La pedagogia, questa sconosciuta!

La pedagogia, questa sconosciuta!

di Maurizio Tiriticco

Il titolo dell’articolo è edificante: “Le scienze dell’Educazione per l’Europa”. E’ pubblicato alla pagina 32 de “la Repubblica” di oggi. Ed è firmato da autorevoli pedagogisti! Appena l’ho letto, mi sono detto: “Ah! Ma allora esiste una ricerca educativa nel nostro Paese! E riguarda anche l’Europa intera! Ed io che credevo che fosse ormai morta!!!” Ma poi, leggendo l’articolo con estrema attenzione, periodo dopo periodo… mi ha assalito un grande sconforto! Di fatto, nulla di nuovo sotto il sole! Insomma, un vero e proprio piagnisteo! Fior di pedagogisti che si battono il petto e lamentano la non presenza – non voglio dire l’assenza – della ricerca educativa, oggi, almeno nel nostro Paese! Altrove non so, ma sono anni che non ho notizia di un saggio, di un articolo, di un nome! So solo che, anno dopo anno, arrivano le ricerche dell’OCSE sui sistemi educativi dei Paesi più importanti e che l’Italia si aggira sempre un po’ più su o un po’ più giù della media. E Singapore e Giappone sono sempre in testa!

Insomma, se nel nostro Paese girano dei nomi in materia pedagogica, sono quelli di sempre, Laporta, Visalberghi, Don Milani! Per non dire de “La testa ben fatta, riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero”, quell’aureo saggio di Edgar Morin che, alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, non solo ebbe un grande successo, ma offrì anche agli insegnanti preziose indicazioni per un rinnovamento delle loro attività. Ma poi, con il nuovo millennio… più nulla! E la ricerca pedagogica? Boh!!!

Quindi, la chiave di lettura dell’articolo citato non è il modo indicativo, ma il condizionale! In effetti, non si dice che “la scuola italiana fa…”, ma che “la scuola italiana, dovrebbe, potrebbe…”. Riporto questo passaggio, in quanto mi sembra la sottolineatura di uno sconforto nazionale. Comunque, i nostri firmatari pedagogisti – od ex? – affermano che, di fronte alle tante sfide che la società contemporanea propone ed impone, “è dunque il momento di riproporre con forza il ruolo trasformativo dell’atto educativo, affinché riacquisisca l’imprescindibile funzione di volano per la società”. Viene da chiedermi, e da chiedere: ma dove erano in tutti questi anni i firmatari di questo accorato appello? Io ricordo soltanto che, quelle rare volte che alcuni di loro sono andati nelle scuole a confrontarsi con gli insegnanti, non hanno ottenuto lusinghieri successi! Perché, in effetti, un conto è scrivere di pedagogia; ma altro conto è confrontarsi ogni giorno con una classe di alunni! In effetti, se non erro, la ricerca pedagogica, almeno quella italiana, da lunghi anni tace. In realtà, quali indicazioni, quali sussidi hanno offerto alle nostre tante scuole in difficoltà? Difficoltà di ogni tipo: un mondo infantile e giovanile che cambia di giorno in giorno; ma un’organizzazione e un’offerta educativa che sono quelle di sempre! Lo so! Non ci sono più i programmi ministeriali, sostituiti dalle Indicazioni nazionali e dalle Linee guida, ma… i ma sono tanti! In effetti, l’organizzazione della vita scolastica è quella di sempre! Dominano le tre C, che da sempre denuncio, ma che sembrano immodificabili! La Classe, la Cattedra, la Campanella! Un’organizzazione della vita scolastica che è rimasta immodificata fin dai tempi della legge Casati (1859) e della legge Coppino (1877). E mettiamoci pure la riforma Gentile del 1923!

Oggi, con tutti i profondi cambiamenti che sono avvenuti nel sociale, nel mondo giovanile, nel modo dell’informazione, la scuola delle tre C è in buona misura insopportabile, anche da parte degli stessi insegnanti! E poi, come se non bastasse, arrivano le prove Invalsi a fare le pulci a scuole e insegnanti! In tale scenario, si contano sulla punta delle dita i DS che hanno rovesciato questa organizzazione. Quindi, alcune eccezioni ci sono. Vorrei ricordare il “Majorana”, di Brindisi; il “Pacioli” di Crema, il “Fermi” di Mantova, il “Volta” di Perugia, il “Savoia Benincasa” di Ancona, il “Marco Polo” di Bari. Ed è importante che il DS del “Majorana”, Salvatore Giuliano, sia oggi sottosegretario all’Istruzione! Io non sono un tifoso dei pentastellati, ma mi auguro che il nostro Giuliano riesca a proporre alle nostre scuole modelli organizzativi diversi e, in primo luogo, più produttivi Lui che di modelli innovativi ha una lunga esperienza!

Come dice un vecchio adagio, lasciamo lavorare il manovratore! Un augurio e una scommessa! La nostra scuola ha bisogno di rinnovarsi dalle fondamenta! L’anno scolastico che sta per cominciare segnerà l’avvio del cambiamento?