Wanted Talent in Automotive

“Wanted Talent in Automotive” 

si apre il bando per la terza edizione della borsa di studio di automobile.it

Dopo il successo della scorsa edizione, torna “Wanted Talent in Automotive”, la borsa di studio per studenti appassionati di digital e di automotive promossa da automobile.it, il sito di annunci di auto usate, nuove, Km 0 e a noleggio di proprietà del gruppo eBay, che arriva così alla terza edizione. Anche per il 2019 sono stati stanziati 3.000 euro per sostenere gli studenti meritevoli che dovranno dimostrare di aver coltivato durante gli studi un forte interesse per l’automotive e per i servizi di innovazione digitale legati a questo settore. 

 “L’iniziativa di automobile.it ha l’obiettivo di incentivare i giovani ad apprendere le dinamiche di un settore, quello dell’automotive, colpito da due rivoluzioni parallele. Da una parte l’onda dell’Industria 4.0, dall’altra dal nuovo modo di concepire l’auto, sempre più digital, sempre più tecnologica, sempre più smart e green” afferma Davide Archetti, Head of Motors di automobile.it “Le trasformazioni in questo campo impongono alle aziende di essere sempre più attive nella ricerca di talenti in grado di raccogliere le sfide con competenza e passione”.

Secondo i dati presentati dalla recente pubblicazione “I talenti del fare” di Altagamma, risulta che tra i settori in cui sarà più elevata la ricerca di collaboratori specializzati c’è l’automotive che comprende anche tutte le aziende che fabbricano macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto, per le quali saranno richiesti nei prossimi cinque anni 89.400 professionisti.

Sulla base di questo scenario automobile.it vuole sensibilizzare e supportare i giovani studenti riguardo a tutte le opportunità relative al mondo dell’automotive, spingendoli a mettersi alla prova e a dare il loro contributo per affrontare i cambiamenti di un settore dinamico che resta uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy e che richiede a gran voce competenze trasversali.

La partecipazione alla borsa di studio “Wanted Talent in Automotive” è aperta a tutti gli studenti iscritti alle facoltà di Architettura e Design Industriale, Economia, Ingegneria, Chimica, Scienze e Tecnologie, Informatica, Scienze Statistiche, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali con sede sul territorio italiano. Le domande dovranno essere inviate entro il 30 novembre 2019. Per accedere al regolamento completo dell’iniziativa è possibile consultare questa pagina del sito automobile.ithttps://www.automobile.it/magazine/curiosita/borsa-di-studio-1683

Il vincitore verrà selezionato da un’apposita commissione che esaminerà i profili dei candidati e le loro motivazioni. Il nome del vincitore sarà comunicato entro il 13 dicembre 2019.

Scuola, bonus merito esteso anche ai precari Assunti a quota 61mila

da Il Sole 24 Ore

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Per tamponare l’emergenza “cattedre scoperte” che ha funestato l’inizio dell’anno scolastico 2019/2020, i vincitori e idonei dei vecchi concorsi potranno essere immessi in ruolo una regione diversa da quella della propria graduatoria. Il fondo per valorizzare gli insegnanti (quest’anno vale 160 milioni di euro) potrà essere destinato a premiare, oltre ai docenti a tempo indeterminato, anche i supplenti con contratto fino al 30 giugno o al 31 agosto (lo scorso anno erano oltre 130mila). E ancora: il conto complessivo, da qui al 2021, delle nuove assunzioni nella scuola cresce ancora. Si arriva a 61mila unità, con l’aggiunta del migliaio di capi segreteria “Dsga facenti funzione”) per i quali, dopo un lungo tira e molla, si apre a un concorso straordinario a cui potranno partecipare coloro con tre anni scolastici di servizio dal 2011/2012.

Con queste tre ultime novità il primo decreto scuola targato Lorenzo Fioramonti ha ricevuto ieri l’ok del Consiglio dei ministri: «Queste norme dimostrano la volontà del governo di combattere il precariato nella scuola garantendo il numero più alto possibile di cattedre a partire da settembre 2020», ha spiegato il neo titolare del Miur. Il Dl, dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, sarà trasmesso alle Camere per la conversione entro 60 giorni.

Il piatto forte del provvedimento, in tutto sette articoli, è il concorso straordinario per immettere in ruolo, già da settembre 2020, 24mila precari con almeno tre anni di servizio alle spalle, di cui uno nella classe di concorso per la quale si affronta la selezione. La procedura prevede una sola prova scritta computer based con quesiti a risposta multipla che viene superata con 7/10. Scatta poi l’anno di prova che consentirà di acquisire i 24 Cfu con oneri a carico dello Stato. A fine anno, basta una lezione simulata e si viene confermati in ruolo. Chi ottiene 7/10, ma non rientra nei 24mila vincitori, potrà comunque abilitarsi sostenendo una prova orale (sempre con un punteggio minimo di 7/10) e un anno di formazione per l’acquisizione di 24 crediti formativi universitari. I vincitori del concorso dovranno rimanere almeno cinque anni nella sede di prima assegnazione per assicurare la continuità didattica.

Contemporaneamente, sempre quindi entro l’anno, il Miur dovrà bandire anche un concorso ordinario per 24.500mila cattedre. Qui potranno partecipare anche i laureati con 24 Cfu. Al pacchetto di 48/49mila nuovi docenti a medie e superiori si aggiungerà la selezione per 17mila maestri e maestre di infanzia e primaria che sono in attesa del bando autorizzato da mesi.

Ma le assunzioni non finiscono qui. Il decreto apre anche alla “statizzazione” di 11.263 ex Lsu impegnati in attività di pulizia e decoro nelle scuole per almeno 10 anni; confermato poi, dal 2021, il reclutamento di 59 dirigenti tecnici (non più 55).

Novità in arrivo anche per presidi e Ata, con la cancellazione dell’obbligo dei controlli biometrici. Per garantire, infine, agevolazioni per gli scuolabus alle famiglie meno abbienti, il Dl consente ai comuni di erogare anche gratuitamente il servizio di trasporto scolastico (a patto che «sia rispettato l’equilibrio di bilancio complessivo»).


