Istruzione tecnica economica: per i giovani è un ponte verso il futuro

da Il Sole 24 Ore

di Flavia De Vincenzi*

Una sfida sicuramente: in Italia si respira ancora profondamente l’aria che respirava Giovanni Gentile quando fece la sua riforma della scuola che vedeva nel liceo classico l’unica palestra formativa dell’elite culturale, dirigenziale, amministrativa della Nazione. Dal 1923 al 2019 si sono susseguite tante riforme della scuola, è cambiata completamente la società italiana, è cambiato il mondo, ma non è affatto cambiata l’idea che il liceo sia l’unico luogo dove si coltiva la cultura con la C maiuscola e dove si forgiano, con l’aiuto dei classici, i nuovi pilastri della società di domani.

In un tempo storico dominato dalla velocità del progresso, dinamicità dei saperi ed evoluzione del mondo del lavoro, impensabili fino a una cinquantina di anni fa, la Cultura economica, la Cultura tecnica, la Cultura informatica e digitale fanno muovere il mondo e richiedono sempre nuove energie creative e competenze hard e soft in grado di evolversi rapidamente.

Negli ultimi anni, però, gli studenti provenienti dalla scuola media hanno spesso sottovalutato il valore della formazione tecnica, in particolare di quella ad indirizzo economico. Statistiche alla mano ci dicono che un Istituto Tecnico Economico- Amministrazione, Finanza e Marketing ( ex “Istituto Tecnico Commerciale”) può aprire molte più strade di altre scuole superiori. Il nostro paese è pieno di piccole e medie imprese sempre alla ricerca di figure professionali specializzate, e in alcune zone la domanda di lavoro per queste figure è veramente molto alta.

Sono proprio gli Istituti tecnici Economici ad offrire la possibilità di coniugare una buona cultura umanistica e scientifica di base con una cultura tecnica moderna e dinamica, capace di rispondere alle sfide che la società propone, sia attraverso l’immissione in un mondo del lavoro, che ha sempre più bisogno di tecnici ben formati ed abituati a ragionare con un pensiero divergente, sia attraverso la prosecuzione di studi universitari o di alta formazione tecnica.

In particolare il diplomato in “Amministrazione, Finanza e Marketing” ha competenze generali nel campo dei macrofenomeni economici nazionali ed internazionali, della normativa civilistica e fiscale, dei sistemi e processi aziendali (organizzazione, pianificazione, programmazione, amministrazione, finanza e controllo), degli strumenti di marketing, dei prodotti assicurativo-finanziari e dell’economia sociale. E a seconda delle articolazioni, seguite dallo studente nel triennio, integra le competenze dell’ambito professionale specifico con quelle linguistiche e informatiche per operare sia nel sistema informativo dell’azienda che in quello della pubblica amministrazione e delle relazioni internazionali.

Restituire fiducia, credibilità e valenza culturale all’istruzione tecnica significherebbe smuovere positivamente un tessuto sociale ed economico stagnante, costruire opportunità di lavoro e di sviluppo, dinamicizzare il pensiero, favorire e sviluppare competenze che sono alla base della società attuale e di quella futura. Sapere, saper fare, saper condividere e saper cooperare, saper affrontare i cambiamenti, essere creativi, agire in modo proattivo per la soluzione dei problemi: questo è chiesto alle future generazioni e su questo l’istruzione tecnica è chiamata a dimostrare la sua efficacia, la sua modernità, la sua validità.
Dirigente scolastico

  • Flavia De Vincenzi è dirigente scolastico all’IIS Leopoldo Pirelli di Roma, e presidente nazionale rete Itefm (rete Istituti tecnici economici di formazione manageriale)

Lorenzo Fioramonti “Non si può diventare prof solo con la laurea”

da la Repubblica

Corrado Zunino

ROMA — Ministro Fioramonti, lei è diventato il bersaglio di attacchi per il suo linguaggio radicale e le promesse nette. Partiamo da queste: avrà i tre miliardi di euro per la scuola e l’università che chiede da un’ora dopo il suo insediamento?

«Li avrò».

Come? Le sue proposte di tassazione delle bibite gassate sono state smontate dalla stessa maggioranza.

«Alla fine ci arriveremo. La novità è l’ottimo rapporto che ho instaurato con il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. La penso come lui sulla possibilità di restituire risorse al Paese attraverso la rimodulazione dell’Iva. Le faccio un esempio».

Dica.

«Perché la Coca Cola venduta nei distributori automatici deve avere un’Iva agevolata al 10 per cento? È una bevanda non certo salutare né di prima necessità. Ecco, rimodulando l’imposta sulle bibite che si vendono nelle macchinette, sul cosiddetto junk food e sul cibo di lusso si fa un’operazione di salute, si trovano risorse interessanti per l’istruzione, si possono detassare altri beni necessari e sani».

La “tassa sul caviale”, sarà un nuovo tormentone. Lei, tra l’altro, è più vicino alle posizioni del Pd che dei Cinque Stelle.

