“La scuola deve adeguarsi, ormai assumiamo tecnici”

da La Stampa

“La scuola deve adeguarsi, ormai assumiamo tecnici”

La sferzata del presidente di Confindustria Cuneo: «Questo è il futuro»
MATTEO BORGETTO

«Cari genitori, qualsiasi percorso scolastico individuerete per i vostri ragazzi, avrete fatto una buona scelta, perché tutte le nostre scuole sono eccellenti e qualificate. Ma nostro dovere è evidenziarvi questa realtà. Perché sono queste le persone che troveranno subito lavoro una volta terminati gli studi». È la lettera alle famiglie del presidente di Confindustria Cuneo, Mauro Gola, in vista delle iscrizioni alle Superiori e che ha aperto un dibattito di valenza nazionale.

Nasce da un focus sul mondo del lavoro nella “Granda”, al 26° posto fra le province italiane per prodotto interno lordo pro-capite (27.300 euro). Un mondo in cui l’anno scorso sono entrate 40.360 persone, la maggior parte nei settori del commercio, turismo e servizi (61%), il resto nell’industria. Ma sul totale degli assunti, oltre la metà ha un diploma professionale: il 19% sono addetti agli impianti, il 18% operai specializzati, l’11% tecnici specializzati. Numeri forniti dal Centro studi di Confindustria Cuneo, analizzati dai vertici e messi a disposizione dei genitori.

«Mai detto che i ragazzi non debbano andare al liceo e poi all’università – sottolinea Gola, 51 anni, imprenditore del settore informatica -. Mio figlio frequenta lo Scientifico, l’ho consigliato in base alle prospettive che potrei offrirgli, così come se fossi stato un artigiano del legno lo avrei indirizzato verso una scuola professionale. Il punto è che Confindustria ha responsabilità sociali e morali, prima che economiche. La cosa più giusta, è fare capire alle famiglie quali figure le nostre aziende hanno intenzione di assumere nei prossimi anni». Tecnici e operai, che nel settore industriale cuneese hanno anche un’altra forma di garanzia: il 91,5% dei nuovi assunti firma un contratto a tempo indeterminato, contro il 16,5% di chi trova lavoro in altri comparti. «L’imprenditore, quando assume – continua Gola -, lo fa perché considera il nuovo entrato una persona della famiglia, un soggetto in cui credere. E spesso gli offre le migliori condizioni contrattuali, o comunque di stabilità».

Anche se in settori che riguardano una minoranza di giovani, l’indagine di Confindustria Cuneo evidenzia altre figure di difficile reperimento. Nella Granda, su 3.790 nuovi laureati richiesti dal mondo del lavoro nel 2017, più del 33% non è stato trovato sia per assenza di candidati, sia per la loro preparazione inadeguata. Mancano ingegneri industriali (55% di richieste disattese), architetti (77,7%), chimici (76%) e informatici (54,2%). «Serviranno sempre ingegneri e architetti – aggiunge Gola – ma le principali necessità sono di operai specializzati. E va cambiato anche un concetto: non sono più gli operai sfruttati Anni ’60, ma persone con competenze tecniche, creatività e manualità, oltre che molto ben pagate, perché spesso vengono impiegate all’estero». Ribadisce la «libera scelta dei ragazzi e delle loro famiglie», e conclude: «Il lavoro è dignità. Trovarlo subito dopo la scuola, in un’Italia dove un giovane su tre è disoccupato, non è cosa da poco».