità all’insegnamento dell’educazione civica. Occorre per questo

  • creare una prospettiva di educazione e formazione continua della persona, a partire dalla prima infanzia e per tutto l’arco della vita
  • investire nella formazione di tutto il personale
  • creare le condizioni per l’ampliamento del tempo scuola
  • prevedere un organico dedicato
  • ripensare i curricoli con lo sguardo rivolto a una eventuale riforma dei cicli e degli ordinamenti.

Al contrario assistiamo ancora una volta, in base a quanto conosciamo della nuova legge, a un approccio riduzionistico che vorrebbe intervenire sull’esistente a costo zero, come se aggiungere un insegnamento al curriculo formativo di una persona fosse solo un problema di sommatoria e non piuttosto di strutturazione organica della formazione.
Se il testo di legge confermerà le nostre preoccupazioni, continueremo a rivendicare investimenti e visione di prospettiva, opponendoci a un provvedimento che intende affidare alla scuola sempre maggiori oneri e responsabilità a fronte di un marginale impegno economico e politico di un governo che non ne riconosce la funzione strategica per il futuro del Paese.

Questa è la scuola del governo pentaleghista

USB Scuola: Regionalizzazione, concorsi farsa, mobilità negata, organici ridotti. Questa è la scuola del governo pentaleghista

Nonostante i proclami dello scorso settembre, il governo Lega/5Stelle continua ad agire in piena continuità con i governi di destra e di sinistra. L’attuale esecutivo non ha proposto soluzioni concrete, né ha cancellato la legge 107/15, altrimenti detta Buona Scuola; il modello di scuola che propone non è che il tentativo di abbellire la facciata di una istituzione alla quale si vuole continuare a togliere credibilità, strumenti e risorse. Togliere alla scuola pubblica statale, soprattutto, la sua linfa vitale: la dignità dei suoi lavoratori.

Il balletto farsesco per l’inserimento nell’organico di diritto dei posti liberatisi con i pensionamenti della quota 100, si è concluso con un nulla di fatto! Quei posti non solo non sono stati messi a disposizione dei movimenti per la mobilità, ma sono stati anche negati alle immissioni in ruolo. I posti richiesti dal MIUR, già troppo risicati per le esigenze di una scuola costretta a vivere ancora oggi con le classi pollaio determinate dalla legge Gelmini, sono stati ulteriormente tagliati dal MEF, adducendo la scusa ridicola della decrescita della popolazione studentesca. Così, in alcune regioni ha assegnato un contingente per le immissioni in ruolo decisamente sottodimensionato. Tutte queste cattedre non assegnate ai ruoli si andranno ad aggiungere a quelle già presenti in organico di fatto e assegnate ai docenti precari. Non è una buona notizia, in un sistema in cui a questi docenti non si garantiscono percorsi di formazione adeguati e gratuiti, in un contesto lavorativo in cui i sindacati concertativi hanno sottoscritto nel 2018 un contratto collettivo nazionale che conferma le differenze salariali e nega loro parità di diritti a livello giuridico. I docenti precari vivono i maggiori disagi, in un contesto come quello italiano in cui l’aumento della povertà e le diffuse condizioni di difficoltà lavorativa per tante famiglie dovrebbe comportare un intervento da parte dello Stato più cospicuo in termini di risorse economiche, al fine di fare davvero la differenza per l’istruzione di tutti. Invece, sulla scuola non solo non si investe (e si continuano a finanziare le scuole paritarie) ma si continua a tagliare. Abbiamo la netta sensazione che l’attivismo sui social da parte del Ministro Bussetti e di altri ministri di questo governo, che spesso parlano di scuola, siano utili unicamente alla loro propaganda mediatica. Certo la sensazione indotta all’esterno del mondo scolastico è che si stiano operando delle larghe concessioni per assumere o per formare i futuri docenti. La realtà invece è che la scuola italiana va verso un’ulteriore trasformazione in negativo attraverso concorsi che bandiscono pochi posti per le immissioni ruolo, che vincolano per 5 o più anni il personale assunto nella provincia di assunzione ledendo in questo modo il diritto riconosciuto anche dalla Costituzione alla mobilità. Si ha la sensazione che si voglia far credere ai cittadini che si sta lavorando per la formazione dei futuri docenti, senza specificare che tutta questa formazione è a carico degli stessi insegnanti e pari a due mensilità del loro stipendio. Non possiamo che sbugiardare questa retorica trionfalistica, fondata su numeri che oggettivamente raccontano una scuola al collasso. Che scuola vogliamo noi? Una scuola con 20 alunni per classe, in cui a tutti gli studenti con disabilità venga assegnato il giusto numero di ore di sostegno; una scuola dove i docenti non siano ricattati dal blocco della mobilità o selezionati dalle possibilità economiche che gli consentono di accedere a una formazione specifica; una scuola in cui si assuma su tutti i posti in organico di fatto perché del precariato non ne possono più i docenti, le famiglie e gli studenti tutti; una scuola in cui la Buona Scuola renziana sia abolita e non leggermente modificata; una scuola in cui ci vengano consentiti gli strumenti migliori per fare didattica senza piegarla ai bisogni delle aziende; una scuola statale unica e unita. Perché i problemi di questa scuola statale non sono regionali, non sono territorialmente diversi, così come sono identici i bisogni dei nostri studenti.