«A Napoli, ieri, anche Di Maio ha aperto sulle imposte green. Sui temi della salute pubblica in Italia siamo in ritardo di trent’anni e quello che altrove si è già affrontato da noi diventa un dibattito sbeffeggiante.

Nelle macchinette presenti nelle scuole troviamo bevande gassate, non kiwi o lattuga, merendine ipercaloriche invece di panini con la mortadella. È un dovere intervenire».

Dice cose di sinistra: è un uomo di sinistra?

«Sono un progressista, ma non vedo perché un ministro che limita l’azione delle multinazionali e promuove i prodotti a chilometro zero non dovrebbe piacere alla destra sovranista».

Lorenzo Fioramonti, 42 anni, già attivista dell’Italia dei Valori entrato in tempi recenti nel Movimento 5 Stelle, ex professore ordinario di Economia politica a Pretoria, martedì 3 ottobre ha trascorso la giornata più pesante da quando è uomo pubblico. Gli attacchi per gli insulti giovanili a Daniela Santanchè e il caso del figlio che non aveva affrontato l’esame di Italiano in una scuola privata di Roma lo avevano provato. Dopo dieci giorni è tornato a parlare. «Per gli insulti ho chiesto scusa, non ne vado fiero», dice. «La storia di mio figlio, invece, è una non notizia. Ha otto anni, ha vissuto quasi sempre all’estero, parla quattro lingue, ma non è ancora pronto in Italiano. Il test era facoltativo: gli hanno suggerito di non farlo. A me questa storia è sembrata una violazione della privacy e l’ho denunciato al Garante. Su un piano generale, non credo di aver fatto errori, continuerò a parlare come sono abituato a fare».

Il primo mese del suo mandato da ministro si è chiuso con il Decreto salvaprecari: avete ripulito il testo dell’ex ministro Bussetti dai suoi aspetti di sanatoria e immesso tra 50 e 60 mila nuove cattedre.

«Abbiamo fatto di più: il Salvaprecari è stato trasformato in un Salvascuola. Abbiamo avviato un concorso ordinario e uno straordinario per i docenti, semplificato le assunzioni dei dirigenti scolastici, regolarizzato il percorso di un esercito di amministrativi. Sul sostegno abbiamo trovato cinque milioni. Da settembre 2020 avremo una scuola meno precaria e in tempi brevi ridurremo i supplenti da 170 mila a 100 mila».

Con la Legge di stabilità tirerete dentro altri precari?

«La Legge di stabilità servirà, innanzitutto, per rinnovare il contratto degli insegnanti e aumentare i loro stipendi, i più bassi d’Europa, di almeno 100 euro lordi».

Il precedente governo ha concesso ai neolaureati di partecipare ai concorsi per diventare maestri e professori senza alcuna formazione.

«A marzo metteremo mano a tutta la questione abilitazione. Di certo non può bastare una laurea per diventare insegnanti: serve essere formati. Ma senza creare inutili complicazioni: non deve essere un percorso a ostacoli più complesso di quello universitario».

È reduce da Didacta, la Fiera italiana dell’innovazione scolastica.

La scuola italiana ha necessità di superare una didattica così statica?

«Sì. Faremo sperimentazioni oculate, daremo la possibilità ad alcuni istituti di innovare e di sbagliare.

Questa spinta in avanti, però, sarà possibile solo quando la scuola italiana troverà una sua normalità.

Se sperimenti in un mondo che non ha carta igienica per i bagni e lavagne multimediali in classe non fai che aumentare le disuguaglianze».

L’ambiente resta al centro del messaggio del suo ministero.

«Entro il 2020 trasformeremo l’Educazione civica in Educazione ambientale. E pianteremo due alberi in ogni scuola d’Italia».

Quando affronterà le due questioni che conosce direttamente: ricerca e università?

«L’Agenzia nazionale per la ricerca deve nascere e avere la capacità di coordinare i finanziamenti.

L’Università italiana, che è tra le più innovative ed eccellenti nel mondo, è sottofinanziata e sfinita dalla burocrazia. Dall’altra parte, dobbiamo chiedere al mondo accademico più trasparenza. Per l’arruolamento di ricercatori e docenti vorrei introdurre un sistema doppio: metà dei posti riservati a concorsi nazionali pubblici credibili e l’altra metà per chiamate dirette di cui gli atenei si assumeranno tutte le responsabilità per i successi o i fallimenti dei prescelti».

«Sulla scuola non ci saranno tagli Sono fiducioso, cambieremo passo»

da Corriere della sera

Claudia Voltattorni

ROMA Dalla tassa sulle merendine a quella, proposta dal collega Luigi Di Maio, sulle bottiglie di plastica. Migliorare consumi e stili di vita e allo stesso tempo riuscire a trovare risorse per scuola, università e ricerca, promesse prima di ogni manovra economica e poi ridotte quando si arriva al dunque. Fin dall’inizio del suo incarico il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti (Movimento 5 Stelle) non ha voluto sentire parlare di tagli, tanto da aver minacciato le dimissioni in caso contrario. E le sue idee per portare più soldi alla scuola hanno fatto molto discutere. Lui però ne è convinto e stavolta si dice fiducioso sia quella buona per il mondo dell’istruzione italiana.

