Competenze di fine obbligo, edizione 2018

Competenze di fine obbligo, edizione 2018

di Maurizio Tiriticco

Recentemente in sede europea è stata adottata una nuova risoluzione in materia di competenze di cittadinanza: competenze che i nostri cittadini/studenti sono tenuti a conseguire al termine del ciclo decennale di istruzione obbligatoria, quindi al termine del primo biennio di istruzione secondaria superiore. E’ ovvio che, a partire dalla prima classe primaria, gli insegnanti debbono conoscere le competenze di cittadinanza che i propri alunni dovranno conseguire al sedicesimo anno di età. Conseguentemente dovranno programmare le loro attività di Educazione, Formazione e Istruzione in modo che siano finalizzate a far conseguire a ciascuno di loro quel “successo formativo” di cui al comma 2 dell’articolo 1 del dpr 275/99 concernente il “Regolamento sull’autonomia organizzativa e didattiche delle istituzioni scolastiche”.

Potrei ricordare a margine che a tutt’oggi il percorso decennale di istruzione si svolge lungo tre gradi di istruzione che non sempre sono tra loro coordinati affinché si possa progettare, programmare e pianificare un curricolo di studi continuo e progressivo. Sarebbe auspicabile una normativa ad hoc che permetta di superare tale frammentazione.

La risoluzione europea è contenuta nella “Raccomandazione relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente, adottata dal Consiglio nella sua 3617ª sessione, tenutasi il 22 maggio 2018 (Bruxelles, 17.1.2018 COM (2018) 24 final 2018/0008 (NLE). Il quadro di riferimento delinea otto tipi di competenze chiave: – competenza alfabetica funzionale; – competenza multilinguistica; – competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria; – competenza digitale; – competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare; – competenza in materia di cittadinanza; – competenza imprenditoriale; – competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali.

Si ricorda che una competenza è un saper fare consapevole e mirato che caratterizza l’agire responsabile di un dato soggetto. La competenza, quindi, sottintende il conseguimento di specifiche abilità e di specifiche conoscenze Una competenza, infatti, implica l’azione attiva di una o più abilità. L’abilità è un saper fare determinato da una capacità. Ad esempio, banalmente: se sono capace di adoperare le gambe, sono abile nel camminare e nel correre; se sono capace di adoperare le mani, sono abile nel lavarmi, vestirmi e compiere le azioni cosiddette quotidiane. Attenzione! Un chirurgo e un pianista non sono solo abili nell’adoperare le mani e le dita, ma sono anche competenti. In effetti il chirurgo e il pianista – comunque, qualunque professionista, non solo di alto livello, come si suol dire (un magistrato, un architetto, un insegnante), ma di qualsiasi livello (un autista, un badante, una colf, un infermiere) sono tenuti a possedere conoscenze, capacità/abilità e competenze particolari e mirate. Un altro esempio: ciascuno di noi è abile quando usa le gambe per camminare e correre, magari per non perdere il tram, ma… il calciatore, il podista, il saltatore olimpico usano le loro gambe in ordine a una particolare competenza.

In conclusione, possiamo dare le seguenti definizioni:

CONOSCENZA: va intesa non solo nel senso delle informazioni apprese ed archiviate nella nostra memoria, ma anche e soprattutto nel senso dell’attività del conoscere sempre nuove “cose”, o meglio, di essere in grado di acquisire, comprendere, archiviare e saper utilizzare costantemente dati e informazioni. Si ricorda che “Antonio” è un dato e che “correre” è un altro dato. Ma se dico/scrivo “Antonio corre”, produco una informazione. E’ un esempio banale, ma calzante. In effetti, un parlante non deve possedere solo un vocabolario virtuale, ma anche una grammatica virtuale, al fine di produrre informazioni comunicative. E’ opportuno ricordare che la grammatica si distingue in fonologia (i suoni), morfologia (le forme) e sintassi (i costrutti). Per l’uso produttivo e corretto della grammatica, rinvio alla teoria degli “atti linguistici”.

CAPACITA’, in quanto condizione per esercitare un’ABILITA’. Se mi rompo una gamba perdo la CAPACITA’ di esercitare l’ABILITA’ del camminare. Attenzione! Posso essere capace/abile nell’utilizzo delle mani ai fini degli usi quotidiani, ma non sono capace di suonare un pianoforte o di esercitare un’operazione chirurgica. E’ il caso in cui il soggetto accede a una data competenza.

COMPETENZA. La competenza è quindi un fare/produrre un qualcosa di significativo e produttivo. Il fare è in genere individuale, ma in molti casi si esprime in équipe, quando il soggetto si coordina con altri. Un conto è suonare il pianoforte singolarmente; altro conto è suonarlo in un’orchestra coordinandosi con gli orchestrali e con il direttore. Per non dire di una squadra di calcio, in cui le competenze personali di ciascuno debbono coordinarsi con quelle di tutti i giocatori della squadra. Per quanto riguarda la scuola, un insegnante è COMPETENTE non solo se è “padrone” della propria disciplina, ma anche se è CAPACE/ABILE di coordinarsi con gli alunni e con i suoi colleghi. In effetti l’analisi di un gruppo/classe o di un consiglio di classe rinvia ad altre ricerche, relative alla cosiddetta “dinamica di gruppo”, su cui sono state scritte molte pagine. Mi limito a un solo riferimento: Jakob Levi Moreno, inventore del sociogramma. Ma su questa tematica in Italia sono state scritte poche pagine! Siamo un Paese di individualisti?

Tornando alle otto competenze chiave di cittadinanza – ripeto: valide per tutte le scuole dell’Unione Europea – occorre anche considerare a come accertarle e certificarle. Nel caso italiano, i nostri insegnanti sono tenuti a certificarle, come già detto, alla conclusione del decennio obbligatorio di studi, operando secondo il Modello allegato al D.M. 9/2010, che così recita.

Livello di base: lo studente svolge compiti semplici, compie scelte consapevoli, mostrando di possedere conoscenze ed abilità essenziali.

Nel caso in cui non sia stato raggiunto il livello base, andrà riportata l’espressione: “livello base non raggiunto”.

Livello intermedio: lo studente svolge compiti di maggiore complessità rispetto al livello di base, compie scelte consapevoli e motivate, mostrando padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità.

Livello avanzato: lo studente svolge compiti complessi, mostra padronanza nell’uso delle conoscenze e delle abilità. Sa proporre e sostenere le proprie opinioni e  assumere decisioni consapevoli.

Occorre anche specificare la prima lingua straniera studiata.

Il riferimento operativo va, ovviamente, alla Raccomandazione a cui abbiamo accennato precedentemente, adottata dal Consiglio il 22 maggio 2018. Vorrei tanto che la citata Raccomandazione costituisse un’occasione di riflessione e di studio in materia di certificazione di competenze per i nostri insegnanti. I quali spesso sono più preoccupati della conoscenza della “propria” disciplina da parte degli studenti che del conseguimento di competenze pluri- ed interdisciplinari!