Didacta, solo il 5,3% dei libri digitali viene attivato dagli studenti italiani ma ci sono chiari segnali di crescita

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Solo il 5,3% dei libri digitali viene attivato dagli studenti italiani. E anche quando questo accade, di media l’accesso è inferiore alle 6 volte in un anno scolastico. È quanto emerge dall’indagine dell’osservatorio Aie-Miur presentata ieri durante il convegno “Libri di testo e risorse digitali per l’apprendimento. Strumenti diversi per una scuola che cambia” all’interno della Fiera Didacta a Firenze.

I dati, illustrati da Giovanni Bonfanti, vicepresidente dell’Associazione italiana editori (Aie) e presidente del Gruppo Educativo, alla presenza del viceministro all’Istruzione Anna Ascani, mostrano per la prima volta come gli studenti italiani accedano agli strumenti didattici digitali.

La ricerca, condotta tra gli editori che operano nel settore educativo per valutare le modalità di studio degli studenti, tra carta e digitale, dimostra come negli ultimi cinque anni l’adozione del libro misto (versione che comprende una parte cartacea e una digitale accompagnata da contenuti digitali integrativi, senza aggravio di costo per l’utente) sia passata dal 70% al 92%, mentre il libro di testo completamente digitale (il cosiddetto ebook) sia rimasto pressoché stabilmente fermo all’1%.

Solo il 5,3% dei libri adottati viene attivato nella sua versione digitale, con un accesso medio di poco meno di 6 volte nel corso dell’anno scolastico.

I libri più attivati risultano essere i sussidiari delle classi 4-5 nelle scuole primarie; nelle scuole secondarie invece la materia più attivata è l’inglese, anche se la matematica registra il maggior numero di accessi e di utilizzo effettivo.

Nonostante il 74,6% dei docenti utilizzi almeno una volta alla settimana il digitale nella didattica, i dati evidenziano che solo una piccola parte degli studenti usufruisce realmente dei contenuti digitali per studiare.

«Non tutti sanno che l’Italia è un unicum – ha commentato Giovanni Bonfanti – un paese dove per tutte le materie ogni insegnante e ogni studente è dotato di materiali digitali di qualità, validati ed efficaci. Non solo dei semplici libri in pdf ma molto, molto di più. I dati dell’Osservatorio sono chiari: ancora pochi studenti accedono a questi contenuti, va detto però che noi editori registriamo un chiaro trend di forte crescita, non solo nella fruizione di libri digitali interattivi ma anche di tutti i contenuti multimediali a supporto dell’apprendimento delle materie scolastiche. Questo Osservatorio e questi dati sono quindi un punto di partenza, un inizio di un percorso di analisi per identificare aree di approfondimento e condividere buone pratiche e soluzioni utili per una scuola migliore».


Al via #ioleggoperché per donare libri a biblioteche

da Il Sole 24 Ore

di Redazione Scuola

Numeri da record e un riconoscimento istituzionale (diventare campagna di comunicazione della presidenza del Consiglio) per #ioleggoperché, l’iniziativa nazionale di promozione del libro e della lettura organizzata dall’Associazione italiana editori (Aie), giunta alla quarta edizione e che dal 19 al 27 ottobre chiama a raccolta tutti gli italiani per donare un libro alle biblioteche scolastiche.

Più di 15mila istituti iscritti nel 2019, di cui circa 11mila sono scuole dell’infanzia e primaria, con un +70% di adesioni rispetto al 2018; e ancora, 28mila gemellaggi tra scuole e librerie e oltre 3 milioni di bambini e ragazzi coinvolti.

«Un risultato straordinario che dimostra quanto funzioni la sinergia tra istituzioni, enti privati e cittadini per diffondere cultura», ha scritto il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, inviando un messaggio agli alunni delle classi quinte dell’istituto Tito Speri di Milano – in cui è stata presentata la campagna di donazioni insieme ad autori tra cui Andrea Vitali, Paola Calvetti e Chiara Francini – e ricordando che non c’è cultura, non c’è crescita, non c’è libertà senza libri».

Fioramonti “Alla Maturità torni la Storia”

da la Repubblica

Corrado Zunino

FIRENZE — Incalzato dalla senatrice a vita Liliana Segre, il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti rivela che sta pensando di reintrodurre la Storia alla Maturità. Dice a margine di Didacta Italia, fiera del sapere ospitata per il terzo anno a Firenze: «Stiamo ragionando sull’intera prova perché ho detto fin dall’inizio che voglio garantire stabilità a docenti e studenti, devono sapere con mesi di anticipo e con esattezza cosa accadrà all’esame di Stato». E ancora: «Condivido l’idea che la Storia debba tornare ad essere centrale nel modello formativo delle nostre scuole: in buona parte lo è. Non voglio, però, che il ministero sia partecipe di un’instabilità della Maturità».

La senatrice Segre aveva inviato un messaggio per l’inaugurazione della kermesse, letto dal palco. «Reinserire il tema di storia all’esame di Maturità», ha scritto, «è un modo per riconoscere la funzione della storia nella formazione delle nuove generazioni. Ho posto il tema in Commissione al Senato. L’insegnamento della Storia del ‘900 con guerre mondiali, genocidi e totalitarismi deve avere una collocazione adeguata nei curricula e nella formazione di ragazze e ragazzi. Conoscere la storia del proprio tempo aiuta a evitare errori e a parlare di accoglienza e solidarietà».

Il ministro, su indicazione dell’Università di Bergamo, proprio ieri ha firmato il decreto che conferisce alla Segre, deportata a tredici anni nel campo di Auschwitz, un dottorato honoris causa. Il titolo arriva dopo due lauree ad honorem. La senatrice, insieme ad Andrea Camilleri e allo storico Andrea Giardina, lo scorso aprile firmò un appello raccolto da Repubblica e appoggiato da intellettuali, università e 50 mila sottoscrittori: «La Storia è un bene comune». La riforma che l’aveva soppressa alla fine del percorso scolastico era stata firmata dall’ex ministra Valeria Fedeli. Marco Bussetti l’ha poi attuata spiegando: «Il testo di Storia è sviluppato da pochi studenti, noi preferiamo inserire elementi storici in tutti gli altri temi ».