Ministro, facciamo un punto sui fondi che arriveranno all’istruzione e alla ricerca dalla prossima manovra economica? Alcuni mesi fa si è parlato di un taglio progressivo di 4 miliardi delle risorse alla scuola in tre anni. È vero?

«Non ci saranno tagli, anzi. Sto lavorando da tempo, già da quando ero sottosegretario, per reperire nuove risorse per la scuola, l’università e la ricerca».

Come pensa di reperire le risorse che chiede per il suo ministero?

«Le mie proposte sono conosciute: fisco intelligente attraverso una rimodulazione dell’Iva su consumi dannosi alla salute e all’ambiente, in particolare una sugar tax ed una tassa di scopo sui voli aerei. Proposte che sono state non solo criticate, ma anche messe in ridicolo dall’opposizione, nonostante leggi del genere ci siano nei Paesi più avanzati».

E ora che siete alle battute finali della manovra, le sue proposte vengono considerate?

«Alla fine mi sembra che il buon senso stia prevalendo, superando quello che sembrava un tabù».

Lei all’inizio del suo mandato ha chiesto 3 miliardi di euro: due per la scuola, uno per l’università, altrimenti si sarebbe dimesso. Da dove arriveranno questi fondi? Arriveranno?

«La sugar tax e la tassa di scopo sui voli aerei sono due proposte, ma si sta ragionando anche su altre tasse che possiamo definire virtuose perché indirizzano verso comportamenti ecologici e sostenibili. Sono felice per esempio che oggi (ieri, ndr) a Napoli alla festa per i dieci anni del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio parlando di come sostenere un’economia più verde abbia proposto tasse differenziate alle aziende: se si imbottiglia una bibita nella plastica si paga di più, con il vetro si paga di meno. È un ragionamento che è cominciato».

È fiducioso quindi che i fondi si troveranno?

«Sono convinto che ci sia la buona volontà per trovare quelle risorse — tre miliardi, appunto — che sono necessarie per far ripartire il mondo della scuola, dell’università e della ricerca».

Basteranno tre miliardi al mondo dell’istruzione e della ricerca italiana?

«Non è una richiesta fuori misura, anche così resteremmo sotto ai livelli di spesa di dieci anni fa».

Ma se il governo non riuscisse ad accontentarla, cosa farebbe lei, si dimetterebbe come annunciato più volte?

«Ho messo in gioco il mio mandato perché sia chiara la necessità di invertire la tendenza. Gli altri grandi Paesi europei puntano sull’istruzione per rilanciare l’economia mentre noi, tagliando di anno in anno gli stanziamenti per la scuola, abbiamo frenato la crescita».

Come userebbe quei tre miliardi?

«Per rinnovare il contratto dei docenti, sostenere i servizi nelle scuole, intervenire in modo massiccio sul sostegno, perché continuiamo ad avere troppe cattedre scoperte e un danno enorme a migliaia di giovani con disabilità e alle loro famiglie».

E per l’università?

«Bisogna rilanciare la ricerca di base, aumentare i concorsi per i ricercatori, sostenere le accademie e i conservatori e investire in innovazione, senza la quale non ci sarà alcuno sviluppo. I fondi si stanno trovando, ho fiducia che finalmente cambieremo passo».

120 docenti esperti in digitale esonerati dal servizio incontrano Fioramonti: cosa faranno nelle scuole

da Orizzontescuola

di redazione

Il ministro Lorenzo Fioramonti ha incontrato oggi al Miur i 120 docenti provenienti da tutta Italia esperti in digitale. Su Facebook un lungo post sull’esito dell’incontro.

Le nostre scuole possono essere un laboratorio di idee e buone pratiche, dove la tecnologia può diventare un elemento di vero progresso. Per questo motivo oggi al MIUR ho incontrato i 120 docenti da tutta Italia che costituiscono le équipe territoriali, un vero e proprio riferimento per le scuole in materia di innovazione.

Questi insegnanti, pionieri di una digitalizzazione utile e consapevole, promuoveranno la diffusione di nuove metodologie didattiche, la creazione di ambienti di apprendimento innovativi nelle scuole, la formazione degli insegnanti e la rilevazione delle migliori pratiche già presenti nel Paese.

La scuola del futuro è una scuola aperta e partecipata, dove le aule sono capovolte rispetto a quelle a cui siamo abituati. Dove le tecnologie diventano uno strumento di ricerca e di accesso alla conoscenza, uno strumento attivo e non uno strumento passivo.

Sono molto favorevole all’idea di scuole che sperimentino, sapendo che quando si sbaglia si impara. Deve essere sempre concesso alla sperimentazione di tenere in conto il fallimento. Il fallimento è sempre stato un elemento fondamentale nell’evoluzione scientifica e tecnologica nelle nostre società.

Una scuola che osa e al tempo stesso una scuola sicura, in strutture dignitose e accoglienti. Non possiamo osare senza sicurezza, non possiamo sognare senza concretezza” ha affermato Fioramonti.

