Decreto scuola

USB Scuola – Decreto scuola. Ovvero: come NON risolvere il problema del precariato

Il 10 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato l’atteso decreto legge che dovrebbe porre rimedio “alla grave carenza di personale di ruolo nelle scuole statali e ridurre il ricorso a contratti a termine”.

La realtà è che siamo di fronte all’ennesimo decreto inefficace, una toppa troppo piccola messa su una situazione ormai fuori controllo. Nelle scuole italiane mancano oggi 200.000 docenti, I cui posti vengono ricoperti da precari sempre più precari e anche da docenti improvvisati. La soluzione individuata dal governo è un bando riservato per soli 24.000 posti ed altrettanti in un bando ordinario che verrà emanato contestualmente, per un totale di 48.000 assunzioni.

Ci sono poi notevoli problemi relativi alla struttura delle procedure di selezione: il decreto prevede la possibilità di partecipare al concorso solo per una classe di concorso o per il sostegno (naturalmente se provvisti di specializzazione) e per un unico grado di scuola, è una restrizione insensata e senza senso. Migliaia di insegnanti hanno la possibilità di accedere, grazie ai loro titoli, a più di un insegnamento in più gradi di scuola. Esso è da sempre un diritto, perché negarlo? Tanto più che il decreto prevede che per partecipare ad una selezione si debba aver prestato servizio almeno un anno, dei tre richiesti per accedere al concorso riservato, nella classe di concorso scelta.

La procedura concorsuale, computer based, con quesiti a risposta multipla, appare davvero il definitivo svilimento della professione docente, ridotta ad una sorta di prova invalsi, in un paese in cui le reti e le strutture informatiche sono più che carenti.

C’è poi la questione a nostro avviso più grave: dopo avere concluso l’anno di formazione, i pochi fortunati vincitori del concorso non avranno più davanti a loro un colloquio amichevole con il comitato di valutazione, volto a riflettere sull’anno trascorso, bensì un ulteriore esame orale, davanti al comitato di valutazione integrato da un “membro esterno”, che dovrà verificare se il docente sia in grado di fare lezione. Dopo anni di servizio precario in tutto e per tutto identico a quello del personale di ruolo. Dopo aver superato in pubblico concorso, un ultimo esame che per un anno terrà i docenti neoimmessi in una situazione di possibile ricattabilità da parte dei dirigenti scolastici che, tenendo dalla parte del manico una spada tanto affilata, potrebbero abusare della posizione che ricoprono con estrema facilità.

Infine, il vincolo di titolarità per i successivi 4 anni nella stessa scuola e nello stesso posto in cui è stato svolto l’anno di formazione e prova: un vincolo di 5 anni in tutto che, abbiamo più volte ribadito, lede il diritto alla mobilità sul territorio nazionale garantito dalla Costituzione.

Questo numero striminzito di immissioni in ruolo non consentirà la copertura dei posti, in particolare nelle regioni del nord, mentre le politiche di taglio dei posti al centro sud (sempre identiche dal 2008 ad oggi) probabilmente porterà al bando di altri posti “fantasma” sui quali non si potrà procedere ad immissione in ruolo. Per questo il Governo, invece di risolvere i problemi, inserisce una “possibilità” per gli USR di scorrere le graduatorie di altre regioni, chiamando i vincitori della regione X a trasferirsi nella regione Y. Non abbiamo dimenticato l’instabilità legata alla “fase C” della 107, che ancora fa pesare i suoi strascichi su lavoratori e studenti. Anche quella mobilità, ricordiamo, era su base volontaria e ha prodotto un vero e proprio disastro, senza risolvere problemi che richiederebbero scelte politiche precise volte a valorizzare le risorse lì dove esse sono e prestano servizio, prevedendo un aumento degli organici e un riequilibrio tra Nord e Sud.

