L’appello dei sindacati: la crisi politica non ricada sui precari

da Il Sole 24 Ore

«La politica nel suo complesso è chiamata ad un atto di responsabilità evitando che le scuole inizino la loro attività a settembre in una situazione priva di prospettive rispetto all’assenza di personale stabile su decine di migliaia di cattedre e posti di personale Ata».

L’appello sindacale
Lo scrivono in modo unitario le maggiori organizzazioni sindacali del mondo della scuola, Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals, le quali ricordano che per rispondere a questa emergenza il confronto col governo ha portato alla definizione condivisa di un provvedimento d’urgenza per dare risposte alla Scuola e al personale precario, destinato a crescere in maniera esponenziale in assenza di interventi normativi. Questo provvedimento, dopo aver avuto il via libera per la sua definizione nel Consiglio dei Ministri del 6 Agosto scorso, è ora nel “limbo” del “salvo intese”, formula che lascia margini di modifiche, ma che di fatto riconosce tempi e modi di un opportuno intervento legislativo per dare prospettive positive al mondo della scuola.

Di qui l’invito al premier, Conte, di dar seguito al decreto legge che rappresenta il primo atto di quell’accordo che egli ha direttamente sottoscritto con le organizzazioni sindacali e che contiene le risposte che la scuola reale richiede.

Maestre senza laurea, primi licenziamenti

da Il Messaggero

In Veneto ne sono state licenziate già 500 e altre 1300 rischiano di restare a casa nei prossimi mesi. Sono le «maestre senza laurea», in possesso di diploma magistrale ma non del titolo in Scienze della formazione, che dal 2001 è indispensabile per ottenere il ruolo nella scuola primaria. Sono gli effetti delle sentenze del Consiglio di stato, che ha bocciato il contratto delle docenti assunte a tempo indeterminato dopo anni di precariato, ma assunte con riserva, cioè appunto in attesa del pronunciamento definitivo della giustizia amministrativa. Nel Veneto in totale sono 1.800 le maestre in questa situazione, e per le prime 500 è ora arrivata la lettera di licenziamento.
La notizia per loro è ovviamente traumatica, ma in realtà un rimedio ci sarebbe: è il cosiddetto decreto salva precari, che consentirebbe a 50 mila insegnanti precarie in tutta Italia di prolungare il contratto e di partecipare a un altro concorso riservato. Il decreto è stato approvato dal Consiglio dei ministri, ma con quella formula salvo intese che lascia le cose in sospeso e ne impedisce la pubblicazione finché non si sono definiti i dettagli con un successivo accordo nell’esecutivo.
LA ROTTURAMa la rottura dell’alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle ha congelato tutto, quindi ancora il decreto non è in vigore e a questo punto non si sa se lo sarà mai. Per i sindacati già la prospettiva di dover sostenere un concorso (per altro con la sicurezza di ottenere un posto alla fine) non era soddisfacente, ma al momento anche questa rimane un’ipotesi. Di reale ci sono solo i primi licenziamenti e quelli in arrivo nei prossimi giorni.
R. I.

Decreto salva educazione civica

da ItaliaOggi

Marco Nobilio e Alessandra Ricciardi

Il decreto per consentire l’avvio già da questo settembre dell’insegnamento dell’educazione civica è pronto e oggi sarà portato alla firma del ministro Marco Bussetti. È stato lo stesso ministro ad annunciare di voler «aggiustare da un punto di vista amministrativo oltre che procedurale» la riforma, «affinché entri in vigore dall’anno scolastico prossimo». Il problema è quello di recuperare quattro giorni di ritardo, quelli con i quali è stata pubblicata, il 21 agosto scorso, la legge in Gazzetta Ufficiale dopo la controfirma da parte del capo dello stato. E che fanno entrare in vigore la legge a partire dal 5 di settembre, quattro giorni dopo l’avvio del nuovo anno scolastico. Ma dal Miur fanno sapere (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi di martedì scorso) che non si tratta di un termine perentorio, l’importante è riuscire a dare alle scuole la possibilità di organizzare l’attività didattica prima dell’avvio delle lezioni. In tal senso potrebbe bastare un decreto ministeriale a chiarire tempi e modalità.In caso contrario, l’introduzione della nuova materia nel curriculo scolastico dovrebbe avvenire non da questo settembre ma a partire dall’anno scolastico 2020/21. Così come prevede letteralmente il comma 1, dell’articolo 2, della legge, che recita: «A decorrere dal 1° settembre del primo anno scolastico successivo all’entrata in vigore della presente legge, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione è istituito l’insegnamento trasversale dell’educazione civica».