Docenti esperti in digitale

Il Miur ha pubblicato a luglio il bando per la selezione dei 120 docenti esperti in digitale, le cui domande andavano presentate entro il 31 luglio scorso, mentre il 20 settembre sono state rese note le graduatorie regionali di merito. I docenti individuati quali componenti delle équipe formative territoriali sono esonerati dalle attività didattiche per un biennio.

Ricordiamo i compiti dei docenti esperti in digitale: garantire la diffusione di azioni legate al Piano nazionale per la scuola digitale, promuovere azioni di formazione del personale docente e di potenziamento delle competenze degli studenti sulle metodologie didattiche innovative.

Nuove abilitazioni docenti, sindacati convocati al Miur il 22 ottobre. Tutte le altre date

da Orizzontescuola

di redazione

Precariato e problematiche dei docenti e ATA: i sindacati hanno ricevuto la convocazione per i tavoli tematici, che avranno inizio la prossima settimana.

variLe date sono

  • 22 ottobre 2019 su disegno di legge per le abilitazioni, ordinarie e straordinarie
  • 24 ottobre 2019 personale Ata
  • 25 ottobre 2019  personale docente.

Notiamo che non c’è un tavolo specifico per i diplomati magistrale, che in questi giorni ricevono le notifiche di depennamento da GaE e prima fascia di istituto. Probabilmente la situazione verrà trattata il 25 ottobre, nel tavolo generale sui docenti.

Sulla tematica “nuove abilitazioni” il Ministro Fioramonti ha già anticipato in una intervista la sua idea. Per diventare insegnanti non basterà la sola laurea, torneranno i percorsi abilitanti

Ricordiamo che l’intesa sottoscritta il 1° ottobre prevede un cronoprogramma serrato, anche in vista del rinnovo contrattuale.

Posti di sostegno in deroga anche nell’a.s. 2019/20 sono più di 50.000, tutti a supplenza fino al 30 giugno

da Orizzontescuola

di redazione

Anche per l’a.s. 2019/20 i posti di sostegno in deroga non sono entrati a far parte dell’organico di diritto, e vengono assegnati come supplenze al 30 giugno.

Su 150mila insegnanti di sostegno, un terzo sono decisi ad anno scolastico iniziato da sentenze dei tribunali ai quali si rivolgono le famiglie degli alunni con disabilità o da decisioni dell’Ufficio Scolastico.

In questo modo il fabbisogno stimato con l’organico di diritto regione per regione non corrisponde alle esigenze reali e ad essere penalizzati sono non soltanto gli alunni, ma anche gli insegnanti, che non possono usufruire di quelle cattedre per i trasferimenti e le assunzioni.

Tutto ciò nonostante  una recente sentenza del Tribunale amministrativo regionale abbia imposto al Ministero dell’Istruzione di rivedere la consistenza dell’organico di sostegno in Sicilia e di conseguenza un’assunzione di responsabilità e una revisione degli organici tale da garantire effettivamente la copertura del reale fabbisogno di docenti specializzati sul sostegno in tutto il territorio nazionale trasformando, finalmente, i posti attivati “in deroga” in posti in organico di diritto.

Supplenze al 30 giugno

Le supplenze su posti di sostegno in deroga sfiorano ogni anno i 50.000 contratti, con inevitabili conseguenze.

Una di queste è che a fronte di un numero più basso di docenti in possesso della specializzazione per l’insegnamento a questi alunni, la supplenza può essere conferita anche ai docenti senza titolo.

I corsi di specializzazione a.a. 2018/19 sono ancora in svolgimento, per cui a settembre 2019 la situazione è rimasta quasi invariata.

E’ quanto emerge dal Focus sull’avvio dell’anno scolastico 2019/20 pubblicato qualche giorno fa dal Miur.

Insegnanti italiani: nell’a.s. 2019/20 sono 835mila, di cui 150mila per il sostegno

Posti sostegno in deroga

Gli Uffici Scolastici cominciano a pubblicare i posti già assegnati in deroga

ABRUZZO

Chieti – Pescara

BASILICATA

Matera 

Potenza

CAMPANIA

Napoli

Emilia Romagna

LAZIO

Viterbo II grado

Viterbo IC

LIGURIA

ImperiaLa SpeziaSavona

LOMBARDIA

Bergamo BresciaMantovaMilanoLeccoLodiMonza  Mantova 

Milano 26 settembre – Bergamo 1 ottobreVarese – Brescia 8 ottobre

MARCHE

Marche – Marche 23 luglio  –

PIEMONTE

Asti 10 ottobre

Torino – Torino 1° ottobre 

Vercelli 

PUGLIA

Bari

Brindisi – Brindisi 14 ottobre

Lecce– Lecce  18 settembre

Taranto

SARDEGNA

Sassari

SICILIA

Agrigento

CaltanissettaCaltanissetta

Trapani

Messina

TOSCANA

Toscana

rettifica Toscana 

PisaPisa 9 ottobre

Prato

VENETO

usrveneto

Rovigo

Treviso

Verona 29 agosto

Per diventare insegnanti non basterà la sola laurea, torneranno i percorsi abilitanti

da Orizzontescuola

di redazione

Trasformati dal PD, aboliti dal precedente Governo, in via di definizione un disegno di legge che istituirà nuovamente i percorsi universitari per l’abilitazione all’insegnamento nelle secondarie, dopo aver conseguito la laurea

Nuovo Governo nuovo sistema di reclutamento

Dopo l’abolizione del percorso per accedere all’insegnamento elaborato dal Partito Democratico ad opera del governo Lega-M5S, arriverà a breve una novità sul reclutamento dei docenti. La notizia era già stata anticipata dalle componenti politiche ministeriali durante la contrattazione per il decreto salva-scuola contenente misure per il precariato.