Oggi in Consiglio dei ministri dovrebbe essere approvato il cosiddetto Decreto precari. È confermato il nuovo concorso straordinario per le medie superiori riservato a chi ha tre anni di servizio nella scuola statale: porterà in ruolo 24mila precari e all’abilitazione — il titolo che consente l’accesso ai concorsi — coloro che risulteranno “idonei” (ma non vincitori). Nel decreto vi sono due novità di rilievo. Innanzitutto, il cosiddetto bonus merito potrebbe essere erogato anche a maestre e professori precari delle scuole statali, non più solo ai docenti di ruolo. E, poi, Fioramonti annulla il decreto voluto dall’ex ministra della Funzione pubblica, Giulia Bongiorno, che obbligava i dirigenti scolastici — ma non i docenti — al riconoscimento delle impronte digitali o dell’iride all’ingresso degli istituti scolastici. Via tutto.

Stop appalti pulizia, incontro al Miur: no colloquio e assunzioni dal 1° gennaio 2020

da Orizzontescuola

di redazione

Stop appalti di pulizia e assunzione lavoratori: svoltosi l’incontro Miur-sindacati. Confermata tempistica legge di bilancio.

L’incontro

Si è svolto il preventivato incontro tra Miur e sindacati sull’internalizzazione dei servizi di pulizia delle scuole e sull’assunzione dei lavoratori delle ditte.

Le assunzioni, come riferisce l’Ansa, avverranno secondo i tempi previsti dalla legge di bilancio, in modo che gli appalti terminino dal 1° gennaio 2020.

La procedura non prevederà più il colloquio ma si procederà come nelle assunzioni per i collaboratori scolastici, ossia stilando una graduatoria, come previsto dal decreto precari, al momento al vaglio del Consiglio dei Ministri.

I sindacati Cgil, Cisl e Uil nei loro interventi hanno ribadito la necessità di una gestione coordinata della vertenza tra Miur/Ministero del Lavoro e Ministero dell’Economia, per garantire la contestualità degli interventi utili alla piena occupazione dei lavoratori coinvolti e, nonostante la disponibilità del Ministero, hanno espresso le loro perplessità: “Pur apprezzando la disponibilità manifestata dal Miur, ad oggi, restano forti le preoccupazioni di Cgil Cisl e Uil circa la possibilità di mettere a punto una soluzione per tutti i lavoratori, anche a fronte delle procedure di licenziamento già avviate dalle imprese nei confronti dei circa 16 mila lavoratori coinvolti. Anche per questo Cgil Cisl e Uil confermano le iniziative di mobilitazione promosse”

Requisiti assunzioni Ata

Le assunzioni Ata verranno effettuate sui posti accantonati, in totale 11.507 (tabella E delle dotazioni organiche 2019/2022).

Ricordiamo i requisiti per partecipare al concorso, da definire con il decreto previsto dalla legge di bilancio:

  • servizio per almeno 10 anni, anche non continuativi, compreso il 2018 e il 2019, presso le scuole statali, per lo svolgimento di servizi di pulizia e ausiliari;
  • assunzione in qualità di dipendente a tempo indeterminato di imprese titolari di contratti per lo svolgimento dei predetti servizi.
    Restano esclusi dalla procedura selettiva gli ex lsu di Palermo (articolo 1, comma 622, della legge n. 205 del 27 dicembre 2017).

Concorso dirigenti scolastici, 80 depennati da graduatoria nazionale

da Orizzontescuola

di redazione

Concorso dirigenti scolastici: Miur pubblica decreto depennamento da graduatoria nazionale, ai sensi dell’articolo 15 comma 4 del bando di concorso.

Il Miur ha pubblicato il decreto n. 1461 del 09/10/19, con il quale dispone la cancellazione dalla graduatoria nazionale dei docenti che si trovano nelle condizioni indicate dall’articolo 15 suddetto, secondo cui vanno depennati dalla predetta graduatoria coloro i quali:

  • rinunciano all’assunzione;
  • che senza giustificato motivo non prendono servizio nel termine indicato
    dall’USR;
  • che non perfezionano l’assunzione, entro trenta giorni, con la presentazione dei documenti richiesti dall’articolo 16 del bando.

Dall’elenco allegato al decreto, si evince che sono stati depennati 80 interessati.

Decreto Miur ed elenco depennati

Personale ATA: le conseguenze per abbandono supplenza

da Orizzontescuola

di redazione

Abbandonare una supplenza dopo aver conosciuto l’orario di lavoro comporta delle conseguenze gravi per l’anno scolastico in corso.

Un nostro lettore chiede

Sono un collaboratore scolastico che ha preso servizio il 23 settembre con un contratto al 30 giugno 2020. Purtroppo mi hanno assegnato turni pomeridiane che nn posso fare. Visto che ancora nn ho firmato il contratto posso rifiutare il posto. E se si può vado incontro a sanzioni? E soprattutto vorrei sapere se verrò esclusa dalle future convocazioni anche da altre scuole. Grazie

di Giovanni Calandrino – L’abbandono di un supplenza a tempo determinato comporta i seguenti effetti, ai sensi dell’art. 7 del D.M. 430/2000:

Per supplenze conferite sulla base: delle graduatorie dei concorsi provinciali per titoli di cui all’articolo 554 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297; degli elenchi provinciali di cui all’articolo 1, comma 4; delle graduatorie permanenti dei concorsi provinciali per i collaboratori scolastici:

l’abbandono del servizio comporta sia la perdita della possibilità di conseguire analoghi rapporti di lavoro sia la perdita della possibilità di conseguire qualsiasi tipo di supplenza, conferita sia sulla base delle graduatorie permanenti che delle graduatorie di circolo e di istituto, per l’anno scolastico in corso.

Per supplenze conferite sulla base delle graduatorie di circolo e di istituto:

l’abbandono della supplenza comporta la perdita della possibilità di conseguire qualsiasi tipo di supplenza conferita, sia sulla base delle graduatorie di cui all’articolo 2 (graduatorie dei concorsi provinciali per titoli di cui all’articolo 554 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297; degli elenchi provinciali di cui all’articolo 1, comma 4; delle graduatorie permanenti dei concorsi provinciali per i collaboratori scolastici), che delle graduatorie di circolo e di istituto, per l’anno scolastico in corso.

