Assicurare l’istruzione primaria universale

Assicurare l’istruzione primaria universale: il secondo obiettivo della United Nations Millennium Declaration

di Immacolata Lagreca

 

Il nuovo millennio si è aperto con una dichiarazione di solidarietà e un’indicazione importantissima per l’Umanità: liberare il mondo dalla miseria. Dal 6 all’8 settembre del 2000, infatti, si è tenuto a New York il “Millennium Summit”, convocato dalle Nazioni Unite, un’autorevole assise che ha visto riunito il più gran numero mai raggiunto di rappresentanti di Stato.

Il successivo 20 settembre dello stesso anno, 189 Capi di Stato e di Governo hanno sottoscritto all’unanimità un importante documento che, partendo dai valori fondamentali per l’Umanità, quali la libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, il rispetto per la natura e la condivisione delle responsabilità, vuole porre le basi per lo sviluppo di importanti obiettivi: la pace, la sicurezza e il disarmo, lo sviluppo economico per tutti e lo sradicamento della povertà, la protezione dell’ambiente, la tutela dei diritti umani, l’incremento della democrazia e del buon governo, la protezione dei più deboli, le necessità particolari dell’Africa, il rafforzamento delle Nazioni Unite come strumento efficace in questi ambiti. Il documento è la “United Nations Millennium Declaration” attraverso il quale sono stati adottati gli “otto obiettivi del Millennio” da raggiungere entro il 2015:

Si legge al punto 2 (Valori e Principi) della Dichiarazione:

Noi riconosciamo che, oltre alle nostre personali responsabilità verso le rispettive società di appartenenza, condividiamo una responsabilità collettiva nell’affermare i principi della dignità umana, dell’uguaglianza e dell’equità a livello globale. In qualità di leaders, pertanto, abbiamo un dovere verso tutti i popoli del pianeta, specialmente quelli più vulnerabili e, in particolare, verso i bambini del mondo intero, ai quali appartiene il futuro[1].

Questa solenne dichiarazione, probabilmente poggia le sue radici in un’altra importante riunione, tenutasi a Stoccolma nel 1972[2]. Qui, seppur con un numero di partecipanti minore, centotredici Stati presenti, fu approvata la cosiddetta “Dichiarazione di Stoccolma” costituita da ventisei principi, tra i quali la libertà, l’uguaglianza e il diritto ad adeguate condizioni di vita e dove fu sottolineata la necessità di proteggere le risorse naturali opportunamente razionalizzate per il beneficio delle generazioni future[3].

Negli anni successivi, i principi della Dichiarazione di Stoccolma hanno dato impulso a numerosi atti di cooperazione internazionale che hanno portato nel tempo alla “Dichiarazione del Millennio”.

La “United Nations Millennium Declaration” prevede l’impegno congiunto di Paesi ricchi e Paesi poveri. Quelli con maggiori risorse, in base all’impegno preso, dovrebbero arrivare, allo scadere del 2015, a dare lo 0,7 del PIL per l’aiuto pubblico, con una buona politica di cooperazione e aiuto allo sviluppo, con caratteristiche di qualità ed equità, in modo che sia vantaggiosa per i beneficiari e che non segua logiche commerciali. Ma è chiesto un impegno anche ai Paesi poveri, uno sforzo per raggiungere gli obiettivi con strategie adeguate a promuovere riforme a livello nazionale, a sostenere un buon governo ed eliminare la corruzione interna.

I traguardi fissati sulla carta al Millennium Summit, che individuano un percorso verso un mondo più equo, più sicuro e sostenibile, prevendo il loro raggiungimento entro il 2015, sono otto:

1) Eliminare la povertà e la fame nel mondo,

2) Assicurare l’istruzione primaria universale e l’accesso paritario a tutti i livelli di istruzione.

3) Promuovere l’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne.

4) Diminuire la mortalità infantile.

5) Migliorare la salute materna.

6) Combattere l’HIV/AIDS, la tubercolosi, la malaria e le altre malattie.

7) Assicurare la sostenibilità ambientale.

8) Sviluppare una partnership globale per lo sviluppo.

Affrontiamo brevemente l’obiettivo numero due sottoscritto nella United Nations Millennium Declaration: assicurare l’istruzione primaria universale e l’accesso paritario a tutti i livelli di istruzione.

Tale obiettivo è sancito nella Dichiarazione, all’interno della parte III (“Sviluppo ed eliminazione della povertà”), al punto 19:

garantire che [entro il 2015] tutti i bambini del pianeta, siano essi maschi o femmine, siano in grado di completare il ciclo degli studi elementari e che alle bambine e ai bambini venga garantito un accesso paritario a tutti i livelli dell’istruzione[4].

È da ricordare che l’istruzione primaria è già stata riconosciuta come un fondamentale diritto umano dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”[5] all’articolo 26:

Ogni individuo ha diritto all’istruzione.

L’istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria. L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.

L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. […][6].

La mancanza di istruzione priva innanzitutto l’individuo di vivere un’esistenza piena, spogliandolo delle sue potenzialità. Priva inoltre le società delle fondamenta dello sviluppo, ossia di individui che possono, grazie all’istruzione stessa, contribuire allo sviluppo del progresso, dell’alimentazione, della salute. L’obiettivo educativo è quindi cruciale per poter raggiungere gli altri “obiettivi del Millennio”.

Fattori cruciali che determinano il mancato accesso alla scuola sono riconosciuti essere la povertà e la zona di residenza. Si registrano inoltre significative differenze nell’accesso alla scuola primaria in base al genere. Un ulteriore dato rilevante negativo è quello riguardante l’abbandono scolastico. Quindi, non solo è necessario assicurare la possibilità per tutti i bambini e le bambine di poter iniziare a studiare, ma, oltre a questo deve essere garantito loro il diritto a portare a termine il ciclo di studi iniziato.