Educazione civica è legge. Bussetti: «Giornata storica»

da Il Sole 24 Ore

di Scuola24

La valorizzazione dei principi della Costituzione e delle Istituzioni europee, insieme a tematiche come la sostenibilità ambientale, l’educazione alimentare, la promozione della salute e del benessere. Ma anche il rispetto della regole della convivenza civile, da imparare a partire dai banchi di scuola. Sono questi i contenuti della nuova legge che “introduce” l’insegnamento dell’educazione civica, approvata in via definitiva dal Senato con 193 sì e 38 astenuti, dopo il via libera di maggio da parte di Montecitorio, avvenuto anche quello
senza voti contrari.

Tra i temi della nuova legge anche quelli del bullismo e del cyberbullismo, con un’attenzione particolare all’educazione alla legalità, al contrasto delle mafie e alla tutela del patrimonio
culturale. Spazio inoltre per l’educazione stradale, considerato che proprio nell’età delle superiori ci si avvicina alla patente di guida con le due e le quattro ruote.

Sono previste almeno 33 ore annue e voto in pagella. E di una «giornata storica» ha parlato il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti subito dopo l’approvazione del Ddl: «Finalmente ritorna l’educazione civica come materia obbligatoria nelle scuole. Un traguardo necessario per le giovani generazioni perché sono i valori indicati nella Costituzione a tenere unito il nostro Paese. Grazie all’impegno della Lega-Salvini premier un’altra promessa è stata mantenuta».

«Il compito della scuola – ha aggiunto il ministro – è di educare alla cittadinanza attiva, al rispetto delle regole, all’accoglienza e all’inclusione, valori alla base di ogni democrazia. Torneremo a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità. #dalleparoleaifatti”.

Tra i temi di novità anche quelli ambientali, in particolare l’inserimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 ma anche lo sviluppo ecosostenibile e la tutela del patrimonio ambientale.

Altra novità anche lo studio delle identità territoriali oltre che delle produzioni e delle eccellenze agroalimentari. L’insegnamento dell’educazione civica sarà affidato ai docenti dell’area storico-geografica nelle scuole primarie e secondarie di primo grado e ai docenti dell’area economico-giuridica nelle scuole secondarie di secondo grado.

È istituito anche un premio per l’educazione civica, conferito dal ministero dell’Istruzione individuando le esperienze migliori in materia di educazione civica per ogni ordine e grado.

Infine, dalla legge «non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica e l’amministrazione interessata provvede alla sua attuazione con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente». Aspetto che ha sollevato i rilievi del Pd, parlando di «Ddl senza fondi». Soddisfazione è stata espressa dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini. «Finalmente. – scrive su Facebook – Vita concreta contro inutili polemiche. Promessa mantenuta, non si molla!”.

Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto inclusione

da Il Sole 24 Ore

di Scuola24

Il consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto inclusione, che era stato esaminato in via preliminare lo scorso maggio. Lo ho reso noto il ministero dell’Istruzione, sottolineando che il provvedimento contiene «nuove norme a favore degli alunni con disabilità» ed esprime «un nuovo approccio verso l’inclusione e un passo avanti decisivo per allineare l’Italia, già all’avanguardia nei servizi per gli studenti con disabilità, alla nuova visione internazionale dell’integrazione». A partire dall’assegnazione delle ore di sostegno, che verrà decisa d’intesa con le famiglie, sussidi, strumenti, metodologie di studio non saranno più elaborati – spiega il ministero – in modo standard, in base al tipo di disabilità, ma con un Piano didattico individualizzato che guarderà alle caratteristiche del singolo studente.

«Sono particolarmente orgoglioso – dice il ministro Marco Bussetti – del provvedimento approvato. Un obiettivo che ho fortemente voluto fin dall’inizio del mio mandato e che è stato raggiunto tramite il confronto costante con le associazioni del settore e con
l’osservatorio permanente per l’inclusione scolastica. Anche su questo tema così importante possiamo presentare alle famiglie i risultati del nostro impegno concreto. Ogni studente deve essere protagonista del proprio percorso di crescita. I ragazzi che hanno bisogno di maggiore assistenza, da oggi potranno beneficiare di percorsi elaborati appositamente per loro, su base individuale. Uno strumento che potrà migliorare ulteriormente l’importantissimo lavoro svolto dai nostri docenti».

L’intera comunità scolastica – spiega il Miur – sarà coinvolta nei processi di inclusione. Viene rivista la composizione delle commissioni mediche per l’accertamento della condizione di disabilità ai fini dell’inclusione scolastica: saranno sempre presenti, oltre a un medico legale che presiede la Commissione, un medico specialista in pediatria o neuropsichiatria e un medico specializzato nella patologia dell’alunno. Anche i genitori e, dove possibile, se maggiorenni, gli stessi alunni con disabilità, potranno partecipare al processo di attribuzione delle misure di sostegno.

Nascono i Gruppi per l’inclusione territoriale (Git), formati su base provinciale, ovvero nuclei di docenti esperti che supporteranno le scuole nella redazione del Piano educativo
individualizzato (Pei) e nell’uso dei sostegni previsti nel Piano per l’inclusione. I Git avranno anche il compito di verificare la congruità della richiesta complessiva dei posti di sostegno che il dirigente scolastico invierà all’Ufficio scolastico regionale.

A livello scolastico opererà il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione, composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe, con la partecipazione dei genitori dell’alunno con disabilità, delle figure professionali specifiche, interne ed esterne all’istituzione scolastica che interagiscono con l’alunno stesso, nonché con il supporto dell’unità di valutazione multidisciplinare e con un rappresentante designato dall’ente locale. Il Gruppo di lavoro operativo per l’inclusione avrà il compito di redigere il Piano educativo individualizzato, compresa la proposta di quantificazione di ore di sostegno.

Torna a scuola l’educazione civica

da la Repubblica

ROMA – L’educazione civica torna a essere materia di studio obbligatoria con voto in pagella. Oggi il Senato ha approvato definitivamente il provvedimento dopo il voto all’unanimità della Camera. La nuova legge, composta di 12 articoli dopo il testo unificato uscito dalla commissione cultura della Camera, prevede che nel primo e nel secondo ciclo di istruzione sia istituito l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, e che iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile siano avviate dalla scuola dell’infanzia.

Sono previste almeno 33 ore annue e voto in pagella. I temi della lezione di Educazione Civica saranno:
Studio della Costituzione, delle istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione Europea e degli organismi internazionali. La storia della bandiera e dell’inno nazionale.
I temni di svilupo sostenibile adottati dall’assemblea generale delle nazioni unite il 25 settembre 2015. Quindi l’educazione alla cittadinanza digitale, elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro.