Decreto pronto, ministro pure, salvo che su tutto incombe la crisi di governo e il possibile incarico a un nuovo presidente del consiglio per la formazione del governo. Forse proprio oggi. Nel caso di un cambio imminente di compagine governativa, se la Lega dovesse essere fuori, sarà il prossimo ministro dell’istruzione a doversene fare carico. Il comma 1, dell’articolo 3, della legge prevede, inoltre, che l’introduzione del nuovo insegnamento sia preceduto dall’emanazione di linee guida da parte del ministero dell’istruzione: anche su questo gli uffici di viale Trastevere sono già pronti.

I contenuti dell’educazione civica individuati dal legislatore, ai cui dovranno fare riferimento i docenti, sono indicati nell’articolo 3 del provvedimento: a) Costituzione, istituzioni dello Stato italiano, dell’Unione europea e degli organismi internazionali; storia della bandiera e dell’inno nazionale; b) Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; c) educazione alla cittadinanza digitale; d) elementi fondamentali di diritto, con particolare riguardo al diritto del lavoro; e) educazione ambientale; f) educazione alla legalità e al contrasto delle mafie; g) educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni; h) formazione di base in materia di protezione civile.

Il dispositivo rende cogente e imperativo l’insegnamento di una lunga serie di contenuti, obiettivi e competenze a cui i docenti dovranno fare riferimento ai fini del relativo processo didattico-apprenditivo. Ma non individua una figura specifica a cui affidare tale nuovo insegnamento, salvo un riferimento espresso al docente di discipline giuridiche, se presente nell’organico dell’istituzione scolastica di riferimento.

L’educazione civica, dunque, pur essendo regolata in modo tassativo, viene qualificata come insegnamento fungibile, da affidare di volta in volta a docenti diversi, a nulla rilevando la specificità del posto o della cattedra di titolarità dei docenti assegnatari. E viene prevista l’individuazione di un insegnante all’interno della classe cui affidare ruoli di coordinamento, al quale spetta anche il compito di formulare «la proposta di voto espresso in decimi, acquisendo elementi conoscitivi dai docenti a cui è affidato l’insegnamento dell’educazione civica».

La nuova disciplina, infatti, viene qualificata alla stregua di trasversale, ma in ogni caso, a tale nuovo insegnamento è destinata un’ora di lezione settimanale e un monte annuale di 33 ore da sottrarre al monte ore delle altre discipline senza prevedere un ampliamento del monte ore complessivo.

Nulla è dovuto a titolo di retribuzione ai docenti che insegneranno la nuova disciplina. mentre, per il solo ruolo di coordinatore, il testo di legge prevede la possibilità di individuare una qualche forma di retribuzione a livello di contrattazione integrativa di istituto, sempre però all’interno della capienza ordinaria del fondo di istituto.

Ma il testo di legge rischia di incorrere in censure da parte della Corte costituzionale in sede di contenzioso. Il dispositivo, infatti, potrebbe essere giudicato incompatibile, in via diretta, con i principi di giusta retribuzione (art. 36 Cost.) buona amministrazione (art. 97 Cost.).