USB Scuola porterà queste ed altre istanze al Ministro Fioramonti il 15 ottobre. In quell’occasione consegneremo le firme a sostegno della nostra petizione. Continuate a firmare così da fare giungere forte la voce di tutti i lavoratori della scuola per ottenere stabilità lavorativa, diritto alla mobilità, diritto a lavorare nei luoghi dove abbiamo sempre lavorato e vissuto: https://www.change.org/p/lorenzo-fioramonti-petizione-per-la-modifica-dell-accordo-su-precariato-e-concorso

«Adesso aumenteremo gli insegnanti di sostegno E basta classi pollaio»

da Il Messaggero

Intervista alla sottosegretaria Lucia Azzolina

Classi pollaio e senza docenti in cattedra, ieri in Consiglio dei ministri è stato approvato il decreto scuola: da dove si riparte, sottosegretaria Lucia Azzolina?
«Sicuramente dai concorsi, ordinario e straordinario, da bandire contemporaneamente per rispondere alle diverse categorie di docenti e anche ai tanti giovani che vogliono approcciarsi all’insegnamento. Si va a premiare il servizio già prestato, ma senza dimenticare la meritocrazia. Si potrà lavorare bene anche in Parlamento in fase di conversione».
La scuola guarirà dalla supplentite?
«La supplentite si cura con i concorsi. Con il decreto chiudiamo una fase di incertezze e di carenze, dopodiché i concorsi ordinari dovranno tornare ad essere la prassi. Con il decreto diamo una risposta anche a chi li ha superati in questi ultimi anni ed è in graduatorie tuttora valide».
Ancora troppe le cattedre vacanti: arriveranno le abilitazioni?
«I concorsi straordinario ed ordinario permetteranno le abilitazioni».
C’è spazio anche per i precari con meno di 36 mesi di insegnamento?
«Potranno partecipare al concorso ordinario e alle procedure di abilitazione che saranno inserite nel disegno di legge collegato alla legge di bilancio».
Non è nel decreto, ma la sua proposta di legge contro le classi pollaio va avanti
«Ogni classe sovraffollata è una sconfitta per la scuola. I ragazzi apprendono male e non si garantisce la sicurezza. La soluzione è già in un disegno di legge a mia prima firma su cui il Parlamento sta lavorando. E nel Nadef si è fatto esplicito riferimento alle risorse da stanziare. Quella proposta di legge rappresenta una delle priorità per me e per tutto il Movimento 5 Stelle. Io ho intenzione di impegnarmi già dalla prossima sessione di bilancio per fare in modo che quel disegno di legge vada fino in fondo».
Alla scuola mancano anche i docenti di sostegno
«Ho insegnato per anni sul sostegno, so bene quanto gli studenti e le famiglie abbiano bisogno di avere come riferimento un personale altamente qualificato. I docenti di sostegno specializzati e specializzandi potranno partecipare al concorso straordinario e a quello ordinario. Poi, nei tempi più rapidi possibili faremo partire anche il V ciclo TFA sostegno e renderemo la specializzazione sul sostegno strutturata nel tempo. Il tema del sostegno è prioritario per questo ministero e per il governo: ricordo che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto per sé le deleghe sulla disabilità manifestando tutta la sua sensibilità sul tema. Questo mi dà grande fiducia».
Che cosa farete per le famiglie?
«Voglio lavorare per aumentare il numero degli insegnanti di ruolo sul sostegno, trasformando parte di quelle cattedre che oggi sono instabili’, ovvero destinate alle supplenze, il cosiddetto organico di fatto, in cattedre di diritto, stabili. Dobbiamo dare più certezze ai nostri ragazzi e alle famiglie».
Lorena Loiaccono


Cattedre vuote, c’è il decreto: 48 mila docenti da assumere

da Il Messaggero

ROMA

Due concorsi per docenti precari e neolaureati e uno per i direttori amministrativi. Il decreto scuola, approvato ieri in Consiglio dei ministri, punta sulla stabilizzazione dei supplenti e sul reclutamento di nuovi insegnanti.

CARATTERISTICHE

Ma nel testo ci sono anche altre norme che riguardano il personale scolastico e universitario: sono state infatti eliminate le rilevazioni biometriche per dirigenti scolastici, segretari e bidelli, inserite dal precedente Governo ma mai realizzate, ed è stata semplificata l’internalizzazione dei servizi di pulizia delle scuole. Sul campo della ricerca, inoltre, passa da sei a nove anni la validità delle abilitazioni scientifiche nazionali, saranno più semplici gli acquisti di beni e servizi e arriveranno altre stabilizzazioni per i precari degli Enti Pubblici di Ricerca.
«Il decreto-legge dimostra la grande volontà del Governo di combattere il precariato nella scuola ha dichiarato il ministro Lorenzo Fioramonti garantendo il numero più alto possibile di cattedre a partire da settembre 2020».
Il ministero potrà quindi bandire per le scuole medie e superiori un concorso ordinario per 24 mila docenti e, parallelamente, uno straordinario abilitante per l’assunzione di altri 24.000 per il 2020. Il concorso, per titoli ed esami, sarà riservato a tutti gli insegnanti con almeno 3 anni di insegnamento alle spalle, anche sul sostegno.

