Nazistelli senza storia!

Nazistelli senza storia!

di Maurizio Tiriticco

Stephan Ballet, l’attentatore di Halle, non è affatto un “lupo solitario”, come viene definito nella fotina pubblicata da “la Repubblica” di oggi. In effetti neonazi e neofasci sono abbastanza numerosi! Ancora oggi? Sì, purtroppo! Mah! Finché nelle scuole dei Paesi dell’UE non si insegna correttamente e diffusamente che cosa è stato il nazismo, nella sua reale natura, fatti di questo genere si ripeteranno! Non vorrei che certi insegnanti – dato che si tratta di una “storia difficile” – glissassero su quelle terribili vicende di cui i nazisti tedeschi e i fascisti nostrani sono stati responsabili!

Nel Mein Kamps – che, per certi versi, è anche una lettura doverosa, per capire certi fenomeni – Hitler, fin dal 1925, ha espresso fino in fondo il suo dissennato programma! Sostiene che l’umanità è divisa in “razze” e che di queste l’unica considerata pura è quella bianca! E che è quella destinata a governare il mondo! Ovviamente mente! E non so se in buona o mala fede! Perché in effetti, esiste solo una “razza” umana, distinta in più “etnie” Ma per Hitler esiste soltanto quella pura degli uomini bianchi, soprattutto se alti e biondi! E forse anche un po’ pallidoni! Anche se in carne!Ovviamente, anche le donne sono pure, ovviamente se bionde e bene in carne! Le altre? Solo schifezza! Lo sappiamo! Il piano scellerato di Hitler era quello di annientare tutte le razze “impure”, perché solo quella “pura” era da lui considerata degna di governare il mondo. E chiamava a testimonianza tutte le leggende dei Germani antichi, Sigfrido, i Nibelunghi, le Valchirie, il Walhalla! I miti greci e romani? Roba di quart’ordine! Pertanto, i nostri concittadini meridionali, dai capelli nerissimi e dalla carnagione per nulla pallida, pur se fascistoni sfegatati, avrebbero fatto una brutta fine! La stessa che avrebbero fatta gli “alleati” giapponesi!

E va sottolineato che il programma di sterminio non fu solo quello attuato nei campi di concentramento, a tutti noti, Buchenwald, Dachau, e i tanti altri! Fin dalla presa del potere, Hitler cominciò a sterminare tutti i suoi concittadini che noi oggi chiamiamo handicappati. In Germania, fin dal1933, l’anno dell’ascesa al potere di Hitler, ebbero inizio le grandi stragi! Furono uccisi – con medici compiacenti, in barba ad Ippocrate – tutti i bambini disabili, considerati un limite e un peso per lo Stato tedesco! In effetti, era di norma che un vero cittadino tedesco, puro ariano, non potesse sopportare il peso di persone disabili. I soldati alti, belli e biondi che erano arruolati d’imperio nelle SS, erano tenuti di norma ad accoppiarsi solo con giovani tedesche altrettanto bionde e belle, in modo da incrementare così la “pura razza ariana”.

Vennero anche prodotti dei film ad hoc. Ad esempio “Opfer der Vergangenhait”, “Aktion T4”, “Das Erbe”, tutti finalizzati a propagandare la necessità di eliminare tutti coloro che non fossero di pura razza ariana e che avrebbero compromesso l’egemonia del popolo tedesco sul mondo intero! Che orrore! Le vittime accertate del piano di eliminazione dei “deboli” sono state 80.000 fra il 1940 e il 1941. Ma lo sterminio continuò negli anni successivi! In effetti, per il tedesco medio nazista, cose di questo genere non solo erano tollerate. Ma anche di fatto approvate! In funzione della grandezza del Terzo Reich!

Copio dal web. “””Il film “Opfer der Vergangenheit” (Vittima del passato), del 1937, metteva a confronto il popolo ‘sano’con scene tratte dalle corsie degli istituti psichiatrici, popolate di esseri ‘deformi’ e ‘degenerati’ e concludeva che ciò era dovuto ad una violazione delle regole della selezione naturale, a cui si sarebbe dovuto porre rimedio ripristinandole con “metodi umani”. La prima del film si tenne a Berlino, introdotta dal leader dei medici del Reich, Wagner, e successivamente proiettato a lungo in 5300 centri cinematografici, dislocati in tutta la Germania”””. I crimini nazisti furono tremendi e numerosi, tutti contro le cosiddette “razze inferiori” e contro i disabili tutti, che lo Stato nazista non si poteva permettere di tenere in vita,perché era destinato a dominare il mondo intero e non poteva gettare i marchi in quisquiglie! Mah! Mi chiedo: i tanti nazistelli e fascistelli che tuttora purtroppo popolano e a volte anche numerosi i Paesi dell’Unione Europea,conoscono fino in fondo la storia a cui si ispirano? Se no, la studiassero! Se sì, sappiano che la democrazia è vincente sulle loro ignobili attese!

Di qui l’estrema necessità che la storia del Novecento, ma proprio tutta e fino ai nostri giorni, sia oggetto di studio nelle nostre scuole! Se un alunno dice che le Guerre Puniche sono state due o che le Guerre d’Indipendenza – quelle che hanno permesso al nostro Paese di giungere all’Unità nazionale – sono state quattro, l’insegnante potrebbe anche glissare! Ma guai a quell’insegnante che non giunge ai cosiddetti nostri giorni: E’ notorio che molti dei nostri ragazzi vivono “sdraiati” – c’è anche un bel libro di Michele Serra in proposito – sull’eterno presente di spesso inutili e ridondanti messaggini. Per cui, ciò che è accaduto ieri e ciò che potrà accadere domani, in fondo, interessa poco! Nooo!!! E’dovere di tutti gli insegnati delle scuole europee insegnare ad apprendere la nostra storia recente! E contemporanea! Perché il rischio di certi tremendi ritorni è sempre dietro l’angolo.

Soddisfazione per l’approvazione del Decreto scuola

 Soddisfazione per l’approvazione del Decreto scuola. Ora si attui il resto dell’Intesa

Esprimiamo soddisfazione per l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dei provvedimenti legati all’Intesa fra MIUR e organizzazioni sindacali siglata il 1° ottobre.

