Concorso presidi, il Tar: rifare la prova preselettiva. Il Miur: no, si va avanti

da Corriere della sera

Concorso presidi, il Tar: rifare la prova preselettiva. Il Miur: no, si va avanti

Accolto il ricorso di 91 candidati che dovranno rifare il test. Ma il 18 ottobre è prevista la prova scritta per quasi novemila candidati. Il ministero: ricorso al Consiglio di Stato e tutto confermato

Gianna Fregonara

Il Miur conferma, il 18 ci sarà la tanto attesa prova scritta del concorso per 2.425 dirigenti scolastici. In ballo c’è l’interesse di quasi novemila candidati che hanno passato la prova preselettiva prevista dal bando lo scorso luglio, spiegano al ministero dell’Istruzione in quello che sta diventando un sabato di fuoco. Venerdì sera insieme alla notizia che il ricorso di un migliaio di candidati che hanno preso più di sei ma meno di 7.1 al pre-test è stato rigettato dal TAR del Lazio, è arrivata una tegola inaspettata. Il medesimo Tar ha imposto la sospensione del bando è una nuova prova preselettiva da farsi entro 20 giorni per 91 insegnanti della Campania che hanno impugnato la prova per un black out durante lo svolgimento. Nel caso in cui prendano più di 7.1 possono essere riammessi in sovrannumero.

Il ricorso al Consiglio di Stato

Non sarebbe niente di grave se non mancassero cinque giorni alla prova scritta, non c’è tempo per rifare la preselezione. Intanto il Miur ha deciso di ricorrere con procedura d’urgenza al consiglio di stato contro la decisione del Tar. Ma anche in questo caso è impensabile avere una decisione in tre giorni. Ma il Miur insiste, si va avanti e ai candidati il messaggio è di continuare a studiare. Tanto più che il ministro Bussetti ha promesso di accelerare il più possibile il concorso per poter avere i nuovi presidi al loro posto entro l’inizio del prossimo anno scolastico. Tra le carte del ministero, per dimostrare che il concorso si è svolto in par condicio nonostante il black-out, il fatto che in Campania sono passati con il voto richiesto un numero di candidati compatibile con i risultati delle altre regioni.

Che cosa succederà dunque giovedì? L’ipotesi più probabile è che alla fine il ministero decida di far sostenere la prova anche ai ricorrenti, con riserva, in modo che non possano bloccare il concorso in nome dell’ordinanza esecutiva del Tar. Sarebbe un grande successo per loro, perché – ricordano i ben informati – chi accede alla prova scritta, storicamente, è poi riuscito ad arrivare in qualche modo ad entrare di ruolo come preside: insomma, se così fosse, si tratterebbe di una vera e propria sanatoria operata dal Tar del Lazio e in qualche modo avallata dal Miur pur di consentire lo svolgimento per tutti gli altri candidati. Ma queste per ora sono interpretazioni, nei prossimi giorni si capirà.