PUNTEGGIA questo punto il decreto introduce, rispetto al precedente approvato ad agosto ma mai pubblicato in gazzetta ufficiale, una selezione legata al merito: per avere l’idoneità, infatti, sarà necessario ottenere almeno 7/10 alla prova scritta usando il computer. I vincitori dovranno poi seguire corsi universitari, non a pagamento, per avere 24 crediti formativi e dovranno svolgere un anno di prova in classe e alla fine un colloquio di verifica. Solo con una votazione minima di 7/10 avranno il ruolo e dovranno restare nella sede di prima assegnazione almeno 5 anni.
Tutti gli altri docenti risultati idonei ma non vincitori, potranno comunque abilitarsi sostenendo una prova orale e un anno di formazione per i 24 crediti formativi universitari. Non solo: i vincitori dei concorsi del 2016 e del 2018 potranno essere assunti, su richiesta volontaria, in una regione diversa da quella della graduatoria di appartenenza. In base alla legge di stabilità, devono essere stabilizzati 11.200 addetti alle pulizie nelle scuole con almeno 10 anni di servizio, fino ad oggi in cooperative esterne: selezione solo per titoli entro la fine del 2019. Così risparmi per circa 170 milioni di euro solo per il 2020.
L.Loi.


Decreto scuola, e gli insegnanti esclusi? Prossimo passo tavoli tecnici e Disegno di Legge per abilitazioni

da Orizzontescuola

di redazione

Precariato: i docenti esclusi dalla procedura del concorso straordinario guardano con diffidenza al decreto scuola. Ma la vera sfida del Miur adesso è quella di dare vita alla seconda parte dell’Intesa: tavoli tecnici e Disegno di legge collegato alla Finanziaria per le abilitazioni degli insegnanti.

Tavoli tecnici: cosa riguardano

  • diplomati magistrale
  • rinnovo contrattuale
  • semplificazione amministrativa per le amministrazioni scolastiche

Disegno di Legge collegato alla Finanziaria

L’intesa del 1° ottobre tra Miur e sindacati prevede un Disegno di Legge da collegare alla Legge di Bilancio 2020 in cui si individuino percorsi di abilitazione ordinari e straordinari.

Gli esclusi

I sindacati hanno già inviato al miur richiesta per la convocazione del tavolo tecnico sui diplomati magistrale, in considerazione del fatto che giornalmente gli Uffici Scolastici procedono al depennamento da GaE in conseguenza delle sentenze di merito e ai relativi licenziamenti.

Vi sono poi quelle categorie di docenti che rientravano nel PAS nel decreto di agosto e che adesso sembrano trovarsi con un “pugno di mosche in mano”: docenti con servizio nelle scuole paritarie o centri di formazione professionale, dottori di ricerca, docenti ingabbiati nella scuola primaria, infanzia o secondaria che vogliono conseguire una nuova abilitazione.

Per questi docenti docenti la soluzione dovrà arrivare dal Disegno di Legge.

I contenuti del Decreto legge approvato il 10 ottobre 2019 dal Consiglio dei Ministri. 60 giorni di tempo per la conversione in Legge

Graduatorie di istituto, inserimento titolo sostegno dal 18 al 31 ottobre. Chi riguarda

da Orizzontescuola

di Nino Sabella

Pubblicato il decreto di integrazione delle graduatorie di istituto 2017/20: chi, come e quando può inserire il titolo di specializzazione su sostegno.