Geografia A21 a regime negli istituti Professionali, qual è la situazione nei Tecnici

da Orizzontescuola

di redazione

L’AIIG Associazione Italiana Insegnanti di Geografia ha diffuso una analisi dell’avvio dell’anno scolastico e presentato una mozione per la valorizzazione della disciplina.

Geografia A21 nei Professionali, nei Tecnici ancora residuale ad A50

Durante le vacanze estive – scrive AIGG – è accaduto ciò che si aspettava da diversi anni, ovvero gli agognati passaggi di ruolo nella classe di concorso A21. A livello nazionale si è creata la disponibilità di più di 370 cattedre, con un rapporto del 50% fra cattedre interne ed esterne. L’aumento delle ore è stato determinato anche dall’introduzione di un’ora di geografia, non atipica, nel primo e nel secondo anno degli istituti professionali, come parte integrante e necessaria dell’asse storico-sociale.

Nonostante ciò diversi colleghi di storia, durante i collegi docenti hanno lamentato impulsivamente la sottrazione dell’ora alla loro materia, senza aver valutato il progetto complessivo di revisione degli istituti professionali che fa assumere centralità agli assi culturali e rinforza l’organizzazione didattica per unità di apprendimento (D.L. 61/2017).

La presenza della geografia negli istituti professionali è garantita e assegnata alla classe di concorso A21, in base alla nota MIUR 19 aprile 2018, n. 6913. Il nuovo ordinamento è in vigore dall’anno scolastico 2017/2018 eppure ci sono istituti che non hanno inserito la geografia al secondo anno e altri che non l’hanno inserita neanche al primo.

Non va meglio negli istituti tecnici, dove permangono distinzioni di attribuzione della geografia sulla base dell’indirizzo.

Negli istituti tecnici per il turismo la geografia e la geografia turistica devono essere assegnate solo alla classe A21.

In tutti gli altri indirizzi dell’istituto tecnico, l’allegato A del D.M. 259/2017 prevede ancora la residuale possibilità di attribuire la geografia ai docenti A50-scienze, ma solo quando rischiano di perdere la titolarità.

Invece sono diffuse in tutta Italia attribuzioni anomale, ore di geografia affidate alla classe A050-scienze in scuole in cui si forma un residuo di ore di scienze, supplenze a docenti A50 per l’insegnamento di geografia e persino casi in cui ore di geografia contribuiscono alla creazione di cattedre per il passaggio di ruolo nella classe di scienze.

L’AIIG ha controllato a campione gli organici di diritto di alcune province e sono emerse stime allarmanti: circa il 25% delle ore di geografia che si dovevano potenzialmente assegnare alla classe A21 nell’anno scolastico 2019/2020, sono state attribuite ad altre classi di concorso senza una motivazione lecita.

Ed.civica ad A21 nei Professionali e Tecnici

“I docenti di geografia – conclude l’Associazione – subiscono un’altra doccia fredda nella scuola secondaria, infatti la legge 20 agosto 2019, n. 92 introduce l’educazione civica affidandola, nel secondo ciclo, ai docenti di discipline giuridiche dell’organico dell’autonomia.

Gli obiettivi d’apprendimento dell’educazione civica, però, si sovrappongono in gran parte a quelli del programma di geografia, dato che comprendono, ad esempio, l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l’educazione ambientale e alla tutela del territorio. C’è il rischio concreto che i docenti di materie giuridiche, non avendo familiarità con la comunicazione di nuclei tematici delicati e complessi come quelli ambientali non li tengano nella dovuta considerazione privilegiando, nel poco tempo disponibile, argomenti più vicini alla loro formazione. È quello che succede già in tutti i licei nei quali la geografia è marginale, presente solo per garantire la collocazione dei fenomeni storici nello spazio e affidata a docenti di lettere non specializzati nella materia.

Accade tutto questo senza disapprovazione da parte dei tecnici ministeriali. sebbene sembri che la visione del ministro Fioramonti sia quella di valorizzare l’ecologia e l’istruzione di qualità nell’ottica dello sviluppo sostenibile, in accordo proprio con l’obiettivo 4 dell’Agenda 2030.

La soluzione, auspicata dall’AIIG per rilanciare una cittadinanza più consapevole rispetto ai temi ambientali, sociali ed economici rimane quella di potenziare
l’insegnamento di geografia, affidandola negli istituti tecnici, professionali e nei licei, a docenti specialisti capaci di sviluppare competenze e attivare il dibattito tra discenti e docenti su tematiche delicate e di fondamentale importanza per il nostro futuro comune.”

Il testo della mozione

L’AIIG ritiene che potenziare l’insegnamento della geografia sia la strategia più efficace per perseguire concretamente l’obiettivo di educare a una cittadinanza consapevole e stimolare a una responsabilità comune verso le conseguenze sociali e le ricadute economiche delle questioni ambientali.
Le Socie e i Soci sollecitano tanto gli organi centrali quanto gli uffici territoriali del Ministero al pieno e definitivo riconoscimento delle competenze specifiche delle docenti e dei docenti di geografia per rispondere in maniera adeguata ai bisogni formativi di una corretta educazione civica, in particolare per il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
L’AIIG, nel ribadire il proprio costante impegno nell’azione di sensibilizzazione presso le sedi politiche e di richiamo presso istituzioni competenti, chiede al Ministero un ulteriore e rinnovato intervento nel richiamare gli Uffici scolastici regionali e provinciali e le istituzioni scolastiche al rispetto della normativa vigente sull’assegnazione delle cattedre negli istituti tecnici professionali e nel contrastare ingiustificabili e indiscriminate riduzioni delle ore di insegnamento destinate alla geografia nell’ambito di quadri orari, già deficitari, degli altri ordini e gradi di scuole.

Decreto Scuola, Fioramonti: “Vogliamo sconfiggere il precariato”

da La Tecnica della Scuola

Via libera del Consiglio dei Ministri all’assunzione di 24.000 docenti precari.  Un concorso riservato per i DSGA (i Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi) facenti funzione. Eliminate le rilevazioni biometriche del personale scolastico. Valide nove anni le abilitazioni scientifiche nazionali. Semplificata l’internalizzazione dei servizi di pulizia delle scuole. Più semplici anche gli acquisti di beni e servizi destinati alla ricerca. In arrivo altre stabilizzazioni per i precari degli Enti Pubblici di Ricerca. Sono alcune delle misure adottate questo pomeriggio nella seduta del Consiglio dei Ministri per quanto riguarda il settore della scuola, dell’università, della ricerca.