Povertà e marginalizzazione rappresentano, dunque, le principali cause di esclusione[7]. I bambini più esposti al rischio di dispersione o abbandono scolastico sono quelli che provengono da famiglie molto povere, soprattutto in comunità rurali o remote e nelle zone più degradate del “terzo mondo” e nei quartieri più poveri delle città. Altri gruppi vulnerabili e soggetti a esclusione sono quelli composti dai bambini lavoratori, dai bambini appartenenti a minoranze etniche e linguistiche, dai bambini di strada, nomadi, orfani, disabili o affetti da HIV/AIDS. La presenza di conflitti, ovviamente incide sul tasso di scolarizzazione.

La discriminazione di genere rappresenta un ulteriore ostacolo all’universalità dell’accesso all’istruzione. Infatti permangono marcate differenze di genere nell’accesso all’istruzione: tre quinti dei bambini che non frequentano la scuola sono bambine e due terzi degli di adulti analfabeti sono donne[8].

Il Millennium Development Goals Report 2015 riporta dati incoraggianti:

Il tasso netto di iscrizione scuola primaria nelle regioni in via di sviluppo ha raggiunto il 91 per cento nel 2015, rispetto al 83 per cento nel 2000.

Il numero di out-of-scuola dei bambini in età scolare in tutto il mondo è caduto di quasi la metà, a una stima di 57 milioni nel 2015, in calo da 100 milioni nel 2000.

Africa subsahariana ha avuto il miglior record di miglioramento dell’istruzione primaria di qualsiasi regione in quanto sono stati stabiliti gli MDG. La regione ha raggiunto un 20 percentuale aumento di un punto del tasso netto di iscrizione 2000-2015, rispetto ad un utile di 8 punti percentuali tra il 1990 e il 2000.

Il tasso di alfabetizzazione tra i giovani di età compresa tra i 15 ei 24 è aumentata a livello globale da 83 per cento al 91 per cento tra il 1990 e il 2015. Il divario tra donne e uomini è ridotto[9].

Sebbene i dati sono più confortanti rispetto al passato, occorre ancora impegnarsi per affrontare i problemi correlati di efficienza, equità e livelli delle risorse. I conflitti che ancora insanguinano il pianeta e la presenza di regimi dispostici, certo non assicurano il raggiungimento degli obiettivi posti nella “Dichiarazione del Millennio”. Soprattutto occorre ancora eliminare le disuguaglianze di genere nell’istruzione primaria e secondaria (che ricordiamo sono il 3° obiettivo della United Nations Millennium Declaration)[10].

 


Bibliografia

United Nations Millennium Declaration, http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/pdgcs/documentazione/AttiConvegni/2000-09-08_DichiarazionemillennioOnu.pdf

Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’ambiente umano, http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/ pdgcs/documentazione/AttiConvegni/1972-06-15_DichiarazioneStoccolma26principi.pdf

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, https://childrenandarmedconflict.un.org/ keydocuments/italian/universaldeclara1.html

Parsi M.R. (a cura di), Bambini ombra bambini in ombra, Edizioni Interculturali Uno, Roma 2004.

Educazione alla mondialità. 2° Obiettivo: assicurare l’istruzione elementare universale, «Un mondo possibile», Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, http://www.volint.it/comunicazione/mondopossibile/06/assicurare.pdf.

The Millennium Development Goals Report 2015, United Nations, http://www.un.org/millenniumgoals/2015_MDG_Report/pdf/MDG%202015%20rev%20(July%201).pdf.

Rapporto UNICEF 2014 – Progressi e disparità, http://www.unicef.it/doc/5292/rapporto-unicef-2014-progressi-e-disparita.htm


 

NOTE

[1] La versione integrale in italiano della Dichiarazione del Millenio a questo link: http://www.cooperazioneallosviluppo. esteri.it/pdgcs/documentazione/AttiConvegni/2000-09-08_DichiarazionemillennioOnu.pdf

[2] Gli argomenti trattati a Stoccolma furono voluti dall’Assemblea Generale dell’ONU, che nella sua 23a seduta adottò la risoluzione 2398 (3/12/1968) che sottoscriveva questi intenti. Così con risoluzione n. 2850 (XXVI) del 20 dicembre 1971, essa convocò, da 5 a 16 giugno 1972 a Stoccolma, questa importante conferenza.

[3] La “Dichiarazione delle Nazioni Unite sull’ambiente umano” al link: http://www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/ pdgcs/documentazione/AttiConvegni/1972-06-15_DichiarazioneStoccolma26principi.pdf

[4] Ibidem.

[5] La Dichiarazione fu approvata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

[6] La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani in italiano al link: https://childrenandarmedconflict.un.org/ keydocuments/italian/universaldeclara1.html

[7] M.R. Parsi (a cura di), Bambini ombra bambini in ombra, Edizioni Interculturali Uno, Roma 2004, pp. 66-76.

[8] Educazione alla mondialità. 2° Obiettivo: assicurare l’istruzione elementare universale, «Un mondo possibile», Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, http://www.volint.it/comunicazione/mondopossibile/06/assicurare.pdf, p. 4.

[9] The Millennium Development Goals Report 2015, United Nations, http://www.un.org/millenniumgoals/2015_MDG_Report/pdf/MDG%202015%20rev%20(July%201).pdf p. 4

[10] Cfr. Rapporto UNICEF 2014 – Progressi e disparità, in http://www.unicef.it/doc/5292/rapporto-unicef-2014-progressi-e-disparita.htm