Prima di tutto perché aumenta l’onerosità della prestazione di insegnamento dal punto di vista quantitativo e qualitativo senza prevedere incrementi retributivi, così come prevede il principio di giusta retribuzione. E ciò potrebbe determinare a sua volta l’insorgenza di profili di illegittimità derivanti dall’assenza del necessario rinvio alla contrattazione collettiva, per quanto riguarda la regolazione degli incrementi contributivi. E potrebbe risultare anche in contrasto con le disposizioni contenute nell’articolo 39 della Carta.

In più qualora il controllo di costituzionalità su questi principi dovesse risultare fondato, il dispositivo potrebbe confliggere anche con l’articolo 81 della Costituzione il quale dispone che: «Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte». Nuovi oneri che deriverebbero dal principio di irrinunciabilità della giusta retribuzione sancito dall’art. 2113 del codice civile.

Circa 30 mila immissioni in ruolo vanno deserte E nella scuola è emergenza: servono 100 mila supplenti

da ItaliaOggi

Marco Nobilio

Le immissioni in ruolo effettuate sono insufficienti a coprire il turnover dei docenti. Il ministero dell’istruzione aveva chiesto al ministero dell’economia 58.627 immissioni in ruolo. Ma il Mef ne ha autorizzate 5 mila in meno. E tra i posti richiesti non figuravano le cattedre che si renderanno libere per i pensionamenti della quota 100. Che dovrebbero aggirarsi intorno a 15 mila unità. Secondo alcune stime, peraltro, a causa dell’esaurimento delle graduatorie, le immissioni in ruolo realmente effettuate non supererebbero il 50% di quelle autorizzate. Pertanto, i posti in organico di diritto disponibili per le supplenze dovrebbero essere oltre 50 mila. Ai quali bisognerà aggiungere i posti e le cattedre che si renderanno disponibili in organico di fatto all’esito delle utilizzazioni e delle assegnazioni provvisorie.

Considerato che per le supplenze in organico di fatto vengono resi disponibili anche gli spezzoni, complessivamente, il numero dei contratti di supplenza potrebbe superare le 100 mila unità. In vista delle operazioni di assunzione a tempo determinato, il ministero dell’istruzione ha convocato oggi i sindacati per il consueto incontro di informazione sulla circolare annuale sulle supplenze. Che non dovrebbe presentare particolari novità rispetto all’anno scorso. Salvo che il ministero non intenda regolare anche le cosiddette messe a disposizione (Mad). Che meriterebbero una disciplina più dettagliata a causa della grande diffusione degli ultimi anni. Si tratta di note che vengono inviate dagli aspiranti docenti ai dirigenti scolastici. Che recano la dichiarazione di disponibilità ad accettare eventuali proposte di supplenza e i dati anagrafici e i titoli in possesso dei dichiaranti.

Va detto subito, peraltro, che le dichiarazioni di messa a disposizione vengono prese in considerazione dai dirigenti scolastici solo in caso di assenza di personale docente interessato ad accettare eventuali supplenze e inserito nelle graduatorie di istituto di I, II e III fascia scuola primaria, scuola secondaria di primo grado, posto comune e sostegno. Si tratta, quindi, di una mera ipotesi residuale. Che però, negli ultimi anni, specie nelle regioni del Nord, è diventato uno dei canali ordinariamente utilizzato per reclutare il personale, spesso proveniente dal Sud, a causa del progressivo esaurimento delle graduatorie provinciali e delle graduatorie di istituto degli aspiranti supplenti. Nelle regioni settentrionali il fenomeno è molto diffuso. Perché a causa dei bassi salari degli insegnanti, specie se supplenti, la professione dell’insegnante è considerata scarsamente appetibile. Preferendo, i giovani laureati, orientarsi verso professioni più redditizie.

Non così al Centro e soprattutto al Sud, dove a causa del calo demografico e del più alto tasso di disoccupazione, l’insegnamento è ancora considerato un lavoro appetibile.

Concorso Dirigenti Scolastici: finora 41 rinunce, si scorrerà graduatoria

da Orizzontescuola

di redazione

Concorso Dirigenti Scolastici: sono 41 le rinunce pervenute ad oggi. Mancano ancora i dati di Basilicata, Emilia Romagna, Lombardia. Come verranno gestite.

