Più Costituzione e meno crocifissi

Più Costituzione e meno crocifissi.

I risultati della campagna social sulla scuola dell’Uaar

«Alla fine l’ha spuntata la Costituzione: è l’articolo 34 della nostra carta fondamentale, quello che recita che “La scuola è aperta a tutti”, che i partecipanti al nostro sondaggio vorrebbero vedere sulle pareti delle aule scolastiche al posto del crocifisso. Più che sul risultato vorremmo però attirare l’attenzione sul fatto che, una volta liberato lo spazio occupato dal simbolo di fede, si aprono tante possibilità e tutte compatibili con il carattere inclusivo ed educativo dell’istituzione scolastica. Ed è questo a nostro avviso il risultato più importante».

Ha commentato così, Roberto Grendene, referente scuola dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), la conclusione della campagna social “La fede non è uguale per tutti. Non esponiamola nelle scuole”, lanciata in concomitanza con la riapertura dell’anno scolastico per aprire un confronto sui social dell’associazione per sondare quali immagini, frasi e simboli che siano inclusivi e appropriati per le scuole pubbliche si vorrebbero vedere esposti al posto del crocifisso sulle pareti delle aule scolastiche. Tra le scelte possibili, oltre all’articolo 34 della Costituzione, l’immagine di grandi personaggi della nostra storia (Dante, Rita Levi Montalcini eccetera), la bandiera italiana o l’opzione parete libera.

«Siamo molto contenti degli esiti della campagna», prosegue Grendene: «Abbiamo aperto un luogo di dibattito cui hanno partecipato migliaia di persone e abbiamo mostrato che se si apre la porta al pluralismo di idee che siano rispettose di tutti, si svelano prospettive in precedenza nemmeno prese in considerazione perché il simbolo sacro (o di fede in generale) mette in silenzio tutto il resto con prepotenza. Nelle prossime settimane valuteremo come dare seguito alla campagna, perché quella per avere luoghi istituzionali laici e aperti a tutti è una battaglia rispetto alla quale non abbiamo intenzione di abbassare la guardia».