Ma ci saranno argomenti come l’educazione ambientale, lo sviluppo eco-sostenibile e la tutela del patrimonio ambientale, delle identità. E naturalmente l’educazione alla legalità;

Studenti disabili, via libera al decreto inclusione

da Corriere della sera

Valentina Santarpia

ll Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto inclusione, che era stato esaminato in via preliminare lo scorso maggio. Le misure si rivolgono agli studenti disabili. A partire dall’assegnazione delle ore di sostegno, che verrà decisa d’intesa con le famiglie, sussidi, strumenti, metodologie di studio non saranno più elaborati in modo «standard», in base al tipo di disabilità, ma con un Piano didattico individualizzato che guarderà alle caratteristiche del singolo studente. «Sono particolarmente orgoglioso del provvedimento approvato oggi in via definitiva – dice il Ministro Marco Bussetti -. Un obiettivo che ho fortemente voluto fin dall’inizio del mio mandato e che è stato raggiunto tramite il confronto costante con le associazioni del settore e con l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica. Anche su questo tema così importante, possiamo presentare alle famiglie i risultati del nostro impegno concreto. Ogni studente deve essere protagonista del proprio percorso di crescita. I ragazzi che hanno bisogno di maggiore assistenza, da oggi potranno beneficiare di percorsi elaborati appositamente per loro, su base individuale. Uno strumento che potrà migliorare ulteriormente l’importantissimo lavoro svolto dai nostri docenti».

Tutti coinvolti

Esulta il sottosegretario all’Istruzione Salvatore Giuliano, che aveva portato avanti il progetto con l’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica, con la collaborazione delle maggiori Associazioni e degli Enti interessati all’inclusione scolastica. «L’intero provvedimento si richiama alla Convenzione delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità, ratificata dal Parlamento italiano con la L. 18/2009, introducendo così nel processo di inclusione scolastica il cosiddetto modello bio-psico-sociale della disabilità- spiega Giuliano- In altre parole, nella scuola, siamo tutti coinvolti nei processi di inclusione e nostro compito è tentare di rimuovere le barriere di ogni tipo che possono ostacolare la piena partecipazione dell’alunno con disabilità al contesto scolastico. La disabilità non riguarda solo la persona, riguarda anche il contesto sociale in cui questa persona vive e studia. Se il contesto è senza barriere e più ricco di opportunità, cambia il modo in cui questa persona vivrà la disabilità. È un cambio di passo fondamentale».

Le novità

Una delle priorità è stata quella di intervenire sui Gruppi per l’Inclusione Territoriale. Il testo originario prevedeva che essi avessero il compito di autorizzare le ore di sostegno richieste sulla base della documentazione. Con il decreto nuovo, sono stati creati gruppi di docenti esperti nell’inclusione a disposizione delle scuole per supportarle in tutti i passaggi e per svolgere attività di formazione e miglioramento dei processi di inclusione. Un altro passaggio importante riguarda l’attribuzione delle misure di sostegno, che sono le ore per il sostegno scolastico, ma anche altri strumenti. Le ore di sostegno sono definite, come in passato, da quello che si chiamava GLH, che ha il compito di redigere il Piano educativo individuale del bambino. Questo Piano però dovrà definire non sole le ore di sostegno, ma anche tutte le misure utili a rendere quanto più efficace possibile la partecipazione degli alunni con disabilità alle attività della classe e della scuola assegnando, così, al bambino la centralità che merita. «Stiamo investendo sulla cultura dell’inclusione. Sono convinto che le nostre scuole sapranno raccogliere la sfida e utilizzare i nuovi strumenti; la scuola italiana è sempre stata attenta all’inclusione – questo ce lo riconosce la comunità internazionale – ma non sempre ha avuto gli strumenti per realizzarla pienamente», conclude Giuliano.

Attività complementari di Ed. Fisica, indicazioni Miur su monitoraggio e rendicontazione

da Orizzontescuola

di redazione

Il Miur ha diramato la nota n. 3572 del 29/07/2019, avente per oggetto “rendicontazione Attività complementari di Educazione fisica – a.s. 2018-2019”.

Con la nota, l’Amministrazione fornisce dei chiarimenti in merito alla succitata rendicontazione, in seguito ai numerosi quesiti pervenuti.

