Concorso riservato anche per i prof triennalisti di religione cattolica

da ItaliaOggi

Concorso riservato anche per i prof triennalisti di religione cattolica

La proposta della lega che a breve sarà ufficializzata

Marco Nobilio

Criterio duale per il reclutamento degli insegnanti di religione cattolica nella scuola statale: metà dei posti ai vincitori dei concorsi ordinari e l’altra metà ai vincitori di apposite sessioni riservate destinate ai precari triennalisti. Lo prevede una bozza di provvedimento allo studio dei tecnici della Lega, fortemente voluto dal presidente della VII commissione del senato, Mario Pittoni, e che a breve dovrebbe essere depositato. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il dispositivo prevede anche che i docenti di religione, i quali hanno superato il concorso del 2004 e non sono stati ancora assunti, siano immessi in ruolo tramite lo scorrimento della graduatoria di merito, a suo tempo compilata, fino al completo esaurimento.

Le immissioni in ruolo dei vincitori dei concorsi ordinari saranno disposte sul 50% dei posti vacanti e disponibili anno per anno. Il restante 50% sarà destinato all’immissione in ruolo dei vincitori di concorsi riservati agli insegnanti precari, che avranno prestato servizio per almeno un triennio in possesso dell’idoneità all’insegnamento rilasciata dal vescovo.

Le novità saranno introdotte modificando l’articolo 5, comma 1, della legge 186/2003. In particolare, è prevista la suddivisione al 50% tra i concorsi ordinari e le selezioni riservate che il governo dovrebbe indire a breve e nei prossimi anni. Fermo restando che la prima metà sarà comunque destinata ad assorbire gli idonei del concorso del 2004 e, dopo tale assorbimento, le nuove disponibilità saranno destinate ai vincitori dei prossimi concorso ordinari.

La restante quota del cinquanta% sarà assegnata a un concorso straordinario, riservato ai docenti che alla data di pubblicazione del bando di concorso avranno prestato servizio, per almeno tre anni anche non consecutivi nell’arco dell’ultimo decennio. II servizio dovrà essere stato prestato in possesso della prescritta idoneità diocesana, che ha valore di abilitazione per l’insegnamento di religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado.

Le graduatorie di merito regionali, articolate su ambiti diocesani ai sensi della legge 186/2003, saranno predisposte a seguito della presentazione dei titoli in possesso degli interessati e della valutazione in un’apposita prova orale di natura didattico metodologica. Per la valutazione saranno disponibili 100 punti. Di questi, fino a un massimo di 70 punti, saranno attribuiti per la valorizzazione del servizio prestato nell’insegnamento della religione cattolica, dei titoli di studio previsti dal Dpr 175/2012 e di ulteriori titoli universitari e per il superamento di precedenti concorsi per il ruolo docente. Al servizio prestato presso le istituzioni scolastiche del sistema nazionale di istruzione saranno riservati sino a 50 dei 70 punti complessivamente attribuibili ai titoli. Alla prova orale, che non dovrà prevedere un punteggio minimo, sarà riservato il 30% del punteggio complessivo attribuibile. La prova orale verterà esclusivamente sui contenuti previsti dall’art.3, comma 5 della legge 186/2003.

Il contenuto del bando, i termini e le modalità di presentazione delle domande, di espletamento della prova orale e di valutazione della prova e dei titoli, i titoli valutabili, nonché la composizione della commissione di valutazione saranno fissati con un decreto ministeriale, da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore delle nuove disposizioni. In ogni caso il bando non dovrà prevedere la prova in lingua straniera.

Nello schema di relazione al provvedimento viene rappresentata, infatti, l’opportunità di esonerare i candidati, «spesso di una certa età e quasi sempre sprovvisti di un benché minimo bagaglio culturale di conoscenza di lingue straniere». Ciò perché nei vecchi percorsi accademici pontifici non ne era previsto l’insegnamento e anche perché l’insegnamento della religione cattolica in lingua straniera non è previsto dall’ordinamento scolastico.

La ratio del dispositivo è quella di garantire la stabilizzazione completa di coloro che insegnano, in possesso di tutti i requisiti previsti, religione cattolica da oltre un quinquennio e che potrebbero non conseguire il ruolo partecipando al concorso ordinario. È questo, infatti, lo scopo della quota di riserva che, stando allo schema di relazione allegata alla bozza di provvedimento, potrebbe variare dal 30 al 50%, sebbene la prima bozza prevede direttamente il 50%. L’idea del concorso riservato agli insegnanti di religione cattolica sarebbe derivata in via analogica rispetto al Fit transitorio per la scuola secondaria previsto dal decreto legislativo 59 e al concorso straordinario introdotto con il Decreto dignità.

E dovrebbe risolvere definitivamente anche la questione degli idonei del primo concorso. Che per anni hanno atteso di essere stabilizzati e per i quali si era trovata la soluzione dello scorrimento delle graduatorie con un atto legislativo saltato nel 2013 per un errore tecnico nella formulazione dell’articolato.