Il concorso straordinario per le lavoratrici e i lavoratori precari con almeno 36 mesi di servizio nella scuola, l’indizione del concorso ordinario nella scuola secondaria, il concorso riservato per il personale amministrativo facente funzione di DSGA, sono tutti passi importanti a garanzia della continuità didattica e della qualità dell’offerta formativa.

Migliaia di lavoratrici e di lavoratori attendevano questi provvedimenti come giusto riconoscimento di professionalità che, da anni, mandano avanti le nostre scuole in condizioni di precarietà e di instabilità, lavorativa e di vita.

A questi primi passi tanti ancora, e in tempi rapidi, dovranno seguire, primo fra tutti un sistema strutturale di abilitazione e formazione dei docenti insieme alla regolarità nell’indizione dei concorsi.

Continueremo a batterci fino a quando tutti i posti docenti ed Ata non saranno coperti da personale stabilizzato.

Lavoreremo da subito all’interno dei tavoli tematici ottenuti con l’Intesa, affinchè nessuna delle grandi questioni che attengono il sistema scuola, dalle risorse per il rinnovo del Contratto, ai diplomati magistrali, alla valorizzazione del personale docente ed ATA, alla deburocratizzazione del lavoro, venga trascurato.

DECRETO SCUOLA

DECRETO SCUOLA, M5S: GIUSTO BLOCCARE VERIFICA BIOMETRICA PER I DIRIGENTI. IN ARRIVO NUOVO CONCORSO SU BASE REGIONALE

“Oltre a contenere importanti misure per valorizzare il merito dei nostri docenti e definire le modalità del reclutamento, con il decreto Scuola approvato oggi in Consiglio dei ministri manteniamo l’impegno di abolire le verifiche biometriche per i dirigenti scolastici, una misura che abbiamo sempre osteggiato. Già a margine dell’approvazione del decreto Concretezza avevamo annunciato che ci saremmo adoperati per impedire uno spreco di risorse a carico dello Stato e un ingiustificato limite alla concreta operatività dei dirigenti scolastici: ora quell’obiettivo è realtà”. Lo dichiarano, in una nota, le deputate del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura, Virginia Villani e Vittoria Casa. “Per i dirigenti il decreto Scuola prevede che sarà presto bandito un concorso su base regionale, al quale si aggiungerà un bando di concorso per assumere 55 dirigenti tecnici, gli ispettori scolastici, a partire dal 2021” concludono le deputate pentastellate.

Non autosufficienza, c’è l’accordo sul Piano

SuperAbile.it del 10.10.2019

Non autosufficienza, c’è l’accordo sul Piano: nel 2019 sono 573,2 milioni

ROMA. “Eliminare le diseguaglianze territoriali e costruire un percorso condiviso”, questi gli obiettivi individuati dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo riportate nella nota del Ministero, in apertura dell’incontro della Rete per la protezione e l’inclusione sociale in cui è stato illustrato, per la consultazione, il “Piano per la Non Autosufficienza 2019/2021”. “Il Piano – si legge nella nota – è anche un’occasione per fare il punto sul Fondo per le Non Autosufficienze FNA, a circa 13 anni dalla sua istituzione, avvenuta con la Legge finanziaria per il 2007. Dalla dotazione iniziale 100 milioni di euro per l’anno 2007 il Fondo è via via cresciuto fino a oltre 573 milioni di euro nel 2019, di cui 550 strutturali”. Proprio la strutturalità delle risorse permette oggi, con gli interventi previsti nel Piano, la possibilità di avviare un percorso volto a “garantire l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali da garantire su tutto il territorio nazionale con riguardo alle persone non autosufficienti”, che era la filosofia originaria del Fondo. Nell’imminenza del decreto di riparto, che adotterà il Piano, il Ministero ha voluto riunire i protagonisti del settore e offrire per la prima volta una analisi dettagliata della platea dei beneficiari e degli interventi finanziati a valere sul Fondo nei territori, da utilizzare come punto di partenza per l’affermazione di politiche dalle caratteristiche omogenee in tutto il Paese. In particolare, all’interno del sistema dei servizi dovrà essere garantito, in particolare alle persone con disabilità gravissima, un assegno di cura e per l’autonomia che permetta di intensificare sensibilmente i sostegni di cui tali persone necessitano. E dovrà affermarsi un modello unitario di riconoscimento delle persone che esprimono maggiori bisogni.

Le Regioni: “Fatto un buon lavoro”. “Oggi Governo, Regioni e Comuni nell’ambito della Rete della protezione e dell’inclusione sociale si sono confrontati con le parti sociali e le rappresentanze del terzo settore e credo sia stato fatto davvero un buon lavoro. Partirà, infatti, dopo l’intesa nella prossima Conferenza Unificata, il primo Piano sulla non autosufficienza che avrà durata triennale 2019/2021 e che prevede il riparto di un fondo che per il 2019 ammonta a 573,2 milioni di euro”. Lo annuncia il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, commentando l’esito del confronto che si è tenuto presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che ha visto la partecipazione del Ministro, Nunzia Catalfo, e di diversi assessori regionali alle politiche sociali.

“Il Piano, grazie alla programmazione triennale, consentirà alle Regioni di dare continuità agli interventi assistenziali per le persone in condizioni di non autosufficienza”, spiega l’assessore della Regione Molise, Luigi Mazzuto, coordinatore della Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni. Il Fondo, prosegue Mazzuto, “registra un incremento di circa 120 milioni di euro e come per lo scorso anno almeno la metà delle risorse dovrà essere impiegata per i disabili gravissimi. Rispetto al riparto c’è una importante novità e cioè che la Regione, per evitare qualsiasi interruzione dei servizi, può chiedere al Ministero il 50% delle risorse anche in attesa del perfezionamento del previsto Piano regionale. Per quanto riguarda, infine, il piano nazionale va sottolineato che si attua attraverso piani regionali che tengono conto della programmazione territoriale. 

