L’educazione all’imprenditorialità entra in aula

da Il Sole 24 Ore

L’educazione all’imprenditorialità entra in aula

di Claudio Tucci

Il Miur, recependo l’obiettivo chiave di promuovere e sviluppare le abilità imprenditoriali – definite dalla Commissione Europea con la Comunicazione 2012 «Ripensare l’istruzione: investire nelle abilità in vista di migliori risultati socio economici» e rinnovate nella Comunicazione 2016 «A new skills agenda for Europe» – condivide l’idea che le competenze di imprenditorialità possano affiancare le competenze disciplinari nel secondo ciclo di istruzione, per far si che i giovani diventino cittadini attivi, creativi e dotati di spirito di iniziativa.

L’iniziativa
E quindi, viene promosso un percorso di educazione all’imprenditorialità orientato in
particolare all’acquisizione, da parte degli studenti, di una forma mentis imprenditoriale, intesa come capacità di trasformare le idee in azioni attraverso la creatività, l’innovazione, la valutazione e l’assunzione del rischio, la capacità di pianificare e gestire progetti imprenditoriali.

L’obiettivo di un percorso di educazione all’imprenditorialità è anche quello di sviluppare negli studenti attitudini, conoscenze, abilità e competenze, utili non solo per un loro eventuale impegno in ambito imprenditoriale, ma in ogni contesto lavorativo e in ogni esperienza di cittadinanza attiva. Si tratta pertanto di competenze trasversali e di competenze per la vita.

Come cambia la didattica
Per la scuola secondaria di secondo grado, il percorso potrà essere costruito già a partire dal primo biennio, intervenendo sul potenziamento delle attitudini degli allievi su alcune abilità, quali la creatività, la consapevolezza di sé, la motivazione.
Nel secondo biennio e nell’ultimo anno il percorso sviluppa abilità e competenze tipiche dell’educazione all’imprenditorialità attraverso insegnamenti aggiuntivi e il potenziamento di quelli già presenti nel curricolo.