Le rinunce, come detto, sono 41:

Abruzzo 1
Basilicata (manca ancora il dato)
Calabria 2
Friuli V.G. 2
Emilia Romagna 1 (la firma effettiva avverrà nei prossimi giorni)
Lazio 1
Lombarda 7 (ma la firma proseguirà nei prossimi giorni)
Liguria 2
Marche 2
Molise 1
Piemonte 8
Puglia 1
Sardegna 0
Toscana  1
Sicilia 0
Umbria 2
Veneto 10

Gestione rinunce

Le soluzioni prospettate dal Miur per la gestione delle rinunce sono due: assegnare i posti a reggenza oppure scorrere la graduatoria.

Poiché i tempi per ripercorrere ex novo tutta la graduatoria sono troppo stretti, il Miur  è orientato a procedere allo scorrimento della graduatoria, coprendo così tutti i posti autorizzati per le immissioni in ruolo dell’a.s. 2019/20.

Nelle prossime ore maggiori aggiornamenti.

Supplenze, contratti devono avere un termine. Risoluzione in caso di nuove graduatorie

da Orizzontescuola

di redazione

Supplenze: contratti dovranno avere un termine, non più sino ad avente diritto. Cause di risoluzione.

CCNL 2016/18

L’articolo 41 del CCNL 2016/18 così dispone:

I contratti a tempo determinato del personale docente, educativo ed ATA devono  recare in ogni caso il termine...

I contratti di supplenza, dunque, devono recare in ogni caso un termine di fine e non possono più essere stipulati sino ad avente diritto.

Cause di risoluzione

Lo stesso articolo 41 del Contratto prevede però quanto segue:

[…] Tra le cause di risoluzione di tali contratti vi è anche l’individuazione di un nuovo avente titolo a seguito dell’intervenuta approvazione di nuove graduatorie

Dunque, in caso di pubblicazione di nuove graduatorie il contratto del supplente è risolto.

Si sa che proprio quella sopra riportata è una delle cause maggiormente diffuse che prima portava alla sottoscrizione di contratti sino ad avente titolo e al relativo cambio di supplente. Problema questo riguardante principalmente le graduatorie di Istituto.

Supplenze brevi: divieto nomina primo giorno assenza, posti potenziamento, assenze sino a 10 giorni

da Orizzontescuola

di Nino Sabella

Supplenze brevi: da quali graduatorie si attribuiscono; assegnazione in caso di posti di potenziamento; divieto di nomina per il primo giorno di assenza del titolare.

Graduatorie di istituto

Le supplenze brevi e saltuarie, ai sensi dell’articolo 7, comma 1 lettera b., del DM 131/07, si attribuiscono dalle graduatorie di istituto.

Così leggiamo nel citato articolo:

Ai sensi delle disposizioni di cui all’articolo 1, i dirigenti scolastici conferiscono supplenze utilizzando le rispettive graduatorie di circolo e di istituto in relazione alle seguenti situazioni e secondo le correlate tipologie:

b. supplenze temporanee per la sostituzione del personale temporaneamente assente… 

Divieto attribuzione supplenza dal primo giorno di assenze del titolare

Il divieto di assegnare supplenze brevi dal primo giorno di assenza del titolare è previsto dall’articolo 1, comma 333, della Legge 23 dicembre 2014, n. 190, ove leggiamo:

Ferme restando la tutela e la garanzia dell’offerta formativa, a decorrere dal 1° settembre 2015, i dirigenti scolastici non possono conferire supplenze brevi di cui al primo periodo del comma 78 dell’articolo 1 della legge 23 dicembre 1996, n. 662, al personale docente per il primo giorno di assenza.

Il divieto, come si legge nel testo sopra riportato, può essere superato solo al fine di tutelare e garantire l’offerta formativa.