Emergenza scuola

Emergenza scuola: FISH incontra il Ministro Fioramonti

La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap ha incontrato oggi il Ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, in un confronto molto intenso e di chiarimento.

La FISH teneva in modo particolare a riportare quanto segnalato direttamente da migliaia di famiglie in tutta Italia: i disagi, le difficoltà, le violazioni avvenute anche all’inizio di quest’anno scolastico e che rappresentano un palese ostacolo all’inclusione scolastica se non in molti casi alla stessa frequenza delle alunne e degli alunni con disabilità. Insegnanti di sostegno non assegnati, assistenza alla persona e alla comunicazione indisponibili, servizi di trasporto non attivati, sono la rappresentazione di una situazione grave, non gestita preventivamente anche se ampiamente segnalata dalla FISH. Si aggiunga che i dati raccolti dalla FISH delineano una situazione addirittura peggiore degli anni scorsi.

Su questi aspetti il nuovo Ministro ha prestato attenzione ed ha raccolto le indicazioni di FISH di attivare da subito tutte le misure che impediscano il ripetersi di questi disagi il prossimo anno. Già da subito il responsabile del Dicastero inserirà nella Programmazione del Ministero, da presentare al Consiglio dei Ministri, azioni ed interventi congruenti con queste finalità.

FISH ha ribadito la necessità di rafforzare, orientare e imprimere nuovo vigore al Comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio per l’inclusione scolastica del MIUR, ambito in cui vengono delineati gli indirizzi operativi per le politiche immediate e future su questi aspetti sulla base delle indicazioni provenienti dalla consulta dello stesso Osservatorio.

Una necessità che si assomma a quella di prevedere – altra richiesta di FISH – luoghi consolidati di confronto e coordinamento anche con altri Ministeri ed in particolare quello del Lavoro e quello della Salute.

E vi è anche un ulteriore elemento centrale ed urgente: è iniziato un percorso normativo (decreto legislativo 66/2017 e sua recente correzione) che fissa importanti indicazioni e principi ma che non è ancora operativamente attuato perché mancano decreti applicativi e regolamenti. FISH ha chiesto di dare immediata attuazione con gli atti applicativi previsti ad iniziare dal centrale principio della continuità didattica. Il Ministro ha accolto l’indicazione come pure l’ipotesi di procedere per obiettivi strategici prioritari.

Raccogliamo con favore l’attenzione dimostrata dal Ministro – commenta Vincenzo Falabella, presidente della FISH – confidando che si traduca in atti concreti su cui presteremo costante attenzione. Superfluo ribadire il perserverare della nostra disponibilità alla collaborazione e al confronto in ogni luogo e in ogni momento che sia efficacemente orientato alla reale inclusione delle persone con disabilità.”

Un forte legame tra corsi e imprese: l’80% trova lavoro

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Passano gli anni, cambiano i governi ma gli Its, le super scuole di tecnologia post diploma – a oggi l’unico canale terziario alternativo all’università – si confermano un formidabile passepartout per il lavoro: l’80% dei diplomati, a un anno dal titolo, ha un impiego; e nel 90% dei casi, per di più, in un’area coerente con il percorso svolto, in aula e sul campo.

Si tratta di due numeri, contenuti nel monitoraggio 2019, targato Miur-Indire (presentato lo scorso maggio), che spiccano in un’Italia dove il tasso di disoccupazione giovanile veleggia intorno al 30% (peggio di noi, solo Spagna e Grecia); e dove circa un terzo delle imprese lamenta difficoltà nel reperire profili tecnici a causa dell’elevato mismatch (come raccontiamo nelle pagine che seguono).

Il monitoraggio 2019 ha passato al setaccio 139 percorsi Its, con 3.367 iscritti e 2.601 diplomati. Il loro successo è legato essenzialmente a due fattori. Il primo è che questi istituti si collegano a un reale bisogno delle aziende. Il secondo, è che formano le persone direttamente per un “mestiere”. I docenti infatti che provengono dal mondo del lavoro sono il 70% e in stage si fa il 42% delle ore totali. Quasi il 40%, poi, dei partner degli Its, sono imprenditori che assumono o fanno assumere i ragazzi che specializzano. La stragrande maggioranza dei contratti firmati sono stabili: tempo indeterminato o apprendistato.

Certo, a una decina d’anni dal loro debutto, i dati restano di nicchia: le fondazioni, che gestiscono gli Its, hanno superato quota 100, sono esattamente 104, ma tutti gli studenti frequentanti sono circa 13mila; un dato di gran lunga inferiore alla Germania, per esempio, dove i giovani che frequentano sistemi di formazione terziaria professionalizzante sono 764.854. In Francia sono 529.163, in Spagna 400.341, nel Regno unito 272.487. Inoltre, dei 139 percorsi monitorati da Miur e Indire, 74 sono vere e proprie eccellenze (si trovano in Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna e Umbria, soprattutto – e principalmente nelle aree tecnologiche della meccanica, della mobilità sostenibile, della moda). Trentatrè percorsi sono bocciati o “rimandati” (in testa Sardegna, Calabria e Sicilia), 32 sono sufficienti.

I corsi Its durano in genere due anni e l’offerta formativa è strettamente legata ad aree tecnologiche considerate prioritarie per lo sviluppo economico e la competitività del Paese, dalla meccanica alla moda, dalla modalità sostenibile ai servizi alle imprese, passando per l’efficienza energetica e il turismo.

Il finanziamento pubblico degli Its è in parte statale, in capo al Miur (la manovra 2018 ha previsto 50 milioni di risorse aggiuntive sul triennio); e per la fetta maggiore regionale (regione Lombardia, ad esempio, è al top, mettendo sul piatto ogni anno 11 milioni per gli Its).

La nuova frontiera degli istituti tecnici superiori è, ora, Industria 4.0: nei percorsi biennali infatti sono sviluppati prototipi di robot e stampanti in 3D, si punta sulla realtà aumentata a supporto dei processi produttivi, si fanno simulazioni tra macchine interconnesse (per ottimizzare i processi); o, ancora, si analizzano ampie base dati per spingere prodotti e processi. Un’attività, insomma, di formazione innovativa e in linea con le esigenze delle imprese.

