G. Papi, Il censimento dei radical chic

Papi e la lingua italiana

 di Antonio Stanca

   Giacomo Papi è nato a Milano nel 1968, a Milano ha studiato, si è laureato e qui vive e lavora. Dal 1993 è presente sulla scena culturale italiana come autore di saggi, d’inchieste, collaboratore di importanti riviste, consulente o direttore editoriale di note case editrici, personaggio televisivo impegnato insieme ad altri intellettuali in servizi esclusivi, giornalista, direttore della scuola di scrittura Belleville di Milano, autore di romanzi.

   Papi è uno degli esempi migliori di quanto ai giorni nostri viene chiesto ad un intellettuale che ha pure ambizioni di autore, di scrittore in questo caso. In più direzioni ci si è abituati a vederlo impegnato, in atteggiamento polemico nei riguardi del sistema, di quanto succede in ambito politico, sociale, culturale, morale, religioso. Al passo con i tempi, ricco di mezzi espressivi, sicuro del loro uso deve essere lo scrittore d’oggi oltre che giornalista, personaggio pubblico capace di fare scandalo, di divertire. Quando i tempi, gli spazi sono diventati tanto ampi da accogliere tante cose non può un autore rimanere solo con le sue ma deve dire anche di altre per non rischiare di rimanere ignorato.

   Papi fa tutto questo e a testimonianza di tale sua maniera è venuta quest’anno l’opera Il censimento dei radical chic pubblicata dalla Feltrinelli di Milano nella serie “I Narratori”. Sta tra il romanzo e il saggio, il passato e il presente, il consenso e il rifiuto, la verità e l’invenzione, la satira e l’ironia. Non finisce mai di sorprendere, di divertire nonostante muova da un argomento molto serio, molto importante, da una questione sempre discussa, quella del rapporto in Italia tra intellettuali e pubblico, tra cultura e società, tra lingua letteraria e lingua popolare. Nel libro Papi immagina come questo problema abbia richiesto ultimamente dei provvedimenti urgenti da parte del Ministero che ad esso è preposto, come abbia portato a creare prima un’Autorità Garante per la Semplificazione della Lingua Italiana e poi il Registro Nazionale degli Intellettuali e dei Radical Chic. La prima istituzione ha il compito di rivedere, tramite il lavoro compiuto da centinaia di esperti assunti presso il nuovo Ministero dell’Ignoranza, tutto quanto il lessico italiano, tutta la sintassi, e di liberare entrambi dalle parti che possono risultare difficili, incomprensibili al pubblico dal momento che questo è composto soprattutto da persone ignoranti capaci di capire soltanto parole, espressioni e argomenti semplici. La seconda istituzione, quella del Registro Nazionale degli Intellettuali e dei Radical Chic, ha anch’essa richiesto un massiccio impiego di personale per espletare quanto il suo programma richiedeva. Bisognava schedare tutti gli intellettuali presenti sul territorio nazionale italiano affinché fossero protetti dalla furia popolare alla quale la loro condizione privilegiata li aveva esposti ed affinché capissero che il loro distacco, la loro distanza dal popolo non erano più possibili. Alcuni accetteranno di rinunciare alla propria posizione, altri non lo faranno e si esporranno a molti pericoli. Intanto si sta procedendo con determinazione da parte degli enti creati per lo svolgimento di entrambi i compiti. E lo stesso Papi in questo libro si mostra disposto ad accettare le nuove regole, a correggere, modificare, eliminare le parti dell’opera che risultano di difficile comprensione.

   E’ una lettura la sua che mentre diverte fa pensare, fa riflettere. Papi scherza ma in verità è molto preoccupato. In verità vuole denunciare l’imbarbarimento al quale è giunta la lingua italiana a causa delle volgarità di ogni tipo che di essa sono entrate a far parte, vuole richiamare tutti, vuole chiedere a tutti se si debba procedere verso la fine, verso la distruzione dell’italiano o se lo si debba salvare. Nell’opera fa credere che lo si voglia distruggere perché impossibile è diventato contenere quanto lo sta minacciando ma fa pure pensare a quanto grave sarebbe una simile perdita.    Molto perplesso è Papi di fronte ad una situazione che lascia intravedere un futuro privo di certezze.