Graduatorie istituto: inserimento elenchi aggiuntivi entro il 18 ottobre, titolo sostegno entro il 31. Decreto

Il decreto disciplina:

  • l’inserimento in un elenco aggiuntivo alla II fascia delle graduatorie di istituto dei docenti che hanno conseguito il titolo di abilitazione dopo il termine di aggiornamento triennale delle graduatorie (24/06/2017) ed entro il 1° ottobre 2019;
  • l’inserimento negli elenchi aggiuntivi di sostegno dei docenti che hanno conseguito il titolo di specializzazione per il sostegno agli alunni con disabilità dopo il termine di aggiornamento triennale delle graduatorie (24/06/2017) ed entro il 1° ottobre 2019, i quali verranno collocati in coda agli elenchi di sostegno della fascia di appartenenza;
  • il consueto riconoscimento della precedenza nell’attribuzione delle supplenze di III fascia di istituto, per i docenti che vi siano inseriti e che conseguono il titolo di abilitazione nelle more dell’inserimento nelle finestre di in integrazione di pertinenza.

Inserimento elenchi aggiuntivi di sostegno e valutazione titoli

Possono chiedere l’inserimento negli elenchi aggiuntivi di sostegno della fascia di appartenenza, come detto sopra, i docenti che si sono specializzati dopo il termine ultimo di aggiornamento triennale delle graduatorie di istituto (24/06/2017) ed entro il 1° ottobre 2019.

Presentazione domanda

Ai fini dell’inserimento suddetto, gli interessati devono inoltrare il modello A5 alla scuola precedentemente destinataria della domanda di inclusione nelle graduatorie di istituto o di inclusione negli elenchi aggiuntivi.

Il modello A5 va inoltrato, tramite Istanze Online, dal 18 al 31 ottobre 2019 (entro le ore 14,00).

Non devono presentare il modello A5:

  1. i docenti che chiedono anche l’inserimento negli elenchi aggiuntivi alla II fascia, i quali devono dichiarare il titolo di specializzazione nel modello A3 che inviano ai fini dell’inserimento predetto (negli elenchi aggiuntivi alla II fascia); 
  2. i docenti di I° fascia che hanno presentato domanda di inserimento negli elenchi del sostegno delle GaE, ai sensi dell’art. 4 del D.M. 374/2019 (DM di aggiornamento delle GaE 2019/22), i quali sono automaticamente trasposti in graduatoria.

Docenti iscritti in I fascia delle GI che non hanno inserito il titolo con l’aggiornamento 2019/22

In attesa dell’aggiornamento annuale delle GaE e quindi dell’inserimento negli elenchi aggiuntivi del sostegno delle graduatorie ad esaurimento,  i docenti iscritti nella I fascia delle graduatorie di istituto, che comunicano il conseguimento del titolo di specializzazione sul sostegno (con la presente finestra del 1° ottobre 2019), sono collocati, secondo la rispettiva finestra di inserimento, in subordine alle graduatorie costituite ai sensi del DM 374/2019 (DM di aggiornamento delle GaE 2019/22).

Punteggio

L’inserimento del titolo di specializzazione sul sostegno non comporta il riconoscimento del relativo punteggio previsto dal punto C.1 della Tabella A di valutazione di titoli di II fascia, né negli elenchi di sostegno, né nella corrispondente graduatoria di posto comune.

Il riconoscimento del suddetto punteggio avrà luogo all’atto della costituzione triennale delle predette graduatorie.

Decreto

Nota

Modello A5

Azzolina: ora si lavora su classi pollaio e aumento insegnanti di sostegno

da Orizzontescuola

di redazione

Lucia Azzolina, sottosegretaria all’istruzione, commenta soddisfatta l’approvazione del Consiglio dei Ministri del decreto salva precari: “Ora si lavora su insegnanti di sostegno”.

Voglio lavorare per aumentare il numero degli insegnanti di ruolo sul sostegno, trasformando parte di quelle cattedre che oggi sono instabili, ovvero destinate alle supplenze, il cosiddetto organico di fatto, in cattedre di diritto, stabili” spiega Azzolina in un’intervista a Il Messaggero.

Sul problema delle classi pollaio la sottosegretaria afferma: “Ogni classe sovraffollata è una sconfitta per la scuola. I ragazzi apprendono male. La soluzione è già in disegno di legge a mia prima firma su cui il Parlamento sta lavorando“.

