Bambini stranieri con sindrome di Down, così musica e gioco facilitano le relazioni

Redattore Sociale del 10-06-2018

Bambini stranieri con sindrome di Down, così musica e gioco facilitano le relazioni

PALERMO. La musica e il gioco per accrescere l’autonomia e l’acquisizione di alcune competenze comunicative e motorie. E’ il fine del progetto “Insieme nelle differenze” che coinvolge 4 bambini (Alessio, Lina, Anamoul e Jolandamelodi) con sindrome di Down e di diverse nazionalità: Ghana, Mauritius e Cina. Il laboratorio, promosso dall’associazione Famiglie Persone Down di Palermo, si svolge nella sua sede che è un bene confiscato assegnato dal comune.

I minori sono figli di seconda generazione di famiglie immigrate in condizioni economiche precarie. Il percorso è stato finanziato, in modo congiunto, dall’associazione Liborio Giuffrè, attraverso una donazione e da un contributo erogato dal Comune di Palermo, che ha devoluto all’Afpd parte del ricavato del concerto di capodanno, così da permettere alle famiglie immigrate di accedere in maniera totalmente gratuita al servizio. Il progetto, unico per la tipologia di utenti, sta per concludersi dopo 2 anni di attività, ma l’intenzione – considerato che il tema delle persone migranti con disabilità è ancora poco evidente -, è di continuarlo proprio per i benefici che stanno ricevendo questi bambini.
Per Melissa, la ragazza di 18 anni, si sta portando avanti invece un lavoro diverso con il progetto “Crescere insieme agli altri”, orientato più che altro a potenziare le sue capacità di stare in relazione con gli altri e lo sviluppo di competenze per muoversi nel territorio attraverso l’acquisizione di abilità diverse.

A fare da assistente e tutor alle attività della musicoterapeuta è Emanuela, 30 anni, persona con sindrome di Down. “Mi piace moltissimo aiutare i bambini che hanno bisogno di fare le attività musicali – racconta -. Faccio accoglienza e aiuto anche Mariella a fare tutto il percorso. Mi sto affezionando ed è bello essere voluta bene da loro. Tutto questo mi rende molto contenta perché dedicarsi agli altri mi fa stare bene”.
“Abbiamo diviso i bambini in due gruppi differenti per età: 3-4 anni e 9-10 anni – spiega la musicoterapeuta Mariella Cocilovo -. Si tratta di un approccio musicale di tipo terapeutico che ci permette di lavorare in tutti gli ambiti finalizzato a migliorare il linguaggio, la relazione e la comunicazione. L’anno scorso c’è stata anche l’interazione con gli altri bambini italiani dell’associazione. L’impegno maggiore con questi bambini rispetto agli altri è nel linguaggio. Hanno delle difficoltà spesso di tipo comunicativo perché a casa parlano la lingua del paese di origine. Il bilinguismo è molto più lento e più difficile che si sviluppi per loro che hanno la sindrome di Down. Con la musica, che è un linguaggio universale, riescono a raggiungere buoi risultati. I bambini, inoltre, stanno avendo la possibilità di uscire dai loro contesti e – considerato che vanno tutti a scuola – anche gli insegnanti di sostegno hanno apprezzato il lavoro che finora è stato fatto”.

“La problematica dei bambini stranieri con disabilità non è molto conosciuta e non sarebbe emersa se non avessimo avuto la segnalazione da parte della dott.ssa Maria Piccione, responsabile del centro delle malattie genetiche dell’ospedale Cervello – aggiunge Rosalia Spinnato, socia e volontaria dell’associazione -. Questo ha permesso di iniziare il progetto per un servizio gratuito dedicato che – diversamente – queste famiglie non avrebbero potuto sostenere economicamente. L’intenzione è quella adesso di trovare le strade per continuarlo perché ci rendiamo conto del bisogno di questi bambini. Naturalmente cerchiamo per quanto possibile di coinvolgere anche i genitori in incontri dedicati alle famiglie”.

“La mia bambina è molto contenta di venire in questo posto – dice soddisfatto anche Philip Agyapong, a Palermo da 10 anni e papà ghanese di Lina, 9 anni – perché le piace molto il modo in cui gioca e canta. L’attività che svolge nel centro la aiuta anche a stare meglio a scuola con gli altri. Da tre mesi, purtroppo, è stata sospesa la terapia che Lina faceva con la logopedista e adesso aspettiamo che riprenda perché ne ha molto bisogno. E’ giusto che mia figlia impari l’italiano però per noi è anche molto importante che parli pure la lingua del nostro Paese”.
L’Afpd, dal 1983, promuove, nel territorio Palermitano, la cultura della conoscenza della sindrorme di Down e della inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down. Le attività dell’associazione sono varie e diversificate, ma tutte finalizzate all’acquisizione e al potenziamento delle autonomie dei ragazzi, nel rispetto della gradualità e degli specifici livelli di funzionamento e caratteristiche individuali. (set)