Dl dignità, aperto il paracadute per 7 mila maestri da licenziare

da ItaliaOggi

Dl dignità, aperto il paracadute per 7 mila maestri da licenziare

Supplenza prima e concorso poi, ma non a tutti piace

Marco Nobilio

Licenziati per effetto delle sentenze della magistratura e riassunti per legge, ma con contratti di supplenza. È la sorte che subiranno i diplomati magistrali che sono stati inclusi nelle graduatorie a esaurimento, per effetto di provvedimenti cautelari emessi in prima battuta dai giudici amministrativi e che, poi, per effetto delle sentenze emesse dagli stessi giudici, sono stati licenziati o stanno per esserlo. Il governo con il decreto dignità, convertito in legge, legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale l’11 agosto scorso, ha disposto che questi soggetti saranno ripescati con contratti a termine e poi potranno partecipare a un concorso loro riservato che dovrebbe rimettere, gradualmente, le cose a posto. Il problema non si pone per i docenti che sono stati inclusi nelle graduatorie a esaurimento per effetto di sentenze passate in giudicato, dunque non più appellabili dall’amministrazione perché definitive e che, grazie a tale inclusione, sono stati immessi in ruolo o assunti a tempo determinato. Che non saranno licenziati e, in ogni caso, se ancora precari, conserveranno il diritto a permanere nelle graduatorie a esaurimento e nelle graduatorie di I fascia dalle quali derivano. La questione riguarda, invece, i destinatari di sentenze negative o coloro il cui ricorso non sia ancora giunto a sentenza: circa 7mila persone. Il cui esito, peraltro, è scontato, per effetto di una pronuncia contraria dell’Adunanza plenaria del Consiglio di stato. La soluzione adottata dal governo, però, non soddisfa tutti. Secondo l’Anief «solo uno su cinque avrà il contratto annuale fino al 30 giugno 2019. Inoltre, chi ha insegnato due anni e ha superato l’anno di prova con riserva deve ripetere tutto». Resta il fatto, però, che «lo stato è stato chiamato ad applicare una sentenza del Consiglio di stato che non ha confermato il loro inserimento in ruolo e nelle graduatorie ad esaurimento. Noi abbiamo teso loro la mano», spiega Mario Pittoni (Lega), presidente della commissione istruzione del senato, «con un contratto a tempo determinato che dispiega effetti nell’immediato, e poi mettendo in piedi un concorso straordinario che rimetterà buona parte di loro in carreggiata».