IL DECRETO (in PDF) CLICCA QUI

“Oggi approviamo un decreto-legge che dimostra la grande volontà di questo Governo di combattere il precariato nella scuola garantendo il numero più alto possibile di cattedre a partire da settembre 2020 – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti – è un impegno preciso quello di mettere la scuola davvero al centro del Paese perché è dalle scuole che comincia la costruzione di una nuova società. Tra le misure introdotte dal decreto-legge anche la semplificazione delle procedure per gli acquisti di beni e servizi destinati alla ricerca. Non meno importanti – aggiunge il Ministro – la proroga della scadenza dell’abilitazione scientifica nazionale e le misure per i precari della ricerca”.

Un concorso straordinario per 24.000 docenti precari

Il decreto-legge approvato nella seduta di oggi autorizza il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) a bandire un concorso straordinario abilitante per l’assunzione di almeno 24.000 docenti nella scuola secondaria statale di I e II grado per il prossimo anno scolastico (il 2020/2021). Il decreto-legge accoglie così l’accordo raggiunto nei giorni scorsi dal Ministro Fioramonti con le organizzazioni sindacali.

Il concorso – che sarà bandito contestualmente a quello ordinario – sarà per titoli ed esami e sarà riservato a tutti gli insegnanti con una anzianità pregressa di servizio di almeno 3 anni – anche sul sostegno – e di cui uno nella classe di concorso per la quale affrontano la selezione. Per l’idoneità gli aspiranti docenti dovranno ottenere una votazione minima di sette decimi in una prova scritta computer based. I vincitori saranno ammessi a sostenere un anno di prova che sarà ‘rinforzato’ con una formazione universitaria mirata per 24 crediti formativi universitari. L’anno si concluderà con un colloquio di verifica in cui bisognerà conseguire un punteggio minimo di 7/10. I vincitori del concorso dovranno rimanere almeno cinque anni nella sede di prima assegnazione per assicurare la continuità didattica.

I docenti risultati “idonei” ma non collocati in posizione utile per la nomina in ruolo potranno comunque abilitarsi all’insegnamento nella classe di concorso per la quale hanno partecipato sostenendo una prova orale (sempre con un punteggio minimo di 7/10) e un anno di formazione per l’acquisizione di 24 crediti formativi universitari.

Il decreto-legge annuncia misure anche per i vincitori dei precedenti concorsi del 2016 e del 2018: potranno scegliere di essere assunti in ruolo in una regione diversa da quella della propria graduatoria.

Un concorso riservato per i DSGA facenti funzione

Gli assistenti amministrativi che per almeno 3 anni hanno svolto le funzioni di DSGA potranno partecipare a un concorso riservato. I vincitori saranno immessi in ruolo in subordine a quelli del concorso ordinario in svolgimento.

Eliminate le rilevazioni biometriche

Il decreto-legge, all’articolo 3, abroga le disposizioni per la rilevazione biometrica degli accessi e degli orari di servizio per il personale ATA (ausiliario, tecnico e amministrativo) e per i dirigenti scolastici prevista dalla legge 56 del 2019. Il provvedimento inoltre interviene sulla possibilità di garantire agevolazioni per gli scuolabus per le famiglie meno abbienti: consente ai Comuni di erogare gratuitamente il servizio di trasporto scolastico, purché sia rispettato l’equilibrio di bilancio complessivo.

Semplificata l’internalizzazione dei servizi di pulizia delle scuole

La legge di bilancio per il 2019 ha previsto l’internalizzazione dei servizi di pulizia mediante l’immissione in ruolo di 11.200 collaboratori scolastici da scegliere tra il personale delle imprese che abbia almeno 10 anni di servizio pregresso nelle scuole. Il decreto appena approvato stabilisce che la procedura selettiva avvenga per soli titoli così da consentirne il completamento entro il 31 dicembre 2019. Con l’internalizzazione è stimato un risparmio di circa 170 milioni di euro per il 2020.

Concorsi più snelli per reclutare i nuovi dirigenti scolastici

Saranno assunti con un concorso per titoli ed esami i nuovi dirigenti scolastici e non più con il corso-concorso previsto dall’attuale normativa. Una misura presa per semplificare e velocizzare le procedure di selezione dei futuri capi di istituto. Il Consiglio dei Ministri ha anche autorizzato l’assunzione a tempo determinato di 59 nuovi dirigenti tecnici (gli ispettori scolastici) per porre rimedio alla carenza di questi anni nelle more di un nuovo concorso per la selezione a tempo indeterminato, che sarà bandito quanto prima.

Valide nove anni le abilitazioni scientifiche nazionali

Passa da sei a nove anni la validità delle abilitazioni scientifiche nazionali. È quanto previsto dall’articolo 5 del decreto-legge che va a modificare quanto stabilito dalla legge 240 del 2010.

Tra le misure previste dal decreto-legge l’esenzione per gli Atenei e le istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) dall’obbligo di ricorrere al MEPA (Mercato elettronico della pubblica amministrazione) per l’acquisto di beni e servizi destinati alla ricerca. La disposizione consentirà maggiore qualità e risparmi di spesa.

Altre stabilizzazioni per i precari degli Enti Pubblici di Ricerca

Il decreto-legge consentirà anche ai precari che abbiano maturato anzianità di servizio con assegni di ricerca di essere stabilizzati dai rispettivi Enti, purché rispettino i requisiti di cui all’articolo 20 del decreto legislativo n. 75 del 2017.

Decreto scuola, c’è anche il concorso per i Dsga facenti funzione

da La Tecnica della Scuola

C’è il via libera del Consiglio dei ministri al decreto scuola e c’è una novità dell’ultim’ora. Contrariamente alle ultime indiscrezioni c’è anche il concorso riservato per i Dsga facenti funzione, che, invece, era previsto nell’intesa firmata dai sindacati il 1° ottobre.

Si tratta di un concorso riservato al personale amministrativo che abbia svolto la funzione di DSGA per almeno tre anni nei precedenti otto. Il servizio svolto supera il requisito della laurea specifica prevista.

