R. Saviano, La paranza dei bambini

“La paranza dei bambini”, un romanzo di Roberto Saviano
Universale Economica Feltrinelli, 2018

 di Mario Coviello

Dieci ragazzini in scooter sfrecciano contromano alla conquista di Napoli. Tra social, «roba», canne e frequentazione di locali che ricordano un po’ gli anni Ottanta, “ La paranza dei bambini” di Roberto Saviano che potete acquistare a 9,90 euro con un’altro romanzo sempre della UE Feltrinelli,racconta l’ascesa di una paranza, un gruppo di fuoco legato alla camorra, e del suo capo, il giovane Nicolas Fiorillo detto Maraja. Poi ci sono Briato’, Tucano, Dentino, Drago’, Lollipop, Pesce Moscio, Stavodicendo, Drone, Biscottino e Cerino, soprannomi innocui di ragazzi che si muovono tra innocenza e sopraffazione. «Sono bambini, stanno arrivando e vogliono tutto», soprattutto i soldi che «li ha chi se li prende». Per loro giusti e ingiusti, buoni e cattivi sono tutti uguali. La vera distinzione è tra forti e deboli. E nella storia entrano anche i genitori, le madri, come quella di Nicolas che arriva in questura, dopo che il figlio è stato beccato con il «fumo», come «una belva».

«Impegnarsi vale la pena? Lavorare vale la pena? Chi si impegna e chi ha talento davvero prende posti di responsabilità, o si vince solo con furbizia, strategia e tattica? “ Questi sono i ragionamenti che attraversano le periferie del mondo — ha spiegato lo scrittore -. Oggi cosa dice un quattordicenne, quindicenne: cosa vale? Il cash, il denaro. Tutto e subito. Il loro pensiero è: “non raccontiamocela, è impossibile che io possa realizzarmi con le mie forze. Ci sarà sempre un raccomandato, un protetto che ce la farà. E allora meglio sparare prima di essere sparati”.

Appollaiati sui tetti della città, imparano a sparare con pistole semiautomatiche e AK-47 mirando alle parabole e alle antenne, poi scendono per le strade a seminare il terrore in sella ai loro scooter. A poco a poco ottengono il controllo dei quartieri, sottraendoli alle paranze avversarie, stringendo alleanze con vecchi boss in declino.

La paranza è un tipo di pesca che si svolge nelle ore notturne, quelle in cui i pesci abbandonano i fondali e le tane, facilitata dall’uso di grosse lampade che attirano il branco, ingannandolo, guidandolo nel centro delle reti per una più facile cattura. Si pescano così i totani, i cefali, i branzini, le spigole, i piccoli tonni destinati a fare bella mostra di sé sui banchi dei mercati ittici. La parte più magra del bottino della giornata di lavoro, banale e insapore, è data dai pesci piccoli e piccolissimi che rimangono impigliati sul fondo della rete, presi in trappola dal trascinio sui fondali; questi ultimi, cucinati uno per uno non hanno neanche un gusto particolare. Invece preparati in frittura tutti insieme creano una piccola prelibatezza, detta appunto “frittura di paranza”, a riprova una volta di più dell’antico detto “l’unione fa la forza”. Questo accade nella difficile realtà sociale dei quartieri più poveri e degradati di Napoli.

Il romanzo spiega direttamente, meglio di qualsiasi trattato sociopolitico, la malsana influenza, gli scempi e gli abusi della camorra a carico di questo gruppo di dieci ragazzini, nati e cresciuti nei quartieri di Napoli. I dieci bambini, sono come i pesci piccoli sul fondo della rete, presi uno per uno in apparenza non contano granché, in realtà sono comuni ragazzini, con tanto di buono in loro, basti pensare appunto che messi tutti insieme possono dar luogo ad una frittura prelibata, un condensato di innocenza, intelligenza, vitalità e civile consistenza. Come i piccoli pesci sul fondo della rete, sono attirati dalla luce delle paranze: luce che nel caso specifico è il richiamo abbagliante del facile denaro e del potere conseguente. E appunto come falene questa luce li incenerirà portandoli alla rovina: è inevitabile, Saviano ne è consapevole e testimone, con dolorosa amarezza.

Così Roberto Saviano “L’immagine che resta impressa è quella di un ragazzino che sfida un vecchio boss che lo minaccia per lasciare il quartiere. Il ragazzo gli dice: “Per diventare bambino ci ho messo 10 anni, per spararti in faccia ci metto un secondo”. Raccontiamo ragazzini criminali, che prendono per la prima volta nella storia il potere colmando lo spazio vuoto dei boss in carcere o latitanza. Quindicenni in grado di gestire il narcotraffico che smuove milioni di euro e che sono capaci di uccidere a sangue freddo, eppure dormono ancora nella loro stanzetta accanto ai genitori”.

Per raccontare questi adolescenti armati, quindicenni che non temono il carcere né la morte, Saviano ha seguito il metodo di Franco Rosi nel film `Le mani sulla città´ dove, come spiega lo stesso autore nella nota che chiude il libro, «personaggi e fatti narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce».

Da pag 18 del libro si legge:«Forcella è materia di Storia. Materia di carne secolare. Materia viva. Sta lì, nelle rughe dei vicoli che la segnano come una faccia sbattuta dal vento, il senso di quel nome. Forcella. Una andata e una biforcazione. Un’incognita, che ti segnala sempre da dove partire, ma mai dove si arriva, e se si arriva. Una strada simbolo. Di morte e resurrezione. Ti accoglie con il ritratto immenso di san Gennaro dipinto su un muro, che dalla facciata di una casa ti osserva entrare, e con i suoi occhi che tutto comprendono ti ricorda che non è mai tardi per risollevarsi, che la distruzione, come la lava, si può fermare…… A Forcella anche le pietre sono vive, anche loro respirano. I palazzi sono attaccati ai palazzi, i balconi si baciano davvero a Forcella. E con passione. Anche quando ci passa in mezzo una strada. E se non sono i fili del bucato che li tengono uniti, sono le voci che si stringono la mano, che si chiamano per dirsi che quello che passa sotto non è asfalto ma un fiume attraversato da ponti invisibili. Ogni volta che Nicolas a Forcella passava davanti al Cippo provava la stessa allegria. Si ricordava di quando, due anni prima, ma parevano secoli, erano andati a rubare l’albero di Natale in galleria Umberto e lo avevano portato lì, dritto dritto, con tutte le sue palline lucenti, che lucenti non erano più dato che non c’era corrente ad alimentarle. Così si era fatto notare da Letizia, che uscendo di casa la mattina dell’Antivigilia e voltando l’angolo aveva visto apparire la punta, come in quelle fiabe in cui semini la sera e quando il sole sorge, opla’, ecco che è cresciuto un albero che tocca il cielo. Quel giorno lei l’aveva baciato».

Alberto Asor Rosa su Repubblica ha scritto:«In Saviano, ad onta della sua fama di polemista e di “denunciatore, la natura prevalente è quella del narratore. Qualunque cosa Saviano dica o denunzi, lui innanzi tutto la racconta. Il suo genio naturale è questo. “La paranza dei bambini” lo ri-dimostra eloquentemente.»

Nell’inserto domenicale del Corriere della Sera “ La Lettura” leggiamo «Con questo romanzo, adda murì mammà, Saviano ha “scassato i ciessi!”, ha spaccato tutto.»