Percorsi sperimentali quadriennali, un successo da difendere

da Il Sole 24 Ore

Percorsi sperimentali quadriennali, un successo da difendere

di Roberto Pasolini*

Dopo una sperimentazione in ordine sparso, che ha coinvolto una quindicina di scuole, con esiti positivi, e dopo anni di attesa, il Miur ha deciso di ampliare la sperimentazione dei percorsi quadriennali, avviando un processo di innovazione che potrebbe preludere a un diffuso miglioramento del nostro sistema formativo. Si annunciano difficoltà da parte delle scuole per le iscrizioni e subito i detrattori del progetto hanno attaccato la ministra colpevole, secondo loro, di aver dato il via ad un progetto poco apprezzato perché impoverisce l’offerta formativa. Bastava leggere il bando per capire che si tratta di affermazioni senza fondamento.

I progetti quadriennali hanno lo stesso profilo d’uscita e gli studenti sostengono lo stesso esame di Stato, presupposto contrario a qualsiasi ipotesi di “impoverimento”. Gli studenti che hanno già frequentato le prime sperimentazioni hanno avuto buoni risultati e proseguono con successo il loro percorso universitario, mostrando capacità organizzativa, alto livello di autonomia personale, padronanza di un metodo di studio efficace e le famiglie hanno apprezzato la possibilità non tanto di “risparmiare” un anno, quanto di vedere crescere più rapidamente la maturità dei loro figli. I docenti coinvolti hanno espresso giudizi praticamente unanimi di soddisfazione, vedendosi chiamati a costruire la loro programmazione in piena autonomia con il solo fine di raggiungere gli obiettivi previsti dal profilo di uscita.

I progetti sono di alta qualità e portano a regime le migliori esperienze di innovazione degli ultimi anni: didattica laboratoriale e digitale, lavoro cooperativo, padronanza e certificazione delle lingue straniere, metodologia Clil, alternanza scuola lavoro anche all’estero. In questo clima positivo, come mai le famiglie sembrano riluttanti ad iscrivere i ragazzi al quadriennale, liceo o istituto tecnico che sia? Il fatto è che non hanno avuto il tempo di conoscere ed apprezzare i progetti.

Il ministero ha autorizzato le prime 100 scuole solo il 28 dicembre, a decisioni delle famiglie già prese, aggiungendone altre 92 a febbraio, aumentando l’offerta senza dare il tempo di pubblicizzarla adeguatamente. e senza chiedersi se l’allargamento non fosse eccessivo rispetto alla possibile richiesta.

E’ difficile non pensare che dietro ai ritardi burocratici, alle resistenze ministeriali e sindacali, agli errori di strategia, al concedere l’autorizzazione a decisioni già prese dalle famiglie, alle difficoltà delle scuole statali bloccate dal problema degli organici, ci sia la strisciante volontà di far fallire questa operazione, per la preoccupazione che un grande successo spianerebbe la strada verso la piena autonomia delle istituzioni scolastiche.
Purtroppo, questa sarebbe un’ennesima opportunità vanificata dai fautori del “tutto cambia purché nulla cambi”. Ma il processo d’innovazione, modernizzazione, piena autonomia deve procedere rapidamente: ne hanno bisogno il nostro Paese e i nostri giovani per il loro futuro, i loro sogni e le loro aspettative.

*Dirigente scolastico di uno degli istituti con sperimentazione dei percorsi quadriennali