Ricordiamo che la graduatoria del concorso riservato Dsga facenti funzioni sarà utilizzata in subordine a quella del concorso ordinario (la prova scritta è previsto per il 5 e 6 novembre).

IL DECRETO (in PDF) CLICCA QUI

La nota della Flc Cgil

Esprimiamo soddisfazione per l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dei provvedimenti legati all’Intesa fra MIUR e organizzazioni sindacali siglata il 1° ottobre.
Il concorso straordinario per le lavoratrici e i lavoratori precari con almeno 36 mesi di servizio nella scuola, l’indizione del concorso ordinario nella scuola secondaria, il concorso riservato per il personale amministrativo facente funzione di DSGA, sono tutti passi importanti a garanzia della continuità didattica e della qualità dell’offerta formativa.

Migliaia di lavoratrici e di lavoratori attendevano questi provvedimenti come giusto riconoscimento di professionalità che, da anni, mandano avanti le nostre scuole in condizioni di precarietà e di instabilità, lavorativa e di vita.

A questi primi passi tanti ancora, e in tempi rapidi, dovranno seguire, primo fra tutti un sistema strutturale di abilitazione e formazione dei docenti insieme alla regolarità nell’indizione dei concorsi.

Continueremo a batterci fino a quando tutti i posti docenti ed Ata non saranno coperti da personale stabilizzato.

Lavoreremo da subito all’interno dei tavoli tematici ottenuti con l’Intesa, affinchè nessuna delle grandi questioni che attengono il sistema scuola, dalle risorse per il rinnovo del Contratto, ai diplomati magistrali, alla valorizzazione del personale docente ed ATA, alla deburocratizzazione del lavoro, venga trascurato.

Libri di testo digitali, flop: il 99% degli studenti non li usa, ma decolla la versione mista

da La Tecnica della Scuola

Rimane scarso l’utilizzo dei libri digitali tra gli studenti: a rivelarlo è stata l’indagine dell’osservatorio Aie-Miur, presentata il 10 ottobre e Firenze, alla Fiera Didacta, durante il convegno “Libri di testo e risorse digitali per l’apprendimento. Strumenti diversi per una scuola che cambia”.

L’uso del testo digitale: sei volte in l’anno

Il doppio dato più preoccupante è che solo l’1% di alunni adotta libro di testo completamente digitale e che quindi gli e-book non decollano. Ma non solo: appena il 5,3% dei libri digitali viene attivato dagli allievi. Anche quando questo accade, di media l’accesso è inferiore alle sei volte in un anno scolastico.

Le percentuali della ricerca – condotta tra gli editori che operano nel settore educativo per valutare le modalità di studio degli studenti, tra carta e digitale – sono state illustrate da Giovanni Bonfanti, vicepresidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) e presidente del Gruppo Educativo, alla presenza del viceministro all’Istruzione Anna Ascani.

Dallo studio è anche emerso che negli ultimi cinque anni l’adozione del libro misto (versione che comprende una parte cartacea e una digitale accompagnata da contenuti digitali integrativi, senza aggravio di costo per l’utente) è passata dal 70% al 92%.

Mentre il libro di testo completamente digitale (il cosiddetto ebook) sia rimasto pressoché stabilmente fermo all’1%.

In quarta e quinta primaria si adottano di più

I libri più attivati risultano essere i sussidiari delle classi quarte e quinti delle scuole primarie; nelle scuole secondarie, invece, la materia più attivata è l’inglese, anche se la matematica registra il maggior numero di accessi e di utilizzo effettivo.

Nonostante il 74,6% dei docenti utilizzi almeno una volta alla settimana il digitale nella didattica, i dati evidenziano che solo una piccola parte degli studenti usufruisce realmente dei contenuti digitali per studiare.

Eppure sono prodotti di qualità

“Non tutti sanno che l’Italia è un unicum – ha commentato Giovanni Bonfanti – un Paese dove per tutte le materie ogni insegnante e ogni studente è dotato di materiali digitali di qualità, validati ed efficaci. Non solo dei semplici libri in pdf ma molto, molto di più”.

“I dati dell’Osservatorio sono chiari: ancora pochi studenti accedono a questi contenuti, va detto però che noi editori registriamo un chiaro trend di forte crescita, non solo nella fruizione di libri digitali interattivi ma anche di tutti i contenuti multimediali a supporto dell’apprendimento delle materie scolastiche”.

Decreto scuola, via libera del governo. Il testo

da La Tecnica della Scuola

Via libera da parte del Consiglio dei Ministri, nella riunione odierna, al decreto scuola, cioè il provvedimento contenente norme di “straordinaria necessità e urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti”.

IL DECRETO (in PDF) CLICCA QUI

Il testo rispecchia l’intesa siglata coi sindacati, siglata lo scorso 1° ottobre. Si tratta di misure che consentiranno di sbloccare complessivamente 60mila assunzioni nella scuola.

La prima tranche riguarderà 24mila professori precari con tre anni di servizio anche non continuativo, maturato tra il 2011 e il 2019. Entreranno in classe l’anno prossimo nelle secondarie di primo e secondo grado. Poi ci sarà il concorso ordinario che riguarderà quasi 25mila posti, sempre nelle scuole medie e superiori e i destinatari sono neolaureati o i precari che hanno partecipato al concorso straordinario e che già posseggano 24 Cfu necessari.

Poi ci sono da stabilizzare oltre 11mila addetti alle pulizie nelle scuole. misura che riguarda ex Lsu e 55 posti da dirigenti tecnici, sempre da prendere con relativo concorso.

Contrariamente alle ultime indiscrezioni c’è anche il concorso riservato per i Dsga facenti funzione, che, invece, era previsto nell’intesa firmata dai sindacati il 1° ottobre.

Concorso straordinario per 24mila docenti

Spazio alla procedura straordinaria per immettere in ruolo già da settembre 2020, 24mila precari con almeno tre anni di servizio alle spalle.

Così sarà la selezione

Il concorso verrà bandito solamente per le Regioni, le classi di concorso e le tipologie di posti per le quali si prevedano posti vacanti negli anni scolastici 2020/2021, 2021/2022 e 2022/2023.

Le assunzioni dei vincitori potranno continuare anche dopo il suddetto periodo, perché la graduatoria di merito è ad esaurimento.