Posti di potenziamento

I posti di potenziamento, com’è noto, sono stati introdotti con la legge 107/2015, che indica anche quando è possibile procedere all’assegnazione delle supplenze su tale tipologia di posti.

L’articolo 1, comma 95, della predetta legge così dispone:

A decorrere dall’anno scolastico 2015/2016, i posti per il potenziamento non possono essere coperti con personale titolare di contratti di supplenza breve e saltuaria.

Sui posti id potenziamento, dunque, non è possibile nominare per supplenze brevi e saltuarie  [è possibile invece nominare in caso di posto vacante (supplenza al 31/08) o disponibile (supplenza al 30/06)]. E’ prevista comunque un’eccezione nel caso in cui il docente titolare abbia la cattedra composta da ore curricolari e ore destinate al potenziamento. In tal caso, è possibile nominare per le sole ore curricolari, fermo restando che si tratti di una supplenza superiore a 10 giorni.

Esempio: docente con 9 ore curricolari e 9 ore di potenziamento; si assenta per 15 giorni; si nome soltanto per le 9 ore curricolari.

Supplenze sino a 10 giorni

L’articolo 1, comma 85, della legge 107/2015, ha disposto quanto segue:

Tenuto conto del perseguimento degli obiettivi di cui al comma 7, il dirigente scolastico puo’ effettuare le sostituzioni dei docenti assenti per la copertura di supplenze temporanee fino a dieci giorni con personale dell’organico dell’autonomia che, ove impiegato in gradi di istruzione inferiore, conserva il trattamento stipendiale del grado di istruzione di appartenenza.

Il dirigente scolastico, dunque, per le supplenze sino a 10 giorni può ricorrere al personale dell’organico dell’autonomia, purché in possesso del previsto titolo di studio di accesso. Tale personale, laddove impiegato in gradi di istruzione inferiore, conserva il trattamento stipendiale del grado di istruzione di appartenenza.

La sostituzione, come si legge nel sopra riportato comma, può avvenire tenuto conto del perseguimento degli obiettivi di potenziamento dell’offerta formativa e delle attività progettuali. Pertanto, qualora la supplenza ostacoli il perseguimento dei predetti obiettivi non dovrebbe essere affidata al docente di potenziamento.

Articolo 28 CCNL

Quanto detto sopra, in merito al fatto che al docente di potenziamento non si possono attribuire supplenze sino a 10 giorni, nel caso in cui le stesse ostacolino il perseguimento degli obiettivi di potenziamento dell’offerta formativa e delle attività progettuali, è stato ulteriormente esplicitato nel CCNL 2016/18, il cui articolo 28 prevede che solo le ore non programmate nel PTOF possono essere destinate alle supplenze sino a dieci giorni.

Nuovo portale NoiPA: sarà on-line il 4 settembre, con nuove funzionalità

da La Tecnica della Scuola

Il progetto Cloudify NoiPA arriva ad un importante traguardo: il 4 settembre 2019 sarà in linea il nuovo portale.

Ne dà l’annuncio NoiPA, con un proprio messaggio di oggi, 27 agosto.

Il nuovo portale si presenterà con un’interfaccia completamente ripensata per rendere più semplice la navigazione e offrirà maggiore centralità al patrimonio di dati di cui NoiPA è gestore.

L’area privata, oltre a confermare i servizi già disponibili, offre nuove possibilità quali, ad esempio, la consultazione dei cedolini per gli anni precedenti: nella fase di rilascio a partire dal 2015 e successivamente a coprire tutto il patrimonio storico.

In proposito, per consentire l’avvio in esercizio del nuovo portale, il sistema e l’app NoiPA non saranno disponibili dalle 18:00 del 30 agosto, fino a tutto il 3 settembre.

Istruzione adulti, a settembre arriva la piattaforma Indire per i CPIA

da La Tecnica della Scuola

Il prossimo settembre sarà lanciata ufficialmente da Indire una piattaforma dedicata all’istruzione degli adulti.