Attualmente, per diventare docenti, dopo le ultime modifiche presenti nella legge finanziaria 2019, basta una laurea e la partecipazione ad un concorso a cattedra, quindi un anno di prova (più formale che sostanziale) per la conferma al ruolo.

Sembrano, quindi, un ricordo lontano i percorsi abilitanti come il TFA (abolito dal PD), o i tre anni di formazione previsti dal PD dopo il concorso a cattedra (aboliti dalla Lega e dal M5S).

Il ritorno dei percorsi abilitanti

Per l’attuale Ministro, secondo quanto riporta il quotidiano “La Repubblica“, il sistema ha necessità di una ulteriore riforma”, perché, dice Fioramonti “Di certo non può bastare una laurea per diventare insegnanti: serve essere formati”.

Pare, quindi, che i percorsi abilitanti potranno essere nuovamente istituiti con regolarità, dopo il tentativo dei Bussetti di avviare dei percorsi PAS per quanti con esperienza non avevano ancora l’abilitazione.

Non saranno, però, assicura Fioramonti, dei percorsi ad ostacoli, riferendosi probabilmente al tortuoso percorso elaborato dal PD. Di certo è che la materia sarà ripresa a marzo, probabilmente con il lancio di un disegno di legge.

Nuovi concorsi

Nel frattempo, i docenti non abilitati potranno partecipare a due concorsi, uno ordinario e uno straordinario (per quanto hanno esperienza ma non abilitazione). Una operazione da 70mila assunzioni (compreso il concorso per Infanzia e Primaria che porterà le supplenze da 170mila a 100 mila.

Sostituzione DSGA: come individuare il supplente fra più aspiranti Assistenti Amministrativi. La retribuzione

da Orizzontescuola

di redazione

Assistenti amministrativi con prima o seconda posizione economica. A chi spetta sostituire il DSGA. Come si calcola la retribuzione.

Un nostro lettore chiede

Vorrei sapere a chi spetta sostituire il dsga tra prima e seconda posizione. E se chi ha la prima e la seconda posizione può essere inserito tra gli incarichi specifici o avere funzioni aggiuntive. Grazie Antonio Oliva

di Giovanni Calandrino – In caso di assenza del DSGA, il sostituto è l’assistente amministrativo titolare della II posizione economica, in quanto risorsa interna tenuta alla supplenza del DSGA (art. 2 sequenza contrattuale 25.7.2008).

Nel caso di assenza anche di quest’ultimo o di mancanza di titolari di II posizione, il Dirigente Scolastico verifica la disponibilità ad assumere le funzioni di DSGA nei confronti degli assistenti amministrativi titolari della I posizione economica.

Fatta questa doverosa premessa sottolineo che, in caso di più assistenti amministrativi titolari di II posizione economica disponibili alla sostituzione del DSGA assente, i criteri e le modalità di attribuzione dell’incarico sono comunque disciplinate dalla contrattazione di istituto, genericamente l’incarico va attribuito al dipendente che è in possesso di:

  1. formazione specifica;
  2. competenze certificate in relazione ai compiti;
  3. possesso di esperienze documentabili nei medesimi compiti;
  4. titoli culturali.

Retribuzione per sostituzione DSGA per l’intero anno scolastico:

Sempre più spesso l’Assistente Amministrativo è chiamato a sostituire il Direttore SGA per l’intero anno scolastico, i compensi per gli assistenti amministrativi che ricoprono questo incarico sono:

  1. indennità di funzioni superiori in misura pari alla differenza tra il trattamento previsto per il Direttore dei servizi generali e amministrativi a livello iniziale della posizione economica e quello complessivamente in godimento dall’Assistente Amministrativo incaricato (art. 1 commi 44 e 45 L. 228/2012, legge di stabilità 2013 che richiama l’art. 52 c. 4 del D. Lgs. 165/2001).

Il vigente trattamento economico iniziale del DSGA in vigore dal 1° aprile 2018 (CCNL 19/4/2018) è pari ad una retribuzione tabellare annua di € 22.994,65, cui aggiungere la 13ma mensilità (Tab. C1– scuola allegata al citato CCNL).