Sui concorsi, punto centrale del decreto legge approvato il 10 ottobre in Consiglio dei Ministri

“Si riparte dai concorsi, ordinario e straordinario, da bandire contemporaneamente per rispondere alle diverse categorie di docenti e anche ai tanti giovani  che vogliono approcciarsi all’insegnamento”.

Si va a premiare il servizio già prestato, ma senza dimenticare la meritocrazia. Si potrà lavorare bene anche in Parlamento in fase di conversione – continua Azzolina  – La supplentite si cura con i concorsi. Con il decreto chiudiamo una fase di incertezze e di carenze, dopodiché i concorsi ordinari dovranno tornare ad essere la prassi.

Con il decreto diamo una risposta anche a chi li ha superati in questi ultimi anni ed è in graduatorie tuttora valide”.

E infine chiude  i concorsi “permetteranno le abilitazioni” e “potranno partecipare al concorso ordinario e alle procedure di abilitazione che saranno inserite nel disegno di legge collegato alle legge di bilancio” anche i precari con meno di 36 mesi di insegnamento.

Cyberbullismo, natura ibrida e ammonimento

da Orizzontescuola

di Gianfranco Scialpi

Il reato di cyberbullismo non esiste! E’ desunto da altri comportamenti sanciti dal codice civile e penale. La definizione ibrida, i compromessi che portano alla procedura dell’ammonimento.

Il reato di cyberbullismo, quando lo stato prende posizione

Il reato di cyberbullismo è stato introdotto dalla legge 71/17. E’ un  segnale positivo. Lo Stato italiano finalmente prende posizione! Proponendo, innanzitutto, una sua definizione del fenomeno.

La caratterizzazione repubblicana del fenomeno non potrà essere ignorata dalle istituzioni scolastiche e in genere dai soggetti istituzionali che ogni giorno interagiscono con il cyberbullismo. Si legge all’art. 1 comma 2: “per «cyberbullismo» si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identita’, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonche’ la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o piu’ componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.”

Una definizione di campo e rispondente al criterio della velocità

La definizione, innanzitutto chiarisce la posizione della nostra Repubblica. Il cyberbullismo non è un nuovo reato, è desunto da altri già presenti nel nostro codice civile e penale. Questa scelta è stata imposta dall’esigenza di fare presto, vestendo il nuovo reato con abiti giuridici già confezionati. Questo ha evitato le inevitabili e lunghe discussioni  su una definizione ex novo del fenomeno.

La natura ibrida del cyberbullismo richiama i seguenti reati:

1) “pressione” è la condizione ricorrente di ogni atto di cyberbyllismo e tocca la sfera intima della  vittima Fa riferimento all’art. 612 del codice penale.

2) “aggressione” art.  612 che non  delimita il comportamento alle percosse o alle lesioni fisiche. Infatti si legge “Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa  con la multa fino a euro 1.032“.
Seguono poi la “minaccia” (art. 612), gli “atti persecutori” (art 612 bis), La “sostituzione della persona” (art. 494), la “diffamazione aggravata” (art.595) e cosi via.

Delimitazioni e quindi compromessi

Tuttavia, il disposto normativo decide di non legiferare e quindi di tenere fuori due aspetti. Il bullismo fisico e i maggiorenni.
Sul primo non si comprende la scelta perché spesso tutto inizia nella vita reale. L’esempio più significativo è rappresentato dalla tragedia di Carolina Picchio che ha portato la sua professoressa (E. Ferrara, deputato pd 2013) a farsi promotrice della proposta di legge poi divenuta 71/17. La ragazzina quattordicenne venne ripresa al bagno ubriaca e il suo stato poi pubblicato online. L’enorme pressione condusse Carolina Picchio a togliersi la vita (gennaio 2013).

La decisione di escludere i maggiorenni, invece, è condivisibile, in quanto i suddetti reati sono già definiti nella modalità ordinaria.
Ora, l’attenzione solo sul minorenne giustifica l’assenza della responsabilità penale, condizionata quest’ultima dall’età del cyberbullo. Essendo quest’ultimo minorenne non può essere perseguibile fino a quattordici anni (art.97 codice penale), anche se ritenuto socialmente pericoloso. In questi casi, il Tribunale per i Minorenni può intervenire individuando un percorso di recupero anche in riformatori giudiziari o in stato di libertà vigilata. Situazione diversa per gli ultraquattordicenni che possono essere perseguiti previa valutazione del giudice sulla loro capacità di intendere e volere.

