Regolamento europeo privacy

Regolamento europeo privacy: ancora una volta le scuole devono cavarsela da sole!

Si è tenuto stamattina al MIUR il previsto incontro informativo per le Organizzazioni Sindacali in vista della imminente piena applicazione del Regolamento europeo 2016/679 in materia di protezione dei dati personali (GDPR), prevista per il 25 maggio 2018.

In primo luogo, la delegazione ANP ha espresso la netta contrarietà rispetto al comportamento di alcuni direttori di USR che hanno emesso note sulla materia oggetto dell’odierno incontro prima ancora dell’informativa alle OO.SS.

Come già fatto in occasioni precedenti, l’ANP ha sollecitato un intervento urgente dell’Amministrazione ritenendo che la materia, per la sua complessità, non possa essere affrontata dai dirigenti delle scuole senza indicazioni dal MIUR. In particolare, si è richiesto che la nomina dell’RPD (Responsabile della Protezione dei dati) sia effettuata a livello di amministrazione centrale o periferica e non di singola scuola, individuando un apposito ufficio (regionale o nazionale) con personale che sia in grado di fornire anche consulenza.

La delegazione ANP ha poi richiesto la destinazione di appositi fondi per la parte di messa in conformità e di formazione, che ricade comunque, almeno per la parte relativa alle concrete misure organizzative adottate, sui singoli Istituti scolastici.

L’Amministrazione ha informato del fatto che, all’inizio della prossima settimana, invierà una nota alle scuole con indicazioni di carattere generale sulla materia e suggerimenti sull’opportunità di procedere alla nomina del RPD per reti di scuole. Ha, inoltre, replicato alla nostra richiesta di specifico finanziamento dicendo che i fondi di funzionamento sono stati già definiti e ripartiti e che un tale intervento sarà possibile solo in occasione del prossimo bilancio.

Ha poi annunciato un’iniziativa di formazione rivolta ai dirigenti e poi a cascata ai dipendenti, che dovrebbe prendere l’avvio entro le prossime settimane.

Giudichiamo molto negativamente il comportamento dell’Amministrazione che, dopo ben due anni dall’emanazione del Regolamento europeo, si è ridotta solo all’ultima settimana prima della sua piena entrata in vigore per prendere in considerazione la delicata posizione delle istituzioni scolastiche, senza peraltro assumersi compiti reali di indirizzo e di gestione, quantomeno per la materia del RPD.