Presidi, medici e ministero “I non vaccinati fuori dagli asili”

da la Repubblica

Presidi, medici e ministero “I non vaccinati fuori dagli asili”

Alla Camera le autorità scolastiche e sanitarie, tutti contro l’emendamento che rinvia l’esclusione Già centinaia di bambini rifiutati dalle scuole

Michele Bocci

Un coro di no contro l’emendamento al Milleproroghe che prevede per quest’anno scolastico di far entrare ai nidi e alle materne anche i bambini non vaccinati. Ieri di fronte alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera si sono svolte le audizioni di istituzioni sanitarie, rappresentanti dei professionisti, presidi e pure dell’esperto nominato dalla ministra alla Salute Giulia Grillo (M5S) a capo della Commissione nazionale vaccini, Vittorio Demicheli. Come già anticipato a Repubblica, l’uomo incaricato di disegnare le politiche sanitarie ministeriali ha spiegato che bisogna bloccare l’emendamento, presentato proprio da Lega e Cinquestelle. Evidentemente al ministero hanno idee diverse sul punto rispetto ad alcuni loro compagni di movimento.

Prima di Demicheli, la commissione ha assistito a una lunga sfilata di esperti che hanno chiesto tutti, salvo un pediatra pisano, di non cambiare le cose. Silvio Garattini, presidente del Mario Negri di Milano, ha spiegato: « Cambiare la legge sull’obbligo vaccinale sarebbe un grave errore, modificherebbe un orientamento che ormai era largamente accettato perché la maggior parte della gente aveva capito il senso dell’obbligo. Non vaccinare creerebbe problemi. In Francia ci sono 11 vaccini obbligatori, eppure nessuno dice nulla, nessuno protesta, nessuno nel Parlamento si occupa di questo. Come mai?».

Giovanni Rezza, responsabile delle malattie infettive all’Istituto superiore di sanità, ha spiegato che sarebbe « sconveniente introdurre la sospensione dell’obbligo vaccinale. Vorrebbe dire sospendere una legge che in questo momento sta dando i suoi frutti. Dal 2016 al 2017 l’aumento della copertura vaccinale dell’esavalente è stato dell’ 1,2%, ma soprattutto abbiamo registrato una crescita della copertura vaccinale del morbillo del 4,4% in pochi mesi». Anche la Federazione dell’Ordine dei medici si è schierata chiaramente per il mantenimento dell’obbligo per l’accesso a scuola. Posizioni simili quelle della Federazione dei medici di famiglia ( Fimmg) e della Società italiana di pediatria ( Sip). « Fino a poco tempo fa, abbiamo assistito ad un calo delle coperture vaccinali ed eravamo preoccupati perché era palese ci fosse il rischio del riaffiorare di malattie che pensavamo poco presenti od ormai sconfitte, come il morbillo ma non solo » , ha detto Alberto Villani della Sip. Per Antonello Giannelli dell’Associazione nazionale presidi se si rinvia l’obbligo per l’iscrizione a scuola « quest’anno il rischio di salute e sicurezza sarà molto più grave dell’anno appena concluso. Se ammettiamo alla scuola i figli di genitori che hanno deciso di non vaccinare, mettiamo a rischio contagio quei bambini che non si possono vaccinare per ragioni di salute».

Riguardo a Demicheli, ha ricordato di aver dato « un giudizio negativo del decreto Lorenzin, perché fu un intervento semplicistico e affrettato. Chiedo di non rifare lo stesso errore ora. Non ha senso correggere la legge ora che la macchina partita faticosamente è partita. E poi se viene tolto il divieto di entrare, alcune Regioni faranno le loro leggi e si creerebbe una situazione caotica». Demicheli ha anche ripetuto che per il morbillo, comunque, l’obbligo potrebbe restare anche con l’eventuale nuova legge.

Ora si attende di capire se la marcia indietro sull’emendamento Lega- Cinquestelle ci sarà, cosa che verrà decisa nei prossimi giorni (il termine per approvare il Milleproroghe scade il 23 settembre). Intanto gli asili sono iniziati in quasi tutta Italia e ci sono i primi problemi per le famiglie di bambini senza vaccino che si presentano a scuola. A Bologna 90 bambini sono stati sospesi ieri dalla materna e altri 46 non potranno frequentare il nido dalla prossima settimana perché non in regola. A Padova i genitori di circa fino 60 bambini avranno tempo fino ad ottobre per metterli in regola. Per ora devono restare fuori. A Brescia sono a rischio 82 alunni, a Firenze una sessantina. A Reggio Emilia invece 77 alunni sono stati accolti anche se non avevano l’autocertificazione.