Sarà raggiungibile all’indirizzo http://adultiinformazione.indire.it e consentirà agli iscritti ai CPIA di seguire corsi e integrare la propria formazione.

Gli insegnanti dei Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti potranno così far seguire ai loro studenti (II periodo del I livello) uno o più percorsi tra quelli di scienze, storia, italiano, inglese o informatica che sono stati elaborati come Unità di Apprendimento pilota dal gruppo di lavoro Indire di Roma.

Si tratta dunque di una sperimentazione sulle modalità e sugli strumenti dell’istruzione degli adulti in Italia ed è aperta a tutti i centri e ai singoli insegnanti che ne vorranno parteciparvi.

Al termine di questa prima fase di sperimentazione, che coinciderà con il termine del primo quadrimestre del prossimo anno scolastico, saranno disponibili nuovi contenuti per la formazione degli insegnanti.

Per informazioni e manifestazioni di interesse è possibile scrivere un’email all’indirizzo urp@indire.it.

Circolare supplenze: Miur e sindacati vorrebbero regolare la MAD

da La Tecnica della Scuola

E’ previsto per la giornata del 27 agosto un incontro fra i sindacati e i tecnici del Ministero per la messa a punto della consueta circolare annuale sulle supplenze.
Il provvedimento non dovrebbe cambiare le regole già in vigore, ma potrebbe contenere una novità importante.
Si parla infatti, con insistenza, di un “capitolo” dedicato esclusivamente all’istituto della MAD che consente ai docenti non presenti in nessuna graduatoria di “mettersi a disposizione” delle singole scuole.
Nel caso di esaurimento anche delle graduatorie di istituto i dirigenti scolastici possono attingere dalla lista dei docenti disponibili ad assumere supplenze temporanee.
Sul tema avevamo già scritto una notizia piuttosto ampia, segnalando che – in assenza di regole – le assunzioni mediante MAD hanno il sapore della chiamata diretta: i dirigenti, infatti, possono stipulare il contratto con l’insegnante considerato più adatto senza dover rispettare graduatorie e punteggi.
La nostra notizia, peraltro, aveva suscitato sconcerto e anche qualche polemica.
Ma adesso emerge chiaramente che il problema da noi sollevato è reale e anche molto diffuso: soprattutto in diverse province del nord, già a partire dal mese di settembre molte graduatorie risultano pressochè vuote e quindi diventa pressochè obbligatorio utilizzare i docenti “a disposizione”.
Accortisi che la MAD si sta diffondendo sempre di più e sta ormai coinvolgendo decine di migliaia di docenti precari, i sindacati avrebbero così deciso di chiedere al Ministro di inserire nella circolare annuale sulle supplenze un punto che serva a rendere chiare e trasparenti le modalità di presentazione delle domande dei docenti e quelle di conferimento degli incarichi temporanei da parte dei dirigenti.

Al via gli esami di riparazione: cosa sono e cosa accade se non si superano

da La Tecnica della Scuola

Con il volgere al termine dell’estate si avvicinano le date degli esami di riparazione con i quali gli studenti delle superiori cercheranno di recuperare il debito formativo, così da poter accedere alla classe successiva.

Quando si arriva allo scrutinio di fine anno con un’insufficienza, il Consiglio di classe valuta se dare o meno allo studente il debito formativo. Nel caso in cui lo ritenga necessario dunque, lo studente dovrà prepararsi durante l’estate per colmare le proprie lacune e superare un esame.

Le prove di riparazione vengono gestite dai singoli docenti i quali decidono, secondo delle linee guida delle scuole, la modalità di verifica, che può essere scritta o orale, sul programma svolto durante l’anno.

Il recupero dei debiti, come stabilito dal decreto n.80 del 3 ottobre 2007, deve avvenire entro il 31 agosto e comunque prima dell’inizio delle lezioni dell’anno scolastico successivo, altrimenti non si viene promossi.

