Tanti nodi per il nuovo governo

da ItaliaOggi

Tanti nodi per il nuovo governo

L’agenda delle priorità per chi salirà a viale Trastevere dopo il voto del 4 marzo è già scritta

Alessandra Ricciardi

Docenti diplomati magistrali che avevano creduto nell’assunzione e che rischiano a fine anno scolastico di perderla, anche se hanno già firmato un contratto: riguarda circa 50 mila persone. Precari già abilitati di seconda fascia, quelli non abilitati di terza: per i primi c’è un concorso da mandare avanti, per i secondi una selezione da organizzare di sana pianta. Per non parlare del nuovo percorso di reclutamento delineato dalla Buona scuola per i neo laureati: va scritto il regolamento del cosiddetto Fit.

E ancora, la carriera dei docenti, su cui è prevista, entro giungo, una apposita sessione contrattuale. Andando di qualche mese avanti, c’è anche il nuovo contratto di tutto il comparto scuola-università-ricerca da rinnovare: quello firmato poche settimane fa, e che non ha ancora ultimato i controlli di rito per la firma finale, scade nel 2018, e i sindacati già scaldano i motori in vista delle prossime rivendicazioni.

L’agenda delle priorità per il governo e il parlamento che usciranno dalle urne del 4 marzo è fitta. Che ci sia o meno un vincitore certo e un governo a stretto giro, per circa un mese dal 5 di marzo la macchina di viale Trastevere continuerà a funzionare nella versione messa a punto con l’esecutivo Gentiloni. Almeno per quanto riguarda gli atti amministrativi in senso stretto, dunque, non ci sarà nessuna vacatio.

Questo significa che su alcuni provvedimenti, come il decreto sull’organico 2018/2019, si andrà avanti anche con l’uscente ministra dell’istruzione, Valeria Fedeli: il decreto a cui stanno lavorando a viale Trastevere punta a spostare 800 cattedre di potenziamento, al massimo mille, dalle secondarie all’infanzia, recuperando i posti lì dove decurtati con un incremento dell’organico di fatto trasformato in diritto.

Ci sono poi nodi più politici che richiedono invece un ministro dell’istruzione nella pienezza del proprio mandato. Ed è questo il caso dei diplomati magistrali, per i quali probabilmente sarà necessario un passaggio legislativo, ma anche della carriera dei docenti. I primi banchi di prova di come il nuovo esecutivo intenderà lavorare sul mondo della scuola.