Risorse disponibili

Il Miur ricorda che con la nota del 28/09/2019 è stata comunicata la risorsa disponibile spettante per le attività complementari di Educazione fisica, per l’intero anno scolastico 2018/19, precisando che l’importo comunicato era da intendersi lordo dipendente.

Monitoraggio

Nella stessa nota, si evidenziava che le attività realizzate dalle singole scuole sarebbero state monitorate, a soli fini conoscitivi, tramite apposita piattaforma informatica, dove specificare l’indicazione della risorsa impiegata.

In attesa della predisposizione della succitata piattaforma, sarà possibile inviare la rendicontazione, tramite il modello di seguito allegato, all’indirizzo di posta elettronica rendicontazione.edfisica@istruzione.it.

Rendicontazioni di dettaglio

Le rendicontazioni di dettaglio, ricorda infine il Miur, rimarranno comunque acquisite agli atti delle scuole, ai fini della liquidazione del compenso accessorio da parte dei Dirigenti scolastici.

nota

Dichiarazione svolgimento attività

Concorso dirigenti scolastici, precedenze varranno in fase di assegnazione della sede e non della regione

da Orizzontescuola

di redazione

Nella giornata di ieri, si è svolto il confronto al Miur sull’assegnazione della sede ai neo dirigenti scolastici per l’a.s. 2019/20.

Concorso dirigenti scolastici, criteri assegnazione sede: attitudini professionali e posizione in graduatoria

Assegnazione sede

L’amministrazione ha proposto che i direttori degli Uffici Scolastici Regionali assegnino la sede ai dirigenti sulla base del punteggio in graduatoria e laddove possibile delle attitudini professionali.

Precedenze 104/92

Il bando di concorso prevede che le precedenze previste dagli articoli 21 e 33, commi 5, 6 e 7, della legge 104/1992 si applichino soltanto in fase di assegnazione della sede (scuola).

I sindacati hanno proposto di applicare le predette precedenze anche nella fase di assegnazione della regione, ma il Miur non si è dimostrato disponibile in quanto non intende discostarsi da quanto previsto dal bando.

Così al riguardo riferisce la Cisl Scuola:

l’Amministrazione ha comunicato che, nonostante i paventati rischi di contenzioso, non ritiene di discostarsi da quanto previsto dal regolamento e dal bando di concorso e quindi che si debba ritenere inapplicabile il riconoscimento della precedenza già in fase di assegnazione della regione.

Educazione civica, da settembre si cambia: nessun docente in più verrà assunto per insegnarla

da La Tecnica della Scuola

Via libera da parte del Parlamento all’introduzione dell’educazione civica. In realtà, però, si tratta di un ritorno.

Ecco cosa si prevede: ci sarà un’ora di insegnamento a settimana, 33 ore in tutto dal primo all’ultimo giorno di scuola. Si tratta, però, di una riforma a costo zero senza assunzioni e ore aggiuntive.

L’educazione civica ritorna, dunque, sui banchi di scuola, ma fu introdotta, per la prima volta da Aldo Moro, allora ministro dell’Istruzione, nel 1958. Tornerà ad essere studiata, ma non ci saranno posti di lavoro in più.

Nuova materia, stessi docenti. In questo momento l’insegnamento dell’educazione civica sarà impartito da quegli insegnanti dedicati inseriti all’interno dell’organico dell’autonomia. Sarà il preside dell’istituzione scolastico a definire chi farà cosa.

Si deciderà anche come articolare il percorso dell’insegnamento della materia che potrà essere svolto anche in maniera laboratoriale. Alle superiori, comunque, verrà data priorità ai docenti di diritto, sempre all’interno dell’organico già presente.

Introduzione dell’insegnamento dell’educazione civica

Leggi il testo approvato dal Senato

Si prevede, a decorrere dal 1° settembre dell’anno scolastico successivo alla data di entrata in vigore della legge, l’introduzione dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica nel primo e nel secondo ciclo di istruzione, per un numero di ore annue non inferiore a 33 (corrispondente a 1 ora a settimana), da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti, e l’avvio di iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile nella scuola dell’infanzia.