La procedura dell’ammonimento

Ecco spiegata la sola presenza dell’ammonimento nella legge 71/17 e non di altre forme di sanzioni o pene. Scelta soft  che conferma l’attenzione agli aspetti formativi e di recupero.

Recita infatti l’art. 7: “Fino a quando non e’ proposta querela o non e’ presentata denuncia per taluno dei reati di cui agli articoli 594, 595 e 612 del codice penale e all’articolo 167 del codice per la protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, commessi, mediante la rete internet, da minorenni di eta’ superiore agli anni quattordici nei confronti di altro minorenne, e’ applicabile la procedura di ammonimento di cui all’articolo 8, commi 1 e 2, del decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 aprile 2009, n. 38, e successive
modificazioni.

2. Ai fini dell’ammonimento, il questore convoca il minore, unitamente ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la responsabilita’ genitoriale.
3. Gli effetti dell’ammonimento di cui al comma 1 cessano al compimento della maggiore eta’. 

Se ne deduce, quindi un approccio molto vicino al sentire dell’istituzione scolastica.  Lo scopo dell’ammonimento, infatti   è quello di far recedere il cyberbullo dalle azioni offensive. Può essere accostato calcisticamente al cartellino giallo. Se la procedura non convince il cyberbullo, allora si procede con il cartellino rosso con provvedimenti più pesanti e previsti dal codice civile e penale.

Io leggo perché: dal 19 al 27 ottobre è il momento di donare un libro alle scuole

da La Tecnica della Scuola

Sono circa 3 milioni i ragazzi e bambini coinvolti nella nuova edizione di #ioleggoperché, l’iniziativa nazionale per la creazione e il potenziamento delle biblioteche scolastiche, organizzata e promossa dall’Associazione Italiana Editori (AIE) in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), con l’Associazione Librai Italiani (ALI) e il Sindacato Librai e Cartolibrai (SIL), l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), il Centro per il Libro e la Lettura, Confindustria – Gruppo Tecnico Cultura e Sviluppo, con il supporto di SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori.

Il progetto vanta anche il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero per i Beni e per le Attività culturali e per il Turismo (MIBACT) e, per la prima volta, della Banca d’Italia.

Una edizione che si annuncia già da record, superando ogni precedente, in attesa della fase culmineche coinvolgerà dal 19 al 27 ottobre tutti gli italiani: sono infatti ben 15.253 le scuole di tutti gli ordini e gradi che partecipano al progetto, pari a circa 140.000 classi in tutta Italia (tra infanzia, primarie, primo e secondo grado) e quasi 3milioni di bambini e ragazzi.

Record anche la partecipazione delle librerie: nei 2392 punti vendita aderenti, gli italiani potranno recarsi dal 19 al 27 ottobre per donare un libro alla scuola con cui in precedenza la libreria si è gemellata, dando così un personale contributo concreto.

Al termine della campagna, il testimone passerà agli editori (in allegato la scheda) aderenti all’iniziativa, che contribuiranno destinando alle biblioteche scolastiche un monte libri pari alla donazione dei cittadini calcolata su base nazionale (fino a un massimo di 100.000 volumi).

Ad annunciare l’imminente campagna di donazioni, oggi nell’Auditorium della Scuola primaria Tito Speri di Milano, sono stati autori come Paola Calvetti, Chiara Francini, Alessia Gazzola e Andrea Vitali, che hanno dialogato con i bambini intorno al grande tema dei libri che non dovrebbero mai mancare in una biblioteca scolastica (in allegato le classifiche, per ordine scolastico, derivanti dalle risposte di 1451 scuole italiane, aderenti all’edizione 2018 di #ioleggoperché). Insieme a loro anche quest’anno Rudy Zerbi e Luciana Littizzetto, che hanno confermano la convinta adesione al progetto in veste di Ambassador.