Dall’importo sopra citato va detratto il trattamento economico complessivamente in godimento dall’Assistente Amministrativo per il quale, quindi, si considera la posizione stipendiale maturata (anzianità di servizio) alla quale eventualmente aggiungere il corrispettivo della prima o seconda posizione economica (rispettivamente € 1.200,00 o € 1.800,00 annui). La posizione stipendiale maturata è quella risultante dalle Tabelle allegate al CCNL del 19/4/2018.

L’indennità di funzioni superiori viene corrisposta dal MEF su partita di spesa fissa nei casi in cui ricorre la condizione di erogazione. Pertanto, il decreto di utilizzazione in funzioni superiori va inviato al MEF.

  1. indennità di direzione che viene corrisposta in base al combinato disposto degli artt. 56 comma 1, 88 comma 2 lett. i) del CCNL 29/11/2007 e dell’art. 3 comma 2 della sequenza contrattuale del 25/7/2008. All’indennità di direzione determinata con la nuova Tabella di cui al citato art. 3 comma 2 della sequenza contrattuale 25/7/2008 deve essere detratto il compenso individuale accessorio (CIA) in godimento dell’Assistente Amministrativo (art. 88 comma 2 lett. i) del CCNL 29/11/2007).

Si fa presente che la quota base dell’indennità di direzione in parola, così come il compenso individuale accessorio (CIA), sono stati incrementati dall’art. 38 del CCNL 19/4/2018, con decorrenza dal 1° marzo 2018. Per i Direttori SGA l’incremento è pari ad € 78,00 annui (Tab. E1.2 del citato CCNL), mentre il compenso individuale accessorio per gli Assistenti Amministrativi è stato incrementato di € 9,20 mensili (Tab. E1.3 del citato CCNL).

In sintesi la quota annua base dell’indennità di direzione è ora pari ad € 1.828,00 (€ 1.750,00 + € 78,00), mentre il compenso individuale accessorio è ora pari ad € 73,70 mensili (€ 64,50 + € 9,20) che calcolato su base annua corrisponde ad € 884,40. Pertanto, la differenza tra € 1.828,00 meno € 884,40 dà un risultato su base annua di € 943,60 (quota base annua da corrispondere all’Assistente Amministrativo). A questa quota vanno aggiunti gli elementi di complessità riportati nella Tabella di calcolo della quota variabile (art. 3 comma 2 sequenza contrattuale del 25/7/2008). In tutti i casi si considera l’importo di € 30,00 per ogni dipendente in organico di diritto per il personale ATA e in organico dell’autonomia per il personale docente.

L’indennità di direzione spetta, con le stesse modalità di calcolo sopra evidenziate, anche all’Assistente Amministrativo che sostituisce temporaneamente il Direttore SGA. L’indennità di direzione viene corrisposta agli aventi titolo a carico del fondo dell’istituzione scolastica.

DSGA, chi è obbligato a sostituirlo in caso di assenza. Tutte le info

Concorso straordinario secondaria, docenti ITP partecipano con diploma e tre anni di servizio

da Orizzontescuola

di redazione

Il concorso straordinario per la scuola secondaria è previsto dal Decreto legge approvato il 10 ottobre 2019 dal Consiglio dei Ministri e che entro 60 giorni dovrà essere trasformato in Legge, previe eventuali modifiche.

I requisiti di accesso

  • titolo di studio valido per l’accesso all’insegnamento
  • tre anni di servizio svolti tra l’a.s 2011/12 e l’a.s. 2018/19 nelle scuole statali secondarie su posto comune o di sostegno, di cui uno specifico per la classe di concorso richiesta.

Il servizio è considerato valido se prestato come insegnante di sostegno oppure in una classe di concorso.

Ciascun docente può partecipare in una sola regione e per una sola procedura (sostegno o posto comune).

Gli ITP partecipano con diploma più tre anni di servizio

Per i docenti ITP (Insegnanti tecnico pratici) il requisito di accesso  è diploma di scuola secondaria più i tre anni di servizio.

Il testo del decreto afferma infatti “fermo restando quanto previsto dall’art. 22 comma 2 del decreto legislativo n. 59/2017”, ossia il diploma per gli ITP rimane titolo di accesso ai concorsi fino al’a.s.  2024/25.

Il diploma deve essere conforme alla tabella B del DPR 19/2016 come modificato dal dm n. 259/2017.

Servizio su sostegno o classe di concorso

Come per gli altri docenti, il servizio nei tre anni di riferimento  – dal 2011/12 al 2018/19 – può essere stato prestato su sostegno o posto comune.

Naturalmente i docenti ITP possono partecipare solo per classi di concorso della scuola secondaria o posti di sostegno, se in possesso della relativa specializzazione (o in procinto di acquisirla con TFA sostegno IV ciclo).

Classi di concorso ad esaurimento

Si potrà partecipare per classi di concorso ad esaurimento?

Su questo il decreto non dice nulla, né nulla emerge dalla relazione illustrativa. Bisognerà attendere il bando.

Posti a disposizione

Sono previsti 24.000 posti, da suddividere tra posto comune e sostegno.

Il concorso sarà bandito per le regioni, classi di concorso e tipologie di posti per le quali si prevede che vi siano, negli anni scolastici dal 2020/21 al 2022/23 posti vacanti e disponibili.