L’insegnamento sostituisce quello di Cittadinanza e Costituzione, introdotto dal D.L. 137/2008 (art. 1-L. 169/2008).

Nelle scuole del primo ciclo, l’insegnamento è affidato in contitolarità a docenti. Nelle scuole del secondo ciclo le scuole utilizzano l’organico dell’autonomia e, più nello specifico, ove disponibili, i docenti abilitati all’insegnamento delle discipline giuridiche ed economiche.

Per ciascuna classe è individuato un docente coordinatore che ha, tra l’altro, il compito di formulare la proposta di voto, acquisendo elementi conoscitivi dagli altri docenti a cui è affidato il medesimo insegnamento.

Il dirigente scolastico verifica la piena attuazione e la coerenza con il Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF).

Con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono definite Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, che individuano obiettivi specifici di apprendimento, con riferimento a: Costituzione italiana; istituzioni nazionali, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale; Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; educazione alla cittadinanza digitale, anche per valutare criticamente la credibilità e l’affidabilità delle fonti e per essere consapevoli di come le tecnologie digitali possono influire sul benessere psicofisico e sull’inclusione sociale, con particolare riferimento ai comportamenti riconducibili a bullismo e cyberbullismo; elementi fondamentali di diritto, con particolare riferimento al diritto del lavoro; educazione ambientale, sviluppo ecosostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari; educazione alla legalità e al contrasto delle mafie; educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni; formazione di  base in materia di protezione civile. Sono altresì promosse l’educazione stradale, l’educazione alla salute e al benessere, l’educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva.

In particolare, la conoscenza della Costituzione rientra tra le competenze di cittadinanza che gli studenti di ogni percorso di istruzione e formazione devono conseguire, avvicinandosi ai contenuti della Carta costituzionale già a partire dalla scuola dell’infanzia. Al fine di promuovere la conoscenza del pluralismo istituzionale, sono altresì attivate iniziative per lo studio degli statuti delle regioni ad autonomia ordinaria e speciale. Inoltre, al fine di promuovere la cittadinanza attiva, possono essere attivate iniziative per lo studio dei diritti e degli istituti di partecipazione a livello statale e territoriale.

L’insegnamento dell’educazione civica è integrato con esperienze extra-scolastiche con altri soggetti istituzionali, del volontariato o del terzo settore, con particolare riguardo a quelli impegnati nella promozione della cittadinanza attiva.

Calendario scolastico 2019-2020, tutte le date ufficiali. Maturità al via il 17 giugno

da La Tecnica della Scuola

Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato l’ordinanza n.662 dell’11 luglio con tutte le date relative al calendario scolastico e agli esami per l’anno scolastico 2019-2020.

L’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione si svolge, per l’anno scolastico 2019/2020, nel periodo compreso tra il termine delle lezioni e il 30 giugno 2020, secondo i calendari definiti dalle commissioni d’esame insediate presso le istituzioni scolastiche  statali e paritarie.

Clicca qui per scaricare l’ordinanza

Tutti i calendari scolastici (clicca qui)

La prima prova scritta della maturità si svolgerà il  17 giugno 2020, alle ore 8:30. La prima prova suppletiva, invece, si svolgerà 10 luglio 2020, alle ore 8:30.

Calendario delle festività

Questo il calendario delle festività per l’a.s. 2019/20:

  • tutte le domeniche;
  • il 1° novembre, festa di tutti i Santi;
  • l’8 dicembre, Immacolata Concezione;
  • il 25 dicembre, Natale;
  • il 26 dicembre;
  • il 1° gennaio, Capodanno;
  • il 6 gennaio, Epifania;
  • il giorno di lunedì dopo Pasqua;
  • il 25 aprile, anniversario della Liberazione;
  • il 1° maggio, festa del lavoro;
  • il 2 giugno, festa nazionale della Repubblica;
  • la festa del Santo Patrono.