Del resto, secondo le ultime stime, il 35% dei posti di lavoro nell’Unione europea richiederà qualifiche elevate. Per questo uno dei principali obiettivi di Europa2020 prevede che, entro il 2020, appunto, almeno il 40% delle persone Ue tra i 30 e 34 anni sia in possesso di un diploma di istruzione terziaria o equivalente.

Qualche esempio concreto? Monica Poggio è ad di Bayer e presidente dell’Its Lombardia Meccatronica, oltre ad essere referente per la valorizzazione degli Its per Confindustria Lombardia: «Dalla gestione dati alle nuove tecnologie, passando per le competenze tecniche e le soft skill – ha spiegato Poggio -, oggi le imprese chiedono elevata specializzazione, e il canale terziario, non accademico, rappresentato dagli Istituti tecnici superiori è la risposta giusta. Nel nostro Its, per esempio, ci sono 105 soci, di cui oltre 50 aziende; abbiamo 11 percorsi attivi, in tre indirizzi della meccatronica industriale, autoferrotranviaria e dallo scorso anno, biomedicale. Qualche risultato? Dal 2014 al 2019 si sono diplomati 257 studenti, più del 95% è occupato in un campo coerente con il percorso di studio svolto in aula e on the job. La restante parte ha ricevuto offerte di impiego, ma i ragazzi hanno preferito proseguire negli studi universitari».

Dalla Lombardia al Piemonte il passo è breve. Anche qui, dove sono presenti due importanti distretti, Aerospaziale e Meccatronico ed Automotive (80% del Pil italiano di robotica è prodotto in Piemonte, ndr) temi come formazione “subito professionalizzante” e mismatch sono sentiti: «Nel territorio la domanda delle imprese supera di tre volte l’offerta e ai nostri corsi le candidature sono anche 10 volte superiori ai posti disponibili», racconta Stefano Serra, ad di Teseo Spa (gruppo EES Clemessy Italy) e presidente dell’Its mobilità sostenibile – aerospazio e meccatronica Piemonte. «La forza del Its Piemonte – ha sottolineato Serra – è nell’integrare la didattica con le pmi che ruotano intorno alle grandi aziende di riferimento (Leonardo, Thales Alenia Space ed Avioaero nell’aerospazio o Fca e Gm Powertrain nell’automotive). Tutte imprese che mettono a disposizione le proprie competenze per un terzo dei corsi, creando le condizioni per i ragazzi iscritti di dimostrare come lo studio tra aula e laboratorio porti dei risultati indiscutibili quando affrontano gli importanti stage aziendali per un altro terzo dei corsi». Ed i risultati si vedono: il tasso di occupazione dei diplomati a 12 mesi dal titolo è del 98 per cento.

La strada è quindi tracciata. A Frosinone è al debutto il primo Its manifatturiero del Lazio, legato al territorio e ai nuovi paradigmi connessi con Industria 4.0 (a capo della fondazione, Maurizio Stirpe, vice presidente di Confindustria per il lavoro e le relazioni industriali); a Napoli, invece, è partito nel dicembre 2018 l’Its Moda Campania: «Abbiamo tre corsi, a Napoli per il tessile, a Solofra nel distretto conciario, e a San Leucio, Caserta, per la seta – ha evidenziato Carlo Palmieri, presidente della fondazione e vice presidente nazionale con delega al Mezzogiorno di Sistema moda Italia -. Sono presenti diverse aziende, tra cui Carpisa, Isaia, Dmd, Dlg, Siap e il Cis di Nola, la Stazione Sperimentale per l’industria delle pelli, le università Vanvitelli e Parthenope e l’isituto d’istruzione superiore Isabella d’Este Caracciolo. Il nostro obiettivo? Formare tecnici superiori qualificati che, dopo due anni di corso, possano entrare in azienda».

Docenti, ispettori, ex Lsu: 60mila ingressi nella scuola

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Porte aperte nelle scuole italiane. Con il decreto legge atteso oggi in Consiglio dei ministri il governo giallorosso avvia una nuova ondata di assunzioni che tra concorsi a cattedra ordinari e straordinari, stabilizzazioni e selezioni di dirigenti tecnici interesserà, da qui al 2021, quasi 60mila persone. A cui vanno aggiunti i 17mila maestri e maestre di infanzia e primaria che sono in attesa del bando autorizzato ormai da mesi ma slittato più volte, complice il passaggio da vecchio a nuovo esecutivo.

Si procederà per gradi. La prima platea che otterrà una risposta è quella formata dai circa 55mila prof precari non abilitati ma con tre anni di servizio scolastico alle spalle (anche non continuativo) maturato tra il 2011/12 e il 2018/19. Di questi, i primi 24mila saliranno in cattedra in una secondaria di I o II grado già l’anno prossimo sulla base di una mini-selezione composta da uno scritto (per cui basteranno i 7/10) e da una lezione simulata. Gli altri avranno comunque una seconda chance: chi ha ottenuto il voto minimo di 7/10 e quest’anno ha avuto un incarico annuale o fino al 30 giugno potrà essere abilitato lo stesso ed essere immesso in ruolo da qui al 2022/2023.

Più lunghi si annunciano invece i tempi per il concorso ordinario per altri 24.500 posti, destinati sempre a medie e superiori. Sebbene vada bandito insieme a quello straordinario, e dunque entro il 2019, difficilmente si concluderà entro settembre. A una prova preselettiva, seguiranno infatti uno scritto e un orale. In tutto quindi tre prove. Destinatari stavolta saranno i neolaureati o i precari che hanno partecipato al concorso straordinario e già posseggono i 24 Cfu necessari.

Se questa parte del provvedimento appare stabilizzata qualche dubbio in più circonda la maxi-stabilizzazione per 11.263 addetti alle pulizie. Che era contenuta nelle ultime bozze circolate fino a ieri ma che alla fine potrebbe anche saltare. Se confermata costituirebbe l’ultimo atto di un percorso avviato dalla legge di bilancio 2019. Con l’aggiunta che, ora, gli ex Lsu impegnati in attività di pulizia per almeno 10 anni potranno essere statizzati a partire dal 1° gennaio purché abbiano la terza media e non abbiano precedenti penali specifici.