La verifica finale verrà svolta dai docenti della classe e sarà responsabilità del Consiglio di classe formulare il giudizio definitivo sull’ammissione all’anno successivo. In questo modo tutti entreranno in classe senza debiti e saranno in condizione di svolgere regolarmente il programma del nuovo anno.

Attenzione, però. Possibile anche che, come stabilito dalla normativa, alcune scuole possano arrivare a organizzare gli esami di recupero i primi di settembre, purché tutte le procedure e gli scrutini finali siano completati prima dell’inizio delle lezioni.

In ogni caso durante la prima parte dell’estate, lo studente può usufruire del corso di recupero che la scuola attiva proprio per agevolare la preparazione all’esame di riparazione.

Quest’ultimo ovviamente è gestito dal singolo docente e non dal Miur, dunque sta al professore decidere la modalità (scritto o orale), basandosi sul programma svolto durante l’anno.

Il voto finale anche è deciso dal professore ma con l’ausilio del Consiglio di classe: insieme dunque valutano se il candidato può procedere nel suo percorso accademico o se è necessario ripeta l’anno scolastico precedente.

Esami di riparazione, cosa succede se va male?

Il rischio di essere bocciati esiste, ma non è automatico.

Lo studente che all’esame di riparazione non riesce a raggiungere la sufficienza in una o più materie oggetto di recupero non viene automaticamente bocciato, ma la sua promozione o bocciatura dipende dalla decisione collettiva del Consiglio di classe, che dovrà tenere conto non solo del voto, ma anche del giudizio complessivo sullo studente.

Perciò, anche se avete avuto la sfortuna di non raggiungere la sufficienza, potreste avere ancora una speranza per non perdere l’anno a causa del debito scolastico.

Concorso DS: ecco quante sono le rinunce. Scorrimento di graduatoria, sì o no?

da Tuttoscuola

Il concorso DS si è concluso, ma restano ancora diverse questioni aperte. Dopo la pubblicazione delle sedi assegnate ai vincitori del concorso DS anche in Toscana, Basilicata e Friuli, è possibile fare il punto conclusivo sulle rinunce intervenute. Considerato che in Toscana vi è stata una sola rinuncia e in Friuli due, il totale complessivo è di 23 rinunce, così rilevate: Veneto 9, Piemonte 6+1, Liguria 2, Calabria 2, Friuli VG 2, Toscana 1.

Forse in queste ore l’Anp, Associazione Nazionale Presidi, sta discutendo sul destino di queste rinunce, dopo avere chiesto al ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti di trovare una soluzione alle numerose sedi scoperte, a cui andrebbero ad aggiungersi anche queste ultime, per contenere il numero delle reggenze che potrebbe avvicinarsi a 600, nonostante il concorso DS appena concluso.

Tra i primi candidati esclusi tra i vincitori sembra che l’eventuale scorrimento di graduatoria non costituisca una prospettiva gradita, visto che si tratterebbe di sedi di risulta. Meglio, dicono alcuni, attendere la nomina da vincitori dell’anno prossimo e beneficiare di una scelta più ampia.

Se comunque vi sarà lo scorrimento di graduatoria – di cui non parla esplicitamente il bando del concorso DS – occorrerà chiarire se si tratterà di una scelta obbligata o no.

Ma quella dello scorrimento di graduatoria non è l’unica questione lasciata aperta dal concorso DS. I posti accantonati per i 76 ammessi con riserva andranno in quota 2020 o prima? Cosa potrebbe cambiare con la sentenza definitiva del Consiglio di Stato? Per i 500 idonei non vincitori quale futuro si prospetta?  E poi ancora: per quando è previsto il ritorno nella regione di residenza?

