Intelligenza eguale memoria?

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Intelligenza eguale memoria?

di Maurizio Tiriticco

Nei lontani anni cinquanta nei lontani Stati Uniti un certo signor Bloom, psicologo e pedagogista di chiara fama, elaborò una tassonomia, cioè una classificazione, delle nostre operazioni cognitive, a partire da quella più semplice fino a quella più elaborata. I gradini erano sei! E lo sono ancora, ovviamente, almeno per quanto riguarda il signor Bloom! In effetti altri studiosi elaborarono tassonomie più complesse. Ricordo, ad esempio, quella di Krathwohl e quella di Gagné. Per non dire poi che un altro scienziato americano, Joy Paul Guilford, ne ha individuate ben 120! Hai voglia a conoscere! Quando affitti? Come diciamo a Roma!

Ma torniamo a Bloom, certamente il più gettonato, il quale propose la seguente successione, secondo la quale il processo cognitivo procede da un primo scalino, abbastanza semplice, che poi si sviluppa lungo altri cinque scalini, sempre più complessi. Eccoli: conoscenza, comprensione, applicazione, analisi, sintesi e valutazione. Tra i primi tre e i tre successivi corre una grande differenza. Possiamo dire che i primi tre sono abbastanza semplici e che i successivi sono più complessi. Un esempio banale. Ho a che fare per la prima volta con una matita: la vedo, la tocco, la conosco; poi qualcuno mi aiuta a comprendere a che cosa serve, quindi la applico, o meglio la uso per scrivere. Ma, se la punta della matita si rompe, sono guai! Che fare? Allora voglio capire, o meglio analizzare, com’è fatta: la rompo e mi rendo conto che si tratta di una cannuccia di legno con all’interno un sottile cilindro di grafite, in genere nera. Se posso – ma non credo – la ricompongo. Con la matita rotta non c’è nulla da fare: debbo ricorrere ad un’altra! Ne trovo una nuova – sintesi – e constato – valutazione – che scriveee!!! Cheffelicità!!! La prossima volta, se la matita non scrive, non la rompo! Ho capito che è un’operazione inutile! E che devo semplicemente ricorrere a un temperamatite! Non ridete! Anche le operazioni banali hanno la loro successione!

Ricorro a un altro esempio, meno banale. Un antico romano, resuscitato grazie a chissà quali sortilegi, ha a che fare con un’automobile! Che diavolo mai sarà? Con l’aiuto di uno di noi, conosce che si tratta di un’automobile e comprende a che cosa serve. Dopo un corso in un’autoscuola – ovviamente un po’ lunghetto, abituato com’è solo alle bighe – impara a guidarla: è la fase dell’applicazione. Allora finalmente corre tutto felice, ma ad un tratto – per Bacco – l’auto si ferma! Che cosa è successo? Procede all’analisi della situazione e si accorge che è finita la benzina! Per Diana! O, se volete, per Giove! Ma Giove non interviene! Sappiamo quali sono i suoi deboli! Lo avrebbe fatto solo se l’autista fosse stata una bella ragazza! E si sarebbe trasformato in un vigile premuroso… ma molto interessato! Insomma, spinge l’auto – è un antico romano, quindi è forte e robusto – fino al primo benzinaio e, come si suol dire, “fa il pieno”! E’ l’operazione del fare, quella della sintesi. Si rimette in auto, tutto felice, mette in moto e riparte! Quindi valuta che è tutto ok! E menomale che si tratta solo di sei operazioni! Con il signor Guilford non se la sarebbe cavata così facilmente! Hai voglia a percorrere i 120 gradini che lui ha contato!!! E chissà con quanto scrupolo!!!

Ma tutto ‘sto discorso a che serve? Sto pensando ai nostri insegnanti, maschi e femmine, altrimenti mi accusano di maschismo, aspiranti dirigenti scolastici… e me cojoni, come diciamo a Roma! Poverelli! In effetti, sono trattati peggio di un bambino di prima  primaria! In prima istanza debbono dimostrare che sanno conoscere! O meglio, nel loro caso – ma che diavolo di amministrazione abbiamo? – a ri-conoscere tra non so quante migliaia di item, quali sono quelli corretti! E’ il primo gradino di Bloom! E quello di tutti gli scienziati che si sono occupati del conoscere, dell’intellegere dei Latini! O meglio, forse di un sottogradino! Quello del semplice memorizzare! E di un memorizzare tutto strumentale, che richiede soltanto una delle forme prime, se non primordiali, pur se importantissime, dell’intelligenza, del conoscere e del comprendere!

Mi chiedo: ma in che mondo viviamo!? Povera nostra scuola! Avremo dirigenti prodigiosi per la memoria, ma… mi chiedo: un poverello, od una poverella, che non ha tanta memoria – e sarebbe il mio caso! Eppure so’ diventato ispettore!!! – che fine farà! E pensare che si tratta solo del primo gradino! Perché il bello, il concorso, che è una cosa seria, viene dopo! E allora saranno dolori! Auguri, carissimi! Datevi da fare! Memorizzate! Memorizzate! Memorizzate!