A completare il quadro delle assunzioni in programma ci pensano poi i 55 dirigenti tecnici che potranno svolgere il ruolo di ispettore dopo aver superato un semplice concorso e non un corso-concorso.

Novità all’orizzonte si profilano anche per i presidi. Grazie alla cancellazione dell’obbligo dei controlli biometrici, già bocciato, peraltro, dal Garante per la privacy. Con i 17 milioni che si risparmieranno verranno finanziati interventi di riqualificazione energetica negli edifici scolastici.

«Il decreto scuola è un primo passo – sottolinea la sottosegretaria al Miur, Lucia Azzolina -. Il testo è migliorabile anche in sede parlamentare. Auspico il contributo di tutti per portare a casa un risultato atteso».

Oltre alla scuola il Dl dovrebbe interessare anche l’università. Potrebbe essere la volta buona per portare da 6 a 9 anni la durata dell’abilitazione scientifica nazionale per gli aspiranti prof. Ma il condizionale è d’obbligo visto che questa misura nell’ultimo anno è già saltata due volte da altrettanti provvedimenti.

«Scuola-lavoro da rafforzare nei tecnici e professionali»

da Il Sole 24 Ore

di Cl. T.

«Il taglio a ore e fondi ai percorsi di scuola lavoro deciso dal precedente governo è stato un errore. Le scuole stanno rimodulando le attività con molta fatica; le aziende sono disorientate; gli studenti ne escono penalizzati. È vero nella maggioranza ci sono posizioni diverse. Ma io penso che almeno negli istituti tecnici e professionali sia necessario un ripensamento; e dobbiamo supportare di più e meglio, anche attraverso una formazione mirata, presidi e docenti. In un Paese con una elevata disoccupazione giovanile e con un tessuto produttivo che cambia rapidamente sotto la spinta del 4.0, i ragazzi non possono terminare la scuola senza aver mai messo il naso fuori dalle proprie aule».

Per Anna Ascani, 31 anni, vice ministra dell’Istruzione in quota Pd, e un passato prossimo da membro della commissione Cultura della Camera, il “decreto precari” che arriva oggi sul tavolo del consiglio dei ministri «è solo un primo passo – spiega –. Famiglie e studenti, quest’anno, hanno iniziato le lezioni trovandosi di fronte un quadro inaccettabile, con un supplente praticamente in ciascuna classe. A settembre 2020 assumeremo 24mila precari, e apriremo le porte ad altri 24/25mila nuovi docenti con una selezione ordinaria. Confermiamo anche il vincolo di permanenza in cattedra di cinque anni, compreso l’anno di prova, per tutti i neo-ingressi per garantire la continuità didattica».

Vice ministra, anche stavolta, però, il primo provvedimento sulla scuola riguarda i precari…

Non sono d’accordo. Riguarda i ragazzi perché diamo una spallata alla supplentite, e facciamo ripartire i concorsi ordinari e meritocratici che daranno la possibilità a molti giovani laureati, in possesso dei requisiti richiesti dalle norme, di poter insegnare. Ricordo che l’età media in cattedra in Italia supera i 50 anni, un record a livello internazionale.

Certo. Ma c’è pure la didattica. E un mismatch molto forte…

Ecco questa, per me, e per il Pd, sarà la priorità. Ricreare un link stabile e duraturo tra scuole, territori e tessuto imprenditoriale. Penso agli istituti tecnici superiori, un’esperienza di eccellenza, che vogliamo far decollare, magari assieme a Mise e ministero del Lavoro. Io sono umbra, e nel mio territorio i diplomati Its vanno letteralmente a ruba da parte delle aziende locali. Dobbiamo superare i freni ideologici: nessuno vuole una scuola-azienda, e mi creda, neppure le imprese. Ma non possiamo pensare che istruzione e lavoro continuino a viaggiare su binari paralleli.

Ne ha parlato con il ministro Fioramonti?

Certo. Nei prossimi giorni inizieremo a dettagliare le priorità, anche in vista della manovra. Gliene indico tre, mie e del Pd. Valorizzazione degli insegnanti e più formazione. Un sistema di valutazione serio che sostenga e aiuti le scuole. Diritto allo studio, a partire dal costo dei libri scolastici che pesa sulle famiglie e va ridotto.

La scuola in fiera, oltre 50 appuntamenti nello stand Miur e più di 2.200 docenti e studenti accreditati

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Innovazione digitale, cinema e media education, buone pratiche didattiche, sostenibilità e inclusione. Sono alcuni dei temi guida della tre giorni del Miur a Fiera Didacta Italia. Alla sua terza edizione la manifestazione più importante a livello nazionale dedicata alla scuola ha preso il via ieri a Firenze. Rimarrà aperta fino a venerdì, 11 ottobre, alla Fortezza da Basso.
Ad inaugurare i 500 metri espositivi del Miur, è stato il ministro Lorenzo Fioramonti. Presente alla manifestazione anche il sottosegretario, Lucia Azzolina.

Oltre 50 i seminari, i laboratori e gli incontri professionalizzanti offerti dal Miur, più di 2.200 i docenti e gli studenti accreditati. E ancora: lezioni con esperti, cinema e spettacoli. Sempre nello stand del Miur i visitatori troveranno uno spazio interattivo. E poi, a disposizione, uno sportello dell’Ufficio relazioni col pubblico. L’Arena, al centro dello spazio espositivo, sarà punto di incontro, di confronto, di dibattito.

«È importante che la scuola torni ad essere al centro del dibattito politico, è al centro di una visione di società. Qui a Didacta c’è una bellissima opportunità per parlare della scuola e di come potrà essere, di come dovrebbe essere – ha detto Fioramonti – Dobbiamo essere in grado di raccontare una scuola diversa. Per farlo è necessario poter riflettere sul modo di insegnare, sulla possibilità di portare l’innovazione nella modalità di apprendimento delle prossime generazioni. Nelson Mandela – ha aggiunto il Ministro – credeva molto nelle istituzioni e nell’istruzione come elemento di emancipazione. La sua prima preoccupazione era che ci fossero le scuole dove le persone vivono, non che ci fossero le persone dove le scuole esistono. Faceva in modo che le scuole andassero dalle persone, dalle comunità».

