Smartphone a scuola, il decalogo del Miur

da Tuttoscuola

Smartphone a scuola, il decalogo del Miur

L’ingresso degli smartphone in classe a fini didattici è oggetto di forti controversie in tutto il mondo. Nei Paesi dove le scelte didattiche sono rimesse alla competenza delle scuole e/o degli insegnanti (come avviene in genere nei sistemi educativi di tradizione e lingua anglosassone) la decisione viene presa a livello locale dalle scuole. In quelli con ordinamenti storicamente accentrati, come la Francia e l’Italia, i rispettivi ministeri hanno invece ritenuto di disciplinare la materia a livello centrale.

Ma lo hanno fatto, quasi in contemporanea, andando in due direzioni diametralmente opposte: il divieto assoluto in Francia, dove il ministro Jean-Michel Blanquer li ha vietati, un chiaro via libera in Italia, dove la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, capovolgendo la decisione presa nel marzo 2007 dall’allora ministro Giuseppe Fioroni di vietare agli studenti di usare in classe i “cellulari”, ha varato addirittura un Decalogo per l’uso dei dispositivi mobili a scuola: un uso “responsabile e competente”, sotto la guida degli insegnanti, ma visto senza riserve come un’apertura all’adozione degli strumenti di comunicazione oggi più diffusi tra i giovani (assai più di undici anni fa), nell’intento di ricondurli a una finalità educativa. Di seguito il decalogo del Miur relativo all’utilizzo degli smartphone a scuola:

1. Ogni novità comporta cambiamenti
Ogni cambiamento deve servire per migliorare l’apprendimento e il benessere delle studentesse e degli studenti e più in generale dell’intera comunità scolastica.

2. I cambiamenti non vanno rifiutati, ma compresi e utilizzati per il raggiungimento dei propri scopi.
Bisogna insegnare a usare bene e integrare nella didattica quotidiana i dispositivi, anche attraverso una loro regolamentazione. Proibire l’uso dei dispositivi a scuola non è la soluzione. A questo proposito ogni scuola adotta una Politica di Uso Accettabile (PUA) delle tecnologie digitali.

3. La scuola promuove le condizioni strutturali per l’uso delle tecnologie digitali.
Fornisce, per quanto possibile, i necessari servizi e l’indispensabile connettività, favorendo un uso responsabile dei dispositivi personali (BYOD). Le tecnologie digitali sono uno dei modi per sostenere il rinnovamento della scuola.

4. La scuola accoglie e promuove lo sviluppo del digitale nella didattica.
La presenza delle tecnologie digitali costituisce una sfida e un’opportunità per la didattica e per la cultura scolastica. Dirigenti e insegnanti attivi in questi campi sono il motore dell’innovazione. Occorre coinvolgere l’intera comunità scolastica anche attraverso la formazione e lo sviluppo professionale.

5. I dispositivi devono essere un mezzo, non un fine.
È la didattica che guida l’uso competente e responsabile dei dispositivi. Non basta sviluppare le abilità tecniche, ma occorre sostenere lo sviluppo di una capacità critica e creativa.

6. L’uso dei dispositivi promuove l’autonomia delle studentesse e degli studenti.
È in atto una graduale transizione verso situazioni di apprendimento che valorizzano lo spirito d’iniziativa e la responsabilità di studentesse e gli studenti. Bisogna sostenere un approccio consapevole al digitale nonchè la capacità d’uso critico delle fonti di informazione, anche in vista di un apprendimento lungo tutto l’arco della vita.

7. Il digitale nella didattica è una scelta: sta ai docenti introdurla e condurla in classe.
L’uso dei dispositivi in aula, siano essi analogici o digitali, è promosso dai docenti, nei modi e nei tempi che ritengono più opportuni.

8. Il digitale trasforma gli ambienti di apprendimento.
Le possibilità di apprendere sono ampliate, sia per la frequentazione di ambienti digitali e condivisi, sia per l’accesso alle informazioni, e grazie alla connessione continua con la classe. Occorre regolamentare le modalità e i tempi dell’uso e del non uso, anche per imparare a riconoscere e a mantenere separate le dimensioni del privato e del pubblico.

9. Rafforzare la comunità scolastica e l’alleanza educativa con le famiglie.
È necessario che l’alleanza educativa tra scuola e famiglia si estenda alle questioni relative all’uso dei dispositivi personali. Le tecnologie digitali devono essere funzionali a questa collaborazione. Lo scopo condiviso è promuovere la crescita di cittadini autonomi e responsabili.

10. Educare alla cittadinanza digitale è un dovere per la scuola.
Formare i futuri cittadini della società della conoscenza significa educare alla partecipazione responsabile, all’uso critico delle tecnologie, alla consapevolezza e alla costruzione delle proprie competenze in un mondo sempre più connesso.

La parola chiave del decalogo è “responsabilità”, che viene richiamata in ben cinque dei dieci punti con prevalente riferimento al ruolo degli insegnanti, ma anche a quello degli studenti e delle loro famiglie, impegnate a dare senso concreto, su un tema di grande attualità e rilevanza come quello dell’uso degli smartphone, alla alleanza educativa tra scuola e famiglia.

Insomma gli esperti, almeno quelli interpellati dal Ministero, non hanno dubbi sull’utilità dell’ingresso degli smartphone in classe e sul loro impiego positivo a sostegno di una didattica innovativa.