Il servizio di refezione scolastica per gli alunni delle primarie non è obbligatorio

da Il Sole 24 Ore

Il servizio di refezione scolastica per gli alunni delle primarie non è obbligatorio

di Maria Luisa Beccaria

Via libera al panino a scuola: non può essere obbligatorio, infatti, il servizio di refezione scolastica per gli alunni delle scuole materne ed elementari.
La sentenza del Consiglio di Stato 5156/2018, nel confermare quella del Tar Napoli 1566/2018, ha bocciato le delibere 21 e 121/2017 del Comune di Benevento, che hanno stabilito il divieto, nei locali in cui si svolge la refezione scolastica, di consumare cibi diversi da quelli forniti dall’impresa appaltatrice del servizio, limitando la sfera giuridica dei ricorrenti, sia quali legali rappresentanti degli alunni, sia nella qualità di genitori.

La scelta alimentare facoltà individuale
La scelta alimentare è una facoltà dell’individuo, espressione della libertà personale, e se minore, della famiglia mediante i genitori. Salvo non ricorrano dimostrate e proporzionali ragioni particolari di sicurezza o decoro, essa è libera e si esplica all’interno ed all’esterno delle mura domestiche, in luoghi altrui, in luoghi aperti al pubblico, in luoghi pubblici.
I giudici hanno ritenuto inidoneo e sproporzionato il divieto di permanenza nei locali scolastici per gli alunni che vogliono mangiare cibi portati da casa o acquistati in modo autonomo. Esso risulta altresì in contrasto con la circolare del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca del 3 marzo 2017 n. 348 , rivolta ai direttori degli uffici scolastici regionali, che ha consentito di consumare i cibi portati da casa, dettando alcune regole igieniche e sollecitando, per evitare possibilità di scambio di alimenti e contaminazioni, cautele analoghe a quelle relative alla somministrazione di pasti speciali, (in caso di celiachia e/o di intolleranze alimentari), anche con il supporto del Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione presso l’Asl territoriale.

Le norme
L’articolo 6, comma 1, del Dlgs 63/2017 aveva qualificato facoltativi i servizi mensa, attivabili a richiesta, per le alunne e agli alunni delle scuole pubbliche dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Essi possono essere assicurati nei limiti dell’organico disponibile e senza nuovi o maggiori oneri per gli enti pubblici interessati.
L’articolo 2 del Dlgs 63/2017 ha definito la competenza dello Stato, le Regioni e gli enti locali per la programmazione degli interventi per il sostegno al diritto allo studio per fornire, su tutto il territorio nazionale, anche il servizio di mensa.

La giurisprudenza
L’importante precedente è la sentenza 21 giugno 2016 numero 1059 della Corte di Appello di Torino che ha definito la refezione scolastica servizio locale a domanda individuale, non obbligatorio per l’ente locale ma facoltativo per l’utente.
È stato riconosciuto il diritto al pasto domestico quale diritto soggettivo derivante dall’ordinamento costituzionale e scolastico, in particolare dall’articolo 34, comma 2, della Costituzione che tutela il diritto all’istruzione primaria, e dalla normativa scolastica. L’attuazione di esso determina l’adozione di misure organizzative, in relazione alla specifica situazione logistica dei singoli istituti scolastici.
Alla sentenza, contro la quale il Comune di Torino ha proposto ricorso in Cassazione, hanno fatto seguito le ordinanze cautelari dei Tribunali di Torino (13 agosto e 9 settembre 2016), di Genova (20 dicembre 2016), di Napoli (25 maggio 2017), quest’ultima nell’ambito del procedimento proposto per l’annullamento della deliberazione del consiglio comunale del 10 luglio 2017 numero 21, e degli articoli 1, 2, 3 e 4 del regolamento servizio di ristorazione scolastica, che ha consentito ai dirigenti scolastici di dettare «prescrizioni di salvaguardia igienica (proporzionate e non disagevoli), per l’introduzione di alimenti esterni nelle scuole di riferimento».

Iniziative legislative
Risale al 2015 il Ddl 2037, che al 20 settembre 2017 si trova alla 9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato in sede referente.
I servizi di ristorazione sono stati considerati parte integrante delle attività formative ed educative erogate dalle istituzioni scolastiche, nonché servizi pubblici essenziali in quanto contribuiscono a garantire il godimento dei diritti della persona, costituzionalmente tutelati, alla salute, all’assistenza e all’istruzione.
Nelle osservazioni datate 15 febbraio 2017 l’Anac ha valutato positivamente la scelta del criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’aggiudicazione dei contratti pubblici relativi ai servizi di ristorazione ospedaliera, assistenziale e scolastica. È prevista anche la predisposizione di un bando tipo Anac.