Il calendario scolastico completo

PIEMONTE

Primo giorno di scuola: lunedì 9 settembre

Ultimo giorno di scuola: mercoledì 10 giugno (30 giugno per le scuole dell’infanzia)

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Vacanze di Carnevale, in coincidenza con la Festa dello sport e possibili iniziative a tema: da sabato 22 a mercoledì 26 febbraio

Ponti: sabato 2 maggio e lunedì 1 giugno

VALLE D’AOSTA

Primo giorno di scuola: giovedì 12 settembre

Ultimo giorno di scuola: venerdì 12 giugno

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Vacanze di inverno: dal lunedì 24 a mercoledì 26 febbraio

Ponti: sabato 2 novembre, giovedì 30 e venerdì 31 gennaio per la Fiera di sant’Orso, sabato 2 maggio, lunedì 1 giugno

LIGURIA

Primo giorno di scuola: lunedì 16 settembre

Ultimo giorno di scuola: mercoledì 10 giugno (30 giugno per le scuole dell’infanzia)

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile 2020

Ponti: sabato 2 novembre, sabato 2 maggio, lunedì 1 giugno

LOMBARDIA

Primo giorno di scuola: giovedì 12 settembre (5 settembre per le scuole dell’infanzia)

Ultimo giorno di scuola: lunedì 8 giugno (30 giugno per le scuole dell’infanzia)

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile 2020

PROVINCIA DI BOLZANO

Primo giorno di scuola: 5 settembre

Ultimo giorno di scuola: martedì 16 giugno

Vacanze di Natale: da lunedì 21 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Vacanze di Carnevale: da sabato 22 a sabato 29 febbraio

Ponti: da sabato 26 ottobre a domenica 3 novembre, lunedì 1 giugno

PROVINCIA DI TRENTO

Primo giorno di scuola: giovedì 12 settembre (2 settembre le scuole dell’infanzia)

Ultimo giorno di scuola: mercoledì 10 giugno (30 giugno le scuole dell’infanzia)

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Vacanze di Carnevale: da sabato 22 a martedì 25 febbraio

Ponti: sabato 2 novembre, lunedì 7 dicembre, sabato 2 maggio e lunedì 1 giugno

FRIULI VENEZIA GIULIA

Primo giorno di scuola: giovedì 12 settembre

Ultimo giorno di scuola: mercoledì 10 giugno (30 giugno per le scuole dell’infanzia)

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Vacanze di Carnevale: da lunedì 24 a mercoledì 26 febbraio

Ponti: sabato 2 novembre, sabato 2 maggio e lunedì 1 giugno

VENETO

Primo giorno di scuola: mercoledì 11 settembre

Ultimo giorno di scuola: sabato 6 giugno

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Vacanze di Carnevale: dal lunedì 24 a mercoledì 26 febbraio

Altri ponti: sabato 2 novembre, sabato 2 maggio e lunedì 1 giugno

EMILIA ROMAGNA

Primo giorno di scuola: lunedì 16 settembre

Ultimo giorno di scuola: sabato 6 giugno

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Ponti: nessuno (salvo che le scuole siano già chiuse di sabato o per gli istituti che decidono diversamente)

TOSCANA

Primo giorno di scuola: lunedì 16 settembre

Ultimo giorno di scuola: mercoledì 10 giugno (30 giugno per le scuole dell’infanzia)

Vacanze di Natale: da martedì 24 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Ponti: nessuno (salvo diversa decisione delle singole scuole o plessi comunque già chiusi di sabato)

MARCHE

Primo giorno di scuola: lunedì 16 settembre

Ultimo giorno di scuola: sabato 6 giugno

Vacanze di Natale: da martedì 24 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Ponti: sabato 2 novembre

LAZIO

Primo giorno di scuola: lunedì 16 settembre

Ultimo giorno di scuola: lunedì 8 giugno

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 4 aprile

Ponti: nessuno (con possibili eccezioni, per singoli istituti)

UMBRIA

Primo giorno di scuola: mercoledì 11 settembre

Ultimo giorno di scuola: martedì 9 giugno (30 giugno le scuole dell’infanzia)

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Ponti: sabato 2 novembre, sabato 7 dicembre, venerdì 24 aprile, sabato 2 maggio e lunedì 1 giugno