Fiera Didacta Italia sarà l’occasione per presentare anche alcune delle iniziative che il Miur sta mettendo in campo e fare un bilancio dei progetti già avviati. Fra le novità: lo spazio dedicato a Cips – il Piano nazionale cinema per la scuola promosso dal Mibact (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo) e dal Miur.

A Firenze si parlerà anche di “Peer e Media Education e nuovi ambienti per l’apprendimento”. E ancora: i laboratori, con la collaborazione dell’Autorità garante dell’infanzia e dell’adolescenza, sulle “Linee di indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati” e sulle “Linee guida per il diritto allo studio delle alunne e degli alunni fuori della famiglia di origine”.

Nell’ambito del Progetto Generazioni Connesse – Safer Internet Centre Italia – sarà lanciata una piattaforma e-Learning a supporto degli insegnanti.

Fiera Didacta Italia è rivolta a docenti, dirigenti scolastici, direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga), educatori, formatori, professionisti e imprenditori del settore. Nasce da Didacta International, il più importante appuntamento fieristico dedicato alla scuola che si tiene in Germania da oltre 50 anni. Dopo il successo delle due precedenti edizioni, Didacta Italia quest’anno si conferma l’appuntamento annuale di riferimento a livello nazionale per il lancio di nuove proposte per la scuola del futuro. La terza edizione è dedicata a Leonardo da Vinci nel quinto centenario della sua morte.

Le paritarie chiedono 100 milioni in più al Governo per l’accoglienza agli studenti diversamente abili

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Nell’anno scolastico 2017/2018 (Focus Miur settembre 2018) gli alunni con disabilità che frequentavano le scuole statali italiane di ogni ordine e grado erano 245.723, il 3,1% del totale della popolazione studentesca, con un aumento percentuale rispetto alla rilevazione precedente (+0,2%), e un aumento complessivo rispetto all’anno scolastico 2014/2015 pari a circa l’8,4%. Ancora più sensibile, in termini percentuali, è l’aumento del numero di alunni con disabilità (certificati secondo la legge 104/1992) iscritti alle scuole paritarie, cresciuto costantemente negli ultimi anni.

Se la presenza di alunni con disabilità è infatti aumentata in termini assoluti in tutta la scuola italiana, gli alunni con disabilità frequentanti le scuole paritarie registrano da anni un incremento ancora più significativo, passando dall’1,25% all’1,5% del totale alunni.
In termini assoluti, dal 2016/17 al 2017/18 sono passati da 12.211 a 13.601 unità, mentre il totale degli alunni delle scuole paritarie è sceso da 961.002 a 902.647.

Sempre più famiglie, nonostante le difficoltà economiche che questo comporta, scelgono le scuole paritarie per l’accoglienza e la formazione assicurate ai propri figli con disabilità.
Ad oggi, lo Stato impegna quasi 5 miliardi di euro/anno per i docenti di sostegno degli alunni delle scuole statali, con uno stanziamento medio annuale pro capite pari a euro 20.016.

Ad oggi, il contributo annuale erogato dallo Stato alle scuole paritarie che accolgono alunni con disabilità ammonta a 23,3 milioni di euro, con uno stanziamento medio pro capite pari a 1.716 euro.

La disparità di trattamento salta agli occhi.
Lo Stato non garantisce agli alunni con disabilità che frequentano le scuole paritarie gli stessi diritti che assicura agli alunni con disabilità che frequentano la scuola statale.
L’attuale contributo statale copre infatti una piccolissima parte dell’onere economico connesso all’accoglienza degli alunni con disabilità nella scuola paritaria.

Nella scuola paritaria, che è tenuta ad accogliere alunni con disabilità e ad assicurare loro l’insegnamento di sostegno, il relativo onere economico rimane quasi integralmente a carico delle famiglie e dell’ente gestore della scuola.

Vista la crescita del numero di famiglie con alunni con disabilità che si rivolgono alle scuole paritarie, gli enti gestori incontrano sempre maggiori difficoltà.

Se è vero, come auspicava la legge 104/1992 sin dalla sua approvazione, che il diritto di scelta dei servizi è uno degli obiettivi da perseguire per garantire una reale integrazione delle persone con disabilità, è tempo di fare significativi passi avanti per sostenere la libera scelta delle famiglie anche in questo campo.

Sono questi i motivi per cui le associazioni – Agesc, Cdo Opere educative, Cnos Scuola, Ciofs scuola, Faes, Fidae e Fism – chiedono al Governo e al Parlamento di prevedere, nella prossima legge di bilancio in discussione in questo periodo, un contributo economico aggiuntivo pari a 100 milioni di euro, per l’accoglienza degli alunni con disabilità nelle scuole paritarie.

Per le associazioni «il contributo statale potrebbe così arrivare a circa 9.000 euro per ogni alunno con disabilità che frequenta la scuola paritaria favorendo il rispetto del diritto all’istruzione dello studente con disabilità come previsto dall’articolo 3 della Costituzione italiana. Tale cifra non permetterebbe certamente di realizzare una piena parità di trattamento fra alunni con disabilità che frequentano scuole statali e scuole paritarie, tuttavia rappresenterebbe un significativo passo in avanti per eliminare una discriminazione particolarmente odiosa e ingiustificata».

La scienza in classe con «ricercamondo»

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Scoprire cosa si nasconde dietro alle cose che vediamo e usiamo tutti i giorni: per i bambini, la passione per la scienza può nascere proprio dall’osservazione e l’analisi di oggetti e fenomeni quotidiani. È questo il punto di partenza di ricercamondo, l’iniziativa di Henkel che si propone di avvicinare i più piccoli al mondo della ricerca vestendo, almeno per un giorno, i panni di giovani scienziati.