La graduatoria di merito che scaturirà dal concorso sarà comunque ad esaurimento e potrà essere utilizzata – secondo le norme previste per le assunzioni a tempo indeterminato – anche dopo l’a.s. 2022/23.

Ciascun docente, se ha i titoli di accesso, può partecipare sia al concorso straordinario sia al concorso ordinario.

Le prove e programmi

Il concorso prevede

  • prova scritta selettiva computer based con quesiti a risposta multipla da superare con 7/10. La prova riguarda il programma di esame previsto per la prova dei concorsi per la scuola secondaria banditi nel 2018.
  • graduatoria con punteggio prova scritta + titoli
  • immissione in ruolo e anno di prova per  24.000 posti
  • conseguimento dei 24 CFU (se non posseduti) con oneri a carico dello Stato
  • prova orale da superarsi con 7/10
  • conseguimento dell’abilitazione a fine anno prova

I docenti idonei che supereranno la prova scritta con 7/10 ma non rientreranno nei 24.000 posti potranno conseguire l’abilitazione:

  • se hanno una supplenza al 30 giugno o 31 agosto nelle scuole statali
  • conseguono i 24 CFu
  • Superano la prova orale selettiva

N.B. Il decreto deve ancora essere sottoposto alla discussione parlamentare, per cui potrà subìre delle modifiche prima della trasformazione in Legge.

Scarica il testo del decreto

Scuole in aree a rischio, monitoraggio dei progetti dall’11 al 25 ottobre 2019

da La Tecnica della Scuola

Anche quest’anno il Miur intende monitorare la realizzazione dei progetti relativi alle aree a rischio, a forte processo migratorio e contro l’emarginazione scolastica.

Con nota prot. 19270 del 28 settembre 2018, sono state comunicate a ciascuna Scuola le risorse finanziarie, lordo dipendente, disponibili per la retribuzione delle misure incentivanti i progetti per l’anno scolastico 2018-2019.

Per monitorare le attività svolte dalle singole Istituzioni Scolastiche, dall’11 al 25 ottobre 2019 sarà possibile, tramite l’apposita piattaforma informatica www.areearischio.it, compilare il form di monitoraggio. In particolare, devono essere inserite le seguenti informazioni:

  • risorse impiegate (lordo stato)
  • titolo del progetto con un abstract sintetico
  • numero degli studenti e dei docenti coinvolti
  • contatto del referente.

Per l’accesso all’Area Riservata del Portale, la Password verrà inviata alla casella di posta istituzionale della scuola inserendo, nell’apposita sezione, il codice meccanografico principale dell’Istituto aggiornato all’a.s. 2019/2020.

La rilevazione è obbligatoria.

Progetto ludico-motorio Bimbinsegnantincampo, adesioni entro il 30 ottobre

da La Tecnica della Scuola

Il bambino che frequenta la Scuola dell’Infanzia ha bisogno di conoscere il proprio corpo, nelle sue possibilità motorie ed espressive, quale condizione indispensabile affinché egli possa apprendere, esplorare e adattarsi al mondo esterno in maniera equilibrata e dinamica. Da questa consapevolezza la Scuola dell’Infanzia deve partire per iniziare al meglio la costruzione di una solida piramide educativa, superando il carattere episodico delle esperienze ludico-motorie, per consolidare un percorso educativo che porti a sviluppare la capacità di esprimersi e di comunicare attraverso il corpo per giungere ad affinarne le capacità percettive e di conoscenza degli oggetti, la capacità di orientarsi nello spazio, di muoversi e di comunicare secondo immaginazione e creatività“.

Così scrive il Miur in apertura della nota 4445 dell’11 ottobre 2019, nell’illustrare il Progetto Bimbinsegnantincampo” …competenti si diventa! – percorso ludico-motorio per la Scuola dell’Infanzia promosso in collaborazione con l’USR Calabria e già esteso a dieci regioni.

Le scuole interessate potranno aderire al progetto compilando, entro il 30 ottobre, il modello di adesione reperibile sulla piattaforma https://www.usrcalabriaunaregioneinmovimento.edu.it.

Legge di Bilancio in CdM

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della riunione di martedì 15 ottobre 2019, approva un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili e il disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e il bilancio pluriennale per il triennio 2020 – 2022.


DECRETO FISCALE E DISEGNO DI LEGGE DI BILANCIO 2020

  1. Disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili (decreto-legge)
  2. Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020 – 2022 (disegno di legge)

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte e del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili e il disegno di legge recante il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e il bilancio pluriennale per il triennio 2020 – 2022.

I due provvedimenti compongono la manovra finanziaria e trovano la loro traduzione sul piano contabile nel Documento programmatico di bilancio per il 2020, che viene quindi trasmesso alla Commissione europea.

La manovra che ne risulta non si limita all’eliminazione della clausola di salvaguardia sull’Iva per il 2020, ma contiene importanti provvedimenti per il lavoro, l’ambiente, gli investimenti, la famiglia e la disabilità, avviando l’attivazione delle politiche contenute nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza.