“I numeri sono veramente straordinari – ha sottolineato il presidente di AIE, Ricardo Franco Levi – ed evidenziano una volta in più il bisogno a cui il progetto vuole rispondere. Colpisce che su 15.000 scuole aderenti, ben 5.000 siano dell’infanzia e 6.000 della primaria: possiamo veramente, tutti insieme, lavorare per far crescere nuovi lettori, come è nelle intenzioni del progetto. Un segnale chiaro che stiamo seminando bene e nel posto giusto”.

“Grazie per il vostro contributo a questa iniziativa che ogni anno mette in contatto cittadini, librerie e scuole, per arricchire le biblioteche negli Istituti, ricordando che non c’è cultura, non c’è crescita, non c’è libertà senza libri – ha dichiarato il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti (il messaggio integrale è in allegato) -. Un’iniziativa che (…) dimostra quanto funzioni la sinergia tra istituzioni, enti privati e cittadini per diffondere cultura. (…). La biblioteca scolastica non è un magazzino di testi polverosi, ma è uno spazio vivo che raccoglie stimoli, conoscenze, strumenti per imparare, capire, pensare. E proprio perché è uno spazio vivo, la biblioteca può e deve uscire dal confine della scuola e diventare un punto di riferimento per i ragazzi nei tanti luoghi di incontro fuori dalla scuola. Ho un sogno: dove c’è un ragazzo ci deve essere un libro. Rivolgo un ringraziamento agli editori, che a questo progetto credono con generosità, contribuendo a regalare libri alle scuole. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca anche come istituzione c’è, collabora a questa iniziativa”.

UN PROGETTO SOCIALE

#ioleggoperché diventa quest’anno campagna di comunicazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Informazione ed Editoria: “#ioleggoperché interpreta in modo esemplare lo spirito del sostegno alla promozione della lettura – ha sottolineato il Sottosegretario di stato Andrea Martella (il messaggio integrale è in allegato) -. Si tratta infatti di un’iniziativa solidale, collettiva, diffusa sul territorio nazionale. Un’iniziativa che – in perfetta attuazione del principio costituzionale della sussidiarietà orizzontale – vede il settore privato cooperare con il pubblico e con i cittadini per stimolare la domanda di lettura e per arricchire ed aggiornare le biblioteche scolastiche. Un’iniziativa particolarmente stimolante perché fondata sull’idea di circolarità e vitalità: i libri sono preziosi quando sono letti”.

Straordinaria sarà quindi la campagna di comunicazione che vedrà, per la prima volta, anche il passaggio televisivo degli spot del progetto sulle reti Rai come campagna istituzionale e sulle reti Mediaset (con il sostegno di Mediafriends Onlus), Sky e La7 come campagna sociale.

#IOLEGGOPERCHÉ ENTRA IN UNA SERIE TV

#ioleggoperché per la prima volta entra in un prodotto televisivo di lunga serialità. Durante la dieci giorni delle donazioni, “Un posto al sole”, la storica serie televisiva in onda su Rai 3 – prodotta da Rai Fiction e ambientata a Napoli – mostrerà le locandine di #ioleggoperché in una scena a Caffè Vulcano (episodio del 23 ottobre), e diventerà scena di dialogo alla Terrazza tra i protagonisti della serie il 21 ottobre. “Un risultato per noi importantissimo – ha proseguito Levi –. Finalmente si porta il libro fuori dal circuito stretto delle trasmissioni ad hoc, per aprirlo all’intrattenimento e alla tv destinata al largo pubblico. Ci auguriamo che questo esempio sia seguito da tutti gli altri”.

UNA FESTA PER TUTTI, ANCHE SUI CAMPI DI CALCIO

La festa coinvolge ancora una volta anche i campi di calcio: Lega Serie A e Lega Btornano infatti a sostenere la nuova edizione della mobilitazione nazionale AIE, coinvolgendo i calciatori come testimonial e portando in campo gli striscioni e i libri. Appuntamento quindi con tutte le partite della Serie A TIM del 19, 20 e 21 ottobre, in concomitanza con l’avvio della campagna donazioni, e con tutte le società del campionato Serie BKT.

La festa proseguirà anche oltre il periodo delle donazioni. Si conferma infatti anche quest’anno la partnership con Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole, in programma dall’11 al 16 novembre.

I NUMERI

Nel dettaglio di questa edizione record, delle 15.253 scuole iscritte, ben 5.384 sono scuole dell’infanzia6.040 sono scuole primarie2.751 sono scuole secondarie di primo grado1.066 scuole secondarie di secondo grado.

