Diploma in quattro anni, partenza slow “Troppo faticoso”, iscrizioni al palo

da la Repubblica

Diploma in quattro anni, partenza slow “Troppo faticoso”, iscrizioni al palo

Il liceo breve non strega le famiglie. I genitori, a gennaio, hanno tutt’altro che sgomitato per iscrivere i figli al percorso per ottenere il diploma in 4 anni, anziché cinque. Anzi: più di una scuola ha avuto difficoltà a trovare alunni disposti a sobbarcarsi il superlavoro necessario

Salvo Intravaia

Di che cosa stiamo parlando

Prenderà il via a settembre il progetto nazionale che consentirà, a un numero limitato di classi di scuola superiore, di sperimentare il percorso per conseguire il diploma di maturità in quattro anni di corso, anziché nei canonici cinque. Per partecipare alla sperimentazione si sono candidati 192 istituti superiori (127 statali e 65 paritari), sparsi in tutta Italia, in ognuno dei quali, nell’anno scolastico 2018-2019 partirà una prima classe quadriennale.

Licei ancora a caccia di alunni: “Famiglie scoraggiate dal super lavoro”. Il Miur: “Dati in linea con le attese”

Il liceo breve non strega le famiglie. I genitori, a gennaio, hanno tutt’altro che sgomitato per iscrivere i figli al percorso per ottenere il diploma in 4 anni, anziché cinque. Anzi: più di una scuola ha avuto difficoltà a trovare alunni disposti a sobbarcarsi il superlavoro necessario. Ma al ministero dell’Istruzione sono soddisfatti: «I numeri sono in linea con le attese. È una sperimentazione impegnativa, attivata per la prima volta in un numero di classi così importante e in tutta Italia».

A dicembre, quando il Miur approvò il primo elenco di cento istituti, cui a gennaio se ne sono aggiunti altri 92, sembrava probabile che ci sarebbe stato un assalto. Al punto che i tecnici inserirono nel decreto due requisiti ulteriori: che la scuola fosse in grado di formare una prima con gli stessi parametri previsti per le altre classi ( 25/ 27 alunni) e che stabilisse i criteri di priorità in caso di domande in sovrannumero. Ma al momento non sembra ce ne sarà bisogno. Il 6 febbraio, alla chiusura delle iscrizioni, gli aderenti erano meno di 2mila: in media 17/ 20 a istituto. Segno che gli studenti hanno ancora qualche dubbio sul piano che, dal 2018/2019, vedrà ai nastri di partenza 192 prime quadriennali, in base al progetto di didattica innovativa presentato nei mesi scorsi.

Al Carlo Emilio Gadda di Fornovo di Taro, nel Parmense, sono solo 15 le richieste per lo scientifico quadriennale delle scienze applicate. Per arrivare a 27, bisogna convincere altri 12 ragazzi. « Nei prossimi giorni, organizzeremo incontri con chi ha già fatto l’esperienza — spiega il vicepreside, Fabrizio Boschi — per spiegare il progetto ai genitori. Così contiamo di arrivare a venti. Ci aspettavamo più adesioni, ma forse la novità ha spaventato le famiglie». È andata meglio (18 richieste) al Galilei- Vetrone di Benevento: « Pensiamo di aprire comunque — assicura il vicario, Umberto Ficociello — Il numero di 25 alunni per classe è una media di riferimento. E possiamo inserire più studenti nelle altre sezioni per avviare la prima quadriennale con meno ragazzi » . Anche se, ammette, «l’impegno non è da poco: 6 ore al giorno, più qualche rientro, perché abbiamo concentrato in 4 anni le ore di 5. E per chi fa sport nel pomeriggio non sarà semplice».

Le adesioni, spiegano dal ministero, variano « a seconda degli indirizzi e dei territori. Con picchi più alti dove c’è già una tradizione sperimentale. E con più iscritti negli indirizzi liceali, in particolare classico e scientifico, soprattutto nell’opzione scienze applicate. In alcuni casi, come nelle sezioni coreutiche, il minor numero di alunni è dovuto anche alla selezione a monte, con le audizioni per verificare la propensione dei ragazzi a musica e danza».

La prima sperimentazione è stata avviata nel 2012, e finora le scuole coinvolte sono state in tutto 12. Tra queste il Majorana di Brindisi, che a settembre replica: «Abbiamo già 32 iscritti — spiega il preside Salvatore Giuliano — L’esperienza fatta è stata positiva. E posso affermare che non è un percorso da super studenti » . C’è ottimismo anche al classico Fossombroni di Grosseto: «Siamo a una ventina d’iscrizioni — dice la vicepreside, Laura Lenzi — ma contiamo di essere autorizzati a formare una prima anche con questi numeri. Certo, al di sotto sarebbe difficile » . Ridono, invece, al Telesio di Cosenza: 22 le richieste per il classico quadriennale. Il dirigente, Antonio Iaconianni, ammette però che si aspettava « di dover selezionare i ragazzi in entrata. Secondo me, a scoraggiare le famiglie sono stati alcuni sindacati, che hanno bocciato il progetto a monte. Però è vero, il boom di iscrizioni non c’è stato: alcuni colleghi ne hanno avute solo 3 o 4. Forse l’anno prossimo, con informazioni più precise, sarà la volta buona».