Educazione Civica: decreto pronto per essere firmato, ma tutto resta in bilico

da Tuttoscuola

Attesa per oggi, 27 agosto, la firma dell’attuale ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, al decreto che permetterebbe di fare in modo che l’Educazione Civica arrivi sui banchi di scuola già dal prossimo settembre. La Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2019 ha infatti pubblicato il testo della legge sulla nuova educazione civica, precisando che entrerà in vigore il 5 settembre, cioè dopo quel 1° settembre che la stessa legge ha previsto come decorrenza di entrata in vigore in tutte le scuole del suo insegnamento obbligatorio per un’ora a settimana, valutabile con voto in decimi come le altre discipline di studio. Un termine che per il Miur, secondo quanto riportato da ItaliaOggi, non sarebbe perentorio: l’importante è riuscire a dare alle scuole la possibilità di organizzare l’attività didattica prima dell’avvio delle lezioni.

Sempre stando a quanto riportato dal quotidiano, il decreto da firmare sarebbe già pronto, così come pronto dovrebbe essere il Ministro a firmare. Pronte anche le linee guida. Peccato che su tutto questo incomba la crisi di Governo. Questo perché, nel caso in cui, proprio oggi, sia dato incarico a un nuovo presidente del consiglio di formare un nuovo governo, tutto passarà in mano al futuro ministro dell’Istruzione.

Totoministri: per il Ministero dell’Istruzione si fa il nome di Roberto Cingolani

da Tuttoscuola

Queste sono ore decisive per il Paese, e la trattativa tra Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico è ancora in piedi, anche se in salita. E mentre Di Maio prosegue con un nuovo ultimatum (“Senza sì a Conte inutile vedersi”, avrebbe detto dopo il vertice fiume a Palazzo Chigi), iniziano a spuntare i primi nomi di un ipotetico governo giallorosso. E il totoministri del corriere.it parla chiaro: al Ministero dell’Istruzione, il PD vorrebbe Roberto Cingolani al posto di Marco Bussetti.

Direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, Roberto Cingolani, 57 anni, è un fisico italiano da giugno 2019 anche Chief Technology & Innovation Officer, per l’indirizzo e la gestione dell’evoluzione delle tecnologie innovative di Leonardo.

Chiaro è che è ancora tutto da vedere: annullato l’incontro in cui Pd e M5S avrebbero dovuto tornare a sedersi al tavolo della trattativa per dare vita a un esecutivo giallorosso. Alle 16.00 riparte invece al Quirinale il secondo giro di consultazioni che si aprirà con una telefonata di Sergio Mattarella al senatore a vita Giorgio Napolitano. Poi verranno sentiti i presidenti di Senato e Camera, Casellati e Fico e a seguire, alle 18:40, i gruppi Misti dei due rami del Parlamento.

Bando FISR

(Martedì, 27 agosto 2019) Oltre 27,8 milioni di euro per la ricerca scientifica e tecnologica. Li mette a disposizione il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca attraverso il Fondo Integrativo Speciale per la Ricerca (FISR). Il relativo bando è stato pubblicato oggi sul sito del MIUR.

L’Avviso si rivolge ai soggetti pubblici attivi nel settore della ricerca scientifica e tecnologica (Università, Enti Pubblici di Ricerca, ecc.), invitandoli a presentare progetti coerenti con le finalità e i contenuti del Programma Nazionale della Ricerca 2015/2020. Sono previsti criteri di valutazione chiari e fortemente incentrati sul merito delle proposte progettuali. Il bando affida la valutazione delle proposte a uno specifico gruppo di esperti da individuarsi, come previsto per tutti gli strumenti di finanziamento di competenza del MIUR, nell’ambito dell’Albo REPRISE (Register of Expert Peer Reviewers for Italian Scientific Evaluation).

I progetti presentati dovranno avere un costo compreso tra un minimo di 1 e un massimo di 5 milioni di euro. Saranno approvate le proposte che riceveranno una valutazione complessiva pari a 45 punti rispetto al massimo di 60 punti conseguibili. I progetti approvati saranno finanziati nella misura dell’80% dei costi progettuali previsti e giudicati congrui in sede di valutazione.

Le proposte potranno essere presentate entro le ore 12.00 del giorno 11 ottobre 2019.