Scuola, l’assurdo assedio ai professori

da Corriere della sera

Scuola, l’assurdo assedio ai professori

di Gian Antonio Stella

Racconta Caterina Soffici nel libro «Italia Yes, Italia No» sulla sua esperienza dopo essersi trasferita con la famiglia a Londra, che «alla Darwen Vale High School, nella contea del Lancashire, settanta professori hanno picchettato i cancelli in segno di protesta contro il vandalismo e le minacce degli studenti. Avevano sequestrato i cellulari di alcuni bulletti da social network. È dovuta intervenire la polizia per evitare una rivolta violenta». Mal comune mezzo gaudio? Per niente. Gli italiani (tutti: non solo i presidi, i professori, i maestri, i bidelli…) non ne possono più del ripetersi di violenze nelle scuole. Si pensi al professore di educazione fisica di Avola, Siracusa, mandato all’ospedale con una costola rotta perché ritenuto «colpevole» da due genitori bulli di aver rimproverato il loro figlio di 12 anni. O al caso di Pasquale Diana, il docente di Foggia che, avendo strattonato fuori dalla fila uno dei suoi alunni di prima media che spintonava i compagni per farli cadere all’uscita di Scuola, ha subito la «vendetta» del papà del ragazzo: abbattuto con un pugno alla testa e, «una volta a terra, ripetutamente preso a calci all’addome». Ecco: in questo contesto, in Trentino, c’è chi si chiede se sia bene precisare nel «Documento di valutazione» (la pagella per i non burocrati), che la bocciatura di questo o quello studente è dovuta a questo o a quel professore. Esponendolo a eventuali ritorsioni da parte di qualche bocciato ormai convinto, da troppi episodi negli ultimi anni, di avere il «diritto» non solo di fare ricorso al Tar ma di prendere a botte il «nemico». Si dirà che in realtà, dalle elementari all’università, è già tutto trasparente. Se in pagella hai 4 in matematica o 3 in storia è chiaro che il tuo destino scolastico è stato deciso dal docente di matematica o di storia. Fatto sta che all’Ifp Alberghiero di Rovereto e Levico Terme, che dipende dalla Provincia autonoma di Trento, diretto da Federico Samaden, già fondatore in Trentino di un centro di recupero di San Patrignano, c’è chi si è posto il problema se sia o meno opportuno scrivere nel giudizio finale che l’allievo Tizio Caio «è ammesso alla classe successiva con Voto di Consiglio di cinque voti favorevoli e quattro contrari. La professoressa Tale ha espresso voto negativo per…». E così via. Magari, per carità, è giusto così. Ma che i professori si pongano il problema la dice lunga …