I posti saranno suddivisi tra posti comuni e posti di sostegno. La selezione prevede una sola prova scritta computer base con quesiti a risposta multipla che viene superata con 7/10. Le graduatorie si basano sul voto della prova scritta e sui titoli, culturali e di servizio.

I 24mila vincitori entreranno in ruolo a settembre 2020. Scatta poi l’anno di prova che consentirà di acquisire i 24 Cfu con oneri a carico del Miur. A fine anno, basta una lezione simulata e si viene confermati in ruolo. La commissione di valutazione sarà composta da docenti della scuola, più un membro esterno.

Prevista inoltre la possibilità per chi ottiene 7/10, e non rientra nei 24mila vincitori, di potersi abilitare con la sola prova orale purché si acquisiscano i 24 Cfu e si stia insegnando con supplenza almeno fino al 30 giugno.

Possibilità di scegliere provincia diversa per accedere al ruolo

Per tamponare la “supplentite”, ecco norma che consente a vincitori e idonei dei concorsi 2016 e 2018 e docenti delle Gae di poter scegliere una regione/provincia diversa dove presentare domanda per accedere al ruolo. La stabilizzazione avverrà dopo lo scorrimento delle graduatorie del territorio in questione.

Stabilizzazione per più di 11mila addetti alle pulizie

Maxi assunzione a tempo indeterminato per 11.263 addetti alle pulizie. Gli ex Lsu, impegnati in attività di pulizia per almeno 10 anni, potranno essere statizzati a partire dal 1° gennaio purché abbiano la terza media e non abbiano precedenti penali specifici.

Vincolo di permanenza di cinque anni

Per tutti i nuovi ingressi di docenti si conferma il vincolo di permanenza di cinque anni nella sede di titolarità. Una misura che serve a garantire la continuità didattica.

Aumento fondi MOF

Sale di 2 milioni di euro l’incremento del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (Mof).

Assunzioni per ispettori scolastici

Dal 2021 via libera all’assunzione di 55 unità di ispettori scolastici.

Bonus merito anche per i precari

Il bonus merito verrà erogato anche a maestre e professori precari delle scuole statali, e non più solo ai docenti di ruolo. Dunque il riconoscimento sarà assegnato anche a coloro hanno contratti a termine fino al 30 giugno o il 31 agosto. Questo viene assegnato annualmente dal dirigente scolastico ai docenti più meritevoli.

Niente impronte digitali per i dirigenti scolastici.

Novità all’orizzonte anche per i dirigenti scolastici. Grazie alla cancellazione dell’obbligo dei controlli biometrici dal Garante per la privacy. Con i 17 milioni risparmiati verranno finanziati interventi di riqualificazione energetica nelle scuole.

Smartphone in classe, gli studenti scalpitano: due break a mattina

da La Tecnica della Scuola

Niente cellulari in classe. E questa non è una novità, perché è pressoché unanime la decisione delle scuole di proibire l’uso di “telefonini” e smartphone durante le lezioni. Gli studenti, però, non se ne fanno una ragione: non ce la fanno a rimanere disconnessi tra le cinque e le sette ore consecutivi, ovvero il tempo che passa tra l’entrata a scuola e la campanella d’uscita.

L’utilizzo “intelligente”

Alcuni allievi, quindi, si sono organizzati. E hanno fatto intendere che avrebbero gradito un utilizzo “intelligente” dello strumento di comunicazione.

Potranno quindi usare il telefono, se vogliono e anche per inviare messaggi, alcuni minuti al giorno: fra la prima e seconda ora e fra la quinta e sesta ora. Sono gli studenti dell’Istituto “Jacopo del Duca Diego Bianca Amato” di Cefalù, in provincia di Palermo. E la dirigente scolastica, Antonella Cancila, ha accolto la proposta.

L’idea derivata dal questionario

“Per conoscere cosa pensano gli studenti sul fumo e l’uso dei telefonini, a scuola abbiamo distribuito loro un questionario – ha detto la preside -. Dai dati che ne sono venuti fuori sono stata colpita dal fatto che il 69% vorrebbe due brevi spazi nell’arco della mattinata per utilizzare il telefonino. Ho accettato questa proposta per vedere cosa succede”.

“Se gli studenti sapranno utilizzare questi due break in maniera responsabile, non ci saranno problemi”.

Tre studenti su quattro, il 77%, si è detto anche favorevole a tenere spento il telefonino mentre c’è lezione.

Per chi non osserva questa regola, gli stessi studenti hanno chiesto di applicare delle sanzioni: una nota disciplinare (44%), di avvisare la famiglia (28%), di abbassare il voto di condotta (20%), un provvedimento disciplinare (8%).

I rischi da fumo? Tre su quattro sono consapevoli

Agli studenti è stato anche chiesto cosa pensano dei rischi a cui vanno incontro fumando sigarette. Ebbene, il 75% ha risposto dicendo di conoscerne i rischi.

Gli allievi, tuttavia, hanno chiesto anche incontri a scuola sul tema del fumo (51%) e di avvisare le famiglie per i compagni che fumano a scuola (26%), senza dimenticare che verso i trasgressori è possibile anche abbassare il voto di condotta (22%), fare una nota disciplinare (21%) e comminare la multa come previsto dalla normativa (17%).

Decreto scuola: ok del Consiglio dei Ministri. Stop a controllo biometrico per i presidi

da Tuttoscuola

Via libera del Consiglio dei ministri al decreto sulla scuola, che prevede la stabilizzazione di 24 mila docenti precari attraverso un concorso straordinario e che conferma l’intesa raggiunta dal ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti con i sindacati il primo ottobre. L’approvazione ha raccolto, infatti, il plauso delle organizzazioni sindacali, che parlano di “patti rispettati” anche sul concorso DSGA (i direttori dei servizi generali). Nell’accordo è previsto anche un nuovo concorso ordinario per docenti. Con il Dl, inoltre, viene sancito lo stop delle impronte per i presidi.