ABRUZZO

Primo giorno di scuola: lunedì 16 settembre

Ultimo giorno di scuola: lunedì 8 giugno

Vacanze di Natale: dal 24 dicembre a lunedì 6 gennaio 2020

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 aprile a martedì 14 aprile 2020

Vacanze di Carnevale: 25 febbraio

Altri ponti e vacanze: 2 maggio

MOLISE

Primo giorno di scuola: lunedì 16 settembre

Ultimo giorno di scuola: sabato 6 giugno (30 giugno per le scuole dell’infanzia)

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Ponti: sabato 2 maggio e sabato 2 novembre

PUGLIA

Primo giorno di scuola: mercoledì 18 settembre

Ultimo giorno di scuola: mercoledì 10 giugno

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile 2020

Vacanze di Carnevale: martedì 25 febbraio

Ponti: sabato 2 novembre, sabato 2 maggio e lunedì 1 giugno

BASILICATA

Primo giorno di scuola: mercoledì 11 settembre

Ultimo giorno di scuola: mercoledì 10 giugno

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Vacanze di Carnevale: lunedì 24 e martedì 25 febbraio

Ponti: sabato 2 maggio, lunedì 1 giugno e sabato 2 novembre

CAMPANIA

Primo giorno di scuola: mercoledì 11 settembre

Ultimo giorno di scuola: mercoledì 10 giugno

Vacanze di Natale: da lunedì 21 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Vacanze di Carnevale: lunedì 24 e martedì 25 febbraio

Altri ponti: sabato 2 novembre; sabato 2 maggio e lunedì 1 giugno

CALABRIA

Primo giorno di scuola: lunedì 16 settembre

Ultimo giorno di scuola: martedì 9 giugno

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 aprile a martedì 14 aprile 2020

Ponti: sabato 2 novembre, sabato 2 maggio e lunedì 1 giugno

SICILIA

Primo giorno di scuola: giovedì 12 settembre

Ultimo giorno di scuola: sabato 6 giugno

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a martedì 7 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Ponti: nessuno

SARDEGNA

Primo giorno di scuola: lunedì 16 settembre

Ultimo giorno di scuola: sabato 6 giugno

Vacanze di Natale: da lunedì 23 dicembre a lunedì 6 gennaio

Vacanze di Pasqua: da giovedì 9 a martedì 14 aprile

Ponti e altre vacanze: martedì 28 aprile, per Sa Die de sa Sardinia (la Giornata del popolo sardo) e sabato 2 novembre

Concorso dirigenti scolastici, su Polis la scelta delle sedi. C’è tempo fino al 4 agosto

da La Tecnica della Scuola

Abbiamo già riferito che il Ministero dell’Istruzione ha reso noto le graduatorie definitive per il concorso dirigenti scolastici.

Un’informazione importante riguarda il fatto che i candidati utilmente collocati nei primi 1.984 posti della graduatoria potranno indicare l’ordine di preferenza tra le 17 regioni disponibili esclusivamente tramite ‘Polis’ a partire dalle ore 15.00 del 1° agosto 2019 e fino alle ore 23.59 del 4 agosto 2019.

Assunzione dirigenti scolastici

Bisogna ricordare che i vincitori saranno assegnati ai ruoli regionali sulla base dell’ordine di graduatoria e delle preferenze espresse, nel limite dei posti vacanti e disponibili in ciascun USR.

I candidati che non presenteranno l’istanza con le modalità e nei termini previsti,
verranno assegnati ai ruoli regionali d’ufficio.

Ricordiamo infine, che i candidati inclusi con riserva nella graduatoria generale di merito saranno assegnati all’Ufficio Scolastico Regionale secondo la priorità di
scelta ma non potranno essere assunti.

Pertanto, per questi ultimi sarà possibile solo l’accantonamento del posto nella regione prescelta in attesa della definizione del relativo contenzioso.

In quali regioni si possono inviare le preferenze di sede perchè ci sono posti vacanti e disponibili? In totale sono 17: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto.

​​​​​​​​​​​​- Il decreto del Capo Dipartimento prot. n. 1205 dell’1 agosto 2019
– La graduatoria del concorso per dirigenti scolastici
– Avviso prot.n. 35372 dell’1 agosto 2019

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