Flop iscritti agli ITS. Ministero a caccia di studenti

da Il Messaggero

Flop iscritti agli ITS. Ministero a caccia di studenti

Il ministero dell’istruzione ha stanziato 10 milioni di euro per aumentare il numero di iscritti del 20% in pochi mesi

 Oltre otto studenti su dieci, a un anno dal diploma, hanno già un impiego. E la richiesta da parte del mercato del lavoro è talmente alta che la percentuale d’occupazione è destinata a crescere, da qui a due anni, ancora di più. Si tratta degli Its, gli istituti tecnici superiori post diploma, che sfornano ogni anno professionalità altamente specializzate dall’artigianato al settore manifatturiero passando per il digitale, pronte per essere inserite nel mondo del lavoro.

L’ORIZZONTEUna formazione all’insegna dell’innovazione. Ed è proprio su questo fronte, quello dell’impresa 4.0, che le aziende vogliono investire richiedendo sempre più spesso figure qualificate da assumere e inserire nell’organico. Nel 2016, ad esempio, l’82,5% dei diplomati negli Istituti Tecnici Superiori ha trovato lavoro entro un anno dal diploma.
Non solo, nell’87,3% dei casi il lavoro trovato fa parte di un settore coerente con il percorso di studi svolto. Significa quindi che i corsi sono legati al territorio, alla richiesta delle imprese presenti e al fabbisogno di personale. E la qualità del lavoro resta alta, visto che un diplomato su tre viene assunto a tempo indeterminato.
Si tratta quindi di una formazione professionalizzante che ottiene i suoi risultati: nel 47,45% dei casi si tratta di contratti a tempo determinato o di lavoro autonomo in regime agevolato, nel  29,89% di contratti a tempo indeterminato o lavoro autonomo in regime ordinario e nel 22,65% di contratti di apprendistato.

L’INIZIATIVA

Una formazione sul campo, quindi, che punta ad affermarsi nei prossimi anni e nelle aspettative degli studenti come una reale alternativa agli studi universitari. Tanto che il ministero dell’istruzione ha stanziato 10 milioni di euro per aumentare il numero di iscritti del 20% in pochi mesi. Ad oggi infatti, nell’anno scolastico 2017-2018, sono 10500 i ragazzi che frequentano uno dei 93 Istituti tecnici superiori in tutta Italia. Nell’anno in corso sono stati attivati 370 corsi.
Ma gli iscritti sono ancora troppo pochi. Lo stanziamento di 10milioni di euro serve proprio per far crescere gli studenti che scelgono un percorso di Its con un incremento che deve essere almeno di 2mila studenti in più.

I FONDI

Ma i fondi non andranno a tutti. Le risorse infatti verranno distribuite agli Istituti tecnici superiori che sono stati destinatari di fondi premiali dopo le valutazioni di qualità effettuate nel 2017 e nel 2018. Come si valuta la qualità di un istituto? Dal numero di diplomati e, trattandosi di istituti che puntano a trovare lavoro, dal tasso di occupazione a 12 mesi di distanza dalla fine degli studi.
I percorsi formativi con i migliori esiti hanno avuto accesso ai 13,3 milioni di euro del Fondo nazionale 2017, aumentati dalla Legge di bilancio 2018 con 10 milioni in più per il 2018, 20 milioni per il 2019 e 35 milioni per il 2020. Le risorse premiali devono essere impiegate dagli Its per realizzare un percorso formativo aggiuntivo, per offrire agli studenti competenze legate al Piano nazionale Impresa 4.0 e conquistare il mondo del lavoro.

LE AREE

Dall’ultimo monitoraggio ministeriale emerge che, in base ai premi raggiunti, l’area con il maggior numero di successi è quella delle Nuove tecnologie per il Made in Italy, soprattutto nell’ambito del Sistema meccanica. Subito dopo c’è l’area Mobilità sostenibile. Gli istituti superiori non ottengono gli stessi risultati in tutta Italia: le regioni con il maggior numero di premi sono il Veneto con 13 percorsi premiati, la Lombardia con 11 percorsi e l’Emilia Romagna con 7 percorsi. La maggior parte si trova quindi al Nord, spetterà al potenziamento in atto offrire le stesse opportunità in tutta Italia.
Una strada da seguire per il neo ministro Bussetti. «Per me è una grande soddisfazione vedere i risultati conseguiti dagli ITS in questi anni di lavoro – ha commentato l’ex Sottosegretario Gabriele Toccafondi, che ha sempre creduto nel percorso professionalizzante – i percorsi sono aumentati più del 40% dal 2013, gli iscritti sono triplicati e ad oggi sono più di 10.000.

L’INNOVAZIONE

Si è voluto investire ancora per incrementare e migliorare i numeri, aumentando corsi ed iscritti, e soprattutto per potenziare lo sviluppo di quegli strumenti di innovazione tecnologica legati anche a Impresa 4.0. Abbiamo pensato ai nostri studenti e alle nostre imprese: questa è una vittoria del Paese. Anche in Italia, finalmente, c’è un sistema non accademico professionalizzante: l’Istruzione Tecnica Superiore».
Lorena Loiacono