La suddivisione territoriale evidenzia come il 44,5% delle scuole iscritte sia nell’Italia del Nord, il 21,2% nel Centro e il restante 34,3% nel Sud e nelle isole, confermando anche quest’anno una distribuzione abbastanza omogenea tra regioni.

Tra le regioni che spiccano per partecipazione, oltre alla Lombardia con quasi 2.231 scuole coinvolte, ci sono: Emilia-Romagna con 1399 scuole, Sicilia con 1328 scuole, Lazio con 1314 scuole, Campania con 1290 scuole, Veneto con 1239 scuole, Piemonte con 1191 scuole e Puglia con 1155 scuole.

Gli istituti partecipanti hanno attivato 28.123 gemellaggi con le librerie e sulla piattaforma con line www.ioleggoperche.it possono già indicare alle librerie i titoli desiderati per indirizzare in modo mirato le donazioni.

Le librerie aderenti, tra indipendenti e di catena, hanno raggiunto quota 2400 (2392 per la precisione) e nella nove-giorni di campagna saranno le co-protagoniste dell’iniziativa al servizio delle migliaia di studenti, famiglie, insegnanti mobilitati. Al fianco dei librai ci saranno, come consuetudine, i quasi 1.000 Messaggeri volontari che si sono gemellati con le librerie dei rispettivi territori: un numero che può ancora salire, dato che si possono iscrivere fino al 14 ottobre.

Per agevolare il lavoro dei librai nel conteggiare e registrare i libri donati, è stata predisposta un’APP dedicata, scaricabile sia per sistemi iOS che Android.

IL CONTEST

Per premiare alcune tra le tante iniziative delle scuole che verranno realizzate nelle librerie nei giorni di campagna, torna inoltre il contest #ioleggoperché a cui hanno aderito centinaia di scuole in tutta Italia con la collaborazione delle librerie gemellate: la sfida è quella di organizzare insieme, durante i nove giorni di campagna – dal 19 al 27 ottobre – un evento o un’attività in libreria per promuovere #ioleggoperché 2019 e incentivare così le donazioni. In tutta la Penisola si svolgeranno così letture ad alta voce, incontri con l’autore, flash mob letterari, lezioni, gare di abilità, spettacoli, installazioni in vetrina: un vero e proprio evento diffuso nazionale.

Le 10 scuole che avranno organizzato le attività più creative, originali ed efficaci, saranno premiate, con il supporto di SIAE, con altrettanti buoni del valore di 1.500 euro per l’acquisto di libri in libreria.

Ispettori scolastici, concorso in arrivo. Le ultime novità

da La Tecnica della Scuola

Via libera da parte del Consiglio dei Ministri al decreto scuola, cioè il provvedimento contenente norme di “straordinaria necessità e urgenza in materia di reclutamento del personale scolastico e degli enti di ricerca e di abilitazione dei docenti”.

In arrivo anche l’assunzione di nuovi dirigenti tecnici nel ruolo di ispettori scolastici, il concorso si svolgerà per titoli ed esami.

Chi potrà partecipare e con quali titoli

L’accesso al concorso dovrebbe essere riservato, oltre che ai dirigenti scolastici, anche a maestri della scuola dell’infanzia e primaria; docenti della secondaria, rettori dei convitti nazionali, oltre che dirigenti dei conservatori di musica e delle accademie di belle arti.

Oltre al ruolo professionale, con una anzianità complessiva di effettivo servizio di ruolo di un numero di anni considerevole., li interessati al concorso dovranno essere in possesso necessariamente del diploma di laurea.

I compiti del dirigente tecnico

Ricordiamo che l’ispettore scolastico – parte integrante del Sistema Nazionale di Valutazione – svolge la funzione ispettiva all’interno degli istituti scolastici, per esaminare e migliorare l’attività realizzata, anche in linea con le indicazioni dell’Unione Europea.

Tra i compiti dell’ispettore tecnico – definiti dalla Direttiva del 2 Luglio 2002 – vi sono anche le verifiche e le ispezioni svolte su specifiche situazioni disposte dal ministro dell’Istruzione e dagli uffici dell’amministrazione scolastica centrale.