Il progetto è nato in Germania nel 2011 ed è stato portato in Italia nel 2016, dove ha finora coinvolto più di 4.800 bambini. Dopo una tappa a Trieste la scorsa settimana, la nuova stagione vedrà la partecipazione di altri 2.100 alunni delle scuole primarie di Firenze (dal 14 al 18 ottobre), Milano (dal 4 al 15 novembre), Cagliari (dal 18 al 22 novembre), L’Aquila (dal 25 al 29 novembre) e Ancona (dal 2 al 6 dicembre).

Insieme agli insegnanti e alcuni divulgatori scientifici, i bambini vengono invitati a trasformare la propria classe in un laboratorio e indossare il camice per condurre dei veri esperimenti chimici. L’obiettivo è mettere in pratica il metodo scientifico, partendo dall’osservazione della realtà per formulare delle ipotesi, verificarle e arrivare a delle conclusioni spesso sorprendenti.
“I bambini sono naturalmente curiosi, ricercamondo offre loro l’occasione e gli strumenti per immergersi nella scienza e fare delle autentiche scoperte. In questi anni abbiamo incontrato tanti ragazzi e molti docenti, e ci auguriamo questo progetto possa contribuire ad arricchire l’esperienza didattica ed educativa che viene fatta a scuola”, ha commentato Cecilia de’ Guarinoni, responsabile della comunicazione corporate e membro del Comitato Sviluppo Sostenibile di Henkel Italia.
Secondo i dati dell‘ultimo rapporto OCSE “Education at a glance 2019”, in Italia gli studenti in discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) hanno davanti a sé la prospettiva di un ingresso nel mondo del lavoro molto più agevole e meglio remunerato – il tasso di occupabilità è superiore all‘85% –, ma rappresentano soltanto il 15% di tutti i laureati.
Ricerche indipendenti hanno confermato che la probabilità di intraprendere percorsi di studio orientati alle STEM è più alta fra coloro che hanno avuto la possibilità di approcciarsi alle materie scientifiche e tecniche già durante l’infanzia e i primi anni di scuola. L’iniziativa di Henkel vuole dunque incoraggiare i bambini a toccare con mano la scienza, facendo leva sul loro spontaneo desiderio di indagare la realtà che ci circonda.
Uno degli esperimenti di ricercamondo permette ad esempio di capire come è fatta la colla: i bambini sono invitati a confrontare alcuni alimenti per individuare, tramite un indicatore a base di iodio, quali contengono amido. Possono poi procedere alla realizzazione della colla perfetta utilizzando amido, acqua e alcuni coloranti alimentari.
In un altro laboratorio si ragiona invece sugli acidi contenuti nei cibi e la loro capacità di intaccare lo smalto dei denti. I bambini confrontano l’acidità di diverse sostanze alimentari e dell’acido lattico, il principale responsabile della carie. In seguito possono osservare l’azione protettiva del dentifricio applicato a un guscio d’uovo, che viene poi immerso in aceto.
Si continua a parlare di scienza e benessere con il percorso dedicato agli emulsionanti, con esperimenti che permettono ai ragazzi di esplorarne le caratteristiche per miscelare alla fine la propria crema idratante.
Informazioni pratiche
Dove e quandoLe prossime tappe di ricercamondo sono:
Firenze, dal 14 al 18 ottobre 2019
Milano (presso la sede Henkel), dal 4 al 15 novembre 2019
Cagliari, dal 18 al 22 novembre 2019
L’Aquila, dal 25 al 29 novembre 2019
Ancona, dal 2 al 6 dicembre 2019

Sicurezza, la graduatorie per la ripartizione dei fondi alle scuole

da La Tecnica della Scuola

“Abbiamo pubblicato oggi la graduatoria delle scuole delle quattro Regioni colpite dal sisma del 2016 e del 2017, che potranno beneficiare dei 120 milioni di euro che sono stati stanziati per la messa in sicurezza e l’adeguamento sismico. Si tratta di un investimento fondamentale per le comunità scolastiche di quelle zone. L’inizio di un percorso che abbiamo intenzione di portare avanti rapidamente, con la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti, per dare risposte alle esigenze degli studenti e delle scuole, per garantire continuità didattica e diritto allo studio e soprattutto edifici sicuri in cui formarsi”. Così la Vice Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Anna Ascani.

Sono state 711 le proposte progettuali arrivate in risposta alla selezione pubblica. Cinquantotto i Comuni e 14 le Province che otterranno finanziamenti per la messa in sicurezza, l’adeguamento sismico e la nuova costruzione di scuole, nelle zone sismiche 1 e 2 delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.

“Con queste risorse vogliamo accelerare il processo di ricostruzione. Non possiamo perdere tempo: i nostri ragazzi hanno diritto alla loro vita, al loro futuro. E questo passa inevitabilmente dall’istruzione. La scuola è il luogo principale di riscatto. Continueremo a predisporre misure che consentano ai bambini e ragazzi di studiare in ambienti sicuri, belli e sostenibili”, conclude la Vice Ministra.

La graduatoria:

https://www.istruzione.it/edilizia_scolastica/index.shtml

https://www.istruzione.it/edilizia_scolastica/fin-sisma120.shtml

Geografia, al via i campionati italiani e interregionali

da La Tecnica della Scuola

Per il sesto anno consecutivo SOS Geografia e l’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (A.I.I.G.) di Toscana e di Liguria, organizzano  i Campionati italiani e interregionali della Geografia, in collaborazione con I.I.S. “D. Zaccagna” di Carrara e Associazione “Zaccagna, ieri e oggi”, riservati agli studenti della secondaria di primo e secondo grado.

L’Italia ha bisogno di cittadini che sappiano conoscere e interpretare i fenomeni fisici, umani, politici ed economici che caratterizzano il loro Paese e il Pianeta.

Lo scopo dei Campionati è quello, da un lato, di far divertire e appassionare  gli studenti, dall’altro, di attirare l’attenzione dei legislatori, dei governanti e dei media su una disciplina che, pur essendo strategica per la formazione, continua a rimanere scandalosamente e colpevolmente trascurata.

