DIRIGENTI NO PORTFOLIO: CHE COSA CHIEDEREMO AL MIUR

DIRIGENTI NO PORTFOLIO: CHE COSA CHIEDEREMO AL MIUR

DIRIGENTISCUOLA-Di.S.Conf., la sola delle sei sigle rappresentative nell’area
dirigenziale Istruzione, Università e Ricerca, avrà il 7 febbraio un incontro con le alte
sfere del MIUR. Perché è la sola che si è posto il problema della tutela dei dirigenti
scolastici che non hanno compilato il portfolio e sue proliferanti appendici, in
adesione allo stato di agitazione di radicale rifiuto del dispositivo escogitato dalla
Direttiva 36/16, del tutto distonico rispetto alle prescrizioni di legge, che si
propongono, semplicemente, di rilevare sia i comportamenti organizzativogestionali
che il grado di raggiungimento degli obiettivi codificati nel provvedimento
d’incarico e nella diretta disponibilità del soggetto valutato: come per tutti i dirigenti
pubblici, inclusi i pari livello dirigenti amministrativi e tecnici del medesimo datore di
lavoro; che non ricevono visite di nuclei, né colloquiano via skype, né sono
sottoposti ad assistenze tutoriali, né sono gravati dall’impropria compilazione di
ridondanti montagne di carte.
Per queste ragioni, con la nostra copertura sindacale, subito seguita dai competitor,
che poi però l’hanno abbandonata per strada, il 33% dei dirigenti scolastici non ha
stilato il portfolio e non ha ottemperato a tutte le incombenze di una valutazione
che, progressivamente:
– è stata convertita in una solipsistica narrazione da parte dei destinatari. O di
chi per loro;
– è stata svincolata da ogni legame con la retribuzione di risultato;
– è stata depauperata, contra legem, di ogni differenziazione classificatoria del
merito, sia in positivo che – per elementare nesso logico – in negativo,
secondo le graduazioni figuranti nell’art. 21 del D. Lgs. 165/01;
– è stata oggetto di proroga dei termini e di integrazione degli obiettivi regionali
in corso d’opera;
– è stata pertanto svilita in un’ulteriore improduttiva molestia burocratica.
E dunque chiederemo all’Amministrazione di rispondere alle seguenti domande:
1. su quale fondamento, di mera ragionevolezza prima che giuridico, ha inteso
formalizzare una valutazione finale nei confronti dei dirigenti scolastici il cui
Portfolio risulta non compilato, atteso che il dichiarato scopo dell’artificioso
mantenimento in vita di questo ectoplasma è di meglio testarlo ed eventualmente
correggerlo? Per poi al termine del previsto triennio – ma intanto si sarà ancora
preso tempo – decretarne ufficialmente il de profundis, come le consimili
iperconcettuose sperimentazioni che l’hanno preceduto negli ultimi quindici anni?;
2. vuole, per caso, fondare la predetta valutazione sulla mera disobbedienza di
colleghi non disposti a fare da cavia per legittimare ruoli e funzioni altrui?;
3. di conseguenza, se pure nell’immediato sembrano escluse correlate sanzioni,
dovranno gli stessi attendersi implicazioni sulla loro carriera?
Lo chiederemo, certo. E pretenderemo il ritiro della nota ministeriale n. 12025 del
29.09.17 e dei provvedimenti di solerti Uffici scolastici regionali che hanno
proceduto alla schedatura dei tanti riottosi ad obbedir tacendo.
Ma non potremo, purtroppo, costringere l’Amministrazione a corrispondere al
sacrosanto diritto di chi vuole essere valutato – e remunerato – da dirigente vero:
coloro che esplicitamente ci hanno sostenuto e coloro che si sono sottoposti
all’adempimento per il timore di dover subire effetti pregiudizievoli.
Non la potremo, cioè, costringere a ritirare l’attuale caravanserraglio, perché
confortata da tutte le altre sigle sindacali rappresentative e dalle associazioni
professionali della dirigenza scolastica, inclini a filosofeggiare mentre i dirigenti
normali incassano; cui danno man forte – ora con richieste di semplificazione, ora
con richieste di ulteriore complicazione – sia improvvisati commentatori di giornata
che sussiegosi esperti in servizio permanente effettivo, sovranamente ignari di che
cosa sia una valutazione dirigenziale statuita dalle norme di diritto positivo o
convinti che le stesse costituiscano un optional, benché ne abbiano tratto – o
tuttora ne traggano – lucrosi vantaggi, che si vogliono preclusi ai colleghi pezzenti
attributari di una sublime specificità.
Che la loro granitica indisponibilità nel denunciare che il re è nudo – rifiutando,
puramente e semplicemente, la ratio di questo pomposo Sistema di valutazione
della dirigenza scolastica – poggi su prosaiche convenienze o su radicati pregiudizi,
anche in buona fede, ha poca importanza. Perché, a questo punto, dovranno
necessariamente spendersi i diretti interessati nel respingere l’ennesima presa in
giro.
Se si sentono, e vogliono effettivamente essere, dirigenti senza penalizzanti
aggettivazioni.
Certi di trovare DIRIGENTISCUOLA al loro fianco.