Di seguito i punti principali dei provvedimenti.

  1. CANCELLAZIONE CLAUSOLA IVA 2020 – Al fine di evitare un aumento delle imposte a carico dei consumatori, con ripercussioni sulla distribuzione e il commercio, gli incrementi dell’Iva pari a 23,1 miliardi di euro previsti a legislazione vigente per il 2020 sono stati completamente sterilizzati, senza ricorrere a interventi sulle rimodulazioni delle aliquote capaci di aumentare il gettito di tale imposta.
  2. CUNEO FISCALE – Si riduce già dal 2020 il cuneo fiscale a carico dei lavoratori, avviando un percorso di diminuzione strutturale della pressione fiscale sul lavoro e di riforma complessiva del regime Irpef per tutti i lavoratori dipendenti.
  3. LOTTA ALL’EVASIONE – Vengono messe in campo politiche di contrasto all’evasione e alle frodi fiscali in più settori. Si prevede un inasprimento delle pene per i grandi evasori. Si introducono misure per contrastare l’illecita somministrazione di manodopera e l’aggiramento della normativa contrattuale in tema di appalti da parte di cooperative o imprese fittizie, che in tal modo evadono l’Iva e non procedono al versamento delle ritenute sui redditi dei lavoratori. Si rafforzano le misure contro le frodi nel settore dei carburanti. Si implementa il contrasto all’evasione e all’illegalità nel settore dei giochi, attraverso l’istituzione del registro unico degli operatori del gioco pubblico e il blocco dei pagamenti per i soggetti che operano dall’estero senza concessione, anche attraverso l’istituzione dell’agente sotto copertura.
  4. PIANO CASHLESS – Con l’obiettivo di aumentare i pagamenti elettronici, si predispone un piano che prevede, tra l’altro, l’introduzione di un super bonus da riconoscersi all’inizio del 2021 in relazione alle spese effettuate con strumenti di pagamento tracciabili nei settori in cui è ancora molto diffuso l’uso del contante, nonché l’istituzione di estrazioni e premi speciali per le spese pagate con moneta elettronica e sanzioni per la mancata accettazione dei pagamenti con carte di credito o bancomat.
  5. FAMIGLIE – Vengono destinate ulteriori ingenti risorse agli interventi per la famiglia, che saranno oggetto di un piano di razionalizzazione e semplificazione.
  6. SALUTE – Si prevede la cancellazione del cosiddetto superticket in sanità, a partire dalla seconda metà del 2020, con un corrispondente incremento delle risorse previste per il sistema sanitario nazionale, destinate comunque ad aumentare nel prossimo triennio.
  7. PREVIDENZA E WELFARE – Si conferma il sussidio economico che accompagna alla pensione categorie di lavoratori da tutelare (cosiddetta APE Social) e la possibilità per le lavoratrici pubbliche e private di andare in pensione anticipata anche per il 2020 (la cosiddetta ‘Opzione Donna’). Viene confermata anche l’esenzione dal canone RAI per gli anziani a basso reddito.
  8. PERSONE DIVERSAMENTE ABILI – Per le politiche di sostegno alle persone diversamente abili vengono stanziate le risorse necessarie all’attuazione della delega in materia. Allo stesso tempo, nuove risorse sono previste in tre distinti fondi per la tutela del diritto al lavoro, per l’assistenza e per le esigenze di mobilità.
  9. INVESTIMENTI PUBBLICI E PRIVATI E AMBIENTE – Si istituiscono due nuovi fondi per finanziare gli investimenti dello Stato e degli enti territoriali e un fondo per contribuire (con garanzie, debito o apporto di capitale di rischio) alla realizzazione di investimenti privati sostenibili nell’ambito del green new deal. A queste risorse vanno aggiunte quelle relative al sostegno degli investimenti privati sotto forma di contributi e di incentivi.
  10. MEZZOGIORNO – Vengono destinate risorse ad interventi per incentivare gli investimenti delle imprese, alle infrastrutture sociali e al risparmio energetico nelle regioni del Mezzogiorno.
  11. IMPRESE E INNOVAZIONE – Si stanziano le risorse necessarie a proseguire gli incentivi del programma “Industria 4.0” per sostenere gli investimenti privati e favorire il rinnovo dei sistemi produttivi: tra questi il Fondo centrale per le piccole e medie imprese; il super e l’iper ammortamento (per beni tecnologici, software ed economia circolare); il rifinanziamento della legge Sabatini; il credito di imposta per la “Formazione 4.0”.
  12. DETRAZIONI – Vengono prorogate le detrazioni per la riqualificazione energetica, gli impianti di micro-cogenerazione e le ristrutturazioni edilizie, oltre a quelle per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata a seguito di ristrutturazione della propria abitazione. Viene introdotta per il 2020 una detrazione per la ristrutturazione delle facciate esterne degli edifici (il ‘bonus facciate’) per dare un nuovo volto alle nostre città.
  13. RINNOVO DEI CONTRATTI PUBBLICI – Sono ampliati gli stanziamenti del triennio 2019-2021 per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego del comparto Stato.