“Oggi approviamo un decreto-legge che dimostra la grande volontà di questo Governo di combattere il precariato nella scuola garantendo il numero più alto possibile di cattedre a partire da settembre 2020 – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti – è un impegno preciso quello di mettere la scuola davvero al centro del Paese perché è dalle scuole che comincia la costruzione di una nuova società. Tra le misure introdotte dal decreto-legge anche la semplificazione delle procedure per gli acquisti di beni e servizi destinati alla ricerca. Non meno importanti – aggiunge il Ministro – la proroga della scadenza dell’abilitazione scientifica nazionale e le misure per i precari della ricerca”.

“Con il decreto approvato oggi in Consiglio dei Ministri cominciamo a mettere ordine nel sistema di istruzione – ha postato su Facebook il Sottosegretario, Lucia Azzolina -. Diamo risposte ai giovani che vogliono insegnare, a chi lo fa già da tempo come precario. Senza dimenticare i vincitori e gli idonei dei precedenti concorsi, oltre ai docenti delle graduatorie a esaurimento. Eliminiamo provvedimenti umilianti come la rilevazione biometrica delle presenze del personale scolastico. Garantiamo che il bonus per la valorizzazione del merito degli insegnanti sia assegnato anche ai precari, che sono insegnanti come tutti gli altri. Mettiamo risorse per l’efficientamento energetico delle scuole. Mettiamo le basi per una scuola migliore. E lo facciamo pensando ai nostri studenti. La scuola è per loro. E abbiamo il dovere di farla funzionare al meglio. In tutte le sue componenti”.

Vediamo di seguito cosa prevede il decreto:

Decreto scuola: concorso straordinario per 24.000 docenti precari

Il decreto-legge approvato nella seduta di oggi autorizza il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) a bandire un concorso straordinario abilitante per l’assunzione di almeno 24.000 docenti nella scuola secondaria statale di I e II grado per il prossimo anno scolastico (il 2020/2021). Il decreto-legge accoglie così l’accordo raggiunto nei giorni scorsi dal Ministro Fioramonti con le organizzazioni sindacali. Il concorso – che sarà bandito contestualmente a quello ordinario – sarà per titoli ed esami e sarà riservato a tutti gli insegnanti con una anzianità pregressa di servizio di almeno 3 anni – anche sul sostegno – e di cui uno nella classe di concorso per la quale affrontano la selezione. Per l’idoneità gli aspiranti docenti dovranno ottenere una votazione minima di sette decimi in una prova scritta computer based. I vincitori saranno ammessi a sostenere un anno di prova che sarà ‘rinforzato’ con una formazione universitaria mirata per 24 crediti formativi universitari. L’anno si concluderà con un colloquio di verifica in cui bisognerà conseguire un punteggio minimo di 7/10. I vincitori del concorso dovranno rimanere almeno cinque anni nella sede di prima assegnazione per assicurare la continuità didattica.

I docenti risultati “idonei” ma non collocati in posizione utile per la nomina in ruolo potranno comunque abilitarsi all’insegnamento nella classe di concorso per la quale hanno partecipato sostenendo una prova orale (sempre con un punteggio minimo di 7/10) e un anno di formazione per l’acquisizione di 24 crediti formativi universitari.
Il decreto-legge annuncia misure anche per i vincitori dei precedenti concorsi del 2016 e del 2018: potranno scegliere di essere assunti in ruolo in una regione diversa da quella della propria graduatoria.

Decreto scuola: concorso riservato per i DSGA facenti funzione

Gli assistenti amministrativi che per almeno 3 anni hanno svolto le funzioni di DSGA potranno partecipare a un concorso riservato. I vincitori saranno immessi in ruolo in subordine a quelli del concorso ordinario in svolgimento.

Decreto scuola: eliminate le rilevazioni biometriche

Il decreto-legge, all’articolo 3, abroga le disposizioni per la rilevazione biometrica degli accessi e degli orari di servizio per il personale ATA (ausiliario, tecnico e amministrativo) e per i dirigenti scolastici prevista dalla legge 56 del 2019. Il provvedimento inoltre interviene sulla possibilità di garantire agevolazioni per gli scuolabus per le famiglie meno abbienti: consente ai Comuni di erogare gratuitamente il servizio di trasporto scolastico, purché sia rispettato l’equilibrio di bilancio complessivo.

Decreto scuola: semplificata l’internalizzazione dei servizi di pulizia delle scuole

La legge di bilancio per il 2019 ha previsto l’internalizzazione dei servizi di pulizia mediante l’immissione in ruolo di 11.200 collaboratori scolastici da scegliere tra il personale delle imprese che abbia almeno 10 anni di servizio pregresso nelle scuole. Il decreto appena approvato stabilisce che la procedura selettiva avvenga per soli titoli così da consentirne il completamento entro il 31 dicembre 2019. Con l’internalizzazione è stimato un risparmio di circa 170 milioni di euro per il 2020.

Decreto scuola: concorsi più snelli per reclutare i nuovi dirigenti scolastici

Saranno assunti con un concorso per titoli ed esami i nuovi dirigenti scolastici e non più con il corso-concorso previsto dall’attuale normativa. Una misura presa per semplificare e velocizzare le procedure di selezione dei futuri capi di istituto. Il Consiglio dei Ministri ha anche autorizzato l’assunzione a tempo determinato di 59 nuovi dirigenti tecnici (gli ispettori scolastici) per porre rimedio alla carenza di questi anni nelle more di un nuovo concorso per la selezione a tempo indeterminato, che sarà bandito quanto prima.

Decreto scuola: valide nove anni le abilitazioni scientifiche nazionali

Passa da sei a nove anni la validità delle abilitazioni scientifiche nazionali. È quanto previsto dall’articolo 5 del decreto-legge che va a modificare quanto stabilito dalla legge 240 del 2010.
Tra le misure previste dal decreto-legge l’esenzione per gli Atenei e le istituzioni di Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM) dall’obbligo di ricorrere al MEPA (Mercato elettronico della pubblica amministrazione) per l’acquisto di beni e servizi destinati alla ricerca. La disposizione consentirà maggiore qualità e risparmi di spesa.

Decreto scuola: altre stabilizzazioni per i precari degli Enti Pubblici di Ricerca

Il decreto-legge consentirà anche ai precari che abbiano maturato anzianità di servizio con assegni di ricerca di essere stabilizzati dai rispettivi Enti, purché rispettino i requisiti di cui all’articolo 20 del decreto legislativo n. 75 del 2017.