Pedofilia, Telefono Azzurro: il 40% delle vittime ha meno di 10 anni, più rischi sul Web

da Il Sole 24 Ore

Pedofilia, Telefono Azzurro: il 40% delle vittime ha meno di 10 anni, più rischi sul Web

di Alessia Tripodi

Nel 2017 in media ogni 3 giorni si è verificato un caso di abuso sessuale su un minore. In in 4 casi su 10 la vittima ha meno di 10 anni, con una prevalenza di bambine (71,7%). Il 70% degli abusi consiste in vere e proprie violenze sessuali, toccamenti (21,7%), stupri (l’8,6%), costrizioni ad assistere ad atti sessuali (4,4%). La maggior parte degli abusi avviene offline, ma dal Web arriva una «minaccia crescente». Sono i dati sulle segnalazioni arrivate al servizio Emergenza Infanzia 114 e diffusi dal Telefono Azzurro in occasione della Giornata Nazionale contro la Pedofilia e la Pedopornografia, celebrata lo scorso 5 maggio.

L’associazione ha lanciato anche una “call to action” rivolta a istituzioni, famiglie, scuole, forze dell’ordine per potenziare l’azione di prevenzione contro la pedofilia. Un “manifesto” che viaggia on line con la campagna social #stopagliabusi.

Una vittima su 3 tace per paura
I dati del 2017, fa sapere la Onlus, mostrano un quadro sostanzialmente stabile rispetto al 2016 e al 2015. Ma si tratta di un fenomeno fortemente sottostimato, se si pensa che 1 vittima su 3 tace per paura, per vergogna o senso di colpa e molti denunciano troppo tempo dopo, anche a venti o trent’anni dall’accaduto.

Al 114 anche denunce di adescamento online
Secondo i dati relativi al numero 114 Emergenza Infanzia dell’Associazione – la linea di ascolto gratuita e multilingue attiva tutto l’anno, 24 ore su 24, anche via chat su www.114.it – le denunce di abuso sessuale o pedofilia rappresentano circa il 7,5% del totale dei casi gestiti dal servizio. Il 70,4% degli abusi si verifica offline, «ma la minaccia crescente – spiega il Telefono Azzurro – sembra arrivare dal web e dalle nuove tecnologie, che offrono ai predatori delle Rete la possibilità di celarsi dietro l’anonimato o una falsa identità, dando origine a nuove forme di abuso: il sexting, invio di contenuti sessualmente espliciti attraverso e-mail o chat, la sextortion, che consiste nel forzare qualcuno ad inviare video o immagini sessualmente espliciti e l’adescamento via chat». In Italia in un anno ci sono state 1.250 segnalazioni di contenuti pedopornografici, e 23 segnalazioni di incitamento alla pedofilia. Il 6% delle segnalazioni al 114 riguarda adescamenti online.

In Ue 18 milioni di vittime, cresce rischio sul Web
In Europa quasi 18 milioni di bambini, segnala il Telefono Azzurro, sono risultati vittime di abuso sessuale. Spesso gli abusi avvengono online ogni 7 minuti una pagine web mostra immagini di bambini abusati sessualmente. Nel 2017 sono stati individuate 78.589 pagine web contenenti immagini di abuso sessuale su minori, oltre la metà delle vittime ha 10 anni, nel 40% dei casi l’abusante è conosciuto online.

«Formare adulti a cogliere segnali»
«Capita che i bambini chiedono aiuto per altri perché le vittime hanno paura di esporsi – ha detto Ernesto Caffo, presidente del Telefono Azzurro -ma parlare di queste cose tra coetanei è molto importante, senza avere paura dello stigma. L’abuso molte volte avviene sia in famiglia sia nella scuola, nelle realtà sportive, nelle comunità religiose. Questo vuol dire che dobbiamo formare gli adulti, gli educatori, a cogliere segnali precoci e saper aiutare le vittime, trovare modalità di ascolto protette». «Occorre far partire una campagna nazionale perché ci sia un passo avanti», ha aggiunto.

La “call to action” per la prevenzione
Secondo Telefono Azzurro, per combattere efficacemente gli abusi sessuali sui minori è necessario disegnare programmi educativi per i più piccoli, che includano anche le famiglie e gli adulti di riferimento, e programmi di formazione specialistica per i professionisti che lavorano nel campo dell’educazione, dell’infanzia e dell’adolescenza. È importante, poi, fissare standard qualitativi minimi per i professionisti e gli operatori a contatto con bambini e adolescenti, basare il trattamento per le vittime e gli autori di reato su evidenze scientifiche, grazie alla condivisione di best practices di provata efficacia. Per la onlus è fondamentale mobilitare tutta la società civile nel contrasto agli abusi: istituzioni, organizzazioni e realtà associative, forze dell’ordine, professionisti del settore e le stesse vittime. Coinvolgendo bambini e adolescenti nell’ideazione dei progetti e ascoltando sempre la loro voce.