Scuole, non tutti i dati in chiaro

da ItaliaOggi

Scuole, non tutti i dati in chiaro

Dopo le polemiche sul classismo di alcuni licei, la Fedeli convoca un vertice d’urgenza. Nel mirino l’utilizzo a scopo informativo esterno del Rav

Alessandra Ricciardi

Ci sono il Visconti a Roma, il Parini a Milano, il D’Oria a Genova. Licei accusati di classismo perché hanno pubblicato online il numero degli iscritti stranieri, con handicap o con difficoltà economiche, commentando la scarsità degli stessi come elemento di distinzione in favore della didattica. Si tratta dei dati del Rav, il rapporto di autovalutazione, che le scuole stilano a fini interni, per individuare punti di forza e di debolezza nella più ampia valutazione dell’istituto, e che vengono pubblicati anche per far conoscere la scuola all’esterno nell’ambito dell’operazione «scuole in chiaro».

Per la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli, il Rav in questo modo però, pubblicato in tutto e per tutto senza filtri, «è stato usato in modo improprio… il Rav, documento di autovalutazione richiesto dall’Europa, non deve essere utilizzato per presentare la scuola». E ha precisato, nel videoforum di Repubblica, «c’è stato un atto improprio di superficialità nel passaggio tra le valutazioni di autovalutazione interne, che sono importanti perché devi adeguare contenuti e strumenti dell’integrazione» degli studenti alla pubblicazione di dati informativi a uso esterno. E ribadisce ancora: «Non so se è da rivedere il meccanismo o una cesura di un meccanismo, un conto è il rapporto di autovalutazione, un conto è ‘La scuola in chiaro’ cioè la presentazione delle singole scuole verso i genitori e la cittadinanza. Sono due cose differenti», ha concluso la Fedeli.

Se i casi giornalisti sono pochi, le scuole che invece sono andate nel panico perché anche loro hanno pubblicato tutto il Rav nella sezione online della Scuola in chiaro, cliccatissimo dai genitori nella finestra per le iscrizioni dei ragazzi a scuola, sono tantissime. Al Miur sono piovute copiose le richieste di chiarimento. Ieri sera la Fedeli ha convocato d’urgenza un vertice per capire ragioni e limiti della pubblicazione del Rav.

Si è trattato, precisano dal Miur, di un primo vertice informativo, svolto nel confronto con chi per Miur e Invalsi ha seguito in questi anni l’evoluzione del percorso di autovalutazione delle scuole. Un confronto al termine della quale la Fedeli avrebbe ribadito la necessità del Rav e della sua funzione, evidenziando però che a fronte di usi impropri va realizzato un servizio di formazione e di accompagnamento più costante e capillare delle scuole e in particolare dei dirigenti.

Se saranno rafforzati i nuclei esterni di valutazione e inviati nei casi macroscopici gli ispettori è ancora da decidere.

Così come è da decidere se alcuni limiti debbano essere fissati in modo più tassativo, per il tramite di una circolare ministeriale, e non più affidati al solo buon senso. Probabilmente, vista anche l’incombenza delle elezioni, sarà un dossier che passerà di mano al prossimo responsabile dell’Istruzione.