I giochi saranno a squadre di quattro studenti e verteranno su prove al computer, ricerca delle coordinate geografiche, carta muta,  riconoscimento di alcune località attraverso fotografie di luoghi e personaggi, domande a risposta multipla e puzzle e si svolgeranno, come sempre, all’I.I.S. “Domenico Zaccagna” di Carrara.

Queste le date:

– Campionati italiani scuola secondaria di secondo grado sabato 21 marzo 2020  . Possono partecipare tutte le classi di tutti gli istituti di istruzione superiore .

– Giochi Interregionali (riservati alle province di Massa e Carrara, La Spezia, Genova, Parma, Reggio Emilia, Modena e Lucca) venerdì 27 marzo 2020 . Possono partecipare le seconde e le terze della scuola secondaria di primo grado.

– Campionati italiani scuola secondaria di primo grado sabato 28 marzo 2020 . Possono partecipare le terze delle scuole secondarie di primo grado.

Le iscrizioni scadranno il 15 febbraio 2020  e verranno accolte in ordine cronologico (massimo 32 squadre per Campionato e 2 per scuola).

I premi saranno numerosi e tutti ovviamente a tema geografico.

Le squadra vincitrici avranno come Premio un soggiorno nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, nel Parco Nazionale delle Cinque Terre e nel Parco Geominerario della Sardegna che ringraziamo per la disponibilità e collaborazione.

I bandi e le schede di iscrizione saranno disponibili tra qualche giorno su www.sosgeografia.it.

Per iscriversi o per avere ulteriori informazioni gli interessati possono scrivere a giochidellageografia@gmail.com .

Inaugurata Fiera Didacta Italia con Fioramonti e Azzolina

da La Tecnica della Scuola

Innovazione digitale, cinema e media education, buone pratiche didattiche, sostenibilità e inclusione. Sono alcuni dei temi guida della tre giorni del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) a Fiera Didacta Italia.Alla sua terza edizione la manifestazione più importante a livello nazionale dedicata alla scuola ha preso il via oggi a Firenze. Rimarrà aperta fino a venerdì, 11 ottobre, alla Fortezza da Basso.

Ad inaugurare i 500 metri espositivi del MIUR, questa mattina, è stato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti. Presente alla manifestazione anche il Sottosegretario all’Istruzione, Lucia Azzolina.

Oltre 50 i seminari, i laboratori e gli incontri professionalizzanti offerti dal MIUR, più di 2.200 i docenti e gli studenti accreditati. E ancora: lezioni con esperti, cinema e spettacoli.

Sempre nello stand del MIUR i visitatori troveranno uno spazio interattivo. E poi, a disposizione, uno sportello dell’Ufficio Relazioni col Pubblico. L’Arena, al centro dello spazio espositivo, sarà punto di incontro, di confronto, di dibattito.

“È importante che la scuola torni ad essere al centro del dibattito politico, è al centro di una visione di società. Qui a Didacta c’è una bellissima opportunità per parlare della scuola e di come potrà essere, di come dovrebbe essere – ha detto il Ministro Fioramonti nel corso della cerimonia di apertura della manifestazione – Dobbiamo essere in grado di raccontare una scuola diversa. Per farlo è necessario poter riflettere sul modo di insegnare, sulla possibilità di portare l’innovazione nella modalità di apprendimento delle prossime generazioni. Nelson Mandela – ha aggiunto il Ministro – credeva molto nelle istituzioni e nell’istruzione come elemento di emancipazione. La sua prima preoccupazione era che ci fossero le scuole dove le persone vivono, non che ci fossero le persone dove le scuole esistono. Faceva in modo che le scuole andassero dalle persone, dalle comunità”.

Fiera Didacta Italia sarà l’occasione per presentare anche alcune delle iniziative che il MIUR sta mettendo in campo e fare un bilancio dei progetti già avviati. Fra le novità: lo spazio dedicato a CIPS – il Piano Nazionale Cinema per la Scuola  promosso dal MIBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo) e dal MIUR. A Firenze si parlerà anche di “Peer e Media Education e nuovi ambienti per l’apprendimento”. E ancora: i laboratori, con la collaborazione dell’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, sulle “Linee di indirizzo per il diritto allo studio degli alunni adottati” e sulle “Linee guida per il diritto allo studio delle alunne e degli alunni fuori della famiglia di origine”. Nell’ambito del Progetto Generazioni Connesse – Safer Internet Centre Italia – sarà lanciata una piattaforma e-Learning a supporto degli insegnanti.

Fiera Didacta Italia è rivolta a docenti, dirigenti scolastici, direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA), educatori, formatori, professionisti e imprenditori del settore. Nasce da Didacta International, il più importante appuntamento fieristico dedicato alla scuola che si tiene in Germania da oltre 50 anni. Dopo il successo delle due precedenti edizioni, Didacta Italia quest’anno si conferma l’appuntamento annuale di riferimento a livello nazionale per il lancio di nuove proposte per la scuola del futuro. La terza edizione è dedicata a Leonardo da Vinci nel quinto centenario della sua morte.

Biblioteche scolastiche, bando per il finanziamento di poli regionali: scadenza 30 ottobre

da La Tecnica della Scuola

Il Centro per il libro e la lettura del MIBACT e la Direzione generale per l’innovazione digitale del MIUR promuovono la costituzione di poli di biblioteche scolastiche innovative.

Il bando trasmesso con nota 1624/2019 intende promuovere il libro e la lettura nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.

I progetti dovranno essere realizzati da reti di biblioteche scolastiche, associate in poli di livello regionale, entro un anno dalla comunicazione di ammissione al finanziamento.

Le risorse disponibili sono pari ad euro 1.000.000.

Sono ammesse alla selezione le istituzioni scolastiche ed educative statali, in qualità di capofila, costituite in rete con almeno altre quattro istituzioni scolastiche della stessa regione, che dispongano già di biblioteche scolastiche innovative con idonee attrezzature e strutture.

Non possono presentare il progetto, a pena di esclusione, le istituzioni scolastiche che siano già risultate beneficiarie di un finanziamento ai sensi dell’Avviso prot.n. 1867 del 27 settembre
2018 in qualità di capofila o di partner di rete.

Scadenza domande: 30 ottobre 2019 – ore 15,00.